COMACCHIO
Comacchio
e le sue grandi valli;
canneti immensi,
dal sapore d’infinito.
La strada in mezzo alle paludi;
gli uccelli, la vita che tutt’attorno
scorre, ignorando l’umano dolore;
che la nostra interiorità è spesso
solo
un sacco da boxe, sbrindellata,
e ci lasciamo morire giovani
aspettando un giorno che passa
aspettando un Natale che non arriverà
mai.
Tra tutto quel nulla,
eccola, Comacchio,
che emerge dalle nebbie e dalle
acque;
la Venezia ferrarese,
le barchette piccole lungo i canali
la città coraggiosa dai molteplici
ponti sospesi.
Eccola lì, nella sua maestosità;
non capisci ciò che dicono gli
abitanti,
non comprendi come si possa vivere
così.
E… vorrei tanto essere come tale
città,
sola soletta nel mezzo del niente
eppure così piena di vita e di sano
fascino,
con le genti contente che ne
percorrono le stradine
scattandosi a vicenda foto ricordo.
Nessuno che litiga,
ogni ospite è benvenuto e si sente a
casa;
accogliente.
Invece di avere delle rovine
al posto dell’anima,
vorrei avere una Comacchio forte e
ridente.
Dove la trovo la forza per
dimenticare
i cumuli di macerie lasciate dalle
razzie dei barbari?
Come posso ancora aggrapparmi a una
speranza
che eppure mi sembra così lontana,
ignota?
Dentro me voglio decine di canali
d’acqua,
pieni di vita;
i pesci che fan le bollicine, le
anatre domestiche.
Voglio esser non più una stazione,
ma una casa accogliente,
a pacifica disposizione di chiunque.
Ora capisco perché nessuno da me si
ferma;
chi vorrebbe un castello in rovina,
una terra distrutta dai roghi
e con i borghi desolati?
Ed è stata la mia furia, la mia
delusione
a ridurla così.
Vorrei essere come Comacchio, sì,
che nessuno in fondo conosce davvero
e si ha l’impressione che il visitatore
ci giunga un po’ per caso;
ma poi si resta stupiti, al cospetto
di un mondo
di una Venezia sconosciuta;
e anche se è stata saccheggiata e
distrutta più volte,
è rifiorita con maggior splendore.
Io… dove la trovo questa forza?
La forza necessaria a ricostruirmi e
a fortificarmi.
Ma so che qualcuno, qualcosa, c’è
riuscito;
ora sono certo che un punto di
partenza c’è stato.
Devo tornare a seminare, in questi
aridi campi,
e a poggiare nuove pietre dove
mancano da troppo tempo.
NOTA DELL’AUTORE
Un’uscita di qualche ora a Comacchio mi ha illuminato.
Piacevolmente.
Grazie per aver letto!