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Autore: Gaia Bessie    07/11/2019    3 recensioni
Daphne Greengrass ci prova, a prendere quel che le spetta: «Cioè, hai veramente succhiato l’uccello di quel vecchio porco per sapere che non otterrai nemmeno un centesimo?».
Blaise Zabini ci ride su, quando la disgrazia non capita a lui: «Non se ne cava mai nulla di buono a invischiarsi con le donne sposate, non c’è impresa, non c’è novità».
Dovrebbero fare attenzione, la loro è una relazione pericolosa
[Quarta classificata al contest "Due è meglio di uno" indetto da Imamorgenstern sul forum di Efp e giudicato da Juriaka]
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Fred Weasley, Ginny Weasley | Coppie: Astoria/Fred
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buonasera/notte a tutti! 
Giusto per cultura personale, io in questo momento dovrei star scrivendo la tesi e invece... puf, mi è venuta voglia di finire questa storia che avevo sul pc da circa un anno. Quando si dice avere bisogno dei propri tempi.
Chi mi conosce sa che, per abitudine, non scrivo mai roba particolarmente divertente. Penso si possa capire, dunque, perché ho avuto così tante difficoltà a scrivere questa storia.
La trama, e già dal titolo vi faccio l'occhiolino, è una rivisitazione del romanzo "Relazioni pericolose", anche se ho voluto cambiare leggermente il finale, per renderlo meno tragico. Ovviamente c'è un po' di OOC in Ginny, ma nemmeno troppo.
Buona lettura.
Bess

P. S. Non sono indicate le date, non per mia ignoranza, ma perché anche nel romanzo è così

 
 
Les Liasons Dangereuses
 
 
Daphne Greengrass a Blaise Zabini
Inbhir Narann
10 Dicembre ????
 
Mio caro,
Finalmente ci siamo: oggi, la vecchia ha tossito sangue e si è finalmente convinta che, come probabilmente è per davvero, la morte sta per raggiungerla. Ha quindi voluto chiamare Mr. Notary per redigere il testamento, appena dopo l’ora del té.
Non ci crederai mai, ma la megera non ha voluto dirmi nulla a riguardo, come se non fosse evidente che sarò io la sua sola erede: non ho passato sei anni della mia vita a portarle il brodo alla bocca, dispersa in mezzo al noioso nulla scozzese, per niente!
Ha detto che semplicemente avrò una sorpresa, quando ci farà la grazia di togliersi dai piedi e morire, figurati. Quantomeno avesse il buon gusto di morire in fretta, togliendoci tutti e due da questo grave imbarazzo!
Bada, non sto diventando disgustosamente melodrammatica, ma questo isolamento inizia a pesarmi parecchio: Theodore, che come ti avevo accennato ho cominciato a frequentare, è sempre più affezionato a me e ciò, inevitabilmente, non fa che rafforzare in me il gusto che ho a fantasticare di lasciarlo andare, prima che gli venga in mente la malsana idea di chiedermi di sposarlo.
Credo abbia vagheggiato qualcosa in merito, iersera, ma sono stata pronta a farlo desistere con un’ingiustificata, e per questo decisamente divertente, scenata isterica.
Adesso gira per il salotto come un cagnolino preso a calci, e che gli sia da lezione! D’altronde, si sa, questa stupida idea dell’amore è sicuramente nata dal cervello di un provetto imbecille e ha avuto altrettanto successo tra altrettanti imbecilli.
In ogni modo, e perdonami se mi sono talmente dilungata, sono riuscita a persuadere, con ogni mezzo a me concesso, Mr Notary a farmi avere una copia del testamento di mia nonna.
Tanta fatica per strappare a un vecchio, peraltro mezzo impotente, un dannatissimo pezzo di carta! È stata davvero una sfortuna che mio padre sia dovuto morire prima della megera, altrimenti sarebbe stato tutto un affare immensamente più ragionevole, e certamente non mi avrebbe costretta ad inginocchiarmi davanti a un vecchio repellente pur di ottenere una misera busta.
Che, peraltro, non ho ancora aperto: sì, hai letto bene, ancora non ho festeggiato il mio trionfo.
In nome dei nostri tempi migliori, ti chiedo, no, ti ordino, di raggiungermi immediatamente dopo aver letto questa mia, tutt’altro che, breve missiva.
 
In qualche modo, sempre tua,
 
Daphne Greengrass
 
 
***
 
«Non ci posso credere!» Blaise Zabini rise sguaiatamente, rivelando l’esistenza di un dente spezzato a metà. Aveva ricevuto un pugno da un Babbano a cui aveva, letteralmente, fottuto la moglie.
E che, con saltuaria eleganza, continuava a fottere quando si trovava a passare tra le campagne della Provenza, durante i suoi interminabili viaggi di lavoro.
«Cioè, hai veramente succhiato l’uccello di quel vecchio porco per sapere che non otterrai nemmeno un centesimo? ».
Daphne gli lanciò un’occhiataccia, che però non servì a spegnere l’ilarità del suo compagno.
«Dannazione a quella vecchiaccia» sibilò, il bel viso arrossato dall’irritazione. «Ho passato sei anni a farle da schiava e come si permette di ripagarmi? Nominando mia sorella, che non vede da circa un quindicennio, sua erede universale».
Le ultime parole le disse con un tale astio da farle apparire come un insulto.
«Noto che, come al solito, hai metabolizzato la notizia con la grazia che ha sempre contraddistinta» osservò Blaise, con malcelata ironia. «Hai pensato a cosa fare, per sistemare la questione? Voglio dire, hai passato anni a pulirle il c…».
«Se hai finito di dire volgarità, sì, ho pensato a come risolvere questo piccolo incidente di percorso» rispose lei, con un sorrisetto soddisfatto che le illuminava gli occhi verdi. «Vedi, non sarà così facile, per Astoria, diventare la ricca ereditiera della sua beneamata nonna».
«E cosa vuoi fare, esattamente?» la incalzò lui, con sincera curiosità. «Non puoi cambiare un testamento magico: è un patto più vincolante del Voto Infrangibile».
«Non ho intenzione di farmi gettare ad Azkaban, Blaise» rispose Daphne, serafica. «Ma, vedi, occupato com’eri a ridere delle mie disgrazie, hai dimenticato di prestare attenzione a questa piccola noticina, qui a fine pagina. La leggeresti per me, cosa dice? Astoria erediterà se e solo se…?».
«Contrarrà rispettabile e onorevole matrimonio entro la fine dell’anno» lesse Blaise, compitamente. «Hai intenzione di chiuderla tra quattro mura per non farla sposare?».
«Non nasconderò di aver accarezzato, forse anche più di una volta, l’idea» disse lei. «Ma, alla fine, sono giunta alla conclusione che potrebbe esserci un espediente più soddisfacente. Ed è qui che entri in ballo tu».
«Io?».
«Tu» confermò Daphne. «La nostra giovane pulzella, ancora fresca di collegio, non potrà contrarre rispettabile e onorevole matrimonio, se venisse disonorata da uno scandalo».
«Mi stai chiedendo di deflorare tua sorella?» domandò Blaise, fingendo, senza arte, un turbamento che decisamente non provava. «Mi perdonerai sicuramente, se ti rifiuto questa cortesia».
«Non mi rifiuterai alcunché, Blaise» sibilò lei. «Da quando ti fa paura dover scopare una venticinquenne sana e probabilmente disposta ad assecondarti in tutto, come l’ennesima cagna innamorata?».
Zabini lanciò un fischio, stringendo appena le labbra.
«Sono riuscito a farti diventare volgare» osservò, divertito. «Pensavo che succedesse solamente su un materasso. O un divano. O un tavolo. O…».
Lei lo liquidò con uno sbrigativo cenno della mano.
«Nessuna volgarità che non sia un puro e semplice dato di fatto» replicò. «Tutte le donne sono cagne, ma alcune riescono a mascherarlo con un’adorabile facciata di finto perbenismo. Ma, a luci spente, senza vestiti, siamo tutte uguali».
«In ogni caso, non posso farti questo favore: dovrai fartelo da sola, se può interessarti l’incesto, altrimenti dovrai chiedere a qualcun altro».
«Oh, Blaise, non puoi negarmi una cosa così piccola e insignificante» pigolò Daphne, stirandosi come una gatta, per mettere in mostra la curva generosa del seno a malapena contenuto dal maglione celeste. «Se tu lo facessi, potrei concederti un premio».
Lui le regalò un sorrisetto storto.
«Credimi, me lo concederai comunque: tu sei il fodero per la mia bacchetta, non troverai mai nessuno che ti completi come ti completo io. Potresti dire questo, a Theodore, per lasciarlo» fece una piccola, calcolata, pausa. «Se ancora non lo ami troppo per non lasciarlo andare».
«Lo lascerò andare» mormorò lei con una scintilla, forse di dolore, forse di rimpianto, che percepì solamente lei. O, almeno, così credeva. «Ma tu…».
«Io sarò impegnato, Daphne» sussurrò lui, prendendole la mano. «Tieniti Theo, per il momento: io ho già deciso in che letto entrare e, fidati di me, otterrò molta più soddisfazione da questa impresa».
«Dannazione, Blaise!» strillò Daphne, facendo mulinare la lunga chioma bionda. «Lei chi è?».
«Ginevra Potter».
 
 
***
 
Blaise Zabini a Daphne Greengrass
Aix-en-Provence
12 Dicembre ????
 
Mia bella,
Sono rientrato da poco nella mia, si spera, futura casa: a differenza tua, ho decisamente avuto più fortuna, e la mia consunta zietta ha deciso di farmi dono della casa di famiglia.
D’altronde, la mia povera e dissoluta maman non avrebbe mai potuto ambire a intascare l’eredità di sua sorella. Qualcuno dovrebbe comunicarle, però, che sono fatto della medesima pasta.
Ma diamo tempo al tempo: in qualche modo che non so spiegarti, il marciume sale sempre a galla e, allora, lasciamolo riemergere.
La mia amata vive qui già da qualche settimana. In qualche modo, che dubito ti interessi conoscere, la famiglia di mia zia è imparentata con quella di sua madre e lei, lasciata a far la calza dal suo eroico Potter, si è sentita in dovere di sfogare la sua sindrome da crocerossina su questa vecchia fin troppo arzilla.
Che la piccola, espansiva, Ginny Weasley abbia come confidente un’ottantenne è qualcosa che farebbe ridere pure te che, lasciamelo dire, sei totalmente priva di umorismo. O forse sei troppo elegante per averne anche soltanto una briciola.
In ogni modo, permettimi di replicare alle malignità che hai insinuato durante la nostra ultima conversazione: la definisci sgraziata, io ti rispondo che ha una goffaggine che incanta, emana una sensualità che nemmeno lei riconosce. E come potrebbe?
È cresciuta nel letto di Potter, e ciò credo basterebbe a far diventare monaco il peggior diavolo di Sodoma.
La accusi di non aver finezza di tratti, io ti rispondo che è proprio la “noiosa regolarità”, per citarti, dei suoi lineamenti che la rende così bella.
Inoltre con mia zia dimostra continuamente straordinaria gentilezza e pazienza. Ed è tremendamente, noiosamente e disastrosamente innamorata di suo marito.
Questo è l’unico difetto che riesco ad accordarle, sebbene possa essere imputato solamente alla poca esperienza che ha del mondo.
 
Ormai pronto a rendere cornuto Potter, sempre tuo
 
 Blaise Zabini
 
 
***
 
«Astoria, cara, è un tale peccato che tu sia dovuta tornare a casa in una circostanza così tragica!».
Daphne si asciugò le lacrime, sporche di trucco, che le rigavano il bel volto.
Sua sorella minore, convinta da una tale dimostrazione di genuino dolore, corse a stringerle le mani, anche lei con gli occhi gonfi di lacrime.
«Oh, Daphne» mormorò. «Sta già così male e non ho nemmeno potuto parlarle prima che divenisse incosciente, non saprà mai che sono qui».
La sorella maggiore annuì, cupa. «Lo so, tesoro, ma non possiamo fare nulla, se non pregare per un miracolo».
Astoria annuì, affranta, asciugandosi gli occhi, più scuri di quelli della sorella.
«Vieni, ora» disse Daphne, porgendole a malincuore il braccio. «Abbiamo degli ospiti da accogliere, sicuramente saranno tutti ansiosi di avere notizie sulla salute della nonna».
Scortò sua sorella nell’ampio salone dalle poltrone verde foresta e, uno ad uno, le presentò una marea di visi che immediatamente avrebbe dimenticato.
«Ah, forse ti ricordi di lui» osservò Daphne, indicando un giovane uomo dai capelli di un biondo così chiaro da sembrare argenteo. «Draco Malfoy è un mio vecchio compagno di scuola».
Il giovane Malfoy fece uno sbrigativo, scocciato cenno del capo alla giovane Greengrass, mentre tornava a torcersi le mani, annoiato.
«Così galante che fa quasi commuovere» commentò Daphne, sarcastica. «E lì… non che possa interessarti, immagino, ma quello lì è Fred Weasley. Squattrinato, fortunatamente imparentato con Potter e ancora non capisco perché la cara nonna continui a finanziare quel suo terribile negozio».
Fred Weasley sorrise, ironicamente, in direzione delle due sorelle.
«E viene qui da solo?» bisbigliò Astoria, all’orecchio della sorella. «Non ha una moglie, o fidanzata, che lo accompagni?».
«Oh, no, credo sia l’unico Weasley scapolo. Chissà perché» rispose Daphne, con tono leggero. «Come mai ti interessa?».
La sorella minore arrossì vistosamente. «N-No, è che, io…» mormorò. «Mi sembrava strano, ecco tutto: persino Malfoy è qui con sua moglie».
«Brutta idea devi avere, del matrimonio, se consideri Pansy una moglie» osservò Daphne, tagliente. «Se è Pansy, il tuo esempio, tanto meglio bruciare il corredo e non sposarsi mai».
«Tu non ti sei mai sposata» rispose Astoria, con il medesimo tono.
«Io ancora non ho trovato qualcuno che mi guardi in quel modo».
Daphne indicò, con un cenno del capo, qualcuno che si trovava esattamente alle spalle di sua sorella.
«Buona fortuna» bisbigliò dolcemente mentre, con un risolino, si avvicinava a Pansy Malfoy, lasciando Astoria al centro della stanza, con il viso rosso di vergogna.
 
***
 
Daphne Greengrass a Blaise Zabini
Inbhir Narann
15 Dicembre 20??
 
Mio (o forse non più così mio) caro,
Ormai è fatta! Vedi, anche senza il tuo aiuto, i miei piani vanno avanti e, senza alcuna ombra di dubbio, lo fanno sicuramente meglio e più in fretta dei tuoi.
Corteggiare Ginny Potter, Blaise, che caduta di stile, diventerai lo zimbello di tutto il Mondo Magico. O, almeno, della parte che conta.
Non se ne cava mai nulla di buono a invischiarsi con le donne sposate, non c’è impresa, non c’è novità: una moglie che tradisce il consorte è un cliché vecchio come il mondo, non stupirebbe proprio nessuno, nemmeno si trattasse della moglie più fedele del cosmo o della moglie di Potter, appunto.
In ogni caso, non voglio soffermarmi sulla tua (spero momentanea) follia: il mio piano, come scrivevo sopra, va avanti in maniera deliziosamente imprevista. Inizialmente, come ti avevo spiegato durante la tua ultima visita, mi bastava solamente che mia sorella fosse sorpresa con un uomo prima delle sue onorevoli nozze, fatto che sicuramente avrebbe ucciso la cara nonnina e, con lei, la possibilità di mettere le mani sulla mia fortuna.
Ma, evidentemente il Fato è della mia parte e ha deciso di deliziarmi con un propizio e quanto mai inaspettato regalo dai capelli rossi che, colpo di scena, è proprio il fratello della tua amata!
Merlino, Blaise, quasi non potevo crederci! Avevo combinato ogni cosa, ero pronta a gettarla tra le braccia di Malfoy (e per questo ero già pronta a rabbonire Pansy o, nel peggiore dei casi, a lanciarle un Confundus) e invece… lei autonomamente decide di perdere la testa per Fred Weasley!
Sfortunatamente, la (spero finalmente moribonda) vecchia ha un’inspiegabile passione per la feccia, quindi non basterebbe solamente farli sposare, per tagliare la piccola Astoria fuori dai giochi.
Cerco di non sottovalutarla, in questo, ma lei lo guarda con un’aria talmente adorante che sono pronta a scommettere che la troveremo tra le coperte di Weasley senza che sappia dirci come c’è finita. È una benedizione e io, infarcendola di noiose prediche sul buon nome della famiglia, la spingo a parlare con lui, a invitarlo a restare a cena o a passeggiare nel giardino.
Vorrei invitarli a chiudersi nella prima stanza libera, o direttamente in quella della vecchia, e fare un favore a noi tutti, ma purtroppo non mi aiuterebbe nel perseguire i miei scopi.
Oh, se soltanto si sbrigassero a gettarsi l’uno nelle braccia dell’altra, portando un sano scandalo in mezzo allo scozzese nulla cosmico!
Almeno tu, Blaise, hai qualcosa di interessante con cui distrarmi?
 
Tua,
Daphne Greengrass
 
***
 
«Deve essere noiosa, per te, la vita in campagna: hai avuto ogni tipo di avventura, e qui non c’è nulla».
Ginny alzò gli occhi, per incontrare lo sguardo pensiero di Blaise Zabini che la sovrastava, in piedi di fronte a lei.
«C’è parte della mia famiglia» osservò lei, asciutta. «Mio fratello e sua moglie si sono trasferiti qui vicino da quasi un decennio».
«C’è il nulla francese. Forse migliore del nulla inglese, ma comunque un bel sacco di nulla» rispose Blaise, con un sorrisetto. «Il nulla francese, una anziana signora molto sola e un affascinante giovane scapestrato».
«Credo di poter concordare solamente su due degli aggettivi che ti attribuisci».
«Due su tre non è un brutto risultato» osservò lui. «Su cosa non concordi? Giovane? Dentro lo sarò sempre, ma immagino si possa dire che i miei anni migliori stanno passando in fretta».
Lei fece per dire qualcosa, ma Blaise non le permise di interromperlo.
«O forse volevi contestare quello scapestrato?» sorrise maliziosamente. «Oh, cara, ma io lo so già, cosa si dice di me a Londra. È per questo che cerco il noioso nulla francese: che libertinage potrei praticare, qui?».
«Quello di cui sicuramente non mi interessa sapere nulla: hai detto bene, lo sa tutta Londra, cos’hai fatto».
«Nulla che non sia stato ammirato dagli uomini e desiderato dalle donne» rispose Blaise. «Nulla che non mi fosse stato chiesto dalla diretta interessata».
«Si è parlato di stupro, Zabini. Non è stata solamente una ragazzata, la tua».
«Chi ne ha parlato?» domandò lui, laconico. «Non io, non lei, sicuramente nessun giornale. Non c’è stato un processo, eppure tu già hai pensato bene di condannarmi».
«Ne hai distrutte tante, te ne rendi conto?».
«Io non ho distrutto nessuno: siete voi che vi continuate a distruggere da sole» disse Blaise, calmo. «Venite, pretendete, magari supplicate e poi correte a piangere nella vostra ridicola solidarietà femminile: non m’importa dei sensi di colpa, potete dire di me quel che volete. Ma la verità rimane una, ed è che siete venute, avete preteso e avete supplicato per ottenere quello di cui ora piangete».
«Non credo mi vedrai mai supplicare e piangere, Zabini».
«Lo so» rispose. «Ed è esattamente per questo che, in questo delizioso sacco di nulla francese, sono venuto a cercare te».
 
***
 
Blaise Zabini a Daphne Greengrass
Aix-en-Provence
20 Dicembre ????
 
Mia bella,
Nessuna novità. Escluso il dialogo che ti ho riportato nella mia scorsa lettera, la mia rossa mi ha evitato come il Vaiolo di Drago o qualche altra porcheria infettiva.
Prova già qualcosa, ne sono sicuro, altrimenti non fuggirebbe da me in questa maniera, peraltro ignorando (forse) che l’attesa aumenta il desiderio.
Comunque, devo ammetterlo, sei riuscita a incuriosirmi con tutte le tue macchinazioni ma, sfortunatamente, non sono ancora così incuriosito da accorrere a salvarti nel tuo nulla cosmico scozzese. Così, alla tua sorellina potrebbe interessare l’ultimo scapolo Weasley?
Ammetto che la questione potrebbe rivelarsi veramente interessante: tienimi informato e, se scoppierà lo scandalo, ti assicuro che accorrerò per essere, come sempre, in prima fila.
Scusami se sono così breve, oggi, ma ho così tanti pensieri che credo di non essere proprio in grado di comunicarteli tutti, ma preferirò tenerli per me, con la speranza che tu, così lontana, riesca a comprendere il tormento che quella maledetta donna riesce a provocarmi solamente con la sua indifferenza.
Attenderò tue notizie e, se non ne riceverò, saprò che anche tu mi stai abbandonando a un trattamento che decisamente non merito, né sono in grado di tollerare.
 
Malgrado le tue parole, ancora tuo
Blaise
 
 
***
 
«Ho saputo che sei famoso, nel villaggio qui vicino, Zabini» la voce di Ginny Weasley-Potter era un tripudio di ira repressa. «Da te non me lo sarei aspettata».
Lui decise di prendere la sua rabbia per ironia e allora sorrise, doppiamente ironico, forse doppiamente arrabbiato per la difficoltà con cui si negava la sua preda.
«Sono sicura che ti avranno riferito di sordidi incontri, festini… rapine a mano armata?» domandò lui, con finta leggerezza. «Magari un figlio illegittimo, direi sicuramente più di uno, spero nessun omicidio… stupro, ancora?».
Ma lei scosse il capo, sorprendendolo con un sorriso talmente tirato che, per un attimo, Ginny stessa dovette temere le si strappassero le labbra a metà.
«No» disse lei, piano. «Stavolta niente stupri» fece una piccola, studiata pausa. «Non che io sappia».
«Credo che non lo saprei nemmeno io» rispose Blaise. «Nel caso, potresti informarmi: non fa mai bene essere colti impreparati».
«Mi hanno detto che sei stato un eroe, Zabini».
Lui mascherò un sorriso, talmente bene da riuscire a farlo sembrare una smorfia di modestia smascherata. E lei voleva credergli, voleva già così disperatamente credere in lui e nella sua possibile redenzione, che anche un sorriso ridipinto male potrebbe andarle bene.
«Un eroe? Io?» Zabini scoppiò in una sincera, fragorosa, risata. «Tu non mi conosci».
«Io ti conosco, altrimenti non sarei sorpresa».
«Se tu mi conoscessi, non lo saresti».
Perché sapresti che ho organizzato tutto solamente per impressionarti. Sorrise, pensando che sicuramente Daphne l’avrebbe capito ancor prima che il cervello di lui potesse maturare un piano d’azione.
«Ho parlato con la donna che hai salvato» da un tentativo di stupro organizzato da lui, ma questo Ginny non poteva saperlo. «Mi ha raccontato tutto quanto».
«Non avrebbe dovuto» bisbigliò Blaise, con finta vergogna. «Le avevo detto di tenerlo per sé».
«Avrebbe rovinato la tua fama?» rispose lei, ironica. «Può solamente farti onore, Zabini, che si sappia una cosa del genere. Personalmente, farò in modo che ne vengano a conoscenza quante più persone possibile».
Lui le sorrise dolcemente.
 
***
 
Daphne Greengrass a Blaise Zabini
Inbhir Narann
24 dicembre ????
 
Mio caro,
Non sai quanto mi ha fatto ridere la tua ultima lettera! Tu, un eroe, sicuramente capirai perché ho riso talmente tanto da farmi lacrimare gli occhi.
È incredibile quanto riesca a essere ingenua, quella donna, per poter credere che tu ti sia improvvisamente redento... come se fosse possibile, se non avessi immaginato fin da subito che era tutta una tua macchinazione, ti avrei domandato perché non eri semplicemente rimasto a guardare.
Adesso, immagino, la strada sarà tutta in discesa. Personalmente, non vedo l'ora che tu ti tolga questo sfizio, le tue lettere sono diventate molto monotone, e spero che presto tornerai a Londra o qui da me, per portare un po' di vita in questo mortorio.
Qui è tutto come al solito: la vecchia è ancora disgraziatamente viva e vegeta, ormai inizio a temere che possa perfino riprendersi, Astoria non fa che fare gli occhi dolci al suo Weasley, che però non sta facendo nulla per prendersela. Questa storia sta diventando così estenuante, speravo che fossero entrambi più svegli, così hanno continuamente bisogno che io crei loro dei pretesti... sto esaurendo il numero di scuse a mia disposizione per farli rimanere soli, pensa!
Basta, devi venire qui a darmi una mano, mio caro Blaise, fallo, e avrai da me la mia massima gratitudine. E qualunque altra cosa dovessi desiderare.
Io non so più cosa fare, qui, ho disperatamente bisogno che la mia innocente sorellina venga sorpresa a intrattenere una tresca con quel disgustoso filo-Babbano, altrimenti continuerò a vivere nella miseria per il resto dei miei giorni.
Vieni qui da me.
Non è una richiesta, lo sai, ho giurato che non ti chiederò mai più niente: ma vieni qui, presto, e aiutami a prendermi ciò che è mio.
 
Probabilmente, ancora tua
 
Daphne Greengrass
 
***
 
«Daphne, ho bisogno di un tuo consiglio» Astoria Greengrass si dovette trattenere dal tirare la gonna della sorella, per avere la sua immediata attenzione. «Io… non so più come comportarti».
«Che sciocchezze» ridacchiò Daphne, guardandola a malapena. «Ti hanno educata in uno dei migliori collegi francesi, sicuramente ti avranno insegnato come comportarti in ogni occasione».
«Non sono stata educata a comportarmi…» la giovane sospirò, nascondendo il viso arrossato dietro una ciocca di capelli. «Fred Weasley mi ha chiesto un appuntamento, dicendomi di non dirti niente. Cosa dovrei fare?».
In quel momento, Daphne dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere a urlare al mondo il suo trionfo, così, si limitò a dedicare alla sorella un tiepido sorriso accondiscendente.
«Ma certo che dovresti andare, cara, non si rifiuta così un gentiluomo» cinguettò. «Bada, però, a non dire a nessuno che mi hai chiesto consiglio, qualcuno potrebbe dirti che sono troppo giovane, per farlo».
«Oh, Daphne» strillò Astoria, cingendo il collo della sorella in un improvviso, quanto sgradito, abbraccio. «Meno male che ci sei tu, senza i tuoi consigli non saprei proprio come comportarmi».
 
***
 
Blaise Zabini a Daphne Greengrass
Aix-en-Provence
30 Dicembre ????
 
Mia cara,
Non ci crederai ma – nonostante tutte le meravigliose premesse di cui ti avevo raccontato, nelle mie ultime missive – sono riuscito a farmi cacciare. Da una casa che, un giorno, sarà mia.
La piccola Ginny Potter non ha apprezzato il mio cercare di avvicinarmi a lei sebbene, a detta sua, mi stimi come uomo d’onore e non condivida le orribili menzogne che infangano la mia reputazione. Nonostante ciò, per il rispetto che porta al marito, mi ha invitato a lasciare casa (mia) il più velocemente possibile. Non mi è rimasto che accontentarla, per non perdere quei minuscoli progressi che avevo fatto.
Per cui, mia amata, sto tornando da te, pronto ad aiutarti nel tuo piano che – come mi racconti – procede piuttosto a rilento. Forse non riuscirò, come mi hai chiesto, a mandare avanti la relazione con Weasley, ma sono sicuro di riuscire a dare un concreto miglioramento a questa situazione così drammaticamente ferma.
Rientrerò in Inghilterra giusto in tempo per il nuovo anno e, come una qualche leggenda Babbana di cui non ricordo il nome, poterò con me numerosi doni.
Aspettami, amor mio. Sto tornando da te.
 
Sempre tuo,
 
Blaise Zabini
 
***
 
«Sei venuto qui per rovinare tutto, Blaise?» urlò Daphne Greengrass, dimentica del suo abituale contegno. «Io la convinco, finalmente, che la sua infatuazione per Weasley non ha nulla di sbagliato e tu che fai? Convinci lui ad allontanarsi?».
«Mia cara, seguendo il tuo piano non ci avrei guadagnato un bel niente» rispose l’altro, con fare annoiato. «E, se è bastato dirgli che nuoceva alla reputazione della ragazza, per mandarlo via, non era poi così innamorato».
«Bene» sbuffò la bionda, ancora imbronciata. «Cosa hai intenzione di fare, ora che hai rovinato tutti i miei piani?».
«Intendo aspettare che tu mi chieda come ho fatto a ottenere le chiavi della camera di tua sorella» trillò Blaise, senza nascondere la propria soddisfazione.
«Non ho intenzione di chiedertelo» berciò Daphne. «Ho intenzione di chiederti quando avrai intenzione di entrarci, in quella dannatissima stanza».
Lui la guardò, sorridendo come un gatto. Controluce, Blaise Zabini aveva gli occhi totalmente neri.
«Stanotte» mormorò dolcemente. «E poi sarà tutto finito».
 
***
 
Astoria Greengrass a Daphne Greengrass
Luogo ignoto
31 Dicembre ???
 
Oh, Daphne, perdonami per averti lasciata così all’improvviso, ma ero così spaventata da non sapere cosa fare!
Vedi, ero molto felice quando mi avevi presentato il tuo amico, Zabini, che sembrava una persona così affidabile… si era perfino proposto di aiutarmi nella mia situazione, così infelice, e io mi sono subito fidata di lui. Sono stata una sciocca, mi dirai, e come potrei darti torto.
Gli ho subito creduto quando mi ha domandato di dargli una copia della chiave della mia camera da letto, in modo da poter fare entrare… tu sai di chi parlo… solamente per poter dialogare a quattr’occhi, senza esser giudicati da tutti.
Te lo giuro, Daphne, non immaginavo che Zabini potesse osare tanto! Credevo che, ricordandogli che sono tua sorella, la tua amata sorella minore, si sarebbe fermato.
Mi vergogno terribilmente, Daph, sento di aver deluso tutti quanti, e te in primo luogo, che penso di non avere altra scelta. Ho deciso di andar via, non tornare più.
Non voglio che dobbiate guardare lo stesso viso che ha guardato lui, che ha toccato, che ha baciato mentre io, in silenzio, tradivo ogni cosa in cui io non abbia mai creduto, ogni persona che io non abbia mai amato. Mi sono rovinata per sempre e, ora che ne ho piena consapevolezza, mi rendo conto che non vi sono soluzioni.
Nessuno potrebbe mai volermi, così, nessuno mi vorrà mai più. Come dargli torto?
Mi ha marchiata. Mi ha spezzato le ossa e me le ha rinsaldate in un mosaico che non riconosco più nemmeno io.
Non mi odiare, Daph, ti prego, almeno tu abbi un po’ di pietà per tua sorella. Digli che lo amo, prima non lo sapevo, non lo capivo.
Ora lo so. Perché avrei voluto che fosse stato lui, a rovinarmi così. Lo avrei voluto veramente tanto.
 
Con amore,
 
Tua sorella Astoria
 
 
***
 
«Merlino, Daphne, hai saputo cosa è successo?» Pansy Parkinson si agitava, dietro la tazza di tè, costringendo Daphne a trattenersi dallo sbuffarle che, sì, ovviamente sapeva già tutto.
«Cosa?» domandò, annoiata.
«Weasley ha fatto fuori Zabini» strillò l’altra, posando finalmente la tazzina sul tavolo. «Per quel che è successo con tua sorella».
«Non dire stronzate, Pansy» la liquidò Daphne, scocciata. «Zabini sta benissimo, te lo assicuro, pascolava in giardino fino a qualche minuto fa».
«Ma perché non mi credi mai?» domandò Pansy, irritata. «Ti dico che l’ha fatto fuori, e Ginny Potter è impazzita per il dolore».
«Certo» borbottò la bionda, ironicamente. «E a me che cosa è successo? Mi è venuto il vaiolo di drago e sono rimasta orribilmente sfregiata?».
Daphne si guardò allo specchio, aveva l’ombra di una cicatrice che spuntava da sotto il fondotinta.
Rise.

 
   
 
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