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Autore: Suzerain    09/11/2019    0 recensioni
[Onmyoji]
[Storia partecipante alla "Corsa delle 24 ore", indetta dal forum La Torre di Carta]
[...] ad Ootengu viene naturale, dopo un un gemito, allungare le mani al suo volto e guardarlo, solo guardarlo.
{120 parole | hiromasa/ootengu}
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: He was warmth (he was peace)
Autrice: Suzerain.
Ambientazione: Onmyoji 
Personaggi: Minamoto no Hiromasa, Ootengu.
Prompt: #40 Calore della pelle.
Desclaimer: I personaggi di Onmyoji non mi appartengono, essendo essi sotto il copyright della NetEase. Il qui presente scritto non ha fini di lucro, e le situazioni narratevi sono di mia proprietà, così come l'icon utilizzata nelle note autore.
Ambientazione: Vagamente ambientata nel filone attuale degli eventi della storia.
Note dell'autrice: Seconda storia per la corsa, e via con una HiroTen (L)
E' la prima volta che mi cimento nello scrivere di questi due, che sono diventati in pochissimo tempo una delle ship più importanti per me. Spero di aver in futuro l'occasione di scrivere ancora sulla loro relazione, che personalmente trovo a dir poco bellissima - e che soprattutto offre diversi spunti, dal punto di vista della scrittura.
E' raro vedere Hiromasa rendersi vulnerabile, e ho sempre avuto l'headcanon che Ootengu sia uno dei pochi cui concede di vedere questa sfumatura del proprio io, buh.

 

Lo stringe, irritato dalla barriera ch'impongono i loro corpi. Con forza, più del solito. Anche quando poggia le labbra sul suo collo e morde, e ad Ootengu viene naturale, dopo un un gemito, allungare le mani al suo volto e guardarlo, solo guardarlo.
Sa ciò che vede, le immagini che i suoi occhi gli mostrano. Che ciò che è accaduto l'ha scosso nell'anima più di quanto dia a vedere agli altri. 
«E’ passato.», dice, e Hiromasa gli si stringe di più. Si crogiola nel calore del suo corpo, nella stretta delle pelli che si sfiorano e la carezza delle sue dita. E anche quando piange, Ootengu non smette di abbracciarlo. 
Lo ripete – è passato. Ed ancora «Sono con te.»

   
 
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