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Autore: Aristofane4ever    09/11/2019    1 recensioni
Il bagno non è il luogo migliore dove incontrare il proprio idolo, soprattutto se, dopo le prime frasi, si sfocia in una discussione sul coming out. Per fortuna esiste ancora il perdono.
Tra dubbi, indecisioni, amici pazzi, partite di calcio e lavatrici, la storia di un Harry e di un Louis.
________
"Harry" Louis si rivolse nuovamente al cantante "la tua voce è davvero fantastica."
"E i miei testi, non sono anche loro bellissimi?" si intromise timidamente il più giovane.
"Certo, magnifici! Molto personali e carichi di spunti di riflessione."
"E la musica?"
"Ovviamente. Tutto riguardo te, le tue canzoni e i tuoi ricci è incredibile!"
"Ehi, cosa c'entrano i miei ricci?"
*Estratto dal secondo capitolo*
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di fulmini e saette (nell’occhio del ciclone)
 
♫Thunder♫
Imagine Dragons
Per un attimo i loro occhi rimasero incastrati.
Verdi quelli di Harry.
Blu quelli dello sconosciuto.

Il cantante si ritrovò a pensare a quante volte avesse cercato quel colore nel cielo, in un giorno di
pioggia o di nebbia o di neve, come simbolo che sarebbe tornato il sereno. E si chiese perché non
l’avesse mai inseguito sulla terra, in basso, al suo livello.

Imbarazzatissimo, il riccio si staccò dall’altro, promulgandosi in un numero infinito di scuse.
“Ehi, tranquillo, non è successo niente” la voce del ragazzo era lieve e a tratti femminile, quasi
famigliare, e, in qualche modo, capace di farlo sentire a suo agio.
Harry, dopo aver strappato un paio di pezzi di carta dal rotolo a lato del lavandino, si asciugò
velocemente le mani, osservando di sottecchi il giovane a cui era caduto addosso.

Capelli castano chiaro, occhi blu, labbra sottili di un rosso acceso, barba incolta ma in maniera
quasi studiata, fisico minuto ma tonico, e quella voce.
Questa somma di caratteristiche diede un risultato totalmente inaspettato, ma alquanto piacevole.
I suoi neuroni, forse rallentati dalla più che recente figuraccia, avevano impiegato più tempo del
previsto a capire chi avesse davanti. E finalmente l’illuminazione.

“Ma tu sei Louis William Tomlinson!” esclamò con voce eccitata, più alta del normale di un’ottava,
somigliando, probabilmente, a una ragazzina in piena crisi ormonale. Perché, come se non fosse
bastato il suo tono, certamente gli occhi a cuoricino non lasciavano spazio all’immaginazione. Era
la copia sputata dell’emoji di Whatsapp!
“Proprio io, Harry Edward Styles” rispose con un sorriso birichino sulle labbra.

In quel momento il cantante fu posseduto davvero da una tredicenne innamorata del suo idolo, e
nella sua testa un megaschermo aveva iniziato a proiettare un flash video:
☄ATTENZIONE, questa non è un’esercitazione, Louis Tomlinson, il miglior cantante del mondo,
che per anni hai tentato di incontrare senza successo, ora è qui con te, e sa il tuo nome! Ripeto,
non è un’esercitazione!”☄


I suoi sogni di gloria vennero fermati dalla consapevolezza che quello era il suo concerto, e, se
c’era andato, lo conosceva sicuramente.
Il film non fu quindi interrotto, ma, anzi, si trasformò in una lunghissima saga.

“Harry, ti senti bene?” gli domandò il ragazzo.
La proiezione fu (finalmente) fermata, e il riccio si ritrovò ad annuire nuovamente imbarazzato.
“Sì, emh… scusami ancora, sono proprio un disastro!”
Louis inclinò la testa di lato, come a voler dire che non era successo niente.

“Il problema è che io ti adoro, sei il mio cantante preferito! Sei venuto qui per ascoltare me, che
non ho nemmeno un milionesimo del tuo talento, della tua bravura e della tua bellezza!”

Il sorriso del liscio diventò, se possibile, ancora più grande, e si avvicinò all’altro, prendendogli le
mani e stringendole.
“Sono davvero onorato di aver ricevuto tutti questi complimenti! Ma, Harry, tu sei una forza della
natura! Ogni volta che ti ascolto mi vengono i brividi per la tempesta di emozioni che la tua voce, i
tuoi testi e la tua musica scatenano in me. Ci manca davvero poco che mi metta a ballare da solo.
Sei bravissimo, anche perché non sei me, non sei nessun altro, non dimenticarlo mai: sei unico.”

Il riccio abbassò gli occhi imbarazzatissimo, ma felice come non lo era mai stato: ricevere degli
elogi dal proprio idolo è una delle cose migliori che possano mai capitare a una persona.

“Grazie, non so davvero cosa dire” riprese poi “sei stato il mio modello da quando ti ho visto per la
prima volta in cui tenevi tra le mani un microfono. Avevi 18 anni, io due in meno di te, ma volevo
essere come quel ragazzo così bello e acclamato che guardavo attraverso lo schermo, che
calcava un palco importantissimo e che aveva fatto innamorare di sé milioni di persone.”

“Non ricordavo che a quell’età fossi così bello, non lo sono nemmeno ora” buttò la testa all’indietro,
in una risata spontanea, e, sicuramente, Harry avrebbe ribattuto, ma la sua attenzione era stata
totalmente attratta dal pomo d’Adamo sporgente dell’uomo, così virile, che gli aveva impedito di
deglutire “Ho sempre pensato di essere un adolescente con i brufoli e ancora l’apparecchio ai
denti. Forse, quando mi hai guardato tu, le truccatrici avevano fatto davvero un gran bel lavoro per
nascondere le cose sulla mia faccia.”

“No, sei sempre stato bellissimo, te lo posso assicurare, e non era certo per il trucco” staccò una
mano dalle sue e, incerto, la portò sulla sua guancia “e, in questo momento, lo sei quasi ancora di
più!”
“Beh, anche tu non sei brutto” lo prese bonariamente in giro “E poi…” fece scivolare la mano libera
tra i capelli dell’altro “chissà quante conquiste fai con questi maglifici ricci!”

Non che avesse fatto o detto qualcosa di particolarmente divertente, ma scoppiarono entrambi a
ridere. Forse era il fatto che erano in un bagno, ed erano attaccati l’uno all’altro in un modo che, se
qualcuno fosse entrato in quel momento, avrebbe trovato ambiguo.

Louis tossì un paio di volte, per riportare l’attenzione su di sé:
“Senti, Harry, era da un po’ che ti volevo parlare… Poi Zayn è riuscito ad avere due biglietti per
oggi da Liam, e sono riuscito a venire ad ascoltarti dal vivo. Tralasciando che sei stato
spettacolare, e che non pensavo ci saremmo incontrati in un bagno, o, per meglio dire, scontrati in
questo modo” indicò i loro corpi ancora uniti, ed accennò un sorriso, mentre Harry spalancava gli
occhi curioso di sapere dove sarebbe andato a parare. “Io ti ho visto.”

A quel punto il ragazzo riccio si allontanò spaventato, come se il loro contatto lo avesse
improvvisamente scottato. “In che senso mi hai visto? Tutti mi possono vedere, non è mica una
cosa di cui mi devo preoccupare. È normale che io passeggi per strada e venga riconosciuto da
qualcuno, che vada al supermercato e la gente farà un video dicendo che ero lì per comprare un
casco di banane…”
Non prese neanche un respiro, e inciampò più volte su quelle parole che aveva sputato fuori alla
velocità della luce.

“Ehi, calmo, non intendevo questo, scusami. Ciò che ti volevo far capire è che mercoledì ti ho
visto”

L’espressione dell’altro cantante si fece scura, come per ripercorrere tutto quello che aveva fatto di
particolare quella settimana, scandagliando tutti i luoghi in cui era stato, con chi, per cosa… ma
sembrò non trovare nessuna informazione utile, perché riportò gli occhi sulla figura davanti a sé
con sguardo interrogativo.

“Mercoledì sera, in un luogo appartato dell’Atlantic, a scambiarti saliva con un ragazzo. E non lo
dico perché voglio mettere becco tra le tue relazioni personali, ma perché ho visto i tuoi occhi,
Harry” prese un lungo sospiro prima di continuare a parlare. “Continuavi a guardarti attorno, per
assicurarti che nessuno ti avesse riconosciuto.”

Il più giovane spostò lo sguardo sul pavimento, catturando tra i denti il labbro inferiore, e
mordendolo con forza. “E allora?” furono le uniche due parole che riuscì a pronunciare.

“Ho rivisto il me stesso di un paio di anni fa, prima del coming out. Non ti sto giudicando perché
non l’hai ancora fatto, ognuno ha i suoi tempi. Anzi, non si dovrebbe nemmeno “venire allo
scoperto”: gli etero mica dicono che gli piacciono le ragazze. Ma se il giudizio degli altri ci
condiziona così tanto credo che dobbiamo mettere subito in chiaro le cose; le persone che
tengono veramente a noi non smetteranno di seguirci.”

Finalmente il riccio alzò gli occhi dalle piastrelle perfettamente incastrate per terra, e li fissò in
quelli dell’altro. Sembrava che al loro interno si stesse scatenando una violenta tempesta. Il verde
smeraldo era di ventato talmente scuro da sembrare nero, e nuvole cariche di pioggia e di rabbia li
trapassavano.

“Non pensi che ci abbia già pensato, che non sia un mio pensiero costante? È diventata la mia
maledizione! Da quando l’ho scoperto non ho fatto altro che dover misurare le mie parole, a stare
attento a ogni mio movimento e spostamento. Ne ho parlato con un sacco di persone e tutte
queste mi hanno consigliato di non fare nulla. Ne ho discusso con i miei manager, che quasi non
mi volevano confermare il contratto.”

Appoggiò la schiena al muro, tirandosi leggermente i capelli tra le lunghe dita sottili. Louis restò a
guardarlo a qualche passo di distanza. Capì che gli occhi di Harry erano solo il preludio di ciò che
stava per accadere in quella stessa stanza. Presto si sarebbero trovati al centro di un tornado,
sballottati senza ordine contro le pareti del loro buonsenso.

“Siamo in un mondo circondato da bigotti! Da persone che ritengono l’essere omosessuali un
reato, un qualcosa di disgustoso e non contemplabile nella natura umana. Io ho troppa paura, e
non sono pronto a vedermi voltare le spalle da tutte le persone che fino ad ora ho considerato una
famiglia.” Ed ecco le prime crepe, causate dalla violenta onda di parole. Fulmini.

Il liscio alzò la mano, quasi per chiedere il permesso di parlare, ma l’altro continuò: “Lo so che i
migliori rimangono, quelli a cui interessa la musica e non il personaggio, la persona e non i gossip,
ma non ci riesco.”

“So che è difficile Harry, dovresti metterti a nudo davanti a tutto il mondo. E stai ben certo che ho
capito come sei fatto: preferisci la felicità delle persone che ami alla tua, non avresti mai messo in
pericolo la carriera di Liam e Niall quando eri ancora nei Multy Direction, ma ora dovresti pensare
un po’ più a te stesso.” Tuoni.

Gli accarezzò velocemente una guancia, non volendo risultare invadente con una persona che,
effettivamente, aveva conosciuto solo pochi minuti prima, ma con la quale si sentiva in perfetta
sincronia. “Come ti ho già detto, non voglio criticarti o metterti fretta, ho solo intenzione di dirti che
dopo aver fatto quel passo ti sentirai immensamente libero, e non doverti preoccupare di tutto ciò
che fai.”

“Ho capito, ma non voglio farlo! Mi guarderanno tutti come se fossi un alieno o, peggio, un
bugiardo! Non voglio essere questo, piuttosto lo nasconderò per il resto della mia vita.”

“Non scherzo, Harry, quando dico che dopo aver fatto coming out sarà tutto più semplice, perché,
finalmente, sarai te stesso!”

La pioggia continuava a cadere tra loro, a bagnarli per appiccicare i vestiti al loro corpo, per fare in
modo che diventassero una seconda pelle ingombrante, più difficile da oltrepassare.

“Non ti sei reso conto che tu hai perso migliaia di fan dopo aver detto di essere gay? Ti hanno
abbandonato!” colpì un punto debole di Louis, sapendo quanto ciò che aveva detto era vero
“Apprezzo davvero moltissimo ciò che tu hai fatto, e il tuo coraggio! Quando ti vedevo in
televisione avrei voluto avere la tua stessa determinazione! Ma io sono un codardo, e non voglio
trovarmi nella condizione di ricominciare tutto da capo, tornare all’inizio… No!”

“Ci sono tanti modi, non è detto che…”
“Harry? Sei qui?”
La testa di Liam fece capolino dalla porta e il riccio si gettò immediatamente tra le sue braccia.
“Ehi, cosa è successo?” gli accarezzò velocemente la schiena, per poi guardare con astio l’altro
ragazzo “Cosa diavolo è successo?”

A rispondere fu, comunque, Harry: “Niente Liam, per favore, andiamo a casa.”
“Ehi, mi dispiace, scusami…” la voce di Louis arrivò ovattata alle orecchie del ragazzo con cui
aveva parlato fino a pochi attimi prima, che si girò verso di lui e lo liquidò velocemente: “Non
importa, è colpa mia se sono così debole, ci si vede.”

Poi prese il suo ex compagno di band per un braccio e lo trascinò fuori da quel bagno che era
stato il luogo di uno degli incontri più belli della sua vita, ma che aveva anche assistito a un suo
crollo.

Era stato un temporale estivo, di pochi minuti, capace di distruggere tutto. La grandine aveva
ammaccato le loro corazze, i fulmini li avevano colpiti più volte, e la pioggia aveva approfittato per
infiltrarsi nei loro corpi, nei loro cuori e nelle loro menti, affogandoli.

Solamente quando la porta si richiuse con un suono leggero, Louis si riscosse e scosse la testa,
incapace di pensare di aver fatto del male a una delle persone che rispettava di più nel panorama
musicale, come artista, e nel mondo, come persona.




“Jingle bells
Jingle bells
Jingle all the way
Oh, se tu ucciderai
In galera finirai…”


Solitamente un pomeriggio libero, un divano, una coperta, una scorta industriale di snack (salutari)
e una bellissima serie TV bastano per tirare su di morale qualsiasi persona.
Questo metodo funzionava anche per Harry, o meglio, aveva funzionato fino a qualche giorno
prima, perché in quel momento era convinto che niente potesse consolarlo, nemmeno il volto da
sogno di Jack Falahee.

Aveva una cotta colossale per quest’ultimo fin dal primo minuto in cui era apparso nella serie.
Favoloso, intelligente e circondato dall’aurea da cattivo ragazzo, aveva subito attratto il cantante,
che, però, dopo queste considerazioni, si era ricordato che c’era un’altra persona possedente tutte
queste caratteristiche, e, mentre i protagonisti di How to get away with a murderer stavano
cercando di occultare un cadavere, sprofondò ancora di più nel divano, volendo essere inglobato
da esso. Magari l’avrebbe portato in un mondo tutto morbidoso, dove i dolori non l’avrebbero
trovato.

“Come amo questa serie!” esclamò Liam entrando nel salotto della casa del riccio, che lo aveva
ospitato dopo l’esibizione della sera precedente.

Immediatamente dopo essere uscito dal bagno -incriminato- Harry aveva percepito tutta la
stanchezza di quei mesi, e, in seguito a un ultimo ringraziamento e saluto a tutti i presenti (stando
attento a non guardare il ragazzo che per molto tempo era stato il suo idolo, ma, a pensarci bene,
non sapeva nemmeno se fosse uscito da quella maledetta toilette!) era scappato nella sua
abitazione londinese.

Sebbene avesse diverse ville sparse in tutto il mondo, da grandi metropoli a piccolissimi paesini
che non erano neanche presenti sulle cartine geografiche, quella era indubbiamente la sua
preferita. Era quella che lo aveva ospitato maggiormente tra le sue mura, sulle quali erano appese
centinaia di fotografie che immortalavano i momenti più importanti della sua vita, e quella in cui
tornava sempre in un modo o nell’altro. Anche i colori delle pareti, dipinte tutte di toni pastello, e
quelli dell’arredamento, scelto all’Ikea in una folle giornata di quattro anni prima con la complicità
dei suoi compagni di band, contribuivano a creare un ambiente molto piacevole e rilassante.

“Hazza?” Liam gli si sedette vicino e cercò, delicatamente, di fargli alzare la testa da cuscino, non
ricevendo nessun riscontro positivo. “Dai, cosa è successo ieri?”

“Nienfte” la parola uscita dalla bocca del cantante trovò immediatamente come barriera una
montagna di coperte, e per questo arrivò all’altro distorta.
“Non ci credo. Devo passare alle maniere forti?” portò una mano sotto la coperta raggiungendo il
suo fianco e iniziò a fargli il solletico salendo a cavalcioni sopra di lui.

“Va bene, mi arrendo! Sai che questo proprio non lo sopporto!” Lentamente, quasi come un
fantasma, uscì dal groviglio di plaid e si mise seduto. “Mi chiedo perché ti abbia ancora come
amico se sai benissimo come estorcermi tutto ciò che vuoi, non posso nemmeno difendermi!”

“È proprio per questo motivo: sappiamo tutto gli uni degli altri e quindi anche come ci dobbiamo
comportare. Ora” continuò Liam mettendosi più comodo e spegnendo il televisore proprio in un
primo piano di Jack Falahee, ricevendo un mugolio frustrato da parte dell’altro “mi spieghi cosa
diavolo è successo ieri sera e perché sei così sconvolto.”

“Allora… Sono andato in bagno e, per puro caso, ho incontrato Louis Tomlinson, ti rendi conto? Il
mio cantante preferito, quello di cui ho parlato giorno e notte per diversi anni?!” iniziò con
entusiasmo, consapevole che presto si sarebbe spento.

Liam sbuffò una risata: “Prima cosa: sono stato io a dare i biglietti al suo amico, Zayn, quindi
sapevo benissimo che ci sarebbe stato, e non te l’ho detto perché volevo fosse una sorpresa.
Punto secondo: parli di Tomlinson ancora oggi! Mentre guardi qualsiasi cosa che riguarda lui o, dal
nulla, ti metti a urlare il suo nome ed elogiarlo con commenti molto imbarazzanti!”

“Dettagli! Comunque… stava andando tutto bene, abbiamo parlato tranquillamente per un po’ di
tempo e mi sembrava ci fosse anche un certo feeling, ma poi ha tirato fuori la storia del coming
out! Capisco che forse l’ha fatto in buona fede, per confortarmi veramente, ma mi sono arrabbiato
perché, perbacco, è la prima volta che ci incontriamo, non sa niente di me!”

L’altro cantante si passò una mano tra i capelli spostando il ciuffo castano chiaro che gli ricadeva
morbido sulla fronte e si morse la lingua. “Haz, non ti arrabbiare, ma è stata anche colpa mia. Un
giorno ho incontrato Zayn, abbiamo parlato e siamo diventati molto amici. Così gli ho accennato
che tu adori Louis, me lo ha fatto conoscere e siamo caduti nell’argomento omosessualità. Lo vedo
che non ti senti a tuo agio, Harry, e pensavo che se lui ti avesse detto i benefici di fare coming out,
allora tu l’avresti fatto più volentieri. Scusami!”

Il riccio chiuse gli occhi respirando profondamente ancora una volta. “Lo so che tutti vi
preoccupate per me, ma io non sono pronto! E probabilmente non lo sarò mai!” urlò.
“Scusa, ho sbagliato a voler accelerare i tempi, ma non ne posso proprio più di vederti stare male.”
Harry raccolse le gambe al petto e le circondò con entrambe le braccia affondando la faccia tra le
ginocchia.

Per un po’ ci fu silenzio, poi si alzarono contemporaneamente e si abbracciarono. Si conoscevano
da moltissimo tempo, e per questo non riuscivano a stare arrabbiati tra loro per troppo. I musi
lunghi si scacciavano con una canzone intonata insieme e i bronci con una pacca sulla spalla o una
stretta di mano.

Abbraccio di famiglia!”

È scientificamente provato che la luce sia più veloce del suono, e anche l’urlo di un ragazzo mezzo
assonnato appena uscito dal caldo letto che lo aveva ospitato fino a pochi minuti prima, è più
veloce della corsa che fa lo stesso per raggiungere due poveri giovani che considera fratelli e
saltargli sopra.

“Nello, cosa ci fai sveglio prima delle sei di pomeriggio?” chiese divertito e senza fiato Harry,
schiacciato dal castano.
“Boh, probabilmente era destino che mi alzassi per origliare tutta la vostra conversazione da dietro
la porta e capire che non me l’avreste mai detto.” Diede uno scappellotto in testa ad entrambi “ma
sono una brava persona, e per questo vi perdono e, Haz, noi ti staremo sempre accanto
indipendentemente dalla decisione che prenderai.” Si sedette meglio sugli altri due, ricevendo in
risposta due sbuffi soffocati “Ok, dopo aver superato questi grandi discorsi, è pronta la colazione?”
   
 
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