Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: rosy03    09/11/2019    1 recensioni
- Storie partecipanti alla Challenge "Slot machine!" indetta da Juriaka sul forum di Efp -
Che siano pirati o no, la ciurma di Cappello di Paglia rimane comunque una combriccola di pazzi e pian piano stanno contagiando pure quelli che, prima di averli incontrati, avrebbero potuto considerarsi delle persone normali.
- Raccolta di One Shot (e FrashFic, magari) incentrate su dieci personaggi elencati a caso, alle prese con le situazioni più disparate... si prospetta una serie di storie leggere e senza troppe pretese, ma che con un po' di fortuna vi farà fare delle grosse risate!
Buona lettura ^^
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Trafalgar Law | Coppie: Rufy/Nami
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prompt #01 



Nico Robin non aveva mai avuto animali domestici e non perché non ne volesse uno, semplicemente il suo lavoro non glielo permetteva.
Lei viaggiava spesso e in luoghi pericolosi o inospitali, dove difficilmente avrebbe potuto portarsi dietro un animaletto: l’ultima volta aveva trascorso tre settimane in Egitto, per via di alcuni nuovi geroglifici ritrovati.
La vita di Robin scorreva tra ricerche sul campo, libri, massimi esperti di archeologia come lei e ancora ricerche.
Certo, sarebbe stato bello avere un cagnolino che l’aspettava a casa e a cui fare le coccole quando rientrava.
Ma poi chi se ne sarebbe occupato quando lei non c’era?
Comunque non si era quasi mai posta tale problema, perché non si era mai ritrovata dinanzi a quella scelta... se non quel giorno.
Nico Robin stava tornando a casa, aveva trascorso quasi tutto il pomeriggio in biblioteca e in serata si era fermata al bar ‘TISPENNO’ assieme a Nami per un paio d’ore, in sostanza era stanca e ci mancava poco che si trascinasse per strada. Proprio mentre rovistava in borsa alla ricerca delle chiavi lo sentì.
All’inizio non era sicura di aver sentito bene ma poi il rumore si ripeté, più forte di prima e Robin e voltò ritrovandosi a bocca aperta. Un bellissimo micetto era appallottolato in un angolo della scalinata e la fissava. Robin si accovacciò e allungò una mano verso il piccolo cucciolo, dapprima spaventato ma che poi si avvicinò di sua spontanea volontà annusandole le dita.
Robin sorrise intenerita. Si permise di pensarci un po’ su.
Lei non aveva il tempo di occuparsene, l’indomani avrebbe dovuto assistere a un incontro importante e mancavano pochi giorni alla sua prossima partenza.
Mentre lo accarezzava pensò alla sua amica Nami, ma scartò subito l’idea dal momento che non le era permesso avere animali nel suo appartamento.
Alla fine solo una persona avrebbe potuto occuparsene e al solo pensiero si lasciò scappare un risolino. Entrò in casa a prendere una scatola dove sistemò meglio il micetto per poi avviarsi.
 
 
< Se continui a dormire invece di aiutarmi va a finire che ti licenzio! > la voce fastidiosa di Tashigi lo risvegliò dallo stato di torpore in cui era caduto non più di mezz’ora prima. Sembrava avercela particolarmente con lui quella sera, anche perché non aveva schiodato da quella sedia nonostante i continui - e inutili - tentativi del ragazzo di buttarla fuori.
Non prima di aver stilato la lista dei nuovi iscritti al dojo’ aveva detto sbuffando l’occhialuta.
Zoro, per tutta risposta, sbadigliò.
La ragazza cominciò a borbottare qualcosa che lui capì a tratti, cose del tipo ‘ma guarda questo’ o ‘non lo sopporto più’ o ancora ‘la prossima volta col cavolo che mi offro di aiutarlo’.
Ma lo sapeva Zoro come lo sapeva anche lei, le sue minacce perdevano valore perché Tashigi non era proprio capace di farsi i fatti propri, ragion per cui ogni volta che se ne presentava l’occasione eccola che ricominciava con le sue prediche finendo per fare lei tutto il lavoro.
Se Zoro ne approfittava? Secondo lei, sì. In verità al ragazzo non poteva fregare di meno di stilare quella famosa lista dei nuovi iscritti, tanto nel giro di tre giorni sarebbe scappati tutti con la cosa tra le gambe.
Era una delle ragioni per cui non ci andava ma nessuno in quel dojo, da anni: per la precisione, da quando Zoro e Tashigi l’avevano ereditato.
Da quando Tashigi l’aveva messo a insegnare ai mocciosi.
< Ne hai per molto? >
La ragazza rafforzò la presa sulla penna che aveva in mano e diventò quasi blu come i suoi capelli < Finirei prima se mi aiutassi! >
Zoro sbuffò < Hai idea di che ore sono? >
< Non me ne importa un fico secco di che ore sono! > sbottò imbestialita per poi aggiustarsi gli occhiali < Basta! Da domani te la vedi tu, io non voglio sapere più niente. I tuoi corsi te li gestisci tu e io non voglio saperne più niente! >
< Li gestivo da me anche prima che ti presentassi a casa mia alle undici di sera per una stupida lista! >
Tashigi gonfiò le guance e a Zoro sembrò tanto una locomotiva quando espirò l’aria.
Chissà cos’è che la fa stressare tanto? Dovrebbe smetterla di fare mille cose insieme perché poi va a finire sempre che viene a rompere le scatole a me’ pensò frustrato.
< Me ne vado >
Zoro alzò gli occhi al cielo, si trattenne dal dire ‘alleluia’ ma Tashigi lo guardò storto comunque.
Poi trillò il campanello.
Ma chi altro è che rompe?!
Zoro andò verso la porta passandosi una mano dietro il collo, gli doleva a causa della posizione scomoda in cui si era quasi addormentato.
Aprì la porta con uno scatto, accigliandosi quando non vide nessuno < Ma che razza di scherzo è?! A quest’ora della notte, poi! > esclamò.
Ma perché tutti a me gli idioti?
< Chi è? > chiese la ragazza, visibilmente incuriosita.
Zoro fece per richiudere la porta ma a un tratto sentì un miagolio sinistro < Ma che cosa...? > riaprì la porta e finalmente lo vide, un gatto in una scatola.
Tashigi si avvicinò alla porta e non appena lo vide spostò malamente Zoro di lato e portò dentro la piccola creatura dal pelo bianco sporco < Che carino! >
Lui non ne voleva sapere nulla, per cui tornò in cucina a prendere un bicchiere d’acqua sperando che grazie a quel micio Tashigi si decidesse a lasciarlo in pace.
La guardò mentre avvicinava il viso a quello dell’animale, sorridendo come una scema e facendo strani versi.
Roteò gli occhi quando cominciò a parlarci.
< Hai idea da dove possa provenire? >
< Che ne so > sbuffò lui.
Tashigi si morse un labbro alla ricerca disperata di un’idea, una qualsiasi idea ma alla fine dovette fare i conti con la realtà < Okay. Allora ciao >
Lasciò a terra il micio e si affrettò a indossare il cappotto, poi uscì dall’appartamento senza aspettare che la salutasse. Zoro lanciò un’occhiata al gatto e... corse all’ingresso spalancando la porta < EHI! Perché lo hai lasciato qui?! >
Tashigi, che aveva già attraversato la strada, lo guardò come se fosse pazzo < Lo hanno portato a te, dopotutto. Magari impari come prenderti cura dei più piccoli e la smetterai di far scappare i bambini >
< Non ci pensare neanche, torna a prenderti l’animale! >
Tashigi sbuffò una risata < Non dirmi che hai paura dei gatti? >
Odiava davvero quando quella lì lo prendeva in giro, era peggio che sentirsi sfottere da quell’idiota di un cuoco.
< Piantala di dire stronzate e porta il gattaccio con te! >
La ragazza scosse la testa sospirando, avrebbe tanto voluto portarselo a casa ma al suo tutore non avrebbe fatto piacere avere un gatto in casa.
Guardò Zoro, aveva un’espressione furente e una mano aggrappata al pomello: se l’avesse lasciato l’avrebbe rincorsa per strada? Rise a quell’eventualità.
Tashigi si voltò e... silenziosamente se ne andò, incurante delle proteste del ragazzo alle sue spalle.
 
 
E così siamo io e te, stupidissimo gatto
Zoro ancora non si capacitava di come avesse potuto lasciarlo in quella situazione ‘Maledetta occhialuta, la prossima volta vedrai cosa ti combino!
Il gatto obeso - perché, dai, era enorme - si era raggomitolato sul tappeto che c’era in soggiorno e non si era più mosso da lì. Zoro lo guardava come se fosse la creatura più ostile del mondo: non faceva che fissarlo.
Era inquietante, diamine.
Zoro era tentato di buttarlo fuori ma poi avrebbe dovuto sorbirsi le lamentele di Tashigi l’indomani e non aveva bisogno di altro stress, per quello c’era già quel cuoco di merda che si presentava tutti i giorni al dojo con la scusa di portare il pranzo alla bella kendoka.
Lo fissò a sua volta e quello cominciò a leccarsi la faccia.
Tashigi gli aveva mandato un messaggio: ‘Non te la prendere, per stanotte starà da te e poi vedremo. Comunque devi fargli un bagno, è tutto sporco. Poi devi dargli da mangiare, da bere e preparargli un posticino caldo dove può dormire. Non trattarlo male o ti spello vivo domani. Buonanotte!
La faceva facile, lei.
Zoro non aveva mai avuto animali a cui badare - a parte i mocciosi che a cui cercava di insegnare la nobile arte della spada e Rufy, quando lo trovava in giro a combinare guai - e non sapeva neanche da dove cominciare per non farlo morire.
Tashigi gli aveva mandato un secondo messaggio di ammonizione, impedendogli così di dare una ciotola di sakè all’animale. Sembrava lo leggesse nel pensiero.
Agguantò il gatto per la collottola - pesava un sacco - e lo portò in bagno, lo mise nel lavandino e aprì il rubinetto. Un secondo dopo il micio fece un salto e gli graffiò la faccia.
< M-Maledetto gattaccio! > gridò, cercando di non perderlo d’occhio mentre zampettava fuori dal bagno < Torna qui, stupida palla di pelo! >
Cominciò a rincorrerlo e ringraziò il cielo che non ci fosse nessuno dei suoi amici altrimenti l’avrebbero preso in giro per il resto della sua vita. Quando gli sembrò di avercela fatta, il gatto sgusciò via dalla sua presa e corse in cucina.
Zoro sbuffò e gli andò dietro. Finalmente, dopo tanti sforzi riuscì ad acchiapparlo e a riportarlo in bagno.
< Ora tu te ne stai qui fermo! > esclamò, come se potesse capirlo.
Bene, sto impazzendo pure io. Adesso parlo pure con gli animali’ pensò.
Impiegò quasi mezz’ora per lavare e asciugare quell’idiota di un gatto e in conclusione aveva gli avambracci tutti rossi e pieni di graffi.
Grugnì infastidito osservando il micio che sgambettava nuovamente verso il tappeto ma questa volta non si sdraiò, continuò a fissarlo e a miagolare senza sosta.
Lo guardò storto < Che vuoi? >
Il gatto miagolò ancora.
Gli tornò alla mente il messaggio di Tashigi e allora si diresse verso la cucina seguito a ruota da quella palla di pelo bianco. Rovistò tra gli scaffali e alla fine trovò del tonno in scatola.
Ai gatti piace il pesce quindi anche il tonno, no?
Non ci pensò due volte e ne mise un po’ in un piatto che poi posò a terra. Il gatto praticamente si tuffò sul cibo come se non mangiasse da secoli e spazzolò via tutto in pochi secondi.
< Avevi fame > sentenziò lasciando che un angolo della bocca si sollevasse. Aprì una seconda scatoletta di tonno e poi una terza finché non le finì.
Zoro sbadigliò rumorosamente, tanto che l’animale sobbalzò sulle sue zampette. Ora era davvero stanco, guardò l’orologio ed emise un breve lamento quando si rese conto dell’assurdo orario.
L’una e venti di notte.
Si trascinò in camera e si gettò a peso morto sul letto, aveva solo voglia di chiudere gli occhi e dormire. E così fece... almeno fino a quando non sentì una cosa morbida e pelosa vicino al piede.
Aprì un occhio e nonostante fosse buio la luce della luna che filtrava attraverso le tapparelle chiuse rivelò la figura del gattino intento a trovare una posizione comoda.
Oddio no... non pure qui
Si puntellò sui gomiti e lo scalciò via < Ehi, sciò. Scendi dal mio letto > per poi tornare a coricarsi.
Ma no, non voleva mica arrendersi, il micio, poiché saltò sul suo stomaco e vi si accoccolò.
Certo che è pesante’ pensò sbuffando.
Zoro stava cominciando a stufarsi di tutto ciò e sperava davvero che quella storia sarebbe finita presto.
 
 
Il giorno dopo si svegliò con una spiacevole sensazione: a un certo punto il gatto aveva abbandonato la sua postazione e se n’era andato chissà dove.
Ora doveva pure mettersi a cercarlo.
Non che sarebbe stato difficile dato che era enorme e bianco, sarebbe saltato all’occhio comunque.
Si mise seduto sul letto e sbadigliò prima di alzarsi e andare verso la cucina, aveva una fame da lupi. Si trascinò prima in bagno, dopodiché aveva tutta l’intenzione di fare una bella colazione quando sentì un miagolio.
Ah già, devo dare qualcosa anche a questo qui’ pensò.
Un altro miagolio. Poi un altro. E un altro ancora.
A un certo punto suonò il cellulare e senza neanche vedere chi fosse rispose < Ehi >
< Ehi un corno! Ti stiamo aspettando tutti, dove sei?! > sbraitò Nami dall’altra parte della linea.
Zoro si spalmò una mano sulla faccia imprecando, se n’era completamente dimenticato < Dammi quindici minuti e arrivo, strega >
< Ti conviene muoverti perché sennò- eh? > qualcuno doveva aver attirato l’attenzione della rossa perché a un certo punto aveva lasciato perdere la minaccia < Tashigi chiede come sta il gatto >
Zoro alzò gli occhi al cielo camminando in soggiorno, magari era lì quel gattaccio < Sta bene, dille di non preoccuparsi di simili sciocche- >
Il cellulare cadde a terra.
Non è possibile
La voce di Tashigi arrivò ovattata, anche perché era caduto a terra e gli fu impossibile capire cosa stesse dicendo. Era arrabbiata, sicuramente.
Ma lui non aveva proprio la testa per pensarci al momento < Non è possibile! >
 
 
Il campanello suonò ma Zoro già sapeva che aldilà di quella porta c’era Tashigi e, forse, era pure seguita da Nami, Sanji, Rufy e l’intera combriccola di decerebrati.
Quando aprì, la kendoka si precipitò dentro trafelata lanciandogli un’occhiata omicida e sicura più che mai che quell’idiota del suo amico avesse ucciso un povero e innocente gattino per chissà quale stupido motivo.
Si era preparata al peggio, a qualsiasi cosa, ma quando lo vide sul tappetto di casa Roronoa non riuscì a trattenersi.
< Ommioddio ma ha partorito?! > esclamò mentre un largo sorriso si faceva strada sul suo volto < Quindi è una femmina! >
Zoro annuì, ancor più esausto del giorno prima.
Tashigi era al settimo cielo < Ma quanto sono carini! >
< Ma se sembrano dei topi > ribatté lui con uno sbuffo.
La ragazza digrignò i denti e lo guardò male < Sono ancora piccoli, è normale. Crescendo diventeranno dei bellissimi gattini bianchi come la madre! >
Rufy accorse entusiasta accanto ai tre micetti, seguito a ruota da Usop e Nami mentre Sanji si limitò a fissare prima gli animaletti e poi il verde, facendo una smorfia < Non ci credo che sei stato capace di prenderti cura di una gatta incinta senza ucciderla >
< Che vorresti dire? > grugnì.
Sanji mise le mani in tasca e si limitò a sospirare, cosa che fece innervosire ancora di più Zoro che cominciò a insultarlo, la lite fu evitata grazie al tempestivo intervento della rossa che li intimò di fare silenzio.
Alla fine Tashigi si era dovuta ricredere. L’aveva giudicato non capace di prendersi cura di un semplice gatto, non ci aveva dormito la notte.
< Beh a questo punto bisogna dar loro un nome, no? >
Rufy propose nomi a dir poco orribili - pollo, manzo e vitello, figurarsi - mentre quelli di Tashigi stessa sembravano usciti fuori da un qualche sito internet.
Zoro stava davvero perdendo la pazienza < Adesso basta, okay? Hanno già i loro nomi, ora tutti fuori! > esclamò.
Casa sua stava diventando fin troppo affollata per i suoi gusti.
Nami alzò allora un sopracciglio, curiosa ma divertita al tempo stesso < E quali sarebbero, scusa? >
Il ragazzo esitò per un attimo, ma ormai la frittata era fatta e niente avrebbe potuto salvarlo da quell’umiliazione.
< Wado, Sandai e Shusui > sibilò soppesando ogni nome e osservando ogni singolo movimento facciale dei suoi amici < Mentre quello della madre è... >
Ma non terminò mai la frase perché Sanji, Nami e Usop scoppiarono a ridere come forsennati, mentre Tashigi cercava in tutti i modi di trattenersi.
Il biondo in particolare sembrava davvero scompisciarsi dalle risate < Ma che kendoka tenero abbiamo qui! >
< Sta’ zitto, idiota di un cuoco! Vuoi che ti tagli in due?! >
Tashigi scoppiò inevitabilmente a ridere quando Zoro, in un eccesso di rabbia - e di imbarazzo -, stava diventando rosso in volto. Come un pomodoro!
Okay. Ora li ammazzo!
 
 
< Ed è diventato rosso come un peperone! Avreste dovuto esserci! > esclamò una Nami divertita per poi soffiare sul suo tè caldo.
Nico Robin era davvero felice: aveva fatto bene a portare la gatta da lui. In fin dei conti Zoro poteva sembrare un tipo burbero e per nulla simpatico, ma sapeva bene lei - così come tutti gli altri in fondo, molto in fondo - che non si sarebbe mai tirato indietro.
Accanto a lei, Vivi sorrise intenerita < Dev’essere bello avere dei gattini di cui prendersi cura >
Nami annuì < Sono tenerissimi. Tashigi se n’è subito innamorata... e ora ha una scusa in più per presentarsi a casa sua > cantilenò, lanciando un’occhiatina maliziosa alla ragazza seduta tra lei e Rebecca.
Quest’ultima rise mentre Tashigi iniziò a balbettare per l’imbarazzo < P-Piantatela tutte quante con le vostre assurde supposizioni. In v-verità volevo portarmene uno a casa ma lui non ha voluto >
< Beh, alla fine si è affezionato > asserì Vivi.
< Comunque c’è una cosa non capisco > fece Rebecca a un certo punto, attirando gli l’attenzione delle altre < Chi è che ha portato la gatta da Zoro? >
Nami e Vivi arricciarono le labbra, pensierose, al che Nico Robin si lasciò andare a una risatina.
< Ce l’ho portata io >
Le quattro ragazze sgranarono gli occhi e per un attimo ci fu silenzio, poi...
< EH?! >














# Buonsalve ^^ !!
Sono tornata a scrivere su One Piece e finalmente inizio questa Challenge, "Slot Machine!" indetta da Juriaka, che mi ha fatto letteralmente impazzire (in senso positivo, ovviamente).

Ebbene, questo è il primo prompt:
 4 trova un gattocane abbandonato. Non può prendersene cura, così lo lascia di nascosto davanti casa di 2 o 6. Cosa sono questi numeri? Semplicemente ho numerato una lista di dieci personaggi:

1. Yuka
2. Chopper
3. Franky
4. Robin
5. Law
6. Zoro
7. Nami
8. Rufy
9. Sanji
0. Usop


... e questi numeri su cui basarci nell'utilizzo delle tracce ^^
Alla prossima con un altro strano Prompt!

Saluti da rosy (Laila) ^^





 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: rosy03