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Autore: Rebyanime    09/11/2019    0 recensioni
[Legacies ]
“Credevo di essere arrivata vicina alla soluzione” Mormorò. Ad ogni indizio destinato ad un vicolo cieco,Penelope sentiva un pezzo di speranza rompersi in mille pezzi, e la morsa del tempo che passava chiudersi intorno alla sua gola, a volte non la faceva nemmeno respirare,torturandola lentamente
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
“Penelope”
Penelope aprì gli occhi immediatamente, mettendosi velocemente seduta sul letto.
“Che succede?"
Chiese preoccupata. Il tono della ragazza fece ridacchiare il vampiro.
“Stranamente niente,rilassati”
Le rispose Caroline che intanto prese posto vicino alla mora, accarezzandole la guancia delicatamente.
“Come ti senti?”
L’espressione dolce di Caroline sorprese Penelope,non che la donna fosse scontrosa con lei,tuttavia ancora non riusciva ad abituarsi a quell’affetto materno che le mostrava.
“Sto bene”
La assicurò. Caroline ritrasse la mano guardandola scettica. Penelope roteò gli occhi.
“Sto bene”
Ribadì. Il vampiro alzò il sopracciglio destro scrutandole attentamente il viso in cerca di un indizio che le dicesse il contrario,finché rilasciò un sospiro.
“Ti hanno lanciato una maledizione Penelope”
La giovane cominciò a giocare con le lenzuola blu che giacevano sulle sue gambe.
“Sono viva,no? Sto bene.”
I mesi precedenti ora erano visibili attraverso gli occhi stanchi della mora.
Nonostante si fosse appena svegliata e le sue rassicurazioni sul fatto che stesse bene,Penelope doveva ammettere che si sentiva uno schifo,ogni parte del suo corpo continuava a farle male al minimo movimento, e la sua testa era pesante come un macigno.
Eppure il peso che portava sulle spalle le sembrava sempre mille volte più pesante.
“Non continuerai a vivere per molto tempo se continui a buttarti,senza un piano, in mezzo a una setta di streghe,al più piccolo indizio che troviamo”
Caroline odiava vedere la ragazza abbattuta e stanca ,come lo era ora di fronte a lei.
Quando si presentò alla sua porta nove mesi fa,non avrebbe mai pensato che quell’adolescente irritante e ribelle sarebbe diventata così importante per lei.
Il vampiro ormai aveva cominciato a considerarla una figlia e quell’atteggiamento sarcastico e menefreghista,che la donna aveva imparato a riconoscere come un meccanismo di difesa, non scoraggiava più i suoi tentativi di prendersi cura di lei.
Penelope deglutì,serrando la mascella,sentiva le lacrime salirle agli occhi ma cercava in tutti i modi di non farle cadere.
Sebbene Caroline l’avesse vista piangere più volte,arrendersi alle lacrime davanti a lei, per l’adolescente era un atto che considerava ancora molto umiliante. Perciò cercò di scacciarle il più possibile nascondendo il suo viso tra le mani.
“Credevo di essere arrivata vicina alla soluzione” Mormorò.
Ad ogni indizio destinato ad un vicolo cieco,Penelope sentiva un pezzo di speranza rompersi in mille pezzi, e la morsa del tempo che passava chiudersi intorno alla sua gola, a volte non la faceva nemmeno respirare,torturandola lentamente.
Sentì le mani fredde della bionda posarsi sulle sue,scoprendo il suo viso. Penelope la guardò negli occhi,stanchi quanto i suoi ma con una celata determinazione che l’adolescente non poteva non ammirare.
“Andrà bene,troveremo un altro indizio”
Le disse Caroline sicura.
“Non finiranno sempre in vicoli ciechi,le salveremo Penelope.”
La ragazza lasciò sfuggire un mezzo sorriso, si lanciò in avanti abbracciando il vampiro.
Caroline la strinse,sapeva che quando la ragazza l’abbracciava era perché ne aveva davvero bisogno.  Rimasero qualche secondo in quella posizione,godendosi il conforto che le braccia dell’altra offrivano.
Quando si staccarono l’espressione di Penelope era di nuovo speranzosa e pronta a rimettersi alla ricerca della soluzione per salvare Josie.
Caroline si alzò dal letto,sorridendole, felice di aver alleviato almeno un po’ la tristezza di Penelope.
“La colazione è pronta,quando ti sei preparata raggiungimi al piano di sotto,va bene?”
Penelope annuì sorridendole a sua volta.
Guardò la bionda incamminarsi verso la porta aprendola e poi chiudendola alle sue spalle.
Penelope fece un respiro profondo,preparandosi psicologicamente al dolore che sapeva avrebbe provato alzandosi dal letto.
Con dei movimenti lenti e misurati riuscì a liberarsi delle coperte e a poggiare i piedi sul pavimento freddo della sua stanza.
Ormai si trovava in Belgio da un bel po’ di tempo,ma viveva con Caroline da quando entrambe avevano capito che erano più al sicuro insieme.
La ragazza frequentava la scuola sporadicamente,data la frequenza dei viaggi che faceva insieme alla bionda.
A volte la ricerca di indizi le portava lontano da casa,spesso in posti dimenticati da Dio, infestati o maledetti.
Penelope fece leva sulle braccia,alzandosi, rimase ferma testando il suo equilibrio per poi dirigersi verso il bagno di fronte a lei.
Aprì la porta e sorreggendosi con un braccio al lavandino riuscì a posizionarsi di fronte allo specchio.
Si guardò attentamente, non riusciva nemmeno a riconoscersi.
I suoi occhi verdi, una volta spensierati, ora raccontavano una storia completamente diversa.
Erano malinconici, non appartenevano ad un’adolescente ma a una persona che era stata troppe volte vicina alla morte. Profondi e misteriosi, raccontavano una storia fatta di disperazione,arroganti nel loro vissuto.
Penelope si passò una mano nei capelli corvini, disordinati. Prese una ciocca tra le dita.
“Sono cresciuti” sussurrò.
Infatti, le arrivavano ai reni e per quanto i capelli lunghi le piacessero,ormai si era abituata ad un taglio corto memore del motivo per cui era stata costretta a tagliarli. Un sorriso le sfiorò le labbra, Josie aveva sempre amato giocare con il fuoco, ma sparì velocemente,quando si rese conto di star entrando in una parte pericolosa della sua memoria. Negli ultimi mesi cercava di tener lontana il più possibile la sua ex-ragazza dai suoi pensieri, ovviamente ci pensava spesso ma non poteva evitare la tristezza che la invadeva ogni volta che un ricordo le ritornava alla mente. Si allungò verso la doccia a qualche centimetro dal lavandino azionandola e testando con una mano la temperatura dell’acqua. Si tolse la maglietta del pigiama,passando un dito sulla nuova cicatrice che percorreva la parte destra della sua gabbia toracica,fino al fianco. Rilasciò un gemito a quella vista.
“Perfetto,il mio corpo sta diventando un cimitero”
Disse esasperata,roteando gli occhi verso il cielo. Si svestì completamente ed entrò nella doccia,lasciando che l’acqua calda le scrollasse di dosso un po’ della sua stanchezza.
   
 
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