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Autore: Ghostclimber    10/11/2019    4 recensioni
Dopo gli allenamenti, qualcuno profuma di borotalco; questo, per Rukawa, è inconcepibile.
Deciderà di indagare per capire chi è la fonte di questo odore così buono.
Felice HanaRu Day a tutti!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Your clothes are still scattered
all over our room,
this whole place still smells
like your cheap perfume,
everything here
reminds me of you,
there's nothing I wouldn't do!

-Bon Jovi, In These Arms

 

(I tuoi vestiti sono disseminati
ovunque nella nostra stanza,
l'intero posto ancora ha l'odore
del tuo profumo economico,
ogni cosa qui
mi ricorda te,
non c'è nulla che non farei!)

 

 

 

 

Rukawa attese il momento perfetto.

Doveva a tutti i costi scoprire chi fosse ad avere quel buon odore di borotalco anche dopo un allenamento intenso, e il discorso che Anzai avrebbe fatto alla squadra in vista del campionato invernale gli sembrava l'occasione perfetta.

Il punto è che ci stava diventando matto.

Aveva sentito un effluvio di quell'odore durante una partitella di allenamento, e subito si era sentito inebriato, coccolato, come se di colpo, invece di trovarsi a fronteggiare un Mitsui particolarmente agguerrito, si fosse ritrovato a letto, tutto acciambellato sotto a calde coperte, avvolto in un bozzolo di trapunta che pesava appena sul suo corpo, non troppo ma quel tanto che era sufficiente per dare una sensazione di ulteriore protezione da mostri e serial killer.

Aveva avuto il tempo di ripensare ad alcune frasi di Stephen King sui mostri sotto al letto che non esistono ma che se tieni i piedi sotto le coperte non ti prenderanno, distratto dal profumo, ma mentre si voltava per cercarne la fronte Mitsui si era appropriato della palla, approfittandosi della sua distrazione. Per un attimo, nella mente di Rukawa era veleggiata la voce di Sakuragi che diceva: “Ehi, bastardo, mi hai fregato la palla! Non vale, ero distratto!”. Era una frase così innocente, al livello dei bambini che giocano al parco, che quella volta Rukawa era rimasto tentato di sorvolare sulla sua effettiva stupidità e andare a dargli un buffetto sulla guancia. L'aveva trattenuto solo la prospettiva che facendo così avrebbe preso un sacco di legnate.

Ayako soffiò nel fischietto, richiamando tutti davanti alla panchina. Anzai si alzò in piedi e si portò le mani dietro la schiena, poi si schiarì la voce: -Allora, ragazzi. Siamo alle porte del campionato invernale, come sapete...- Rukawa si avvicinò a Kuwata e annusò. Niente.

-Ci mancheranno molto Akagi e Kogure, ma sono convinto che potremo farcela anche senza di loro.- Rukawa annusò Kakuta. Niente.

-Sakuragi, voglio che tu copra il ruolo di Akagi. È giunto il momento che tu capisca che non sei in squadra per fare punti, ma per prendere i rimbalzi.- Niente anche da Ishii.

-Conteremo esclusivamente su di te per quello, so che non mi deluderai.

-Sì, coach.- ribatté Sakuragi, con voce tremante. Era davvero strano, quell'idiota. Andava proclamando in giro la propria genialità, poi non appena qualcuno lo prendeva davvero in considerazione... oh, per la miseria, decisamente non si trattava di Yasuda! Cosa diavolo sudava quel ragazzo, panini di McDonald's lasciati a macerare nella pattumiera insieme a uova vecchie e banane andate a male?

-Mitsui, sfrutteremo i tuoi tiri da tre ogni volta che sarà possibile. Vedo che hai anche migliorato la resistenza, è un'ottima cosa. Sfrutteremo la tua presenza il più a lungo possibile.

-Sì, coach.- rispose Mitsui, arruffando le piume. E decisamente di piume bagnate puzzava, rifletté Rukawa annusandolo con discrezione, piume bagnate e olio motore. Curiosa combinazione, un po' come la spavalderia di Sakuragi e la sua facilità ad abbattersi. Incredibile, davvero, come riuscisse a proclamarsi il genio di questo e il re di quell'altro e il momento dopo deprimersi perché qualcuno dal pubblico gli aveva dato del buffone o qualcosa di sim...

-Rukawa, scusami, che cazzo stai facendo?- chiese Miyagi. Rukawa avvertì un pizzicore al naso e mentalmente maledisse chi aveva inventato i deodoranti sportivi tipo Axe: erano una schifezza totale. Cominciò a starnutire come un matto, e buonanotte al secchio alla discrezione.

-Rukawa, per favore, prendi un fazzoletto, soffiati il naso e mettiti in fila con gli altri invece di fare avanti e indietro. Quello che sto dicendo riguarda tutta la squadra.- disse Anzai severo. Rukawa prese un fazzolettino di carta che Ayako gli tendeva, lo annusò per riflesso condizionato e ricominciò a starnutire: era uno di quei maledetti cosi balsamici profumati al miele, fosse dannato lo psicopatico che li aveva inventati insieme al mentecatto che aveva creato l'Axe. Invece di sapere di miele avevano un vago odore di chiuso e medicinale, come un maglione sporco di Vicks Vaporub lasciato a marinare in un armadio, ed era così forte che Rukawa se lo sentiva sempre appiccicato sul fondo del palato. Quasi ne sentiva il sapore, dal tanto che era forte. Almeno fosse stato gradevole, come quel profumo di borotalco così buono da rotolarcisi dentro.

Rukawa dispiegò il fazzoletto, lo piegò a metà e si soffiò il naso con eleganza, una narice per volta, facendo poco rumore. Una volta che il suo naso ebbe smesso di emettere quei suoni liquidi, chiuse il fazzoletto di nuovo a metà e poi ancora, in diagonale; con il triangolino ottenuto, si strofinò le narici per rimuovere eventuali residui, trattenendo il respiro per non ispirare quell'odoraccio adesso misto anche al non certo gradevole effluvio di muco.

Rukawa era sempre stato molto sensibile agli odori, anche se con una strana selettività.

-Stavo dicendo, prima che Rukawa si distraesse, che la nostra punta di diamante sarà proprio lui.- ad esempio, detestava l'odore di cioccolato caldo, mentre gli piaceva il profumo delle zucchine al gratin. Il che era assurdo, perché avrebbe bevuto secchi interi di cioccolata calda, se sormontata dalla panna montata, mentre dopo qualche forchettata di zucchine al gratin cominciava a detestarne il sapore. Non poteva sopportare i leziosi profumi da quattro soldi delle ragazze, ma l'odore di calzini usati e mutande sudate che permeava lo spogliatoio non lo infastidiva minimamente. Che poi, quei profumi avevano nomi davvero assurdi: “brezza marina”. Di che cosa cavolo dovrebbe sapere la brezza marina? Di pesce? Se sì, morto o fritto? Di depositi illegali di acque nere? Di scarichi altrettanto illeciti di petroliere? Di... -Rukawa, ma mi stai ascoltando?- chiese il coach, e stavolta sembrava davvero incazzato.

-Coach?- ebbe la prontezza di rispondere Rukawa. Certo non una delle sue uscite più brillanti, tuttavia... -Ascoltami bene, Rukawa. Questa è l'ultima volta che te lo ripeto. Devi smetterla di comportarti come se non fossi parte di questa squadra. Sto facendo un discorso a tutti, e questo significa che lo sto facendo anche a te. Non sei autorizzato a pensare ai fatti tuoi.- Rukawa cadde dalle nuvole. Era questo che pensavano gli altri di lui?

Avrebbe voluto spiegarsi, dire che non era questione di fregarsene, ma che lui semplicemente aveva la capacità di stare attento del pesciolino Dory, tranne quando era in campo a giocare. Quando gli altri parlavano, spesso il suo cervello partiva per la tangente, ma non per maleducazione: proprio non gli riusciva di stare attento. Tranne che per i vaneggiamenti di Sakuragi, curioso anche questo: per quanto l'idiota facesse discorsi sconnessi, riempiti di sillogismi da malato di mente e dichiarazioni di grandezza di se stesso, salti di palo in frasca e di frasca in nuvola, Rukawa riusciva a seguirlo alla perfezione, e addirittura gli pareva di essere incapace di distogliere l'attenzione da quel che diceva. Forse era per i capelli rossi, erano una macchia di colore abominevolmente vivace proprio ad altezza occhi, e se non distoglieva lo sguardo magari la sua attenzione restava alta; avrebbe dovuto tenerlo presente in classe. Di colpo, si ricordò di essere appena stato sgridato, e aprì la bocca per cercare di difendersi in qualche modo, o almeno di chiedere scusa.

-Coach, non vorrei dire ma mi sa che Rukawa non sta tanto bene.- disse inaspettatamente Sakuragi. Ecco un'altra cosa davvero assurda di lui: era capace di augurargli peste, morte e fratture scomposte varie, lo menava fin quando non cadevano esausti a terra entrambi, e poi se ne saltava fuori con dei piccoli gesti di gentilezza. Rukawa ricordò quando si erano menati dopo la partita contro il Kainan: ad un certo punto della rissa, la sua coscienza si era annebbiata, e al risveglio era su un materassino in un angolo riparato, aveva un asciugamano buttato addosso a mo' di coperta e qualcuno gli aveva applicato dei cerotti sulle ferite e spalmato della crema sui lividi peggiori. Rukawa dubitava che quel qualcuno fosse la fatina dei denti. E durante tutta la canonica mezz'ora che gli serviva per svegliarsi e ricordarsi in che anno era, come si chiamava e su che pianeta si trovava aveva concluso che, per esclusione, l'unico che si era trovato nella condizione di concedergli quelle piccole premure altri non era che Sakuragi stesso.

Oppure quando, contro il Ryonan, Sakuragi l'aveva goffamente incitato a darci dentro; insinuando che Rukawa stesse facendo apposta a far segnare Sendoh, certo, ma erano questi i suoi modi di fare del cavolo. Era un po' come un bimbo che tira le treccine a...

-Vieni, prendiamo una boccata d'aria, eh?- fece la voce di Sakuragi, ed era vicinissima.

E la sua mano era così asciutta e calda sul gomito.

E tutto il suo essere sapeva di borotalco.

Rukawa si lasciò condurre fuori dalla palestra, verso la fontanella, senza un solo pensiero coerente in testa tranne che quell'odore di borotalco era il perfetto coronamento all'assurdità del personaggio. Gli pareva adesso impossibile non esserci arrivato prima: era ovvio, a posteriori, che solo un bipolare finto narcisista con tendenze alla depressione potesse profumare di borotalco dopo un allenamento intenso in cui aveva sudato come un maiale.

-Bevi, su.- lo incitò Sakuragi, e Rukawa si rese conto di aver atteso dal primo giorno di sentire quella voce rivolgerglisi senza astio, ma con gentilezza. Mentre si chinava per bere un sorso d'acqua dalla fontanella, nella sua mente partì una litania terrorizzata: “No no no no no no no no no no”.

-Rukawa, ehm...- disse Sakuragi, e il moro si rialzò; Sakuragi si stava grattando la nuca, imbarazzato. -Senti, ma stai bene?- Rukawa non rispose. Gli si avvicinò, e Sakuragi esalò una lieve protesta: -Ehi...- subito tacitata; arretrando per sottrarsi all'invasione del proprio spazio personale, aveva incontrato il muro sul proprio cammino e ci era finito contro. Il suo fianco sinistro poggiava contro il bordo della fontanella, e la ritirata da destra era bloccata da Rukawa, che si avvicinava lentamente ma inesorabile.

Premette il proprio corpo contro quello di Sakuragi e affondò il viso nell'incavo del suo collo.

Annusò a fondo.

Si spostò sulla sua spalla, percorrendo la linea del deltoide, mentre con le mani vagava a un paio di centimetri dalla sua pelle, quasi volesse catturare l'odore intorno a lui ed evitargli di diffondersi.

Annusò la linea della sua clavicola, salì ad incontrare il pomo d'Adamo e per un folle istante ebbe l'istinto di sporgersi e catturarlo tra le labbra, ma riuscì a contenersi. Sotto alla linea del mento, il profumo di borotalco era così intenso che Rukawa appoggiò il naso contro la mascella di Sakuragi, che dal canto suo era così spiazzato da non riuscire a muoversi.

Chissà che sapore ha il profumo di borotalco, si chiese Rukawa. Sollevò il viso, pronto a buttarsi in una nuova esperienza gustativa, e si riebbe quando già le sue labbra stavano per sfiorare quelle di Sakuragi; spalancò gli occhi.

Di fronte a lui, un po' deformato dall'estremo close up della prospettiva, Sakuragi era immobile come una statua, ad occhi sbarrati; ad occhio e croce stava cercando di non respirare.

Rukawa si ritrasse, e Sakuragi emise un sospiro dal vago profumo di menta.

-Scusami, io... sai di borotalco.- disse Rukawa, rendendosi conto di suonare incoerente.

-È il mio bagnoschiuma...- sussurrò Sakuragi altrettanto illogicamente.

-È buono.- commentò Rukawa, cercando di cogliere un ultimo effluvio polveroso.

-Grazie. Vuoi venire da me a provarlo? Oh cazzo che cazzo ho appena detto?

-Volentieri, quando?- cadde il silenzio.

-Dici sul serio?- fece infine Sakuragi, con un tono di voce incredulo. E Rukawa rifletté sulla sua ennesima contraddizione: denigrato da tutte le ragazze con cui ci aveva provato, eccolo messo all'angolo dal ragazzo più desiderato della scuola, e forse dell'intera prefettura.

-Nh.

-Cioè, non è che poi salta fuori che hai la febbre alta e che sto approfittando di te?

-Nh!- Sakuragi sollevò una mano e la posò sulla fronte di Rukawa, che respirò inebriato il suo profumo di borotalco; la seguì girando appena il capo, cercandone l'odore sull'interno del suo polso mentre la mano di Sakuragi si spostava sul suo collo per misurare la temperatura anche lì, e alzò il mento a respirare il tiepido eppur freddo effluvio di menta delle sue labbra mentre la mano gli si posava sulla gola.

-Dopo l'allenamento. Ho la casa libera. Woah!- Sakuragi cercò di indietreggiare, ma il muro glielo impedì. L'improvvisa erezione di Rukawa che nel giro di dieci secondi aveva cominciato a premere contro il suo inguine l'aveva spiazzato.

Comprendendo di avergli fatto paura, Rukawa indietreggiò, lasciandogli la possibilità di liberarsi dal suo assedio. Ma Sakuragi non si mosse. Parlò, invece: -Senti, se mi stai prendendo in giro...

-Nh.

-Ok, ma te lo volevo dire lo stesso.

-Nh.

-Per fortuna.

-Nh.- Rukawa, improvvisamente, realizzò: -Nh?!

-Sì, certo che capisco quello che dici!- rispose Sakuragi, quasi indignato. I due si guardarono in silenzio per un lungo momento, poi Sakuragi sgranò gli occhi e scoppiò a ridere: aveva appena realizzato di essere in grado di tradurre i laconici “nh” di Rukawa in discorsi di senso compiuto. La sua mano batté uno schiaffo sulla sua coscia, librando nell'aria un ennesimo effluvio di borotalco. Rukawa si concesse di incurvare un angolo della bocca, incapace di credere fino in fondo a quello che stava succedendo ma felice che stesse accadendo.

-Vado a dire al coach che ti accompagno a casa.- disse Sakuragi, e Rukawa lo guardò allontanarsi, scoprendo con gioia di non essere però orfano del suo profumo di borotalco: quello gli era rimasto addosso, o forse solo nelle narici e nella mente, e permaneva intorno alla fontanella.

Incurante delle ragazze che avevano cominciato a gravitargli attorno sempre più vicine, come un branco di iene che lentamente accerchiano la preda morente, Rukawa sospirò. La sua espressione di sconfinato amore adolescenziale ne fece svenire alcune, ma le più coriacee non desistettero: avanzarono di un altro passo, ancora più battagliere, aggirando i corpi inermi delle prime vittime.

La sua visione selettiva inquadrò Sakuragi che usciva dalla palestra con due borsoni sulle spalle e una felpa in mano; indossava già la propria. Rukawa gioì internamente al pensiero che forse il suo profumo di borotalco si sarebbe trasferito sulla stoffa, lasciandogli un effluvio di sé da conservare e di cui godere durante lunghe e solitarie notti.

L'odore residuo si volatilizzò, soffocato dagli effluvi dei profumi scadenti delle fan; Rukawa le guardò malissimo, causando un improvviso arresto della loro lenta ma inesorabile avanzata. Se prima di allora Rukawa le aveva guardate con indifferenza, o le aveva proprio attraversate con lo sguardo come se fossero state invisibili, ora la sua espressione era inequivocabile, e spezzò ben più di un cuore: era odio puro. Come osavano cancellare il profumo di Sakuragi, quell'odore che ultimamente era diventato un conforto per Rukawa, l'unica coccola che si concedeva.

-Ehi, sei assediato! Ragazze, sciò!- urlò Sakuragi. Devastate dall'occhiataccia mortale di Rukawa, le ragazze non ebbero il coraggio di ribattere, e si fecero da parte, aprendo un sentiero che Sakuragi percorse per raggiungere e salvare Rukawa, che si diresse verso di lui e sollevò lo sguardo, incontrando i suoi begli occhi nocciola. Così comuni, eppure a guardarli si capiva che erano unici al mondo: un'altra delle magnifiche contraddizioni di quel ragazzo. Rukawa non vedeva l'ora di impararne altre. Sakuragi sorrise, e gli coprì le spalle con la felpa: -Avanti, non prendere freddo che poi ti ammali per davvero. Andiamo?- Rukawa annuì, inebriato nuovamente dal profumo di borotalco, che ci aveva messo così poco a passare dalle mani di Sakuragi alla felpa.

 

Due ore dopo, giacevano nudi sotto la trapunta del letto di Sakuragi.

Avevano fatto un lungo bagno caldo insieme, immersi nel profumo del bagnoschiuma al borotalco di Sakuragi, così buono e fragrante e asciutto che l'eccitazione sessuale di Rukawa altro non era ormai che un ricordo. La cosa più importante era diventata restare in quell'odore, bearsene, restarci avvolto, crearsi un caldo bozzolo e farci il nido per sempre.

Le dita di Sakuragi erano lievi, tra i capelli ancora un po' umidi di Rukawa, che stava per cedere al sonno; le sue labbra erano incurvate in un sorriso, e sentì che doveva restituire in qualche modo il favore: prima di addormentarsi, alzò il capo verso di lui, e notò con piacere che strofinare la testa contro il cuscino aveva sollevato un altro soffio al borotalco.

Sakuragi lo guardò con espressione interrogativa, come a chiedere un permesso che già aveva; Rukawa annuì impercettibilmente.

Con l'ennesimo sbuffo di borotalco, le labbra di Sakuragi si posarono su quelle di Rukawa.

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!

Lo so, lo so, avevo detto che per un po' non avrei fracassato i cosiddetti, ma ehi! È l'HanaRu day! Non è che potevo farlo passare così senza pubblicare neanche una ficcina piccola piccola!

E infatti eccomi qui (grugniti di disappunto dalla regia) con una one shot (sospiri di sollievo, stavolta) ispirata a fatti realmente accaduti, finale a parte.

Dovete sapere che il bagnodoccia Borotalco Original ha una fragranza delicata e persistente, innanzitutto, e se unita al deodorante Borotalco praticamente si sente profumo di talco a un miglio di distanza, e regge anche il sudore (Koshino dalla regia: -Ma ti pagano per far pubblicità?). Morale della storia, una mia amica in palestra, Lalla “SpaccaCorsisti” Rukawa, un esserino con un talento spropositato per l'arrampicata e una personalità decisamente rukawesca, mi si è avvicinata per propormi di scalare insieme quando io ero appena scesa dal tapis roulant con un polmone in meno e gocciolante di sudore, ha annusato l'aria e mi ha chiesto sconvolta se ero io a profumare di borotalco. Effettivamente, annusandomi le ascelle ho potuto constatare che ero io.

Da allora, se le capita di incrociarmi dopo la mia sessione di corsa folle, mi annusa sempre perché è impressionata dal mio odore di borotalco nonostante il sudore.

Per cui, questa fic è dedicata non solo a tutti noi HanaRu shippers e al Sommo Inoue, ma anche alla mia Lalla, perché per una come me scalare con una come lei è un onore, anche se mi asfalta ogni santissima volta (semicit: -Ti batterò, Lalla!- dalla regia la Gundan tace imbarazzata).

Ah, e la citazione di Stephen King a cui Rukawa pensa è “L'essere che, sotto al letto, aspetta di afferrarmi la caviglia non è reale. Lo so. E so anche che se sto bene attento a tenere i piedi sotto le coperte, non riuscirà mai ad afferrarmi la caviglia.” mi piace, la trovo evocativa, sarà che è esattamente quello che penso quando spengo la luce prima di mettermi a letto e poi mi tuffo per evitare che qualcosa mi prenda dall'oscurità. (Mitsui dalla regia: -Ma fatti ricoverare!)

Come sempre, se avete gradito battete un colpo!

XOXO

   
 
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