Ma suo padre non lo sa, non sa più niente di lei, tranne che è figlia di sua madre, di quella donna che è stato il suo primo amore, e che ha il suo temperamento, la sua testardaggine. Non sa nulla di Maria, che è solo Lady, non Principessa, non figlia mia, non mia perla, perché non sa nulla di sé stesso.
(Elisabetta ha i capelli rossi dei Tudor e gli occhi neri della Strega, la sua apparente innocenza e la sua malizia sapientemente nascosta. Maria ha i capelli neri dell'Infanta di Spagna e gli occhi ghiacciati di Enrico VIII, la sua testardaggine e passione, l'incapacità di concepire l'esistenza delle mezze misure).
Lo ha capito solo Chapuys tutto questo e per questo era riuscito a frenare la sete di vendetta della sua Principessa, aveva cercato, nei limiti del possibile e del decoro, di fare le veci di quel padre assente e più viziato di un bambino. Ha visto gli occhi persi di Maria ogni volta che il Re si complimentava con quella secondogenita che provocava in lui emozioni contrastanti o correva al capezzale del figlio quando era preda di una malattia particolarmente violenta.
(Dov'era Enrico quando era Maria a stare male, stesa a letto per giorni, sospesa tra la vita e la morte? Pensava a come poter sfruttare questa momento di debolezza per poter piegare la volontà della figlia al suo volere).
Ma sono cose che non sa nessun altro, segreti condivisi tra la Principessa decaduta, che è la rosa più preziosa della Cristianità e la Perla di Inghilterra, e l'ambasciatore dell'imperatore. Un'amicizia che in circostanze normali non avrebbe avuto bisogno di nascere. Ma alla corte inglese, la normalità non esiste, e lo ha capito bene Maria, che continua a camminare su un sottilissimo strato di ghiaccio, in bilico tra i cambiamenti di umore di un Re che non vede più come padre, ma che di notte sogna di essere presa in braccio, di correre tra le gonne di sua madre e di essere ancora definita come la perla più preziosa. definita come la "perla più preziosa".