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Autore: SuperCorpKL    11/11/2019    3 recensioni
C'è un istante in cui ci sentiamo persi. Ci si perde per rabbia, per noia, per orgoglio, per le colpe di altri che gravano su di noi. Lena si sentiva proprio così fin quando i suoi occhi non hanno incontrato quelli azzurro cielo della sua professoressa. Che cosa accadrà tra le due?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Lena esausta si lasciò cadere sul letto, non era stata una bella giornata quella, no per nulla. James l'aveva resa orribili e come se non bastasse gli occhi di quella bionda non andavano via dalla sua mente. Erano dannatamente belli e quel pomeriggio li aveva visti carichi di pena per lei, odiava che la gente provasse pena nei suoi confronti, non avrebbe voluto farsi vedere così da una persona che avrebbe fatto parte nel suo quotidiano. Come sarebbe andata a lezione? Sbuffò e si passò una mano sul viso. Anche lavoro era andata male, aveva distrutto più di cinque bicchieri che avrebbe pagato ovviamente col suo stipendio. Non aveva la forza di cambiarsi e probabilmente si sarebbe addormentata così.
La porta si aprì leggermente e la testa di Sam sbucò velocemente.

"Oh meno male...sei a casa." sospirò.

"Si, mamma. Sono a casa." la prese in giro.

"Non sei divertente. Ti ho chiamata tantissime volte, dopo oggi sei sparita ed ero preoccupata."

"Mia madre non si preoccupava così tanto, sei di gran lunga una mamma migliore di lei." continuò.

"Lena!" la guardò male.

"Okay, scusa." si tirò su e indicò la parte di letto vuota. "Ero a lavoro e il telefono era scarico."

Sam la raggiunse e strinse forte la sua amica.

"Ero preoccupata, davvero. James è..."

"Non voglio parlare di lui, ne ho abbastanza per oggi. Voglio solo riposare."

"Va bene." annuì e restò a fissare la mora.

"Devi dirmi qualcosa?" chiese Lena innarcando un sopracciglio.

"Eh? No..." abbassò lo sguardo e un moto d'ansia le salì allo stomaco, era strano.

"Sam, sai che puoi dirmi tutto. Sei la mia migliore amica." 
Sam la guardò con un pizzico delusione ma Lena non fece caso allo sguardo dell'amica. 

"Posso restare a dormire con te?"
Sam doveva davvero tanto a quella ragazza, l'aveva salvata da brutti giri e tirata via dalla strada e i primi tempi non riusciva a dormire da sola perciò spesso lei e Lena dormivano insieme. 

"Certo, non hai bisogno neanche di chiedere." Lena sorrise e le fece spazio nel suo letto.

"Grazie. Buonanotte Lena..." 

"Notte."


Il giorno dopo.

Quella mattina Kara era riuscita a non fare tutto di corsa, era in orario su tutta la tabella di marcia e quindi si stava concedendo una colazione con la sua piccola. Sorrise ad Emma quando le vide la bocca tutta sporca, era identica a lei in tutto anche per come mangiava.

"Tesoro, stai attenta a non sporcarti il vestitino." le disse.

"Ci provo, mamma." disse prendendo un tovagliolino. "Oggi mi porti al parco?" 

"Se riesco con il lavoro, certo." 

"Non arriverai di nuovo in ritardo, vero? Non voglio restare con la maestra." disse posando il cornetto e mettendo il broncio.

"No, sarò in orario. Pensavo ti piacesse la maestra."

"Si però voglio stare con te."
Kara sospirò triste e annuì, non era facile crescere una bambina da sola.

"Ci proverò, piccola."

"Me lo devi promettere, mamma." 
Lo sguardo di Kara venne attirato da un gruppetto di ragazzi, uno lo conosceva bene. Era un suo alunno, lo stesso alunno che il giorno prima aveva cacciato via dalla classe. Non amava usare queste punizione però odiava certi atteggiamenti. James ed un suo amico parlavano ad altavoce e la vicinanza agevolava Kara a sentire quello che i due dicevano. Non era giusto origliare, lo sapeva bene, lo diceva sempre alla piccola Emma ma in quel momento non riusciva a farne a meno.

"Lena Luthor se la vedrà con noi." disse il biondo vicino James.

"La pagherà, tranquillo. So come farla crollare, ci sono stato insieme parecchio." rise lui.

Kara innarcò un sopracciglio, cosa aveva fatto quella ragazza per meritare questi trattamenti? Odiava questo genere di cose, sapeva cosa si provava ad essere esclusi però questo genere di minacce le facevano davvero tanta rabbia. Non poteva intervenire in quel momento ma di certo avrebbe avvertito la diretta interessata.

"Andiamo, Emma." disse alzandosi di scatto.

"Di già?"

"Facciamo tardi se non andiamo, domani ti porto di nuovo."
La bimba annuì e silenziosamente prese la mano della madre.


Lena era seduta fuori, nella sua panchina preferita e come sempre teneva tra le dita la sua amata sigaretta. Fino a qualche anno prima odiava il fumo ma adesso tante cose erano cambiate nella sua vita. 

"Anche oggi entriamo dopo?" chiese Sam sfregando le mani dal freddo.

"Si, se tu vuoi entrare puoi farlo."

"No, resto qui."

"Tranquilla Sam, non mi sento abbandonata se entri prima. Non sono così disperata." rise.

"Lo so...però...okay. Stai davvero bene?" annuì.

"Si, sto bene."
La campanella suonò e Sam gettò lo sguardo su Lena che le fece cenno di entrare con il sorriso sul volto. Sam le lasciò un bacio sulla guancia e si avviò verso l'entrata.
Lena mise i piedi sulla panchina, abbracciò le gambe e poggiò il mento sulle ginocchia, faceva davvero freddo quella mattina e le sue ossa dolevano ma non sarebbe entrata, non subito, perchè più poteva evitare gli sguardi della gente e più andava bene.
Il rumore di una macchina le fece alzare lo sguardo, seguì con attenzione il percorso spericolato della macchina e innarcò un sopracciglio sorpresa quando dalla macchina scese la sua professoressa. Diceva di averla vista quella macchina ma non ricordava dove ma la sua sorpresa stava nella guida spericolata della donna, una così responsabile e severa non poteva di certo guidare così. Rise piano e scosse la testa, anche lei allora aveva dei difetti. Prese un'altra sigaretta e se la portò alla bocca.


La signorina Danvers prese la borsa dalla macchina e chiuse tutto frettolosamente ma quando si girò vide Lena seduta alla panchina, ci pensò un attimo e poi decise di avvicinarsi, la sua ora sarebbe iniziata quarantacinque minuti quindi poteva concedersi del tempo. La mora era concentrata a guardare il pavimento quando lei le piombò davanti.

"C'è qualcosa di interessante nel pavimento?" chiese.
"C'è qualcosa di interessante in qualsiasi cosa solo che noi non diamo importanza e sappiamo solo lanciare sentenze." Lena alzò lo sguardo e Kara restò a fissarla, quegli occhi da vicino parlavano da soli ed erano dannatamente belli e in quella giornata sembravano addirittura più chiari.

"Hai ragione." rispose quasi soggiogata, ma che le prendeva?
Lena scoppiò a ridere e Kara la guardò confusa.
"Sto scherzando, guardavo a terra solo per non farmi vedere da lei, per non farmi riconoscere insomma."
Kara incrociò le braccia offesa.
"Non dovresti essere in classe?"
"E lei non dovrebbe guidare meglio?" la guardò con aria di sfida.
"Ah si? Tu hai la patente ?" chiese Kara realmente incuriosita.
"No."
"Allora perchè giudichi la mia guida?" 
Lena la guardò confusa, non capiva se era offesa o...o divertita?
"Beh...avrebbe ucciso qualcuno se ci fosse stato."
"Ma non c'era nessuno."
"Già, peccato." si lasciò sfuggire e tornò a guardare Kara aspettandosi un rimproverò che non arrivò.
"Non ti piace questa scuola?"
"Carina." tagliò corto.
"Non ti piace." continuò Kara.
Lena pensò un attimo e poi si alzò in piedi.
"E' qui per convincermi ad entrare, ora inizierà con i soliti discorsi che fanno tutti ma le dico che spreca fiato e anzi sa che le dico? Oggi non mi va proprio di entrare, può fare rapporto al preside o a chi preferisce. A me non piace stare li dentro, non sono come lei che così giovane si accontenta di stare dentro questa scuola che a parer mio è una pattumiera, io non mi accontento."
Kara restò a fissarla e poi sorrise, Lena la guardò nuovamente confusa.
"Non sono qui per convincerti a far nulla, non volevo fare nessun discorso riguardante alla scuola. Sei libera di fare quello che vuoi ma nonostante tu consideri questa scuola una pattumiera continui a venirci e questo mi fa pensare che infondo a te piace stare qui. Non ti giudico, sei tu che hai giudicato me. A me piace da impazzire il mio lavoro e se devo stare dentro delle pattumiere allora lo farò però io lo ammetto almeno."

"Vengo perchè non ho altro da fare e forse perchè sono un tantino masochista, pensa che mi piaccia venire qui con dei tizi che mi giudicano senza conoscermi? Mi fa piacere che a lei piaccia questo lavoro, adesso se vuole scusarmi vado a farmi un giro."
Kara la guardò camminare per qualche istante.
"Signorina Luthor." la chiamò.
"Che c'è? Le ho detto che può andare dal preside."
"Non lo farò, non dirò nulla al preside però avrai una settimana di punizione per essere mancata alla mia lezione."
"Bene, grazie." si voltò di nuovo e iniziò a camminare ma quando si sentì prendere il braccio si bloccò e tornò a guardare Kara, ad occhi non scherzava neanche lei. Un vuoto allo stomaco comparve per un istante.
"Cosa c'è ancora? Vuole portarmi dentro con la forza?" disse cercando di non far tremare la voce. Erano emozioni quelle che provava? Si maledì per un momento.
"No. Voglio solo che tu stia attenta."
"A cosa?" chiese dubbiosa.
"Olsen e i suoi amici vogliono farti del male, stai attenta e se hai bisogno di qualsiasi cosa io ci sono."
La guardò a bocca aperta, non sapeva se correre via dalla paura se abbracciare quella donna, l'unica a parte Sam che stava mostrando interesse per lei però un moto di rabbia la colpì. Era interesse o pietà? Scosse la testa e si spostò dalla presa della bionda.
"Grazie. Non ho bisogno del suo aiuto e queglio idioti non mi faranno nulla. Arrivederci."
Lena scappò via e Kara abbassò la testa, non provava pietà per lei, voleva solo aiutarla e l'avrebbe fatto con chiunque anche se in quella ragazza qualcosa la incuriosiva.
   
 
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