Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Giuls_breath    11/11/2019    2 recensioni
Sansa è prigioniera ad Approdo del Re, è vittima delle vessazioni dei Lannister; vorrebbe fuggire, ma non sa come: l'occasione le si presenta quando Stannis Baratheon attacca Approdo del Re e il Mastino la aiuta a fuggire...
STORIA CHE SI COLLOCA NELLA SECONDA STAGIONE DELLA SERIE TV.
TUTTAVIA NEI PRIMI DUE CAPITOLI, CITO DEI PERIODI TRATTI DAI LIBRI.
VI SEGNALO CHE USERO' UN LINGUAGGIO MOLTO COLORITO E CI SARÀ QUALCHE DESCRIZIONE CHE POTREBBE DAR FASTIDIO.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







Ammissioni

 
Sansa non riuscì a dormire affatto bene quella notte: sognò continuamente due paia di occhi grigi che la fissavano, sognò di baciare, toccare ed essere toccata da quelle mani grandi, di essere amata da lui. Quando le prime luci dell’alba la svegliarono si scoprì… avvinta dal desiderio.  
Provò vergogna mista ad eccitazione per quella nuova sensazione. Non aveva mai provato per nessuno quelle sensazioni tanto forti quanto totalizzanti come le stava provando in quel momento. Si chiese inevitabilmente che cosa avrebbe fatto o detto sua madre, avrebbe voluto confidarle tutto quello che stava provando, ma temeva che se l’avesse fatto, la madre avrebbe potuto ricordarle delle sue origini e di come lui invece fosse di un lignaggio troppo basso per poter anche solo sperare di poter… ma potere cosa?
Si chiese mentre prese ad allontanarsi appena dal campo che cosa le stesse capitando: forse era davvero stupida come le aveva detto a più riprese Arya, forse per davvero c’era qualcosa che non andava in lei, forse avrebbe dovuto lasciare le cose come stavano e basta. Lei e sua sorella erano con Robb e la loro madre, il Mastino probabilmente sarebbe stato graziato. Forse a Sansa sarebbe bastato solo tacere e seguire il corso degli eventi… ma il forte battito del suo cuore le rammentò che non avrebbe mai potuto essere solo una spettatrice di quella sequenza di eventi, ma che avrebbe dovuto anche lei fare la sua parte. E mai come in quel momento la sua parte sarebbe stata veramente importante non solo per il suo destino o per quello di Sandor Clegane, ma anche per la stessa casata degli Stark.
Si sedette ai piedi di una quercia e chiuse gli occhi: se lui fosse stato un cavaliere o un lord, le cose… sarebbero parse accettabili alla sua famiglia, ma lui era… un uomo libero, sì sapeva usare la spada, ma disdegnava avere un titolo prima del suo nome e disdegnava appartenere a qualcuno se non a se stesso. Inoltre era stato al servizio dei Lannister, aveva assistito alla decapitazione di Ned Stark e non aveva fatto nulla. Robb non avrebbe mai acconsentito all’unione fra di loro, pensò, ma un istante dopo Sansa pensò anche che il Mastino non aveva mai detto nulla che la potesse incoraggiare, era stata probabilmente tutta una sua fantasia dovuta alle tante ore di sonno perse, dovuta al non aver mangiato più come si doveva per settimane, dovuta al timore di restare da sola.
Sì, probabilmente lei era solo molto grata a Sandor e basta.
Quando aprì gli occhi, Sansa incontrò gli occhi timidi e scuri di Jeyne “Ciao Sansa.” la salutò.
“Buongiorno.” ricambiò il saluto abbozzando un sorriso.
“Sei già sveglia?”
Sansa annuì “A quest’ora si ripartiva… quando ero con Arya e il Mastino.” spiegò.
“Dev’essere stata dura!”
“Sì, soprattutto all’inizio. Vivi negli agi e poi…”
“Intendevo prima di partire con loro. Robb mi ha detto della crudeltà di re Joffrey, tu dovevi sposarlo, giusto?”
Sansa respirò profondamente sentendosi stupida per quel suo infantile desiderio “Sì, ma non farlo e fuggire è stata la scelta migliore. Con Joffrey non potevi mai sapere se avresti visto le stelle di nuovo. Era… è un mostro.”
“Allora diciamo grazie al Mastino, no?” disse lei sorridendole e prendendo la sua mano.
Sansa sorrise “Sì, è grazie a lui se sono libera e se siamo, sia io che mia sorella, vive e qui.”
“Già. A volte le persone più impensabili ci sorprendono.” Sansa si ritrovò ad annuire, la loro conversazione fu interrotta da un grido e poi da un vociare sempre più crescente.
 
Le due donne si avvicinarono all’origine di quel fracasso e videro il Mastino tenere un soldato Bolton per la gola e schiacciato contro la gabbia in cui era imprigionato.
“Che succede?” chiese Robb seguito da sua madre e poco più dietro da Roose Bolton e altri soldati “Cane, lascialo andare!” sputò il Giovane Lupo.
“Certo, Lupo, ma non prima che questo lurido verme abbia mostrato quanto nasconde!”
“Di che parli?” chiese Catelyn Stark.
“Del messaggio appena ricevuto dai Lannister, forza merda mostragli il messaggio!” esclamò sballottolando l’uomo che Sandor teneva fermo.
“Muori.” sibilò e Sandor strinse più forte la sua gola “Vai all’Inferno!”
“Allora vuoi proprio morire?” sputò Sandor, alla fine il soldato si arrese e gettò il messaggio.
“E’ il sigillo dei Frey.” disse Robb assumendo un’espressione prima confusa poi incredula “Siamo pronti, la trota sta abboccando, per le sue nozze riceverà un paio di pellicce di lupo, che vuol dire?” chiese assumendo un’espressione rabbiosa e voltandosi verso Roose Bolton.
Quest’ultimo divenne bianco come neve e assunse un’espressione confusa “Non ne ho idea. Mio Re, tu sai bene che ti sono fedele. E’ solo un trucco per separare le nostre forze.”
“Eppure altre voci hanno parlato di un tuo complotto ordito alle mie spalle con i Frey e i Lannister, ora questo. Troppe coincidenze. Rinchiudeteli tutti.” sentenziò Robb “E liberate il Mastino! Devo capire cosa diavolo sta succedendo!” sbottò, mentre l’esercito degli Stark si diede un gran daffare per eseguire gli ordini del loro Re, tuttavia non tutti furono messi sotto chiave, purtroppo molti fuggirono e Robb fu costretto a lasciarli andare. Il Re del Nord ordinò che Roose Bolton fosse assassinato per alto tradimento, l’avrebbe decapitato lui stesso al tramonto. Gli altri avrebbero ricevuto un trattamento non troppo diverso dal loro comandante.
 
Al Mastino fu data una piccola tenda in cui poté lavarsi, cambiarsi e mangiare.
Si stese sul piccolo giaciglio che gli era stato preparato e all’improvviso tutta la stanchezza dei mesi precedenti sembrò piombargli addosso di colpo. Chiuse gli occhi e in quel momento vide entrare Sansa.
“Che ci fai tu qui?” le chiese sorpreso mettendosi a sedere.
Sansa non gli rispose, quella ragazzina cominciava a farlo sentire a disagio e al tempo stesso bene.
Gli gettò semplicemente le braccia al collo stringendolo forte.
“Sei libero.” disse.
Era la prima volta che si rivolgeva a lui dandogli del tu e senza usare tante cerimonie.
Si sciolse in quell’abbraccio, ricambiò stringendola e posando una mano in quella nuvola rossa che erano i suoi capelli.
Il loro abbraccio si sciolse appena, i due erano a brevissima distanza l’una dall’altro, i loro nasi si sfioravano, erano occhi negli occhi “Stavolta non te lo chiederò…” le disse come per avvisarla di ciò che avrebbe fatto.
Lei sorrise leggermente confusa “Allora è accaduto veramente?”
“Sì.” le rispose in un soffio.
“Sapevo che era accaduto.” ammise lei guardandolo dritto negli occhi.
Fu lei a coprire la distanza fra loro due, lo fece con slancio e al tempo stesso con innocenza, quell’innocenza di chi si sta donando e affidando completamente all’altro. Le loro bocche e lingue si assaggiarono prima delicatamente, poi sempre più intensamente; Sansa si sentì andare a fuoco tanto il trasporto che ebbe verso di lui e verso quel bacio, avrebbe voluto che fosse per sempre, ma il fiato ben presto le mancò e fu costretta ad allontanarsi. Provò… imbarazzo, ma al tempo stesso felicità perché sapeva che era stato un gesto che entrambi avevano cercato e voluto.
“Sansa?” la chiamò lui e lei alzò lo sguardo su di lui “Adesso, vai. Tuo fratello ti starà cercando.”
Lei annuì, si alzò e andò verso l’uscita, ma prima di farlo, guardò di nuovo verso di lui che la stava ancora osservando, poi uscì.
 
Pochi passi dopo sentì una voce chiamarla, era sua madre.
“Madre.”
“Sansa, vieni.” la invitò.
La tenda di sua madre era decisamente più grande di quella del Mastino, il letto che le era stato preparato a vista sembrava essere più comodo di quello di Sandor e per terra c’era un grosso tappeto.
“Siediti.” le disse “Fatto colazione?”
Sansa scosse “Per la verità non mangio molto.”
“Hai vissuto troppe cose che ti hanno costretta a cambiare.” non era una domanda, era una certezza.
Catelyn poteva solo immaginare quanto avesse vissuto la figlia, poteva solo pensare a ciò che Joffrey o Cersei le avessero detto mentre lei era ad Approdo del Re.
“Sì, madre, è stata… veramente dura.”
“Il Mastino ti ha aiutata.” le disse, non era una domanda. La donna stava cercando di dare un senso a quanto avesse appena visto: sua figlia uscire dalla tenda dell’uomo.
“Sì, lui… è sempre stato brusco, ma mi ha sempre mostrato una parvenza di bontà. Non ha mai alzato un dito contro di me, anzi. Le volte in cui mi ha toccata sono state per asciugarmi il labbro spaccato da uno schiaffo di una Guardia Reale o quando nel bosco alcuni cavalieri mi hanno aggredita e lui mi ha soccorsa e curata. Si è preso cura di me, non avrei mai creduto che uno come lui potesse dimostrare una simile… mi fa sorridere dirlo, ma ha dimostrato grande dolcezza e soprattutto rispetto per la mia persona.”
Catelyn si sedette vicino alla figlia “Perché allora tua sorella dice che lui ti ha toccata e picchiata?”
“Madre, io in passato ho mentito e ho detto parole che hanno condannato a morte un suo amico per mano di Sandor Clegane. Ecco perché ha detto quelle cose, perché sa che io tengo a lui.” le rispose d’impeto prima di pensare alle parole che aveva usato.
Sua madre la guardò a lungo con aria indagatrice e Sansa arrossì violentemente.
“Tu… lo ami, figlia mia?”
Sansa alzò lo sguardo su di lei “Madre, non lo so. Quello che so è che… quando sono con lui sto bene, con lui mi sento al sicuro. Io non so se è questo l’amore… credevo di provarne anche per Joffrey, ma… il principe che credevo di vedere era… solo una maschera che nascondeva il mostro. Sandor è… ha un volto… insomma, non è bello o regale, non indossa gioielli o vestiti sontuosi, non ha titoli, ma niente di tutto questo può essere minimamente paragonato a quello che ha fatto per me, alla protezione e al rispetto che mi ha sempre manifestato e garantito. Io… so che con lui posso… essere tranquilla e sentirmi forte, ed è la prima persona che mi fa sentire così dopo tante lune.”
Lo sguardo di Catelyn si intenerì, ma fu un istante “Sansa, tu sai come vanno queste cose, no?”
Sansa annuì tristemente “Lui è di un lignaggio troppo basso.” rispose come se fosse una risposta imparata a memoria.
“Sì, purtroppo non ci si può sposare solo e soltanto per amore.”
“Ma Robb… lui…”
“Lui è un uomo, Sansa.” le rammentò sua madre “Noi donne non possiamo scegliere semplicemente chi sposare. Lui dovrebbe chiedere la tua mano a Robb, ma sono sicura che lui non sarebbe pronto ad acconsentire alle nozze con lui. Non ora almeno. Ha questioni molto più delicate a cui pensare.”
“Sì. Lo so.”
“Vai a mangiare qualcosa, adesso. Quando la guerra finirà ne riparleremo, promesso.”
Sansa sorrise per poi uscire dalla tenda.

 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Giuls_breath