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Autore: Alessandra1965    12/11/2019    0 recensioni
Nella vita di ciascuno di noi esistono momenti, quando una porta sbattuta all'improvviso e senza alcun motivo visibile, di colpo si apre; quando uno spioncino chiuso un attimo prima, viene di nuovo riaperto; quando un "no" diventa un "forse".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Nella vita di ciascuno di noi esistono momenti, quando una porta sbattuta all'improvviso e senza alcun motivo visibile, di colpo si apre; quando uno spioncino chiuso un attimo prima, viene di nuovo riaperto; quando un "no" diventa un "forse".
Momenti in cui il mondo intorno a noi cambia e noi stessi ci riempiamo di speranza come di nuova linfa vitale.
Una voce ci dice che non tutto è perduto.
Allora con le gambe che tremano e gli occhi colmi di lacrime(di gratitudine?!) passiamo nella stanza vicina, dove ci pregano di aspettare un poco prima di spingerci nel burrone.
Questo mi è accaduto.
Lui mi disse che doveva riordinare la sua vita, io muta in silenzio rimanevo ad aspettare.
La mia mano stringeva le sue dita quasi convulsamente, mentre finivamo il nostro aperitivo seduti al tavolo del nostro solito bar.
Di tanto in tanto Giovanni mi lanciava un occhiata.
Nella penombra del bar il suo viso mi pareva estraneo, stanco, turbato; erano scomparsi quei duri contorni dagli zigomi e dal mento che io tanto amavo. Negli occhi c'era inquietudine, la bocca era semiaperta.
"E' bellissimo" pensavo, mentre sentivo che le lacrime stavano per sgorgarmi dagli occhi e non avevo abbastanza voce per dirgli "ti amo amore mio".
Lui mi posò un braccio intorno alle spalle, io rimasi immobile contro il suo petto: quel petto largo e tranquillo in cui batteva quel cuore che io ascoltavo quando facevamo l'amore.
Mi strinsi più forte a lui. "Ti amo" riuscii a dirgli e mi venne voglia di urlare per la disperazione che sentivo dentro di me.
Lui mi mise due tazzine vuote davanti al viso. I "lacrimatoi" diceva quando vedeva che i miei occhi si riempivano di lacrime.
Gli presi la mano e la baciai.
Ancora un'ora per stare insieme. Un'ora soltanto.
Volevamo dirci tante cose, tanti discorsi erano rimasti in sospeso: su noi due, il suo lavoro, i suoi problemi, la casa, il futuro.
Era come se noi due non avessimo cominciato nulla, che non avessimo un passato e del futuro non avesse senso parlare.
Fantasmi davanti a noi, fantasmi alle spalle e tutto intorno a noi un'illusione.
L'unica cosa certa, la forza dentro di me, la forza di volere Giovanni con tutta me stessa, di non lasciarlo andare.
Adesso lui è qui con me. Adesso noi due siamo insieme e tra un'ora?
Tu non sarai qui con me. Tu sarai solo, io sarò sola, non ci sarà più niente tranne il tuo pensare a me e il mio pensare a te.
Continuavo a tenere la sua mano.
Prima di incontrare Giovanni guardavo questa città con distacco, con freddezza: "quanti momenti, quante rotonde, quanti giardini oppure quanti canali e negozi".
Ma ora guardavo la gente attraverso i vetri del "nostro" bare pensavo: quanta sofferenza qui...la stessa che provavo io.
Tutto sembrava diverso oggi, ero in uno stato di ansia che non avevo mai provato.
Mi guardò negli occhi e mi chiese sorridendo: che pensi?
Non riuscivo a credere che proprio lui che fino a pochi giorni fa mi ripeteva "ti amo" "ti penso" ora mi chiedesse di avere pazienza, che doveva riordinare i suoi pensieri, la sua vita e magari.......ricominciare tutto........
Le mie mani si aggrappano l'una all'altra. Mi strinse forte a sè. Non parlammo più.
   
 
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