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Autore: Pontomedusa    12/11/2019    0 recensioni
“Al chiar di luna
Tremo, la distruzione
È sì bellezza.”
“Il sole brucia
Gli occhi, come gli aghi che
Ora son in lei.”
“Non c'è più sangue
Guidami tu, io sono
Fuori controllo.”
“Succede adesso,
Ma fuori di qui; sono
Il Minotauro.”
Il detective Nathan Adler deve trovare il colpevole dell'omicidio della giovane Baby Grace Blue; ma forse, prima ancora, deve stabilire se sia crimine o arte.
(Liberamente ispirato al concept album 1.Outside di David Bowie)
Genere: Horror, Song-fic, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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5. I have not been to Oxford Town

 

Appena lui e Paddy escono all'aperto, Nathan inforca gli occhiali da sole.

Da quando, anni prima, uno spacciatore del cazzo gli ha centrato l'occhio sinistro con un pugno, lasciandolo con una pupilla perennemente dilatata, la luce, anche quando non è intensa, gli dà parecchio fastidio.

Arrivati alla macchina, Paddy tira fuori il palmare e comincia a cercare.

“Blank è così sbandato che non ha nemmeno una casa sua,” dice Paddy. “Abita in un motel. Andiamo,” e mette in moto, senza che Nathan abbia la forza di replicare.

 

Leon Blank è un ragazzo alto e magro, con la pelle scura e gli occhi azzurri, e decisamente terrorizzato.

“Io non ne so niente, lo giuro!” protesta, con voce stridula, seduto su una sedia nella sala interrogatori. “Non sono mai nemmeno stato ad Oxford Town!”

“Non dire stronzate,” ringhia Paddy, facendolo sobbalzare. “Sappiamo che conoscevi Baby Grace Blue, e che non sei un bravo ragazzo non è un segreto per nessuno. Baby Grace era così carina, vero? Ma ovviamente, non voleva avere niente a che fare con un perdente come te, un avanzo di galera...”

“Lascialo respirare un attimo,” interviene Nathan. Il desiderio di interrompere l'abbaiare di Paddy, che sta peggiorando il suo mal di testa nonostante le pastiglie prese, lo porta spontaneamente a fare la parte del poliziotto buono. “Avanti, Leon. Se non eri a Oxford Town, ieri, fra le 5 e le 8 del mattino, allora dicci dov'eri e cosa stavi facendo.”

“Io...ero in camera mia. Dormivo...”

Nathan si massaggia la tempia, cercando, senza successo, un po' di sollievo per la sua emicrania. Questo coglione non è stato nemmeno capace di inventarsi uno straccio di alibi. Decisamente, non è possibile che sia lui il Minotauro.

“Smettila di dire stronzate!” tuona Paddy. “Tu frequentavi Ramona A. Stone, e a casa sua hai incontrato Baby Grace. Ramona non è più di primo pelo, e di sicuro sa come rendere la vita impossibile a un uomo; Baby Grace invece era così fresca, dolce, e tu non hai saputo resistere. Ma quando ti ha respinto, hai deciso di fargliela pagare. E l'hai fatta a pezzi!”

“No!” grida Leon, ma non è in grado di trovare nessun argomento a sostegno di quell'unica parola.

“E invece sì,” risponde Paddy. “Non confessare, se non vuoi, Leon: tanto, sappiamo che sei stato tu. Trent'anni almeno di galera non te li leva nessuno.”

Paddy gira sui tacchi e Nathan lo segue, incapace di trovare qualcosa da dire per infrangere la solidissima logica di Paddy.

Appena usciti dalla stanza degli interrogatori, il capo del dipartimento si para loro davanti.

“Ottimo lavoro, ragazzi,” dice, con tono soddisfatto. “Avete catturato il colpevole di questo omicidio così efferato in meno di ventiquattro ore! Una volta tanto, faremo bella figura coi giornalisti. Sono già in sala stampa; volete parlarci voi? Ve lo meritate.”

“Veramente, io non penso che Blake sia...” cerca di obiettare Nathan, ma le occhiatacce di Paddy e del capo lo riducono al silenzio.

È inutile; per chi non capisce cosa sia l'arte, Leon è il colpevole perfetto. Dal punto di vista di Nathan, invece, quello artistico, Leon è proprio l'ultimo da sospettare.

“Vai tu, Paddy,” dice alla fine, rassegnato; non se la sente davvero di partecipare alla cerimonia sacrificale del povero capro espiatorio che è Blake. Piuttosto, approfittando del fatto che durante la conferenza stampa nessuno baderà a lui, andrà a fare qualche domanda a Ramona.

Non prima, però, di avere buttato giù un'altra decina di pastiglie colorate.

   
 
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