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Autore: CassandraBlackZone    13/11/2019    1 recensioni
[ALLARME SPOILER! BISOGNA AVER VISTO ALMENO FINO ALLA META' DELLA 3^ STAGIONE]
Com'è potuto succedere, si domandava serrando i pugni. Avevano sempre avuto a che fare con nemici molto potenti. Che fossero persone akumizzate, possessori di miraculous o entrambi, lei e Chat Noir ne uscivano sempre vincitori.
In questo caso si trattava di un possessore di un kwami, ma non di uno qualsiasi. Uno perduto da tempo, nascosto se non anche segreto, di cui Marinette aveva sentito parlare dal maestro Fu solo una volta per caso, ma che non se ne era mai preoccupata poiché era ritenuto da lui non importante. Come poteva non essere importante una cosa così tanto pericolosa? Perché tenerlo segreto? Perché... ripudiarlo?
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Gabriel lasciò cadere la tazza che si frantumò sul pavimento. Aveva percepito un'insolita ondata di odio da parte di almeno una ventina di persone. Anzi, forse erano addirittura cinquanta, tutte nello stesso posto.
«Com'è possibile? Così all'improvviso?»
«Signor Agreste, sta bene?» Nathalie si precipitò il prima possibile nella sala da pranzo, preoccupata.
«Sì tutto bene. Nathalie, vieni con me, subito!» lo stilista corse subito nel suo ufficio e, ritrovatosi davanti al dipinto che raffigurava sua moglie nello stile klimtiano, premette i pulsanti segreti per poter andare assieme alla sua assistente nel suo covo segreto, nel covo di Papillon.
Raggiunta la piattaforma, Gabriel stava per chiedere a Nathalie l'ennesimo aiuto per potenziare i suoi poteri così da poter akumizzare più persone in una volta, ma qualcosa non andava nella stanza delle farfalle, poiché queste ultime erano agitate.
«Che cosa… sta accadendo?» chiese la donna.
«Non ne ho idea. Non è mai… successo. Nooro!» al suo richiamo il kwami l'ho trasformò all'istante e fu allora che accadde l'impossibile. Non appena divenne Papillon, fu costretto a lasciar andare il suo bastone e ad inginocchiarsi tenendosi la mano destra.
«Signor Agreste! Sta bene?!» avvicinatasi all'uomo, Nathalie notò che il bastone stava fumando e la superficie pareva come metallo incandescente. Intanto Gabriel cercò di resistere al dolore dell'ustione.
«Che cosa significa? Perché?»
«Signore. Le… farfalle» i due, come alzarono lo sguardo, videro che le farfalle si stavano radunando in un unico e enorme sciame. «È… opera sua?»
«Assolutamente no» rispose Gabriel a denti stretti.
Improvvisamente le farfalle entrarono all'interno del bastone e, dopo qualche secondo, uscirono nuovamente tutte akumizzate e rimanendo sempre tutte assieme. «Si sono akumizzate da sole? Senza…. Il potere di Nooro?!»
Agguerrito più che mai, lo sciame volò dritto verso la finestra attirato dall'odio, lasciando l'ormai non più loro padrone senza parole.
Non ci volle molto prima di raggiungere quel concentrato di odio che le aveva richiamate, poiché si trattava del liceo Françoise Dupont, dove l'intera scuola era contro una sola persona: Morgan Warden, il nuovo studente.
«Deve essere… stato akumizzato» ipotizzò Marinette cercando di uscire da quella folla inferocita. «Come ho fatto a… non accorgermene?!»
Così disse e fece lo stesso Adrien. I due ragazzi riuscirono ad uscire una il polo dell'altro e, alzato lo sguardo, squadrarono con terrore l'enorme sciame di akuma che ronzava proprio lì sopra.
«Un attimo… ma se non è stato akumizzato, allora… quelle per chi sono?» si chiese la ragazza. Non le era mai mai capita nulla del genere. «Non c'è tempo!»
«Questo non va affatto bene. È il momento di agire!»
Una salì le scale per raggiungere il bagno, mentre l'altro rimase giù per raggiungere lo spogliatoio. C'era urgentemente bisogno di Ladybug e Chat Noir.

«Tikki. Trasformami!»
«Plagg. Trasformami!»

In un attimo i due supereroi piombarono con un balzo nel cortile insieme.
«Questa è nuova» disse ridacchiando Chat Noir, cercando di nascondere la sua preoccupazione. «O meglio… è già successo che venissero akumizzate più persone insieme, ma...»
«No, queste sono diverse» lo anticipò Ladybug. «Osservale bene. Non sono state potenziate dal potere di Catalyst, inoltre… non le ho mai viste così agitate. E non hanno ancora attaccato.»
«Hai ragione. Perché se ne stanno lì a volare?»
«Ma soprattutto… tutte le persone sono attirate da...»
«Finalmente. Vi stavo aspettando» nonostante l'avessero sentita una volta sola, i due ragazzi riconobbero la voce che riecheggiava nel cortile, che sovrastava senza problemi le urla. «Vedo che siete riusciti ad uscire. Ma che bravi, Ladybug e Chat Noir.»
Quello che successe pochi secondi dopo lasciò sbalorditi i due eroi, poiché la fonte della voce saltò raggiungendo lo sciame, che l'accolse restando attorno ad essa. «Non vedevo proprio l'ora di conoscervi.»
«M-Morgan?» i due ragazzi, senza rendersene conto, lo dissero all'unisono, ma come biasimarli? Quale normale essere umano poteva compiere un salto di almeno una quindicina di metri senza alcuna difficoltà e librarsi in aria? E senza un'akuma per giunta.
Il ragazzo sogghignò divertito alla reazione dei tanto attesi supereroi. È stato fin troppo facile, pensò soddisfatto. «Che onore. Conoscete il mio nome. Eppure non ci siamo ancora presentati.»
Ladybug e Chat Noir tirarono fuori d'istinto le loro armi. «Sai com'è. L'intera scuola non fa che urlare il tuo nome» cercò di temporeggiare il secondo.
«E questa sarebbe la tua scusa migliore, micetto?»
«L'unica persona che può chiamarmi in quel modo» Il ragazzo gatto si aiutò con il suo bastone per raggiungere l'altezza di Morgan e attaccare. «È Ladyb-... Ah!»
«Oh no, Chat Noir!»
Bastò un solo cenno del capo di Morgan e parte dello sciame di akuma colpì l'eroe, ma senza akumizzarlo, scaraventandolo su una panchina.
«Chat Noir no!»
«Stai lì buono, micetto. Se mi date un attimo sarò subito da voi» alzate le braccia al cielo, le farfalle seguirono la loro direzione e non appena Morgan le riportò velocemente lungo i fianchi, quelle volarono giù in picchiata entrando nel corpo del ragazzo.
«Ma... non può essere. Come?» balbettò Ladybug ancora più incredula, mentre le gote di Morgan si tinsero leggermente di rosso.

«Signore, sta bene? Le fa molto male?» non appena le farfalle uscirono tutte, Nathalie porse subito un fazzoletto al suo padrone, ancora in ginocchio e dolorante.
«Non capisco come sia potuto succedere. Chi mai potrebbe fare una cosa sim-...»
«Ciao Papillon»
«Che cosa?»
«Signore?»
Gabriel si alzò subito guardandosi attorno disorientato. «Chi c'è?! Chi ha parlato?!»
«Non ha alcuna importanza chi sono o cosa sono. Era da molto tempo che volevo incontrarti, così da poter mettere in chiaro una cosa. Vado un po' di fretta, per cui presta molta attenzione.»
«Sei stato tu, non è vero? Tu hai preso le mia akuma. Come ci sei riuscito?!»
«Ti pregherei di non cambiare discorso e di lasciarmi finire di parlare.»
«No! Io esigo immediatamente una rispost-...»
«ASCOLTAMI BENE PAPILLON.»
Papillon rabbrividì quando la voce si fece all'improvviso minacciosa e si zittì, col sangue che gli si gelò nelle vene. Non si era mai sentito così prima d'ora.
«Non ho tempo da perdere perciò sarò breve. Hai visto cosa sono in grado di fare con le tue akuma, o meglio, con il tuo miraculous. Sarai di sicuro d'accordo con me sul fatto che io sia qualcosa di decisamente più potente. Ora voglio che tu soddisfi questa mia richiesta senza fare storie.»
L'uomo deglutì senza riuscire a dire una parola e annuì insicuro.
«Molto bene. Papillon, da oggi in poi tu non userai più il tuo miraculous per i prossimi due mesi. Allo scadere di questo periodo potrai riprendere ad agire per la tua causa, ma fino ad allora...»
Improvvisamente Gabriel urlò a gran voce avendo sentito un dolore lancinante alla mano destra, dove vi era la bruciatura. Quest'ultima da una semplice ferita divenne un vero e proprio marchio che raffigurava la testa di un aquila di profilo.
«Signor Agreste! Resista!»
«Questo pattuirà il nostro patto e se tu lo infrangerai, be'... hai visto le conseguenze e sai benissimo che ovunque tu sia, saprò quando vorrai agire. A presto Papillon. È stato un vero piacere conoscerti.»
Libero dal collegamento, Gabriel si ritrasformò e si accasciò a terra perdendo i sensi, lasciando che fosse Nathalie ad occuparsi di lui.

«Ottimo. E questa l'abbiamo risolta» con uno schiocco delle dita Morgan fermò le urla e gli schiamazzi dei ragazzi e dei professori sotto di lui che, ancora sotto il suo controllo, si allontanarono per poter far atterrare il ragazzo ancora, per così dire, akumizzato. «E adesso pensiamo a voi due.»
«C-Che cosa è appena successo?» chiese Chat Noir ancora dolorante. «Che cosa hai fatto a Papillon?»
«Niente di cui ti debba preoccupare. Scusami per prima, ma è stato più forte di me.»
«Chi sei veramente? Sei anche tu un possessore di un miraculous?» provò Ladybug agitando il suo yo-yo.
Morgan allargò l'ennesimo sorriso beffardo. «Io? Un possessore di un miraculous? E che cosa te lo fa pensare?»
«È evidente che non sei stato akumizzato. L'unica cosa plausibile è che tu abbia un miraculous.»
Come se avesse sentito una barzelletta, il ragazzo cominciò a ridere piegandosi persino in due. Sia Ladybug che Chat Noir cercarono di rimanere il più razionali possibili, ma la domanda restava: chi era Morgan? «Hai detto bene, Ladybug! Hai detto benissimo! Ma solo una cosa su due, purtroppo.»
«Che cosa… vuoi dire?»
Alzata la testa al cielo, Morgan fece uscire lo sciame di farfalle dalla bocca deakumizzate, sorprendendo e spaventando i due giovani eroi.
«Stiamo scherzando?!» disse quasi urlando Chat Noir.
«È una follia! Questa cosa non può essere opera di...» senza che Ladybug se ne accorgesse, Morgan si teletrasportò a pochi centimetri dal naso della ragazza coccinella e dopo un pugno ben assestato nello stomaco, la allontanò fino a farla uscire dalla scuola.
«Ladybug! Ti prendo io!» col l'aiuto del suo bastone, Chat Noir riuscì a prendere la sua partner prima che finisse investita da una macchina. I due si accasciarono a terra. Lui teneva tra le braccia lei che si contorceva dal dolore e con gli occhi chiusi. Un rivolo di sangue uscì dalla sua bocca. «Milady! Ti prego, rispondimi!»
«Chat… Noir… Scappa...» disse la ragazza a denti stretti. «Morgan… Non... Non è umano!»
«Bingo! Che qualcuno dia un premio all'insettina!» istintivamente Chat Noir prese tra le braccia le testa di Ladybug e squadrò Morgan, che intanto avanzava verso di loro. «Non sono ne un essere umano ne un possessore di un miraculous. Io sono molto di più» gli occhi di Morgan presero a pulsare di nuovo di un viola accesso e venne avvolto da una spessa aura dello stesso colore oscurando la sua figura. «Io sono… un miraculous
Sulla schiena del ragazzo si spiegarono due possenti ali piumate e, dopo essersi messo a quattro zampe, gradualmente abbandonò la sua forma umana per diventare quello che a prima vista pareva essere il corpo di un leone grosso cinque volte tanto.
«N-no… non può essere, che cosa...» balbettò Chat Noir incredulo. «Possibile che sia un...»
Morgan rivolse la testa verso l'alto e innalzò un grido, ma non uno qualunque, bensì quello di… un'aquila.
«Un grifone!»
Con uno battito d'ali, Morgan si liberò dall'aura che lo ricopriva, mostrando finalmente la sua enorme figura minacciosa metà aquila e metà leone. Chat Noir e Ladybug non potevano credere ai loro occhi e rimasero pietrificati davanti a quella mostruosità. Un enorme becco a uncino, grosse zampe munite di artigli affilati, ali immense in grado di spazzare via con facilità qualunque cosa e due occhi violacei e freddi che incutevano terrore al primo sguardo.
«Se farete i bravi bambini», parlò grave la creatura, «non vi succederà nulla. Per cui a voi la scelta: o ascolterete le mie richieste o armatevi e affrontatemi.»
Chat Noir digrignò i denti indeciso su cosa fare, ma a fare la prima mossa fu Ladybug che a fatica si liberò dalla presa del compagno e si rialzò. «M-Milady! Stai bene?!»
«Certo… che no» rispose l'eroina tenendosi il ventre dolorante. Prima di squadrare la creatura mitologica, Ladybug spostò la sua attenzione sui suoi compagni di classe e i professori rimasti ancora sotto il suo controllo e con uno sguardo assente negli occhi. « Ma non posso assolutamente arrendermi!»
Chat Noir non poteva farci nulla. Ammirava la determinazione della sua amata Ladybug dal primo giorno in cui divennero i due supereroi di Parigi. Era una delle caratteristiche che amava di più di lei e non poteva di certo essere da meno. Almeno per lei. «Hai ragione, milady» allungato il suo bastone, il ragazzo di mise al fianco della sua partner sorridendo fiducioso. «Facciamogli vedere di che pasta siamo fatti!»
Morgan sogghignò scuotendo la testa. «Allora è così, eh? Non potevate fare scelta peggiore. Poco importa. Vi darò una lezione che non dimenticherete!»

 

   
 
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