Cara madre,

Sono stanca della vita. Sono stanca di questo paesino che è pronto ad additarmi e mettermi alla gogna. Sono stanca delle voci che circolano, ma non per me, quanto per Charles. E sono stanca anche di Charles.
Sono stanca, di Charles, Léon, Rodolphe.
Sono stanca di Parigi, Rouen e Yonville.
Ho perso la voglia di vivere.
Pensavo che la vita sarebbe stata come quella descritta nei miei amati libri, con avventure e romanticismo. Pensavo che la vita da borghesi sarebbe stata diversa, ma non ce la faccio più. Mi sento schiacciata costantemente da questa società troppo piccola e ottusa, mi sento in gabbia. Ma uno spirito gitano e romantico non è fatto per le convenzioni sociali e le etichette. Non lo si può rinchiudere, o appassirá fino alla morte.
Sarebbe come riuscire a imbrigliare il mare e la sua immensità in una bottiglia da riporre sul caminetto, rischiando di dimenticare cosa sia.
O intrappolare una fiamma viva sotto una campana di vetro solo per lasciarci incantare da essa, senza pensare che prima o poi si spegnerà, e la gioia svanirà dai nostri occhi e dal nostro cuore.
Chiamatemi pure codarda, madre, perché forse lo sono. E invece di affrontare questa triste e dannata vita preferisco scappare.
D'altronde, non è una vita intera che scappo? Dalla casa di campagna alla città, da Charles a Léon a Rodolphe.
Sono in fuga da tutta la vita, alla ricerca di qualcosa di così idealmente perfetto da essere un sogno, un'utopia, un'illusione.
Ho già deciso come scappare da questa esistenza, e spero sia veloce e indolore. Magari l'arsenico è solo un sonnifero più potente. Così potente da cadere in un sonno profondo e sognare all'infinito.
Ho sempre scelto la soluzione più semplice e conveniente, e questa mia scelta mi permette di concludere la mia vita in modo coerente e in pace con me stessa.
Addio, cara madre.
Con affetto,

La tua Emma









Buonsalve a tutti! Con questa inizio a farmi conoscere  un po', tramite gusti e passioni come piace a me.
L'ho scritta quest'anno molto di getto in occasione del mese per la prevenzione del suicidio, e chi meglio di Emma Bovary poteva raccontare una tematica tanto delicata?
Ammetto che quando lessi il libro, non mi piacque proprio a causa sua e della sua remissività, forse, e questo mi spinse a prendere più decisioni di polso. Per assurdo, proprio questo libro mi salvò durante il mio esame di maturità grazie alla sua scrittura, quindi gli devo delle scuse e un piccolo ringraziamento.
Dopo questo piccolo aneddoto, spero non mi vogliate troppo male ^^'
Sincerely yours,
Aoife