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Autore: LatersBaby_Mery    15/11/2019    13 recensioni
Dopo aver letto numerose volte gli ultimi capitoli di “Cinquanta sfumature di Rosso” ho provato ad immaginare: se dopo la notizia della gravidanza fosse Christian e non Ana a finire in ospedale? Se in qualche modo fosse proprio il loro Puntino a “salvarlo”?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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!!!Vi prego di soffermarvi a leggere prima di dedicarvi al capitolo!!!
Buonasera mie adorate ragazze!!
Voglio anticipare una parte dell’Angolo me per chiedervi infinitamente scusa per questo ritardo a dir poco mostruoso, ma vi assicuro che questa volta ho avuto una valida ragione, che vi spiegherò nell’Angolo me al termine del capitolo.
Voglio anche anticiparvi che, al contrario di quanto avessi previsto, in questo capitolo non troverete i festeggiamenti di Natale, perché ho voluto dare maggiore spazio alla quotidianità dei primi giorni in cinque e ad altri momenti zuccherosi. Ma voglio anche rassicurarvi sul fatto che festeggeremo il Natale della famiglia Grey nel prossimo capitolo che, giuro, arriverà molto più presto rispetto a questo.
Adesso bando alle ciance, vi lascio al capitolo e vi aspetto nell’Angolo me per parlarne insieme. Buona lettura!!


CAPITOLO 81

POV ANASTASIA


“Avevo quasi dimenticato cosa volesse dire essere svegliati in piena notte da una piccola peste urlante” afferma Christian con un sorrisetto, passandomi il flacone di crema.
Ridacchio, applicando un po’ di pasta protettiva sul sederino delicato di nostra figlia.
“E ti mancava?” gli chiedo.
“Beh, sarei ipocrita se dicessi che mi fa piacere svegliarmi alle tre del mattino, ma sono così felice che la stanchezza passa in secondo piano” mormora, lasciando un bacino sulla fronte di Allie, che muove le gambette e si lamenta in preda alla fame. Accelero le operazioni e rapidamente le metto il pannolino e le richiudo la tutina, poi la prendo in braccio.
“Ecco amore, abbiamo finito”
Allie si agita tra le mie braccia e gira la testa verso il mio seno, aumentando gradatamente i decibel del pianto.
“Ssshh, che svegli i fratellini” sussurro, baciandole la fronte “Adesso facciamo la pappa” mi siedo sul divanetto della sua cameretta e, dopo aver sbottonato la camicia da notte, inizio ad allattarla.
Christian, invece, va a controllare che i bambini non si siano svegliati e ritorna mimando un gesto di trionfo. Poi si siede accanto a me e accarezza delicatamente il capo della nostra principessina. “Siete bellissime” sussurra.
Sollevo il viso, perdendomi per qualche istante nel suo sguardo innamorato, dopodichè torno ad immergermi negli occhioni di mia figlia, che emanano una dolcezza indescrivibile. È la nostra prima notte a casa, e devo ammettere che la mia piccolina è stata proprio brava, ha dormito ben quattro ore filate prima di iniziare ad urlare a squarciagola. Christian ha ragione: la parte delle sveglie notturne è stressante per qualsiasi neo-genitore, inutile negarlo; ma a me basta tenerla per un po’ stretta tra le mie braccia, con la sua manina appoggiata sul seno e il suono del suo respiro in sottofondo, e tutta la stanchezza sparisce.
Dopo la poppata, mio marito si offre subito di prenderla in braccio e farle fare il ruttino: lui ci tiene tantissimo ad essere partecipe di ogni momento della giornata di nostra figlia, e nell’allattamento si sente inevitabilmente un po’ escluso, così cerca di rendersi utile più che può. Gliela porgo e mi sistemo il reggiseno e la camicia da notte, mentre Christian passeggia per la cameretta picchiettando leggermente la schiena di nostra figlia, che se ne sta accoccolata sulla spalla del suo papà. Mi lascio andare contro lo schienale del divanetto e li osservo, con il cuore che scoppia d’amore.
Allison sembra così piccola e al contempo così protetta tra le braccia forti e il petto ampio del suo papà, e Christian riesce a tirare fuori una dolcezza e una delicatezza che, così com’era avvenuto con Teddy e con Phoebe, mi lasciano senza fiato.
Dopo il ruttino, Allie si addormenta con la guancia schiacciata contro il torace di Christian, che la fissa con devozione e le bacia dolcemente la fronte.
“Che dici? La mettiamo nella sua culletta?” propone mio marito.
Annuisco, sbadigliando, e lentamente mi alzo dal divanetto. Ritorniamo in camera da letto e Christian adagia pian piano Allie nella sua culla, studiando attentamente la sua reazione.
“Sembra che dorma, speriamo bene” sussurra, facendo il giro del letto per rintanarsi sotto le coperte.
Ma non fa in tempo a toccare il materasso che nostra figlia scatta all’improvviso e inizia a piangere.
“Sembra.. appunto..” afferma mio marito, visibilmente sconfitto.
Mi avvicino alla culla e accarezzo il viso di mia figlia. “Amore mio, cosa c’è?” mi chino, per quello che riesco, e le parlo sussurrando, ma a quanto pare non è sufficiente a calmarla. Così la prendo in braccio e provo a coccolarla un po’, le sfioro la guancia con la punta delle dita e poi le stringo una manina. Il suo pianto lentamente si placa e i suoi occhioni si posano sul mio viso.
“Mi sa che qualcuno qui vuole solo tante coccole” dice mio marito, abbracciandomi da dietro e appoggiando il mento sulla mia spalla.
Mi siedo sul bordo del letto, accarezzando il corpo di mia figlia con l’intento di farla rilassare. Sembra soddisfatta, ma non abbastanza perché si addormenti. Provo ad attaccarla un altro po’ al seno, ma ciuccia appena dieci secondi per poi allontanare la bocca dal capezzolo e ricominciare a piangere.
“Va bene, va bene, niente pappa” la cullo un po’, ma senza successo.
Christian si alza e la prende in braccio, passeggiando per la camera.
Poco dopo la porta si apre e vedo spuntare Teddy che si strofina gli occhi. “Allie mi ha svegliato” afferma, mogio.
“Oh, cucciolo” allargo le braccia, e lui vi si rifugia subito. Lo stringo forte e gli do un bacio sulla testa. “Mi dispiace tanto, ma questa è la prima notte che Allie trascorre a casa, e non si è ancora abituata molto bene”
“Dai tesoro, torniamo a nanna. Ti accompagno io” dice Christian, passandomi la bambina.
“Aspetta papà!” Teddy si china per dare un bacino sulla guancia di sua sorella, con una tenerezza infinita, e poi afferra la mano di Christian.
I miei uomini escono dalla stanza e rientrano dopo appena qualche secondo, accompagnati da Phoebe, che sbadiglia e si stringe nel suo pigiamino di Ariel.
“Piccola, anche tu ti sei svegliata per le urla di Allie?”
Lei annuisce e cammina verso di me, arrampicandosi sul letto. “Voglio stare con mamma” mugugna, con gli occhi pieni di sonno.
Teddy la segue a ruota. “Anche io”.
Christian ed io ci scambiamo uno sguardo stanco e ironicamente disperato. Nel frattempo sono già le quattro del mattino, e la piccola principessa di casa non urla più, ma ha gli occhioni ben aperti, alquanto lontana dall’idea di dormire.
“Amore, perché non vai a dormire in una delle camere degli ospiti?” propongo a mio marito “Hai bisogno di riposare un po’”
Lui scuote la testa. “Non ci penso nemmeno. Cosa vuoi che sia qualche ora di sonno in meno?!”
Ci mettiamo tutti e cinque sotto le coperte, con Allie adagiata sul mio petto e i suoi fratelli che cercano di darle attenzioni.
“Bimbi, fate piano però perché alla mamma fa ancora male la pancia” si raccomanda Christian.
Teddy e Phoebe annuiscono e si sporgono per dare un bacino ad Allison, poi si accoccolano al mio fianco.
“Principessa” mormoro, rivolta alla mia bimba più piccola “La pappa l’hai fatta, il pannolino l’abbiamo cambiato, le coccole, anche abbondanti, le hai avute. Che ne diresti di dormire un po’ adesso??”
Mia figlia, in tutta risposta, inizia a piagnucolare, cercando di sollevare la testa dal mio seno. Con un lamento strozzato, mi alzo pian piano dal letto, cercando di ignorare il brivido di freddo che mi attraversa non appena lascio le coperte.
“Mami dove vai?” chiede scocciato Teddy, vedendomi andare verso la porta.
“Cucciolo, voglio far addormentare Allie, altrimenti non fa dormire nemmeno voi”
Teddy sbuffa e si appoggia al petto del suo papà, con Phoebe dietro di lui. Li guardo per un attimo e sorrido, poi esco dalla nostra stanza, diretta in cameretta di Allie. Posso accettare di fare baldoria con lei, ma non voglio che perdano il sonno anche Christian e i bambini.
Passeggio per la cameretta con lei in braccio, baciandole più volte la fronte e sussurrandole parole dolci. È incredibilmente bello vederla calmarsi e rilassarsi semplicemente grazie alle mie coccole e alla mia voce.
Dopo diversi minuti provo ad attaccarla un altro pochino al seno, e questa volta il latte della mamma è un vero e proprio sonnifero: Allie si addormenta con le labbra che baciano ancora la mia pelle. Aspetto qualche minuto per accertarmi che stia dormendo sul serio, dopodichè mi alzo dal divanetto e faccio ritorno in camera. Adagio la bambina nella culla, coprendola con la coperta rosa e carezzandole la guancia paffuta con il dorso di un dito.
Mi volto verso il letto e un moto di amore e tenerezza mi investe: Christian è quasi al centro del letto, addormentato, con i bambini che dormono accoccolati a lui, Teddy a destra e Phoebe a sinistra. Sono meravigliosi, ed io, anche se domattina avrò probabilmente delle occhiaie da panda, sono la donna più fortunata del mondo. Dopo aver lanciato un’ultima occhiata ad Allie, scosto leggermente le coperte e mi infilo nell’unico, piccolo spazietto che è rimasto per me nel lettone. Il movimento del materasso fa svegliare Christian, che si volta verso di me e sorride.
“Ce l’ho fatta!” sussurro, facendo un cenno verso la culla.
Lui ride sommessamente. “Vuoi che li porti nei loro lettini?” indica Teddy e Phoebe.
Li guardo, così belli e così dolci. “No, voglio tenerli qui con me. Mi sono mancati così tanto” mormoro, sfiorando con le labbra la fronte di Phoebe.
“Anche tu ci sei mancata da morire” allunga il braccio per accarezzarmi i capelli, io gli afferro la mano e gli bacio il punto dove la fede nuziale ha formato un piccolo solco sul suo dito.
“Christian?”
“Mm?”
“Tutto questo è quanto di più bello potessi desiderare dalla vita”

Il suono stridulo della sveglia mi fa spalancare gli occhi di colpo. Mi volto verso Christian e lo vedo contorcersi per arrivare al comodino e zittire subito il telefono per non svegliare i bambini.
“Ti prego dimmi che non si è svegliata” sussurra.
Mi metto a sedere e lancio uno sguardo alla culla, ma non intravedo movimenti sospetti. “Per ora no, ma vedrai che tra mezz’ora al massimo si sveglierà per la poppata. Ho già capito che è più precisa di un orologio svizzero”
Mio marito ridacchia e poi sguscia fuori dalle coperte, avendo cura di non svegliare Teddy e Phoebe, che a quanto pare non sono stati minimamente disturbati dal suono della sveglia. Fa il giro del letto e si china su di me per baciarmi.
“Io vado a fare una doccia, tu riposa ancora un po’”
“Tanto tra mezz’ora dobbiamo svegliare i bambini per andare a scuola” affermo, affondando ancora un po’ sotto le coperte.
Christian sorride e poi si dirige in bagno. Chiudo gli occhi e mi riaddormento, seppur non in maniera profonda. A svegliarmi, alle 8 in punto, è mio marito, fresco di doccia e bellissimo nel suo completo scuro. Mi bacia la fronte e poi insieme tentiamo di svegliare Teddy e Phoebe. Il primo mugugna, e la seconda semplicemente si volta dall’altra parte.
“Cuccioli, dai, è l’ora di alzarsi” tento di convincerli, accarezzando loro i capelli.
Christian fa lo stesso. “Bimbi, dobbiamo prepararci per andare a scuola”
“Nooo” si lamenta Phoebe.
Teddy sbuffa. “Mi scoccio”
“Come ti scocci? A te piace andare a scuola!”
Nostro figlio apre gli occhi, ma non accenna ad allentare il suo abbraccio al cuscino. “Sì, ma voglio restare a casa. Voglio mamma” dice, con una tenerezza che mi fa sciogliere il cuore.
“Anche io” gli fa eco Phoebe, accoccolandosi al mio fianco.
Christian sospira e mi rivolge uno sguardo che esprime un Che dobbiamo fare?
Io sorrido e annuisco. Durante la mia breve permanenza in ospedale, i miei figli mi sono mancati da morire, nonostante li vedessi tutti i giorni. E se io ho accusato così tanto la loro mancanza, non posso immaginare quanto loro abbiano sofferto la mia. E quindi per oggi voglio viziarli, voglio accontentarli, voglio trascorrere l’intera giornata con loro. Qualche giorno di assenza a scuola non è di certo la fine del mondo.
“E va bene” annuncia Christian, facendo spuntare enormi sorrisi sui loro volti. “Però che non diventi un’abitudine. Ieri non siete andati a scuola, oggi nemmeno, ma da domani niente più capricci. Intesi??”
“Sìì!” esclamano in coro, buttandogli le braccia al collo.
“Adesso volete fare colazione o dormire un altro po’?”
“Colazione!” Teddy.
“Dormire!” Phoebe.
Lamento di fame. Allie.
Scoppio a ridere. “Cosa ti dicevo? Un orologio svizzero!”
Faccio per alzarmi ma Christian mi blocca e si avvicina alla culla per prendere in braccio nostra figlia. “Buongiorno principessa!” esclama, baciandole il nasino.
I bambini si mettono seduti nel letto. “Papi, la metti qui?” Teddy indica lo spazio tra lui e Phoebe.
Christian lo accontenta subito e adagia Allie sul letto, in mezzo ai suoi fratelli, che subito si chinano su di lei e con dolcezza la abbracciano e la sfiorano.
“Piccolina” mormora Teddy, suscitando in me un senso di divertimento e al contempo di infinita tenerezza. E dallo sguardo di mio marito posso essere certa che lui stia pensando esattamente le stesse cose.
“Mamma, adesso Allie deve fare la pappa?” domanda curiosa Phoebe.
“Sì, cucciola. Ma prima devo andare un secondo in bagno. Badate voi ad Allie??”
Loro annuiscono come due soldatini. Mi sporgo verso di loro. “Non mi fido molto di papà” sussurro, facendoli ridere.
“Heeyy!” esclama Christian, fingendosi offeso e, non appena mi alzo dal letto, mi molla una pacca sul sedere.
Quando esco dal bagno li trovo esattamente come li avevo lasciati: Teddy e Phoebe seduti al centro letto che accerchiano Allie, la accarezzano, le parlano, e Christian è seduto sul bordo del letto e li osserva con impresso sul volto il sorriso più bello che ha.
Ritorno a letto e prendo in braccio Allie per allattarla; Teddy e Phoebe mi fissano curiosi e attenti, mentre Christian, seppur controvoglia, è costretto ad alzarsi per finire di prepararsi.
“Mamma, dopo giochiamo?”
Accarezzo i capelli ricci del mio bambino, e in quella richiesta così semplice vedo tutta la nostalgia che abbiamo provato in questi giorni.
“Ma certo amore”
“Teddy” Christian sbuca dalla cabina armadio “Andiamo a fare colazione?”
Mio figlio dà un bacino sul piede di Allie e poi scende dal letto per raggiungere il papà e scendere insieme a fare colazione. Phoebe, invece, resta nel lettone e si accoccola al cuscino, senza smettere di guardare me e sua sorella.
“Cucciola, sei contenta che la mamma e la sorellina siano tornate a casa??”
Lei annuisce e sorride, poi ridacchia quando stacco Allie dal mio seno e lei si esprime subito con un rumoroso ruttino. L’espressione dipinta sul viso di mia figlia dopo la poppata è pura beatitudine, e sembra avere anche le guance più paffute. Chino il viso su di lei e la sfioro con le labbra e con il naso, imprimendomi il suo profumo nei polmoni; poi la tengo a pancia in giù sul mio petto e attiro tra le mie braccia anche Phoebe, che ride e appoggia una mano sulla schiena di Allie.
“Sai che anche a te piaceva tanto stare così?” mormoro.
“Vero?”
“Sì. Ti accoccolavi sul mio petto o su quello di papà e ti addormentavi”
“Ma Allie non dorme adesso!”
Rido leggermente, disturbando Allie. “Già, credo che Allie non abbia molta voglia di dormire adesso”
“Ma quanto sono belle le mie donne!”
Mi volto di scatto e vedo Christian appoggiato allo stipite della porta, non l’abbiamo sentito arrivare.
“Sono venuto a salutare le mie principesse prima di andare a lavoro” dice, entrando in camera.
Si avvicina al letto e prima strapazza di baci Phoebe, che ride e finge di dimenarsi, ma in realtà ama da morire le coccole del suo papà. Poi Christian si china su di me, sfiora con le labbra il capo di nostra figlia, sussurrando un “Ciao stellina” e infine bacia me.
Nel frattempo fa il suo ritorno anche Teddy, che prende un abbraccio dal suo papà e poi si fionda subito sotto le coperte.
“Bimbi, mi raccomando: non fate stancare la mamma e aiutatela con Allison. Okei?”
“Sììì!” urlano in coro, prima di lasciarlo andare.
“Ho tanto sonno” mugugna mia figlia, strofinandosi gli occhi.
“Dormi un altro po’, amore”
“Ci racconti una storia, mamma?” propone Teddy.
Non avendo alcun libro con me, invento una qualche storia su Babbo Natale, che loro sembrano apprezzare molto, e nell’arco di venti minuti crollano tutti e tre. Mi lascio andare contro la testiera del letto e li ammiro: Teddy che dorme spaparanzato come fosse in spiaggia, Phoebe che abbraccia il cuscino, ed Allison che è accoccolata sul mio seno e dorme con la bocca leggermente aperta, da cui esce un piccolo rivolo di latte. Non posso negare di sentirmi stanca, assonnata e un po’ dolorante, eppure non vorrei essere in nessun altro posto al mondo. Questo momento, questo silenzio interrotto solo dai loro respiri, sono la cosa più bella che ho.
 
“Mamma, devi trovare il pezzo della barba!” mi ammonisce Teddy.
“Oh, scusa amore, eccolo”
Incastro la tessera al posto giusto, guadagnandomi un cinque da mio figlio. È quasi l’ora di pranzo e i bambini ed io stiamo componendo un puzzle che raffigura Babbo Natale su una slitta; ormai siamo in pieno mood natalizio, ed è il nostro periodo preferito. Allie ha mangiato da poco e adesso dorme nella carrozzina accanto a noi. Mia madre e Gail preparano il pranzo e apparecchiano la tavola; volevo dare una mano anche io, ma me lo hanno impedito categoricamente, per la felicità dei miei figli che possono avermi tutta per sé.
Non appena ci sediamo a tavola, Allie comincia a piangere. La prendo in braccio e mi accorgo subito che la causa è una presenza ingombrante all’interno del pannolino, così mi avvio in cameretta per lavarla e cambiarla. Mentre salgo le scale mi ritrovo Teddy che trotterella accanto a me.
“Cucciolo, torna a mangiare. Io cambio Allie e arrivo”
Lui scuote la testa. “Io ti voglio aiutare”
Il mio cuore diventa di gelatina. “Oh, amore mio. Va bene”
Arriviamo in cameretta e poso Allie sul fasciatoio, la spoglio, poi la porto in bagno per lavarla e faccio ritorno in cameretta, dove Teddy mi aspetta con un pannolino pulito in una mano e il flacone di talco nell’altra.
“Ti servono questi, mamma?”
“Sì, amore, bravissimo” adagio di nuovo Allie sul fasciatoio e la asciugo, poi le metto un po’ di talco e crema e infine il pannolino pulito.
Teddy, nel frattempo, ripone l’asciugamano in bagno tra il bucato da lavare e poi afferra il pannolino sporco. “Lo butto io” afferma.
Con un braccio tengo Allie ancorata al mio petto e con l’altra mano accarezzo i capelli del mio bambino. “Grazie, tesoro. Sei davvero un fratellone eccezionale”
Lui sorride fiero e insieme scendiamo nuovamente in cucina. Teddy si fionda subito sul suo piatto di pasta, mia madre si alza e mi sfila Allie dalle braccia per consentirmi di pranzare con calma.
“Se non ci fossero le nonne..” dico con un sorriso, sedendomi a tavola.
Dopo un pranzo inframmezzato dalle adorabili chiacchiere dei miei figli, qualche mugugno di Allison e gli ennesimi messaggi della giornata da parte di Christian, mi impongo di aiutare Gail a sparecchiare e riporre piatti, bicchieri e pentole in lavastoviglie, obbligando mia madre a finire il puzzle con Teddy e Phoebe. Non voglio che stia tutto il giorno a sbrigare faccende domestiche, lei è qui per godersi me e i suoi nipoti, e poi non ce la faccio a stare tutto il tempo con le mani in mano, ho bisogno di sentirmi utile in casa mia.
“Allora, come sono andati il primo giorno e la prima notte a casa?” domanda la nostra governante, mentre sciacquiamo le stoviglie.
“Non posso lamentarmi: questa notte ci ha fatto dormire fino alle tre, poi si è svegliata e si è addormentata dopo le cinque e mezza. Di giorno, per ora, è abbastanza tranquilla” faccio un cenno verso la carrozzina, dove la mia bambina dorme come un angioletto “Ma la cosa che mi rende più felice è vedere quanto siano coinvolti Teddy e Phoebe. Vogliono sempre vederla, toccarla..”
“Sono dei bambini dolcissimi, non potevamo aspettarci nulla di diverso”
Sorrido. “Spero solo che, andando avanti, non diventino gelosi. È la mia più grande paura..”
“Io credo che lo scopriremo giorno per giorno. Ma vedrai che andrà tutto bene..”
Più tardi, nel pomeriggio, sono seduta sul divano ad allattare Allie, mentre Teddy e Phoebe guardano uno dei loro cartoni animati preferiti, e tentano di spiegare la trama anche a mia madre.
Tengo una manina di Allison nella mia, mentre lei ciuccia avida dal mio seno, con quelle labbra che fanno il rumore dello schiocco di un bacio e quegli occhioni spalancati in cui si può scorgere l’infinito. Non è semplice, dopo oltre tre anni, riabituarsi ai ritmi di un neonato, soprattutto con altri due bambini, ma sono sicura che pian piano impareremo a gestire la vita in cinque.
Al contrario delle altre poppate, questa volta Allie si stacca spontaneamente dal mio seno, evidentemente già sazia.
“Principessa” mormoro, tenendola appoggiata sulla spalla e picchiettando delicatamente dietro la sua schiena per farle fare il ruttino. Con il naso le sfioro la testa morbida e profumata e mi perdo nella sensazione del suo corpicino caldo accoccolato al mio.
“Mamma, Allie ha il latte che esce dalla bocca” mi avvisa Teddy.
Riporto la bambina stesa tra le mie braccia, e con il bavaglino le pulisco gli angoli della bocca dai rivoli di latte.
“Sei una maialina” affermo, baciandole la fronte.
“Mamma, posso prendere Allie in braccio?” domanda ad un tratto Phoebe.
“Anche io!” aggiunge Teddy.
“No, io!”
Ridacchio. “Tutti e due!” poi mi rivolgo ad Allie “Sembrano pesti, ma fanno così perché ti adorano” spiego, come se potesse capirmi. Le do un bacino e poi la adagio tra le braccia di Phoebe, con l’ausilio del cuscino dell’allattamento.
Phoebe sorride felice, e Teddy la circonda con le braccia per aiutarla. Nessuno dei due bada più alla tv, la loro attenzione è completamente catalizzata sulla sorellina, ed io ancora una volta sento il cuore spiccare il volo.
Afferro il cellulare e scatto una foto, inviandola subito dopo a Christian. La sua risposta è quasi immediata.

Sto contando i minuti per tornare da voi. Vi amo da impazzire.

Sorrido e ripongo nuovamente il cellulare sul tavolino, tornando a concentrare l’attenzione sui miei bambini. Phoebe tenta di cullare Allison, mentre Teddy le sfiora il viso.
“Tesoro, piano piano” si raccomanda mia madre.
“Lo so, nonna”
“Bimbi, vogliamo rimettere Allie nella sua carrozzina? Magari vuole dormire..”
“No” rispondono in coro.
“Non vuole dormire, ha gli occhi aperti, vedi?” mi fa notare mio figlio.
Scuoto la testa e rido, e in verità non so proprio come ribattere. In alcuni momenti le risposte dei miei figli riescono a mettermi all’angolo.
Quando Christian rientra dall’ufficio, mezz’ora più tardi, ci trova esattamente così, e lo sguardo che rivolge ai nostri bambini è un concentrato di amore infinito.
“Sei rientrato prima” osservo, baciandolo e lasciandomi avvolgere dalle sue braccia.
“Sì, non resistevo più a stare lontano da voi”
Si dirige in bagno a lavare le mani e poi fa ritorno in salone, chinandosi davanti ai nostri figli.
“Papi hai visto? Allie si è addormentata in braccio a noi” afferma orgoglioso Teddy.
“Ma io l’ho sempre saputo che sareste stati dei fratelli maggiori fantastici!” si allunga per dare un tenerissimo bacio sulla guancia della piccolina. “Qualcuno vorrebbe per caso dare un abbraccio a papà?”
I bambini finalmente si convincono a liberare Allie e si arpionano entrambi al collo di Christian, che si butta praticamente sul divano con loro spalmati addosso. È senza scarpe, con la cravatta che penzola da una spalla, i primi bottoni della camicia aperti e i capelli scompigliati, ed è la più bella sfumatura di Christian Grey che esista al mondo.
“Cazzo, cazzo..” impreco, passandomi nervosamente l’asciugamano sul corpo.
Speravo di avere più tempo per fare la doccia, Allie dovrebbe mangiare tra mezz’ora, ma la sento piangere sin dal bagno.
“Sì amore, adesso arriva la mamma” sento dire a Christian.
Il pianto di mia figlia si interrompe per una decina di secondi, probabilmente grazie al ciuccio, e poi riprende. Sbuffando, mi asciugo alla bell’e meglio, indosso il pigiama al volo, raccolgo i capelli in una coda disordinata e torno in camera.
Mio marito passeggia per la stanza, tentando, con poco successo, di calmare la piccolina.
“Scusa, amore, ho tentato di farla smettere di piangere, ma non c’è verso” afferma, quasi mortificato.
Mi avvicino a lui e mi allungo le baciarlo. “Ma di cosa ti scusi? Purtroppo ti manca la materia prima per sfamarla”
Lui ridacchia e aspetta che mi sieda sul letto prima di passarmi Allie.
“Teddy e Phoebe?” domando, sbottonando la camicia da notte e slacciando il reggiseno.
“Sono con tua madre, li sta aiutando a mettere il pigiama”
Poco dopo sento le loro voci in corridoio e in un attimo li vedo sfrecciare in camera.
“Mamma, ci racconti una favola?” domanda Phoebe.
“Cucciola, vorrei tanto, ma Allie sta facendo la pappa”
“Dai mammaaa” piagnucola Teddy.
“Tesoro dai, non fare così. Avete visto cosa fa Allie quando ha fame e non la facciamo mangiare in tempo”
“Piange tanto” conclude mio figlio.
“Vi va se ve la racconto io la storia della buonanotte?” propone mio marito.
“No, vogliamo mamma!” risponde categorica Phoebe.
Christian mi guarda e sospira, con le mani posate sui fianchi. Io non so cosa fare, non posso di certo interrompere la poppata, e so che Allie se la prende comoda quando deve mangiare, soprattutto di sera. Teddy e Phoebe, dal canto loro, non hanno intenzione di cedere, né al loro papà, né alla nonna; semplicemente si siedono sul lettone e attendono, non risparmiando sbuffi e sbadigli vari.
Una volta terminata la poppata, circa mezz’ora dopo, affido la piccolina a mia madre e Christian e porto i bambini a letto. È molto tardi, considerando i loro standard infrasettimanali. Rimbocco le coperte ad entrambi, scelgo un libro e mi siedo su una delle loro sedioline a leggere. Devo concludere ben due fiabe prima di vederli dormire; a quel punto mi alzo, avvertendo una fitta di dolore alla schiena, ripongo il libro al suo posto, bacio i miei bambini e poi esco dalla loro cameretta, lasciando la porta socchiusa.
In corridoio incrocio mia madre che mi dà la buonanotte per poi scendere a prepararsi la sua solita tazza di latte serale. Quando ritorno in camera da letto, trovo Christian disteso a letto, con un fagottino tutto rosa completamente accoccolato sul suo petto.
“Dorme?” sussurro.
Lui abbassa lo sguardo su nostra figlia e annuisce. “La metti tu nella culla?”
“Aspetta” mormoro, raggiungendolo e stendendomi accanto a lui. Poso la testa sulla sua spalla e intrecciamo le mani sulla schiena di nostra figlia. “Voglio godermi questo attimo”
Christian rilascia un sospiro sereno e mi bacia la testa. “Sei stanca?”
“Sì, non posso negarlo. Gestire tre bambini non è semplice. Ma sono fortunata, sai? Perché ho Gail e mia madre che insieme formano una squadra imbattibile; ho due figli maggiori che sono meravigliosi, a parte qualche capriccio, ma credo sia la cosa più normale del mondo; ho una piccola stellina che di giorno è un angioletto, almeno per ora; e ho accanto il migliore marito, compagno e padre che potessi sognare” sollevo lo sguardo e mi immergo nell’argento dei suoi occhi, leggermente velati di stanchezza ma anche colmi di felicità.
“Ti amo. E amo la nostra vita” mi bacia.
Io sorrido sulle sue labbra. “Ti amo anch’io”
 

Due giorni dopo...

“Allora, com’è andata la visita?” domanda mia madre, non appena mettiamo piede in casa.
“Tutto a meraviglia! La principessa cresce bene e mangia a dovere. Per quanto riguarda i risvegli notturni, il pediatra dice che è tutto normale, non ha ancora ben differenziato il ritmo giorno-notte, ma è solo questione di tempo”
Anche nelle due notti successive alla prima, Allison si è sistematicamente svegliata intorno alle tre del mattino e riaddormentata poco prima del suono della sveglia. Non piange molto, devo ammetterlo, ma se ne sta con quegli occhioni spalancati, senza alcuna voglia di dormire, ed io la sbaciucchio e la coccolo fino a quando non crolla. Dormire appena tre o quattro ore mi pesa, non posso negarlo, ma, nonostante la stanchezza, cerco di godermi al meglio quei momenti notturni e silenziosi in cui posso coccolare a pieno la mia piccola principessa senza il timore di sottrarre attenzioni a Teddy e Phoebe.
Appoggio il seggiolino sul tavolo della cucina e mia madre si affretta subito a slacciare le cinture e prendere in braccio la sua nipotina, liberandola da cappellino e giubbotto.
“Ecco l’amore della nonna” mormora, stringendola al petto e baciandole la fronte.
Oggi la mia stellina ha compiuto una settimana di vita, e questa mattina avevamo la prima visita di controllo dal pediatra, che si è dimostrato molto contento di come Allison stia crescendo. In più, anche se durante tutta la visita è stata sveglia, non ha emesso un fiato e il medico ha potuto effettuare i vari controlli di routine con assoluta calma. Christian ha fatto i salti mortali per essere presente, nonostante la mole di lavoro che c’è alla GEH in questi giorni, e dopo la visita è tornato subito in ufficio insieme a Taylor.
“Cos’è questo profumo paradisiaco?” domando, sbirciando sui fornelli.
“Ho preparato la pasta con salsicce, patate e formaggio” mi comunica Gail.
Quasi svengo al suolo per la felicità e lancio subito un’occhiata all’orologio: tra meno di un’ora rientreranno i bambini da scuola e potremo finalmente metterci a tavola.
Mentre mia madre coccola Allie, io ne approfitto per salire in camera e cambiarmi. Sento ancora la zona addominale un po’ indolenzita, in più fa parecchio freddo, per cui preferisco starmene in tuta e felpa quando sono a casa.
Quando faccio ritorno in cucina, Gail sta ultimando il pranzo e mia madre è seduta su uno degli sgabelli con Allie tra le braccia. È un’emozione meravigliosa per me vederla coccolare i suoi nipoti; durante tutto l’anno abbiamo, putroppo, poche occasioni per vederci, e averla qui per tutti questi giorni mi sembra un sogno.
“A che ora deve mangiare?” domanda mia madre, notando che la bambina di tanto in tanto apre la bocca.
“Tra circa mezz’ora, ma vedrai che inizierà a rompere prima” affermo, divertita, mentre apparecchio la tavola.
“Amore ma cosa dice la tua mamma? È lei che rompe. Tu sei un angioletto, vero?”
L’angioletto in questione mi dà appena il tempo di finire di apparecchiare e inizia ad urlare a squarciagola. Non riesco ancora a capacitarmi di quanto forte riescano a piangere i neonati quando hanno fame. Mi avvicino a mia madre e prendo Allie in braccio, stringendola forte.
“No, amore mio, scherzavo. Tu sei la stellina della mamma” mi siedo sul divano in salone e le do subito quello che lei realmente desidera da me: cibo!! A differenza dei primi due giorni di vita, da quando è arrivata la montata lattea, Allie mangia meravigliosamente: ciuccia senza alcuna difficoltà, si prende le sue pause quando ne ha voglia e poi riprende secondo i suoi ritmi.
A parte di sera tardi e a notte inoltrata, per gran parte del giorno è molto tranquilla, ed è adorabile persino quando piange. Ha le guance e le cosce che si incicciottiscono ogni giorno di più, e due occhi enormi che esprimono così tanta tenerezza da invogliarti a coccolarla all’infinito.
Io, lo ammetto, la coccolo di più quando Teddy e Phoebe dormono o sono a scuola, perché ho sempre paura che possano sentirsi trascurati da me, anche se, a dire il vero, loro sono i primi a concentrare tutta l’attenzione sulla sorellina. Adorano aiutarmi quando devo cambiarle il pannolino, tenerla in braccio, accarezzarla per farla smettere di piangere.
Ad un tratto, un forte tuono in lontananza mi fa sobbalzare. Mi alzo di scatto e corro alla finestra: non sta ancora piovendo, ma, a giudicare dai nuvoloni neri che si stanno addensando in cielo, credo che a breve si scatenerà un temporale, e spero che almeno accada quando i bambini saranno tornati a casa. Per fortuna, pochi minuti dopo sento l’auto di Sawyer nel vialetto, adagio Allie nella sua carrozzina e mi fiondo in atrio per accogliere i miei piccolini.
“Mamma!” esclamano, tuffandosi tra le mie braccia, come fanno ogni giorno, ed io ogni giorno mi sciolgo.
“Com’è andata la giornata?”
“Bene!” rispondono in coro, mentre li aiuto a sfilare i giubbotti.
“Dov’è Allie?” domanda Teddy.
Sorrido: è sempre il loro primo pensiero. “In cucina con la nonna”
“È sveglia?” chiede speranzosa Phoebe.
Ieri, quando sono rientrati da scuola, Allie dormiva e hanno dovuto aspettare più di un’ora per salutarla e abbracciarla.
“Sì, ha appena...”
Non mi fanno neanche terminare la frase e corrono in cucina, si avvicinano alla carrozzina e salgono su una sedia per vederla meglio. Mi tengo a qualche metro di distanza per assicurarmi che non si facciano male, ma non voglio intromettermi e interrompere il loro momento.
“Ciao amore!” esclama Phoebe, chinandosi su Allie e baciandole una guancia.
Teddy fa lo stesso. “Sei contenta che siamo tornati?”
Allison, in tutta risposta, tira fuori la lingua e agita le gambette.
“Sìì, sei contenta!” decreta mio figlio.
Mia madre mi rivolge uno sguardo divertito, io mi porto una mano davanti alla bocca, un po’ per trattenere una risata e un po’ per nascondere l’emozione.
Dopo pranzo facciamo tutti insieme una videochiamata tramite Skype con Bob, che è impaziente di raggiungerci a Seattle per riabbracciare mia madre, i nipotini e soprattutto conoscere la nuova arrivata. Per adesso si accontenta di innumerevoli foto e video che mia madre gli invia in continuazione. Dopo, Teddy e Phoebe fanno il loro riposino pomeridiano, Allie ronfa nella carrozzina e mia madre aspetta che spiova un pochino per prendere l’auto e andare a Bellevue a casa dei miei suoceri: Grace le ha chiesto una mano nell’organizzazione della festa invernale per Affrontiamolo Insieme, che si terrà la prossima settimana, e mia madre è ben felice di aiutarla. Io sono davvero contenta di vederle così in sintonia e so che insieme si divertiranno a rifinire i particolari della festa.
Rimasta sola, con la carrozzina accanto a me, mi accomodo in ufficio e ne approfitto per telefonare a Liz ed essere aggiornata su tutto ciò che accade alla GIP. Neanche a dirlo, la telefonata dura quasi un’ora, però, quando riaggancio, mi sento bene. Amo il mio lavoro e un po’ mi manca, ma quotidianamente ho la conferma di quanto sia eccellente e affiatato il mio staff e, anche senza di me, tutti stanno svolgendo un lavoro egregio, soprattutto in questo periodo di transizione tra un anno e l’altro, in cui si fanno bilanci, revisioni e progetti.
Approfittando del fatto che i bambini stiano ancora dormendo e manchi ancora un po’ alla prossima poppata di Allie, mi preparo una merenda a base di yogurt, frutta e cereali e mi concedo un po’ di relax sul divano, sempre con la carrozzina al seguito. La piccolina si sveglia stranamente un po’ più tardi rispetto all’orario previsto per la poppata, probabilmente perché a quella precedente ha mangiato di più. Inizio ad allattarla, ma sono costretta ad interrompere poco dopo per salire su a cambiarle il pannolino.
Phoebe sopraggiunge in cameretta mentre sto rivestendo la sorellina.
“Amore, ben svegliata! Non sarà stata Allie a svegliarti, vero?”
Lei scuote la testa e si strofina gli occhi. “Ho fame”
“Allora aspetta solo cinque minuti che sistemo Allie e scendiamo a fare merenda”
“Vado a svegliare Teddy” dice, trotterellando in camera sua.
Sento il vociare di entrambi e poi mi raggiungono accanto al fasciatoio.
“Anche Allie deve fare la pappa?” domanda curioso mio figlio.
“Sì, così farete merenda tutti e tre insieme”
Quando scendiamo in cucina, metto Allie qualche minuto nel suo dondolino per poter preparare la merenda a Teddy e Phoebe, ma lei non mi sembra molto d’accordo, considerando gli acuti che fa.
“Cucciola adesso la mamma arriva” dico, spalmando la marmellata di albicocche sulle fette biscottate.
Per fortuna ci sono i fratellini, che le danno il ciuccio e le tengono le manine per tranquillizzarla. Dio, ma che meraviglia sono tutti e tre?
“Ecco la merenda!” esclamo, portando il vassoio con le spremute e le fette biscottate in tavola.
Teddy e Phoebe si siedono a mangiare la loro merenda, ed io prendo in braccio Allie per farle terminare la sua poppata.
“Mamma, anche noi piangevamo per mangiare?”
“Sì, tesoro. Sia tu che Phoebe avete sempre avuto una bella fame. Come adesso...”
Loro ridacchiano e continuano a mangiare, terminando praticamente in contemporanea con la sorellina. Tengo per un po’ Allie sulla mia spalla per farle fare il ruttino, mentre i bambini discutono su cosa fare: Teddy vorrebbe giocare con le macchinine, e Phoebe vorrebbe disegnare.
“Tesoro, se a Phoebe non va di giocare con le macchinine, non puoi mica costringerla..”
“Ma io non voglio giocare da solo. Giochi tu con me?”
“E come faccio amore? Allie deve fare ancora il ruttino, altrimenti poi le fa male la pancia, io inoltre non riesco a stare seduta per terra..”
“Dai mammaa”
“Perché non aspetti che torni papà? Lui è sicuramente molto più bravo di me con le macchinine..” provo a convincerlo, ma senza successo.
Lui si alza e con uno sbuffo arrabbiato se ne va in salone. Phoebe, invece, non ha problemi a disegnare da sola, anzi, quasi le piace; così sale in cameretta e si siede alla sua piccola scrivania con l’album e i colori. Teddy se ne sta sul divano con le braccia conserte e un’espressione contrariata in volto, così in antitesi con il suo carattere di solito solare e giocherellone. E mi si stringe il cuore nel sapere che l’ho fatto arrabbiare io.
“Heey! C’è per caso qualcuno che vuole giocare con le macchinine con la sua mamma?”
Vedo istantaneamente il suo sguardo illuminarsi e un bellissimo sorriso farsi strada sul suo viso. Si alza di scatto e corre ad abbracciarmi le gambe. Saliamo in cameretta e, dopo che Allie ha fatto anche il secondo ruttino, la adagio nella sua sdraietta così da tenerla accanto a noi e, con un pizzico di sforzo, mi siedo sul morbido tappeto. La mia schiena chiede pietà, ma non m’importa: la felicità dei miei figli viene sempre prima di tutto.
Teddy monta in un paio di mosse la pista e mi assegna la macchinina bianca, mentre lui sceglie la verde, e iniziamo a farle correre su e giù per tutta la lunghezza della pista. Phoebe di tanto in tanto ci mostra le sue opere d’arte, e Allie succhia il suo ciucciotto, tenendo le manine intrecciate. Manca solo Christian, e poi è tutto perfetto, nonostante il mal di schiena, i miei capelli che hanno vita propria e la felpa che ha le macchie di latte sulle spalle.
Sono quasi le 19 quando Christian torna a casa. Teddy e Phoebe, come ogni sera, praticamente gli saltano al collo non appena lo vedono entrare in camera. Lui li stringe forte, li bacia e poi tira fuori un DVD dalla tasca della giacca.
“Winnie The Pooh a Natale!!” annuncia.
“Sììììì!!” urlano i bambini, abbracciandolo di nuovo.
“Urlate piano!” li ammonisco, lanciando subito un’occhiata ad Allie che, però, non sembra minimamente disturbata.
Credo che con due fratellini di cinque e tre anni, si abituerà molto molto presto al rumore e alla confusione; il che è un bene, perché non ci costringerà a bisbigliare e camminare sui cristalli.
“Lo possiamo vedere stasera? Tanto domani è sabato e non si va a scuola”
“Aggiudicato!” Christian batte il cinque con suo figlio e poi mi guarda.
“Se vuoi salutarmi, raggiungimi qui perché non so se riuscirò ad alzarmi tanto facilmente” lo avverto.
Lui ridacchia e prima si china per baciare nostra figlia, poi si siede sul tappeto accanto a me.
“Buonasera! Potrei avere un bacio di bentornato o chiedo troppo?” fa il sarcastico.
“Quanto brontoli!” mormoro, poi gli prendo il viso tra le mani e lo bacio. “Hai fatto tardi oggi..” osservo poi.
Sospira. “Sì, c’è un gran da fare alla GEH. E, anche se amo il mio lavoro, in questo periodo sembra pesarmi il doppio..”
“Perché?”
“Diciamo che sono poco propenso a restare molte ore in ufficio. Mi mancate così tanto. Vorrei godermi di più Teddy e Phoebe, e soprattutto Allison. Vorrei essere più presente a casa per aiutare te..”
Sorrido e gli poso una mano sul ginocchio. “Amore, tu fai già tantissimo. E non puoi trascurare il tuo lavoro perché stai raggiungendo grandi obiettivi. Devi fare ancora qualche sforzo, poi arriverà Natale e avremo tanti giorni tutti per noi”
Christian sorride e mi abbraccia, intrufolando la testa nell’incavo del mio collo. Gli accarezzo i capelli per farlo rilassare, e lui a sua volta accarezza i piedini di Allie attraverso la tutina e i minuscoli calzini.
“Quanto è bello il calore di casa..” sussurra, con le labbra che baciano la mia pelle.
I tuoni scoppiano forti, facendoci trasalire di tanto in tanto, mentre siamo tutti e cinque immersi sotto uno spesso plaid sul divano letto nella stanza della televisione. Io sono al centro, con Allie che dorme accoccolata al mio petto; Teddy e Phoebe sono uno alla mia destra e l’altra a sinistra, e Christian è alle spalle di Phoebe. Lei è quella che si spaventa di più per i tuoni, e avere il suo papà accanto la fa sentire molto più al sicuro. Ogni tanto anche Allie sobbalza, ed io la stringo più forte per calmarla.
I bambini sono ammaliati dal cartone animato e devo ammettere che anche a me sta piacendo molto; in fondo, non ho mai nascosto che c’è una parte di me che non è mai cresciuta.
“Siete contenti che vi abbia portato questo cartone? Era quello che volevate voi?”
“Sì, papi, è bellissimo” risponde Phoebe.
“Mamma, secondo te ad Allie piace?” domanda Teddy.
Ridacchio. “Cucciolo, mi sa che Allie sia un po’ troppo piccola per capire il cartone. Dobbiamo aspettare che cresca un po’..”
Mentre Teddy riflette sulla mia risposta, un tuono più forte degli altri fa svegliare di colpo Allie, che inizia a piangere.
“Noo, amore mio, no” la stringo a me, sfiorandole il viso con le labbra per farle sentire il mio profumo.
Teddy e Phoebe si sporgono verso di me per accarezzare la sorellina.
“Non succede niente, Allie” tenta di rassicurarla suo fratello.
Christian allunga le braccia verso di me, ed io gli passo la bambina.
“Cucciola, cosa c’è?” dice con dolcezza, tenendo il viso di nostra figlia all’altezza del suo e riempiendola di baci. “Principessa di papà” mormora.
“E io?” interviene Phoebe, accoccolandosi al braccio di Christian.
“Anche tu sei la mia principessa. Io ho due principesse!”
Io attiro Teddy tra le mie braccia e lui appoggia la testa sul mio seno. “Ed io ho un principe azzurro bellissimo!”
Quando Allison finalmente si calma e torna a sonnecchiare, riprendiamo a seguire attentamente il cartone animato. I nostri figli adorano i film e i cartoni animati a tema natalizio, e mi piace pensare che questa grande passione per il Natale l’abbiano ereditata da me. Tra pochi giorni addobberemo anche l’albero di Natale e non vediamo l’ora. Anche Christian, benché abbia un carattere sicuramente meno propenso alle feste rispetto a me, da quando è diventato papà ha iniziato ad amare l’atmosfera natalizia.
Quest’anno avverto ancora di più la magia di questo periodo, perché la celebriamo con la gioia di una nuova vita nella nostra famiglia. Mi volto e la guardo, avvolta nella copertina rosa sul petto del suo papà: sembra così piccola. Christian la circonda con un braccio, e con l’altro tiene Phoebe ancorata a sé. Teddy, invece, tiene la testa posata sul mio seno e mi abbraccia.
“Mamma” sussurra ad un tratto il mio ometto.
“Cosa c’è cucciolo?”
“A me piace tanto quando guardiamo i cartoni tutti insieme, e adesso c’è anche Allie”
Sorrido e lo stringo più forte, poi mi giro verso mio marito, che credo abbia sentito le parole di nostro figlio, perché mi rivolge un sorriso bellissimo. Cerco la sua mano sotto la coperta e intreccio le nostre dita, e non c’è bisogno di dire nulla. I nostri occhi, le nostre mani stanno parlando per noi, ringraziando immensamente Dio per il nostro divano gigante, per la nostra coperta calda, e noi cinque dentro.
 

Il giorno seguente...

Non avrei mai immaginato che, dopo il pesante temporale di ieri sera e di questa notte, questa mattina ci fosse questo bellissimo sole. E ne sono molto felice, perché oggi finalmente è sabato, e siamo tutti insieme in macchina diretti verso lo studio fotografico di Ariana Brixen per la nostra prima sessione in cinque. Sono particolarmente emozionata, non solo perché Allison scatterà le sue prime foto, ma soprattutto perché il servizio di oggi sarà a tema natalizio.
“Bimbi, va tutto bene?” domanda Christian, lanciando uno sguardo nello specchietto retrovisore.
“Sì papà” rispondono in coro Teddy e Phoebe.
Abbiamo dato l’intero week-end libero a Taylor, Gail e Sawyer, visto che lo scorso week-end sono stati costantemente accanto a noi senza fermarsi neanche domenica; per cui è Christian che guida, e devo ammettere che la cosa non mi dispiace, perché ho la possibilità di ammirare tutta la bellezza del suo profilo baciato dal sole di dicembre e i suoi muscoli che si flettono quando muove gambe e braccia. I bambini sono tutti e tre nei loro seggiolini sui sedili posteriori. Io mi giro ogni cinque secondi per controllare Allison; sì, sarebbe stato sicuramente più logico che mi fossi seduta io dietro e avessi ceduto il posto anteriore a Teddy o a Phoebe, ma i bambini hanno insistito tanto per avere la sorellina accanto a sé, così li abbiamo accontentati. Siamo molto orgogliosi dei nostri figli e dell’infinito senso di amore e protezione che stanno dimostrando verso la nuova arrivata, così cerchiamo quanto più possibile di farli sentire partecipi e coinvolti.
E mi rendo conto di aver fatto la scelta giusta, quando mi giro per l’ennesima volta e vedo Teddy e Phoebe che tengono le braccia allungate per stringere le manine di Allie, che dorme dal momento in cui siamo partiti.
“Ma quanto siete belli” mormoro, ed estraggo il cellulare dalla borsa per scattare loro una foto.
Quando arriviamo allo studio fotografico, veniamo accolti con immenso calore da Mrs Brixen e da tutto il suo staff, che si congratulano con noi per l’arrivo di Allie e sono curiosissimi di vederla.
“Dove facciamo le foto oggi??” Teddy quasi saltella per l’euforia.
A rispondere è Flora, la figlia di Mrs Brixen. Anche lei ci segue in ogni sessione fotografica, e credo che mio figlio abbia una piccola cotta per lei. “Abbiamo preparato un set molto molto speciale. Siete curiosi di vederlo?”
“Sìì!” urlano i bambini.
Flora li prende per mano e li porta a vedere il set, mentre Christian ed io discutiamo con la fotografa di come gestire gli scatti di Allie.
“Potete stare tranquilli, signori Grey. Fotografo molto spesso bambini di pochi giorni, e vi assicuro che l’obiettivo di tutti noi è garantire il loro comfort, e il benessere dei genitori, ovviamente. Sarete voi a dire a me come preferite gestire la mattinata, se e quando vorrete fare delle pause, come vorrete vestire la piccola. Oggi siamo dedicati completamente a voi, e, credetemi, davvero poche volte nella mia carriera ho avuto l’onore di immortalare una famiglia così bella..”
“Grazie” rispondiamo in coro, sinceramente emozionati e orgogliosi.
Dopo averci offerto qualche bevanda calda, Mrs Brixen ci conduce a vedere il set, e resto praticamente incantata: la parete è ricoperta da una carta da parati di un color legno chiaro, che emana luce e calore, con dei fili di luci a forma di stelline che scendono dall’alto; il pavimento è ricoperto da un morbido tappeto peloso bianco. Al centro della stanza c’è un bellissimo albero di Natale, decorato nei toni del bianco, oro e rosso. In diversi punti del tappeto sono posizionate lanterne, cestini, peluche a forma di pupazzi di neve e vari accessori che suppongo utilizzeremo durante la mattinata.
Come sempre, i collaboratori di Mrs Brixen si sono superati nella scelta dei vari outfit, e non vedo l’ora di indossarli tutti. Approfittando del fatto che Allie stia ancora dormendo beata, i primi ad iniziare sono Teddy e Phoebe, il primo con indosso un paio di jeans, una camicia bianca e un bellissimo papillon rosso, e la seconda con un vestitino di tulle rosso e un fiocco rosso in testa. Mrs Brixen si diverte molto con loro, perché a loro piace stare davanti all’obiettivo, e hanno una spontaneità unica.
Nel frattempo, Flora ed io spogliamo Allie e la prepariamo per i primi scatti, avvolgendola in una spessa fascia rossa che forma poi un fiocco sulla sua schiena, poi la adagiamo a pancia in giù in un cestino con un materassino sul fondo e decorato con un filo di luci dorate. Il cestino viene posizionato sotto l’albero, a simboleggiare il fatto che lei sia il nostro regalo di Natale.
Mrs Brixen scatta qualche foto ad Allie da sola, e poi invita i fratellini ad avvicinarsi a lei e a fare, letteralmente, quello che vogliono. È anche per questo che la adoriamo, perché il suo modus operandi consiste nel lasciare grande libertà al soggetto, così da enfatizzarne la spontaneità e la bellezza. Teddy e Phoebe si siedono accanto al cestino e accarezzano la testa di Allie, poi si chinano a baciarla, poi la accarezzano. E in tutto questo la principessina ronfa alla faccia nostra.
Gli scatti successivi vengono realizzati su un altro set, perché non sono a tema natalizio ma sono il benvenuto per nostra figlia. Christian indossa solo un paio di jeans, con il busto nudo che, lo vedo, fa sbavare tutti gli esemplari XX presenti; io indosso un abitino di velo rosa che fa l’effetto vedo-non vedo, e ha la magia di non evidenziare la pancia post-parto che ancora mi porto dietro; Allie è completamente avvolta in una fascia rosa, con in testa un nastrino rosa con un fiocchetto. La tengo praticamente tra le mani, portando il mio viso all’altezza del suo, mentre mio marito mi abbraccia da dietro. Scattiamo in diverse pose mentre Teddy e Phoebe cambiano vestiti e ci raggiungono per le prime foto in cinque, con tanto di orsacchiotti rosa, palloncini e una lavagnetta con la scritta WELCOME ALLISON MIA GREY.
Dopo questi scatti, la piccolina si sveglia e dobbiamo necessariamente fare una pausa per la poppata e il cambio pannolino. Dopo quasi un’ora e un ritocco al mio trucco, siamo pronti per riprendere gli scatti, e ritorniamo sul set natalizio per fare delle foto a tema tutti e cinque, con Allie che è finalmente sveglia e semplicemente favolosa.
“Abbiamo pensato ad un abbigliamento mini me, con mamma, papà e bimbi vestiti uguali. Cosa ne pensate?” propone una delle assistenti.
“È bellissimo” afferma Christian.
E così ci ritroviamo tutti e cinque con addosso dei jeans e delle felpe rosse con su disegnate delle renne, e dei buffi cappelli di Babbo Natale in testa. I capi di Allison sono così piccoli da sembrare finti, ma le donano tantissimo. Mi aspettavo che il servizio fotografico con una neonata fosse molto faticoso, invece devo ammettere che, benché sicuramente più impegnativo di prima, è anche molto divertente, grazie indubbiamente anche alla professionalità e alla gentilezza dell’intero staff di Ariana.
Dopo diversi scatti tutti insieme, sul tappeto, sul divano, davanti all’albero, con le luci, le lanterne e vari gadget natalizi, ci cambiamo di nuovo per l’ultima parte del servizio di oggi. Teddy indossa nuovamente jeans, camicia e papillon, e Christian gli stessi capi, mentre Allie ed io indossiamo lo stesso vestitino di tulle rosso che ha Phoebe. Mrs Brixen vuole realizzare qualche scatto di me con le bambine, qualcuno di Christian con Teddy, poi di nuovo tutti insieme.
Quando la fotografa annuncia la fine degli scatti, è quasi l’ora di pranzo. I bambini sono euforici, vorrebbero continuare a fare foto ininterrottamente; io, invece, pur essendomi divertita moltissimo, non posso negare di essere un po’ stanca, e credo che anche Allie lo sia, perché continua a lamentarsi e vuole stare solo in braccio.
“Amore della mamma, tra poco andiamo a casa” mormoro, mentre le infilo il minuscolo giubbotto bianco.
“Quando faremo altre foto?” chiede Teddy a Flora.
Lei gli sorride e gli scompiglia i capelli. “Non lo so, tesoro. Devi chiedere a mamma e papà..”
In accordo con Mrs Brixen, decidiamo di fare un’altra sessione pre-natalizia a casa nostra tra alcuni giorni, dopo che avremo realizzato l’albero e addobbato il salone. Oggi abbiamo scattato tanto, ma ci tengo ad avere anche delle foto nella nostra casa.
“Prima che andiate via, voglio darvi questo” la fotografa ci porge una scatolina “I miei ragazzi l’hanno realizzata in istantanea praticamente. È un piccolo regalo per voi”
Visto che io tengo in braccio Allie, Christian apre la scatolina ed estrae una pallina di vetro con all’interno una delle foto di questa mattina, che ritrae i nostri figli accanto all’albero di Natale. È meravigliosa.
“È bellissima! Io.. non so cosa dire..” farfuglio, emozionata.
“La mettiamo sull’albero?” interviene Phoebe.
“Sì” risponde Christian “I nostri gioielli sull’albero”

Rientrare a casa e trovare il pranzo preparato da mia madre mi ha fatto provare una bellissima sensazione di calore e amore. Mi ha fatto sentire di nuovo piccola. Ed è ugualmente fantastico quel momento dopo pranzo in cui i bambini si dedicano al loro riposino, Christian si spupazza Allie in salone dopo la poppata, e noi due restiamo in cucina a chiacchierare di tutto mentre sparecchiamo e carichiamo la lavastoviglie.
“Come mai non fai commenti sul fatto che, nella mia posizione, mi occupi delle faccende domestiche?”
Mia madre sorride e si appoggia con il fianco al mobile della cucina. “Perché sei mia figlia, ti conosco. E so che la tua posizione sociale non ha affatto modificato il tuo carattere. So che ami le cose semplici, so che ami prenderti cura della tua famiglia e della tua casa, anche se potresti avere cento persone che lo fanno al tuo posto. E poi non cambierei per niente al mondo questi momenti solo nostri..”
Avvio il programma della lavastoviglie e poi la abbraccio, inspirando il suo profumo che dopo ventotto anni è sempre lo stesso. Profumo di mamma, profumo di casa.
“Come ti senti?” domanda semplicemente. E so che non si riferisce di certo alle mie condizioni fisiche.
Sospiro, sedendomi su uno degli sgabelli dell’isola. “Sono felice, mamma. E sono anche stanca, assonnata, ingrassata e con i capelli perennemente in disordine. Ma sono felice. L’arrivo di Allison ha reso la nostra famiglia perfetta, nonostante le nostre imperfezioni. Ogni giorno è magico a modo suo. Teddy e Phoebe sono dolcissimi, e hanno la capacità di sorprendermi ogni giorno di più. E poi ci sei tu con me, e non potrei desiderare niente di meglio”
“Oh, bambina mia” mi abbraccia forte, accarezzandomi i lunghi capelli neri. “Sappi che io sono orgogliosa di te, sempre. Della donna, figlia, moglie e mamma che sei”
Beviamo insieme una tazzina di caffè e poi raggiungo i miei amori in salone. Christian è di spalle alla porta e non mi vede arrivare; passeggia davanti alla grande vetrata con nostra figlia in braccio.
“E ricorda che i maschi sono tutti brutti e cattivi. Gli unici uomini della tua vita saremo io e tuo fratello, che ti amiamo alla follia”
Porto una mano davanti alla bocca per soffocare una risata.
“Non pensi sia un po’ troppo presto per fare il papà geloso?”
Christian si volta rapidamente e mi sorride. “Non è mai troppo presto. Io sono geloso dal momento in cui abbiamo scoperto che fosse una femmina..”
Scuoto la testa e rido, andandogli incontro. Allie è ancora sveglia, ma è sulla buona strada per addormentarsi.
“Cucciola” mormoro, sfiorandole la guancia con la punta delle dita.
“Avevo proprio bisogno di questa giornata tutta per noi” afferma mio marito.
“Hai proprio ragione. E.. stavo pensando, visto che siamo un po’ in ritardo sulla tabella di marcia per quanto riguarda gli addobbi della casa, non è che oggi pomeriggio ti andrebbe di uscire tutti insieme a fare un po’ di shopping?”
Mi aspetto uno sbuffo o un’alzata di occhi al cielo, invece Christian mi sorprende, animandosi in un bel sorriso. “Sì, è una bella idea. Ma tu non sei stanca?”
“Niente che un’oretta di riposo non possa risolvere. E poi lo sai che lo shopping natalizio mi dà un sacco di energia”
Lui sorride e mi dà un bacio sul naso. “Allora vada per lo shopping. Però adesso andiamo un po’ a riposare, approfittiamo che i diavoletti dormano..”
Saliamo in camera nostra, mettiamo Allie nella sua culla e ci stendiamo un po’ sul letto. Christian mi attira tra le sue braccia ed io poso la testa sul suo petto.
“Oh, finalmente tutta per me” mormora, baciandomi una tempia.
Gioco con i bottoni della sua camicia all’altezza del petto. “Ti sto trascurando, vero?”
Mio marito mi posa due dita sotto al mento e mi fa sollevare il viso per guardarmi negli occhi. “Ohi, non pensare mai una cosa simile. La nostra vita è cambiata con l’arrivo di Allison e stiamo cercando di costruire un nuovo equilibrio. E tu sei perfetta, come sempre”
Sbuffo, divertita. “Sono ben lontana dalla perfezione. E poi se non ci fossi tu, non sarei in grado di fare niente”
Sorride e china il viso per baciarmi.
“Vorrei solo che ti stancassi di meno. Magari potremmo considerare l’ipotesi di assumere una tata..”
Sbuffo. Abbiamo già affrontato durante la gravidanza questo discorso, e mio marito sa come la penso. “No, Christian. Lo sai che non voglio..”
“Sì, lo so. Ma come fai da sola con tre bambini?”
“Ma non sono da sola! Ho mia madre, ho Gail”
“Gail ha la casa a cui badare, e tua madre, purtroppo, non resterà qui per sempre..” sospira, poi riprende “Amore, lo so che non ti piace l’idea che altre persone si occupino dei nostri figli. Ma man mano che Allie crescerà, diventerà tutto più impegnativo, poi ricomincerai a lavorare..”
“Facciamo così: godiamoci le feste di Natale e all’inizio del nuovo anno ne riparleremo”
Sospira di nuovo. “E va bene. Tanto, hai sempre ragione tu”
Mi accoccolo di più al suo petto. “È solo che non mi va di parlarne adesso. Voglio solo stare tra le tue braccia e rilassarmi”
Mi rendo conto di essere riuscita perfettamente nel mio intento quando, più di un’ora dopo, apro gli occhi e mi ritrovo accoccolata al cuscino. Il primo istinto che ho è voltarmi di scatto verso la culla, e sorrido non appena noto che Christian è seduto sul bordo del letto a sorvegliare nostra figlia.
“Hey” sussurro.
Mi guarda e sorride. “Hey”
“Ma mi sono addormentata?”
“Direi di sì. Ti senti un po’ più riposata?”
“Molto. La principessa?”
“Dorme ancora. Poco fa si stiracchiava un po’, sembrava volesse svegliarsi, ma poi ha ripreso a dormire..”
“Credo ancora per poco. Anzi, è strano che non abbia ancora reclamato cibo..”
Pochi minuti dopo la porta si spalanca e due piccoli uragani saltano sul nostro letto, facendo baccano e svegliando definitivamente Allie.
“Oh oh” Teddy fa un’espressione terrorizzata non appena sente il pianto della sorella.
“Per oggi non vi succederà niente, tanto Allie si stava già svegliando” li tranquillizzo “Potrei solo vendicarmi con un po’ di solletico” mi lancio su di loro e inizio a torturarli, tra le loro risate e i tentativi di dimenarsi.
Christian, nel frattempo, ha preso in braccio la piccolina. “Tranquilla, amore, di solito siamo normali”
“Dopo nove mesi trascorsi dentro di me, avrà già capito che tanto normali non siamo..” gli faccio presente.
Mio marito ride, scuotendo la testa, e si siede sul letto. Teddy e Phoebe lo accerchiano subito per attirare l’attenzione di Allie.
“Perché non sorride mai?” chiede perplesso mio figlio.
Scoppio a ridere. “Cucciolo, Allison è ancora troppo piccola. Dobbiamo aspettare qualche settimana prima di vederla sorridere”
La diretta interessata, anche se non sa sorridere, sa perfettamente far sentire la sua voce quando ha fame; così la prendo in braccio per allattarla, mentre mio marito porta i bimbi in cameretta per aiutarli a prepararsi per uscire.
“Stellina, mi sa che sei capitata in una famiglia di matti” mormoro a mia figlia, che è molto più impegnata a divorarmi il seno che ad ascoltare la mia voce. “Ma ti assicuro che questi matti ti amano da impazzire” le do un bacino sulla fronte e poi la lascio tranquilla.
Dopo la poppata, un cambio pannolino e un completino nuovo, affido la piccolina a mia madre e mi concedo una rapida doccia e persino cinque minuti per truccarmi. Devo pian piano abituarmi al fatto che per prepararci con una neonata impiegheremo il doppio del tempo rispetto a prima.
Ma, quando ci ritroviamo a passeggiare per le vie del centro, mi rendo conto che ne vale la pena. Le strade di Seattle sono tempestate di luci natalizie, di tanto in tanto dai grandi negozi si sentono le canzoni di Natale, con Michael Bublè e Mariah Carey che la fanno da padrone, e qua e là si incontrano omoni vestiti da Babbo Natale che distribuiscono volantini e palloncini ai bambini.
È un’atmosfera meravigliosa, la mia preferita. Si respira la vera aria del Natale, e farlo tenendo per mano i miei bambini, con Christian che guida orgoglioso la carrozzina, è mille volte più bello. Ho cercato di convincere anche mia madre a venire con noi, ma lei aveva già preso un impegno con Grace; ormai quelle due sono una coalizione insuperabile nell’organizzazione della festa che si terrà tra qualche giorno. Comunque, questa sera andremo a cena a Bellevue, così potrò vederle entrambe, e anche mio suocero, che in questi giorni è super impegnato in tribunale e si rammarica di non poter vedere i suoi nipoti quanto vorrebbe.
I bambini si guardano intorno con gli occhi colmi di meraviglia, e quella luce nei loro occhi mi scalda il cuore, facendomi persino dimenticare il mal di schiena. Proprio per questo da quando sono mamma trovo che il Natale abbia acquisito una nuova magia: perché i bambini guardano ogni cosa nuova con stupore, sanno incantarsi al cospetto delle vetrine che brillano delle luci di Natale, degli abeti che abbelliscono le vie, del profumo di cannella e vaniglia che permea l’aria intorno a noi.
“Mamma, andiamo lì!” esclama Phoebe, indicandomi un negozio di addobbi natalizi.
Christian mi fa un cenno di assenso, ed entriamo. Scaffali ed espositori sono così ricchi che non sappiamo neanche in che direzione guardare. Scegliamo delle nuove palline da appendere all’albero di Natale, alcuni soprammobili per il salone e una tenda di luci da esterni per il gazebo del giardino. Non è di certo l’unico negozio in cui facciamo follie, ma ne visitiamo altri e ci divertiamo a scegliere ciò che più ci piace per la nostra casa.
“Sai che sei davvero buffo?” dico ad un tratto a mio marito, che ha le mani piene di sacchetti. Adesso sono io a guidare la carrozzina, con Teddy e Phoebe saldamente ancorati al mio fianco.
“Per quale motivo, di grazia?”
“Perché non capita di certo tutti i giorni di vedere il grande Christian Grey alle prese con lo shopping e sommerso di buste..”
Lui mi rivolge un’occhiataccia. “Ricordami di chi è stata l’idea di uscire a fare shopping..”
Mi fermo e lo attiro per il bavero del suo elegante cappotto nero. “E tu abbi il coraggio di confessare che non ti stai divertendo da morire” lo sfido.
Il suo broncio si trasforma pian piano in un sorriso. “Non posso dirlo, e lo sai. Vorrei che pomeriggi come questo fossero infiniti” ammette con dolcezza.
Lo bacio e poi riprendiamo la passeggiata, fino a quando i bambini non si lamentano di avere fame. Ci rintaniamo all’interno di uno dei tre Starbucks della zona e ci godiamo uno spuntino a base di cioccolata calda e cookies. Allison, invece, ha dormito per tutto il tempo e non sembra avere voglia di partecipare alla conversazione.
“Allora, siete contenti degli addobbi che abbiamo comprato?” domanda Christian.
“Tantoo!” esclamano i nostri figli.
“Quando facciamo l’albero di Natale?” aggiunge Teddy.
Fingo di rifletterci, in realtà Christian ed io ne abbiamo già parlato. “Beeeh, io avevo pensato a domani pomeriggio. Ma se a voi non va..”
Phoebe quasi saltella sulla sua sedia. “Sìì domanii!”
“E poi dobbiamo anche scrivere la letterina a Babbo Natale” puntualizza mio figlio.
“Avete già pensato a cosa vorreste ricevere?”
I nostri figli abbandonano per un attimo le tazze di cioccolata e sembrano perdersi nei loro pensieri. Probabilmente vorrebbero chiedere così tante cose che non sanno neanche loro da dove cominciare. Mio marito ed io, però, cerchiamo di accontentarli ma al contempo di limitarli; abbiamo la possibilità di regalare loro tutto ciò che chiedono, ma non è così che vogliamo educarli. Vogliamo che i nostri figli capiscano il valore delle cose, e imparino che non si può avere tutto e subito, ma le cose che si desiderano devono essere meritate. Non è affatto semplice, al giorno d’oggi, cercare di inculcare questi valori, ma noi facciamo tutto ciò che è in nostro potere, e l’abbiamo sempre fatto, perché crediamo fermamente che se si comincia da piccoli, ci sono buone probabilità di riuscirci.
“Ma, cosa più importante, pensate di essere stati dei bravi bambini quest’anno?”
Loro annuiscono convinti.
“Sì, papà. Noi siamo bravi. Anche Allie lo sa”
Christian trattiene una risata e si sporge verso la carrozzina. “Allie, cosa ne pensi?”
Nostra figlia, che ha la testa coperta da un delizioso cappellino bianco e grigio, continua a dormire indisturbata. D’altronde, chi tace acconsente.
 

Il giorno seguente...

“Mamma, quanto tempo ci vuole ancora?” chiede impaziente mio figlio.
“Amore, non lo so..”
Lui sbuffa e si siede sul divano accanto a me. Phoebe fa lo stesso.
“Hey, scusate se sto sfamando vostra sorella..”
Christian assiste alla scenetta e ride, mentre aggiusta qua e là qualche ramo del nuovo abete che ci hanno consegnato dopo pranzo. Come abbia fatto mio marito ad ottenere una consegna di domenica, è ancora un mistero.
Mia madre, nel frattempo, ha radunato sul tavolo del salone tutte le palline, le luci e i gingilli che appenderemo all’albero. Non vedo l’ora che Allie finisca di mangiare per poter iniziare ad addobbare l’abete. Questo è uno dei momenti dell’anno che adoro di più, e mi sento emozionata esattamente quanto i miei bambini.
Non appena mia figlia si stacca dal mio seno, provo a riattaccarla e, quando lei rifiuta, ho la conferma che sia davvero sazia. Così la tengo sulla spalla e le do qualche colpetto dietro la schiena per farle fare il ruttino. All’improvviso, il suono del campanello mi fa sobbalzare.
“Chi sarà?” domando, perplessa.
Mia madre si dirige in atrio e sbircia attraverso la telecamera, aprendo poi il cancello esterno. Sento il rumore di un’auto che percorre il vialetto.
“Mamma, ma chi è?”
“Credo sia una sorpresa!!” urla, poi apre la porta d’ingresso.  
Pochi secondi più tardi, la porta viene chiusa e vedo entrare in salone...
“Papà!!”
“Nonno!!” gridano i bambini, correndogli incontro.
Mio padre spalanca le braccia e li circonda entrambi. Io mi volto verso mio marito, ma, dalla sua espressione perplessa, deduco che neanche lui fosse a conoscenza di questa sorpresa.
“Amori miei. Come state?”
“Bene” rispondono i miei figli in coro.
Christian va incontro a mio padre e lo stringe in un tipico abbraccio da uomini. “Ray, come mai qui?”
“Avevo troppa nostalgia della mia famiglia. Non vi vedevo da pochi giorni ma questa mattina mi è preso un magone.. Non ho avvertito perché volevo farvi una sorpresa, ma spero di non avervi disturbato..”
“Non devi dirlo neanche per scherzo! Siamo felicissimi di averla qui”
Mio padre sorride e poi mi viene incontro.
“Piccola mia” mormora, cingendomi le spalle con un braccio e baciandomi una tempia “Come stai??”
“Benissimo, papà. Sono giorni un po’ impegnativi, ma ce la caviamo bene!”
“E la mia piccola principessa??”
“Ha appena fatto la pappa. La vuoi un po’?”
“Vado prima a lavare le mani”
Si sfila il cappotto, va in bagno e poi ritorna in salone, già con le braccia protese per accogliere la sua nipotina.
“Ciaao cucciola di nonno. Dio, in pochi giorni sei già cresciuta così tanto..”
“E tu sei migliorato, vedo! Ricordo che quando nacque Teddy, avevi quasi paura di prenderlo in braccio..”
“Beh, in cinque anni e mezzo ne ho fatto di allenamento!”
La mamma prepara tè e caffè e li porta in salone; ci accomodiamo sui divani a chiacchierare un po’, e come al solito l’attenzione di mio padre è assorbita quasi completamente dai suoi nipoti. Stravede per loro, e loro sono incantati da lui. È bello vedere anche il rapporto che si è instaurato tra i miei genitori: si può dire che siano buoni amici, anche se non lo trovo il termine più consono per definire due persone che sono state insieme per diversi anni. Però hanno un bel rapporto. Amano scherzare tra loro, parlare di qualsiasi cosa, e l’atmosfera non è mai strana o imbarazzante.
Mentre i nonni fanno i nonni, quindi cercano di far addormentare la piccolina di casa, Christian, Teddy, Phoebe ed io iniziamo ufficialmente ad addobbare il nostro albero di Natale. Per arricchire l’atmosfera, accendo un paio di candele alla vaniglia e imposto l’impianto stereo sulla playlist natalizia. Le melodie sembrano piacere anche ad Allison, che sonnecchia indifferente tra le braccia del nonno.
I bambini appendono le palline ai rami più bassi, bisticciando di tanto in tanto quando non sono d’accordo su dove mettere cosa; Christian ed io, invece, ci concentriamo sulle zone più in alto. Lo ammetto, io sono quella un po’ più maniaca per quanto riguarda l’ordine e l’alternanza dei colori, per questo i miei figli chiedono continuamente la mia approvazione.
“Amore ma siete bravissimi”
“Nonni, Allie non vi ha ancora messo ko?” domanda Christian, rivolgendo uno sguardo ai miei.
“Ma se questa bimba è un angioletto! Esattamente come lo erano i suoi fratelli appena nati” osserva mio padre.
Teddy e Phoebe sorridono fieri a quelle parole e si avvicinano al nonno per dare un bacio ad Allie. Mio marito ed io ci scambiamo uno sguardo orgoglioso e innamorato.
Il tempo scorre senza che neanche ce ne rendiamo conto. I bambini corrono euforici intorno all’albero per appendere quanti più addobbi possibile, Christian ed io canticchiamo sulle note di All I want for Christmas is you, i miei genitori ci osservano con un grande sorriso sulle labbra, e Allison dorme tra le braccia di mio padre, avvolta nella sua coperta da cui spunta appena il suo visino.
Vorrei che questi momenti non finissero mai, per questo cerco di godere a pieno di ogni singolo istante.
“È rimasta l’ultima pallina” Christian fa ondeggiare davanti ai nostri occhi la sfera di vetro regalataci da Mrs Brixen ieri mattina. “Chi vuole appenderla??”
“Io, iooo!” esclamano in coro Teddy e Phoebe, com’era prevedibile.
“Senza litigare!” li ammonisco “La mettete insieme, okei?”
“Anche Allie!” puntualizza Phoebe.
La accontento e prendo in braccio Allie, chinandomi accanto a loro, che insieme reggono il nastro della pallina e la appendono ad un ramo fin dove arrivano con la loro altezza.
“Adesso non rimane altro da fare che accenderlo”
“Aspettate” interviene mia madre, alzandosi. Raggiunge l’interruttore e spegne la luce.
Christian afferra il piccolo telecomando della serie di luci dell’albero e fa il count-down per aumentare la suspense.
“Tre.. due.. uno..”
In un attimo l’abete si illumina di una miriade di lucine color oro, che risplendono ancora di più al buio del salone. Tutti e cinque ci mettiamo accanto al divano per osservare l’albero in tutta la sua maestosità. È stupendo, davvero stupendo. E l’abbiamo fatto noi, tutti insieme. Avverto quasi sulla pelle il calore che sprigionano le luci, che si diffonde in tutta la casa, e ci culla, dando il benvenuto al periodo più magico dell’anno, che per noi quest’anno sarà speciale il doppio.
“Oooh..” i nostri figli si esprimono in sussurri di stupore.
Mio marito prende Allie in braccio, tenendola contro il suo petto, e con il braccio libero mi cinge per la vita.
“Allora, che te ne pare?” mormora al mio orecchio.
Io sento una lacrima bagnarmi la guancia.
“È semplicemente straordinario”.
 

Angolo me.
Eccoci qui al termine del capitolo.
Vi spiego innanzitutto il motivo del mio ritardo: MI SONO LAUREATA! Ebbene sì, circa tre settimane fa sono diventata Dottoressa in Infermieristica pediatrica. Spero capiate quanto sia stata impegnata nei mesi di settembre e ottobre, e subito dopo la Laurea ho avuto bisogno di qualche giorno per riposare e scaricare lo stress e l’adrenalina. Come ben sapete, non amo scrivere in maniera forzata, quindi ho atteso che tornasse spontaneamente la voglia di trasformare nero su bianco le vicende che avevo immaginato nella mia testa.  
Adesso veniamo al capitolo. Come ho anticipato prima, non ho incluso i festeggiamenti del Natale perché ho voluto dare maggiore rilievo alla nuova quotidianità della famiglia Grey, impegnativa, un po’ caotica ma indubbiamente bellissima; alle reazioni di Teddy e Phoebe, che per ora sembrano aver preso molto bene l’arrivo della sorellina, si sentono grandi e le dimostrano tanto amore. Ho dato, inoltre, grande importanza all’atmosfera natalizia, perché è il mio periodo dell’anno preferito, e ho trasmesso la mia stessa passione anche alla nostra Anastasia e ai nostri bimbi preferiti. Il prossimo capitolo, così come questo, sarà ricco di momenti zuccherosi, quelli che a me piacciono di più e che, da quello che mi scrivete spesso, anche voi amate.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e sono impaziente di conoscere le vostre opinioni.
Voglio ringraziarvi con tutto il cuore per avermi aspettata, per aver continuato a dimostrarmi il vostro affetto. Credetemi, per me è la spinta più importante, perché senza il vostro supporto, non avrei la giusta carica per cercare di fare sempre meglio.
Vi prometto che il prossimo capitolo arriverà in tempi brevi, magari entro la fine del mese. Adesso ho un po’ di tempo libero e non voglio più farvi aspettare tanto.
Vi ringrazio infinitamente e vi abbraccio fortissimo.
A presto.
Mery.
 
   
 
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