Il destino di Ernesto de la Cruz era già scritto nelle stelle; era nato il 5 febbraio 1896 da Esmeralda Castro, la donna più bella di Santa Cecilia e da un ignoto viandante di passaggio che ebbe l’avventura di una notte con lei. Esmeralda era una prostituta e non era disposta a crescere un figlio, quindi lo affidò a suor Assunta, la madre superiora dell’orfanotrofio aperto un anno prima che lo battezzò con il nome di Ernesto Castro. Fino all’età di 5 anni fu un bambino gentile, poi gli altri bambini iniziarono a raccontare cose cattive su di lui : dicevano che era il figlio del diavolo perché sua madre era una sgualdrina e che non avrebbero mai giocato con il figlio del peccato. Quindi la sua personalità cambiò: di giorno recitava  la parte del bravo ragazzo ma con un po’ più di astuzia , di notte la maschera cadeva ed emergeva il suo lato egoista,crudele e vanitoso. L’unico a capire che indossava una maschera fu il suo insegnante di musica e proprietario dell’orfanotrofio Emilio Lopez Garcia: infatti,apprezzava la tecnica vocale di Ernesto ma non era mai completamente soddisfatto perché gli mancava il cuore e l’emozione che un cantante completo dovrebbe avere. Ernesto provava risentimento nei suoi confronti perché credeva nelle sue capacità e sarebbe diventato una star per dimostrargli che aveva torto. Ma quando Hector Rivera entrò nella sua vita, le cose peggiorarono; la sua crudele gelosia divenne più forte perché Hector aveva tutto: talento naturale nel suonare e cantare, un cuore puro e generoso e anche l’affetto del loro insegnante che lo proteggeva, lo viziava, lo coccolava; insomma, si prendeva cura di lui come se fosse suo figlio. Ciò decretò la sua ascesa al crimine; il 5 febbraio 1906, all’età di soli 10 anni, Ernesto Castro uccise Emilio Lopez Garcia con una potente dose di veleno per topi togliendo a Hector la possibilità di avere un padre, uccise suor Celeste  per non lasciare testimoni scomodi simulando il suicidio e approfittò del dolore di Hector per diventare il suo migliore amico e usare le sue canzoni future. Passarono gli anni, Ernesto lasciò l’orfanotrofio a 15 anni, cambiò il suo cognome in De la Cruz e lasciò Santa Cecilia per andare a studiare farmacia; quando tornò 7 anni dopo, trovò Hector sposato con una donna di nome Imelda e una figlia neonata Coco; erano un grande ostacolo per la sua ambizione musicale perché era Hector quello bravo a scrivere canzoni, non lui. Così in 3 anni elaborò il piano perfetto: sarebbe partito con Hector per un tour musicale di un anno con la scusa di guadagnare più soldi per la sua famiglia, ma in realtà lo avrebbe attirato in una trappola. Infatti, quando Hector iniziò a provare nostalgia per la sua casa e voleva andarsene, Ernesto lo uccise come aveva fatto anni prima con Emilio Lopez Garcia, si sbarazzò del corpo con l’aiuto di un ex amante, mentì a Imelda dicendo che Hector era fuggito con un'altra donna e rubò le sue canzoni diventando il più grande musicista di tutti i tempi. Quando morì prematuramente nell’agosto del 1942 ,schiacciato da una campana, le sue ultime parole furono per il suo vecchio insegnante:
“Hai visto caro maestro che avevi torto? Sono qui, amato da milioni di fan. E dov’è il tuo amato bambino? A marcire in una chiesa, dimenticato. Ho vinto!”    e così esalò il suo ultimo respiro.
Anche dopo 75 anni si rifiutava di perdere la sua reputazione e per questo doveva uccidere Miguel, il bambino che si era introdotto al suo party e che poi si era rivelato essere il pronipote di Hector; voleva mantenere viva la memoria di Hector e confessare i suoi crimini e lui non poteva perdere ciò per cui aveva lottato fin da bambino.
“Hector è il vero musicista. Tu sei quello che l’ha ucciso per rubare le sue canzoni!”
“Io sono quello disposto a fare di tutto per cogliere l’attimo. A qualunque costo !”