Film > Captain America
Ricorda la storia  |      
Autore: Dida77    16/11/2019    4 recensioni
...Avrebbero dovuto saperlo che il soldato d'inverno sarebbe uscito dal ghiaccio... e li avrebbe cercati... e li avrebbe trovati. Quello che sarebbe successo dopo, potevano immaginarlo facilmente.
Non era difficile.
Stucky
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il lanciafiamme purifica, ma la katana ha il fascino tipico delle arterie aperte che schizzano sangue dappertutto, mentre la luce negli occhi della vittima si spegne lentamente. Il rumore della katana è ammaliante, quando taglia la carne, quando spezza le ossa. Sembra di sentire la consistenza dei corpi nel palmo delle mani, sotto le dita. 
 
È per questo che ha scelto la katana.
Sapeva che sarebbe stata una carneficina. 
Doveva essere una carneficina. 
 
Avevano preso Steve, lo avevano portato via, dove lui non poteva proteggerlo.
Una carneficina era l'unica soluzione possibile. In fondo lo avevno voluto loro. 
Avrebbero dovuto saperlo che il soldato d'inverno sarebbe uscito dal ghiaccio... e li avrebbe cercati... e li avrebbe trovati.
Quello che sarebbe successo dopo, potevano immaginarlo facilmente.
Non era difficile. 
 
Shuri era stata brava, aveva fatto un ottimo lavoro e lo aveva liberato dai condizionamenti.
Ma il soldato d'inverno era sempre lì pronto, in attesa di comandi ogniqualvolta ce ne fosse stato bisogno.
Risvegliarlo era stata solo un'immediata conseguenza di ciò che era successo.
Nello stesso istante in cui si era reso conto che Steve era in pericolo, permettere alla parte peggiore di sé di venire fuori era stato naturale come respirare.
Alle conseguenze avrebbe pensato dopo.
Solo dopo, quando Steve sarebbe stato di nuovo al sicuro, tra le sue braccia. 
 
Adesso si stava facendo strada tra le decine di soldati dell'Hydra che gli andavano incontro lungo il corridoio. Lui avanzava, roteando la katana come se fosse un prolungamento del suo stesso braccio, lasciandosi alle spalle una scia di cadaveri mano a mano che procedeva.
 
All'inizio aveva provato a contarli, ma si era ben presto reso conto che tenere il numero non era poi così facile e aveva deciso di utilizzare quelle energie mentali per cose più utili, come rimanere in vita.
Non poteva certo morire in quella missione.
Aveva un compito da svolgere.
Trovare Steve e portarlo al sicuro era la priorità. 
 
Per un attimo le immagini di uno Steve minuto e scheletrico preso a calci e pugni dai bulli del quartiere in fondo ad un vicolo puzzolente gli tornarono alla mente e un ringhio sordo gli uscì inavvertitamente dalla gola. Una serie di bestemmie gli salirono alle labbra, ma le trattenne all'ultimo istante mentre la katana continuava a frullare inesorabile. A Steve non piaceva che si parlasse in quel modo... 'Linguaggio Bucky' sentì la sua voce nella testa e un mezzo sorriso gli distese le labbra, mentre il sangue continuava a schizzare in tutte le direzioni. 
 
Ad ogni porta che raggiungeva nella sua avanzata lungo il corridoio, il rumore secco di un calcio era seguito da quello dei cardini che cedevano. Ad ogni porta che si apriva su una stanza vuota una morsa gelida stringeva sempre più forte attorno al suo stomaco. Poteva sentire il sapore acido della paura sulla lingua, i brividi lungo la schiena, il battito accelerato del suo cuore, mentre nella sua testa combatteva affinché la paura di averlo perso per sempre non prendesse il sopravvento, mentre la katana continuava imperterrita il proprio lavoro. 
 

 
Il corridoio aveva smesso di vomitare soldati e un silenzio surreale era caduto tra quelle mura. Nessun lamento. Aveva fatto un ottimo lavoro. 
 
Era rimasta solo una porta da aprire. Solo una. E lui la stava guardando immobile. Nelle vene una paura fottuta di aprirla e di trovare vuota anche quell'ultima stanza.
Quella era l’ultima possibilità. Dopo non avrebbe saputo dove cercare.
Servì più coraggio del previsto per mettere la mano sulla maniglia e spingere, mentre l'altra teneva ancora la katana, ormai inutile in quella battaglia contro un’angoscia crescente. 
 
La stanza era al buio, rischiarata solo da una lampada al neon sopra un lettino da ospedale posto in mezzo alla sala. Lì sopra giaceva Steve, immobile, bianco come un lenzuolo, nudo fino alla cintura, con un labbro spaccato, un occhio gonfio e segni di bruciature sul petto e sulle braccia.
C'erano andati giù pesante, pensò in un misto di rabbia e angoscia. 
 
"Cosa ti hanno fatto?" Le parole uscirono da sole in un sussurro, coperte solo in parte dal rumore della katana che cadeva a terra. 
 
Si tolse il guanto destro con un unico gesto rabbioso, mentre il soldato d'inverno veniva relegato di nuovo nel posto più buio della sua anima, lasciando il posto ad un James Buchanan Barnes spaventato a morte da ciò che aveva davanti. 
Appoggiò la mano tremante sulla guancia fredda di Steve. Una carezza leggera mentre lacrime calde gli offuscarono rapide la vista. 
 
Per un attimo non successe niente. Poi un singulto improvviso scosse il petto di Steve, che riprese ad alzarsi e abbassarsi regolare sotto gli occhi di un Bucky frastornato. 
Un attimo dopo gli occhi azzurro cielo che conosceva così bene si aprirono incatenandosi ai suoi. 
 
"B..Bucky... Sei tu?" 
 
“Sì. Sono io. Mi hai fatto preoccupare da morire, scemo..."
 
"Non volevo… scusa." Rispose Steve utilizzando le stesse parole e lo stesso tono con cui gli rispondeva tutte le volte che aveva dovuto fare a botte per salvarlo dai bulli del quartiere. 
 
"Scusa tu, non sono riuscito a trovarti prima. Avrei dovuto..."
 
"Ehi... Non è colpa tua. Capito? Non devi più preoccuparti di tenermi al sicuro come facevi prima della guerra." 
 
"Tu non capisci. Tu non hai mai voluto capire, Steve. Io non devo tenerti al sicuro, io voglio tenerti al sicuro."
 
Steve sorrise premendo la guancia contro il palmo caldo del compagno, che sorrise di rimando lasciando che la tensione che lo aveva portato fino a lì gli scivolasse via dalle spalle. 
 
“Su, adesso andiamo a casa." Gli disse passandogli un braccio attorno alle spalle e uno dietro le ginocchia, tirandolo su e stringendoselo al petto. 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Captain America / Vai alla pagina dell'autore: Dida77