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Autore: ChrisAndreini    16/11/2019    2 recensioni
[Seguito di "Under the Bright Stars". Non tiene conto della terza stagione]
Chat Noir e Ladybug hanno scoperto le rispettive identità. Papillon ha vinto ed è scomparso nel nulla. La sua assistente Nathalie è scappata con il Miraculous della Volpe.
E Adrien e Marinette sono rimasti soli a raccogliere i pezzi.
Tra nuovi nemici, alleati improbabili, intricate trame, Miraculous difettosi e segreti antichi, dovranno tirare fuori tutta la loro forza per sconfiggere il male e restare insieme senza soccombere alla corruzione.
Perché si sa, il vero nemico è dentro ognuno di noi. Ed è il più difficile da sconfiggere.
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Corrupted 

Capitolo 3

 

Ladybug iniziava a capire perché Master Fu le avesse sconsigliato di utilizzare il Miraculous. Si sentiva completamente diversa da prima, e non molto in forma, a dire il vero.

Le tramavano le mani, ed era davvero in ansia, quasi malata.

Chat Noir le mise una mano sulla spalla, dandole un po’ di conforto.

-Tutto bene, insettina?- chiese, con un sorriso incoraggiante.

Ladybug fece un profondo sospiro, per calmare i nervi. Probabilmente non aveva niente di grave, era solo molto nervosa per via della conferenza stampa che sarebbe iniziata di lì a pochi minuti.

-Sto bene, solo un po’ agitata. Spero non ci metteremo troppo. Tu come ti trovi con il tuo Miraculous?- chiese al collega, controllando che non fosse pallido, o tremante, o altri effetti collaterali che sentiva su di sé.

Chat Noir, però, sembrava pieno di vita, perfettamente normale.

-Mi trovo bene, non sento differenze. Anzi, mi sento pieno di energia. Adoro le mie orecchie, la coda e il campanellino- rispose lui, con un grande sorriso, facendo suonare il campanello che portava al collo.

Ladybug ridacchiò.

-Siete pronti? Siamo in onda tra cinque minuti- da dietro la tenda dove i due stavano aspettando, Nadja comparve, professionale ma un po’ nervosa, facendo cenno ai due di accomodarsi in studio.

Il momento di leggerezza finì, e i due supereroi si presero per mano per darsi forza a vicenda, prima di entrare nella sala.

Sapevano perfettamente quello che dovevano dire, avevano provato con Alya, e Ladybug si era esercitata davanti allo specchio per tutta la notte precedente. Eppure non riusciva a scacciare l’agitazione che premeva sempre più dentro di lei

Grazie al cielo Manon era alla scuola pomeridiana, così non avrebbe dovuto badare a lei. Era un peso in meno.

-Tranquilla, insettina. Andrà tutto una meraviglia- la rassicurò Chat Noir, con un occhiolino. Ladybug avrebbe voluto avere la sua sicurezza.

I cinque minuti passarono troppo in fretta, e prima che Ladybug potesse prepararsi del tutto psicologicamente, erano in diretta.

-Salve, sono Nadja Chamack, in diretta dallo studio, dove Ladybug e Chat Noir, gli eroi di Parigi, sono ospiti per spiegare lo strano lampo di luce avvenuto qualche giorno fa- introdusse Nadja, dritta verso la telecamera, per poi rivolgersi ai due supereroi.

-A cosa era dovuto quel lampo di luce, e cosa aveva di diverso rispetto ad un normale Akuma?- chiese, incalzante.

-L’altra sera non abbiamo affrontato un akuma, ma Papillon in persona. C’è stato uno scontro diretto con lui e una sua alleata, che purtroppo è riuscita a scappare- esordì Ladybug, in tono grave.

Nadja sgranò gli occhi, e si portò una mano alla bocca, sconvolta. Era sicuramente una svolta inaspettata per lei.

-Cosa è successo? L’avete sconfitto? L’avete catturato? Dov’è adesso? Chi era?- cominciò a tartassare i due supereroi di domande. Da un lato sembrava davvero preoccupata, dall’altro estremamente eccitata. Probabilmente era felicissima di avere un tale scoop in esclusiva tra le mani. Ladybug si sentiva però quasi aggredita, e indietreggiò leggermente.

Chat Noir prese la parola, salvandola dalle domande scomode.

-L’abbiamo sconfitto e abbiamo recuperato il Miraculous della farfalla. Siamo venuti qui per affermare, con assoluta certezza, che Papillon non terrorizzerà più le strade di Parigi. Ma badate, non è una scusa per arrabbiarsi più di prima- spiegò, incoraggiante e con il solito tono rilassato e divertito, e un occhiolino dritto verso la telecamera. 

Nadja tirò un sollevato sospiro, ma non demorse.

-E Papillon? Chi era? L’avete catturato e consegnato alla giustizia?- insistette. 

Ladybug e Chat Noir si scambiarono un’occhiata. Sebbene il supereroe cercasse di apparire tranquillo, Ladybug si accorse che qualcosa nel suo sguardo era distrutto. Ancora non riusciva a pensare a suo padre, a quello che aveva fatto, e a come fosse scomparso nel nulla.

Decise di riprendere la parola, anche se era arrivata la parte che le piaceva di meno: mentire. Non avrebbe voluto farlo, ma non potevano fare altrimenti. Era importante che Parigi non andasse nel panico, e dire in diretta che avevano effettivamente perso lo scontro non sarebbe stato d’aiuto nel capire esattamente cosa fosse successo e quali fossero le conseguenze.

-Purtroppo la sua alleata è riuscita a salvarlo. Crediamo siano fuori Parigi e in fuga, pertanto io e Chat Noir, per trovarlo…- fece una pausa, temendo la reazione a ciò che avrebbe rivelato -…saremo fuori città per un periodo di tempo. È probabile che questa sia l’ultima volta in cui ci vedrete per un po’. Potremmo tornare sporadicamente per controllare la situazione, ma non saremo più i due supereroi attivi a Parigi a tempo pieno- affermò, toccando inconsciamente l’orecchino, che le stava iniziando a fare leggermente male.

Vide Nadja sbiancare, e prima che potesse riprendersi e tornare a bombardarla di domande, Chat Noir la anticipò.

-Questo non significa che lasceremo la nostra amata città scoperta. Ma la affideremo a mani molto sicure: le vostre- fece un altro sorriso in direzione della telecamera, questa volta più serio e incoraggiante.

Ladybug tornò a rivolgersi a Nadja.

-Abbiamo recuperato il Miraculous della farfalla, uno dei più potenti in circolazione. Sebbene Papillon lo usasse per creare supercattivi, lo scopo primario del Miraculous era quello di creare supereroi, ed è quello che farà la nostra nuova alleata: Purplefly. Una persona estremamente fidata, che molti di voi avranno già conosciuto nelle vesti di Rena Rouge- la supereroina sollevò una mano in direzione della tenda, che si aprì rivelando la nuova supereroina a tempo pieno, che entrò in studio con un enorme sorriso e si sedette con un balzo tra Ladybug e Chat Noir.

-Salve Nadja! Salve a tutta Parigi! Potete contare su di me. Farò in modo che la città sia sempre al sicuro, attacchi magici o meno- promise, con determinazione, e forse un po’ troppa eccitazione.

Nadja rimase senza parole per un minuto buono, poi accennò un sorrisino.

-Beh, si può dire che questa intervista è davvero piena di sorprese- commentò quasi tra sé, presa in contropiede da tutte le informazioni.

Ladybug, Chat Noir e Purplefly risposero a parecchie domande e spiegarono al meglio delle loro possibilità cosa sarebbe successo da lì in poi, affermando anche che la nuova supereroina sarebbe probabilmente stata accompagnata spesso da Carapace e in casi particolari anche da Queen B. 

Quando finalmente l’intervista si concluse, e i supereroi uscirono dallo studio, Ladybug non si sentiva poi molto meglio, ad essere sincera, anche se un grande macigno si era tolto dal suo petto.

-Spero davvero che mi apprezzeranno! Avrei preferito essere Rena Rouge, ma mi piace anche il nuovo costume. Spero solo che la cattiveria di Papillon non sia contagiosa- Purplefly era eccitatissima, e zompettava, come una una bambina in un negozio di caramelle, da un lato all’altro del tetto dove i supereroi si erano fermati a fare il punto della situazione,.

-Non credo, e in ogni caso noi saremo sempre qui pronti a riprendere in mano la situazione se dovessero esserci imprevisti- la rassicurò Chat Noir, divertito dal suo entusiasmo. 

-Anche se sarebbe molto meglio utilizzare i nostri Miraculous il meno possibile- aggiunse però Ladybug, sedendosi sul tetto e stringendosi un po’ infreddolita.

-Credo di sì, eppure io mi sento benissimo, non riesco proprio a capire la preoccupazione di Master Fu- obiettò Chat Noir, facendo qualche salto acrobatico per controllare le sue abilità.

Purplefly applaudì, e il gatto si inchinò.

-Che ne dite di festeggiare la pensione? Potremmo andare insieme da qualche parte- propose poi Chat Noir, pieno di energie, rivolgendosi in particolar modo a Ladybug, e girandosi finalmente verso di lei.

Il suo sorriso sparì notandola così debole.

-My Lady! Stai bene?- chiese in fretta, avvicinandosi. Purplefly fece lo stesso, preoccupata.

Ladybug alzò la testa verso di loro, e cercò di annuire e sorridere, ma non stava bene, non si sentiva affatto bene. 

Anzi, il tremore alle mani si era esteso al resto del corpo, e iniziava ad avere un forte mal di testa, come se avesse un martello pneumatico nel cervello. Gli orecchini sembravano scottare.

Ma non voleva preoccupare i colleghi, o sembrare debole. Doveva essere una leader forte e sicura.

Provò ad alzarsi e apparire normale.

-Sto bene, non preoccupatevi, ma credo che dovremmo…- la proposta di togliere i Miraculous venne interrotta quando le gambe le cedettero, e rischiò di cadere a terra, prontamente afferrata da Chat Noir, che la prese a mo’ di principessa, senza la minima difficoltà.

-Ora capisco le preoccupazioni di Master Fu- commentò il supereroe, posandole le labbra sulla fronte per controllare la sua temperatura.

Effettivamente Ladybug si sentiva febbricitante, e si strinse forte al gatto, che sembrava darle sicurezza e forza.

-Purplefly, controlla che non ci sia nessuno nei paraggi- ordinò il gatto alla nuova recluta, che eseguì in fretta, con attenzione.

-Sta tranquilla, andrà tutto bene, ti tengo- Ladybug sentì il suo collega sussurrarle all’orecchio, e si ritrovò a sorridere.

-Sono felice di vedere che resti sempre il mio cavaliere in armatura di pelle- commentò, ironica.

-L’unico e il solo- scherzò lui, con un occhiolino, ma la voce ancora seria, e preoccupata.

-Via libera!- annunciò Purplefly, atterrando davanti a loro.

-Perfetto, Ladybu…- iniziò ad incoraggiarla Chat Noir, sempre tenendola stretta, ma la supereroina aveva già capito il suo piano.

-Tikki, ritrasformami- disse al kwami, tornando Marinette tra le braccia di Chat Noir, e afferrando al volo Tikki, che cadde su di lei a peso morto, e tossì qualche bolla di sapone, prima di stringersi al petto di Marinette, provata dalla trasformazione.

La ragazza si sentì subito meglio, ma per sicurezza tolse anche gli orecchini, e li mise nella borsa che portava sempre con sé, insieme al kwami.

Fece poi cenno a Chat Noir di posarla a terra, dato che il pericolo era passato e lui doveva essere il prossimo, ma il supereroe la tenne stretta.

-Ti riaccompagno a casa. Ci vediamo domani, Purplefly- Chat Noir salutò la nuova eroina, che rispose al saluto con un’espressione a metà tra il preoccupato e il malizioso.

-A domani. Ti chiamo dopo, Marinette!- aggiunse poi, prima di zompare via e tornare a casa.

-Chat, puoi anche lasciarmi a terra, sto molto meglio adesso, e devi ritrasformarti anche tu per sicurezza- cercò di obiettare Marinette, senza però sforzarsi troppo per scendere dalle sue braccia. Oltre al fatto che erano una posizione piuttosto comoda, sapeva che con la sua sbadataggine e la debolezza improvvisa era probabile che sarebbe caduta dal tetto.

-Io mi sento bene, e riaccompagnarti a casa non mi costa nulla. Anzi, a dire il vero, mi sento…- lanciò un’occhiata all’anello, un po’ confuso, poi scosse la testa -…mi sento bene, ecco tutto. E poi mi va di godermi un po’ la vista dal tuo balcone- Chat Noir le fece un occhiolino, e Marinette si ritrovò ad arrossire senza potersi trattenere.

-Oh, beh… purché facciamo veloce- acconsentì, stringendosi a lui e lasciandosi trasportare.

Arrivarono a casa della ragazza in pochi minuti, e Chat Noir la posò delicatamente sulla sdraio, per poi poggiarsi sul balcone.

-Non riesco a credere che un oggetto così semplice sia stata la chiave di tutto- commentò il supereroe, indicando la sdraio.

Marinette sorrise tra sé.

-Già. Ma dovevamo aspettarcelo, sono sempre le piccole cose a fare la differenza- commentò, controllando Tikki che dormiva nella borsa.

Chat Noir sorrise.

-Un pensiero molto profondo, principessa. E davvero corretto- poi si guardò intorno -Forse dovrei andare, prima che mi vedano qui e indaghino al riguardo- commentò poi, zompando sul tetto.

Marinette era d’accordo, ma allo stesso tempo non riuscì a fare a meno di obiettare.

-Aspetta, Chat Noir!- lo richiamò.

Aveva una domanda, dentro, da troppo tempo, e sentiva il bisogno di esprimerla ad alta voce.

Lui si girò verso di lei, e piegò la testa, curioso.

Marinette non riusciva a guardarlo negli occhi, stringeva i pugni così forte che si stava ferendo i palmi delle mani con le unghie, ma alla fine si fece coraggio.

-Sei deluso?- chiese, sollevando lo sguardo verso di lui, senza però riuscire a incrociare i suoi occhi.

Il supereroe la guardò spaesato per un attimo, come se non capisse il motivo della domanda.

-Da cosa?- chiese, confuso.

-Da me! Insomma… non sono esattamente la Ladybug che ti saresti aspettato- Marinette iniziò a torturarsi le mani, nervosamente.

Chat Noir rimase così sorpreso che quasi cadde dal tetto, ma si riprese in fretta.

-Ma certo che no!- affermò con sicurezza, scendendo in piedi e prendendole le mani tra le proprie -Cioè, non sono deluso!- 

Marinette riuscì a guardarlo negli occhi, e l’affetto che notò fu abbastanza da farla arrossire interamente.

-Non avrei potuto chiedere di meglio! Sei sempre stata la Ladybug della classe, in lotta contro i bulli, pronta a far valere le tue idee. Mi sento stupido a non esserci arrivato prima, a dire il vero. Sono felicissimo che sei tu- la rassicurò, con un grande sorriso intenerito, facendole il baciamano.

Marinette non riuscì a trattenersi, e lo abbracciò di scatto, prendendolo in contropiede.

-Ed io sono felice che tu sia Adrien. Sono felice di conoscerti in tutte le tue vesti. Sei un sostegno importante per me, con e senza maschera- confessò, stringendolo forte.

Chat Noir ricambiò l’abbraccio, e le diede un bacio sulla fronte.

Marinette avrebbe voluto aggiungere un sacco di altre cose. Avrebbe voluto confessargli i suoi sentimenti, quanto forte fosse la cotta che aveva avuto per entrambe le sue versioni. Avrebbe voluto restare abbracciata a lui per sempre, ferma in quel momento di pace nel caos che era la sua vita, soprattutto negli ultimi giorni, ma non ebbe l’occasione di fare niente di tutto questo.

-Marinette, sei lì?- la voce di sua madre arrivò dalla camera, e i due ragazzi furono costretti a separarsi.

-A domani, principessa- la salutò Chat Noir, dandole un fugace bacio sulla guancia e scomparendo prima che Marinette potesse elaborare cosa fosse appena successo.

Rimase interdetta per un attimo, rossa quanto la tuta di Ladybug, poi la comparsa di sua madre la riscosse dai suoi pensieri.

-Eccoti! Puoi scendere in panetteria? Abbiamo bisogno del tuo aiuto- la richiamò Sabine. Marinette annuì, e cercò di tornare normale.

Per fortuna gli effetti negativi che le aveva causato il Miraculous erano già quasi del tutto spariti, perciò riuscì a tornare la pimpante e imbranata ragazza di sempre, senza che i suoi genitori sospettassero nulla.

 

Il giorno successivo, tutta la classe parlava dell’intervista fatta a Ladybug e Chat Noir, e commentavano la nuova supereroina ufficiale: Purplefly.

Alya, arrivata prima di Marinette, ascoltava i commenti con un sorrisino orgoglioso.

Fece cenno alla ragazza di raggiungerla, e Marinette eseguì, ascoltando a sua volta i pettegolezzi.

-Purplefly sembra una forza, non credi?- chiese, facendole un discreto occhiolino.

-Sono sicura che se Chat Noir e Ladybug l’hanno scelta sarà perfetta per il lavoro- rispose lei, cercando di non mettersi a ridere.

-Ragazze! Avete visto l’intervista ieri?- le raggiunse Nino, seguito da Adrien, che sorrise alle due ma non fece commenti al riguardo.

-Ne stavamo giusto parlando. Purplefly sembra affidabile, non credi?- chiese Alya al ragazzo, in tono casuale che nascondeva, almeno secondo Marinette, una traccia di minaccia.

-Certo, Rena Rouge era una brava supereroina, ma sono preoccupato per Ladybug e Chat Noir. Speriamo che prendano presto Papillon, chiunque egli sia- rifletté lui, senza dare segno di notare l’espressione pericolosa della ragazza, che però abbassò lo sguardo, sinceramente preoccupata.

-Già, concordo. Mi  mancheranno i vecchi supereroi- ammise, facendo un triste sorriso ad Adrien e Marinette.

Nino fece passare lo sguardo tra i tre, iniziando a rendersi conto che c’era qualcosa di cui era all’oscuro, ma prima che potesse chiedere chiarimenti, una voce irritata chiaramente udibile nonostante fosse dall’altra parte del cortile, attirò l’attenzione di metà scuola.

-Non riesco a credere che abbiano scelto Rena Rouge e non me!- esclamò Chloe, offesa, rivolta verso Sabrina, che annuì con vigore leggermente spaventata.

-Già, già- le diede man forte, poco convinta.

-Sono una supereroina mille volte migliore di lei!- continuò la bionda, scuotendo i capelli per darsi un tono.

Marinette alzò gli occhi al cielo. Chloe non avrebbe mai dovuto ottenere un Miraculous, figuriamoci diventare supererina a tempo pieno.

Provò a tornare al discorso e ignorarla, ma Adrien non sembrava della stessa idea, e si avvicinò a lei, con sguardo duro.

-Chloe, tutta Parigi sa la tua identità. Puoi ben capire che non potresti mai essere una supereroina a tempo pieno- cercò di farle notare, in tono rilassato. Sembrava molto più Chat Noir che Adrien. Marinette quasi si preoccupò che qualcun altro, oltre a lei e Alya, lo riconoscesse.

-Adrikins! L’identità è cosa da poco, sono comunque molto meglio della volpe. Non mi sorprenderei se diventasse cattiva come Papillon- Chloe surclassò l’obiezione di Adrien e gli si appiccicò al braccio, cercando di convincerlo della propria superiorità. Ovviamente abbassando altre persone.

Alya le lanciò un’occhiataccia, e iniziò ad avvicinarsi a lei per dirle quattro. Marinette la fermò per evitare che rivelasse inconsapevolmente la propria identità, e prima che potesse intervenire, lo fece Adrien, scostando il braccio.

-Mi dispiace dirtelo, Chloe, ma sebbene non sappia nulla di Purplefly, oltre alla sua precedente identità di supereroina, mi fido molto più di lei che di te. Se c’è una persona che rischia di diventare cattiva come Papillon, quella sei tu- le disse, sottovoce, in tono tranquillo, ma colpendo nel segno. Chloe impallidì e sgranò gli occhi, che iniziarono a riempirsi di lacrime.

-Come puoi dire una cosa del genere? Io sono un’ottima supereroina- si lamentò.

-E allora non cercare di abbassare gli altri solo per darti delle arie e inizia a fare qualcosa di buono. E intendo in modo disinteressato- concluse Adrien, in tono fermo e braccia incrociate, prima di tornare nel suo gruppo di amici.

Lo guardavano tutti a bocca aperta.

Marinette non aveva ancora lasciato andare Alya, anche se quest’ultima era rimasta congelata sul posto, un piede sollevato da qualche minuto sebbene non avesse più intenzione di andare da Chloe.

Nino fissava l’amico come se lo vedesse per la prima volta, e Marinette, sorpresa come gli altri, notò che si controllò un attimo le mani, come ad assicurarsi di non esserti trasformato per errore di Chat Noir.

-Che succede, perché mi guardate così?- chiese poi, tornando il dolce e gentile ragazzo di sempre e fissando gli amici un po’ imbarazzato, arrossendo appena.

-Non credevo che ti avrei mai visto parlare così a Chloe!- esclamò Nino, il primo a sbloccarsi, lanciando un’occhiata alla bulla che era tornata a lamentarsi con Sabrina ma a voce molto più bassa.

-Oh, ho sbagliato? Scusate, ma non sopportavo più il suo atteggiamento di superiorità ingiustificato. Ma voi ve la immaginate con il Miraculous della farfalla?- i quattro ragazzi non trattennero un brivido.

-Beh, sei il mio nuovo eroe! Ti stai facendo perdonare per “tu sai cosa”- Alya gli fece un occhiolino, tornando rilassata e gli diede una pacca sulla spalla, incoraggiante.

Poi Adrien guardò Marinette, l’unica che non si era ancora del tutto ripresa.

E in effetti Marinette non aveva idea di come reagire.

Da un lato, vederlo perdere le staffe con Chloe, in questo modo, era stato davvero soddisfacente, doveva ammetterlo. Ma d’altro canto… non era una cosa molto da Adrien, e neanche troppo da Chat Noir.

Era stato educato e non crudele, è vero, ma comunque molto strano per il suo carattere. E Marinette era certa di conoscerlo davvero molto bene, in tutte le sue vesti.

Decise infine di non rifletterci troppo. Dopotutto aveva difeso Alya e le decisioni che entrambi avevano preso. 

Sorrise, facendolo rilassare leggermente.

-Speriamo che Chloe si renda finalmente conto dei suoi errori- commentò, anche se non ci sperava più di tanto.

-Non credo di avere abbastanza potere, ma in fondo so che non è cattiva. Magari un rimprovero alla volta le farà bene- Adrien alzò le spalle e sorrise speranzoso, tornando del tutto come al solito.

La campanella incoraggiò gli studenti ad andare in classe.

Anche se nessuno riuscì a concentrarsi durante le lezioni. Il ritiro dei due supereroi principali, l’arrivo di una nuova supereroina e la gita di classe erano l’argomento principale della giornata.

-Ehi, Marinette- la chiamò Adrien piegando la testa verso di lei durante un cambio dell’ora.

-Sì?- chiese lei, piegandosi verso di lui, e vedendolo al contrario.

-Tu vieni alla gita di classe? Non ne abbiamo parlato- le chiese con nonchalance, ma Marinette capì i messaggi nascosti in quella frase.

Non le stava solo chiedendo se sarebbe andata, ma anche il permesso per andare a sua volta. 

Marinette non ci aveva ancora pensato, anche se avrebbe dovuto, dato che la scadenza era tra un paio di giorni. In effetti erano in pensione, ormai, e Alya sarebbe rimasta a Parigi, quindi in grado di proteggerla se Nathalie fosse tornata all’attacco.

-Non lo so, ma penso di si- disse poi -Credo che ne parlerò stasera con i miei genitori- gli rispose, cercando di fargli capire che era soprattutto con lui e con Master Fu che avrebbe dovuto parlarne, quella sera.

Adrien annuì.

-Io devo ancora convincere mia madre, ma penso che acconsentirà. Spero davvero che riusciremo ad andare entrambi. Non ho mai partecipato ad una gita di classe- commentò, con occhi brillanti.

Marinette, osservando così da vicino il suo entusiasmo, non riuscì a controllare il suo cuore, che iniziò a battere furiosamente.

E pensare che fino a qualche giorno prima aveva smesso di avere una cotta per Adrien in favore di Chat Noir. Ora che aveva scoperto che i due erano la stessa persona, la cotta si era solo ampliata. In effetti quella era un’altra questione che avrebbero dovuto affrontare, per quanto imbarazzante potesse essere.

-Grazie della tua considerazione, Adrien- si introdusse nella conversazione Nino, ridacchiando.

-In che senso?- chiese lui, cadendo dalle nuvole e tornando dritto.

-A me non hai chiesto se partecipo alla gita- si spiegò Nino, incrociando le braccia ma non apparendo particolarmente infastidito.

-Pensavo venissi, no? Anche tu, Alya…- si interruppe di scatto, iniziando a riflettere, e lanciò un’occhiata preoccupata a Marinette, che dovette trattenersi dal ridere. Probabilmente si era appena reso conto che se Alya fosse andata in gita la città sarebbe stata scoperta, e quindi loro dovevano restare.

-Io resto qui, Romeo- Alya interruppe i suoi pensieri, con tono divertito. Probabilmente anche lei era riuscita a seguire il suo filo di pensieri. 

-Oh, mi dispiace! Ma perché?- cercando di apparire deluso quando in effetti era chiaramente sollevato, Adrien indagò.

-Problemi in famiglia- Alya sventolò la mano come se la questione non fosse troppo importante.

-E dato che la mia Giulietta resta qui, le farò compagnia anche io- aggiunse Nino, alzando le spalle.

-Oh- questa volta, Adrien era decisamente deluso -Mi dispiace. Io e Marinette vi porteremo un souvenir… cioè, sempre se andiamo- 

-L’unico souvenir che accetto è che siate una coppia, appena tornate- Alya lanciò loro un’occhiata penetrante, facendoli arrossire entrambi.

-Alya!- si lamentò Marinette, seppellendo il volto tra le mani.

-Beh… speriamo- sussurrò invece Adrien, con un sorrisino appena accennato.

-Uh?- Marinette purtroppo non lo sentì molto bene, e prima che potesse indagare o ignorare il commento, l’arrivo dell’insegnante interruppe ogni discussione.

 

Quando Marinette tornò a casa dopo le lezioni, era davvero stanca, molto più del solito.

Sperò davvero che non fossero effetti collaterali dell’uso dei Miraculous. Anche se probabilmente era solo provata da tutto quello che era successo negli ultimi giorni, anche se, con Adrien e Alya, il peso sulle sue spalle era stato notevolmente ridotto.

E in effetti poteva tranquillamente andare in gita, dato che in ogni caso Master Fu le aveva sconsigliato di utilizzare il Miraculous e non c’era più Papillon a fare danni troppo gravi.

Appena si mise sul letto per riposarsi, prese il telefono e fece il numero del guardiano dei Miraculous.

-Pronto, Marinette. È successo qualcosa?- gli rispose lui dopo uno squillo, preoccupato.

-No, la situazione è sotto controllo. La ringrazio ancora per aver acconsentito a far entrare Alya nel team- lo rassicurò, sorridendo pensando alla gioia della sua migliore amica.

-È stata una buona idea. Ma ti ricordo che utilizzare nuovamente i miraculous della coccinella e del gatto nero potrebbe essere molto…- cominciò ad avvertirla, ma Marinette aveva sentito fin troppe volte quel suggerimento.

-…Pericoloso. Non si preoccupi, staremo attenti. A proposito di questo. Io e Adrien abbiamo la gita di classe, la prossima settimana, e mi chiedevo se potessimo andare, ora che i nostri servigi da supereroi sono in stallo. Potrei sempre portare il Miraculous del cavallo per ogni evenienza- chiese, incrociando le dita.

Voleva andare a quella gita più di quanto riuscisse ad ammettere. Non solo era un’occasione per avvicinarsi ad Adrien, come Alya aveva suggerito, ma aveva bisogno di riposo e tranquillità lontana dai drammi della città, e quella sembrava l’occasione migliore.

-Non credo che ci siano problemi. Non è neanche necessario portare il Miraculous del cavallo. Purché Purplefly resti in città- la rassicurò Fu, facendola saltellare sul letto dalla gioia.

-Grazie, grazie mille!- esclamò, facendolo ridacchiare.

-Stai comunque attenta, e tieni il Miraculous con te per sicurezza. Non possiamo rischiare che finisca nelle mani sbagliate- la mise comunque all’erta, e lei annuì vigorosamente.

-Non si preoccupi. Io e Adrien siamo affidabili- lo rassicurò.

Dopo la chiamata con il Guardiano, Marinette valutò se chiamare o no Adrien, ma lui la anticipò.

Quando vide il nome del ragazzo sullo schermo, Marinette sorrise e rispose immediatamente.

-Adrien, stavo per chiamarti- gli rivelò, ridacchiando e uscendo sul balcone per avere migliore ricezione e godersi l’aria fresca.

-Siamo ormai connessi, principessa- rispose lui, facendola arrossire.

Marinette immaginò un occhiolino molto alla Chat Noir con quella frase.

-Ho parlato con Master Fu. Ci ha dato l’ok per la gita- lo avvertì lei, e lo sentì esultare dall’altra parte della cornetta.

-Non sai quanto ne sono felice. Anche mia madre mi ha detto che va bene, anche se le mancherò molto per una settimana. Finalmente possiamo staccare un po’- Adrien sospirò, rilassato.

Marinette non poteva che trovarsi d’accordo.

-Già. Verona non è la meta che avrei scelto, ma sono felicissima di allontanarmi un po’ da Parigi- ammise, sentendosi un po’ in colpa ma non riuscendo a nascondere il suo sollievo al ragazzo, che ridacchiò tra sé.

-Ti capisco benissimo, principessa. Sarà una settimana stupenda, vedrai- le assicurò, in tono dolce.

Marinette sorrise tra sé, sentendosi molto meglio, e si mise sulla sdraio. Ogni volta che pensava o parlava con Adrien/Chat Noir, le veniva spontaneo avvicinarsi alla sdraio. Era stato il piccolo dettaglio che aveva permesso che scoprissero le rispettive identità, e Marinette lo considerava un anello di congiunzione tra i due.

-Sai, sono sulla tua vecchia sdraio- commentò Adrien, non trattenendo una risata nostalgica.

Marinette fece lo stesso.

-Io sono su quella nuova- ammise.

-Wow, siamo davvero collegati. Oh, a proposito. Ti andrebbe di andare a prendere un gelato, questo weekend?- le chiese, in tono casuale e allegro.

Marinette non trattenne un sorriso smagliante.

-Certo, con piacere- acconsentì, cercando di non risultare troppo esagitata nella risposta.

-Fantastico! Ti passo a prendere davanti casa e andiamo insieme al parco- propose.

Marinette avrebbe voluto chiedere se fosse un appuntamento, più per prenderlo un po’ in giro dato che era piuttosto certa di poterlo considerare tale, ma Adrien parlò prima che potesse farlo lei.

-Scusa, devo staccare. Mia madre mi sta chiamando. Ci sentiamo, Marinette- dopo un rapido saluto, la ragazza interruppe la chiamata, e sospirò.

Si sistemò più comodamente sulla sdraio e si concesse di respirare e rilassarsi.

Ormai il peggio era passato, aveva fatto del suo meglio e aveva risolto il più possibile i suoi errori.

Forse, forse finalmente poteva riposarsi e smettere di preoccuparsi.

Chiuse gli occhi, e ci sperò con tutto il cuore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Non serve che vi dico che se mancano due storie e uno spin-off, i drammi sono tutt’altro che finiti. Ma meglio che Marinette non lo sappia e si goda il momento.

Che dire del capitolo, si introduce ufficialmente Purplefly, Marinette e Adrien hanno il permesso di andare in gita, e ormai nulla trattiene i due amanti dallo stare insieme, almeno si spera.

Però c’è qualcosa di strano, non trovate? Adrien non è mai stato così con Chloe, per quanto gli desse fastidio il suo comportamento. 

Ha deciso di smuoversi? O c’è qualcosa che non va in lui? Qualcosa di sottile, di misterioso. Qualcosa che… è il titolo della storia.

Naaah, sicuramente è solo protettivo nei confronti dei suoi amici :)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ammetto che il numero di recensioni non mi fa ben sperare e mi abbatte un po’, ma spero comunque che i lettori silenziosi apprezzino la storia per il momento. Non nego che un feedback sarebbe davvero gradito, anche di poche righe.

Un bacione e alla prossima :-*

   
 
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