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Autore: parveth    17/11/2019    2 recensioni
[Imma Tataranni - Sostituto procuratore]
[Imma Tataranni - Sostituto procuratore]La segretaria di Vitali e' testimone di tutto cio' che accade in procura...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai erano quattro mesi che Monica lavorava come segretaria del procuratore capo Vitali e dire che quando aveva risposto all'annuncio del Comune non era neanche
troppo convinta.

Aveva trent'anni e si era laureata in interpretariato, sapeva quattro lingue ma non aveva mai trovato lavoro fisso, nemmeno al nord dove era nata e cresciuta: alla morte dei nonni materni erano  tornati a Matera, era impensabile mettere quella casa in affitto e non solo per il valore affettivo ma perche' sarebbe stata da risistemare completamente e serviva troppo denaro per farlo, cosi' ci erano andati ad abitare e lei si era messa di nuovo alla ricerca di un lavoro.

Come sempre il piu' delle volte non si degnavano nemmeno di risponderti, in questo nord e sud si equivalevano: non che lei si reputasse un genio ma insomma almeno
una chiamata…Quando finalmente era stata chiamata per lavorare li' quasi salto' di gioia: ottocento euro al mese erano meglio di niente e sperava le rinnovassero il contratto, aveva gia' lavorato in passato come segretaria per brevi periodi e le sembrava di essersela cavata bene, l'importante era che non la mettessero a tenere la contabilita' visto che con la matematica era una mezza sega ma non era questo il caso: di solito il suo lavoro consisteva nel registrare i nomi degli imputati e relativi processi nel computer, stampare documenti e cose di questo tipo inoltre iniziava alle 9 e staccava alle 18 per cui aveva tutto il tempo di rilassarsi.

Vitali era forse un po' pomposo ma con lei era gentile almeno finche' non ci si metteva Lei di mezzo.

“Lei” era Immacolata Tataranni, detta Imma, una dei procuratori e con fama da Attila: a detta di Vitali dove passava lei non cresceva piu' un filo d'erba, testarda e dedita al lavoro, compariva in Procura in abiti dai colori sgargianti e dagli abbinamenti improbabili con l'immancabile tacco 12 , anziche' stare ore sugli atti dei processi come i suoi colleghi se ne andava in giro ad indagare assieme alla polizia , di solito con l'appuntato Calogiuri a farle da assistente, spesso discuteva con Vitali riguardo le indagini che al contrario suo preferiva affrontare di petto.

Il suo capo dopo ogni scontro verbale oltre a rimettere a posto la sua adorata statuina di Pulcinella che la Tataranni inevitabilmente rovesciava, diventava cupo e o non parlava o rimaneva aggressivo per alcune ore. “Questa dev'essere un'emerita stronza” aveva pensato Monica la prima volta che l'aveva vista, col passare del tempo aveva dovuto in parte ricredersi anche se a parte i convenevolidi rito non avevano mai avuto una vera e propria conversazione: sicuramente era una donna tosta ma non le sembrava cattiva anzi. E in parte ammirava il suo coraggio nell'indossare quegli abiti: non che a lei non piacessero i colori ma sul lavoro si limitava a gonna o pantaloni neri con camicie e maglioni di vari colori ma quasi sempre tinta unita, in famiglia l'avevano convinta che era necessario vestirsi formale in quel contesto lavorativo.

Non erano neanche le dieci quando vide la Tataranni precipitarsi fuori dal suo ufficio, essendo quello di Monica situato tra il suo e quello di Vitali poteva vedere e sentire tutto quello che accadeva in entrambi se lasciava aperta la porta.

“Ma che succede?” chiese alzando gli occhi dal computer piu' a se stessa che ad altri.

“Hanno trovato il corpo di una ragazzina, quattordici anni poveretta” disse Diana, l'assistente di Imma facendo capolino dalla porta: Monica ci aveva preso il caffe' qualche
volta ma non erano in confidenza.

Verso le quattordici la Tataranni era di ritorno e dal viso sembrava apprestarsi a risolvere quello chesembrava un caso lungo e complicato: l'adolescente era stata trovata in una stradina secondaria riversa sul cemento dopo una caduta di almeno sei metri, restava da capire se si trattava di suicidio o omicidio.

L'autopsia sarebbe stata pronta solo di li' a poche ore e mentre Monica prendeva il caffe' la senti' dire a Diana “aveva quasi l'eta' di mia figlia ti rendi conto??” lei cercava di calmarla con poco successo, Monica fini' il caffe' e getto' il bicchierino nel cestino prima di tornare nel suo ufficio: detestava origliare anche senza farlo apposta.

Quando prese la sua borsa alle diciotto Vitali come sempre si stava lamentando della sua sottoposta:  Monica stava perdendo la pazienza e dovette mordersi la lingua per
evitare di  rispondergli male, capiva che sul lavoro non si poteva andare sempre d'accordo ci mancherebbe mala Tataranni pur con tutti i suoi difetti non le sembrava qualcuno su cui riversare cosi' tante lamentele: in fondo non si tirava certo indietro quando si parlava di lavoro e quello era l'importante no? Cos'altro contava?

“Beh” disse cercando di assumere un tono noncurante “forse e' un po' brusca ma mi sembra molto signorile” disse mentre passavano viciono all'ufficio di Imma.“Seh seh” commento' Vitali.

Distrattamente Monica diede un'occhiata nell'ufficio di lei attraverso la porta aperta: il procuratore in equilibrio sui tacchi era in piedi su una scala e reggeva con una mani
il ritratto di Mattarella e nell'altra un martello.

“ DIANA!! PORTAMI I CHIODI PER FAVORE CHE LI HO FINITI!!!” urlo' con voce stentorea mentre a Vitali si rizzavano in testa quei due peli che aveva e Monica dovette correre in bagno per evitare di scoppiare a ridere.

“Ma che cazzo ha quello da lamentarsi proprio non lo so” penso' uscendo.

 
  
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