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Autore: LadyItalia_UsabellaDream    18/11/2019    1 recensioni
Sono passati alcuni anni dagli eventi di Miraculous Ladybug (stagione 1-5 compresa) e non tutto quello che ci è stato raccontato appare chiaro. Quale segreto è nascosto nell'essenza dei Miraculous? L'episodio di "CHAT BLANC" ci ha fatto comprendere che nulla è immutabile e anche la più semplice delle azioni può modificare il destino degli eventi... UNA STORIA D'AMORE, DI MISTERO, IL TUTTO INCORNICIATO DA UNA SUBLIME "VILLE LUMIERE": PARIGI!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Amore, Mistero, Parigi...
Personaggi: Adrien Agreste, Marinette Dupain-Cheng, altri
Genere: azione, mistero, romantico
Rating: NC13
Avvertimenti: longfic, what if...?, original character
Wordcount: 1724 (...)
Note: Partendo dal fatto che sto facendo "letteralmente" un salto nel buio, ho deciso di scrivere questa storia già da un pò di tempo, ma ho preferito aspettare la fine della terza stagione per vedere se gli autori erano stati affini a quello che avevo in mente o, al contrario, mandare il mio lavoro fuori tema. In verità, il risultato è stato un bel 50 e 50.
Or bene, ci tengo subito a dire che l'episodio di Chat Blanc mi ha ispirato e senza che io faccia ulteriori spoiler, per chi non lo ha ancora visto, ho deciso che - a prescindere da qualunque cosa accadrà nelle future stagioni - cercherò di far combaciare il tutto. Lo so che sembra un'impresa titanica... MA CHI ME L'HA FATTO FARE?!?!? 
BOH! CHE DIRE... SONO MOLTO MASOCHISTA, RAGAZZI. SPERO COMUNQUE DI ESSERE UNA BUONA COMPAGNIA PER VOI... ME LO FARETE CAPIRE IN FUTURO ANDANDO AVANTI CON IL RACCONTO (QUESTO E' CERTO)...
 
AVVERTENZE: ACCETTO ANCHE IL LANCIO DEI POMODORI SE E' NECESSARIO, TANTO CHE VUOI CHE SIA UN PO' DI SUGO, LO LAVO IN LAVATRICE E HOP... COME NUOVA!!!
 
Questa fanfiction fa parte della categoria sequel/what if perché non sono onnipotente, onnisciente e non vivo né nella testa di Thomas Astruc, né degli altri autori/collaboratori. Perciò, accontentavi o semplicemente scrivete qualcosa di vostro xd (posso dire che Your Name a me ricorda un esempio originale di What If senza che mi ammazziate? Non ho tempo adesso per spiegarvi il perché io pensi questo, ma a prescindere da ciò quel film resta un CAPOLAVORO... almeno PER ME mentre per gli altri... OH BEH DE GUSTIBUS XD)!!!
 
La guerra contro Papillon ormai è solo un ricordo lontano, i nostri eroi vivono i loro giorni di pace e tranquillità e anche colmi di tanto FLUFF amoroso, ma Marinette ultimamente viene assorbita da pensieri che la portano a chiedersi il perché strani sogni e visioni la stiano tormentando...
Ovviamente, i Miraculous e i kwami sono sia la causa che la soluzione all'enigma, motivo per cui in alto avete un estratto di un Backstage esilarante riguardante "SANDBOY" appartenente alla seconda stagione. In pratica mille mila puntate fa!!!
 
Se volete rimanere aggiornati, vi lascio qui i miei dati social (non mi fa inserire il link perciò dovreste cercare manualmente così come vi ho scritto)!
 
Facebook: Fundimoz & Miraculous Backstage ZAG Heroez Italy Disney Channel ZagFanverse
 
Instagram: zag_fanverse_miraculousheroez -> dove trasmetto le dirette italiane degli episodi di miraculous che vanno in onda in prima tv assoluta su disney channel;
 
Youtube: IsaSora Lady Italia 15thDigidestined (Zag Heroez Italia) -> dove ho trasmesso la traduzione italiana del San Diego Comicon dedicato agli spoiler di Miraculous;
 
Facebook pagina interviste ai doppiatori (inclusi quelli di Miraculous) -> Vip & i nostalgici del doppiaggio: un tesoro inestimabile per l'Italia
 
Instagram pagina interviste ai doppiatori (inclusi quelli di Miraculous)  -> isasora15_ladyitalia_elleradio
 
 
BUONA LETTURA!!!
 
 
 
 
 
Il vento emetteva un rumore flebile e lontano. Nonostante questo, però, l’aria che si respirava era gelida come quella percepita durante un inverno rigido. Un suono ovattato, come di un tintinnio, si sentiva a malapena e solo concentrandosi si poteva provare a capire da che direzione provenisse.
Per non parlare della nebbia fitta che impediva di scrutare qualcosa oltre un palmo dal proprio naso. C’era una calma fin troppo spettrale che circondava l’area imperscrutabile. Strizzò gli occhi per mettere a fuoco e tese la mano in direzione delle nuvole di fumo biancastro che la rendevano incapace di distinguere cosa avesse intorno a sé. Come mosse la mano, quella sparì in mezzo alla nebbia apparentemente impenetrabile. Marinette, colta da un’improvvisa agitazione, chiuse gli occhi e respirò profondamente per tentare di calmarsi. Cercò di ragionare su dove si trovasse, dato che non vedeva niente e non aveva la minima idea di come fosse finita lì. Il suo istinto però le suggerì di muoversi a tentoni in mezzo alla coltre di nebbia perché sicuramente il percorso l’avrebbe condotta alla fine del tunnel di fumo. Prima, si mosse quasi gattonando poiché, come aveva provato spostarsi in avanti aveva urtato qualcosa che le aveva fatto perdere quell’equilibrio precario, che caratterizzava sempre la sua vita colma di buche e cadute. Sperava comunque di non imbattersi in un burrone e caderci dentro. Si fidava dei suoi “sensi da coccinella”, un po’ di meno dell’imbranataggine che la sorprendeva nei momenti peggiori o imbarazzanti. Catalogo questo in particolare sicuramente come “momento peggiore”. Per quelli imbarazzanti le bastava la sua “Adrienite acuta”.  L’unica cosa in cui doveva sperare era di confidare nel suo fiuto di supereroina ed essere ottimista come solo la sua controparte – Ladybug – sapeva fare meglio. 
Davanti a lei si estendeva solo un terreno imprecisato. Si chinò per toccarlo e notò che apparisse liscio al tatto. “Che poi era davvero un terreno o più un pavimento? Non le sembrava di trovarsi in una casa ma neppure di trovarsi all’esterno. Che fosse allora una strada levigata? Oppure qualcosa come una teca di vetro che ti protegge dal vuoto? Non ne era del tutto sicura e non riusciva ad intuirlo nemmeno con la suola delle scarpe. Tutto appariva buio quindi anche fosse stata una teca di vetro questa si sarebbe coperta e avvolta dalla nebbia biancastra.
Marinette mosse un passo e, come poggiò un piede sul pavimento, questo fece muovere prima la polvere che si trovava per terra creando dei piccoli vortici che fluttuavano per aria. Come se fosse stata solo una illusione creata dalla sua mente, come se il suo cervello si fosse destato da un sogno opaco, vide una folata di vento aveva spazzato via il grigiore circonstante. La nebbia si stava diradando e questo solo grazie al piccolo movimento commesso dal piede della ragazza 
La nebbia lasciò il posto ad una serie di immagini più nitide di un luogo stavolta decisamente ben definito. Nonostante non ne conoscesse l’origine e la zona circostante sembrasse fuori dal tempo e dallo spazio, a Marinette fu più che chiaro che di fronte a lei fossero apparse delle porte. Non erano delle semplici porte con pomello. Sembravano più dei simboli intagliati nel legno che, tuttavia, le ricordavano qualcosa di molto familiare. Linee rosse geometriche e ben definite disegnavano l’architettura delle fessure. La giovane portatrice del Miraculous provò a mettere più a fuoco e a spremere le meningi sul perché non ricordasse bene dove avesse già visto quel tipo di geroglifico scolpito sulla parete. Ciò che però distolse dai suoi pensieri la dolce Marinette non fu l’incapacità di rimembrare, quanto un rumore abbastanza inquietante proveniente da una delle porte… Il suo corpo non rispondeva più alla sua volontà. Era come immobilizzato dall’influsso ipnotico che sentiva essere emanato da una porta in particolare. Situata nell’angolo più a nord rispetto a dove si trovava, Marinette vide di sfuggita un’emblema che inizialmente fece fatica a riconoscere. Guardandolo meglio, però, lo riconobbe: il Miraculous della falena era inciso su una porta rotonda, incorniciato dai ghirigori color mattone già intravisti sugli altri infissi. Poi, come il sussurro di un diavolo tentatore, percepì nella sua testa una voce che la invogliava a raggiungere la porta, aprirla ed entrarvici dentro. Le sue gambe si mossero automaticamente e senza che se ne rendesse conto, la mano posseduta di Marinette aveva già girato il pomello della maniglia…
 
 
La sveglia le martellò nelle orecchie come se fosse un tamburo. E fu solo allora che Marinette aprì gli occhi di colpo.
 
«SVEGLIA SVEGLIA SVEGLIA MARINETTE. Il SOLE E’ GIA’ ALTO ED E’ ANCHE UNA SPLENDIDA GIORNATA PERFETTA PER IL TUO PRIMO ULTIMO GIORNO DI SCUOLA!»
 
Trillò Tikki, la sua dolce kwami, allegra e vivace manco fosse stato il giorno del suo compleanno. 
Il suono della voce della sua minuscola amica le appariva ancora troppo ovattato e poco chiaro nonostante sapesse di non star più dormendo…
 
La testa le girava come un hulahop. Ladybug si guardò intorno e comprese che non si trovava più in camera sua. La ragazza si rese anche conto che non sentiva più Tikki esultare e parlare. Presa dall’agitazione, cominciò a cercarla girandosi in tondo. La ricerca, però, venne interrotta quando realizzò di avere indosso il costume magico di Ladybug. Perché non ricordava di essersi trasformata? Ma soprattutto, perché era lì se fino a qualche momento prima aveva l’assoluta certezza che stesse chiacchierando con la sua kwami e si stessero reciprocamente dando il buongiorno? Eppure la stanza che la circondava –  nonostante fosse apparentemente formata da pareti bianche e dalla metratura indefinibile, come un lungo corridoio senza via uscita – aveva un’area familiare. 
Marinette cercò di fare mente locale per ricordarsi dove e quando fosse stata già lì in passato.
Poi, come un lampo che squarcia il cielo, una lampadina le se accese.
Era già stata lì perché era stata la Bunnix del futuro a condurla quella volta in cui, per una serie di eventi a lei ancora ignoti, Chat Noir era stato akumizzato in Chat Blanc e ciò aveva quasi scatenato la fine del mondo.
«Bentornata “Minibug”!» la salutò una voce familiare. Ladybug si girò e con stupore si rivolse alla ragazza del saluto: «Bunnix?»
Era la solita Bunnix venuta dal futuro? Quale guaio minacciava il suo presente questa volta?
«Detesto entrare nella tua mente così all’improvviso, ma devo avvertirti di un grande pericolo»
Ladybug sospirò chiudendo gli occhi e nascondendo quella solita insicurezza che era solita contraddistinguerla dal suo essere “Marinette”, domandò: 
«Chi minaccia la terra questa volta?»
«Una congrega di invasati che fa chiamare “The Writers”»
«Che nome poco…»
«Originale? Si l’ho pensato anche io» sorrise Bunnix pensando a come la piccola Ladybug fosse sempre così perspicace e di come qualche anno lontana dalla vita di supereroe non l’avessero arrugginita. Il discorso che aveva in mente, però, la incupì e tornò a farsi immediatamente seria. La portatrice del coniglio proseguì con la sua spiegazione dei fatti:
«L’unico problema è che questi presunti fanatici vengono percepiti dalla mia tana del tempo come un’anomalia del sistema…»
«Che vuol dire?»
«Ho provato a capire quale fosse la loro vita precedente nel passato risalente alla tua epoca e… non ne rilevo traccia» dichiarò come sconfitta da una amara rivelazione. A quelle parole Ladybug percepì un brivido dietro la schiena. «E’ come se non fossero mai esistiti…» dichiarò Bunnix concludendo il discorso.
«Come è possibile?!?» Ladybug iniziò a ragionare sul da farsi sperando che le idee le arrivassero questa volta più veloci del previsto.
«Ho paura che, incredibile a dirsi, questa missione sarà più complicata del previsto, anche perché la mia me stessa del passato non ricorda di aver mai affrontato un evento genere… ecco perché sono abbastanza confusa e ti ho contattata. Bisogna agire quanto prima possibile…»
 
 
“Tutti voi conoscete la storia di come sono nati i famosi gioielli dai poteri straordinari. Secoli fa un potente Bing Bang diede vita ad esseri piccoli, maestosi, immortali e dai poteri smisurati. Spiriti puri ed intangibili che avrebbero mantenuto l’equilibrio tra bene e male e solo quando sarebbe stato necessario sarebbero diventati visibili solo agli occhi dei prescelti che avrebbero utilizzato il loro poter per mezzo di gioielli magici e mantenere la pace secondo quanto dichiarato da un bene superiori. Questi magici oggetti erano noti con il nome di “MIRACULOUS”. Una volta costruiti, secondo la leggenda da un mago artigiano, i miraculous erano in grado di ospitare l’anima immortale di questi esseri – gli spiritelli denominati come “kwami” affinchè avessero potuto trasmettere il loro potere a quegli esseri umani predestinati a proteggere le sorti della storia. Ma sia gli eroi che i kwami dovettero pagare un caro prezzo. Più si utilizzava eccessivamente il dono del Miraculous, più il potere accresceva e poteva alle volte andare a corrompere l’anima di alcuni di quei prescelti. Non sempre i Miraculous riuscivano ad essere utilizzati per fare del bene. Tra tutti i gioielli però, due erano risultati più potenti di altri: gli orecchini della coccinella che trasmettono il potere della creazione e l’anello del gatto nero che trasmette il potere della distruzione. La leggenda, infatti, vuole che se mai si dovessero usare entrambi i Miraculous, si otterrebbero il potere assoluto. Ma tutto ciò costerebbe un caro prezzo… Ad un’azione corrisponderebbe un’altrettanta reazione del medesimo valore. Uno scambio equivalente. Una vita per una vita. Se qualcuno osasse mai modificare il passato, cancellare le leggi della magia e riportare in vita i morti, ci sarebbero conseguenze gravissime che condizionerebbero la linea temporale delle nostre esistenze e ci condurrebbe alla fine di tutto ciò che conosciamo…
Ogni storia mostra una sua versione dei fatti che nasconde un segreto… “
 
Il grande saggio amanuense stava trascrivendo con lentezza e precisione l’ultimo frammento sul segreto dei magici gioielli dai poteri mistici quando un suo allievo lo interruppe bruscamente.
«Grande saggio! La somma maestra ha parlato con gli spiriti della quinta dimensione. E sembra che non le abbiano dato delle buone notizie» disse amareggiato il giovane apprendista che cercava di non mostrare il timore che lo stava angosciando. Le parole dette dalla somma sacerdotessa lo avevano scosso e adesso facevano fatica a venire fuori»
«Giovane allievo, non aver paura di rivelarmi ciò che ti affligge. La nostra causa ci ha sempre insegnato a non aver timore di rivelare la verità perché la speranza non verrà mai spenta di fronte ai problemi che ci minacciano. Perciò, respira apprendista e fatti coraggio, raccontandomi tutto…»
   
 
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