Videogiochi > Sonic
Segui la storia  |       
Autore: Justice Gundam    18/11/2019    3 recensioni
Versione rivista e corretta della mia precedente fanfiction. Nella dimensione dove hanno origine tutti i sogni dell'umanità, un essere malvagio sta accumulando un potere immenso, allo scopo di oltrepassare la barriera che divide il sogno e la realtà, e invadere il nostro mondo. Solo Sonic e i suoi compagni potranno fermarlo, con l'aiuto di qualche nuovo compagno...
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Chris Thorndyke, Knuckles the Echidna, Miles Tails Prower, Sonic the Hedgehog
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sonic X: Gate of Your Dreams Director's Cut

Una fanficton crossover (Sonic X / NiGHTS Into Dreams) scritta da: Justice Gundam

 

----------

 

Capitolo 6 - Il giorno della gita

"Eccola, finalmente! Siamo arrivati a Twin Seeds!" esclamò Helen, guardando fuori dalla finestra dello scuolabus, e indicando la curiosa costruzione che svettava sugli edifici della città. Immediatamente, un piccolo stuolo di scolaretti si riunì attorno alla biondina, e tutti puntarono lo sguardo verso il più alto dei palazzi della città, quello sormontato da una guglia di forma inconfondibile, un'alta e snella piramide che sembrava toccare le nuvole.

"Quella è la famosa Twin Seeds Tower!" esclamò Chris non appena riconobbe l'edificio che aveva visto più volte alla televisione o nei giornali. "E' vero che dicono che quella strana piramide abbia più di cento anni, professor Stewart?"

L'insegnante che accompagnava la classe si aggiustò gli occhiali e fece segno affermativo con la testa. "Si può dire così, tecnicamente. In realtà, quella guglia è abbastanza recente, ma la sua forma era stata realizzata molto tempo prima. Vi ricordate, vero, che due anni fa è stato celebrato il centenario della fondazione di Twin Seeds?" rispose.

"Sì, è stato quando hanno fatto quella grande festa..." rispose Danny. "L'ho vista in televisione, è durata tre giorni!"

"Sì, sto parlando proprio di quella." affermò Stewart. "Beh, in effetti è stato esattamente 102 anni fa che la città di Twin Seeds è stata fondata. Si dice che un giorno, un umile fabbro che viveva in questa zona, preso da un'incredibile ispirazione e foga creativa, abbia iniziato a lavorare alla forgia per creare un'immagine che aveva visto nei suoi sogni. Un'alta guglia luccicante, uguale a quella che vedete in cima alla Twin Seeds Tower."

"Forte!" rispose Francine. "Certo che quel fabbro doveva essere un visionario!"

"Ma la storia non è finita qui." continuò Stewart. Chris e i suoi amici avevano la netta impressione che gli piacesse molto raccontare questi aneddoti. "Si dice che la notte in cui il fabbro ebbe terminato il suo lavoro, due strane luci rosse abbiano attraversato il cielo, e si siano schiantate in un luogo molto vicino alla sua casa, per poi inabissarsi nel terreno... come due semi gemelli. Da qui, il fabbro ebbe l'idea di chiamare il suo villaggio, Twin Seeds. E nel corso di un secolo, questa città è cresciuta e si è espansa, fino a diventare... beh, quello che vedete in questo momento!"

"E così, andremo a visitare la Twin Seeds Tower?" chiese Chris, sentendosi stranamente entusiasta di quella gita. All'inizio, non era stato troppo convinto, complice anche lo strano sogno che aveva fatto  - e ancora era convinto che quel sogno fosse una sorta di premonizione - ma adesso che era lì con i suoi compagni di scuola e con il suo insegnante, cominciava a sentirsi più tranquillo.

"Sì, è sicuramente la cosa più importante da vedere, da queste parti." rispose Stewart. "A proposito... Sonic e i suoi compagni, dove sono in questo momento?"

Chris ridacchiò e indicò con lo sguardo il fianco sinistro dello scuolabus... e proprio in quel momento, un ben conosciuto porcospino blu si affiancò al veicolo, talmente veloce che si riusciva a vedere soltanto una scia blu cobalto con uno sguardo acuto e un sorriso sicuro. Poi, il ragazzino indicò verso l'alto, oltre il soffitto del pullman, verso un ormai familiare aeroplano pilotato da un certo volpino a due code...

"Non vi preoccupate, professore. Hanno i loro modi di seguirci." commentò, e la classe fece una risata mentre Sonic si voltava verso di loro e salutava con un cordiale gesto della mano, senza rallentare nemmeno un po'...

 

----------

 

Finalmente, circa un'ora dopo, lo scuolabus si era fermato all'albergo in cui i ragazzi avrebbero passato la notte, e il Tornado X era atterrato senza particolari problemi sul tetto dell'edificio, permettendo così a Tails, Knuckles, Amy, Cream e Cheese di scendere giù e sgranchirsi un po'.

"Aaaah, finalmente! Cominciavo a sentirmi un po' stretta..." affermò la graziosa riccia rosa. Si sgranchì le spalle e controllò che il suo vestito fosse a posto, e che il suo immancabile martello fosse ben assicurato sulla sua schiena. "E così questa è Twin Seeds... davvero una bella città!"

"Stai già pensando di cercare di portare Sonic a fare un giro romantico?" chiese Knuckles con un sorriso sarcastico. "Buona fortuna...secondo me, quello se l'è già squagliata a fare una corsa per la strada principale."

"Ooooh, e non fare sempre il guastafeste, Knuckles!" lo rimbeccò Amy. Cercò di dargli un colpetto con il suo martello di gomma, ma l'echidna rosso, con un gesto annoiato della mano, fermò il colpo. "Vedrai che Sonic sarà qui tra poco! E sono sicura che verrà a prendermi, e assieme faremo un bel giretto in questa città da sogno!"

Il tono di Amy cambiò di nuovo, e delle comiche scintille rosa cominciarono a brillare tutt'attorno a lei... e nessuno dei presenti osò contraddirla. Quando la graziosa riccia rosa cominciava a fantaticare, non gradiva per niente essere riportata alla realtà.

"Ehm... mettendo da parte quello che pensa la signorina Amy..." affermò timidamente Cream, avvicinandosi a Knuckles assieme al suo inseparabile Cheese. "Signor Knuckles, pensa che potremo andare a fare una passeggiata per Twin Seeds, intanto che Chris e i suoi amici fanno la loro gita?"

"Immagino che non ci sarà problema. Magari dare un'occhiata in giro potrà essere utile più avanti." rispose l'echidna rosso, il cui senso del dovere non gli permetteva di mettere da parte per lungo tempo la missione che si erano dati. "Comunque, la cosa più importante è quella guglia che abbiamo visto."

"Già, è lì che si sono concentrati i fenomeni misteriosi di cui abbiamo sentito parlare." rispose Amy, riportata alla realtà. "Chissà cosa troveremo da quelle parti..."

"Ehilà, ragazzi! Non male il comitato di benvenuto!" si intromise la voce squillante e vivace di Sonic. Il velocissimo porcospino blu era arrivato in quel momento sul tetto dell'edificio, e si era appoggiato con la schiena ad una fiancata del Tornado X, facendo un segno di vittoria con la mano destra. "Se volete la mia, troveremo di che divertirci da quelle parti!"

"Awwww! Sonic, non pensi che ci potremmo andare noi due da soli? Sarebbe un posto perfetto, per una passeggiatina romantica, non trovi?" chiese Amy con un sorriso radioso. La riccia rosa si piazzò in un lampo al fianco del suo eroe, e si avvinghiò come l'edera sul suo braccio sinistro, e Sonic non potè fare altro che rivolgerle uno sguardo stupito, e sbattere gli occhi un paio di volte per lo stupore.

"Ah... ehm... grazie, Amy, penso che... avremo tutto il tempo dopo, di fare queste considerazioni!" Sonic cercò gentilmente di liberare il braccio dalla presa di Amy, cosa più facile a dirsi che a farsi - quando Amy decideva di attaccarsi a lui, sapeva essere più tenace dei robot del Dr. Eggman! Per fortuna, la ragazza mollò la presa quel tanto che bastava a Sonic per liberarsi senza strattonare, e il riccio blu la ringraziò con un cenno appena visibile della testa. "Ad ogni modo, adesso Chris e i ragazzi si stanno sistemando nelle loro stanze. Immagino che ci metteranno un po', e nel frattempo, se volete, possiamo andare a fare una visitina a Twin Seeds per conto nostro!"

"Era quello che aveva proposto Knuckles, in effetti." rispose Tails, muovendo lentamente le sue due code. "E devo confessare che anch'io sono curioso di vedere com'è questo posto."

Sonic si sfregò con un indice sotto il naso. "Bene. Allora, diciamo a Chris e agli altri dove andiamo, e poi si parte!" affermò, contento di non dover stare fermo a lungo. "Vediamo un po' cosa c'è di interessante in giro..."

 

----------

 

Christopher e Danny entrarono nella loro camera d'albergo, portando con sè le loro valigie e osservando con ammirazione l'arredamento. Non era certo una stanza molto decorata, ma era comoda e funzionale, con due letti singoli separati, una televisione a schermo piatto posta là dove la si poteva vedere meglio, e una grande finestra che dava su un impressionante scorcio di Twin Seeds, e in particolare della sua celeberrima torre.

"Wow, credo proprio che ci sia capitata la stanza migliore!" esclamò Danny. Senza attendere oltre, il ragazzino di colore entrò per primo, raggiunse il letto che aveva designato come suo, e ci buttò sopra lo zaino, poi appoggiò lì accanto la sua valigia e si sgranchì le spalle. "Mitico! Questo posto è davvero fantastico, Chris! Stavolta i prof hanno davvero indovinato la gita!"

Chris ridacchiò nervosamente, ben consapevole che molto probabilmente ci fosse qualcosa di grosso in preparazione... ma quello non era nè il tempo, nè il luogo di parlare di certe cose. Oa che il mondo era riuscito ad evitare non una, ma addirittura due catastrofi, non era il caso di parlare di certe cose, almeno finchè non fosse stato necessario. "Beh, bisogna dire che è un bel posto, questo sì... spero che anche le ragazze si trovino bene. E Sonic e gli altri, dove saranno finiti?"

La risposta a questa domanda arrivò immediatamente, allorchè il porcospino blu apparve sulla soglia della camera dei due ragazzi, sorridente e pimpante come al suo solito. "Ehilà, ragazzi! Bella stanzina, Chris!" esordì, invitandosi in camera senza tanti giri di parole mentre i suoi compagni arrivavano poco dopo. "Si vede anche la Twin Seeds Tower da qui! Che te ne pare? Credo che avremo da divertirci!"

"Ah... ciao, Sonic! Io e Danny ci siamo appena sistemati, e... adesso ci riposiamo un po'!" rispose Chris, per poi salutare uno per uno il resto degli amici di Sonic. "Beh... e voi che cosa fate, ragazzi? Volete... non so... restare un po' qui a riposarvi anche voi?" Tra sè, pensava che fosse una domanda un po' sciocca, visto che Sonic odiava stare fermo,  ma... segretamente, sperava che il riccio blu si fermasse un po' con lui.

"Grazie, Chris, ma... beh, mi conosci, non sono uno che si stanca facilmente." rispose Sonic, e fece un occhiolino al suo amico umano. "Piuttosto, io e i ragazzi avremmo voglia di dare un'occhiata in giro, qui a Twin Seeds. Giusto per muoverci un po' e ambientarci, sai com'è."

"D'accordo." rispose Chris. Si aspettava quella risposta, quindi non ne rimase esattamente deluso, ma anche così gli dispiacque un po' non poter passare più tempo con il suo migliore amico. Doveva ammetterlo, a volte aveva davvero paura di restare solo se Sonic e i suoi compagni se ne fossero andati...

No, in effetti... doveva essere obiettivo. Sonic, Tails, Knuckles e tutti gli altri... erano lì soltanto di passaggio. Una volta che avessero trovato il modo di tornare sul loro mondo... si sarebbero salutati, molto probabilmente per sempre... e allora, cosa avrebbe potuto fare? Il pensiero riempiva di sconforto il ragazzino, l'idea che un giorno o l'altro, Sonic e i suoi compagni non sarebbero più stati lì a rendere speciale ogni giornata... e avrebbe ripreso a sentirsi solo...

...un momento. Chris si fermò a pensare, rendendosi improvvisamente conto di qualcosa che fino a quel momento gli era sfuggito... perchè si sentiva solo, poi? Ora che ci pensava, gli sembrava così strano. Non era certo che i suoi compagni di classe lo mettessero in disparte. Passava un bel po' di tempo con Danny, Francine ed Helen... certo, c'era il fatto che i suoi genitori non erano spesso a casa, ma... c'erano comunque suo nonno, Ella, Tanaka... quindi da cosa gli derivava questa sensazione di solitudine? Per qualche motivo, in quel momento si sentì terribilmente egoista...

"Pronto? Terra a Chris? Mi senti?"

Il ragazzino fece un salto quando vide Sonic che gli agitava una mano davanti alla faccia, per risvegliarlo dalla trance in cui era caduto. Chris fece un passo indietro e si sfregò la nuca con una mano, cercando di nascondere l'imbarazzo. "Aaah, scusa, Sonic, mi sono messo a pensare... e non mi sono più accorto di nulla." affermò. "Ecco... va bene, Sonic, hai ragione. Vai pure a dare un'occhiata in giro... io, Danny e le ragazze ci ritroviamo tra poco e vediamo cosa possiamo fare nel nostro primo giorno a Twin Seeds!" Chris riuscì a fare un sorriso sincero verso la fine del discorso, in qualche modo sollevato. Adesso non era il momento di pensare a certe cose, ma si impose di ripensarci più tardi e cercare di capire quale fosse il suo problema...

"Okay, ragazzi! Ci si vede più tardi, allora!" rispose Sonic, e fece il segno dell'okay a Chris e Danny. Il resto del gruppo di Sonic salutò i ragazzi, con Amy e Cream che agitavano educatamente le mani, Tails che faceva un cenno di intesa, e Knuckles che diceva di sì con la testa. "Se veniamo a sapere qualcosa di interessante, ve lo facciamo sapere al volo!"

"Okay, Sonic... okay, ragazzi, divertitevi!" rispose Danny. Chris salutò con la mano, e il porcospino blu fece un segno dell'okay prima che lui e i suoi amici si dirigessero verso le strade di Twin Seeds...

 

----------

 

Nel frattempo, in un piccolo campo sportivo tra il centro e la periferia di Twin Seeds...

Un pallone da calcio descrisse un'ampia traiettoria in aria, volando sopra il campo per un paio di secondi prima di atterrare con un fruscio nella rete... e il ragazzino che aveva appena scagliato quel tiro impressionante esultò per la gioia e alzò un pugno in aria. "Yahooo! Gol! Che gol incredibile! Un altro punto per il giovane William Taylor, promessa del pallone!" esclamò entusiasta. Un gruppo di ragazzini della sua età - non più di dodici anni - applaudì brevemente, e alcuni di loro si congratularono con lui per la sua abilità.

"Bel tiro, Will!" esclamò un ragazzino della stessa età, mentre William andava a raccogliere il pallone. William era un ragazzo abbastanza alto e ben piantato per la sua età, con i capelli biondi scuri tagliati corti e un paio di vivaci occhi azzurri, con addosso una maglietta da calcio rossa a maniche corte, sopra la quale portava un gilet verde e giallo. Portava anche un paio di pantaloncini corti ed ampi che permettessero la massima libertà  di movimento, e un paio di scarpe da ginnastica già un po' usurate - in pratica, dava l'impressione di non dare tanto peso a cosa si metteva addosso, purchè fosse possibile muoversi bene, correre e sporcarsi senza troppe remore. "Ma adesso facciamo qualche altro tiro, okay? Lascia un po' di divertimento anche a noi!"

"Va bene, va bene!" rispose allegramente William, mentre faceva per recuperare il pallone. Stava per chinarsi e raccoglierlo, quando sentì improvvisamente una strana sensazione di smarrimento, ed ebbe la sensazione che la vista gli si stesse annebbiando per un secondo. Il ragazzino si alzò di colpo, e si sfregò gli occhi, pensando che si trattasse di un colpo di sole... e quando li riaprì, vide che qualcuno aveva già raccolto il pallone e glielo stava porgendo con un sorriso gentile.

"Papà?" esclamò Will, sorpreso e al tempo stesso felice. Sbattè gli occhi per essere sicuro di non avere le allucinazioni... suo padre era spesso via per lavoro, e spesso aveva desiderato poter giocare un po’ a calcio con lui, ma le occasioni erano rare. Forse quella era solo un’allucinazione… suo papà era via per lavoro anche quel giorno, non era possibile che fosse lì in quel momento…

E invece no, il signor Taylor era proprio lì, e teneva in mano il pallone sorridendo con gioia a suo figlio. Per quanto la parte razionale di William gli gridasse che non era possibile, che era una specie di illusione, o forse un sogno ad occhi aperti… in quel momento, il giovanissimo calciatore non aveva nessuna voglia di ascoltare la cosiddetta “ragione”.

“Papà! Papà, sei tu!” esclamò William, ormai completamente dimentico di tutto quello che gli stava attorno. Se avesse prestato un po’ più di attenzione, forse si sarebbe accorto che il paesaggio attorno a lui sembrava essere scomparso, sostituito da un’immensa distesa di erba verde, una pianura infinita e quasi inquietante nella sua grandezza – solo terra, erba e cielo aperto. Completamente preso dalla gioia, Will corse verso suo padre per abbracciarlo…

Ma il suo entusiasmo si smorzò di colpo quando si rese conto che stava accadendo qualcosa di veramente strano – per quanto lui corresse, il terreno sembrava muoversi nella direzione contraria come un immenso nastro trasportatore, allontanando sempre più Will da suo padre a prescindere da quanto lui corresse! E cosa ancora più strana, il papà di Will sembrava non essersi accorto di niente, e continuava a reggere il pallone e a sorridere…

“Papà?” esclamò il ragazzino biondo, e cercò di accelerare il passo per raggiungere il genitore… ma per quanto corresse, il terreno scivolava nella direzione opposta sempre più rapidamente, e Will non riusciva in alcun modo a tenere il passo! Era una sensazione irreale ed assurda…

Ma il peggio doveva ancora venire. Improvvisamente, il cielo che fino a pochi istanti prima era stato calmo e limpido cominciò a scurire, e nel giro di pochi secondi, venne coperto da una strana, terrificante coltre di nubi dai colori innaturali – un misto di blu scuro, viola e grigio piombo che turbinavano tutti assieme, in modo da formare un vortice allucinante! L’erba sotto i piedi di Will avvizzì, e assunse un cupo colore grigio cenere, e dietro suo padre si aprì una sorta di vortice nero che assomigliava in maniera terrificante ad un’immensa bocca spalancata che si apprestava a divorare ogni cosa…

Will si fermò agghiacciato, gli occhi fissi sulla figura indifferente di suo padre, che non si era ancora reso conto del pericolo… e il terreno smise di scivolargli sotto i piedi, lasciandolo nella stessa posizione in cui era partito. E il buco nero dietro suo padre si allargava sempre più, immergendo il paesaggio in una gelida coltre di oscurità. Tutto questo non poteva essere vero! Era soltanto uno scherzo… un’allucinazione… eppure era tutto così reale…

Un gigantesco occhio luccicante di rabbia e crudeltà si aprì lentamente nella tempesta, e fissò Will per diversi secondi, dandogli la terrificante impressione che stessero guardando direttamente nella sua anima. Chiunque fosse la creatura che lo stava osservando, stava guardando dentro di lui, nel più profondo del suo animo! Sembrava vedere tutto di lui, mettere a nudo le sue debolezze, le sue mancanze e soprattutto le sue paure…

“Will! WILL!”

Improvvisamente, l’occhio senza corpo si chiuse e scomparve di colpo, come se non fosse mai esistito. Davanti agli occhi di Will, la coltre di nubi minacciose si dissolse, e l’erba tornò del suo naturale colore verde vivace. Anche l’immagine di suo padre sbiadì e poi scomparve del tutto, e Will si rese conto che fino a quel momento aveva osservato uno spiazzo vuoto…

“Che… che cosa? Ma… ma cos’era quella… quella cosa?” si chiese Will, e sbattè gli occhi incredulo. Per un attimo, un sfera di luce rossa scintillò a pochi centimetri dal suo viso, ma il giovane calciatore si convinse che si trattava di un’altra assurda visione, forse creata dal suo desiderio di rivedere suo padre…

“Will, che sta succedendo? Ti senti bene?” chiese uno dei suoi compagni di squadra, tenendo William per una spalla e scuotendolo leggermente nel tentativo di farlo tornare alla realtà. Finalmente, William si riscosse dall’allucinazione in cui era rimasto intrappolato, e si voltò per vedere i suoi compagni di squadra che lo guardavano con comprensibile preoccupazione. Chissà cosa aveva fatto, in quei brevi momenti in cui non era in sé…

“Will? Will, che succede? Lì non c’è il tuo papà… non avevi detto che era via per lavoro?” chiese uno dei suoi amici. Il giovanissimo calciatore tirò un breve respiro per cercare di rimettersi dallo shock di quel sogno assurdo. Ma era davvero un sogno? Sembrava tutto così vero… se non fosse per il fatto che adesso si trovava lì, sul campo d’allenamento, e non c’era nessuna traccia degli inquietanti eventi che aveva visto, né tantomeno di suo padre…

“Ah… che… che diamine…” mormorò Will, e si passò la mano sulla faccia come se se la stesse lavando. No, decisamente non c’era più traccia di quello che aveva visto. Era stato un sogno ad occhi aperti, o magari una sorta di allucinazione? Se non altro, adesso sapeva che non c’era nessun pericolo…

“Sì… sì, ragazzi, sto bene!” rispose prontamente, e rivolse ai suoi compagni un sorriso un po’ forzato per convincerli che andava tutto bene. “E’ solo che per un attimo… non so per quale motivo, mi è sembrato di vedere mio papà… e mi sono imbambolato. Vi chiedo scusa…”

“Non ti preoccupare, Will, sono cose che capitano…” rispose un altro ragazzo, mentre William andava a prendere il pallone – che era rimasto lì a terra tutto il tempo, Will avrebbe scoperto in seguito – e palleggiava sulle ginocchia, in modo da farsi tornare l’estro della partita. Convinto ormai che quello che aveva visto prima non fosse altro che frutto della sua fervida immaginazione (in effetti, anche sua mamma diceva spesso che Will volava un po’ troppo con la fantasia in certi momenti), William si stiracchiò, prese la palla tra le mani e si apprestò a tirare uno spettacolare assist ai suoi compagni.

“Okay, gente, vediamo che capita anche che vi colgo di sorpresa! Parate un po’ questo!” esclamò William. Con un colpo da maestro, mandò la palla in aria, a descrivere una traiettoria arcuata, poi corse verso i suoi compagni di squadra mentre questi si contendevano il pallone. “Forza, ragazzi, vediamo chi riesce a tenerselo, il pallone!”

“Non credere che ti lasceremo vincere così, eh?” rispose con tono di sfida uno dei compagni di Will, che si mise subito a correre dietro alla palla… mentre il biondino si fermava per un attimo a controllare che fosse tutto a posto. In effetti, tutto dava l’impressione che quello che William aveva visto non fosse altro che una strana, inquietante e terribilmente realistica allucinazione.

William stava per tornare ai suoi allenamenti e gettarsi alle spalle quella scena, quando si accorse, con la coda dell’occhio, di un brevissimo lampo di luce viola, e una figura diafana e umanoide che svolazzava appena dentro il suo campo visivo. Allarmato, Will si voltò in quella direzione…

…ma qualsiasi cosa fosse, era già scomparsa nel nulla.

 

----------

 

In un’altra parte di Twin Seeds, un altro gruppetto di amiche – in questo caso, tre bambine tra le quali spiccava una graziosa biondina dagli occhi azzurri quasi completamente concentrata sul suo gelato. Mentre chiacchierava con le sue compagne, una bambina mora e una rossa di capelli, sembrava guardare da un’altra parte, come distratta da qualche altro pensiero.

“Allora, Helen, il tuo saggio è proprio il giorno dell’anniversario, vero?” chiese la rossa, facendo sobbalzare la bambina bionda. "Sicura che puoi restare qui con noi, e non devi invece fare pratica con la tua mamma?"

Helen restò per un attimo interdetta, ripensando a quello che era successo soltanto mezz'ora prima. In effetti, stava facendo pratica con sua mamma, una violinista di una certa fama dalla quale tutti dicevano che Helen aveva ereditato buona parte del talento; ma ad un certo punto, il cellulare di Helen aveva iniziato a suonare, e la piccola violinista si era scusata ad era partita a razzo alla ricerca delle sue amiche. Adesso che era lì, però, doveva ammettere che un po' le dispiaceva... dopotutto, sua mamma ci teneva tanto a quel saggio, tanto più che era il giorno dell'anniversario di Twin Seeds...

"Beh... immagino che potrò fare pratica più tardi." rispose infine Helen con un po' di esitazione, usando la mano libera per rimettersi distrattamente a posto il vestito. La bambina bionda indossava una camicetta bianca a fronzoli con sopra un grazioso vestito rosa, e i suoi calzoncini neri lunghi fin sotto il ginocchio erano accompagnati da una gonna blu, e da un paio di scarpette nere con la suola bianca e i lacci rosa. I suoi capelli biondi erano legati in una corta coda di cavallo dietro la nuca, ma il suo aspetto restava femminile ed aggraziato.

"Beh... che posso dire, ti auguriamo tutte e due buona fortuna!" affermò la bambina mora dopo aver preso un'altra leccata dal suo gelato. "Dopotutto, sono sicura che per come suoni tu il violino, lascerai tutti a bocca aperta!"

"Grazie..." rispose Helen, facendo un gesto con la mano per schermirsi. Distrattamente, la bambina bionda si avvicinò alla vetrina di un negozio. Per puro caso, si trattava di un negozio di strumenti musicali, tra i quali c'erano anche alcuni violini, e la vista riportò il pensiero di Helen agli esercizi che aveva lasciato a metà. Restò ferma davanti alla vetrina, a guardare con malinconia gli strumenti e il suo stesso riflesso... ed ebbe l'impressione che la sua figura si stesse rapidamente trasformando sotto i suoi occhi, assumendo delle sembianze che comunque le erano familiari...

Ma certo! Non poteva essere altrimenti! Helen fece un passo indietro per la sorpresa quando ebbe l'impressione di vedere il viso di sua madre che la guardava dall'altro lato della vetrina, fissandola con un'espressione di disapprovazione...

E non era la sola... Helen provava l'inquietante sensazione che anche gli strumenti musicali in esposizione, soprattutto i violini, stessero partecipando alla silenziosa sgridata che l'immagine di sua madre le stava rivolgendo dalla vetrina... era un'impressione del tutto irrazionale, questo era vero... erano soltanto degli oggetti inanimati che non potevano muoversi, figurarsi poi rivolgersi a lei... eppure, qualche parte della sua mente le dava questa assurda impressione, e non riusciva a staccare gli occhi dalla vetrina. Le sue mani strinsero convulsamente il gelato mezzo mangiato che aveva con sè, quasi stritolando il cono.

"Helen? Helen, tutto a posto?" la voce delle sue amiche riuscì a riportare Helen alla realtà, e sotto i suoi occhi, l'immagine di sua madre che lei vedeva nella vetrina si trasformò nuovamente nel suo riflesso, e gli strumenti musicali cessarono di sembrarle vivi. Helen si sfregò gli occhi con la mano libera, rimproverandosi di avere una fantasia così fervida che le faceva vedere cose impossibili...

"Sì... sì, ragazze, tutto a posto, è che per un attimo..." Helen si voltò verso le sue compagne, e ancora una volta, restò ammutolita per un attimo quando una trasformazione assurda ebbe luogo davanti ai suoi occhi: i volti delle sue amiche erano diventati orribili e quasi demoniaci, con la pelle grigia come il piombo e gli occhi rossi che ardevano come due tizzoni ardenti!

"Helen?" disse una delle due, stupita dalla reazione della biondina... e alle orecchie di Helen, le loro voci suonavano cavernose ed orrendamente distorte! "Helen, che ti succede? Sei diventata pallida tutta d'un colpo!"

"R-ragazze... v-voi... non... non..." balbettò Helen, troppo spaventata e sconvolta per fare un discorso ragionato. "Non avvicinatevi... io non... non volevo... Io... volevo solo passare un po' di tempo con voi, non credevo che mia mamma se la sarebbe presa tanto..."

Improvvisamente, con la stessa scioccante rapidità con cui era iniziata, quella macabra visione ebbe termine, e i volti familiari delle sue compagne si sostituirono a quelli dei mostri. In preda ad un misto di stupore e terrore, Helen incespicò  e finì per sedersi per terra, lo sguardo fisso verso le sue compagne che la osservavano con comprensibile apprensione. Il gelato le scivolò di mano e finì per spiaccicarsi sul marciapiede, ma la bambina aveva ben altro a cui pensare in quel momento.

"Helen, ma che ti prende?" chiese la rossa, avvicinandosi per vedere se stesse davvero bene. "Va... va tutto bene, noi non ti abbiamo detto niente e non ti giudichiamo. Volevamo soltanto... darti un consiglio, tutto qui!"

"S-scusate... scusatemi, ragazze, ma... adesso mi sento... come se avessi fatto qualcosa di davvero terribile ad abbandonare la mia pratica... non... non voglio offendervi, non è colpa vostra, ma..."

La morettina si inginocchiò accanto ad Helen, e le mise una mano sulla schiena per dirle che non c'era bisogno di spaventarsi e che andava tutto bene. "Helen! Va... va tutto bene, okay? Prendi un bel respiro... ecco, così!" disse, e finalmente Helen riuscì a calmarsi e a prendere fiato. "Ascolta, Helen, se ti senti in colpa per aver saltato gli esercizi di oggi, guarda che per noi non è un problema aspettare fino a quando non hai fatto il saggio. Noi... continuiamo per conto nostro, e magari dopo ci sentiamo al cellulare, okay?"

Helen si passò una mano sulla fronte, trovandola leggermente sudata per la tensione, e dopo aver di nuovo preso fiato per un paio di volte, si calmò e riuscì a rialzarsi sulle gambe tremanti. Lei stessa non era sicura di poter dire perchè si fosse spaventata così tanto... è solo che quelle visioni, e le sensazioni di minaccia che le accompagnavano sembravano così realistiche...

"S-scusatemi, ragazze..." ansimò infine. "Mia mamma ci tiene molto, e... anche a me piace da matti suonare il violino. Oggi... ho voluto saltare un paio d'ore di pratica per stare un po' con voi, ma... devo ammettere che non mi sento tranquilla. Mi sembra di aver fatto una cosa molto brutta..."

"Beh... diciamo che non è proprio una cosa così imperdonabile, ma... se comunque senti che avresti dovuto restare a fare pratica, e ne sei davvero convinta, possiamo rimandare ad un altro giorno la passeggiata. Che ne dite?" chiese infine la rossa, e si rivolse ad Helen e alla ragazza dai capelli mori come per chiedere consiglio. Finalmente, dopo un pizzico di esitazione e dopo essersi calmata del tutto, Helen disse di sì con la testa e si rialzò, spazzandosi la gonna con le mani.

"Sì... io... preferirei tornare a fare pratica,.. così sono più sicura che il saggio andrà bene..." affermò infine. "Ragazze... ci vediamo presto, okay? Magari... vi mando un messaggio sui cellulari, okay?"

Entrambe le sue amiche fecero un sorriso, per nulla disturbate dalla risposta della piccola violinista... e si scambiarono dei cenni di intesa e dei saluti prima che Helen si dirigesse verso casa...

 

----------

 

"Hmm... devo ammettere che Twin Seeds non è esattamente quello che mi aspettavo." affermò Sonic, dopo aver fatto una brusca frenata e aver sollevato una piccola nube di polvere. Il porcospino blu, non appena ne aveva avuto la possibilità, si era scatenato e aveva dato sfogo alla sua velocità, sfrecciando per le strade della nuova città come un bolide blu. Ma l'entusiasmo di vedere un posto nuovo non era durato molto. A parte la grande torre con la sua guglia dall'aspetto insolito, davanti alla quale si trovava in quel momento, Twin Seeds era davvero molto simile a Station Square, e anzi, per certi versi era anche meno moderna. Da un lato, Sonic immaginava che ci fosse da aspettarselo, da una città fondata poco più di un secolo prima, ma dall'altro, sperava di vedere qualcosa di più interessante.

"La torre è spettacolare, ma a parte quella, cosa c'è di interessante da queste parti?" si chiese Sonic, passeggiando un po' nervosamente in un piccolo spiazzo davanti alla Twin Seeds Tower. Il suo sguardo si spostò nuovamente verso l'alta guglia della torre, e nello stesso momento, un rumore simile a quello delle pale di un elicottero lo avvertì che il suo migliore amico si stava avvicinando...

"Come sempre devi farti pregare per aspettare qualcuno, vero, Sonic?" chiese retoricamente Tails, senza sembrare per nulla arrabbiato. Il volpino a due code stava atterrando, avendo seguito Sonic in volo usando le sue code per volare come se fosse stato un elicottero in miniatura. Quella che sembrava un po' più seccata era Amy, che stava svolazzando assieme a Tails tenendogli i polsi.

"E' vero! Non è per niente carino lasciarsi dietro una signorina, Sonic!" protestò la graziosa riccia rosa. Tails scese a terra e mollò la presa su Amy quando entrambi erano ad appena mezzo metro dakl suolo, ed Amy atterrò agilmente sull'asfalto. Dietro di loro, stava arrivando qualcun altro - la piccola Cream, che stava anche lei volando in maniera davvero improbabile, muovendo le sue lunghe orecchie come fossero un paio d'ali!

"Per favore, Amy, non te la prendere tanto." disse la coniglietta, atterrando un po' goffamente accanto a Tails. Si mise a posto il vestito, e sorrise con fare accomodante, le sue maniere sempre impeccabili. "Tra l'altro, è stato interessante fare un giro panoramico dall'alto di questa città. Anche se non è molto diversa da Station Square, ho trovato il panorama molto suggestivo."

"Sì, beh, devo ammettere che non è male come posto." rispose Knuckles, arrivato in quel momento. L'echidna rosso non dava l'impressione di aver prestato molta attenzione alla città, in ogni caso, e sembrava piuttosto concentrato sulla guglia della Twin Seeds Tower, esattamente come Sonic. "E così... questo è il posto dove si sono verificati quegli strani fenomeni due anni fa, vero? In effetti... ho come la sensazione di percepire una strana energia... non saprei descriverla meglio, sinceramente."

"Heh... ti piace usare questi termini dall'aria misteriosa, vero?" Sonic prese in giro amichevolmente il guardiano degli Smeraldi, che grugnì e alzò gli occhi al cielo in un gesto di falsa esasperazione. "Però è vero, anche a me viene questa strana impressione. Come se questo posto ci guardasse in qualche modo. Non so spiegarmi meglio..."

Amy deglutì inquieta. "Ne... ne sei sicuro, Sonic? Da come ne parli, sembra qualcosa di molto inquietante..."

"Nulla che non potremo affrontare, Amy, stai tranquilla!" rispose il porcospino blu, senza mostrare il minimo cenno di paura. "Anche se dovesse davvero saltare fuori qualcosa da chissà dove, ci penserò io a mostrargli la porta d'uscita!"

"Ci... ci sembra molto sicuro di sè, signor Sonic." rispose la piccola Cream, tenendo Cheese sulla spalla. Il minuscolo Chao azzurro guardò a sua volta verso la cima della torre, e anche lui ebbe l'impressione che ci fosse qualcosa che li guardava dalla sommità della guglia.

"Beh, spero che non si metta a sottovalutare questa minaccia... se davvero c'è una minaccia." rispose Knuckles, le braccia conserte sul petto e gli occhi che fissavano intenti la guglia. Sembrava quasi che l'echidna rosso si aspettasse che da un momento all'altro sarebbe saltato fuori qualcosa, e sarebbe piombato loro addosso... e in effetti, qualcosa apparve all'improvviso! O forse era meglio dire che era talmente furtivo e silenzioso, che anche con i loro sensi acuti, gli animaletti parlanti non si accorsero di questo qualcosa se non quando decise di mostrarsi.

"Helloooo! Ma chi si vede! Il mondo è davvero piccolo, eh?" la voce calda e quasi seducente di Rouge colse tutti di sorpresa, anche se Sonic fu abile a dare a vedere il contrario. Quando il porcospino blu si voltò... ecco che davanti a loro, a pochi metri di distanza, la graziosa ladra di gioielli stava atterrando spiegando elegantemente le ali e facendo un cenno amichevole con una mano. "Ero qui da queste parti, e ho visto che vi siete dati appuntamento qui, perciò ho pensato di unirmi alla festa!"

"Ehilà, Rouge!" rispose Sonic, sorridendo come niente fosse. "Sei sempre in gran forma, vedo!"

Knuckles sembrò decisamente meno entusiasta di vedere la ragazza-pipistrello. "Ugh... dovevo aspettarmelo. Che cosa stai architettando qui, ladruncola?" chiese accigliato.

"Anch'io sono molto contenta di rivederti, ragazzone." rispose Rouge senza fare una piega. "Comunque, per risppondere alla tua domanda... beh, se vi siete fatti un giro fin qui, immagino che possiate già farvene un'idea. Questo posto non è esattamente solo un'attrazione per turisti, non vi pare?"

"Sonic e Knuckles hanno detto che c'è qualcosa di strano, in questa torre..." rispose Tails. "E anch'io ho come l'impressione che ci sia un'atmosfera un po' particolare, da queste parti."

Rouge disse di sì con la testa, e l'arguto volpino a due code ebbe l'impressione che la ragazza-pipistrello si fosse fatta un po' più seria. Il che, dal punto di vista di Tails, voleva dire che c'era qualcosa di davvero pericoloso da quelle parti. Non era mai un buon segno quando Rouge abbandonava quel suo atteggiamento spavaldo e quasi seducente...

"Sì, mi state dicendo cose che so già, ragazzi. E vi consiglierei di starci attenti. Qualche giorno fa, io mi trovavo da queste parti..." cominciò a spiegare Rouge, e si affrettò a spiegare che non stava facendo niente di sospetto. "E prima che a qualcuno di voi vengano dei sospetti, no, non stavo pensando di fare qualche furto di gioielli. Una ragazza può anche avere voglia di darsi semplicemente un'occhiata attorno, non credete?"

"Io non ho detto niente." rispose Knuckles con un'alzata di spalla. Aveva notato che Rouge gli aveva rivolto un'occhiata significativa...

La ladra-acrobata si guardò le unghie di una mano. "Comunque, come stavo dicendo, mi trovavo qui in giro per motivi miei peersonali, quando ecco che all'improvviso mi trovo questo strano essere vestito da pagliaccio, con questo strano cappello a due punte, che se ne sta lì ad ammirare il panorama, con tutta l'aria di uno che si sta preparando a fare qualcosa di losco."

"Dici davvero, Rouge? Quindi... è vero che da queste parti sono successi degli eventi molto strani!" rispose Amy. "E... e chi era quello strano tipo? Che cosa stava facendo qui?"

"Si stava mettendo in bella posa, e stava dicendo delle cose che avevano poco senso... ma che almeno suonavano bene." rispose Rouge. "Insomma, io sono andata da lui, gli ho chiesto cosa stesse facendo qui, e chi lo avesse mandato, e lui... beh, diciamo che non ha collaborato."

"Accidenti, signorina Rouge... sembra che questo individuo, chiunque egli fosse, sia formidabile..." rispose Cream. Knuckles corrugò la fronte, senza mai perdere la sua espressione seria e concentrata. Non poteva dire di fidarsi al cento per cento di Rouge, ma qquesto era un argomento sul quale era sicuro che lei non avrebbe potuto ingannare.

"Abbastanza..." rispose Rouge con espressione vagamente infastidita. "Ci siamo battuti, e lui è riuscito a tenermi testa, ma non sono riuscita a farmi un'idea di quanto fosse forte in realtà, perchè se n'è andato troppo in fretta. Comunque, non è uno con cui scherzare, ve lo dico subito."

Sonic disse di sì con la testa, sfregandosi distrattamente il mento e battendo lievemente un piede per terra. In effetti, da come lo descriveva Rouge, non doveva essere un individuo da prendere alla leggera, e il porcospino blu aveva l'impressione che lo avrebbero incontrato di nuovo molto presto...

Comunque, non ebbe il tempo di pensarci a lungo, perchè Cream lanciò un allarme di punto in bianco, sgranando gli occhi e indicando un punto in alto sul fianco della Twin Seeds Tower! "Ah! E... e quello... signori, sapete dirmi che cos'è? Mi... mi sembra una specie di pagliaccio che fluttua in aria!"

"Cosa?" esclamò Tails con evidente allarme... e ai suoi occhi, si presentò qualcosa del tutto inaspettato! Una strana creatura umanoide che fluttuava senza peso a diversi metri da terra, apparsa come dal nulla accanto alle mura della Twin Seeds Tower! Anche Sonic, abituato a vedere cose strabilianti, restò per qualche istante ammutolito nel vedere la strana creatura, corrispondente in maniera inquietante alla descrizione che Rouge aveva fatto, che sfrecciava in aria con la stessa grazia ed agilità di un colibrì, malgrado le dimensioni. Era vestito di una sgragiante tuta multicolore con una sorta di gemma rossa sul torace, e indossava uno strano cappello viola che si biforcava a poca distanza dal capo, in modo da dare l'impressione di un paio di corna ricurve. L'espressione sul suo volto era allegra e spensierata, rafforzata anche dai suoi ampi occhi azzurri, e dal sorriso che si vedeva sul suo volto anche da quella distanza.

"Ah! E... e quello da dove viene!" esclamò Amy.

"Che cosa è venuto a fare, quel buffone volante?" ringhiò insospettito Knuckles. Quasi inconsciamente, l'echidna rosso si mise in guardia, pronto a combattere se quello strano folletto avesse voluto attaccarli. Rouge storse il naaso e si mise in posizione a sua volta, ma si rese quasi subito conto che c'era qualcosa di diverso in quella creatura. Certo, la forma era molto simile a quella di Reala, e anche il modo di vestire, ma le somiglianze finivano lì. Tutto ciò che nel precedente avversario di Rouge era stato cupo e tenebroso, in questo nuovo arrivato esprimeva energia, luce e gentilezza, e persino il suo modo di volare, almeno stando a quanto le era stato dato di vedere, era in qualche modo meno brusco. Pareva che la strana creatura volesse mantenere a loro agio i suoi interlocutori quanto più possibile.

"Hmm... vedo che qui c'è qualcuno che non ho proprio visto, l'altra volta." esordì Nights, per poi fluttuare verso il gruppetto di abitanti di Mobius e presentarsi. "E non sembrate nemmeno esseri umani. Piacere di conoscervi, signori, il mio nome è Nights."

Sonic fece un sorriso gioviale, come se pensasse di non avere nulla da temere da quello strano essere. "Nights, eh? Non male, come nome... bel completino, tra l'altro!" commentò.

Amy sgranò gli occhi per la sorpresa. "S-Sonic... sei sicuro di poterti rivolgere a quel tipo con tanta cordialità?" chiese, stringendo nervosamente il suo immancabile martello con una mano guantata.

Il porcospino blu si voltò verso la sua autoproclamata fidanzata e strizzò un occhio. "Tranquilla, Amy, se fosse davvero qualcuno di cui dovremmo diffidare, non credo si sarebbe mostrato così alla leggera, non pensate?" chiese retoricamente. Accanto a lui, lo strano folletto di nome Nights chiuse gli occhi e rivolse al gruppo di Sonic un'espressione gioiosa e saccente al tempo stesso. "Ovviamente, questo non vuol dire che non possiamo fargli qualche domanda, giusto?"

"Hmph... immagino che tu abbia ragione." rispose Knuckles con un po' di riluttanza, e gettò uno sguardo severo a Nights mentre si avvicinava. "Credo che questo signorino abbia un po' di domande a cui rispondere... non credi anche tu, ladruncola?"

Rouge storse il naso nel sentirsi chiamare così, ma ignorò la provocazione di Knuckles, e si avvicinò a sua volta a Nights, agitando appena un po' le ali in modo da fare un po' più di effetto. "Sì, era quello che avevo in mente di fare." rispose con espressione sospettosa. "Okay, signor pagliaccio volante, credo che sia il caso di chiarire un po' di cose. L'altro giorno... o forse farei meglio a dire notte... mi è capitato per le mani un tizio molto simile a te, ma vestito anche peggio, che stava ammirando il panorama e stava dicendo un bel po' di cose che suonavano profonde e filosofiche, ma che alla fine erano tutte baggianate. Ne sai qualcosa? Ho un conto in sospeso con quel tuo... amichetto."

"Amichetto? Non è proprio così... ma lasciamo perdere." rispose Nights, il cui sorriso si fece ironico mentre alzava gli occhi al cielo. "Il suo nome è Reala, ed è il primo tra i servitori di Wizeman il Malvagio, il signore degli incubi. Una volta ero anch'io al suo servizio... poi, diciamo che ho aperto gli occhi, e ho deciso che non mi andava più di combattere per i cattivi."

"Giusto, giusto, non è poi quella gran bella cosa che dicono, vero?" rispose Sonic, per nulla indignato o sorpreso da quello che aveva sentito. "E... fammi indovinare. Questo Wizeman vuole entrare nel mondo reale per conquistarlo, vero? Più o meno, queste cose vanno tutte così..."

"Esatto! Vedo che ci intendiamo al volo, eh?" rispose tranquillamente Nights. Sonic fece un sorriso arguto e alzò il palmo della mano... e subito dopo, Nights gli diede un cinque in segno di intesa!

"Quei due si intendono in maniera incredibile... sono così simili che mi fanno quasi paura!" affermò Tails con un grosso gocciolone di sudore che gli scendeva dalla testa. Cheese emise un paio dei suoi versi acuti e cinguettanti per dire che era d'accordo con il volpino a due code.

"Beh... sentiamo quello che ha da dire il signor Nights." disse Cream. "Ho l'impressione che sarà molto importante."

Il folletto fluttuante prese fiato e si librò in aria di qualche centimetro, forse per fare più scena, o forse per dare un po' più di enfasi alle sue parole. "Wizeman è il signore degli incubi, come ho già detto. E da tempo immemore cerca di mettere le mani sul mondo dei sogni e sul mondo reale, per trasformare l'intero universo in un incubo in cui lui regnerà supremo." spiegò. "Ma Wizeman non è in grado di lasciare il suo mondo da solo, e anche i suoi scagnozzi, i Nightmaren, non possono esistere nel mondo reale per troppo tempo. L'unica possibilità che Wizeman ha di soddisfare le proprie ambizioni è di aprire un varco dimensionale e fare in modo che il mondo dei sogni e quello reale diventino una cosa sola. Ha già provato due volte in passato - una volta, è stato circa centodue anni fa, e in quel caso... beh, non faccio per vantarmi, ma è stato grazie al sottoscritto che il suo piano è fallito."

"Beh, se non altro, adesso possiamo stare tranquilli che sei dalla nostra parte!" affermò con sollievo Tails. "E la seconda volta?"

"E' successo esattamente due anni fa, in concomitanza con il centenario di questa città." rispose Nights, e per un attimo chiuse gli occhi, perdendosi nei ricordi di quella che era stata la sua più grande avventura. Provò un senso di nostalgia inusuale per una creatura del mondo dei sogni... chissà come stavano Elliot e Claris, e se erano sulla buona strada per realizzare i loro sogni?

"E' stato in quell'occasione che ho chiesto aiuto a due ragazzi di questa città, Elliot Edwards e Claris Sinclair... i due sognatori di cui Wiizeman aveva bisogno per aprire il varco tra i due mondi. O meglio, aveva bisogno della loro Ideya, l'energia sprigionata da tutti coloro che entrano nel mondo dei sogni." spiegò Nights, e si affrettò ad aggiungere delle spiegazioni ogni volta che gli sembrava che i suoi ascoltatori fossero perplessi.

"Centodue anni fa, e poi due anni fa... esattamente un secolo di scarto." notò Tails, la cui mente analitica aveva rapidamente notato questo particolare. "Quindi questo vuol dire che l'apertura di questo varco dimensionale può essere tentata soltanto una volta ogni secolo, giusto?"

"Ma se è così, allora perchè questo Wizeman si fa vivo di nuovo adesso? Sono passati soltanto due anni dall'ultima volta che ha provato, quindi... in teoria non potrebbe farlo." notò Knuckles.

"Immagino che questo significhi che ha trovato un modo per... diciamo così... barare e tentare di nuovo senza dover aspettare, vero?" fu la logica conclusione di Rouge, che non potè non provare un certo orgoglio quando il folletto fluttuante le confermò che in effetti era così.

"Ma... non so come abbia fatto. Quello che so per certo è che ha qualche trucco che gli consentirà di riunire le due dimensioni, e che farà la sua mossa molto presto." affermò. "E visto che io sono una possibile minaccia al suo piano, ha mandato Reala e Jackle, due dei suoi scagnozzi più potenti, a darmi la caccia. Per fortuna sono riuscito a sfuggirgli, ma ho l'impressione che non si arrenderanno tanto facilmente."

"E visto che sei una creatura del mondo dei sogni, non puoi esistere a lungo qui nella realtà, dico bene?" chiese Sonic. "E cosa hai intenzione di fare?"

Nights non diede l'impressione di essere troppo preoccupato. "Oh, non sono sopravvissuto per tutto questo tempo ai trucchetti di Wizeman e dei suoi scagnozzi soltanto con la fortuna! Ho un bel po' di assi nella manica! Comunque, quello che vi chiedo di fare in questo momento è dire ai vostri amici umani... in particolare al vostro amico Christopher... che loro saranno la chiave per permettere a Wizeman di raggiungere il nostro mondo, e che solo con il loro aiuto riusciremo a fermare le sue ambizioni. Purtroppo non posso rimanere molto a lungo, ma... spero di esservi stato d'aiuto." affermò. "Ora... vi devo salutare. Mi raccomando, cercate di esserci durante la visita alla Twin Seeds Tower. E' questo posto la chiave di tutto."

"Ricevuto! Non ti preoccupare, saremo pronti!" rispose Sonic facendo il segno dell'okay a Nights. "Mi raccomando, tu cerca di restare intero... e non farti prendere da Wizeman! Quando arriverà il momento... gli daremo noi una lezione che non si aspetta!"

"Certo che sei ottimista, Sonic... da come ne parla Nights, questo Wizeman è un avversario formidabile!" commentò Tails con un pizzico di nervosismo. "Come fai a dire che saremo in grado di sconfiggerlo?"

Sonic si passò un indice sotto il naso, sorridendo astutamente. "Oh, tranquillo, amico mio! Sono sicuro che abbiamo affrontato di peggio! Non potrà essere peggio di Perfect Chaos o BioLizard, in fondo!" affermò... e il resto dekl gruppo non potè che dargli ragione, anche se con un pizzico di riluttanza. Certe volte, Knuckles desiderava davvero che Sonic prendesse un po' più sul serio certi problemi... ma del resto, se erano riusciti ad arrivare fin lì malgrado i modi di fare di quello sciocco, non c'era motivo di credere che non sarebbe andata così anche in seguito.

Nights disse di sì con la testa, contento di poter contare su alleati così in gamba. "Perfetto. Io cercherò di scoprire qualcosa di più su cosa vuole fare Wizeman." affermò. "Se riuscissi a scoprire come farà a forzare la connessione tra i due mondi, allora avremo migliori possibilità di fermarlo."

"E noi saremo pronti in ogni caso!" rispose Sonic. "Ci si vede, Nights! E spero che avremo il tempo di chiacchierare di più! Alla prossima!"

"Grazie di tutto, signor Nights. Mi raccomando, abbia cura di sè." rispose Cream con un elegante inchino, e anche il resto del gruppo salutò Nights un attimo prima che quest'ultimo svanisse nell'etere, di ritorno nel misterioso mondo onirico dal quale proveniva...

 

----------

 

CONTINUA...                               

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Sonic / Vai alla pagina dell'autore: Justice Gundam