La ricerca della perfezione può essere un’arma a doppio taglio: all’inizio conta solo la tua determinazione, gli obiettivi che ti prefiggi e l’iter che intendi percorrere per raggiungerli.
Poi subentra altro: piano piano, quella ricerca diventa la tua ragione di vita, la tua ossessione.
E ti dimentichi di tutto il resto.
Perdi contatto con la realtà, con la superficie delle cose: là ci sono tutte le persone che conosci e che ti conoscono. Il tuo mondo, le tue abitudini, le piccole quotidiane certezze che ti hanno reso apparentemente così forte.
E allora forse capisci che la perfezione non esiste.
Perché non è sinonimo di felicità.
Non è sinonimo di pienezza.
Ci vuole del tempo ed è un processo graduale.
Alle volte, quando inizi a tornare indietro, a ritornare “imperfetto”, è già troppo tardi.