Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Juliet8198    20/11/2019    3 recensioni
Dall'incontro con una misteriosa ragazza, le vite e i sogni di ogni componente del gruppo non furono più gli stessi. Quale origine hanno le sue misteriose e fortuite apparizioni? Quale segreto si nasconde dietro la serie di avvenimenti in cui vengono coinvolti?
Ognuno di loro dovrà, volente o nolente, affrontare la verità che si cela dietro il suo mistero e l'ombra dei loro demoni che ha liberato.
Storia presente anche su Wattpad al profilo @GiuliaRossi321
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4 maggio 2020 

h 8:57

 

Hoseok era in ritardo. Era decisamente in ritardo. Jungkook glielo avrebbe fatto sicuramente pesare una volta arrivato. Lui, d'altro canto, non avrebbe potuto ribattere. Non era mai in ritardo, soprattutto quando si trattava di preparare la coreografia per un'esibizione. Come al solito, c'era molto in ballo, le aspettative per il loro gruppo diventavano ogni anno più alte e ogni volta doveva sfidare se stesso a superare i suoi limiti. Ogni tanto si ritrovava a chiedersi quando avrebbe raggiunto il capolinea. E allora si chiedeva se quella sarebbe stata la sua fine come artista. 

Per tutti questi motivi messi insieme, era rimasto in sala prove la sera prima a definire le transizioni fino alle due di notte. Quando, la mattina seguente, fu svegliato dalla soave voce del manager che cordialmente lo invitava a portare le sue "bellissime chiappe" di sotto, dove la macchina lo aspettava da ben venticinque minuti, capì che la giornata gli avrebbe riservato una dose non indifferente di stress. 

 

H 9:03 

Diede un'occhiata di sfuggita all'orologio dopo essersi infilato qualsiasi cosa ci fosse nel suo armadio (suo, o forse del suo compagno di stanza, lo avrebbe appurato strada facendo) e si fiondò giù per le scale dell'edificio. Divorava i gradini freneticamente, cercando di guadagnare più tempo possibile senza al contempo rischiare una morte imminente. 

Con suo grande disappunto, non appena mise piede fuori dalla porta scoprì che il cielo di Seoul aveva deciso di dargli il buongiorno con una torrenziale pioggia, che nel giro di qualche istante gli aveva già infradiciato i vestiti e incollato i capelli al viso. 

"Bene. La giornata è iniziata decisamente nel migliore dei modi."

Alzando lo sguardo vide la macchina nera che lo attendeva dal lato opposto dell strada con le quattro frecce che lampeggiavano disperatamente, quasi a voler sottolineare i venticinque minuti di attesa e il fatto che si sarebbe già dovuto trovare in sala prove da ben tre minuti. Iniziò a correre curvandosi in avanti, cercando inutilmente di riparare il volto dalla pioggia che gli offuscava la vista. Fece giusto tempo a mettere un piede sul ciglio del marciapiede che sentì improvvisamente una mano afferrargli il braccio e tirarlo dolcemente indietro. Sorpreso, si voltò di scatto per vedere chi fosse la causa del suo ulteriore ritardo e i suoi occhi incontrarono quelli di una ragazza occidentale. Il suo sguardo percorse velocemente i suoi capelli rossi riparati da un ombrello, la sua pelle talmente chiara da riflettere il colore della pioggia e una giacca bordeaux che sembrava abbinarsi alle sue ciocche ramate. 

Dopo averla osservata attentamente, si ritrovò a fare a fare un paio di considerazioni fra sé e sé. Si trovava in una strada pubblica in piena mattinata senza cappello, mascherina o occhiali. L'ultima volta che aveva compiuto quello stesso errore, si era ritrovato a correre disperatamente rincorso da un paio di ragazze  che urlavano: 

"È J-Hope dei BTS! Oppa!*". 

Mentre nella sua testa elaborava ciò che tutto questo comportava, un rumore dietro di sè di copertoni bagnati che strisciavano sull'asfalto e sollevavano  schizzi di fango lo riportò alla situazione corrente. 

-Chiedo scusa, J-hope-ssi*, potrei chiederle un autografo?- disse la ragazza prendendo la parola con un inchino. 

Dopo qualche istante di silenzio mentale, causato dal brusco risveglio e dall'assenza della dose di caffeina mattutina necessaria per la buona riuscita della giornata, si rese conto che effettivamente non era stata una buona idea uscire senza coprirsi e che doveva aspettarsi che una cosa simile accadesse. Il suo corpo rispose da solo per istinto, plasmato dall'esperienza di numerose situazioni simili a quella in cui si trovava in quel momento. Sorridendo cordialmente le tolse la mano dal suo braccio e si allontanò di qualche centimetro.

-Mi dispiace, sono di fretta. Important business.-

Facendole un occhiolino, forse per alleviare il senso di colpa, si congedò con un altro inchino mentre la ragazza chiedeva scusa per averlo disturbato. Si inchinò a sua volta e, quando tornò a guardarlo, un sorriso le incurvò leggermente le labbra raggiungendo gli zigomi. Ma non arrivò ai suoi occhi.

Lo conosceva quel sorriso. Compariva anche sul suo di viso ogni qualvolta era stanco ma doveva comunque interpretare la sua parte. Il suo ruolo. Essere la speranza di tutti: i fan, i membri del gruppo, se stesso. Essere J-hope. Ogni tanto era stanco. Ma sorrideva comunque. 

"Quale ruolo stai interpretando tu, invece?" pensò, rivolgendo un ultimo, fugace sguardo alla ragazza. 

 

Dopo essersi reso conto che di fronte a sè aveva un semaforo, aspettò che arrivasse il verde cercando di attirare meno attenzione possibile e vide la ragazza allontanarsi lungo il marciapiede. Un po' gli dispiaceva averla mandata via. Nonostante ciò, cercò di non soffermarsi troppo su quel pensiero, perché sapeva bene che non avrebbe mai potuto dedicare a tutti i loro fan l'attenzione che cercavano. E anche questo, un po', gli dispiaceva.

Una volta attraversata rapidamente la strada, si ritrovò finalmente in macchina, dove poté abbandonarsi sul sedile scuro e asciugarsi con il panno che il manager gli porse velocemente. 

"Al sicuro. Finalmente."

L'uomo, che si trovava sul sedile anteriore, non si girò nemmeno. Gli lanciò un'occhiata dallo specchietto retrovisore che esprimeva tante fantasiose parole che esploravano le profondità della lingua coreana, provocando un brivido di terrore lunga la colonna vertebrale del ragazzo. 

"Al sicuro? Speriamo."

 

Quando si ritrovò di nuovo nella sua stanza erano già le undici di sera. Era talmente devastato da non voler neanche mangiare; si infilò in bagno cercando di essere il più veloce possibile, sia perché il suo corpo stava implorando un po' di riposo, sia perché altre sei creature maleodoranti quanto lui attendevano il proprio turno. 

"Sia ringraziato il giorno in cui siamo venuti ad abitare in una casa con più di un bagno!"

Quando uscì ancora leggermente umido, fece in tempo a vedere Jungkook infilarsi una merendina intera in bocca per poi affogarla in un'abbondante sorsata di latte al cioccolato, Taehyung spaparanzato addosso a Jimin, il quale sedeva insieme a lui sul divano, entrambi troppo devastati per compiere qualsiasi azione e Jin che cercava di preparare un pasto decente almeno per sè. Augurò la buona notte a quei pochi superstiti e si diresse rigido come un automa verso il letto. 

Quando chiuse gli occhi, impiegò poco tempo per raggiungere il sonno profondo. Quella notte sognò, come non succedeva da tanto. 

 

Aveva appena fatto due passi sull'asfalto quando si sentì improvvisamente sbalzare in avanti. Dopo qualche secondo realizzò di essere a terra e di avere la faccia sfracellata. Sentiva il gomito leggermente dolorante ma sembrava riuscire a sorreggerlo, perciò si alzò leggermente per guardare dietro di sè e capire cosa era successo. A qualche centimetro dal suo corpo c'era una macchina ferma in mezzo alla strada con il parabrezza ammaccato. Davanti ad essa, giaceva un corpo inerme e sanguinante. Era il corpo di una ragazza. Il sangue che fuoriusciva dalle sue tempie si mescolò ai suoi capelli, tingendo le ciocche ramate di un rosso più cupo. 

 

 

 

DEAR FUTURE READER

Caro lettore che leggi dal lontano anno 2020, se stai leggendo questa storia dal futuro e ti stai facendo domande abbi pietà di me, povera autrice del passato. Sto scrivendo questa storia nel 2019 perciò, benché inserirò  date precise in riferimento al 2020 non so cosa accadrà a nostri cari BTS. Per quanto ne sappiamo, potrebbero già essere tutti nei militari con un taglio rasato e il titolo ufficiale di ARMY. Speriamo che la Corea migliori prima di allora. 

Scherzi a parte, ho dovuto ambientare la storia nel futuro per potere essere più libera di sviluppare gli eventi come li avevo in mente (ed ero troppo programma per farli combaciare con le loro schedule nella realtà, desolata). Perciò se nella data in cui è ambientato il capitolo che state leggendo i BTS non si trovano a Seoul ma in Uruguay non ne abbiate a male e siate comprensivi. 

 

Purtroppo, non ho ancora finito (abbiate un po' di pazienza). Generalmente non amo che si inseriscano parole coreane nella narrazione, ma ho mantenuto gli onorifici per rendere più chiara la formalità del linguaggio. Metterò sempre una spiegazione nell'angolo autore nel caso alcuni di voi non siano ancora abituati a queste espressioni.

*-ssi: si usa nel linguaggio formale, potrebbe corrispondere all'italiano signore o signora ma in realtà non ha una vera e propria traduzioni

-hyung: lo usano nel linguaggio informale gli uomini nei confronti di uomini più grandi

-oppa: lo usano nel linguaggio informale le ragazze nei confronti dei ragazzi più grandi

   
 
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