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Autore: Athelye    21/11/2019    5 recensioni
Lui sorrise ancora di più, sentendo il proprio cuore battere un po’ più veloce e fargli mancare il respiro. Si avvicinò ancora, senza staccare gli occhi ambrati e vispi da quelli cinerei e felici dell’altro.
“Dillo di nuovo.”
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Jin Ling/Jin Rulan, Lan Jingyi, Lan Yuan/Lan Sizhui
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non capitava spesso che dei discepoli di GusuLan venissero all’Approdo del Loto, ma quando la comitiva vestita di bianco era stata annunciata, a Jin Ling si erano illuminati gli occhi.
Neanche lui sarebbe dovuto essere lì a cose normali, ma, data l’occasione, suo zio aveva insistito perché passasse qualche giorno a Yunmeng.
Jiang Cheng non aveva indetto chissà quali grandi festeggiamenti, non direttamente in suo onore perlomeno, ma aveva sottolineato quanto ci tenesse a festeggiare il compleanno del nipote “in famiglia”. Quale famiglia, poi, lo sapeva solo lui, dato che Jin Ling non aveva più famigliari oltre allo zio.

Per questo, istintivamente, quando vennero annunciati dei discepoli della Scuola Lan, il suo cuore aveva sperato di veder comparire uno dei suoi migliori amici.
Sfortunatamente, quando entrarono i ragazzi, erano tutti volti a lui sconosciuti, con l’unica eccezione di Lan JingYi. Non che non fosse suo amico, ed era almeno un anno che non lo vedeva, quindi non poteva che fargli piacere la sua visita, ma Jin Ling immaginava di veder spuntare il sorriso di un Lan in particolare.
Si era precipitato nella sala principale invano, arrivando appena in tempo per non dare nell’occhio e non beccarsi una sfuriata sull’etichetta da suo zio, prendendo nota dell’unico assente di cui gli interessava, ma cercò di nascondere la delusione dietro a uno dei suoi soliti sorrisi altezzosi e stizziti. Probabilmente quella era una delle cose che aveva preso dallo zio, inconsciamente.
I ragazzi, al seguito di Lan JingYi, rimasero in silenzio mentre quest’ultimo presentava l’invito da parte del capo della loro Scuola a inviare dei discepoli di Yunmeng ai Meandri delle Nuvole, sempre ospiti graditi.
Alla loro età avrebbe fatto carte false per andarci, pensò Jin Ling. Dopo le avventure con quel disgraziato di Wei WuXian, le cacce notturne con Wen Ning e l’aver conosciuto meglio Lan SiZhui, avrebbe più che volentieri passato un anno in quella Scuola, ma Jiang Cheng gli aveva permesso di stare ai Meandri solo pochi mesi, nei quali aveva comunque imparato la maggior parte delle loro regole, dato che aveva brillantemente dato prova che buon sangue (anche se non proprio per vie dirette) non mente.
Nonostante fosse una delle Scuole di Coltivazione più rinomate e prestigiose, Jiang Chen non l’avrebbe mai lasciato lì un anno intero, ancora inviperito per il comportamento di Lan WangJi. Tuttavia, l’uomo mandava sempre almeno uno o due giovani in rappresentanza dell’Approdo del Loto.

Infatti, dopo che Lan JingYi ebbe finito di parlare, Jiang Cheng acconsentì a mandare uno dei ragazzi vestiti di viola che si allenavano lì nei prossimi giorni e invitò i giovani coltivatori a unirsi ai festeggiamenti di quella sera e, se avessero voluto, anche delle successive. Infine, li congedò con un gesto annoiato della mano.

Quando quelli uscirono, lo sentì mormorare con irritazione fra sé e sé. “Almeno venisse a invitarli di persona, quel vecchio..

Jin Ling si congedò a sua volta con un gesto, seguendo rapidamente il gruppo fino all’esterno della Residenza.

“Lan JingYi!” Lo chiamò, non appena gli fu più vicino e allo stesso tempo sicuro di essere abbastanza distante dalle orecchie del Signore di Yunmeng. Voleva chiedergli dove fosse Lan SiZhui, che in genere era il preferito di Lan QiRen da mandare in rappresentanza, nonché praticamente incarnazione del prototipo Lan.

“Jin Ling?” Si fermò lui, perplesso. Poi sembrò ricordarsi di qualcosa, e fece un lieve inchino, imitato dai tre ragazzini al suo seguito. “Ti porgo i miei auguri, Giovane Maestro. Perdonami, prima non ho pensato a che giorno fosse.”

“Tranquillo, non mi interessa.” Quello fece un gesto di indifferenza con la mano, poi continuò, con tono provocatorio, incrociando le braccia e sorridendogli con sfida. “E non fare la persona per bene solo perché hai dei testimoni. Non sei così formale nella vita vera.”

Il giovane di GusuLan probabilmente stava ricorrendo a tutto il suo autocontrollo, mordendosi l’interno della guancia, per non mancargli di rispetto davanti ai ragazzini. Tuttavia, rispose al suo sorriso affilato con uno simile.

Sii sempre rispettoso.” Si limitò a citare, cercando di mantenere una posa elegante.

Jin Ling inarcò un sopracciglio, prima di ridacchiare. “Ti conosco da troppo tempo perché tu possa farmi credere di essere cambiato così tanto.”

I ragazzini dietro Lan JingYi si scambiarono delle occhiate perplesse, senza azzardarsi a fiatare. Jin Ling poté chiaramente vedere l’assottigliarsi degli occhi dell’altro giovane.

Fa’ attenzione alle parole che usi.”

“Mi stai sfidando?” Ribatté il giovane di LanlingJin, ora più indispettito.

“Assolutamente no, bisogna sempre essere gentili verso il prossimo.”

“Prima mi dai un ordine e poi mi dici di essere gentile?”

Non serbare rancori.”

Si rese conto in quel momento del gioco a cui stava giocando l’amico. Aveva copiato quelle regole innumerevoli volte nei suoi pochi mesi di permanenza ai Meandri delle Nuvole, grazie al suo carattere decisamente non facile da domare. Fece schioccare la lingua contro i denti, affilando il suo sorriso. “Che bastardo..”

Aveva già posato la mano sull’elsa di Suihua e in un istante l’aveva sfoderata, pronta ad attaccare, anche se solo per scherzo. Forse anche con quella consapevolezza, Lan JingYi non si scompose, anche se portò una mano sulla propria spada, mentre i ragazzini alle sue spalle aggrottavano le sopracciglia, preoccupati.
Con un lampo, Suihua schioccò, facendo fiorire qualche scintilla, incontrando un’altra lama. Non aveva bisogno di vedere il suo proprietario per riconoscere la spada. Fenghua* sibilò nell’aria, cozzando un paio di volte con Suihua, in difesa dei discepoli Lan.

“Non posso ritardare un po’, che vi trovo ad azzuffarvi come al solito?”

Alle spalle gli arrivò quella voce calma e familiare, facendo incurvare le sue labbra con un guizzo di gioia. Si voltò per vedere un altro giovane vestito di bianco avanzare lentamente e con grazia verso di loro: sembrava accarezzare a malapena il suolo con i passi, quasi stesse levitando.

Jin Ling fece un passo indietro per includerlo nella scena, facendo un cenno con la testa. “Lan SiZhui.”

Quello rispose con lo stesso gesto. “Jin Ling.”

Le due spade sostarono a mezz’aria, quasi stessero imitando i loro padroni nel salutarsi.

“Stavamo solo giocando, Lan SiZhui. Suvvia, non prenderai anche tu questa brutta piega di essere rigido tutto il tempo come HanGuang-Jun?” Lo canzonò, con una nota dolce nella voce.

Lan SiZhui sorrise, prima di rispondergli con gentilezza. “Non è un problema se giocate con le spade, ma per favore, non coinvolgere i ragazzi.”

Jin Ling diede un’occhiata alla propria spada, che rientrò obbedientemente nel ricco fodero, mentre Fenghua faceva lo stesso.

Lan SiZhui si rivolse poi all’altro giovane. “Lan JingYi, se hai già parlato con Jiang WanYi, perché non hai ancora li portati nelle loro stanze per meditare?”

“Era quello che stavo facendo, prima che Jin Ling decidesse di attaccare briga come sempre.” Commentò, mordendosi la lingua per il modo in cui aveva parlato.

Lan SiZhui sospirò e scosse piano la testa. Jin Ling stava già per ribattere qualcosa, quando un’occhiata dell’amico gli intimò di non continuare la discussione. Aveva già imparato a sue spese che Lan WangJi non era l’unico a saper praticare l’Incantesimo del Silenzio.
Così, Lan JingYi fece un cenno ai ragazzi di proseguire verso le loro camere, chiudendo la fila. Si voltò solo un secondo, in modo da non essere visto dai ragazzi, per fare una linguaccia esagerata a Jin Ling, lasciando Lan SiZhui con gli occhi sbarrati.

“Lan JingYi!” Lo richiamò a metà fra lo stupito e lo sconsolato, mentre quello si allontanava, gongolando fra sé e sé in silenzio.

Jin Ling, per contro, rise di gusto. Vedere Lan JingYi era sempre un’ottima occasione per avere qualcuno da provocare e da cui era certo di ricevere un’onesta risposta a tono. Era un ottimo amico, tolte alcune incomprensioni all’inizio della loro amicizia. Tolte molte incomprensioni.
Accanto a sé, Lan SiZhui sospirò di nuovo.

“Come mai questo vergognoso ritardo?” Gli chiese, ancora ridendo.

“Contrattempi ai Meandri delle Nuvole. Scusami, ho cercato di fare il prima possibile.”

Lui scosse la testa. “Non preoccuparti. L’importante è che ora tu sia qui.”

Si rese conto di ciò che aveva detto con un secondo di ritardo, e si affrettò a correggersi. “Cioè, insomma, per stasera sai. Mio zio.. Vuole fare questa.. Lui.. Sì insomma, sai ecco, per quello.”

Coronò quell’ammasso di parole casuali con una scrollata di spalle, mentre il viso di Lan SiZhui si illuminava con un meraviglioso sorriso.

“D’accordo, comunque, dato che ora sei arrivato.. Che ne dici se ora ti faccio fare un giro all’Approdo del Loto? E se hai fame, possiamo prendere qualcosa.”

Lan SiZhui annuì con calma, non smettendo un secondo di sorridere. “Va bene, volentieri. Dopo tutto, oggi è il tuo giorno, giusto?”

Jin Ling non era d’accordo con le sue guance, che avevano deciso di propria iniziativa di cambiare lentamente colore, tendendo allo stesso cremisi del nastro che gli legava i capelli castani.

“Bene, sì. Cioè, sì è oggi e bene.. Il fatto che tu abbia accettato..” Rispose impacciatamente. Diamine, com’era che la sua lingua si stava ribellando in quella maniera?!

L’altro giovane ridacchiò educatamente, scaldando ancora di più il cuore di Jin Ling, prima di seguirlo per le vie allegre e vive della città.
Girarono quasi tutto il giorno, fino a quando Lan SiZhui chiese all’altro di ritirarsi per meditare un po’ prima della cena.

I festeggiamenti si tradussero in una cena a cui erano presenti vari coetanei di Jin Ling, molti amici da Yunmeng e pochi da Lanling. Fra i ragazzi che indossavano la divisa di Scintilla tra le Nevi, il giovane riconobbe con disappunto un suo coetaneo che aveva sempre trovato sgradevole, intento a pavoneggiarsi davanti alle splendide fanciulle vestite di viola presenti in sala. Si chiese perché, di tutti gli eventi a cui poteva prendere parte, proprio a quello aveva dovuto presenziare.
In perfetto orario, entrarono anche i discepoli dei Meandri delle Nuvole con tutta la loro grazia ed eleganza. Avrebbero fatto sembrare un rozzo anche il più nobile ed educato degli invitati.
Jin Ling perse totalmente interesse (già infimo) verso quella persona, rivolgendo invece la sua attenzione al suo migliore amico.
Si avvicinò subito al gruppo, fermandosi a chiacchierare con Lan SiZhui e prendendo giocosamente in giro Lan JingYi, lasciando spaesati i ragazzini che fino a poche ore prima avevano creduto di diventare fettine di Lan sotto la lama di Suihua.
Senza farsi notare, ringraziò a bassa voce Lan SiZhui per essere venuto quella sera. Quello però aveva scosso la testa, dicendo che gli aveva fatto piacere ricevere l’invito.

Quando dovettero prendere posto, Jin Ling prese tristemente atto che si sarebbero dovuti sedere in tavoli diversi, anche se vicini, per fortuna.
La cena e i festeggiamenti proseguirono allegri: l’occasione non era tanto il suo compleanno, quanto un anniversario di non aveva capito cosa, infatti erano presenti diversi rappresentanti di varie Scuole.
Tuttavia, i giovani presenti avevano insistito per offrire a turno un bicchiere a Jin Ling, a volte di sakè, a volte di vino aromatizzato **. In poco tempo, la testa di Jin Ling si era fatta più leggera e le sue guance avevano probabilmente preso una timida nota di colore. Aveva riso e scherzato in ottima compagnia, lanciando ogni tanto occhiate al tavolo vicino, per seguire i gesti aggraziati di Lan SiZhui, il suo sorriso gentile e il modo armonioso con cui parlava con i suoi compagni di studi. Un paio di volte aveva fatto fuggire lo sguardo, credendo di aver incrociato quello cinereo dell’altro.
Proprio durante una conversazione di Lan SiZhui con gli altri discepoli di GusuLan, quello venne interrotto dalla voce gracchia tipica di chi ha palesemente alzato troppo il gomito.

“Ehi voi, siete di Gusu, vero? Ho sentito che dalle vostre parti non bevete mai. È una festa, andiamo, bevete anche voi!” Esclamò il giovane ‘sgradevole’ di LanlingJin, catturando immediatamente l’attenzione di Jin Ling, che si voltò appena per controllare la situazione.

Il giovane si era avvicinato al tavolo di Lan SiZhui e gli aveva piazzato davanti un calice colmo di vino, con chiaro atteggiamento di sfida.
Lan SiZhui aveva dato prima un’occhiata al giovane, poi al bicchiere, e infine si era voltato nuovamente verso i discepoli vestiti di bianco per finire la conversazione con un sorriso calmo sulle labbra, ignorando totalmente il giovane in piedi accanto a loro, reputandolo talmente maleducato da non meritare nemmeno la sua attenzione.
Quello, visibilmente indispettito dal suo comportamento, schioccò la lingua contro i denti.

“Ah, è così che vi educano ai Meandri delle Nuvole? A non rispondere quando vi viene fatto un invito, rifiutandolo in modo così scortese?” Attaccò, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Lan JingYi, che però non poteva dire niente, o avrebbe mancato di rispetto a Lan SiZhui, in quel momento rappresentante di livello più alto della loro scuola.

Lan SiZhui, si voltò di nuovo verso l’incomodo disturbatore, ora con un’espressione seria. Parlò con una calma serafica, senza che la sua voce avesse mai un solo momento di esitazione, mai un tremito. “Vogliate scusarmi, Giovane Maestro, ma nella mia Scuola viene insegnata l’educazione nell’aspettare che una persona abbia finito di parlare, prima di inserire un nuovo argomento di conversazione.”

Lan JingYi sorrise del modo in cui quel gretto individuo vestito d’oro era stato zittito.

Il giovane sembrò preso totalmente in contropiede, ma non volle demordere. “Beh, dato che ormai vi siete interrotto, Giovane Maestro, – iniziò, con tono canzonatorio, – allora unitevi a me per questo brindisi!”

Mentre diceva così, alzò il proprio calice, facendo l’occhiolino ad alcune ragazze sedute al tavolo di Jin Ling, che si erano incuriosite alla faccenda. “Alla bellezza! Dato che né io né voi sembriamo esserne carenti!”

“Mi dispiace, ma dev-”

Lan SiZhui non poté finire la frase, che quello lo interruppe ancora. “Osate rifiutare un invito cortese? A quale titolo? Qui, voi siete in veste di ospite, nonché abbondantemente fuori dai Meandri delle Nuvole. Non sarebbe anche questa una mancanza di rispetto?”

Lan SiZhui serrò impercettibilmente le labbra, senza abbassare lo sguardo da quello di sfida del giovane davanti a lui.
Prima che potesse fare o dire qualsiasi cosa, una mano prese il calice dal tavolo per svuotarlo nella propria bocca.

“Ecco fatto, l’ho bevuto io per lui. Ti basti questo come gesto di rispetto verso la tua offerta.” Affermò Jin Ling, stando di fronte al giovane e reggendo il calice ora vuoto, con uno sguardo agguerrito. “Ma dato che oggi è anche il mio ‘anniversario’, perché non offri a me del vino, anziché importunare ospiti tanto importanti come i Lan, Jin Chan?”

Quello sembrava pronto a ribattere qualcosa, quando Jin Ling parlò ancora, pietrificandogli la lingua. “O vuoi forse mancare di rispetto al tuo Signore?”

L’intera Sala ammutolì, concentrando la propria attenzione sui due giovani di Lanling.
Jiang Cheng, che aveva visto l’intera scena, era rimasto congelato dai ricordi che il gesto di suo nipote aveva scatenato in lui. Il modo era stato lo stesso, anche la situazione si era ripresentata in modo spudoratamente simile, solo le persone coinvolte erano diverse.

Con un sorriso tirato, Jin Chan abbassò un poco la testa. “Avete ragione.” Con atteggiamento remissivo, fece poi dei passi indietro, senza osare voltargli le spalle, tornando al proprio tavolo, seguito dagli occhi attenti di Jin Ling.

Pian piano un mormorio si fece di nuovo strada fra le persone, esplodendo di nuovo all’improvviso e riportando gioia e spensieratezza nell’aria. Sembrava che niente fosse accaduto.
Jin Ling rilassò le spalle espirando con sollievo, mentre si voltava verso il tavolo dei Lan, ma prima che potesse aprire bocca gli arrivò alle orecchie il proprio nome, chiamato dall’unica persona capace di rimetterlo in tensione in quella Sala.

“Scusami.” Si rivolse a Lan SiZhui con un cenno, prima di allontanarsi, per raggiungere Jiang Cheng.

Lan JingYi si avvicinò all’orecchio dell’amico. “Non è sembrato anche a te come se Jin Ling fosse invecchiato di colpo di una ventina d’anni?”

Per fare attenzione a Lan JingYi, Lan SiZhui distolse gli occhi solo un attimo dalla figura dorata che si affiancava a quella viola del Signore di Yunmeng e che, con un piccolo inchino, usciva dalla Sala.
Dopo un paio di minuti buoni in cui era rimasto in silenzio, prigioniero di un turbine di pensieri, si voltò verso l’amico mormorando un scusa, prima di alzarsi e imboccare la stessa direzione che aveva preso Jin Ling.

Se gli era sembrato invecchiato? Certo, chiunque si fosse trovato a quindici anni a dover prendere in mano le redini di una delle più importanti Scuole di Coltivazione conosciute e in caduta libera doveva, per forza di cose, ‘invecchiare’ prima del tempo. E Jin Ling non era davvero nuovo a una cosa del genere.
Il giovane che in quei due minuti gli era stato accanto non era davvero il Jin Ling permaloso e stizzito da ogni parola detta male, quello che metteva il broncio alle piccole e insignificanti dimenticanze, il ragazzino spensierato e a volte volgare che voleva essere preso in considerazione. Quello che si era scontrato con Jin Chan era il ragazzo cresciuto prima del tempo, il giovane sovrano che era diventato anzitempo. Ma di quanto era cresciuto, quanti anni stava compiendo, in realtà, quel giorno?
E quante altre facce nascondeva quel dado dai numeri cremisi, che lui ancora non conosceva?

Lan SiZhui non cambiava radicalmente atteggiamento dagli incarichi formali all’intimità degli amici, perciò il cambiamento di Jin Ling l’aveva lasciato senza parole per qualche momento, incapace di reagire. E, contando che l’aveva tirato fuori da una situazione decisamente spinosa, almeno un grazie sarebbe stato il minimo.
Affrettando il passo, cercò di indovinare la direzione che Jin Ling poteva aver preso, dato che non l’aveva seguito subito e ora non aveva idea di dove potesse essere andato.
Per puro caso, lo trovò affacciato a un piccolo balconcino che dava su uno dei tanti specchi d’acqua che circondavano l’Approdo del Loto. Se ne stava con la testa appoggiata al palmo della mano, fermo a guardare il riflesso frastagliato della luna sulla superficie.
Lan SiZhui gli si avvicinò lentamente, il passo leggero di una piuma, mentre Jin Ling gli lanciava un’occhiata.

“Fa freddo, Lan SiZhui. È meglio se torni dentro.” Disse semplicemente, tornando a guardare il cielo riflesso.

“Volevo ringraziarti, per prima. Hai dimostrato di essere molto maturo, dovresti andarne fiero.”

Jin Ling schioccò la lingua con fastidio. “Jin Chan è un cretino. Era il minimo che lo rimettessi in riga, non hai nulla di cui ringraziarmi.”

Ebbe un piccolo sussulto alla sensazione di calore proveniente dalla sua spalla. Con la coda dell’occhio, vide che Lan SiZhui si era appoggiato al parapetto accanto a lui, stando con la spalla contro la sua. Non riuscì a controllare il sorriso che gli fiorì sulle labbra.

“Jin Ling..”

Il tono che aveva usato era quello che usava di solito quando parlava a sproposito o alle spalle di qualcuno. Jin Ling non poté fare a meno di ridacchiare.

“Cosa? È vero, è innegabile che sia un idiota. Crede di poter fare il gradasso con chiunque solo perché è discretamente bravo con la spada. Gli basterebbe affrontare uno solo dei demoni che abbiamo affrontato noi sei anni fa per rendersi conto che in realtà fa pietà.”

Lan SiZhui gli scoccò un’occhiataccia, causando solo un’altra risata nel giovane. Scosse piano la testa, con un sospiro fintamente sconsolato. “E io che mi ero illuso che fossi cresciuto.”

Jin Ling inclinò di più la testa per guardare il suo profilo, senza staccare il palmo dalla propria guancia. Gli sorrise amichevolmente. “Mio zio mi ha appena detto che ho lo stesso atteggiamento di Wei Ying, credi di potermi insultare con così poco?”

Lan SiZhui rise piano. “Non dovresti comunque parlare male delle persone alle loro spalle.”

Quello fece roteare gli occhi. “Ad ogni modo, mi hai ringraziato, quindi ora puoi andare.”

Il giovane Lan incurvò le labbra in un sorriso falsamente indispettito. “Ah, quindi ti dà così fastidio la mia compagnia?”

Jin Ling rise ancora. “Non è quello!”

“Mh, e allora?”

L’altro appoggiò la fronte al palmo della mano, lasciando che qualche ciocca castana gli scivolasse fra le dita mentre continuava a ridacchiare. “Non so neanche come ho fatto a mantenere la calma prima. O la voce ferma. Non sono esattamente sobrio, Lan SiZhui, per questo sono uscito, non preoccuparti.”

“Vedi perché non bevo?” Lo prese dolcemente in giro l’amico.

“Perché reggeresti molto meno di me?” Gli rispose con un sorriso divertito lui. “Hai idea di quanti calici mi abbiano offerto stasera?”

La risata dolce di Lan SiZhui sembrò scaldare l’aria fredda della notte. “Jin Ling..!”

Jin Ling sorrise ancora di più, sollevando il viso e girandosi di più verso di lui, trovandolo più vicino di quanto pensasse. “Dillo ancora.”

“Cosa?” Chiese Lan SiZhui, rimandandogli lo stesso sguardo sinceramente felice.

“Il mio nome.”

Quello non fece domande, accontentandolo e pronunciando il suo nome con affetto. “Jin Ling.”

Lui sorrise ancora di più, sentendo il proprio cuore battere un po’ più veloce e fargli mancare il respiro. Si avvicinò ancora, senza staccare gli occhi ambrati e vispi da quelli cinerei e felici dell’altro. “Dillo di nuovo.”

La richiesta gli era uscita a voce bassa questa volta, ma pronta era arrivata la risposta allo stesso volume del giovane. “Jin Ling.

Con un calore che si diffondeva nel petto, diramandosi in tutti i muscoli del proprio corpo, e come un velo sottile di una nuvola ad avvolgergli i pensieri, Jin Ling si ritrovò a socchiudere gli occhi a un soffio dal bellissimo viso di Lan SiZhui, sussurrando appena. “Ancora..

Jin Ling..” Sussurrò, lasciando le labbra appena schiuse.

Sentirono un colpo in lontananza, come di una porta che veniva sbattuta per errore, e saltarono indietro entrambi, fissandosi con gli occhi sbarrati, senza riuscire a nascondere il rossore sulle proprie guance.
Il cuore in fiamme di Jin Ling rombava nel suo petto come un mare in tempesta, situazione che si rifletteva quasi identica nella sua testa. Un tumulto simile, a giudicare dall’espressione frastornata che aveva sul viso, era in corso anche nell’altro giovane.
Dalla porta spuntò la figura vestita di viola di Jiang Cheng, alla cui vista Lan SiZhui chinò il capo in saluto con un paio di secondi di ritardo, prima di fare qualche passo nella stessa direzione da cui era arrivato.

“T-Ti aspetto nella Sala.” Disse, come se si fosse ricordato di respirare solo in quel momento, cercando di riacquistare la sua tipica postura elegante.

Jin Ling si schiarì la gola, annuendo. “Sì, ti.. Raggiungo. Subito.”

Lan SiZhui gli sorrise, poi si congedò, subito dopo aver fatto un altro inchino anche eccessivamente rispettoso a Jiang Cheng, sparendo oltre la soglia.

“Jin Ling, va tutto bene?” Chiese l’uomo, squadrando l’espressione ebete del nipote.

Quello continuò ad annuire, come un campanellino senza suono. Si ricordò di aggiungere qualcosa dopo aver concretizzato lo sguardo preoccupato di Jiang Cheng, lanciandosi in una risposta goliardica dettata un po’ dall’alcool e un po’ dall’adrenalina che ancora gli scorreva nel sangue. “Alla grande, zio.”

“D’accordo.. Allora, vedi di rientrare fra poco. È profondamente scortese da parte tua assentarti troppo a lungo.” Disse, ancora un po’ perplesso, prima di sparire a sua volta.

“Mh-mh.”

Jin Ling rimase di nuovo solo, aggrappato al parapetto anche con le unghie per paura di cadere. In quel momento, tutto ciò a cui riusciva a pensare erano le labbra del suo migliore amico. Ogni volta che sbatteva le palpebre, l’immagine gli tornava vivida in mente. Erano proprio lì, a un sussurro di distanza.
Così belle, così rosse, così vicine..
Si accarezzò le proprie con la punta delle dita. Non le aveva toccate, eppure il suo cuore batteva all’impazzata come se l’avesse fatto. Si portò una mano sul petto, nel disperato tentativo di calmare quella corsa folle che gli stava facendo tremare le gambe.
Non l’aveva sognata, vero?
Quella nota di desiderio nella voce di Lan SiZhui quando l’aveva chiamato l’ultima volta, non l’aveva sognata. Vero?

 

 

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* Fènghuá: Aaaaallora, qui mi sono presa non una licenza poetica, diciamo piuttosto che ne ho prese un quintale, di licenze, ignorando molto candidamente un alfabeto che mi è TOTALMENTE ignoto. Stavo cercando un’idea per un nome alla spada di Lan SiZhui (no dico, ti pare di dare un nome anche ai sassi e non alla sua spada, MXTX?!), e mi sono detta, siccome la spada di Jiang Cheng prende il nome da una poesia, facciamo la stessa cosa!
So, ho letto qualcosa come quaranta poesie di vari autori, trovandomi con disperazione davanti soltanto varianti dagli occhi a mandorla di Archiloco, e di virtù manco l’ombra. Finché, più per caso che per attenzione, ho trovato questa poesia (“Nirvana delle Fenici”) di Guo Moruo (poeta cinese vissuto a cavallo del ventesimo secolo), che usava un’allegoria con riferimento alle fenici (anche se a sfondo politico). Ora, prendete ciò che dirò non con le pinze, di più.
Il mio ragionamento è stato questo:
Lan SiZhui è un po’ una fenice, rinato dalle ceneri, e non una, ma due volte (prima della Scuola Wen, poi dall’Assedio a YiLing); e da qui ho pensato che la Fenice gli calzasse a pennello, anche se la nostra Fenice è totalmente differente da quella cinese (here https://it.wikipedia.org/wiki/Fenghuang un approfondimento), che fra parentesi si chiama Fènghuáng. Per farla breve: “Fèng” si riferisce alla metà maschile di questa bestia mitologica, e Lan SiZhui è indiscutibilmente un ragazzo; “huá” è legato a “floreale/fiore” et similia, ed è anche nel nome della spada di Xiao XingChen (Shuanghua), quindi ho brutalmente mozzato “huáng” di “Fènghuáng”, dato che il tono della sillaba è lo stesso.
Non chiedetemi che cavolo sia uscito come significato, perché per quanto ne so potrebbe anche trattarsi di una bestemmia.
Raga, sono le due di notte, non aspettatevi ragionamenti sensati da una che è folle già in partenza, lol.

** Durante la celebrazione del compleanno, al festeggiato vengono fatti mangiare degli spaghetti lunghi più di due metri (ogni spaghetto dev’essere di augurio per una lunga vita) e offerto del vino aromatizzato all’osmanto o del sakè.
I compleanni in Cina non venivano festeggiati di anno in anno, ma solo tre volte: a un anno, a sei e a sessanta (dato che con i 60 una persona dovrebbe aver concluso un ciclo vitale e ne inizia uno nuovo, secondo il calendario cinese). Tuttavia, siccome mi andava di prendermi pure questa di licenze poetiche (perché dare il nome alla spada di Lan SiZhui non mi bastava), oggi Jin Ling il compleanno, in qualche modo, lo festeggia ù.ù


 

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Note dell’Autrice

Onestamente mi sono sempre chiesta quanto potesse essere cretino quel Jin Chan, nel prendere di mira Jin Ling. Voglio dire, non puoi essere che un emerito imbecille per “bullizzare” il tuo futuro Signore, oltre che nipote di quello in carica. “Lei è cretino, si convinca!” diceva Totò, quindi eccovi una piccola rivincita del nostro gattino arruffato.
Inoltre, mi è sempre piaciuto da morire il gesto di Wei WuXian, nel bere un calice di alcool al posto di Lan WangJi per toglierlo dai guai, e dato che buon sangue non mente, la storia si ripete, passando il testimone da un Capo Scuola a un altro (meno demoniaco).
 
Btw, non vi ho nemmeno chiesto come va! Tutto a posto? Spero di sì uwu
Dunque, che ve n’è parso di questa storia? Vi è piaciuta? Pensavate che si sarebbero baciati stavolta, eeeh? *faccina pervy di whatsapp*
E invece no, perché i miei prompt (gentilmente offerti dalla mia splendida, favolosa beta, che colgo l’occasione per ringraziare) erano: “in fiamme, una piuma, interruzione prima di un bacio”. Quindi, fregati anche a questo giro. A quanti sta ribollendo lo stomaco, oltre a Jin Ling? *alza la mano*
Via, con un augurio di buona salute allo stomaco della nostra scintillina viziatella per il prossimo anno, passo ora ai saluti.
 
Saluto e ringrazio ancora la mia beta, mando un gigantesco bacio e uno stritolamento abbraccioso a Eve che mi ha sopportata anche se ero in Giappone (senza riuscire a scampare ai miei quintali di fanart giornaliere). E ringrazio moltissimo anche a Deb, una persona splendida a cui mando un enorme abbraccio!
Se vi va di farmi sapere cosa ne pensate di questa OS, siete i benvenuti qua sotto o anche per messaggio privato, grazie in anticipo a tutti coloro che lo faranno e anche ai lettori silenziosi!

People, un saluto e un abbraccissimo a tutti, ci si leggerà ancora fra un mese esatto, rimanete sintonizzati!
 
Athelyè ~ 

   
 
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