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Autore: Meramadia94    21/11/2019    0 recensioni
Barba ha una figlia, Christina, sedici anni. L'unico affetto che gli rimane dell'amore della sua vita ed è l'unica ragione della sua vita oltre al suo lavoro.
Ma un giorno lei e una sua amica scompaiono dopo una festa. La squadra lavora di buona lena per scoprire cosa sia accaduto alle due ragazze prima che sia troppo tardi.
Genere: Angst, Avventura, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amanda Rollins, Olivia Benson, Rafael Barba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La mattina dopo, Olivia andò in ospedale per parlare con Chris e nel corridoio incontrò la madre di Barba, che fu piacevolemente sopresa di vederla.
- A proposito, la ringrazio per la corona di fiori che ha spedito al funerale di mia madre.- fece Lucia - E' stato davvero un pensiero molto dolce da parte sua.- 
- Si figuri.- fece Olivia - Io non conoscevo la signora, ma ci tenevo a farvi sentire la mia vicinanza.-
Lucia sorrise - La ringrazio... soprattutto per quello che ha fatto per mio figlio e mia nipote.-
Olivia sorrise come per dire '' Dovere'' per poi chiedere - A proposito, come stanno?- 
Lucia rispose - Rafaèl non l'ha lasciata nemmeno per un attimo. Ho dovuto faticare per convincerlo ad andare a prendersi almeno un caffè...Chris sta bene. Ha dormito tranquillamente per tutta la notte. Le è salita la febbre, ma il medico dice che con una cura a base di antibiotici starà di nuovo bene. La tengono qui qualche giorno per evitare complicazioni.- 
- Vedrà che è solo una precauzione.- fece Olivia - Chris è risucita a sopravvivere per quattro giorni sul fondo di un pozzo. Non c'è niente che non riesca ad affrontare.- 
- Lo so.- fece Lucia Barba - Chris è una guerriera. Lo è da ancor prima di venire al mondo.- 
- In che senso, scusi?- 
- Rafaèl non glielo ha detto?- 
- Che avrebbe dovuto dirmi, scusi?-
Lucia iniziò a raccontare - Quando mia nuora rimase incinta, fu un momento felice per tutti. Rafaèl era entusiasta. Il lavoro da avvocato iniziava già a funzionare molto bene, era sposato con la donna che amava e presto sarebbe diventato padre... poi al sesto mese sono cominciate le minacce d'aborto.- 
Olivia sgranò gli occhi, ma rimase in religioso silenzio.
- Mirasol si è sentita male... un attimo dopo il water era pieno di sangue, era terrorizzata di aver avuto un aborto spontaneo. In ospedale dissero che il bambino era ancora vivo, ma che se non fosse rimasta a letto per il resto della gestazione...- sorrise pensando a quei giorni. Erano giorni terribili, pieni di paura, di ansia e di incertezza, ma aveva potuto vedere quanto grande fosse l'amore che univa suo figlio a sua moglie e a quella creatura che ancora non era venuta alla luce. Per quei mesi aveva chiesto un congedo per prendersi cura di lei, e passava tutto il suo tempo in ospedale. La imboccava, la aiutava a bere, e la aiutava a farsi la doccia. Il cuore le aveva sorriso. Era sempre stata convinta di non essere stata una buona madre, di non essere riuscita ad educarlo al meglio. Il suo defunto marito non aveva fatto altro che ripeterglielo che a furia di difendere e giustificare il loro figlio, si sarebbe trovato sempre male nella vita e nessuno lo avrebbe mai rispettato, che era una buona a nulla come madre e per molto tempo ci aveva creduto... non era vero. Aveva cresciuto un uomo che sapeva cosa voleva dire prendersi cura di una famiglia.
- Quando Chris è nata...- fece Lucia - Era poco più di uno scricciolo. I dottori dissero che aveva risentito anche lei della gravidanza difficoltosa. La misero nell'incubatrice, ma dissero a Rafaèl e Mirasol di non affezionarsi troppo a quella bambina.- 
-  Come la presero?- fece Olivia pur immaginandosi la risposta. Nel momento in cui aveva stretto Noah tra le braccia, per la prima volta, aveva capito che il suo destino sarebbe stato quello di proteggerlo e di vegliare su di lui. Aveva accettato un anno di affidamento in prova... e dopo la prima volta che quel piccino era stato ricoverato per problemi respiratori aveva già capito che non avrebbe mai potuto vivere senza di lui. Tutto per averlo tenuto in braccio una sola volta.
- Mirasol... era talmente stremata che per tre giorni non ha dato segno di volersi svegliare. E Rafaèl ha passato tutto il tempo vicino alla figlia, nell'incubatrice, e non si è mosso finchè non ha avuto la certezza che avrebbe potuto portarle a casa tutte e due.
Chris è nata combattente. Come suo padre.- 
- E' proprio per questo che in questi giorni ho sempre avuto la convinzione che avremmo trovato Chris in vita.- prima lo pensava e basta. Ora ne era certa - e sopravviverà anche al recupero.-
- Lei crede?- 
- Non si preoccupi.- fece Olivia - Christina è la figlia di un nostro caro amico, e questo la rende una di famiglia... le staremo vicino passo dopo passo.- 
E il primo passo era il più difficile.
Ammettere con sè stessi e gli altri della violazione subita e raccontarla, rivivendola di nuovo. 
...
...
...
Christina aprì gli occhi. E come Barba aveva promesso, la prima cosa che vide accanto a lei fu suo padre. Ciondolava sulla sedia, come se fosse sulla strada per addormentarsi, quando sgranò gli occhi dalla sorpresa. 
- Chris... tesoro...- fece Barba alzandosi di scatto per stringerla. 
- Papà...- fece Chris con un filo di voce, provando a tirarsi su. Il padre la obbligò a stendersi di nuovo. 
- No sta giù...- fece Barba - Hai fatto un volo di quattro metri, hanno dovuto ricollocarti l'anca e l'omero, ma devi stare ferma e tranquilla.- 
- Che è successo... dove... dov'è Abby?- fece Chris guardandosi attorno come i barbagianni per guardare ciò che li circondava. 
Barba cercò di calmarla come poteva - Tranquilla piccola. E' tutto sotto controllo. Abby è a casa sua, sta bene. E' tutto finito adesso. Sei al sicuro.- 
Chris annuì abbassando lo sguardo. E lì Barba capì. Chris ricordava tutto di quella notte da incubo. Ma non voleva parlarne. O per lo meno non con lui. Forse perchè temeva che non le avrebbe creduto se avesse accusato Alex di averla violentata.
Fece per dirle di confidarsi e di non preoccuparsi, che sapeva già tutto, che Alex aveva già ammesso tutto, e che gli aveva già detto quanto lo odiava per quello che le  aveva fatto, ma non fece in tempo.
Sua madre e Olivia entrarono in quel momento. 
- Nonna...- sorrise Chris. 
- Chris...el amor de la abuela...- fece la donna abbracciandola - che paura abbiamo avuto... sei salva grazie a Dio, salva...- 
- Chris?- fece Olivia - Sono il tenente Olivia Benson. Ti ricordi, ci siamo conosciute in tribunale qualche giorno fa.- La ragazzina annuì - So che sei molto stanca e che probabilmente vorresti solo dimenticare tutto, ma... devo farti qualche domanda.- 
Chris distolse lo sguardo - Mi spiace, non mi ricordo niente. Davvero.- 
- Tesoro, ascolta...- fece Barba - Lo so cosa stai facendo, ma non devi. Non serve che tu protegga Alex, ha già ammesso tutto. E gli ho già detto quanto mi faccia ribrezzo. Non difenderlo. Non se lo merita.- 
- Davvero...?- fece Chris.
- Contro di lui abbiamo prove schiaccianti, e ha ammesso di aver avuto rapporti con te, mentre non eri in grado di acconsentire.- fece Olivia - Ci basta la tua versione, ed è un uomo finito. Non ti farà più del male.- 
Chris guardò il padre e la nonna, ed entrambi annuirono. In quel momento si convinse.
- Io ed Abby eravamo alla festa a scuola.- fece Chris - Abby dopo due ore ha detto che si era rotta di stare lì e che aveva ricevuto un invito per una festa più divertente, e mi ha chiesto se volevo aggregarmi...papà scusa se non ti ho avvertito...- 
- Non importa. Davvero.- fece l'avvocato.
- La festa era al Playhouse a Chelsea?- chiese Liv. 
- Sì. Lì ho bevuto un drink. All'inizio stavo bene... poi è arrivata la botta. Ho chiesto al barista dell'acqua.. poi Abby mi ha portato fuori dicendo che saremmo tornate a Soho...- fece Chris abbassando lo sguardo. 
- Forse è il caso se ci fermiamo qui.- fece Barba vedendo che la figlia stava per scoppiare in lacrime. La figlia lo guardava, supplicandolo con lo sguardo che diceva '' Ti prego, non farmelo dire''.
- Lo vorrei davvero.- fece Olivia - Ma di certe cose è meglio parlare il prima possibile. Lo sai anche tu.
Chris, ascolta, lo so che ti sto chiedendo tanto, ma ti prometto che dopo starai molto meglio... ti chiedo solo un piccolo sforzo.- 
Chris ingoiò le lacrime e si fece coraggio - Non ricordo molto da allora. Tutto quello che so è che mi sono svegliata perchè le sue mani erano dappertutto. L'ho graffiato e gli e saltata la mascherina... era zio Alex. Gli ho detto di smettere, di fermarsi, che non era giusto... ma non l'ha fatto... ha detto che sarebbe stato al gioco... io continuavo a dirgli di fermarsi ma non mi ha dato retta... ho provato a spostarlo...- 
Barba distolse lo sguardo per non far vedere alla figlia gli occhi che bruciavano di rabbia e di odio. La rabbia per non essere intervenuto in tempo e l'odio per quello che un tempo considerava il fratello maggiore che non aveva mai voluto. Ma allo stesso tempo odiava anche sè stesso per non aver capito in tempo che Alex non era più la persona che aveva conosciuto, anzi peggio, che non lo era mai stata. 
La madre gli mise una mano sulla spalla per confortarlo malgrado lei stessa stesse morendo dalla voglia di picchiare quel bastardo fino a fargli sputare l'anima. 
- Quando finalmente è finita gli ho dato una ginocchiata e sono scappata.... oddio, c'è un dettaglio, ma non riesco a ricordare...- 
- Tranquilla.- fece Olivia - ci torneremo più tardi.- 
- Sono uscita dalla casa... non riuscivo a capire dov'ero e mi sono accorta di non avere più la borsa. Ho pensato di averla lasciata dentro, ma avevo troppa paura per tornare...- 
- E poi hai incontrato Eddie Garcia.- fece Olivia.
Chris annuì - Era gentile. Mi ha offerto un passaggio fino in città... durante la strada lo chiamato zio Alex, e io ho avuto paura che fose una trappola, e sono scappata via...- 
- E correndo al buio sei caduta in quel pozzo.- fece Olivia.
Chris dissentì.
- No. Ho visto quella struttura e mi sono nascosta... non lo so quanto tempo ci sono stata... ho passato il tempo a piangere e a dormire per cercare di non pensarci... sono uscita parecchio tempo dopo... non so come ho fatto a non vedere quel buco... ma ci sono caduta dentro. Ho gridato per farmi aiutare ma...- e lì non ce la fece più e scoppiò in lacrime, tra le braccia di suo padre, che per la prima volta in vita sua non sapeva cosa dire per calmare quella creaturina tremante tra le sue braccia. 
Perchè in una simile circostanza c'erano solo frasi preconfenzionate, molto molto offensive.
...
...
...
- Come sta?- fece Olivia. 
- L'infermiera le ha dato un sedativo.- fece Barba - Dorme tranquillamente. Appena dicono che sta meglio e che possono fare dei controlli a distanza me la porto a casa.-
- Chiamerò la scuola e dirò al vice preside di sostituirmi per un po'.- fece Lucia - mi occuperò io di lei.- 
Barba dissentì - No. Credo che per un po' la cosa migliore sia portarla via da New York, da tutto quello che potrebbe ricordarle Alex e questa brutta storia.- pensava allo chalet sulle Alpi, dove erano soliti passare le vacanze di Natale. Un posto che sembrava non appartenere a quel mondo e che era l'ideale per confortare un cuore in tumulto - ho accumulato un po' di ferie non godute. Appena esce la porto via.- 
- Si, è una buona idea.- fece Lucia - un po' d'aria buona farà bene a tutti e due.- 
Barba guardò l'orologio e poi il telefono. Rita non si era più fatta sentire. 
Ripensandoci però era un bene.
Voleva esserci quando il giudice gli avrebbe dato trent'anni.
...
...
...
Sulle scale del tribunale incontrò Carisi.
- Avvocato.- fece il poliziotto fermandosi - Chris... come sta?- 
Barba sospirò - Dopo tutte le volte che ho sentito raccontare la stessa storia, con location diverse e personaggi diversi e quello che ha ammesso Alex, pensavo di essere pronto. E' stato lacerante. Chris è sconvolta.- 
- Lo credo bene... scemo io a chiederlo...- fece Sonny. 
- No, ti ringrazio per l'interessamento. Almeno so che il tuo è sincero.- fece pensando a quel giorno che si era recato da Alex per avere il conforto di un amico, come faceva sempre quando erano ragazzi e suo padre lo riempiva di botte solo per sentirsi forte. Ed Alex sapendo benissimo cosa aveva fatto ad una bambina a cui aveva fatto da padrino di battesimo gli aveva offerto la sua spalla su cui piangere e si era persino offerto di dargli il suo aiuto, aveva fatto lo gnorri per tutto il tempo... era solo l'ennesimo tradimento che non sarebbe riuscito a perdonargli. 
- Contavo di passare in ospedale. Mia madre le ha preparato un dolce.- fece Sonny - se posso fare qualcosa per aiutarla, me lo dica.- 
- In effetti qualcosa che potresti fare per me ci sarebbe...- fece Barba -Carisi, adoro questo lavoro, tu non sai quanto. Ma la cosa più importante della mia vita sarà sempre mia figlia. Adesso è di lei che devo occuparmi.- 
- Certo che lo so, e la capisco.- 
- New York non è il posto migliore per lei in questo momento.- fece Barba - Ho qualche settimana di ferie non godute in arretrato. Vorrei dedicarle a lei, interamente. E avrò bisogno di una persona fidata che si occupi dei miei casi e del mio ufficio. Vorrei che fossi tu.- 
Carisi sgranò gli occhi. Non immaginava che Barba lo stimasse fino al punto di mettergli in mano il suo ufficio - Beh... non che la cosa mi secchi... ma perchè io, c'è anche Carmen e ci sono un sacco di tirocinanti che...- 
- Sì, ma loro non sanno come lavoro e non conoscono i miei metodi. Tu sì.- fece Barba - e anche perchè lì dentro, sei l'unico di cui mi fido davvero.- 
Sonny sorrise - Parta tranquillo e si occupi di Christina. Qui ci pensiamo noi.- 
- Solo una cosa...-
- Dica.-
- Hai visto il mio ufficio si?- fece Barba - se quando torno trovo un post it in un posto diverso da quello in cui l'ho lasciato... io ti rincorro con una mannaia.-
Sonny rise - Avvocato, se la prenda una vacanza, che le fa solo bene.- 
...
...
- Caso 39581, il popolo contro Alex, un capo d'imputazione per stupro, uno per sequestro di minore e uno per induzione alla prostituzione.- fece l'addetto del tribunale. 
- Come si dichiara?- 
Incredibilmente da quanto Barba si aspettava, il suo ex amico fece - Non colpevole vostro onore.- 
- Il mio cliente ammette di aver avuto una debolezza e di aver pagato spesso delle donne per fare sesso con lui.- fece l'avvocato - ma parliamo di donne adulte e consenzienti. Quello che è successo con Christina Barba è stato un tragico equivoco.- 
- Equivoco?- fece il PM incaricato del caso - è così che chiama lo stupro di una sedicenne ubriaca e che aveva esplicitamente detto di no e che ha opposto resistenza?-
- Il mio cliente è tremendamente dispiaciuto per quello che ha fatto.- fece l'avvocato - ma vi invito a tenere conto del contesto. Era un festino a luci rosse a cui erano presenti hostess maggiorenni e consenzienti, e molte delle quali erano state assunte per l'esaudimento di '' richieste speciali''. Il mio cliente non poteva sapere che la ragazza era stata portata lì contro la sua volontà e che non fosse consenziente, e nemmeno che il suo '' no'' fosse un no sincero. E' chi l'ha portata lì e vestita come una escort che dovreste perseguire, non il mio cliente.- 
- Oh quindi il suo cliente è una vittima delle circostanze?- fece il PM sarcastico.
L'avvocato confermò - Certo. E' stato tratto in inganno. Non poteva sapere.- 
- Certo lo racconti alla vittima e alla sua famiglia.- 
- Vostro Onore, è palese cosa sta succedendo.- fece l'avvocato - Il mio cliente è a tanto così dall'essere eletto nuovo sindaco di questa città e ha l'appoggio delle minoranze, e sicuramente questa cosa ha preoccupato molti suoi avversari. Sono stati loro a tendergli una trappola.-
Barba non riusciva a credere alle proprie orecchie. Prima aveva pianto lacrime di vitello borbottando delle scuse e ora la buttava sul complotto politico. Non poteva credere che stesse accadendo davvero. 
'' Ma cosa sei diventato....?''- pensò. 
- Vostro onore.- fece Sonny - anche se per una remota ipotesi, la storia del complotto politico fosse vera, non cambia le carte in tavola. Alex Muñoz ha avuto rapporti non consensuali con una ragazzina di sedici anni. E nei processi si processano i fatti, non le intenzioni.- 
- Detective, la invito a calmarsi.- fece il giudice - Purtroppo il contesto della presunta violenza solleva più di un ragionevole dubbio sul fatto che l'imputato fosse consapevole  o meno di star commettendo un reato contro la persona. Dispongo una cauzione di un milione di dollari in attesa del processo.
E aggiungo inoltre che venga emessa un'ordinanza restrittiva nei suoi confronti. Non potrà avvicinarsi alla vittima, alla sua casa e alle sue figlie. La avverto. Al primo sgarro, finisce di attendere il processo in prigione.
Il prossimo caso.- 
Barba non ebbe la forza di dire niente. E dire che avrebbe voluto massacrare di botte quell'animale per quello che aveva fatto. 
Gli aveva mentito di nuovo.
Diceva di essere dispiaciuto per Chris, di quello che le aveva fatto, che non era mai stata sua intenzione... poi aveva deciso di dichiararsi innocente e vittima sacrificale della New York Bene.
E se avesse vinto non solo la figlia non avrebbe ottenuto giustizia, ma avrebbe anche dato il permesso ad ogni stupratore di violentare una donna ben vestita e ben truccata e di cavarsela se si fosse detto convinto che era una squillo d'alto bordo. 
Forse aveva sbagliato ad andare all'udienza.
Sarebbe dovuto rimanere con Chris. Era lei che meritava il suo tempo.
  
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