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Autore: Fiore di Giada    22/11/2019    0 recensioni
– Fratello mio… Abbiamo dato agli esseri umani la possibilità di scrivere il loro destino… – mormorò, la voce tremula. Grazie all’opera sapiente di Liu Kang e Kitana, il futuro si stava scolpendo.
Gli esseri umani compivano le loro scelte e, a fatica, cercavano la luce della sapienza nell’ambiguità della loro natura, nella quale era racchiusa la luce della divinità e la nerezza della bestialità.
Certo, gioiva di questo, ma l’assenza di suo fratello minore trafiggeva il suo cuore.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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In una luce argentea, Raiden entrò nella fortezza di Kronika.
Una fitta di dolore dilaniò il suo petto e l’ex dio barcollò. Usare quegli incantesimi era assai faticoso per il suo corpo, ormai mortale.
Certo, il suo corpo era ben più resistente di quello di un comune umano, ma era condannato ad una strada di dolore e freddo.
Si rizzò in piedi e chiuse gli occhi. In quel luogo, così remoto dal tempo e dallo spazio, Fujin aveva incontrato il suo destino.
Cetrion e Frost erano riuscite a sopraffare la sua pur forte volontà.
Fratello mio… Abbiamo dato agli esseri umani la possibilità di scrivere il loro destino… – mormorò, la voce tremula. Grazie all’opera sapiente di Liu Kang e Kitana, il futuro si stava scolpendo.
Gli esseri umani compivano le loro scelte e, a fatica, cercavano la luce della sapienza nell’ambiguità della loro natura, nella quale era racchiusa la luce della divinità e la nerezza della bestialità.
Certo, gioiva di questo, ma l’assenza di suo fratello minore trafiggeva il suo cuore.
Si scosse dai suoi pensieri e percorse alcuni metri.
Qualche istante dopo, una luce bianca attirò la sua attenzione.
Sei qui… Lo so. – mormorò l’ex dio, il cuore tremante di amara gioia. Finalmente, avrebbe potuto dare a suo fratello un estremo, dolce riposo.
Ma la pena della sua morte non sarebbe svanita.
Qualche minuto dopo, giunse in una ampia sala di forma circolare, dominata da un ampio blocco di ghiaccio, scintillante di vivi bagliori d’iride.
Raiden si bloccò, il cuore stretto in una morsa d’emozione. Lì, in quella bara gelida, era rinchiuso il corpo di Fujin.
La crudele Frost, su ordine di Cetrion, l’aveva condannato ad una straziante eternità di solitudine.
Ti libererò. – promise Raiden, deciso. Certo, sarebbe stato assai sfibrante per lui, ma doveva questo al dio del vento.
Fujin non gli aveva mai fatto mancare il suo appoggio.
Nel corso di quei lunghi secoli, si era rivelato un amico e un alleato saldo.
Fece alcuni passi e si avvicinò al masso di ghiaccio.
Le sue mani, lente, sfiorarono la massa, quasi la carezzassero, poi si fermarono.
Il suo sguardo, attento, scrutò il corpo del dio del vento, bloccato in una posizione serpentina, si posò sul viso dell’altra divinità, distorto in una maschera di amarezza.
E’ finita la tua prigionia. Non preoccuparti. – sussurrò, gli occhi liquidi di emozione.
Qualche istante dopo, le palme delle sue mani brillarono d’una tenue luce azzurra, che, come un mantello, si avvolse attorno al ghiaccio.
Decine di crepe si disegnarono sull’intera struttura, poco dopo, con un lugubre crepitio, si infranse in migliaia di frammenti diseguali.
Questi schizzarono in ogni direzione.
Il corpo di Fujin, privo di ogni sostegno, si accasciò, presto stretto tra le braccia di Raiden.
L’ex dio del tuono sussultò, stupefatto. Aveva avvertito un flebile calore lungo le membra del suo amato fratello…
Il ghiaccio non aveva sopraffatto la sua essenza di semidio?
Concentrò il suo qi attorno al corpo di Fujin. Forse, era una possibilità di salvezza per lui.
Anche se non fosse stato possibile, avrebbe dato a suo fratello la possibilità di rivedere il suo viso.
Gli avrebbe dato un’estrema gioia.
Il corpo del dio del vento, prima immobile, fu scosso da deboli fremiti e i suoi occhi, seppur con fatica, si aprirono.
Chi… Chi sei? – balbettò sorpreso. Sopra di lui, scorgeva una figura maschile alta e snella, con lunghi capelli neri e occhi verdeazzurri…
Perché si era inoltrato in quel luogo, dimenticato dal tempo?
Un debole sorriso sollevò le labbra dell’ex dio del tuono e la sua mano destra si posò sulla guancia sinistra del fratello.
Fujin… Non riconosci tuo fratello? – domandò, la voce tremante di malinconia.
Il dio del vento spalancò gli occhi, sorpreso. Suo fratello…
Il suo estremo desiderio era stato esaudito.
Poteva sentire il calore fraterno delle sue braccia attorno al suo corpo, ormai tanto debole.
Perdonami… – balbettò il dio del vento. Non era riuscito a contrastare Cetrion e Frost e la sua debolezza aveva condannato Raiden ad una ulteriore prova.
Non si era rivelato un alleato affidabile.
Eppure, Raiden non sembrava deluso.
Anzi, i suoi occhi chiari erano lucidi di amarezza e rimpianto.
Io… Io non ti ho aiutato… Mi sono lasciato sopraffare da Cetrion e Frost… – mormorò, dispiaciuto.
L’ex dio del tuono, calmo, gli appoggiò il dito indice destro sulle labbra e lo fece tacere.
No, Fujin… Hai combattuto con animo fermo e non hai ceduto alle lusinghe di Cetrion. Questo a me basta. Non ti angosciare. – lo rassicurò.
Tacque e lo strinse ancora di più contro il suo petto.
Quanto a me… Per salvare il futuro, ho dovuto sacrificare la mia divinità, ma non mi pesa questa rinuncia… Prima di morire, desideravo liberarti da questo tormento e ci sono riuscito. Ora, non ho più alcun rimpianto. – lo rassicurò. Non sapeva perché, ma si sentiva libero da quella morsa di sofferenza che gli aveva stretto la gola.
La brama di piangere era svanita.
Si era ricomposto il legame che, in un tempo remoto, li aveva uniti.
Le battaglie sembravano essersi dissolte nell’immensità del tempo.
Gli occhi di Fujin si chiusero e le sue labbra, livide di freddo, si sollevarono in tenue sorriso. Nessuna ombra oscurava la limpidezza di quelle parole.
Il tono di Raiden, pur percorso da una nota di pena, vibrava di sincerità.
I suoi occhi, pur lucidi, sembravano racchiudere l’infinità del suo spirito, libero dalla tenebrosità.
Ti voglio bene… Grazie di tutto… – soffiò il minore, sereno. Il suo cuore, in quel momento, si era acquietato.
Poteva spegnersi in pace.
No… Non morirai da solo… – lo rassicurò Raiden. Amava gli esseri umani, ma si sentiva estraneo al nuovo corso della loro storia.
Inoltre, Liu Kang e Kitana si stavano mostrando sovrani degni e giusti.
Non avrebbero avuto bisogno di lui e della sua presenza.
Strinse le dita della mano destra attorno all’elsa di un pugnale, che portava alla cintura, lo sguainò e si piantò la lama nel petto.
Come acqua da un tubo forato, il sangue sprizzò a fiotti e l’ex dio del tuono si accasciò accanto al fratello.
Raiden… Perché? – domandò Fujin, meravigliato. Pur di restargli accanto, aveva deciso di rinunciare alla sua esistenza da mortale.
Dunque, il suo affetto era tanto solido?
Le dita dell’ex dio del tuono si posarono sulla guancia di Fujin e il suo sguardo lo accarezzò.
Non ti lascerò da solo… Sei pur sempre mio fratello… – rispose, dolce.
Qualche istante dopo, i suoi occhi si chiusero e il suo corpo, con un breve tonfo, si abbandonò nella quiete della morte.
Fujin trattenne a stento un singhiozzo e, lenta, la sua mano sfiorò i capelli del defunto. Presto lo avrebbe seguito, ne era certo, ma tale consapevolezza non attenuava la sua angoscia.
Quei pochi, dolorosi istanti di distacco erano per lui dilanianti.
Grazie… Grazie di tutto, Raiden… – mormorò, prima di spegnersi a sua volta.






















   
 
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