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Autore: EleWar    22/11/2019    9 recensioni
Si scappa sempre, da qualcosa, da qualcuno, ma a volte non è la cosa giusta da fare...
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Stasera vi propongo una shottina un po’ così… al solito vi dico che è diversa dalle altre che ho scritto, ed è venuta così, senza pretese. L’ho scritta una sera in cui ero un po’ romantica e ‘sentimentale’ e casualmente il mio pc mi proponeva solo canzoni d’amore. Quindi, vi avverto, potrebbe essere un po’… dolce? Va be’ leggete, poi mi direte. La dedico a tutte le romanticone come me. Vi lovvo
Eleonora



ERRARE

Sono scappata da te perché non riuscivo a resistere all’intensità di quell’emozione.

Che ne sarà di me?

Come ho potuto credere che tu…

Mi sono così tanto ingannata nei miei sentimenti? Allora è vero, per te non sono niente. Come potrò tornare a casa e continuare a guardarti? Riprendere la vita come era prima? Prima di…

Questo vento che mi scompiglia i capelli; queste onde che s’infrangono sugli scogli e mi spruzzano piccole gocce salate sul viso… Questo mare in tempesta che è fuori e dentro di me. Mi sento così stupida, come mai prima d’ora. Almeno fino a poco fa potevo ancora illudermi che tu…

Lo sciabordio delle onde, le sirene del porto, mi calmano un poco, mi isolano dal mondo; sento il mio cuore rallentare il battito, dopo quella folle corsa a perdifiato, e dopo che dentro di me si è rotto qualcosa. Mi sembra impossibile che questo mio povero cuore sia ancora in grado di funzionare… Forse sarebbe meglio farla finita, che lui smettesse una buona volta di pompare sangue in questo mio stupido corpo, che si rompesse veramente, così non sentirei più questo dolore che mi toglie il respiro.

Non ti sento arrivare, mi accorgo che sei ad un passo da me quando è troppo tardi per scappare di nuovo: dove potrò mai rifugiarmi senza che tu riesca a trovarmi? Perché sei venuto?

Mi volto a guardarti, attraverso una cortina di lacrime che rende tutto così sfocato! Eppure continui ad essere così dannatamente bello: l’immagine del mio amore respinto. Una parte di me vorrebbe correre da te e rifugiarsi fra le tue braccia, ma impietrita rimango in piedi, qui, davanti a te. Perché sei qui?

Rabbiosamente mi strofino gli occhi: non devi vedermi piangere, non te lo meriti! Mi assale la rabbia, una rabbia incredibile: ce l’ho con me che continuo ad amarti nonostante tutto; ce l’ho con te perché non mi vuoi; e perché… perché sei tu.

Dio, fa’ che non si avvicini ancora, fa’ che rimanga lì, fa’ che mi volti le spalle come sempre ha fatto e ritorni da dove è venuto, che le luci scintillanti e le ombre della città lo inghiottano per sempre e lo portino via da me. Non voglio più…

Perché ti sei mosso? Non ti azzardare ad avvicinarti! Vorrei voltarmi per non vederti avanzare, ma il tuo sguardo magnetico mi costringe a guardarti, a seguire tutti i tuoi movimenti, così lenti… ti vedo come al rallentatore. D’improvviso le lacrime si sono asciugate, non le sento più scendere. Che importanza ha ora?

Il mio cuore ha ripreso a correre all’impazzata, mi sembra di venir meno… e non so se augurarmelo veramente, così smetterei di provare tutta questa vergogna. Sono senza difese e così confusa. Cosa vuoi ancora da me?

Ti guardo e il tuo viso esprime… cosa? Una volta ero convinta di conoscerti, credevo di riuscire ad intuire un po’ dei tuoi pensieri, quelli che lasciavi liberi di uscire dal tuo cuore serrato, quelli che vagavano in superficie; ma poco fa ho capito che mi sbagliavo, e l’ho capito a mie spese. Adesso più che mai, non riesco a leggere la tua espressione. Non sarà dolore? E per cosa? Rimorso? Pentimento? Cerchi la mia assoluzione? E come potrei accordartela?
 
***
 
Appena sei scappata di casa come una furia, sono rimasto paralizzato, al centro della stanza. Tutto girava intorno a me, provavo un senso di vertigine, le tue parole riverberavano fra quelle quattro mura, rimbombavano nella mia testa. Cosa mi avevi detto esattamente? Cosa ti ho risposto io? Ma soprattutto… ti ho risposto?

Ho provato come una lacerazione, uno strappo improvviso nel cuore; istintivamente ho portato una mano al petto: avrei giurato che una pallottola mi avesse colpito proprio lì, al centro. E allo stesso tempo mi sono riscosso e mi sono guardato intorno: non c’eri più.

Prima ancora di sapere dove andare, le mie gambe avevano preso a correre, giù per le scale, in strada, per le vie affollate; non sapevo dove tu fossi diretta, eppure correvo, correvo, una strana forza mi spingeva verso di te. E quando ho intravisto le luci del porto, ho capito che non il mio corpo, ma il mio cuore, mi aveva portato da te.

Lì dove non siamo mai stati così vicini come quella sera.

Riconoscerei la tua silhouette fra un milione di donne. Ti vedo piegata in due, appoggiata con entrambe le mani alla ringhiera di ferro del molo. Le onde che s’infrangono sugli scogli sottostanti ti spruzzano il viso, il vento ti solleva i capelli, piccole gocce risplendono alla luce della luna. Dio, Kaori, quanto sei bella!

Perché sei fuggita da me? Non lo sai che non posso vivere senza di te? Che quando non ci sei smetto di respirare?

Non ti sei accorta che ti ho finalmente raggiunto. Meglio così, altrimenti scapperesti ancora; perché, amore mio?

Eppure ti volti verso di me. Stai ancora piangendo? Non posso vederti piangere, sento un artiglio stritolarmi il cuore. E perché mi guardi con tutta quella rabbia? Io non capisco.

Mi fermo indeciso. Non so cosa fare… se ora mi avvicino scapperai ancora? Vorrai ancora parlarmi? Non ti lascerò andare, ti rincorrerò, fosse anche per tutto il resto della mia vita.

Avanzo verso di te. Conosco bene quella tua espressione: non vuoi che ti veda piangere, e con rabbia e disperazione ti asciughi quegli occhi bellissimi. Mi sembra di essere prigioniero di un sogno, un incubo: ho le gambe così pesanti, mi sembra di trascinare un peso enorme, ma la mia volontà mi spinge inesorabilmente verso di te.

Eccoci, siamo uno di fronte all’altra, sono ad un passo da te. Ci guardiamo. Cosa stai vedendo?
 
***
 
Eccoti, sei ad un passo da me: il tuo sguardo è così impietoso, mi scruti per cercare di capire la mia prossima mossa… temi forse che io riprenda la mia corsa? E tu? Tu che farai? Continuerai a rincorrermi per ricordarmi ogni momento che non sono la donna che tu ami? Ma quale gioco perverso sarebbe quello? Ryo, lasciami andare.
 
***
 
Mi hai piantato gli occhi negli occhi e sembra come se mi volessi sfidare, ma a fare cosa? Perché mi guardi con disperazione? O è forse rassegnazione? Non riesco a distinguere i sentimenti che si susseguono così rapidamente sul tuo adorabile visino … Eppure ero convinto di conoscerti, di sapere tutto di te: sei un libro aperto, anche se le pagine più belle non sono mai riuscito a leggerle… Poco fa ti sei aperta a me, mi hai offerto il tuo cuore, mi hai detto che mi ami… Ed io…?
 
***
 
Stai qui davanti a me e continui a tacere, come prima, come sempre. Non è bastato dirti chiaramente che ti amo… Non ho smosso la tua coscienza, non ho scaldato il tuo cuore: ti ho messo solamente a disagio. Tu non hai bisogno di me, del mio amore geloso e possessivo, di tutto quell’amore che fino a ieri ero riuscita a tenere rinchiuso, costretto nel mio cuore; questo mio amore è così grande che alla fine è scoppiato, e ho dovuto esternarlo. Pensavo che rivelandoti i miei sentimenti mi sarei sentita libera, finalmente libera di essere me stessa; ho rischiato, ho provato, ho sperato che insieme alla mia libertà sarei riuscita a guadagnare anche il tuo amore. E invece… ancora una volta hai eretto un muro fra me e te, ed io… mi sono esposta per niente.

 
***
 
Perché ho la spiacevolissima sensazione di aver rovinato tutto, ancora una volta? Tu mi hai travolto con il tuo amore ed io sono rimasto senza parole, mi hai preso alla sprovvista, nonostante conoscessi da tempo i tuoi sentimenti. Non ho reagito e tu, tu… cosa hai capito? Hai forse capito che non m’importa niente di te? Ma tu lo sai che io sono lento, quando si tratta di sentimenti. Ci ho messo anni a capire che ero innamorato di te, mentre tu… tu sei sempre stata più veloce, impulsiva. Ed ora?
 
***
 
Ryo, mi stai torturando inutilmente! Se non mi vuoi, vattene, sparisci dalla mia vista, dalla mia vita! Perché mi hai rincorso, cosa c’è ancora?

“Ti prego, parla!”

Oh no, cosa ho detto? Mi è scappato. Maledizione sono sempre così tanto impulsiva, io!
Ma… cos’è quella faccia? Sembri sorpreso... be’ lo sono anch’io, non credevo che avrei sbottato in quel modo.

 
***
 
“Perdonami”

Cosa? Ho capito bene?

“Sì, Kaori, perdonami. Sei sorpresa?”

“S-sì

“Perché sei fuggita da me?

“E me lo domandi? Avrei dovuto rimanere lì, come se niente fosse, mentre il mondo mi franava sotto i piedi?”

“Ma tu, tu…”

“Io cosa? Ti prego Ryo, non giriamoci intorno, siamo due adulti ormai, ed io non ti chiedo niente… anzi, ti libero dalla promessa fatta a Maki…”

“Che stai dicendo? Io non posso lasciarti andare, io voglio stare con te, ho bisogno di te!”

“Ryo! Ma io non posso restare… se non puoi ricambiare i miei sentimenti… ti prego lasciami andare”

“Ti lascerò andare se è quello che desideri veramente, ma se è vero che mi ami, ti prego… resta.”

“…”

“Kaori, ma non capisci? Anche io ti amo, ma non sono riuscito a dirtelo! Prima te ne sei uscita così…! D’accordo, me lo sarei dovuto aspettare, ma non ho fatto in tempo a dirt… Oh, Sugar, che gioia poterti stringere fra le mie braccia”

“Scu-scusami Ryo, ero così presa, prima, e terrorizzata per giunta, che quando non mi hai risposto, quando non hai detto niente, mi sono sentita morire. Ho fatto la prima cosa che mi è passata per la testa, sono scappata in preda alla vergogna e poi io mi sentiv…”
 
“Sugar mi hai letteralmente stregato, ma che mi hai fatto? Ora non potrò più fare a meno di baciarti, le tue labbra, le tue lab…”
“Tesoro mio… siamo due stupidi lo sai? Però, devo ammetterlo… baci veramente bene”
 
   
 
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