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Autore: EcateC    23/11/2019    4 recensioni
Crowley è un gran timidone, e il fatto che si esprima prevalentemente per monosillabi (hm, ngh, uh) ne è una prova.
Preso quindi dalla disperazione, il nostro demoniaco eroe decide di approdare in un universo parallelo, in cui chiederà aiuto -e forse qualcos'altro...- a un altro demone, biondo e amante della buona cucina. Il suo nome? Aziraphus.
Non fatevi ingannare dalla "oscurità" titolo, questa storia è una commediola.
 
-Reversed Omens!
-Aziraphus/Crowley
-Aziraphus/Craphael
-Ineffable Husbands 
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aziraphale guardò l’antico orologio a pendolo.

Erano già le sette di sera, altre poche ore e sarebbero stati quattro giorni. Quattro tranquillissimi- noiosissimi- giorni senza il demone Crowley a infestare la sua libreria.

Quest’ultimo, infatti, si era volatilizzato, era sparito nel nulla. Non rispondeva al cellulare, non era a casa, non al parco… Da nessuna parte.

Prima di sparire, gli aveva giusto accennato che si fermava a prendere le sigarette e che tornava subito, ma ora che erano passate 48 ore, Aziraphale cominciava ad avere dei dubbi.

O Crowley era andato a prendere il tabacco direttamente in Sud America, o forse aveva semplicemente voglia di stargli lontano.

Era così strano, Crowley.

-Che pazienza- sospirò Aziraphale, teso, mentre riordinava il retro del negozio -Poteva almeno dirmi qualcosa-

Ma quando la campanella della porta tintinnò e un odore inconfondibile penetrò le sue sensibili narici angeliche, Aziraphale si precipitò nella sala principale della libreria con uno scatto degno di un centometrista.

-Crowley!?- esclamò Aziraphale -Si può sapere dove sei stato!?-

-Ero in un’altra dimensione- gli rispose il demone, schiettamente.

-In un’altra dimensione?- ripetè Aziraphale, sconvolto -Sai bene che è rigorosamente vietato interferire nel continuum spazio temporale! Come ti è venuta in mente una sciocchezza simile!?

-Avevo voglia di scambiare due parole con la tua versione demoniaca-

Aziraphale si sentì arrossire -Ci risiamo! Ci risiamo!- cinguettò, imbarazzato -E cosa vi siete detti in tutto questo tempo?-

Crowley accennò un sorriso -In realtà abbiamo parlato solo per mezz’ora-

-Mezz’ora? E le restanti 47 ore cosa avete fatto?-

-Hmm- borbottò con aria innocente, stravaccandosi sul divano -Niente, cose da demoni-

-Del tipo?- gli chiese, sollevando un sopracciglio.

-Cosa vuoi…- buttò lì, evasivo -Le solite cose-

Aziraphale aveva davvero una brutta sensazione, ma non volle chiedere ulteriori spiegazioni. Si limitò a lanciargli un’occhiata di rimprovero e tornò alle sue angeliche faccende.

Crowley invece lo guardò dal basso, con le mani in tasca.

-Sei arrabbiato?-

-Ma no- lo tranquillizzò Aziraphale -Se sei qui, vuol dire che è andato tutto bene-

Crowley annuì e si guardò le scarpe. Si sentiva così insicuro che quasi non si riconosceva.

-Angelo?-

L'angelo in questione gli puntò addosso i suoi occhi azzurri, il demone si sentì arrossire.

-Ti ascolto, caro- lo incoraggiò, curioso.

-La tua versione demoniaca è molto simpatica- buttò fuori, cercando di vincere la timidezza.

Aziraphale ne rimase piacevolmente sorpreso, Crowley non era solito fargli dei complimenti.
-Grazie. Spero di starti altrettanto simpatico anche così, però-

-Hmg- sillabò Crowley e l’angelo, che ormai riusciva a interpretare tutti i suoi versi, gli rivolse uno dei suoi sorrisi aperti e inconfondibili.

-Meno male- gli disse, andando a riporre un grosso tomo da un’altra parte.

Era un peccato che Aziraphale non riuscisse a interpretare anche ciò che gli comunicavano gli occhi di Crowley. In quel momento gli stavano gridando “ti amo” a squarciagola.

 

 

Quattro giorni prima…

 

 

Approdare nel mondo parallelo non era stato troppo difficile per Crowley. Una volta capito il meccanismo, diventava una procedura abbastanza semplice e meccanica, come un intervento chirurgico che viene fatto per l’ennesima volta dallo stesso medico. All’inizio sembra qualcosa di estremamente complicato, ma poi, una volta compresi i  passaggi, i movimenti della mano diventano quasi automatici. 
In questo caso, il segreto era aprire il portale giusto e scegliere la scala mobile giusta, il resto era facile. 

Anche perchè in quel mondo era tutto alla rovescia, per capirci qualcosa bastava ragionare al contrario. Dove c’era una pasticceria, in quell'universo c’era una palestra, dove c’era una biblioteca, si ergeva una discoteca e dove un divieto di sosta, un parcheggio.

Crowley per altro notò con orrore anche una Bentley tutta bianca, ma volle convincersi che era solo un caso, che la sua stupida versione angelica probabilmente non aveva nemmeno la patente.

…Non aveva la patente ma in compenso si portava a letto Aziraphale. Forse lo stupido tra i due era lui.

E chissà se quell'Aziraphale demoniaco aveva già captato la presenza di un suo simile, perché Crowley era certo di averlo trovato. Quell'odore di crema bruciata alla vaniglia non poteva che appartenere a lui.

 

Aziraphus era lì, davanti alla tv, mollemente sdraiato e intento a mangiare un grappolo d’uva a mo’ di imperatore romano. Gli mancava giusto la coroncina di alloro tra i riccioli biondi ed era perfetto.

Aveva infatti occupato abusivamente una fastosa villa fuori dal centro di Londra e stava pian piano prosciugando tutte le scorte di cibo e alcol in essa presenti.

All’improvviso il demone voltò di scatto, avvertendo nell’aria un odore famigliare  e allo stesso tempo strano, diverso. Non erano i padroni di casa, perché gli umani non hanno quell’odore.

-Craphi?- chiamò il suo angelo, alzandosi a sedere -Sei tu, amoruccio?-

Il demone biondo si allarmò ancora di più, c’era qualcosa che non andava in quel profumo bruciacchiato. Era come se l’angelo Craphael fosse finito nel forno.

E infatti, non appena Crowley fece il suo ingresso trionfale, spalancando le ampie porte con entrambe le braccia, ad Aziraphus per poco non venne un infarto.

-Che cosa!- si alzò di scatto, rovesciando il vassoio pieno di leccornie -CHE DIAVOLO…!-

Costui imprecò in modo talmente volgare che Crowley quasi commosse. Lo guardò dalla testa ai piedi, il demone che aveva di fronte era uguale identico ad Aziraphale, fatta eccezione per i vestiti, che erano neri e attillati, e per il suo colorito pallido.

-Craphael, angioletto, ma cosa…- esclamò atterrito, tratto in inganno -Cosa ti hanno fatto? Come è potuto succedere!? Quando!?-

Crowley sorrise, divertito -Passi tutto il giorno a scoparmi e ti sorprendi se sono caduto?-

Il demone sgranò gli occhi torbidi.

-Vorresti dire…? Oh, no!- sussurrò angosciato, i suoi occhi si riempirono di lacrime sanguinolente -Sei… Oh, no! È solo colpa mia. Uccidimi, ti prego-

Crowley ridacchiò -Vedo che sei rimasto la stessa regina del dramma che conosco. Ci sei cascato, idiota- esclamò, avvicinandosi all’alter ego del suo angelo -Non sono quel fortunato pezzo di legno che ti porti a letto, o meglio, lo sono, ma vengo da un’altra dimensione-

Aziraphus sgranò gli occhi -Un’altra dimensione?-

Crowley gli spiegò brevemente ciò che aveva fatto. Appena il demone biondo comprese, i suoi occhioni azzurri si tinsero minacciosamente di rosso, i capelli biondi divennero quasi neri e la sua espressione paciosa trasfigurò in furia. Costui si lanciò contro Crowley con la velocità di un razzo e lo sbatté fortemente contro il muro, sollevandolo come se fosse una piuma.

-Maledetto idiota!- sbraitò sul suo naso, furibondo -Come hai osato farmi credere che Craphi fosse caduto per colpa mia!? Hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere!? Stavo per discorporarmi!-

Crowley aveva gli occhi sgranati, i suoi piedi non toccavano terra.

-Scusami- borbottò, spaventato -Non credevo che… Pensavo… Scusami-

Aziraphus lo rimise a terra, i suoi occhi rossi tornarono gradualmente azzurri.

-Perché sei approdato qui? Sai cosa succede se Lucifer ti scopre?-

-Non mi importa- gli rispose Crowley, guardandolo dall'alto in basso -Avevo bisogno di te-

-Bisogno di me?- Aziraphus ridacchiò, incredulo -Dopo lo spavento che mi hai fatto prendere, credi davvero che io…-

Ma Crowley lo interruppe con un bacio eloquente, afferrandogli i capelli morbidi ma dal colore sbiadito.

Aziraphus si staccò e lo guardò negli occhi, sorpreso ma per nulla scandalizzato.

-Facciamolo- gli propose Crowley, agguantandogli i fianchi morbidi.

-Scusami?- gli chiese, incredulo.

-Per favore, non ti costa niente, no?-

-Non puoi chiederlo alla mia versione angelica?-

Crowley si irrigidì -Non ho speranze con lui-

Aziraphus aggrottò le sopracciglia -Non hai…?-

L’altro scosse velocemente la testa e lo baciò di nuovo, aggrappandosi al suo corpo come un mollusco. Crowley fece serpeggiare la lingua tra le sue labbra e avvertì con grande piacere le dita di lui solleticargli il fianco, sulla pelle, sotto la maglietta sexy e leggermente retata che si era scelto per l’occasione.

-Non avevo mai baciato un demone- lo informò, interrompendo il bacio.

-I demoni fanno schifo- gli diede ragione Crowley -Ma tu non dirmi di no-

-Preferisco di gran lunga gli umani, o gli angeli-

-…Per favore-

Aziraphus ridacchiò e Crowley lo baciò per la terza volta. Fece scontrare la propria lingua contro quella dell’altro, che subito si divise in due parti e gliela intrappolò in mezzo. Crowley gemette e socchiuse gli occhi, cercando di liberarsi da quella morsa umida e calda.

-Bel giochino…- ansimò senza fiato, non appena lo liberò.

-Ne conosco molti altri- gli ammiccò Aziraphus.

-Mi fai venire nelle mutande se parli così, però-

-Pensa che io non le ho nemmeno-

-Nnngh!!-

-Va bene, va bene! Per tua fortuna sono di facili costumi. Serviti pure-

Ma Crowley esitò, guardandolo dritto negli occhi. L’altro gli sorrise, compiaciuto.

-Sottone anche da demone?- intuì l'altro, senza peli nella lingua.

-Soprattutto da demone-

 

 

 


 

 

L’ultima volta che Craphael aveva visto quel demone da strapazzo era stata quattro giorni fa, nel suo negozio di cd. Lo scocciatore -nonché suo effettivo fidanzato, ma questo era meglio non sottolinearlo- era sparito, si era come volatilizzato nel nulla.

Questo era strano.

Non che Craphael fosse preoccupato, naturalmente. Aziraphus sapeva difendersi egregiamente, se lo voleva. Tuttavia, perché non dirgli niente? Perché non fargli uno squillo?

Chissà cosa stava facendo, chissà che danni aveva combinato…

“È con un altro” pensò subito l’angelo dai capelli rossi, teso “Sì, non c’è altra spiegazione. Ha trovato un altro, o magari un’altra. Magari un demone come lui…”

L’idea lo riempì di paura. Averlo lontano era un toccasana per rispettare la condotta irreprensibile a cui era tenuto, ma ora che lo amava davvero e che aveva violato tutte le regole che poteva violare, non gli importava più niente della condotta, voleva solo stare con lui. E poi Aziraphus aveva un modo di fare affabile e rasserenante, a cui difficilmente si poteva resistere. Era simile a un bel gattone che dormicchiava felice su un morbido cuscino.

Craphael invece, per quanto angelico, era più spigoloso e meno propenso alle gioie della vita. Vivere in modo castigato, dopotutto, lo faceva sentire a suo agio, gli dava sicurezza. Ma con un compagno come Aziraphus, la quiete e la vita contemplativa erano pressoché un miraggio.

Per quanto tempo tutto ciò poteva durare? Quanto tempo poteva passare prima che il demone si stancasse di lui?

Aziraphus in fondo era un edonista convinto, che viveva per il cibo, per il sesso e in generale per l’inerzia più dissoluta. Era eccessivo pretendere che fosse monogamico per sempre, Craphael sapeva che prima o poi lo avrebbe lasciato, era solo questione di tempo.

E in effetti, questo era stato uno dei motivi principali per cui aveva impiegato molto tempo prima di concedersi del tutto a lui. Più temporeggiava, più l’avrebbe avuto intorno…

 

-Fammi vedere gli addominali, ti prego!-

-La vuoi smettere con queste assurde richieste?-

-Daiiiii-

-Oh, Santo Cielo. Va bene- gli accordò l’angelo dai capelli rossi, sollevandosi la camicia bianca. Sussultò quando vide Aziraphus inginocchiarsi e baciargli la pancia tesa.

-Bisognerebbe dare un nome a questi deliziosi quadratini-

-Potresti averli anche tu, se non mangiassi in continuazione-

-E essere depresso tutto il tempo? Giammai. Mi accontento dei tuoi- gli rispose, cingendogli un fianco con un sorriso semplicemente perfetto.

 

Oh sì, gli mancava, gli mancava in modo insopportabile.

Era talmente preso a pensare a lui che Craphael non si era accorto di aver completamente allagato la pianta che stava innaffiando.

-Oh, scusami, Giacinto!- esclamò subito al fiore, facendo un miracolo per togliere l’acqua in eccesso -Ho la testa fra le nuvole… Cioè…- fece un’espressione perplessa -È un po' strana questa battuta detta da un angelo, vero?-

Giacinto annuì.

-È colpa di Azi, mi rende così ansioso. Secondo te è con un altro?-

Giacinto questa volta non rispose.

Craphael ci rimase male. Come angelo aveva un sesto senso più potente di quello degli umani, percepiva la verità e purtroppo sentiva in cuor suo di avere ragione.

Aziraphus era con un altro, e più i minuti passavano, più l’angelo ne era certo.

Sapeva che non avrebbe dovuto cedere alle sue avance, sapeva che ne sarebbe rimasto scottato per tutta l’eternità e che l’avrebbe fatto soffrire. In fondo, se gli angeli avevano la fedeltà inculcata nel DNA, allora i demoni erano sorti dal germe della ribellione, a partire da Lucifer per finire con gli umani. Erano gli infedeli per antonomasia.

Ma perché fargli questo? Perché provarci in modo così insistente e irresistibile, quando sapeva che presto o tardi lo avrebbe scaricato e -metaforicamente- ucciso?

Craphael era certo che, se fosse stato lui il demone tra i due, non avrebbe mai tenuto un contegno così sfacciato, soprattutto alla presenza di un angelo.

Non l’avrebbe mai importunato con frasi oscene o deliziosi baci a tradimento, ma, soprattutto, non l’avrebbe mai tradito con un altro o lasciato di punto in bianco.

Mai, per nessun motivo al mondo.

Ma aveva poco senso pensarci, lui era l’angelo e purtroppo si era lasciato tentare dal demone…

 

-Posso darti un bacio di addio?-

-Sono un angelo, Azi, non mi puoi baciare-

-Non direi, visto che l’ho già fatto-

Craphael si sentì arrossire, ripensando a quella prima aggressione nel giardino dell’Eden.

-Mi hai profanato, dissacrato senza alcuna pietà!-

-Oh, via. Sei talmente sacro che quasi mi bruciano gli occhi al solo guardarti-

L’angelo lo guardò, speranzoso -Sul serio?-

-Sì. È come se guardassi una lampadina accesa, avrei bisogno degli occhiali da sole- gli sorrise dolcemente Aziraphus

L’altro ricambiò il suo sorriso, il suo cuore si riscaldò teneramente.

-Sei così bravo a lusingarmi- ammise, arrossendo.

-Ti lusingo perché ti amo-

-Oh, demone…-

-Ti saluto, amoruccio. Ci vediamo tra qualche secolo-

-Aspetta!- Craphael gli afferrò un braccio -Davvero mi ami?-

-Che mi colpisse una cascata di acqua santa se non è vero-

-Non andare allora, perché ti amo anch’io-

 

 


 

 

Crowley era stravaccato sul letto, ignudo, con solo un lenzuolo a coprirgli malamente le parti basse.

Guardava il soffitto con un’espressione estatica, beata.

-Non so perché, ma ho sempre pensato che tu fossi fantastico a letto- esclamò, grandiosamente soddisfatto -Me lo sentivo nella pelle-

Aziraphus gli sorrise, intento a scartare la carta rossa di un famoso cioccolatino -Mi spiace che tu sia dovuto venire in un’altra dimensione per scoprirlo-

-Anche a me- soggiunse il demone, abbacchiato.

-Ma sei proprio sicuro che c’era bisogno di venire fin qui?-

-Sssì, io non ti piaccio-

Aziraphus gli accarezzò il ciuffo antigravità -Impossibile. Sono pazzo di te-

-No, nel 1950 mi hai detto che vado troppo veloce. E volevo solo farti fare un giro macchina-

-Forse mi riferivo al tuo modo di guidare-

-No- insistette Crowley -Ti conosco bene-

-Perdonami, ma io credo di conoscermi meglio- gli rispose Aziraphus -Hmm! Che bontà questi cioccolatini…-

-Comunque, chi ti è piaciuto di più tra me e il me-angelo?- gli chiese Crowley, con un sorriso presuntuoso.

-Il te angelo-

Crowley ci rimase male -Vorresti dire che scopo meglio in versione da angelo? Non ci posso credere!-

-No, tesoro, non è questo. Voglio solo dire che sono più affezionato a lui e alla sua pelle glabra e serafica, alle sue ali bianche e morbide, profumate come un cesto di gigli…-

Crowley guardò la sua espressione sognante

-Stare con un angelo è un’esperienza mistica, non c’è niente di meglio per noi-

-Posso immaginarlo…-

-A tal proposito, ma da quanto tempo siamo qui?-

-Non lo so, qualche giorno-

-Qualche giorno!?- sbottò Aziraphus -Oh per l’inferno, Craphi sarà preoccupatissimo!-

Crowley sollevò le sopracciglia e guardò l’altro alzarsi velocemente dal letto e afferrare la cornetta di un telefono d’epoca, mezzo nudo. Ne approfittò per guardarlo bene. Il demone biondo era effettivamente grassoccio, ma era comunque bello, proporzionato e massiccio, proprio come Aziraphale.

-Pronto!?- rispose subito una voce piena d’ansia, che Crowley riconobbe all’istante.

Era la propria.

-Amoruccio!- esclamò allegramente Aziraphus -Ciao! Come stai, tesoro?-

-DOVE CAVOLO SEI!?- gridò la voce dall’altra parte del ricevitore -Sono giorni che provo a chiamarti e a cercarti! Si può sapere dove sei stato tutto il tempo!?

Aziraphus guardò Crowley come per cercare aiuto, ma il demone alzò le spalle.

-Angioletto, scusami, effettivamente sono stato impegnato. Ma ti posso assicurare che sono stato tutto il tempo con te-

-VAFFANCULO-

I due demoni rimasero piacevolmente sorpresi da quella volgarità, soprattutto Crowley, visto che il suo amico stava iniziando a preoccuparsi seriamente.

-Tesoro, ascoltami, dammi due minuti e sono subito da te-

-Sei stato con un altro?- gli chiese diretto, secco.

-Ehm, no… Non esattamente, caro…-

-Non esattamente?-

-Craphi, se ti dicessi cosa è successo, non mi crederesti-

Ma l’angelo non rispose. La risposta titubante del demone era stata fin troppo esauriente per i suoi gusti.

-Sapevo che prima o poi sarebbe successo, solo non credevo così presto-

-Successo cosa!?- gli chiese il demone sconvolto.

-Addio, Azi-

E detto questo, Craphael interruppe la chiamata.

-Addio? Pronto!? PRONTO!!?- gridò Aziraphus, sconvolto -Oh, porca…-

E giù di parolacce, a raffica una dietro l’altra. Crowley ne avrebbe conservato il prezioso ricordo per il resto della vita, ne era certo. Ma visto che poteva ben immaginare cosa stesse provando il suo alter ego, decise di intervenire.

-Dammi il numero, ci parlo io- gli disse infatti -Due minuti e risolvo tutto-

-Sicuro?- domandò Aziraphus, sconvolto.

-Ovvio, quell’angelo sono io. So cosa mi fa stare meglio-

-Ok, ma fai presto-

Crowley gli fece il segno dell’OK. Compose il numero e attese, certo al 100% che il suo riflesso angelico avrebbe risposto. E infatti…

-Non voglio parlare con te!- strillò la sua voce lacrimosa.

-Ascolta, il tuo fidanzato si è assentato perché voleva farti una sorpresa- gli disse velocemente Crowley, beccandosi un’occhiata perplessa da Aziraphus.

-Una sorpresa? Ma chi parla?- domandò Craphael, stranito da quella voce così simile alla propria.

-Non è importante chi sono, però ti posso assicurare che il demone qui non ti ha tradito, anzi ha una proposta molto importante da farti- Crowley sorrise diabolico di fronte all’espressione sconvolta di Aziraphus -Solo che è troppo timido per fartela-

-Una proposta!?- si animò Craphael, poggiandosi una mano sul cuore.

-Sì, te lo passo- soggiunse Crowley, passando la cornetta al demone e ignorando i suoi energici “no” col capo e con le mani.

-Ehm, p-pronto?- esclamò Aziraphus, imbarazzato.

-Demone, ma che succede? Che proposta volevi farmi?- gli domandò subito l’angelo, speranzoso.

Il demone biondo era con le spalle al muro -Ehm… Io… Ecco…-

Aziraphus fulminò Crowley con lo sguardo, il quale lo indusse a continuare, divertito -Craphy, amoruccio, sai che ti amo tanto e… Magari mi chiedevo se volessi…-

-SÌ! Oh, santo cielo! Sì!- lo interruppe subito l’angelo, commosso -Sì, lo voglio!-

Aziraphus aggrottò le sopracciglia -Lo vuoi…?-

-Sì, voglio sposarti!- cinguettò, felice come una Pasqua.

Crowley sorrise e si sedette sul letto. Aziraphus invece era sbiancato.

-Beh, che dire… Sono onorato- rispose il demone, deglutendo -Quindi stiamo ancora insieme?-

-Ma certo, scemo. Ti amo tanto-

-Anche io, caro-

-Vieni subito a casa-

-Arrivo-

Aziraphus mise giù la cornetta, stravolto.

-Ecco, ora la mia vita è ufficialmente finita- scherzò, ridacchiando nervosamente.

-Perché?- domandò Crowley, spaventato -Non lo ami abbastanza?-

-Certo che lo amo abbastanza. Ho passato otto secoli a fargli una corte serrata, lo amo eccome-

-Però?-

-Nah, nessun però. Va bene così, prima o poi glielo avrei chiesto- lo rassicurò -Come sai, noi demoni facciamo più fatica a impegnarci seriamente. Non essere più sul mercato dopo sei millenni di bagordi mi fa un certo effetto-

Crowley non era d’accordo. Lui, pur essendo un demone, avrebbe sposato Aziraphale domani, se solo avesse potuto. Forse la paura di impegnarsi riguardava solo il suo amato, poco importava se era un angelo o un demone .

-Credi che anche Aziraphale abbia paura di impegnarsi?-

Aziraphus sussultò -Oh, quel nome. Me n’ero quasi dimenticato- esclamò tra sé -Comunque no, tranquillo, gli piaci, mi piaci. Sei bellissimo Crowley e anche molto sexy-

Crowley alzò le sopracciglia -Davvero?-

-Certo! Possibile che io non ti abbia sfiorato nemmeno una volta?-

L’altro scosse la testa, mogio. Aziraphus fece un’espressione sconvolta.

-Da nessuna parte!?-

-Ngh- rispose Crowley, tristemente.

-Oh, per l’inferno, non oso immaginare. Avrò un vulcano nei pantaloni- soggiunse l'altro, facendogli l’occhiolino. Crowley sentì le sue membra tendersi come corde di violino. Un vulcano.

Guardò il demone rivestirsi da capo a piedi, e quel semplice fatto bastò per mettergli ansia.

-Aspetta, ti prego. Dimmi cosa devo fare per conquistarti-

-Ma mi hai già conquistato, amoruccio. Provaci con me, come io ho fatto con la tua versione angelica-

-Ma in realtà io ho cercato di provarci, solo che… È stato inutile, sei un muro-

-Si vede che non sei stato abbastanza eloquente-

-Sì, che lo sono stato! Ti ho chiesto di venire ad Alpha Centauri con me, e hai detto di no. Ti ho chiesto di venire nel mio appartamento, dopo che la tua libreria era andata a fuoco, ma tu di nuovo hai detto di no. Poi, nel 1950, ti volevo…-

Aziraphus lo zittì con un bacio -Ti amo, Crowley. Stai tranquillo- lo rassicurò il demone -Ora devo andare dal tuo alter ego, nonché mio futuro marito. Probabilmente mi aspetteranno altri quattro giorni di sesso ininterrotto-

-Beati voi-

-Dimmi che mi ami, questo basterà-

Crowley si sentì arrossire -Ma… Uhm…. Non sono… Non sono il tipo che… Non sono bravo con le parole-

-Lo so, ma non puoi pretendere che sia un angelo a provarci con te-

-Ah, no?- borbottò Crowley, abbacchiato.

-Non posso sempre fare tutto io, Crowley!-

 

 





 

-Non posso sempre fare tutto io, Crowley!-

Il demone guardò Aziraphale, in piedi sopra una scala, nelle sue faccende affaccendato.

-Cosa ti costa preparami una tazza di té?-

-Sono un demone, Azi. Non posso darti una mano, a meno che non sia per qualcosa di sconcio o peccaminoso. In quel caso, posso dartela… La mano, intendo-

Aziraphale lo guardò male -Chissà perché mi ostino a chiederti dei favori-

Il demone sospirò e continuò a starsene sedere in modo scomposto. Aveva una perfetta visuale del didietro di Aziraphale, almeno. Solo che questa gli fece tornare in mente le giornate di fuoco passate con Aziraphus, il modo in cui lui… loro…

Crowley imprecò e si mise un cuscino sopra l’erezione incipiente. E dire che era andato nell’altra dimensione per raffreddare i suoi bollenti spiriti! Aveva ottenuto l’effetto contrario. Meno male che Aziraphale era un chiacchierone e che a momenti parlava pure con il muro. Crowley non lo sapeva, ma in meno di dieci minuti l’angelo era passato dall’iscrizione al corso di ceramica alla comodità del saio francescano di fine seicento, il tutto senza ricevere neanche una risposta.

Quanto avrebbe voluto trascinarlo a terra e strappargli a morsi quel benedetto farfallino.

-… Quindi? Cosa ne pensi?-

Crowley si disincantò -Eh?-

-Crowley?- lo richiamò Aziraphale, scendendo dalla scala -Hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto?-

-Hm- gli rispose il demone, teso.

-Sei sempre il solito- replicò l’angelo, offeso -Non mi ascolti mai-

-Sssscusa, Azi…-

Aziraphale annuì e gli scoccò un’occhiata indulgente, tornando a catalogare i suoi libri.

Crowley si arricciò il ciuffo, ricordandosi le parole di Aziraphus. “Non puoi pretendere che sia un angelo a provarci con te”

Eh, già.

In questo universo toccava a lui. Avrebbe pagato qualsiasi cifra per fare il Craphael della situazione.
Il suo umore era talmente mortificato e depresso che arrivò fino a colpire i ricettori compassionevoli dell’angelo. Quest'ultimo si voltò e gli rivolse uno sguardo preoccupato.

-Cosa c’è, Crowley?- lo interruppe Aziraphale -Sei più tormentato del solito, cosa c’è che non va?-

Il demone lo guardò con tanto d’occhi, poi li abbassò.

-Niente…-

-Oh, dai- lo esortò, sedendosi accanto a lui -È successo qualcosa?-

-Tu credi al gioco delle parti?-

-Gioco delle parti?-

-Al fatto che bisogna per forza agire per stereotipi. Ad esempio, io che sono il demone devo per forza comportarmi da demone e tu che sei l’angelo per forza da angelo. Ci credi a queste cose? Ti sembra giusto?-

Aziraphale ci pensò su, colto alla sprovvista -Beh, credo che ognuno debba comportarsi come ritiene più opportuno, a prescindere dalle stereotipie. Poi è ovvio che indossare una determinata veste impone determinati obblighi… Il prete si deve comportare da prete, altrimenti non fa il prete ma, non so, il ballerino. O sbaglio?-

-Um, ngh-

-Perché, no?- tradusse Aziraphale.

-Perché secondo me uno può fare entrambe le cose, sssse le fa bene-

L’angelo sorrise e gli accarezzò il ciuffo vermiglio nello stesso, identico modo con cui glielo aveva accarezzato Aziraphus.

-Sei buffo, Crowley-

Crowley gli afferrò la mano e gliela bloccò tra i suoi capelli -Angelo?-

-Sì?-

-Ti ricordi che il Vesuvio l’altro giorno ha eruttato e distrutto Pompei?-

-Beh, l’altro giorno…- gli sorrise -Quasi duemila anni fa-

-Sì, insomma. Te lo ricordi?-

-Certo che me lo ricordo! Mi stavo imbarcando per Cartagine e pensa che sentii l’eco dell’eruzione perfino da Taranto… O forse ero a Neapolis? Fu comunque una terribile tragedia, mi ricordo che un buonuomo, un tale…-

-Ecco, ti sei mai sentito come il Vesuvio?- lo interruppe prontamente Crowley, prima che Aziraphale ricominciasse a parlare per mezz'ora -Insomma, come un… Un vulcano che ha bisogno di eruttare?-

Aziraphale lo guardò, perplesso.

-Che strana domanda. In che senso eruttare?- gli chiese esitante, visto che aveva colto immediatamente la sfumatura equivoca. Dopotutto, era una battuta che nell’altro universo aveva fatto lui.

E quando il demone tentatore esitò e lo guardò dritto negli occhi, Aziraphale capì che si stava riferendo proprio a quello, e apriti cielo!

Gli lasciò subito la mano e arrossì, trattenendo a stento le ali dietro la schiena -Ma come…! Ma come ti permetti!- strillò, scandalizzato -Sei incorreggibile, sporco demone tentatore che non sei altro!-

Crowley, da parte sua, dovette lottare per non trasformarsi in un imbarazzato nodo di squame nere.

-Ssscusami, è che io non ssssono molto bravo con le parole- sibilò, con la S resa sibilante per l’imbarazzo -Non ssso come dirtelo-

-Ma dirmi cosa?-

-Ssse te lo dico, continuerai a esssssere mio amico?-

L’espressione severa di Aziraphale si ammorbidì -Crowley, quante cose ti ho perdonato in questi millenni? A partire dall’incendio che hai cagionato alla mia povera biblioteca di Alessandria, per finire alla guerra del…-

-Hm ti ngh- lo interruppe Crowley, di getto.

-Del… - Aziraphale si zittì di colpo, interdetto -Come hai detto, scusa?-

Ma Crowley non rispose, anzi, strinse forte le labbra l’una contro l’altra.

-Crowley, cosa… Ho capito bene?-

Il demone non resistette più e dall’imbarazzo si trasformò nel grosso serpente nero e rosso del giardino dell’Eden. Aziraphale lo guardò a bocca aperta, con gli occhi resi lucidi dall’emozione.

-Oh, Crowley- sussurrò infatti, commosso -Oh, caro…-

E detto questo si abbassò verso quel serpente che pareva non avere né testa né coda, tanto si era aggrovigliato su se stesso.

-Anche io ti amo- gli sussurrò, accarezzandolo dolcemente -E scusami, non volevo metterti in difficoltà. So quanto è difficile per te dire una frase del genere, ma voglio che tu sappia che non ti cambierei con nessuno al mondo, anche se mi fai dannare, qualche volta…- gli accarezzò le squame nere e lucide -Sei il miglior amico che potessi mai desiderare-

Il muso puntuto di Crowley emerse dalle sue proprie spire e Aziraphale gli sorrise.

Il serpente cambiò gradualmente forma, fino a ritornare l’uomo bello e atletico che l’angelo conosceva.

-Mi hai appena accarezzato le parti basse, lo sai?- gli disse, col sorriso più triste del solito.

-Certo che lo sapevo- scherzò, strizzandogli l’occhio e alzandosi in piedi. Crowley fece lo stesso e lo guardò di sottecchi.

-A volte vorrei baciarti come si baciano gli umani-

-Meglio di no…- gli rispose Aziraphale, arrossendo.

-Perché?-

-Perché sarebbe alquanto inappropriato, non trovi?-

-Usare i nostri poteri per colonizzare gli umani sarebbe inappropriato- replicò Crowley, convinto -Volare in pieno giorno per il centro di Londra sarebbe inappropriato, indurre la regina Elisabetta a tirarsi su la gonna durante un regio congresso sarebbe inappropriato…-

Aziraphale ridacchiò all’idea e anche l’altro gli sorrise -Va bene, va bene, Crowley, ho capito-

-E suppongo- continuò il demone, avanzando di un passo -Che sarebbe altresì inappropriato concepire una creatura ibrida, metà angelica e metà demoniaca. Ma non è certo ciò che abbiamo intenzione fare, dico bene?-

L’angelo lo guardò come se fosse impazzito -Tra tutte le cose spaventose che ti ho sentito dire, questa è senza dubbio la più eclatante-

-Perché? Secondo gli umani, dall’unione di un angelo e un demone nasce una fata-

-Non dovresti dare credito a quello che dicono gli umani, visto che pensano anche che noi non esistiamo-

-Quello delle fate però me l’ha detto l’anticristo-

-Adam, vorresti dire. E comunque, perché da un bacio siamo già passati alla fase successiva?-

-Ngh- gli sorrise Crowley, afferrandogli timidamente la vita.

-Ma che sfacciato! Toglimi subito le mani di dosso!- lo rimproverò, per poi dargli un bacio sulle labbra il secondo successivo -Sporco demone-

 

Due mesi dopo…


 

-Perché devo ssssempre fare io la donna?-

-Sta zitto, caro-

-Non mi va di fare la donna anche questa volta- si lagnò Crowley, sdraiato sotto il suo angelo.

-Dai che lo adori-

-Sì, ma dopo due mesi avrei voglia di… Diii!! AHH!- Crowley ululò, sentendolo spingere dentro di sé.

-Di?-

-Ah! Hm sst ngh!-

-Anche io ti amo, tesoro- 

 



 

 

 

Note
Avete presente la canzoncina “la macchina del capo ha un buco nella gomma” che poi diventa “la brum del hm ha un pssss nella hm!” Ecco, Crowley parla così xD
(comunque è una cosa pseudo canon, ho infatti preso spunto da questa foto: 
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/74667915_235695324083899_1270248934412910592_n.jpg?_nc_cat=101&_nc_ohc=485tTJDyzlwAQkDYOvIniRxoTftXEW5oRG_fqW0IcInwmbs6Z43bjtzuA&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=99f131426253361592d625008aea6489&oe=5E88D15C)
Niente, avevo una voglia matta di riprendere in mano la “reverse omens” (avevo già pubblicato una storia su Aziraphus e Chraphael,  “Buona utopia a tutti!”) e ovviamente condirla con i mitici personaggi originali.
Credo poi di aver usato il termine "sottone" in senso atecnico, ma mi piaceva troppo come stava in quella scena.
Spero comunque che questa storia vi sia piaciuta! A presto,
Ecate

 

   
 
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