Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Segui la storia  |       
Autore: WhiteLight Girl    23/11/2019    3 recensioni
L’acqua scorre gelida sulla pelle di Hikari, confondendola e strappandole il respiro, lei sbraccia e trattiene il fiato più che può mentre il pensiero del volto di Sora, l’ultima persona che ha visto prima di sentire l’acqua in faccia, e di Tailmon, la incoraggiano a issarsi su.
L’acqua preme sul suo petto, lei strizza gli occhi e poi li riapre, cerca una fonte di luce, un segno che le indichi dove sia la superficie. Alla fine riemerge, stanca e stremata, e vede il cielo grigio.
Conosce quel grigiore, anche se sono passati anni e lei pensava che non l’avrebbe più rivisto; è come essersi svegliata nel peggiore dei suoi incubi e, visto che non può fare altro, si muove nuotando a grandi bracciate verso la spiaggia su cui svetta cupo il vecchio faro.
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hikari Yagami/Kari Kamiya, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Takeru Takaishi/TK | Coppie: TK/Kari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1
Chiamata dall’abisso


Hikari rimise al suo posto la macchina fotografica e chiuse la cartella che aveva posato sul banco, la stanza allestita per il club di fotografia era già vuota, anche se poteva sentire i sussurri dei pochi ragazzi al lavoro ancora chiusi nella camera oscura.

Quel giorno Daisuke era già andato a casa, Takeru si era defilato affermando di avere da fare e degli altri non aveva notizie, quindi la aspettava una passeggiata silenziosa fino a casa, ma l’idea non la disturbava.

Lasciata l’aula uscì in cortile con tranquillità, si godette a fondo l’aria frizzante portata dal vento che smuoveva l’acqua nella baia, conscia che avrebbe potuto essere uno degli ultimi giorni che avrebbero portato il sentore dell’estate. L’autunno era alle porte, lo dimostravano i piccoli brividi che la scuotevano ora che il sole iniziava a tramontare e, con il libro di fotografia stretto sotto il braccio, Hikari pensò che sarebbe stato un buon momento per scattare qualche foto prima di rientrare per cena.

Scese in spiaggia, non aveva fretta di andare a casa né qualcuno da incontrare, sapendo che Tailmon era in giro per conto suo, e quasi saltò sulla sabbia per la voglia di raggiungere il mare. Il sole era quasi arrivato al pelo dell’orizzonte e il suo riflesso scintillava sulle onde; era il momento perfetto da immortalare, quindi estrasse la fotocamera e ve la puntò contro, poi mise a fuoco per il primo scatto.

Aveva sempre amato il mare, il vento umido e salato che le scompigliava i capelli ed anche il suono della sabbia scricchiolante contro i suoi piedi, fosse stato per lei avrebbe passato ore intere ad osservarlo, a sentire lo scrosciare delle onde, a premere i piedi contro la sabbia umida del bagnoschiuma ed a ridere del solletichio della schiuma tra le dita. Ormai, man mano che gli anni si susseguivano e lei diventava sempre più grande, il tempo che le rubava la scuola era tanto che raramente riusciva a strappare più che qualche minuto per osservare il mare se non di sfuggita.

Sospirò, erano passate settimane dall'ultima volta che era stata lì, ripensò al sorriso che aveva illuminato il viso di Takeru quel giorno, quando con un sussulto lui aveva dovuto afferrare quasi al volo il proprio cappello per evitare che il vento glielo strappasse via.

Hikari premette la macchina fotografica contro il petto e chiuse gli occhi, il vento le scivolò sul viso, si godette quella brezza finché la sabbia non le si infilò all'interno delle scarpe e la cartella iniziò a pesare. Quando riaprì gli occhi il sole era sparito per metà contro l'orizzonte, allora sollevò ancora l'obiettivo e zoomò per poter avere una sua visione più da vicino. Gli occhi stretti le lacrimarono per essere puntati dritti verso quella luce, ma attraverso il mirino il fastidio era sopportabile e Hikari non aveva alcuna intenzione di distogliere lo sguardo.

Poi fu un sussulto, la mano delicata che le si poggiava sulla spalla inaspettata, facendola rizzare sul posto all'improvviso.

Voltandosi e dimenticando per un istante il tramonto trovò Sora al suo fianco, sorridente, curiosa e amichevole, come al suo solito.

«Ciao.» le disse l’amica.

«Ciao.» rispose Hikari.

Sora si rivolse verso il mare, cercò con lo sguardo quel punto che fino a quel momento Hikari stava guardando e rimase assieme a lei mentre scattava un altro paio di fotografie.

«Riflettevo, l'altro giorno, che potresti pensare a qualche mostra fotografica.» propose.

Hikari richiuse l'obiettivo e rimise la macchina fotografica della nella custodia. Non c'era più traccia di un solo riflesso del sole sull'acqua, essendo esso alla fine scivolato via oltre la linea dei palazzi più distanti, diventando l'alba di qualcun altro.

«Non lo so», fece Hikari, «non credo di essere abbastanza brava.»

Le onde si srotolavano contro il bagnasciuga, la loro schiuma persisteva qualche istante sulla sabbia anche dopo che il mare si era ritirato, talvolta lasciando dietro di sé qualche leggera conchiglia abbandonata dal suo mollusco.

Sarebbe stata un buon soggetto, penso Hikari, ma la proposta di Sora l'aveva distratta e, in quel momento, si ritrovò a pensare seriamente alla sua idea.

Non si sentiva all'altezza, certo, ma una parte di lei aveva comunque voglia di provare, di pensare che prima o poi lo sarebbe stata.

Sora scosse il capo. «Le tue foto sono fantastiche, Hikari, non pensare mai che non sia così. Se non credessi in te, in quello che fai, non potrei neanche proporti una cosa simile.»

Hikari sorrise grata, parlare con lei era sempre bello, ma quando Sora dimostrava così apertamente tutta quella fiducia nei suoi confronti era come ricevere un’iniezione di entusiasmo che difficilmente, nelle ore successive, riusciva a domare.

La sua mente corse veloce, si chiese se ci fosse qualche concorso di fotografia attivo, qualcuno che stesse organizzando a Odaiba delle mostre per dilettanti, per quanto possibile fosse essere considerata ancora una di loro.

Pensò al Mondo Digitale, a tutti i paesaggi bizzarri e magnetici che avrebbero potuto solo grazie a lei trovare posto sulle pareti di una galleria e nella mente dei suoi visitatori. Quanta magia c'era in quei posti così belli che era quasi un crimine tenerli nascosti al mondo?

Tanta, lei e i suoi amici lo sapevano bene. Era quell'incanto che riusciva a catturarti ed a tenerti con sé, che ti aiuta a crescere e a metterti alla prova per poi risputarti nel mondo reale, dove puoi renderti conto subito che di quello che avevi prima è rimasto ben poco e sei una persona nuova.

Parte di quella magia, Hikari lo sapeva, era dovuta anche al fatto di aver conosciuto nuovi amici e di aver affrontato le proprie paure, ma avrebbe voluto esporre comunque le foto per gli altri, anche se loro avrebbero potuto vedere la bellezza ed il mistero senza poter leggere la fatica ed il sudore che c'erano dietro a quel mondo fantastico.

«Ti va se ti accompagno a casa?» domandò Sora.

Hikari annui, Tailmon aveva deciso di aspettarla nel quartiere, probabilmente le sarebbe andata incontro una volta che si fosse avvicinata abbastanza perché potesse sentirla, e poi sarebbero rientrate insieme.

Hikari annuì. «Ci penserò, va bene?» disse.

E camminarono fianco a fianco per lasciare la spiaggia mentre il cielo si faceva sempre più scuro.

L’intensità del vento aumentò, la temperatura si abbassava e Hikari avvertì un brivido percorre la schiena. La gonna si agitava contro le sue gambe, non ci volle molto perché fosse costretta a tenerla con le mani per evitare che si alzasse troppo.

«Dicono che arriverà un temporale.», disse Sora annuendo. Sorrideva, la guardava di sottecchi, come se volesse comunicarle con lo sguardo quanto fosse fiera di lei.

Il lungomare, a quell'ora in quella stagione, non era molto frequentato ed i pochi passanti andavano di fretta, i cellulari stretti tra le mani, le carpette sottobraccio, le ventiquattrore che ondeggiavano al loro fianco e, spesso, gli auricolari nelle orecchie. Erano persi nel loro mondo, così come probabilmente lo era qualunque altra persona in città.

Hikari si beò della compagnia di Sora; anche se camminavano perlopiù in silenzio la sensazione di avere qualcuno accanto, specialmente con il maltempo in arrivo, le scaldò il cuore e la fece sentire quasi in una bolla di felicità.

Avrebbe scelto le sue foto migliori, pensò Hikari, avrebbe trovato la persona giusta a cui presentarle e poi, da lì, qualcosa sarebbe arrivato.

Il brivido di freddo la percorse ancora, ed ancora avvertiva nelle orecchie lo scrosciare delle onde nonostante il mare fosse a diverse decine di metri di distanza, lei e Sora si diressero verso l'entroterra e il lungomare sparì dietro al palazzo che stavano aggirando. Di lì in poi sarebbe stato un percorso veloce per la strada familiare che già migliaia di volte entrambe avevano percorso. Il palazzo in cui Hikari abitava era ben visibile all'orizzonte e quasi si confondeva con il blu sbiadito della prima sera, ma lei era ancora distratta dal rumore del mare, che le si era impresso in mente ed era così rilassante e prepotente rispetto ad ogni altro suono che avvertisse provenire dal mondo accanto a sé. Non le era mai successo di immaginare un rumore così vividamente, allora si fermò e chiuse gli occhi, conscia che non potesse essere che la sua immaginazione.

Eppure quel gorgoglio era presente, insistente, reale, che si costrinse a domandarsi come fosse possibile.

Si leccò le labbra e riaprì gli occhi, Sora era ancora davanti a lei, si era fermata e controllava il suo telefono mentre la aspettava. Hikari si domandò che ore fossero, poiché non era tanto brava da ricordarsi l’ora in cui tramontava il sole, allora infilò la mano nella tasca ed estrasse anche lei il telefono.

Pigiò il tasto che permise l’accensione dello schermo, fu allora che la sua mano perse di consistenza, che ne vide i contorni ondeggiare e dissolversi a tratti come già una volta era accaduto, diversi anni prima. Avvertì il cuore iniziare a battere forte, la paura montarle dentro, mentre comprendeva il significato del suono che avvertiva.

«Sora!» chiamò. E nello stesso momento un lampo squarciò il cielo alle spalle dell’amica.

Quando lei rispose, sollevando il capo dal suo telefono, sopraggiunse il tuono, con il suo impetuoso fracasso, e come rispondendo ad un segnale la pioggia iniziò a scrosciare loro addosso investendole in pieno.

Nulla era rimasto del sereno e della calma che Hikari aveva colto sulla spiaggia, se non il rumore del mare che ancora avvertiva nelle orecchie. Quello neppure la tempesta fu in grado di cancellarlo.

Dischiuse le labbra per raccontare a Sora ciò che era successo, il suo timore improvviso di sparire ancora una volta, sopprimendo il tremore per il freddo e quello per la paura al pensiero delle creature che aveva incontrato e che avevano provato a portarla via, ma non fece in tempo a dire nulla, perché Sora scomparve e ci fu solo acqua, davanti e tutto attorno a lei.

Ed Hikari si ritrovò a nuotare, lottando per trovare la superficie.


***


Salve, è la mia prima longfiction pubblicata con i personaggi di Adventures, credo, quindi sono davvero emozionata e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Questa fanfiction è parte di una serie iniziata con un Crossover tra Tamers e Frontier (che trovate nella sezione crossover, appunto) che si intitola Mutazione, ma può benissimo essere letta anche da sola poiché presenta avvenimenti totalmente separati e paralleli a quella.
Se per caso foste interessati ad altre mie storie sui Digimon c'è, appunto, Mutazione oppure Virus (personaggi originali e universo originale anche se per la parte del Mondo Reale simile a quello di Digimon Tamers).
Spero che questa storia vi piaccia anche se non sono ancora sicura se shippo Sora con Taichi o Yamato, ma penso che lo decideremo insieme prima della fine della storia (dovrebbe contare sui 7 capitoli) quindi fatemi sapere.
p.s. so che è indicato che la ship è Tk/Kari ma ci ho cliccato su e poi non me l'ha più fatta deselezionare, in ogni caso anche lì dovrebbe esserci, anche se non è esattamente una fanfiction di stampo romance. Quelle, scusatemi, non credo siano nelle mie corde.
A presto

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: WhiteLight Girl