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Autore: luciadom    24/11/2019    4 recensioni
Piccoli momenti di ognuno dei personaggi della mia long UN SOGNO, UNA PROMESSA, UN AMORE, da soli o meno.
Piccoli momenti delle loro vite tra passione, amore, lavoro, sofferenza, e tutto ciò che li ha resi quelli che sono, prima o durante il tempo della narrazione della long originale.
Dal V Capitolo:
- Minako? - proprio la futura sposa la richiamò all’ordine.
- Sììììì???-
Minako si voltò verso la gemella con due fiammelle al posto degli occhi.
- Ti rendi conto, sì, di essere già sposata, che forse, e dico forse, tutto questo entusiasmo dovrei mostrarlo io, e non tu? -
Usagi trattenne a stento un risolino. Ikuko sorrise e scosse la testa.
Si voltò verso la carrozzina dove riposava la sua nipotina, la piccola Chibiusa, e poi tornò a guardare le sue due gemelle.
Così simili, e allo stesso tempo così diverse.
- E questo cosa vorrebbe dire? -
Minako fece spallucce, raggiungendo velocemente sua sorella sulla pedana, vestita con una sottoveste di seta e pizzo.
Le prese entrambe le mai e le fece sventolare.
- È la mia gemella che si sposa! E si sposa con Mamoru Chiba! Ma-mo-ru Chi-ba! Non parliamo di due fidanzati comuni eh! -
Usagi sospirò. - Sei incorreggibile! -
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Ami/Taiki, Haruka/Michiru, Mamoru/Usagi
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Real life: childreen hospital story'
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4) Il matrimonio della mia gemella
 
 
4 Settembre 2011
Yaten Kou e Minako Tsukino Sposi
 
 
 
In Casa Tsukino un urlo fece quasi tremare le pareti.
Qualcosa stava andando storto e Minako avrebbe di lì a poco scatenato la sua ira funesta.
 
>>> Cosa vuol dire che tarderà? Lo sa che io oggi mi sposo??? Eh? Lo sa che devo essere perfetta per il giorno PIÚ IMPORTANTE della mia vita? -
 
Minako stava notevolmente aumentando i decibel della sua voce, facendo larghi passi in cerchio nella sua stanza.
Con indosso la vestaglia bianco avorio e le eleganti pantofole, i lunghissimi capelli sciolti, stava per cedere al più grande esaurimento nervoso della sua vita.
Il cellulare stava poggiato sul comò, in vivavoce, e la voce metallica dall’altro capo accennò a qualche problema con l’auto.
Scuse e giustificazioni farfugliate che non ottennero nulla come risposta, se non invece, altri insulti e strepitii.
La parrucchiera aveva bucato una ruota, e pertanto tardò all’appuntamento in Casa Tsukino.
In realtà il ritardo non era che di mezz’ora, ma Minako stava dando di matto già dopo i primi cinque minuti.
Naru, sua amica ed estetista, emise un enorme sospiro di auto incoraggiamento.
Conosceva Minako da anni, ed era abituata ai suoi scatti e agli sbalzi d’umore, ma sebbene quella fosse la mattina del suo matrimonio, stava di gran lunga esagerando per qualcosa cui si poteva ancora rimediare.
Si chiese quanta pazienza avesse quel sant’uomo di Yaten, che stava per legarsi a lei a vita.
 
- Mina … su, cerca di stare calma.-
 
>>> IO SONO CALMA! -
 
La sua amica aveva aperto il suo enorme beauty-case da ben dieci minuti, ma Minako non le aveva permesso di estrarre neanche un applicatore.
Per una sua assurda regola, la sua preparazione doveva partire in successione propedeutica dai capelli.
 
- Minako … - ritentò - Abbiamo tutto il tempo necessario, anche di più. Sai bene che siamo in anticipo sulla tua tabella di marcia. Cerca di tranquillizzarti adesso, o non avrai più voce per scambiarti le promesse con Yaten e … - sorrise sorniona per cercare di sdrammatizzare, alludendo a qualcosa che sarebbe successo ben oltre quelle ore - … e non solo per quello! -
 
La dolcezza e l’ironia che aveva usato non scalfirono Minako neanche minimamente.
 
- Non ti preoccupare che in Chiesa la voce me la farò uscire eccome, e anche in separata sede! Me la vedo io per queste cose! Non puoi dirmi di stare calma! Ok? Cosa faresti tu, al mio posto? Con quel pignolo del tuo fidanzato, non calcolerai anche tu ogni minuto, il giorno del vostro matrimonio?-
 
A quella domanda Naru cercò di non farsi prendere dall’ansia, e sbiancò, solo per pochi attimi.
Sospirò per l’ennesima volta e si portò una mano alla bocca per frenare l’improvvisa e paradossale voglia di ridere.
 
- Ehm… no! –
 
Mentì spudoratamente.
Anche Minako conosceva molto bene lei ed Umino, e aveva ragione, anche se era un po’ dura da ammettere.
Naru amava il suo compagno, ma a volte era preciso quasi a livello maniacale e ciò portava a discussioni quasi ridicole.
Decise di lasciar correre, quelli non erano né il momento né il luogo adatto.
 
- Lascia perdere me ed Umino! Oggi è al tuo matrimonio che dobbiamo pensare!-
 
>>> APPUNTO!-
 
A Minako la voce uscì ancora più isterica, e tutti al piano di sotto alzarono contemporaneamente gli occhi al cielo.
Riuscivano a sentire indistintamente ogni imprecazione come se anche Minako, si trovasse lì con loro e non un piano più su.
Naru decise di cambiare improvvisamente tattica.
Pugno di ferro!
 
>>> MINA! Per la miseria, non farmi perdere la pazienza adesso! Forza, metti una cuffia, siediti immediatamente e comincia almeno con il Make -up!-
 
Minako fermò i suoi snervanti passi in tondo e ringhiò qualcosa tra i denti che poté sentire soltanto lei.
Fortunatamente, la telefonata con la parrucchiera era stata interrotta poco dopo gli ennesimi insulti gratuiti, per cui almeno lei era stata esente dagli ultimi strilli.
Sbruffò e si sedette sulla sua poltroncina, incrociando le braccia ed accavallando le gambe.
 
- Ok! Mi devo prima calmare però, o la base farà solo grinze, visto che sono FURIOSA! Devo rilassare i muscoli del viso!-
 
Fare l’estetista autorevole aveva dato i propri frutti.
Naru fu felice di potersi cimentare nel suo lavoro e di non far più soffrire il suo povero udito.
 
- Appunto, quindi comincia con lo smettere di urlare, sorridi, lasciati andare e soprattutto taci!-
 
Minako la guardò in cagnesco, allungò le gambe e stiracchiò le braccia, nel vano tentativo di calmarsi per davvero.
Per un attimo si ammutolì per davvero.
Naru, soddisfatta, indossò guanti e camice e cominciò a selezionare ciò di cui necessitava per la sua “opera d’arte”.
Minako non le risparmiò un ultimo sfogo delle sue corde vocali.
 
>>> Allora PER FAVORE, rendimi bellissima ALMENO TU! -
 
Al pian terreno, intanto, quella della sposa era l’unica voce capace di rompere i timpani al resto della famiglia, e non solo i loro.
Usagi aveva appena fatto in tempo a coprire un orecchio di sua figlia, nel mentre che la stava allattando.                                                                                                                   
Shingo era uscito di corsa dalla sua stanza, si era tappato le orecchie ed era tornato dentro, sperando che il tempo impiegato per indossare il suo competo elegante fosse abbastanza da ripristinargli l’udito.
I coniugi Tsukino erano in cucina, già quasi pronti ma demoralizzati, nonostante l’abitudine alle scenate di una delle loro gemelle.
Tutti conoscevano Minako fin troppo bene, si erano anticipatamente prodigati perché tutto filasse liscio quel giorno, ma le cose rischiavano di degenerare.
Usagi ascoltava le sue urla, comodamente seduta in salotto come se nulla fosse ed intenta ad allattare Chibiusa, di appena tre mesi.
 
- Scusa Usako, ma non ti preoccupi di tua sorella? -
 
Mamoru, appoggiato alla porta, era diviso tra la tenerezza alla vista della sua famiglia e il divertimento per le scenate di Minako.
 
- No, non dovrebbe essere un problema. Abbiamo previsto eventuali inconvenienti e di conseguenza ci siamo regolati con gli orari, anticipando i vari appuntamenti. Il vero problema è Minako, che esagera fino all’esaurimento! -
 
Mamoru conosceva ormai sua cognata fin troppo bene, e non poté non darle ragione.
 
- Sì, ma si starà facendo sentire da tutto il quartiere! -
 
- I nostri vicini ci sono abituati. -
 
Usagi continuò con eccessiva naturalezza. Come faceva a non scomporsi minimamente, Mamoru non riusciva a capirlo.
Si ritrovò a chiedersi cosa avrebbe fatto lei il giorno delle sue, di nozze.
Tutta quella eccessiva calma non gliela contava per niente giusta.
Lui stava cercando di sopportare, ma un altro al suo posto sarebbe già fuggito a gambe levate disertando magari anche la liturgia.
 
- Sono ventisette anni che le urla di Minako fanno da sfondo in queste strade! -
 
Usagi continuò coccolando con un dito una guancia di sua figlia, ormai prossima alla fine della poppata: pochi istanti dopo, infatti, Chibiusa si staccò da sola dal suo seno, muovendo lentamente la testa e stropicciando gli occhietti.
Usagi sorrise, si ripulì il capezzolo e si ricompose con una mano soltanto, aggiustandosi la seta arancione del suo abito sul petto.
 
- Non potresti … -
 
Indicò a Mamoru un panno di lino sul tavolino da the e lui si avvicinò per aiutarla.
Glielo sistemò su una spalla ed Usagi vi poggiò delicatamente Chibiusa, dandole leggeri colpetti sulla piccola schiena.
Lui rimase per un attimo a fissarla in silenzio, concentrandosi prima sul suo viso, e poi sulle mani che sorreggevano la loro bambina.
Vide il luccichio dell’anello di fidanzamento che le aveva regalato poco più di otto mesi prima, ed esordì beffardamente.

 - Se tua sorella da’ i numeri già di solito, da lei non potevamo aspettarci un comportamento diverso il giorno del suo matrimonio! Dì un po’, mi devo preoccupare per il nostro? In fondo restate sempre gemelle! -
 
La guardò ironicamente, e dopo che lei ebbe adagiato la figlia nella carrozzina, si beccò un leggero pugno sul petto.
 
- Idiota! -
 
- Beh … - Mamoru lanciò un’occhiata a sua figlia e poi tornò a guardare lei. - Sai Usako … da quando ti sei trasferita da me, mi sono abituato ad averti sempre vicino, e a condividere tutto con te. Siamo sicuri che farai la brava, man mano che ci avviciniamo a dicembre? I miei timpani e i miei neuroni non vorrebbero risentirne!-
 
Usagi lo guardò allusivamente.
 
- Non pensi che io potrei dire lo stesso di te? -
 
Mamoru le fece uno strano sorrisino, guardandola allo stesso modo.
 
- No.- rispose prontamente. - Io mi so controllare. -
 
“Sicuramente!”
 
- Davvero? -
 
Mamoru annuì, accomodandosi meglio vicino a lei e circondandola con le braccia.

- Già … Poi, se voglio rispettare la tradizione, la notte prima non staremo insieme … al massimo dovrò subirmi Taiki, e lui me! -
 
Usagi soffocò una risata: già immaginava come sarebbe stata per lui la sua ultima notte da celibe!
Si staccò dal suo abbraccio, guardandolo birichina.
 
- Sarà affar tuo! - si alzò, dandogli un bacio a stampo. - Vado da mia sorella, non si sentono più grida, forse si è calmata oppure si è decisa a farsi truccare dalla povera Naru! Resti un attimo tu con la nostra Chibi? -
 
- Certo Usako.-
 
Usagi sorrise e si alzò camminando con grazia verso le scale.
Mamoru la guardò uscire dal salotto e la seguì con lo sguardo finché gli fu possibile.
Lei alzò leggermente la parte inferiore del vestito perché non le fosse d’intralcio tra i gradini, e lui ammirò la sua figura, le sue forme, leggermente più tonde tra il recente parto e l’allattamento, ma comunque per lui dannatamente sensuali.
Quando Usagi sparì dalla sua visuale, sorrise ancora di più.
Non vedeva l’ora di vivere il proprio, di matrimonio.
Non sapeva come sarebbe stata quella mattinata per Usagi, entro tre mesi, ma sapeva per certo come sarebbe stata la sua, e come sarebbe stata anche la sua notte prima delle nozze!
Era sicuro che i suoi amici, Taiki in primis, gli avrebbero riservato una serata “tutta  a modo loro”, per le sue ultime ore da scapolo.
Non sapeva se Usagi avrebbe dato di matto come sua sorella, ma sapeva per certo che non vedeva l’ora di ammirarla in abito da sposa, di metterle la fede al dito, e di suggellare di fronte alla famiglia e agli amici le loro promesse.
La Famiglia Tsukino stava già organizzando anche il loro giorno speciale, e organizzare due matrimoni contemporaneamente poteva essere sicuramente estenuante.
Forse un po’ Minako poteva capirla, leggermente … anzi, letteralmente, solo un po’.
Lei restava comunque l’esagerazione fatta donna!
Nel fiume di tutti quei pensieri, osservò sua figlia.
Chibiusa si era beatamente addormentata.
Come succedeva spesso, restava rapito a guardarla.
Come aveva detto ad Usagi subito dopo il parto, Chibiusa era uguale e identica a lei.
A parte gli occhi più scuri, a scapito di quelli azzurri di Usagi, e i finissimi capelli ancora troppo chiari sulla testolina tonda, era la copia miniaturizzata di sua madre.
Sebbene ancora piccolissima la somiglianza era più che evidente, almeno secondo lui.
 
>>> Quella psicopatica di mia sorella è ancora di sopra? Oppure è scappata alla ricerca della parrucchiera per ucciderla? -
 
La voce di Shingo lo fece voltare.
Il più piccolo di casa si era poggiato alla stessa parete che aveva supportato Mamoru poco prima, con lo smoking indossato per metà, la giacca ancora da mettere e il papillon sciolto ai lati del collo.
La sua espressione lasciava benissimamente intendere che non ne poteva più nemmeno lui.
 
- Sì… credo, anzi, lo spero! - Mamoru rispose poggiandosi le mani sulle orecchie. - Il problema è che siamo solo all’inizio!-
 
C’era effettivamente ancora l’intera giornata da affrontare!
Shingo rise piano, avvicinandosi alla carrozzina per ammirare sua nipote e notando che stava riposando.
Fu fiero, da bravo zio, di non aver esagerato nel ridere per non disturbarne il sonno, immaginando già che stesse dormendo ancor prima di verificarlo di persona.
 
- Mi raccomando. - disse rivolto a Mamoru sebbene stesse ancora guardando Chibiusa dormire. - Al vostro matrimonio solo peace and love! Non ce la farei a sopportare un’altra giornata come questa! Inoltre, qualcosa mi dice che Minako farà passare il suo matrimonio alla storia di questo quartiere, ergo, uno basta e avanza! Ormai sono anni che queste strade subiscono i suoi teatrini! Dovremmo quasi darci una regolata o prima o poi ci cacceranno dal quartiere per schiamazzi e disturbo della quiete pubblica! -
 
Stavolta fu Mamoru a farsi scappare una risata, che bloccò prontamente con entrambe le mani per non svegliare sua figlia, miracolosamente non disturbata dalle urla della zia.
Se non l’aveva fatta piangere un’innamoratissima zia Minako, non l’avrebbe fatto sicuramente lui.
 
- Tua sorella ha detto più o meno le stesse e identiche parole! Riguardo i vostri poveri vicini intendo!-
 
- Chi? Usagi? - Shingo tornò in posizione eretta e si voltò finalmente verso Mamoru. - Sopporta Minako come e quanto me, anzi, sia per la differenza d’età, sia per il mio periodo di permanenza negli Stati Uniti, direi molto più di me! Ha tutta la mia comprensione quella ragazza! -
 
Mamoru si ritrovò a dargli ragione.
Ormai parte integrante della famiglia di Usagi a tutti gli effetti, aveva assistito a tante di quelle scenette di Minako da poterne scrivere un libro, per non parlare dei momenti in cui avevano organizzato delle megarimpatriate, con Taiki e famiglia compresi, e lì il suo migliore amico e sua cognata avevano dato il meglio di sé tra l’esasperazione e il divertimento generali.
 
- Beh, una cosa è certa. - rispose. - Con tua sorella Minako non ci si annoia mai! -
 
Shingo inarcò le sopracciglia ed alzò le mani.
Il commento di Mamoru era talmente evidente e veritiero che non aveva bisogno di seguito.
Indietreggiò fino ad arrivare alla porta del salone e raggiunse lo specchio all’ingresso, cominciando ad armeggiare col farfallino sul colletto.
Non riuscendo a sistemarlo, fece una smorfia di stizza, ma non si arrese, cercando comunque di annodarlo decentemente da solo.
Non raggiunse il risultato sperato e imprecò sottovoce.
 
-Accidenti! Anche questo fastidioso papillon è colpa sua! Ha predisposto addirittura il nostro vestiario! Che glie ne frega a lei se io voglio il farfallino o la cravatta? Macché!-
 
Mamoru, che l’aveva osservato in silenzio, gli si avvicinò e gli mise una mano su una spalla facendolo girare verso di lui.
Gli portò le mani al colletto della camicia, e glielo sistemò, per evitare che le mani nervose di Shingo lo sgualcissero, e prese ad sistemargli il papillon di persona.
In pochi istanti Shingo poté nuovamente specchiarsi ed ammirare la perfezione nel suo riflesso.
 
- Però! Grazie Mamoru! Ma come diavolo hai fatto? È infernale questo coso! Tu invece hai una manualità invidiabile! -
 
Mamoru scosse le spalle.
 
- Manualità, hai detto bene. Sono un chirurgo, le mani sono il mio mestiere, e poi ne ho annodati talmente tanti tra cene di gala, convegni e cerimonie da poterlo fare ad occhi chiusi! Semplice allenamento.-
 
Concluse con finta modestia, con un leggero cenno della mano.
In quel momento il campanello annunciò l’arrivo di qualcuno.
Shingo aprì sorridente a chiunque fosse venuto, pregando mentalmente che fosse arrivata colei da cui probabilmente dipendeva la salvezza della giornata, secondo Minako.
Quel giorno il sorriso sarebbe stato d’obbligo, e gli si allargò ancora di più quando capì di aver pregato bene.
Gli comparve sulla soglia una donna mortificata carica di borsoni da lavoro.
 
- Benvenuta! Lei non sa quanto sono contento di vederla! I nostri neuroni e le nostre orecchie la ringraziano!-
 
La donna chinò il capo desolata.
 
- Sì, mi dispiace, ora  mi metto subito a lavoro, se mi indicate dove andare, per favore … -
 
- Non si preoccupi, la colpa non è sua … prego, di là… - continuò Mamoru, rispondendo per Shingo, ed indicando le scale alle sue spalle con entrambi i pollici: -Piano di sopra, non può sbagliarsi, la stanza più caotica. Vuole una mano con tutta quella roba? -
 
La parrucchiera scosse la testa.
 
- No grazie, corro su!-
 
Si avviò verso le scale trascinandosi dietro il suo carico con una strana agilità.
Sparì anche lei, provocando altre risate ai ragazzi.
Kenjii uscì dalla cucina con un’aria  a metà tra il rassegnato e lo speranzoso.
 
- Ditemi che è finalmente arrivata!-
 
Shingo e Mamoru annuirono e risposero all’unisono:
 
- È arrivata!-
 
 
***
 
Usagi aveva percorso le scale velocemente, ed aveva bussato alla porta di sua sorella con una calma surreale.
La voce di Naru l’aveva invitata ad entrare.
 
>>> Avanti!-
 
Aveva varcato la soglia con altrettanta tranquillità, notando immediatamente sua sorella immobile e seduta, mentre Naru le applicava il fondotinta.
 
-Oh! Ecco perché finalmente i nostri timpani stanno ringraziando il cielo! In quella posizione non puoi muovere un solo muscolo e non puoi sbraitare! Ringrazia che mia figlia non dormiva ancora, almeno prima che salissi!-
 
Minako le rispose con una mano chiusa a pugno, alzata a mezz’aria.
Naru esordì quasi implorante.
 
- Usa, ti prego, non provocarla o ricominceremo daccapo!-
 
- Io non la provoco! Parlo per la salvaguardia di tutti noi, e di Chibiusa in primis!-
 
Minako alzò anche l’altro pugno, Naru lanciò uno sguardo supplichevole ad Usagi e lei alzò le mani in segno di resa.
 
- Ok, sto zitta anch’io!-
 
Minako trasformò i suoi pugni minacciosi in due segni d’intesa. Continuò a restare ferma, quasi come una statua, ed Usagi le si avvicinò ammirando il lavoro della sua amica.
 
- Sono sicura che non ci deluderai.-
 
Naru posò la spugnetta e prese l’illuminante.
 
- Sono la migliore!-
 
Stettero qualche minuto a chiacchierare, più tra loro due in realtà, visto che Minako poteva rispondere solo a gesti.
Ripercorsero i punti salienti del programma della sposa, Usagi recitò quasi a memoria il discorso che avrebbe dovuto tenere in chiesa e la lettura che avrebbe esposto sull’ambone, ridacchiarono sulla festa di addio al nubilato di Minako, e quando finalmente il make-up fu impeccabile e completo, Naru concesse qualche ritocchino al trucco di Usagi, a suo avviso troppo semplice per quello della gemella della sposa, soprattutto se questa era la sua damigella d’onore.
Ovviamente, chi altri avrebbe potuto ricoprire il ruolo se non lei?
In realtà per le fattezze del viso di Usagi poteva andare già bene così, la vera critica era stata in realtà di Minako, ma contraddirla ancora avrebbe provocato un cataclisma.
Quando la parrucchiera bussò e fece il suo ingresso scusandosi per l’ennesima volta, Minako fu frenata dal ricominciare, solo dalle raccomandazioni di Naru sull’eventuale rovinarsi del trucco.
La minaccia fu sufficiente a far di nuovo sedere Minako senza farle profilare
nessun’ altra parola.
Gli ultimi preparativi furono ultimati appena in tempo.
Fotografi ed invitati curiosi invasero casa Tsukino per dare ufficialmente inizio a tutto.
Minako scese le scale con Kenjii a braccetto e varcò per l’ultima volta come nubile la soglia di casa sua, tagliando il nastro con un sorriso luminoso in viso.
Prima per l’immensa emozione, poi anche per la sua bravura in campo professionale, regalò a tutti sorrisi e solarità che quasi fecero dimenticare l’estremo isterismo delle ore precedenti.
 
 
Quando arrivarono in chiesa, Yaten era lì sull’altare apparentemente tranquillo.
I banconi erano pieni di amici e familiari che non attendevano altro che Minako sfilasse verso la sua felicità.
Minako aveva progettato una cerimonia in grande stile, così come l’aveva sempre sognata e così come si stava effettivamente svolgendo.
Al momento delle promesse la sua voce non tradì la forte emozione che stava vivendo, ma riuscì comunque a controllarsi, a differenza dello sposo che mostrò al contrario un’accentuata commozione.
A fine celebrazione, tuttavia, trucchi colati e lacrime tra le ciglia erano stati prontamente riparati da un’esperta e pronta Naru, trucco della sposa compreso, che solo alla fine proprio non era più riuscita a contenersi.
 
***
 
Dopo la cerimonia, i festeggiamenti si erano spostati in un locale molto chic, non molto lontano dal centro.
La location elegante e la bellissima giornata che il clima di settembre aveva offerto, avevano fatto letteralmente sbizzarrire Minako, che aveva trascinato i fotografi e il suo neomarito in giro per terrazze e giardini per il suo esclusivo book fotografico.
Come successo altre volte in altre occasioni, lo stesso Yaten si trovò a pensare che dopo quella giornata il fotografo progettasse un prepensionamento per la disperazione.
L’apice si raggiunse col lancio del bouquet.
Minako aveva di nuovo rapito sua sorella dal suo tavolo, costringendola a seguirla al centro della pista e sussurrandole qualcosa all’orecchio, prima che le raggiungessero le altre non ancora sposate.
 
- Allora, hai capito? Tieniti pronta!-
 
- Ma insomma, Mina!- Usagi aveva allargato le braccia. - Secondo te le altre non si accorgeranno che vuoi barare? Che importanza ha se il bouquet lo prendo io o meno? Mi sposerò ugualmente no? Quando si è sposata Ami tu non l’hai afferrato, e mi sembra evidente che non hai avuto nessuna ripercussione negativa!-
 
Le prese la mano sinistra indicandole la fede nuova e luminosa.
 
- Non vorrai contraddirmi proprio oggi! -
 
Usagi roteò gli occhi. - No, ma non mi sembra il caso di fare tutti questi sotterfugi!-
 
- Tu fidati e basta!-
 
Quanto tutte le pretendenti ai fiori furono pronte, Minako, anche incoraggiata dai ragazzi col microfono alla console in sala, si avvio al centro del semicerchio di invitate e si voltò un’ultima volta a fare l’occhiolino a sua sorella.
Usagi non prestò poi tanta attenzione alla cosa, e rimase ferma nella sua posizione sperando solo di potersene tornare a sedere quanto prima.
 
-Pronte donzelle?  Minako alzò le mani verso l’alto e prese una mira tutta sua. - Tre, due, uno … - il bouquet volò all’indietro, e tra le urla e gli spintoni capitò dritto verso Usagi, che fu costretta ad alzare le mani quasi d’istinto.
 
- Oh!- disse soltanto.
 
Minako si voltò di scatto, saltellando e battendo le mani col rischio anche d’inciampare nel tulle della sua ampia gonna.
 
- Evviva Sorellina!!! Evviva!-
 
Mamoru, poco distante, si portò una mano alla fronte.
Aveva un brutto presentimento.
 
- E ora la giarrettiera! Su maschietti, venite!-
 
Minako si era appropriata del microfono e stava attirando i fidanzati al centro della sala, lanciando continue occhiate più che eloquenti a Mamoru.
Yaten la lasciava fare, sapendo che non avrebbe potuto comunque fermarla.
 
“Come volevasi dimostrare!”
 
La scenetta si ripeté, ma purtroppo, più per Minako che per Mamoru, ad afferrare pizzi e nastrini fu Umino, rosso fino alla radice dei capelli.
Un po’ delusa, e un po’ felice, Minako si congratulò con lui e con Naru, cambiando umore dopo tre secondi e tornando a sfilare tra i tavoli salutando di tanto in tanto gli ospiti.
 
 
 
Più tardi, in una pausa tra una portata e l’altra, Taiki raggiunse Usagi al suo tavolo, approfittando dell’assenza di una persona specifica.
 
- E anche il matrimonio di tua sorella è andato!-
 
Taiki batté una mano su una spalla di Usagi.
 
- Lo sai cosa ti aspetta tra poco no? Adesso tocca a te amica mia! Tre matrimoni in solo anno! Ci abbiamo dato dentro noi sei, eh!?-
 
Usagi lo guardò stralunata.
Quando Mamoru diceva che Taiki non sarebbe cambiato proprio mai aveva ragione!
Proprio lui si era dovuto fastidiosamente allontanare, perché la sua auto ne bloccava un'altra nel parcheggio, e il suo amico non si era fatto scappare l’occasione per parlarne male alle spalle.
Usagi gli rispose pronta ad uno dei loro proverbiali battibecchi.
 
-Sì, lo so fin troppo bene!-
 
- E darai di matto come Minako? Mi è giunta voce che stamattina ha varcato i confini del suono! O, per meglio dire, mi devo preoccupare più di te o più del tuo futuro marito?-
 
Usagi lo guardò con finta aria di rimprovero, ma Taiki continuò con un’altrettanta finta aria apprensiva.
 
- Tu lo sai che dovrò sopportarlo io la vigilia del matrimonio vero? Se mi vuoi bene davvero, abbi pietà di me, non farmelo arrivare al limite dell’insopportabilità! -
 
Congiunse le mani in preghiera continuando la sua improvvisata scenetta tragicomica, camuffando anche la voce. 
 
-Ti prego!-
 
Usagi, sempre attenta a sua figlia, sveglia ma tranquilla tra le sue braccia, scosse leggermente le spalle.
 
- Diciamo che dovrai sopportarlo quanto lui ha dovuto sopportare te! Com’è che si dice? “Chi la fa l’aspetti!”? -
 
Taiki sembrò quasi offeso. - Lo sai che non sei divertente?-
 
- E tu lo sai che è bello prenderti in giro? - Usagi gli fece una linguaccia, vedendo poi il suo fidanzato raggiungerli, oltre le spalle di Taiki.
 
- Perché ho l’impressione che qualcuno, qui, non si stia facendo gli affari propri?-
 
A quanto pare era riuscito a captare l’ultima parte del loro discorso.
Taiki si alzò svogliatamente.
 
- Perché mi conosci troppo bene amico! -
 
Mamoru sapeva come giocare le sue carte, perché dopotutto, alla fine, adorava discutere con lui.
 
- Guarda che sono ancora in tempo per chiedere a Yaten di farmi da testimone!-
 
-Ehi!-
 
Stavolta Taiki sembrava offeso davvero. Si portò le mani sui fianchi e lo guardò serissimo, cercando di non cedere all’impulso di ridergli in faccia.
Questa, però, Mamoru non poteva fargliela davvero!
 
- Guarda che IO, sono il tuo migliore amico! Sono insostituibile e sono io il più adatto! Non è carino da parte tua sai?-
 
- Sì, il più adatto a rompermi le scatole sicuro!-
 
Usagi si portò una mano alla fronte.
Taiki lo guardò senza ribattere e poi si aggiustò gli occhiali sul naso, con aria di noncuranza.
Quello era un segnale.
A volte faceva così quando non sapeva subito come controbattere o quando gli era passata la voglia di farlo.
 
-Sarà, ma nessuno ha la costanza che ho io nel sopportare i tuoi sclerotici sbalzi d’umore. Ti lascio alle tue donne, io vado dalla mia famiglia.- li salutò con una mano. - Ci si vede dopo.-
 
Si allontanò verso il suo tavolo, senza neanche voltarsi.
Mamoru riprese posto e guardò Usagi indagatore.
 
- Di cosa avete parlato esattamente? Non sono riuscito a capire tutto come avrei voluto.-
 
Usagi cullò Chibiusa indifferente. - Di tutto e di niente.-
 
- Usako? Bugie non ne sai dire, non a me soprattutto, e lo sai.-
 
Usagi sbuffò, guardandolo quasi scocciata.
 
- Ma di cosa potevamo mai parlare nel bel mezzo di un matrimonio? Le solite cose che dice Taiki quando fa lo stupido, tutto qui! -
 
- Allora non mi ero sbagliato!-
 
- No che non ti eri sbagliato, ma una volta tanto non potete evitare di dare spettacolo? Non facciamo che accumulare figuracce per colpa vostra!-
 
- Ma che vuoi che sia?- stavolta fu Mamoru ad usare il tono di Usagi di poco prima. – Vi sono tutti abituati ormai! Qui dentro per esempio, solo il direttore di sala e i camerieri non ci conoscono, anche se a giudicare dalla faccia che ha fatto quello lì prima... – indicò un povero cameriere in posa professionale in fondo alla sala, intento a sorvegliare la situazione. - credo che oggi abbia capito anche lui, e non solo lui, di che pasta siamo fatti!-
 
- Appunto!. Rispose Usagi sussurrando stizzita. – Che ti dicevo delle figuracce?-
 
- Però, tu ancora non mi hai risposto!-
 
Usagi alzò ancora gli occhi al cielo.
 
- Uffa! Niente, faceva solo lo stupido riguardo il nostro matrimonio e riguardo la tua festa di addio al celibato. Tutto qui. Tipico del Taiki scemo!-
 
Mamoru si voltò per scorgere il tavolo del suo amico, e non essendo visto da lui, si portò una mano sugli occhi.
 
- Ho paura di quello che lui e i ragazzi stanno già architettando! Alla fine noi a marzo siamo stati anche fin troppo tranquilli con Taiki! Una semplice serata in un pub! E pure con Yaten, l’altra sera. Più che ragazzi poco più trentenni, sembravamo un gruppo di vecchietti al circolo! Cibo spazzatura e partite a bowling o simili. Birra quanto basta per poter guidare e un po’ di musica. Perché ho l‘impressione che quando sarà il mio turno dovrò temere il peggio?-
 
Ad Usagi venne da ridere.
 
- Come ti ho detto stamattina, sarà affar tuo! Anche io non ho la più pallida idea di cosa vogliano organizzare le ragazze per me, ma sicuro non sarà niente di trasgressivo. Chibiusa avrà sei mesi e sinceramente non mi va di allontanarmi solo per far baldoria! Anche ieri, con Minako, le altre hanno trascorso l’intera giornata alla Spa. Mia sorella mi ha lodato non so quante volte, nei giorni precedenti, le meraviglie dell’idromassaggio, delle docce emozionali, dei percorsi, di sauna e di bagno turco, ma non era proprio il caso. Alla fine io le ho raggiunte solo per l’aperitivo com’era giusto fare, ed Ami con me. Sono sicura che quando sarà il turno di Mina, di essere mamma, si comporterà allo stesso modo!-
 
Nel parlare, non aveva mai smesso di cullare sua figlia, nuovamente ceduta al normalissimo sonno per una neonata.
La adagiò nuovamente nella carrozzina coprendola delicatamente con il lenzuolo di lino, ricamato con una sfilza di coniglietti bianchi e rosa.
Mamoru ne approfittò per avvicinarsi di più e per riprenderla tra le braccia.
Non voleva stare mai lontano da lei.
 
- Comunque vadano le cose, l’importante è che arrivi presto quel giorno!- sfiorò l’anello di fidanzamento e strofinò il naso verso la tempia di lei. – Il nostro giorno … - specificò. Diventare zio di un figlio di Minako e Yaten gli sarebbe sicuramente piaciuto, ma la sua priorità era un’altra.
 
- Manca poco. – sussurrò Usagi felice, accoccolandosi a lui e provando le sue stesse sensazioni.
Il cuore le batté più forte, guardandosi la mano sinistra ed immaginandoci il luccichio di una vera.
 
- Pochissimo.- continuò Mamoru, intrecciando la sua mano sinistra a quella di lei. - E allora sarà per sempre.-
 
Usagi annuì, non sciogliendo quell’intreccio perfetto. - Per sempre.-
 
 
 
NdA
Finito!!!!
Ben ritrovati amici di EFP!
Torno con un capitolo sfornato in un uggioso pomeriggio di pioggia, terminato stando incollata al PC ed ampliando precedenti appunti presi a penna.
Che dire … forse un po’ demenziale, poco miele e tanto sclero, ma con Minako come protagonista cosa potevamo aspettarci se non gag a destra e a manca?
E se poi tra gli invitati c’è un pediatra ex esaurito che sta finalmente godendosi la felicità, e il suo migliore amico neurochirurgo deficiente che lo insulta una volta sì, e l’altra pure, il capitolo di certo non poteva venir fuori serio.
Proprio perché si parla di Minako, ho pensato di approfondire più la parte comica della narrazione, e cioè lo stress per i preparativi e il panico più totale per gli intoppo in un giorno tanto importante, o le risate durante i festeggiamenti.
Magari la cerimonia e altro saranno approfonditi più in là, tramite flashback, ma anche per riprendere quanto anticipato nell’ultimo capitolo della long, come successo poi col matrimonio di Taiki, ho ampliato più le scene già scritte in precedenza.
Mettere l’accento su quelle scene, piuttosto che altre, mi è semplicemente sembrato adatto a descrivere l’uragano che è Minako.
Per il resto, spero di non sparire di nuovo, le idee sono tantissime, il tempo di meno.
Sto lavorando, sto studiando, di nuovo, e come vi ho scritto sulla mia pagina Facebook mesi fa, c’è stato un grave problema familiare che mi ha svuotato di certezze ed energie.
Vi stiamo ancora facendo fronte e allora ho avuto davvero tanta paura. La tristezza e il nervosismo si sono riversati anche sul lavoro, ma speriamo di aver risolto e di dover solo tenere la situazione sotto controllo.
Davvero non ce l’ho fatta a scrivere, leggere ed aggiornare prima.
Avevo detto che la cosa riguardava il mese di settembre, ma poi non è stato così.
Nelle prossime settimane non sarò impegnata, ma di più, ma se riesco a trovare il tempo vorrei preparare qualcosina per Natale, un’altra shottina, come le due pubblicate in precedenza, una legata alla long, Siate come i fiocchi di neve,l’altra è a parte ed è La leggenda dell'Angelo del Natale .
 
Beh, l’idea è questa, più o meno.
Comunque, vi ringrazio come sempre per tutto, e aspetto di vedere cosa ne pensate di questa mia nuova follia!
Hihihihih!
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