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Autore: V4l3    27/11/2019    3 recensioni
Dal testo [...] Alex ripensò a quella conversazione avuta con Francesca e si chiese perché sia lei che la madre fossero così convinte che lui l’avrebbe aiutata, non erano parenti, non avevano niente in comune e lei ora era lì per stravolgergli la vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Il locale era pieno, proprio come le aveva detto Liz. C'era gente di tutte le età che rideva, mangiava e beveva, la musica risuonava e la gente era estremamente felice quella sera, l'euforia che si era impadronita delle persone in quei giorni, sembrava si fosse condensata tutta lì dentro.

Avevano abbellito il Blue Line con lucine che si arrampicavano alle travi in legno e vari elementi natalizi, tra cui l'albero di Natale posto vicino l'entrata e quello più piccolo con le sue lucine ad intermittenza sul lungo bancone in legno.

Alex aveva saputo da Liz che, per Capodanno, si organizzavano giochi e gare tra le persone e che spesso si svolgevano nell'attesa della mezzanotte e anche dopo; gli anni passati Mike, aveva dato vita a sfide che si erano svolte tutta la notte, dividendo i vari partecipanti in due o più squadre per vari giochi come il trovare i semi di frutta secca all'interno di un contenitore di liquido caldo, generalmente acqua con colorante, anche se la tradizione voleva che fosse una bevanda alcolica, ma Mike era restio allo spreco di tanto alcool; avevano anche organizzato il classico gioco a coppie del prendere una mela legata ad un filo che penzolava dal soffitto, ma il tutto era sempre terminato in una baraonda completa, a volte avevano anche sfiorato delle vere e proprie risse fuori al locale, che poi lo stesso Mike aveva sedato, per non parlare del porcile che si creava ogni volta; così per quell'anno, Mike, si era limitato ad organizzare una semplice serata nel suo pub con piatti tipici, come il bel tacchino con marmellata di mirtilli che avevano preparato i giorni prima e i vari dolci natalizi con frutta secca e miele o il pudding di mele.

L'odore di cibo e alcool aveva invaso il locale e sembrava aver anche stordito i vari clienti, pensò Alex riempiendo un ennesimo boccale di birra che passò a Mike per servire alcuni clienti, ma entrambi rimasero sorpresi nel vedere arrivare Jason.

Alex lo vide subito, bello come non mai, avvolto in una pesante giacca che stava levandosi, il suo bel volto maturo contornato da una leggera barba, quello sguardo che sembrava scavarle dentro ogni volta che le si posava addosso e la sua espressione dapprima seriosa, ma che stava mutando quando lo vide salutare alcune persone per scambiarsi gli auguri.

Era da un paio di giorni che non si vedevano, pur vivendo sotto lo stesso tetto: lui era rimasto rintanato nel seminterrato, troppo preso nel finire il lavoro del capitello ormai prossimo alla scadenza

Era intenta ad osservare ogni movimento dell'uomo, mentre si levava la pesante giacca mostrando la camicia bianca che indossava, che lo fasciava alla perfezione, mettendone in risalto il petto ampio, le spalle larghe le braccia ben proporzionate, quando avvertì Mike borbottare qualcosa che la distrasse

-Cosa hai detto?- gli chiese volgendo lo sguardo sul rasato, per rimanere colpita dall'espressione severa che aveva assunto: la mascella rigida e lo sguardo fisso davanti a lui, così seguì quegli occhi per rimanere anche lei completamente atterrita nel notare una persona accanto a Jason che non aveva minimamente notato: Jane.

Immediatamente la sensazione di felicità provata nel vederlo arrivare, lasciò il posto a qualcosa di amaro che sembrò le arrivasse a cambiare anche il sapore che aveva in bocca, deglutì con fatica mentre li vide avvicinarsi al bancone.

Jane si tolse il cappotto nero che indossava e la grande sciarpa, per mostrare il suo corpo longilineo avvolto in un vestito rosso che le arrivava appena sopra il ginocchio, i suoi capelli erano lasciati liberi di ondeggiarle sulle spalle e il suo viso era truccato mettendo in risalto i bellissimi occhi verdi e la carnagione chiara; Alex vedendoli arrivare, inghiottì quella sensazione di amarezza che l'aveva travolta, sforzandosi di sorridere

-Ciao, ben arrivati!- salutò notando come la voce le uscì più forzata di quanto avesse voluto, Jason la guardò intensamente, per poi abbozzare un sorriso sedendosi al suo sgabello

-Jane, Jas, ben arrivati- il modo freddo in cui li salutò Mike, fece pensare ad Alex che neanche lui fosse così felice di vederli insieme

-Ciao Mike, grazie e auguri- la voce di Jane uscì dolce come Alex se la ricordava, modulata e cordiale come ogni volta che si era incontrata con quella donna

-Prendi tu la loro ordinazione, vado a vedere un attimo il tavolo 12- Mike prese il vassoio con le birre allontanandosi subito dopo, lasciando Alex immobile davanti ai nuovi arrivati; aveva sperato di poter fuggire in cucina e rimanerci per il resto della serata, ma sembrava che Mike avesse tutta l'intenzione di stare lontano da loro

-Ciao Alex, come stai?- Jane le rivolse un sorriso gentile e lei lo ricambiò in imbarazzo per quello che sentiva dentro, nel vederli insieme

-Bene, grazie e tu?- chiese prendendo intanto il foglio con i vari piatti della serata

-Molto bene, grazie- poi si rivolse a Jason che era rimasto seduto con lo sguardo rivolto al bancone, assorto in chissà quali pensieri

–Jas, sediamoci al tavolino qui accanto, staremo più comodi- gli disse lei toccandogli una mano e quel contatto fece fermare il cuore di Alex che non riusciva a staccare gli occhi da loro due; Jason sembrò come risvegliarsi e senza rispondere si alzò dallo sgabello

-Ecco i piatti della serata, vengo subito a prendere l'ordine- Alex consegnò a Jane il menù, la donna le sorrise e si andò a sedere accanto a Jason passando una mano sulle sue spalle prima di prendere posto; Alex  avvertì i suoi occhi farsi umidi mentre ritornava in cucina.

-Come procede di là?- chiese Liz senza alzare gli occhi dal pudding che stava impiattando

-C'è parecchia gente, avevi ragione- rispose appoggiandosi al bancone come se sentisse la testa girare

-Te l'avevo detto che sarebbe stato un caos!- Liz rise divertita e quando finì, alzò il capo preoccupandosi per il pallore dell'amica

-Alex, stai bene?- le chiese avvicinandosi –Se sei stanca puoi sederti e non preoccuparti, qui ci penso io- Alex le sorrise e con un profondo respiro cercò di riprendersi

-Tranquilla, tutto bene- detto questo prese i piatti pronti e uscì di nuovo da lì per andare a servire il tavolo 4.

Dopo aver salutato i clienti che ormai conosceva, si fermò ad osservare il tavolo occupato da Jason e da Jane, lui era di spalle mentre lei gli stava accanto e stava sorridendo, Alex abbassò il capo e strinse il blocchetto che aveva tra le mani

Quel pomeriggio era stata così felice di essersi preparata in quel modo a casa di Liz; la sua amica le aveva fatto trovare, proprio sul letto,  una busta rossa con un bel fiocco, lasciandola senza fiato 

-Questa sera è Capodanno anche per noi!- le aveva detto ridendo–Dobbiamo vestirci e truccarci! Non passeremo tutta la notte in cucina! Dobbiamo essere più belle del solito- l'aveva stretta in un abbraccio che Alex aveva ricambiato piena di stupore e affetto 

Quei vestiti erano stati un regalo, lei doveva esserne grata e felice, inoltre Liz l'aveva truccata e le aveva acconciato i capelli con quella morbida treccia alla francese, perdendoci davvero un bel po' di tempo, non era giusto deprimersi, ma ora, non riusciva a levarsi quella sensazione di dolore mista a tristezza nell'osservare Jason.

Pensava forse che lui avesse potuto notarli? Magari farle dei complimenti? Lui aveva una donna, una fidanzata o come diavolo voleva che venisse chiamata, era stato ingenuo da parte sua covare l'idea che forse lui avesse potuto vederla in maniera diversa, solo perché si era acconciata in quel modo.

Si chiese perché le avesse mentito quando le aveva detto che passava il Capodanno senza di lei, sospirò amaramente e, con riluttanza, si avvicinò al tavolo

-Avete deciso cosa prendere?- chiese modulando il tono della voce per non apparire scostante

Jane iniziò a chiedere alcune informazioni sui piatti e Jason si obbligò ad alzare lo sguardo dal tavolo rimanendo sorpreso nel vedere l'abbigliamento, sicuramente diverso, che quella sera Alex aveva indossato; senza volerlo i suoi occhi si posarono sulle scarpe scure con il tacco, salendo piano sulle gambe fasciate da quelle calze nere pesanti, sulla gonna piena di paillette dorate che le arrivava sopra il ginocchio e il maglioncino nero che la fasciava come una seconda pelle, per poi osservare il suo viso truccato più del solito con quegli occhi resi ancora più intensi dal colore scuro che aveva usato per metterli in risalto, appena li aveva incrociati arrivando, aveva sentito una fitta al petto che l'aveva ammutolito; guardò i capelli che aveva raccolto in una morbida treccia, dove alcune ciocche ora le erano sfuggite, regalandole un'aria più accattivante

-Jas, allora?- la voce di Jane lo riscosse

-Prenderò il tacchino e delle patatine- rispose vedendo come stesse segnando tutto sul suo blocchetto ed evitasse di guardarlo; appena finì, sorrise a Jane e si allontanò sparendo oltre le porte della cucina

-Quindi ancora vive da te?- chiese Jane accanto a lui e quel tono usato lo fece sbuffare, si posò con la schiena alla sedia e la guardò

-Te l'ho detto, starà da me per un po'- le rispose, maledicendosi per come si fosse ritrovato in quella serata.

Jane, aveva avuto la brillante idea di mandargli un messaggio dicendogli che non sarebbe andata dalla sorella, ma al pub con la sua amica Catherine e il suo compagno; l'unica cosa che gli era venuta in mente di fare, fu quella di andare a prenderla per poter in qualche modo controllare la situazione, magari approfittare del tragitto per accennare il cambiamento che dovevano dare a quella specie di relazione; ma vedendola felice di poter passare la festa insieme, non se l'era sentita di rovinargli il Capodanno, così aveva fatto finta di nulla; ma ora, si diede dello stupido per aver pensato di poter gestire quella situazione

-Come mai non sei andata da tua sorella?- le chiese per cambiare discorso, Jane lo osservò qualche istante e Jason si chiese se avesse in qualche modo capito che qualcosa stava cambiando; la vide sorridere ad Alex che era appena ritornata con le birre e lui notò come Jane la seguisse con lo sguardo

-Quest'anno sono stati invitati a casa di alcuni loro amici che hanno da poco comprato una villa lì vicino, ma io non me la sono sentita- gli rispose continuando a fissare Alex che poco dopo tornò con i piatti

-Ecco a voi- e posò i piatti sul tavolo

-Grazie, Alex- Jason la ringraziò mentre Jane le sorrise e solo quando la vide allontanarsi parlò di nuovo

-Mi dirai, prima o poi, cosa c'è dietro a questa sua permanenza?- si fissarono negli occhi per qualche istante, Jason sapeva che c'era un mondo dietro quella semplice domanda e in quel momento si rese conto di non avere idea di cosa rispondere.

Avrebbe voluto raccontargli tutto, per onestà, per chiarezza, perché Jane se lo meritava, ma non poteva rischiare di mettere in pericolo Alex, non voleva che, per errore, Jane si confidasse con qualcuno, non poteva dirle tutto, ma non poteva neanche pensare che lei potesse capire ciò che lui le avrebbe detto da lì a poco

-Ti dirò quello che devi sapere- rispose secco e lei dopo qualche istante sciolse il suo sguardo sorridendo più serena

-So che lo farai, Jas, ma ora godiamoci la festa- gli disse accarezzandogli il volto

Alex, dietro il bancone, nonostante trafficasse con gli ordini e i tavoli, non era riuscita staccare gli occhi dal tavolo di Jason e Jane; quando si guardavano sembrava che parlassero una lingua tutta loro e questo le fece provare un senso di gelosia e invidia che mai avrebbe pensato di poter provare per qualcuno; quella vicinanza, quella complicità, quei gesti tra loro, gli sbatterono in faccia l'evidenza di come il suo mondo e, quello di Jason, fossero totalmente distanti; era inutile cercare di avvicinarli, erano troppo lontani, troppo diversi; gli anni che li separavano erano tanti, ma quello che più la colpì, fu prendere coscienza delle esperienze che li dividevano, troppe anche quelle.

Posò la birra sul vassoio abbassando il capo, sentendosi improvvisamente sconfitta anche se non era stata giocata nessuna partita.

Lui l'avrebbe sposata perché doveva e non per altro, ma era difficile da ricordare quando lui la guardava, o le parlava, o le sorrideva, o le diceva che sarebbe stato al suo fianco; Alex capì che Jason, era una presenza incompleta e lo sarebbe sempre stata, per ovvie ragioni, una delle quali era la sua ragazza.

Si sentì tremendamente in colpa per quello che lo stava costringendo a fare, anche se lui o Francesca dicevano il contrario; se Francesca non fosse venuto a proporre la cosa, mai nella loro immaginazione, avrebbero pensato di convolare a nozze.

Un pugno allo stomaco avrebbe fatto meno male di quella consapevolezza, di quella certezza.

-Alex, stai bene?- Mike le posò una mano su una spalla e lei si accorse di essersi completamente fermata, bloccata in quella serie di pensieri che avevano l'aria di un'aspirale a ribasso, alzò il capo e gli sorrise

-Si, scusami, ero persa nei miei pensieri- lui la osservò attentamente per poi accarezzarle una guancia

-Non ti ho ancora detto che stasera sei davvero molto bella- lei sgranò gli occhi a quella frase arrossendo subito dopo –Sarebbe un peccato rovinare il tuo bel viso e questo trucco perfetto- Alex si stupì nel sentire la mano di Mike asciugarle una lacrima con tanta dolcezza che le fece sentire tutto il peso della solitudine che in realtà si portava dietro, nonostante il suo trasferimento lì, nonostante la sua nuova vita, nonostante le persone che aveva conosciuto, nonostante Jason.

-Perdonami- disse abbozzando un sorriso e stringendo quella mano grande posata sul suo viso

-Non hai niente di cui farti perdonare, Alex, se posso esserti d'aiuto io sono qui- le disse e quello sguardo sincero le scaldarono il cuore, perché Alex lesse qualcosa di simile al suo dolore in quegli occhi marroni, un dolore muto che giaceva lì infondo e si poteva scorgere solo se si osservava bene dietro quel sorriso e quella scherzosità che da sempre lui riversava a tutti

-Interrompo qualcosa?- la voce dura che arrivò alle loro orecchie, li fece voltare verso un Jason nero di rabbia che li fissava appoggiato al bancone con in mano un boccale vuoto; Alex abbassò il capo e andò a rifugiarsi in cucina, mentre Mike prese il boccale per riempirlo con altra birra

-Jane ne vuole ancora?- chiese senza guardare il moro, pur sentendo quello sguardo inchiodato su di lui

-A che gioco stai giocando, Mike?- i due si fissarono e Mike arricciò le labbra in un sorriso sarcastico

-Potrei farti la stessa domanda, Jason- rispose vedendo come il moro serrasse la mascella

-Non fare lo stronzo, Mike!- la voce del moro uscì strozzata, come a non volersi far sentire dal resto delle persone presenti al locale, ma comunque severa –Che diavolo stavi facendo?- gli chiese e Mike rise scuotendo la testa

-Torna da Jane e fatti meno film mentali, coglione!- detto questo lo lasciò per andare verso un paio di clienti che lo stavano chiamando

Jason si voltò sbuffando per seguire i movimenti del rasato, se non ci fosse stata quella confusione, probabilmente gli avrebbe mollato un cazzotto, pur sapendo che se la sarebbe presa con la persona sbagliata.

Era lui ad aver creato una situazione davvero assurda che non sapeva come poter risolvere per non ferire nessuno, si voltò verso il tavolo dove Jane stava parlando con la coppia che li aveva raggiunti e che gli avevano dato la scusa per alzarsi e andare da Alex, ma quando l'aveva vista così vicina a Mike era rimasto impietrito, con lui che l'accarezzava in un modo che nessuno avrebbe mai dovuto fare.

Si passò una mano tra i capelli sbuffando e tornando a guardare il bancone, sperando che quella serata finisse il prima possibile

-Stai bene?- la voce di Alex lo sorprese e quando si ritrovò ad ammirare quelle due gemme, tutti i suoi pensieri, i timori, si dissolsero come fumo, le sorrise

-Diciamo di sì- rispose e lei ricambiò quel sorriso tirando fuori dalla lavastoviglie dei bicchieri fumanti che iniziò a sistemare; Jason si rese conto di come ormai si muovesse come se il locale fosse suo o ci lavorasse da sempre e di nuovo si ritrovò a sorridere osservandola mentre prendeva un paio di bottiglie nuove di whisky  e preparava dei bicchieri con ghiaccio che servì a un uomo; non si voltò, nonostante quest'ultimo lo salutò con una pacca sulla spalla facendogli gli auguri per poi allontanarsi, era troppo preso ad osservare Alex

-Hai finito il capitello?- le chiese lei mentre preparava altri due boccali di birra

-Sì, finalmente è pronto- le rispose lui ammaliato nel vederla così sicura mentre si muoveva lì dietro

-Dormirai da Liz?- le chiese e lei senza guardarlo scosse la testa mentre puliva il bancone

-No, sta per arrivare Mark, tornerò a casa- rispose, fermandosi solo quando lui le afferrò la mano che lei stava passando sul bancone

Quel contatto la sorprese e si sentì andare a fuoco all'istante, lui le aveva fermato la mano e ora la fissava con un leggero sorriso sulle labbra, perché le faceva questo? Perché doveva emozionarsi per una cosa tanto stupida?

-Torniamo insieme, Alex- lei sgranò leggermente lo sguardo che subito volò dietro a Jason dove trovò Jane a ridere e scherzare con un ragazzo e una ragazza –Non andrò da Jane- e lei si trovò di nuovo a fissare quel mare che erano gli occhi di Jason che ogni volta sembravano una scialuppa di salvataggio, rispetto ai pensieri negativi che la coglievano

-Ma...- lui le strinse leggermente la mano

-Torni con me- affermò per poi prendere il suo boccale e tornare al tavolo lasciandola completamente di sasso.

La serata proseguì e Alex rimase per lo più dietro al bancone, Mike si era accomodato in un tavolo con alcuni suoi amici, una volta che la situazione si era calmata e Liz era stata raggiunta da Mark con il quale stava mangiando qualcosa in cucina vista l'assenza di posti liberi e per non stare in mezzo a quella bolgia.

Era intenta a finire di sistemare alcuni bicchieri, parlottando con una coppia di ragazze che si erano sedute al bancone per bere, quando tutti nel locale sembrarono aumentare il vociare con una certa trepidazione e Alex, osservando il televisore appeso alla parete, lesse che mancassero appena pochi minuti a Capodanno; una delle due ragazze, Mary, rispose al telefono che aveva iniziato a squillare

-Ciao mamma!- la sentì dire –Sì! Hai fatto bene a chiamare adesso! Al pub! Certo! Salutami tutti e dai un bacio a papà! Stai tranquilla, ci vediamo domani! Auguri – detto questo le sorrise e entrambe la salutarono per andare ad assistere ai fuochi che si sarebbero tenuti in piazza, dove sarebbe stato acceso anche un falò molto alto che avrebbe bruciato tutta la notte in onore del Nuovo Anno.

Alex le salutò distrattamente, così come salutò molti altri clienti che si stavano avviando all'esterno per assistere allo spettacolo, prendendo i posti migliori.

Quella telefonata le aveva riportato davanti agli occhi, ciò che lei si era ostinata ad evitare di pensare in quei giorni. Era stata brava a tenere la mente occupata con la cucina, i piatti da fare, l'aiutare Liz, Mike, il matrimonio addirittura; ma ora, era bastata una semplice telefonata, una semplice parola a farla ripiombare in quel circolo vizioso.

Ed eccola lì, quella fitta che le scuoteva il cuore, eccola lì quell'angoscia che si affacciava ricordandole che lei non avrebbe potuto fare alcuna telefonata per sentire un suo parente, per poter sentire la voce della madre. Eccolo, il rimorso, farsi strada a macchia d'olio dentro di lei ricordandole che era sola, adesso.

Non poteva continuare a fingere che tutto sarebbe andato bene, che le cose si sarebbero in qualche modo sistemate, la realtà era che la madre era morta da qualche mese, lasciandola da sola, in balia di situazioni che la stavano travolgendo senza che lei fosse riuscita a prendere il timone della sua vita.

Guardò verso il tavolo di Jason, come per trovare quell'appiglio che l'avrebbe riportata a galla, ma lo trovò vuoto, la maggior parte dei clienti era andata fuori dove si sentivano voci e divertimento.

-Alex, vieni a vedere i fuochi!- Liz e Mark le fecero cenno di raggiungerli e lei sorrise facendo un cenno con il capo vedendoli uscire, ma ciò che fece, fu entrare in cucina sentendo le lacrime fuoriuscire come un fiume.

Cercò di calmarsi, iniziando a respirare, ma i singulti divennero più forti.

Prese un fazzoletto e si allontanò verso la porta sul retro.

Lei non aveva nulla per cui essere felice e festeggiare.

Sentì un forte botto che la fece tremare, in poco tempo il cielo si sarebbe trasformato in uno spettacolo pirotecnico accompagnato da grida di gioia della gente che salutava l'Anno vecchio per accogliere quello nuovo con entusiasmo.

Alex si portò una mano alla bocca e si piegò sulle ginocchia, non voleva cedere, ma c'erano delle volte in cui non riusciva a far finta di niente, a far credere che stesse bene.

Voleva riuscire ad essere più forte, voleva poter pensare alla madre con più maturità, ma ancora non era pronta e non ce la faceva a pensare a lei, senza sentire la pena attraversarle la carne per averla persa per sempre.

Quando la porta accanto a lei si aprì di colpo, Alex era ancora rannicchiata a terra e per lo spavento si tirò in piedi, non capì chi fosse per le tante lacrime che le stavano riempiendo gli occhi

-Alex- la voce di Jason la fece fremere, cercò di asciugarsi il volto dandogli le spalle, non voleva più farsi vedere debole ai suoi occhi

-Si, ora vengo- si sforzò di rispondere, ma lui le si avvicinò e la obbligò a girarsi

-Per favore, Jason, lasciami sola- disse a capo chino ma lui le prese il viso tra le mani facendole alzare la testa

-Alex- sussurrò mentre lei non riusciva a smettere di piangere, si morse un labbro cercando di trattenere un singulto

Il vociare era più acuto e un altro botto stava segnando l'arrivo della mezzanotte

-Mi dispiace per non aver capito - le parole di Jason la sorpresero –sono stato uno stupido a non rendermi conto di quanto una festa, per te, possa essere tutt'altro, in questo momento-

-Vorrei essere più forte- disse con voce strozzata –non vorrei ricordarla piangendo- e di nuovo un singulto la scosse.

Jason le teneva il viso con le mani e le sue dita le stavano asciugando il volto, le sorrise

-Non devi sforzarti, puoi essere forte anche se piangi- le disse –non è una debolezza piangere, è la voce del tuo cuore e va ascoltata- a quelle parole lei gli si buttò addosso nascondendo il volto nel suo petto per lasciarsi stringere forte

–Credo sia giusto e doveroso piangere, Alex- la strinse forte posando il mento sul suo capo 

–Fallo ogni volta che vuoi, perché questo ti consentirà, un giorno, di pensare ad Emma e di sorridere dolcemente, ti crogiolerai in quei ricordi che ti porterai dietro per sempre- 

Alex gli strinse le braccia dietro schiena sentendolo sospirare mentre la teneva stretta al suo petto e solo così, sentendo il suo respiro calmo, il suo profumo di tabacco e fumo, lei sembrò trovare di nuovo la calma; Jason, come ogni volta, era l'ossigeno che le consentiva di respirare di nuovo, la leva che gli permetteva di fare un salto in avanti e superare un altro ostacolo, un altro momento; quando si staccò gli sorrise grata, lui arricciò le sue labbra e con un dito le portò via un'ultima lacrima

-Ho una sorpresa per te- le disse prendendole una mano e avviandosi a passo svelto al pick-up

-Abbiamo pochissimi minuti!- le disse mettendo in moto e uscendo dal parcheggio sgommando

Alex sentiva il cuore battere forte per l'emozione mentre guardava la stradina che Jason stava percorrendo, risalire leggermente le morbide colline che circondavano quel piccolo paese. Non aveva idea di cosa avesse in mente Jason, ma nel giro di pochissimo, il pick-up si accostò lungo la strada, all'altezza di uno slargo con una piccola panchina poco distante, Jason spense il motore e la guardò

-Spero ti piaccia - le disse con un sorriso canzonatorio per poi aprire lo sportello, Alex con il cuore in gola fece lo stesso e scese, sentendo le gambe molli

-Vieni, Alex- lei lo raggiunse e lui di nuovo le strinse la mano nella sua, ampia e calda e, solo per quello, Alex sentì di aver avuto il più bel regalo che mai avesse potuto desiderare; la trascinò di qualche passo e lei si sorprese di sentire i primi botti, la mezzanotte era oramai alle porte e quando Jason si fermò e si girò a guardarla lei rimase immobile

-Buon Anno, Alex- davanti a lei si aprì l'oceano scuro che si mescolava con il nero della notte all'orizzonte; le onde si infrangevano sulla costa sottostante, ma la cosa che la lasciò senza fiato era la vista di Balwick a destra con i fuochi di artificio che svettavano in aria riflettendosi nelle acque con il bagliore del grande falò di cui si parlava da giorni e, sulla sinistra, poco distante, altri fuochi d'artificio della vicinissima frazione di Falmounth.

Il cielo in pochissimi istanti si illuminò di colori che andavano dall'oro al rosso, al blu al verde riflettendosi nelle acque e regalando uno spettacolo da lasciarla completamente senza parole.

Alex rimase ad occhi sgranati ad osservare il cielo e l'oceano colorati da quello spettacolo pirotecnico che rimbombava nell'aria

-Questo è il posto in cui vengo ogni anno da quando vivo qui- le disse lui

-E'meraviglioso- sorrideva non riuscendo a staccare gli occhi da quello spettacolo, pensando che fosse il più bel Capodanno di tutta la sua vita, nonostante fosse il primo senza la madre.

Ma in quel momento, la tristezza a quel pensiero, venne completamente dissolta dalla presenza di Jason, dai fuochi d'artificio, da quel paesaggio che mai si sarebbe aspettata di vedere e dall'amore che ormai aveva invaso ogni parte del suo essere e lo sentiva crescere ogni istante, senza che potesse fare nulla per fermarlo.

Non sapeva se davvero il piano di Francesca avesse davvero portato la parola fine al capitolo della famiglia della madre, ma era felice di avere la possibilità di affrontare tutto con Jason, perché solo con lui voleva e avrebbe potuto affrontarlo; forse era egoista, perchè poteva immaginare quello che avrebbe comportato per Jason e la sua ragazza, ma in quel momento decise di concentrarsi solo su una cosa: voleva provare ad essere felice, Jason glielo stava insegnando

-Alex- la voce di lui la riscosse dai suoi pensieri e si rese conto che i fuochi erano ormai terminati, se non qualche botto che risuonava nell'aria; lui la guardava intensamente e nonostante la notte, Alex poteva vedere quei due magneti che la osservavano brillare, rendendosi conto di come la sua mano fosse ancora intrecciata in quella di Jason

-Sei bellissima- le disse lasciandola completamente a bocca aperta; lui rise appena, portando una mano a spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio –non ho avuto modo di dirtelo prima e volevo farlo- aggiunse lasciandola stupita di quelle sue parole, Alex non riusciva a sottrarsi a quegli occhi

–Grazie, Jason- gli rispose imbarazzata -Grazie per tutto – e glielo avrebbe ripetuto in eterno se non fosse per la gola secca che in quel momento sentiva

Jason aveva visto come Alex avesse ancora gli occhi umidi, fresca di quel pianto appena fatto, ma ora gli sorrideva in quel modo che lo facevano davvero sentire una persona speciale, qualcuno a cui lei si fosse davvero legata; i suoi occhi, nei quali lui riusciva a rispecchiarsi in quel modo così limpido come mai avrebbe pensato di poter apparire agli occhi di qualcuno, lo lasciarono con un senso di pienezza che colmò ogni sua paura, ogni sua angoscia che fino quel momento si era portato addosso, permettendogli di vedere ciò che davvero in quel momento contava per lui: lei.

Ricambiò il sorriso che lei gli stava regalando e lentamente le si avvicinò al viso, vedendo come quel gesto le fece ampliare lo sguardo sorpreso; le si avvicinò a un soffio, con la mano a toccarle il viso; inclinò un po' il capo mentre lei era rimasta di sale, immobile per quel suo gesto inatteso

-Grazie a te, Alex- le sussurrò piano e depositò un piccolo bacio su quella pelle candida e fredda, proprio lì, sul quel lembo di pelle, tra la guancia e l'angolo dove iniziano a disegnarsi le labbra.

In quel piccolo spazio, lui posò quel bacio sfiorandone il contorno e saggiandone la morbidezza, capendo che non avrebbe mai vinto contro quei sentimenti. 

******

L'aveva osservata tutta la sera, nonostante i clienti, il lavoro e tutto il resto.

Ma i suoi occhi spesso l'avevano trovata e si erano posati sul suo viso che purtroppo non poteva vedere spesso, sul suo sorriso che tanto gli mancava, sui suoi occhi così intensi ed espressivi che gli avevano sempre dato l'idea che sapesse leggere dentro le persone.

Era bellissima, lo era sempre stata, sin da piccola.

Vederla entrare con Jason, gli aveva fatto provare un senso di smarrimento, non si aspettava che passasse il Capodanno lì, non l'aveva più fatto.

Era stato difficile far finta di niente, salutarla come nulla fosse, ma poi quel vuoto che si portava dietro, l'avevano costretto ad allontanarsi, a lasciare che Alex si occupasse di loro, lui non ne sarebbe stato capace, non avrebbe potuto.

I fuochi incendiarono il cielo, così come le fiamme dell'enorme fuoco acceso, la gente era rivolta con il volto a quello scenario così suggestivo, ma lui aveva occhi solo per lei: era il suo spettacolo.

Stava sorridendo accanto a quella sua vecchia amica e il compagno di lei, era tanto che non li vedeva, erano cambiati, ma Jane era sempre più bella.

Quando tutto finì molti rimasero fuori, mentre lui dovette abbandonare la figura di Jane per rientrare nel locale, sparecchiò velocemente alcuni tavoli e ricominciò a servire birre e altre bevande ai vari clienti che erano rientrati, ma quando rivide rientrare anche Jane, sentì di nuovo il cuore battergli nel petto in quel modo che pensava di aver dimenticato; la rivide prendere posto al suo tavolo con i suoi amici e in quel momento, vedendola cercare per il locale qualcuno, si rese conto che Jason era sparito.

Cercò anche lui tra la gente che stava ripopolando il pub, ma di lui neanche l'ombra, così entrò in cucina dove anche Liz era rientrata e stava sistemando le ultime cose prima di chiudere i fuochi

-Liz hai visto Jason?- le chiese

-A dire il vero è sparita anche Alex, non c'era a vedere i fuochi, l'avevo lasciata qui pensando che ci raggiungesse, ma non l'ha fatto- gli rispose un po' perplessa –Forse sono andati via- suggerì e questo colpì Mike come uno schiaffo. 

Aveva dimenticato che stesse con Jane? L'aveva lasciata così? Una profonda rabbia lo attraversò da capo a piedi

-Scusatemi- la voce di Jane invase la cucina e Mike, rimasto di spalle alla porta, sentendola, si immobilizzò

-Ciao Jane, auguri!- Liz le si avvicinò e si scambiarono un bacio sulla guancia sorridenti, solo allora Mike si obbligò a voltarsi, avvertendo una fitta nell'osservarla così da vicino, quanto era passato?

-Liz, che bello vederti!- rispose Jane alla moretta – Scusatemi se sono venuta qui dietro, ma volevo sapere se avevate visto Jason- a quella domanda, un'altra fitta, stavolta più dolorosa e intensa, colpì il cuore di Mike

-Purtroppo no- rispose prontamente Liz, forse accortasi del momento di smarrimento di Mike 

–ma non c'è neanche più Alex, forse l'ha riportata a casa, prima non si era sentita molto bene- spiegò e l'espressione di Jane si oscurò subito

-Capisco- rispose solamente per poi fare un leggero sospiro prima di tornare a sorridere

 –Allora vado a casa, ancora auguri e complimenti per la serata!- detto questo si voltò ed uscì da quella cucina che era diventata, per Mike, come un ascensore claustrofobico; Liz gli si avvicinò, ma lui non riusciva a guardarla negli occhi, rimasti lì dove la figura di Jane era sparita

-Mike, vai a parlarle- gli disse e lui si riscosse e la guardò come oltraggiato

-Liz, non rompere! Finisci di lavorare e fatti gli affari tuoi!- tuonò adirato e stava per tornare anche lui al bancone, ma Liz lo fermò per un braccio, i suoi occhi marroni dapprima furiosi per come lui le avesse parlato, improvvisamente si addolcirono lasciandolo un po' spaesato

-Mike, non fare come il tuo amico troglodita- gli disse con un sorriso dolce e fu come una doccia gelata- vai da Jane, parlale- e Mike sentì un fremito scorrergli in tutto il corpo

In quel momento dalla porta sul retro rientrarono Alex, rossa come un pomodoro e Jason sorridente; Mike quando lo vide, con due falcate gli fu addosso, sorprendendolo con un cazzotto in piena faccia che fece cadere a terra Jason e cacciare un urlo di paura sia ad Alex e Liz che subito cercarono di fermarlo.

  
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