Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
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Autore: TsukikageShawn    27/11/2019    1 recensioni
One shot partecipante alla Aliquid Novis Challenge indetta da Carachiel con il pacchetto telefono.
Yuma decide di passare la serata in un modo un po' insolito insieme alla sua amica Rio, chi lo avrebbe mai detto che sarebbero rimasti coinvolti in una rissa e soprattutto: cosa centra il "telefono" in tutto questo?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Rio, Yuma/Yuma
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Presenza di espressioni volgari. Nel testo ci sono alcune citazioni, chi le indovina vince un biscotto <3

 
Quella sera tutto era stato programmato nei minimi dettagli, nessuno sarebbe venuto a conoscenza del suo segreto. Infondo, che spiegazione avrebbe potuto dare alla sua famiglia, ai loro occhi cosa sarebbe sembrato?
Dopo aver cenato era corso in camera sua con la scusa di sistemare il deck perché avrebbe duellato la mattina seguente con il suo nuovo amico.
Il giovane si era chiuso a chiave nella stanza, raramente succedeva. La più recente è stata quella volta che gli si era strappato il pantalone della divisa e si intravedevano le sue mutande rosa, un piccolo incidente di lavaggio che aveva commesso la sorella.
L’ultimo compito rimastogli affinché il piano riuscisse era di convincere il suo migliore amico a restare nella chiave ed a non uscirne fino al giorno successivo, un’impresa ardua visto che lo spirito aveva già iniziato a chiedere spiegazioni.
«Non mi hai parlato di nessun duello, quando l’hai programmato e chi è questo tuo nuovo amico? Da quanto lo conosci? E se è un nostro nemico che cerca le carte numero?»
Dalla sua voce si capiva chiaramente che era preoccupato per Yuma, che in questo momento aveva la testa tra le nuvole.
“Cosa devo dirgli? Come posso convincerlo? Non voglio mentirgli, ma non voglio che sappia la verità!”
«Mi stai ascoltanto?» chiese lo spirito con una nota di ira nella voce, non sopportava essere ignorato.
“Cosa gli passa per la testa? Mi preoccupo per lui e non mi degna neanche di uno sguardo!”
Il ragazzo era seduto sul letto, nella tipica posa del pensatore. La sua stanza era stranamente in ordine e non aveva parlato di duelli per tutto il giono. Persino Tori si era preoccupata...

Per tutta la pausa pranzo Yuma non aveva proferito parola o cercato uno sfidante. Era lì, sdraiato sul tetto della scuola a guardare le nuvole con lo sguardo perso. Tori provò in tutti i modi a risvegliarlo dal mondo dei sogni ad occhi aperti, ma lui sembrava non sentire le sue parole tanto da far stancare la ragazza.
«Astral, è successo qualcosa? Non l’ho mai visto in questo stato, sono preoccupata.»
«Non te lo so dire. Quando vorrà, ci metterà al corrente della situazione. Per ora dobbiamo solo attendere.»

Yuma incrociò lo sguardo con quello di Astral, non poteva tenerlo allo scuro, anzi lui avrebbe capito e accettato la cosa, ne era sicuro.
«Astral c’è una cosa che devo dirti... Beh... Ecco... Insomma...»
Il ragazzo giocherellava con una ciocca di capelli, era in evidente imbarazzo e cercava di girare intorno alla questione che solo lui conosceva.
«Yuma lo sai che puoi dirmi tutto, cosa c’è che ti preoccupa?»
«Veramente...Mi piace vestirmi da donna e andare a ballare nei locali!» disse tutto d’un fiato.
La faccia di Astral divenne un misto di stupore e curiosità, doveva essere la prima volta che sentiva di un uomo vestito da donna.
«Tutto qui? Hai mentito a Kari perché non volevi che ne venisse a conoscenza, giusto?»
«Si...»
Il ragazzo, rosso in viso, si stese sul letto e  affondò la testa nel cuscino sotto lo sguardo dello spirito che di conseguenza si sedette al suo fianco.
«Non c’è niente di cui vergognarsi, solo perché è una cosa poco comune non significa che sia sbagliata. In questo anno che ho passato sulla Terra ho capito tante cose, mi hai insegnato molto Yuma ed una di queste è quella di non fermarsi alle apparenze e di accettare le persone così come sono... Come hai fatto tu con me.»
Yuma si mise a sedere accanto a lui sorridendo. «Per questa sera puoi restare nella chave fino a domani mattina? Mi sentirei in imbarazzo con te che mi guardi sculettare mentre ballo.»
«Se non ti dispiace, vorrei vederti mentre ti prepari. Sono curioso del risultato.»
Yuma saltò giù e cacciò una valigia da sotto al letto. La sistemò sulle lenzuola e prese alcuni vestiti.
«Qui tengo tutti i miei abiti, i trucchi e le parrucche. Ho scoperto che mi piaceva travestirmi da donna al pigiama party a casa di Fuya, era un obbligo.»
Il ragazzo indossò un vestitino rosso con le piume, delle calze a rete e degli stivali neri col tacco a spillo. Si truccò allo specchio e indossò una parrucca bionda.
Quando finì, si girò verso lo spirito e chiese un parere.
Astral lo guardò a bocca aperta, sembrava una donna a tutti gli effetti.
“Wow, se non lo sapessi, direi di certo che è una donna”
«Stai benissimo, non sembri tu. Dove hai imparato a fare tutto questo?»
«Me l’ha insegnato Rio, non è l’unica a saperlo. Usciamo insieme stasera, solo che lei si traveste da uomo.»
«Stai scherzando? Eppure è così femminile nei gesti e nel modo di parlare.»
«È una storia lunga...»

Yuma era stato invitato a casa di Fuya per un pigiama party, una serata tra uomini aveva detto. Arrivato nella sua villa lussuosa, situata in periferia, si recarono nella stanza da letto di Fuya.
Sapeva che ci sarebbero stati solo lui, Fuya, Three e Four. Ma appena varcata la soglia fu sorpreso di vedere Rio seduta tra le braccia di quest’ultimo. Tutte le volte che li aveva visti nello stesso posto litigavano sempre, invece ora andavano d’amore e d’accordo.
Si sedette sul tappeto di fianco a Three e prima che potesse chiedere spiegazioni Rio lo precedette.
«Immagino ti starai chiedendo cosa ci faccio qui. Prima di tutto nel gruppo uomini ci sono anche io e secondo la scimma dietro di me è il mio futuro marito.»
“ Scimmia? Marito? Sto sognando per caso?”
Yuma era più perplesso di prima e provò ad aprire bocca, ma fu interrotto da Three.
«Diciamo che Rio è più uomo di quanto sembri, non possiamo non invitarla. Presto te ne accorgerai» disse dandogli una gomitata affettuosa.
«Diciamo è dire poco, spera solo di non incontrare il camionista che è in lei!» rispose il padrone di casa abbracciando un peluche a forma di unicorno rosa.
«Ehi! Stai parlando della mia camionista, solo io posso chiamarla così, supereroe da quattro spicci!» intervenne Four che grugnì per poi scoppiare a ridere coinvolgendo anche gli altri.
«Ok, ma perché fingete di odiarvi se invece vi amate?»
«Perché quel cazzo di squalo con i capelli da polpo che cavalca una melanzana a due ruote è peggio di un incrocio tra una guardia carceraria e una suora di clausura e se gli dicessi che mi sono fidanzata con questa scimmia non credo che la prenderebbe bene, peggio per lui se si lamenta che lo scaravento in Egitto legato ad una pelliccia a fare da sella al cammello di Durbe!» rispose la ragazza per poi prendere fiato.
Il ragazzo nominato da Rio viaggiava intorno al mondo alla scoperta di antiche civilta e misteri con un gruppo di archeologi, si facevano chiamare La Lega degli Esploratori.
«Credo di aver capito, signor camionista! Ora, per favore, può far tornare Rio?»
Un’altra fragorosa risata si scatenò e i cinque ragazzi decisero di giocare ad obbligo o verità.
«Yuma conosci le regole?» domandò Three.
«Uno di noi chiede obbligo o verità al’altro e dopo la persona scelta fa la domanda, giusto?»
«Esatto, vedrai sarà divertente!» disse Fuya dandogli una pacca sulla spalla.
«Inizio io, inizio io! Fuya obbligo o verità?»
“Ora si che ci divertiamo” pensò Four che si era scambiato di posizione con Rio. Aveva la testa appoggiata al suo seno e la ragazza gli accarezzava i capelli.
«Verità, non ci penso proprio a fare qualcosa che scegli tu.»
«Perché hai invitato Yuma al pigiama party? Non ce lo hai detto.»
«Perché faccio quello che vogliooo, faccio quello che mi vaaa!»
Fuya iniziò a cantare più stonato che mai e Four approffittò della situazione per prenderlo in giro: «È arrivato il Rovazzi dei supereori scemi!»
«Ma hai qualche problema con i supereroi per caso?»
«No, solo quello che interpreti. Gli Avengers sono belli!»
«In effetti è un po’ scemo» concluse Fuya per poi chiedere: « Rio obbligo o verità?»
«Verità, avanti sputa il rospo.»
«Chi è più bello tra me e Three?»
La ragazza li osservò attentamente per poi rispondere: «Siete entrambi sexy, mai quanto la mia scimmia, ma se devo scegliere... Three è piu bello»
Fuya fece il finto offeso e affondò la faccia nell’unicorno rosa. Era così bravo a recitare che aveva convinto gli altri che ci era rimasto male a tal punto che Three iniziò a coccolarlo.
«Mi fai i grattini, amore?» disse baciando l’aria al rosa, che lo guardava con tenerezza.
«Ma certo, mio principe azzurro!» rispose Three continuando il gioco.
Yuma scoppiò a ridere coinvolgento anche i due piccioncini che avevano approfittato del momento per sbaciucchiarsi.
«Ora tocca a me, Yuma obbligo o verità?»
«Obbligo!»
“Che sarà mai, spero solo che non mi faccia baciare nessuno!”
La ragazza sorrise maliziosamente spaventando Yuma che iniziò a pentirsi della sua scelta.
«Cosa posso farti fare...Che ne dici di vestirti da donna?»
«Con quali vestiti, i tuoi?» chiese Yuma divertito non vedendone alti in giro.
Rio guardò Fuya che subito corse fuori la stanza tornando con un abito corto rosso che abbondava di piume.
«Questo l’ha indossato mia madre nel suo primo film, aveva più o meno la nostra età.»
Yuma lo prese e disse: «Come lo devo mettere?»
Rio lo trascinò in bagno e dopo una decina di minuti ritornò dagli altri soddisfatta.
«Signori, vi presento Miss Pavone!»
Il ragazzo uscì dal bagno sotto lo sguardo divertito dei ragazzi che applaudivano.
«Sei bellissima, Miss Pavone» urlò Four sbattendo le mani.
Rio lo guardò soddisfatta: «Non stai male, anzi ti calza a pennello!»
«Vorrai dire a piume! Posso tenerlo?» rispose divertito Yuma.
«Si, tanto a mia madre non va più.»
Ed è così che Yuma scoprì che gli piaceva vestirsi da donna...

«E Rio perchè si veste da uomo?» chiese Astral impaziente di saperlo.
«Ora ci arrivo, dove ero rimasto? Allora dopo che i ragazzi mi fecero i complimenti...»

Yuma si sedette al suo posto e disse:«Four obbligo o verità?»
«Obbligo, fatti sotto Miss Pavone!»
«Allora scambiati gli abiti con Rio!»
«Io cosa centro adesso?» intervenne la ragazza che non si aspettava di essere chiamata in causa.
«Mi sto vendicando, anche se non credo che a Four entrano i tuoi vestiti!»
«Ma io...» la ragazza venne interrotta da un Four che sprizzava allegria da tutti i pori, la prese in braccio e la portò in bagno.
«Non avere vergogna, ti ho gia visto nuda e ti ho anche...»
Il giovane venne interrotto da Rio rossa in viso che gli mise la mano davanti la bocca: «Sono cose personali!»
Dopo un po’ Four uscì in mutande con i vestiti di Rio in mano: «Non mi entrano!»
Rio, invece, era costretta a reggersi i pantaloni perché le andavano larghi: «Non sono male, Yuma ti va di uscire la prossima settimana? Tu ti vesti da donna e io da uomo, che ne dici?»
«Perché no, basta solo che la gente non mi riconosca, sarebbe troppo imbarazzante. Già mi immagino la faccia di Kari...»

«Da allora abbiamo iniziato ad uscire insieme, nei locali ci chiamano Mr Dark e Miss Pavone. Fino ad ora nessuno ci ha riconosciuto, ci divertiamo un mondo soprattutto quando ci provano con noi. Le facce che fanno i ragazzi quando si rendono conto che sono un maschio!» disse Yuma ridendo.
«Ora vai, non far aspettare Rio, ci vediamo domani.»
Astral entrò nella chave e Yuma la nascose nel vestito. Uscì dalla finestra e raggiunse Rio davanti alla discoteca.
Miss Pavone la riconobbe subito, Rio indossava una giacca di pelle, jeans e una t-shirt. Tutto nero con delle catene appese un po’ ovunque. Aveva una parrucca alla Elvis Presley e il piercing ad anello come i tori.
«Sei in ritardo, Miss.»
«Le donne si fanno aspettare, scusa ho dovuto convincere tu sai chi.»
«Ora entriamo, ho i posti riservati nell’aria VIP.»
Non era la prima volta che andavano in quella discoteca, infatti appena entrati tutti li acclamavano e facevano a gara per ballare con loro. Andarono a sedersi nell’aria VIP che si trovava al piano superiore, una specie di balcone che si affacciava alla pista da ballo, dove vi erano divanetti e tavolini con lo champagne di benvenuto. L’aria VIP era riservata appunto per i VIP della discoteca, quelle persone che non si smetteva mai di nominare. Il loro divanetto era situato vicino alla ringhiera e Mr. Dark iniziò ad adocchiare la folla.
«Potrei invitare a ballare quella rossa al bancone, che ne dici?» chiese Rio a Yuma che si era stravaccato sul divano a lanciare occhiate maliziose ad un giovane seduto più distante da lui. Si affacciò di fianco a Rio e disse: «È carina, io invece potrei invitare quel bel maschione con la cresta con cui stavo flirtando prima che mi interrompessi».
«Ok, dacci dentro con quel sedere.»
«Contaci.»
Yuma portò il giovane sulla pista da ballo sottostante e Rio andò al bancone ad adulare la ragazza.
Mentre ballavano, il ragazzo fece la prima mossa: «Come ti chiami Miss Pavone? Di certo non è il tuo vero nome.»
«Chiamami Miss al momento e tu invece?»
«Jack Kay, al tuo servizio.»
«Kay, sei parente del professor Kay dell’Heartland Academy?»
«Si, è mio padre, perché vai ancora a scuola?»
«Cosa? No, no è l’insegnante di mio fratello.»
«Non parliamo di mio padre adesso, ho voglia di ballare.»
I due giovani erano al centro della pista, tutti gli occhi erano puntati su di loro fino a quando Jack mise una mano sotto il vestito di Miss toccandogli il sedere. Yuma lanciò un urlo e diede uno schiaffo al ragazzo.
Rio, che nel frattempo aveva fatto amicizia con la rossa al bancone, corse subito al centro della pista per aiutare l’amico.
«Cosa sta succedendo?» chiese uno dei bodyguard a Yuma.
«MI HA MESSO LA MANO SOTTO AL VESTITO E MI HA TOCCATO IL SEDERE! BRUTTO PERVERTITO, ORA TI FACCIO VEDERE IO COME TRATTARE UNA DONNA!»
Il bodyguard fu costretto a bloccare il ragazzo per evitare una rissa ma Yuma era così arrabbiato e intenzionato a fargliela pagare a quel tipo che riuscì a liberarsi dalla presa e iniziò a colpire Jack.
«Miss, fermati!» urlò Rio cercando di fermare Yuma ma venne colpita sul naso da una gomitata accidentale che la fece sanguinare.
Il ragazzo mollò Jack e andò dall’amica che probabilmente si era fratturata il naso.
Subito arrivarono due ambulanze che la portarono lei e il giovane pervertito in ospedale.
Yuma aspettava nella sala d’attesa quando arrivò la rossa che stava parlando con Rio.
«Ciao, come sta Mr Dark?»
«Sta con i medici, come ti chiami?»
«Jessica, tu?»
«Yuma, e Dark si chiama Rio, immagino che hai capito che sono un maschio e lei una femmina.»
«Si, al locale è arrivata la polizia.»
«Cosa? Se la mia famiglia lo scopre sono fritto come le patatine!»
«Ho già pensato a questo, ho convinto Riky a non sporgere denuncia, nel frattempo tieni.»
«Riky è il proprietario della discoteca, giusto?»
Jessica annuì e diede a Yuma dei vestiti maschili indicandogli il bagno. Il ragazzo corse subito a cambiarsi e struccarsi e quando uscì vide un infermiera parlare con la rossa.
«Che succede?» domandò Yuma.
«La vostra amica sta meglio, avete i suoi documenti, dobbiamo avvertire un familiare.»
«Non si preoccupi, ci penso io. Possiamo vederla?»
«Certo, sta nella camera 297 al secondo piano.»
«Grazie mille.»
Jessica tirò Yuma nell’ascensore e corsero nella stanza indicata dall’infermiera.
Quando entrarono videro Rio stesa sul letto col naso fasciato e i suoi vestiti sul comodino, le avevano messo il camice che indossano i pazienti.
«Yuma chiama un suo parente e digli quello che è successo» disse Jessica mentre metteva i vestiti di Rio in una borsa con la parrucca e il piercing.
«Non provare a dire a quel deficiente che Mr Dark sono io se no ti mando in mutande a far compagnia ai pinguini al Polo Sud» disse la paziente con un filo di voce.
«Come ti senti, non ce l’hai con me, vero?»
«No, è stato un incidente. Di a Ryoga che ho fatto a botte con un pervertito, lui capirà.»
«Non ho il telefono, Jessica?»
«Batteria scarica, Rio?»
«Se non sbaglio c’è una cabina telefonica qui vicino.»
Yuma uscì dall’ospedale e si incamminò, trovarla sarebbe stata impresa ardua visto che l’anno scorso le avevano rimosse in gran parte. Svoltò in un vicolo stetto e solitario fino a quando gli si illuminarono gli occhi. Di fronte a lui c’era una cabina telefonica vecchia e malmessa, ma funzionante. E Dio solo poteva sapere quanto non voleva fare quella telefonata. Prese i pochi spicci che aveva dalla tasca e compose il numero di Shark, già immaginava la sgridata che gli avrebbe fatto per averlo chamato alle due di notte e per l’incidente di Rio.
Teneva la cornetta con la mano destra che tramava dalla paura, dopo un po’ si sentì una voce assonnata che proveniva dal telefono. «Pronto, chi cazzo è che chiama nel cuore della notte?»
«Ciao, sono Yuma, scusa se ti ho svegliato, ma è urgente.»
«Da dove stai chiamando?»
«Da una cabina telefonica, Rio è in ospedale, ha avuto un incidente.»
«Cosa? Come? E tu che centri?» rispose lo squalo arrabbiato.
«Non ti ha detto che uscivamo insieme?»
«Non sapevo neanche che fosse uscita, cosa è successo?»
«Ti aspetto di frone all’ospedale e ti spiego.»
«Arrivo subito.»
Yuma posò la cornetta e corse verso l’ospedale. Shark lo aspettava seduto sulla moto con le braccia conserte, quando lo vide desiderò non essere lì a spiegargli cosa era successo.
«Ciao.»
«Cosa diavolo è successo?»
«Io e Rio siamo usciti insieme e ha fatto a botte con un pervertito.»
«Ah... sempre la stessa storia. Lei sta bene?»
«Si, ha solo il naso fratturato.»
Yuma portò Shark dalla sorella che nel frattempo stava parlando con la sua nuova amica Jessica.
«Come ti senti?»
«Sto bene, non ti preoccupare. Lei è Jessica, lui è mio fratello Ryoga.»
“Quanto è sexy, la mia vagina sta andando a fuoco!” pensò la rossa che guardava il nuovo arrivato con uno sguardo malizioso.
«Vi lasciamo da soli, ci vediamo.» disse Yuma trascinando via Jessica che tra poco avrebbe iniziato a sbavare alla bellezza del suo amico.
Si salutarono e il ragazzo tornò a casa stanco, tanto che appena entrò dalla finestra si buttò sul letto e subito si addormentò.
Il mattino seguente Astral uscì presto dalla chiave e svolazzava nella stanza aspettando che Yuma si svegliasse.
“Quando si sveglia? Deve dirmi cosa è successo ieri sera, non ce la faccio più ad aspettare!”
Il ragazzo si svegliò verso le nove, si mise il pigiama e andò a fare colazione. Al telegiornale si parlava della rissa al locale che aveva coinvolto la famosa Miss Pavone.
«Chissà se posso intervistare Miss Pavone, quella giovane è conosciuta in tutta la città. Qual è il segreto del tuo successo Miss?» disse Kari guardando il televisore.
Yuma arrossì alle parole della sorella, non credeva che lui e Rio fossero così famosi.
Astral, invece, ascoltava attentamente quello che diceva il telegiornale. Non si aspettava che il suo amico fosse coinvolto in una rissa.
«Ehi Yuma, per caso conosci Miss Pavone?» chiese Kari al fratello con gli occhi luccicanti.
«Cosa? Perché dovrei conoscerla?»
Yuma si fece più bianco del latte che aveva nella tazza cercando di non far notare il suo evidente imbarazzo.
«È una teenager come te, forse frequenta la tua scuola o magari l’hai sfidata duello.»
«No, mi spiace, non la conosco. Vado a prepararmi, esco con i miei amici.»
«Vedi di tornare per pranzo, se no rimani a digiuno.»
Yuma corse in camera sua e si sedette dietro alla porta sospirando.
«Cosa è successo ieri sera? Non mi aspettavo di vederti al telegiornale.»
«Ecco, è una storia molto lunga.»
«Sono tutto orecchi.»
«Dopo che sei entrato nella chiave...»
Yuma raccontò tutto all’amico incurante che la sorella stesse origliando da dietro la porta, da molto tempo sospettava che il fratello fosse Miss Pavone ed ora ne aveva la conferma, era un ottima gionalista infondo. Alla fine del racconto andò via, mantenedo il segreto del fratello.
   
 
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