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Autore: Mave    27/11/2019    0 recensioni
Amy è intraprendente e testarda, Colin è riflessivo e in cerca di sé stesso, Ephram è ironico e arguto, Laynie è spigolosa e frizzante, Bright è esuberante ma profondo, Hanna è insicura e sognatrice.
Sei personalità diverse, sei amici, sei ragazzi che crescono ad Everwood...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Le storie d’amore all’High School durano il tempo di una canzone, di un bacio, di un mazzo di fiori che non fa in tempo ad avvizzire, di un appuntamento che non diventerà mai due…”

Wendell si esprimeva come un poeta critico, stupido dalla realtà che quotidianamente accadeva sotto i suoi occhi: desiderio e ormoni impazziti erano alla base di avventure romantiche appena sbocciate tra i corridoi o nella sala mensa del liceo di Everwood.

“Quest’anno ti sei iscritto al corso di poesia della signorina Hamilton?”

Lo prese in giro Ephram.

“Potrei diventare il più grande paroliere per canzoni deprimenti. Tu ti occuperesti dell’arrangiamento musicale, amico!”

Propose Wendell, come colto da una folgorazione improvvisa. Colin, seduto al tavolo a condividere il momento del pranzo insieme a loro, abbozzò un sorriso.

Dal tavolo accanto si era levato il cicaleccio allegro e spensierato delle cheerleader che avevano attorniato la nuova stella, nonché capitano dei Miners.

Colin distolse lo sguardo dalla scena concentrandosi su un’increspatura nel legno del tavolo. Benché non volesse ammetterlo a sé stesso, faceva male quel continuo confronto con il passato.

Lui, che ancora deteneva il record di tiri da tre punti, non avrebbe mai più giocato a basket e Bright si era diplomato il giugno scorso, lasciandolo da solo nell’anno più importante.

“Sai, è strano vedere l’ex golden boy seduto al tavolo dei perdenti insieme ad un nerd e ad un punk dai capelli viola!”

Wendell parve leggere nei suoi pensieri per poi uscirsene con quella battuta degna dell’incipit di una barzelletta scadente ma Ephram non fece in tempo a fulminarlo con lo sguardo perché fu più veloce la risposta pacata di Colin.

“Il nerd, il punk e il freak…Direi che siamo davvero un bel trio!”

Erano davvero un trio atipico ma si stavano scoprendo più uniti e affini di quanto si potesse mai sospettare.

“Bene ragazzi, starei qui a chiacchierare con voi per ore ma devo andare a prepararmi psicologicamente per il corso di chimica, nel quale annovero come mie compagne di classe due arpie della specie di Kyla e Paige!”

Wendell si congedò con un inchino tragicomico.


“Pensi andrà a fare un po' di yoga?”

Chiese dubbioso Colin.

“Nah. Probabilmente la sua più alta ispirazione sarà inserire nel suo lettore cd canzoni che istighino al suicidio!”

Ephram aveva fugato via ogni dubbio con una serietà tale che si era portati a credergli. Si accorse che l’amico continuava a scrutare verso l’élite degli studenti modello e sportivi acclamati.

“Ti manca essere dall’altra parte della barricata?”

Chiese a bruciapelo.

“Non che ricordi troppo. Mi manca soltanto il fatto che allora avessi una vita meno complicata!”

Non aggiunsero altro. C’erano dei momenti in cui Colin aveva bisogno dei suoi silenzi e gli amici sembravano capirlo e concederglieli.

Intanto al loro tavolo arrivavano frammenti di conversazioni: il più grande cruccio dei quindicenni per la giornata era chi invitare per far coppia al luau che avrebbe salutato la bella stagione l’indomani.

“Trovo così deprimenti almeno la metà delle tradizioni di Everwood che capisco da dove Wendell tragga ispirazione!”

Meditò Ephram, indugiando su un paio di ragazze che discutevano del colore del rossetto.

“Sono d’accordo!”

“Credo di averti già detto, una volta, che il tuo pessimismo mi rende quasi una persona ottimista!”

Colin sorrise.

“Allora, le feste ti deprimono perché non hai nessuna bella da invitare?”

Era un argomento spinoso e di certo non si aspettava di ritrovarsi a parlare di pene di cuore con il suo vecchio rivale in amore, tuttavia Colin aveva un atteggiamento così rilassato che Ephram non esitò prima di rivelargli cosa lo turbasse in realtà.

“No. Sai la sensazione di non sentirsi a casa? Sentirsi spaesati, disorientati, senza punti di riferimento o di orientamento?”

“Conosco fin troppo bene questa sensazione. Ho cercato di riavere la mia vita indietro ma alcune cose sono cambiate per sempre. Guardami: sono ancora al liceo a mettercela tutta per riuscire a diplomarmi!”

Solo l’anima sensibile di un musicista era capace di leggere tra le righe una richiesta d’aiuto.

“Hai ancora delle difficoltà a memorizzare, vero?”

L’indifeso ed indefesso Hart non negò.

“Che ne dici, dopo scuola, di venire da me per studiare insieme storia? Potremmo coalizzare le nostre forze e trasformare le nostre C in due belle B”

“Senza offesa Ephram ma non voglio avanzi di pizza fredda come premio per i nostri sforzi. Che ne dici, piuttosto, se andiamo a studiare a casa mia? Ti assicuro che abbiamo sempre la biscottiera rifornita di leccornie!”


I ragazzi erano nel pieno del ripasso delle tappe fondamentali della guerra di secessione e si erano soffermati sul generale Custer e i Sioux ma, da qualche minuto, Colin era distratto e giochicchiava con la penna.

“Sei stanco? Facciamo una pausa?”

Il padrone di casa sembrò concentrato in pensieri tutti suoi, infatti fissò serio Ephram.

“Posso farti una domanda?”

L’ospite fece un cenno affermativo ma non si aspettava certo che Colin andasse dritto al sodo, buttando lì a bruciapelo quell’unica minaccia che poteva ancora minare la loro amicizia appena ricostruita.

“Tieni ancora ad Amy?”

Entrambi erano decisi a mettere le cose in chiaro, una volta per tutte, parlandosi con estrema franchezza.

“Terrò sempre a lei. È stata la prima amica che ho trovato qui ad Everwood ed è una ragazza molto leale. Basta vedere come ti è rimasta sempre fedele.”

Colin sorrise, sentendosi incredibilmente fortunato.

“Si, lei è speciale. Non si è mai arresa, nemmeno quando stavo per farlo io.”

“Sei geloso della nostra amicizia?”

“No. Riprendiamo a studiare.”


Per i ragazzi fu un’altra mezzoretta di full immersion nei libri, prima di concedersi l’agognata pausa snack. Colin propose di andare a svaligiare la cucina facendo rifornimento di bibite e biscotti e rifiutò l’aiuto di Ephram, perché si intestardiva a voler fare da solo.

All’altro non restò che attendere in salotto, guardandosi furtivamente attorno.

Una foto del giorno del matrimonio con due giovani signori Hart, qualche immagine di Colin e Laynie da bambini: era strano scavare nel passato di persone ormai legate a doppio filo alla sua storia.

“Ephram Brown, così alla fine ti sei fatto fregare e sei rimasto bloccato in questa trappola per topi di nome Everwood!”

Era impossibile non riconoscere il sarcasmo in quella voce allegra.

“Laynie Hart! La mia vecchia ragazza di un tempo!”

“Tre intensi giorni di fidanzamento. Sei stato la peggior storia che abbia mai avuto!”

Era buffo il suo atteggiamento da donna vissuta benché avesse appena diciassette anni. Ma forse aveva vissuto esperienze che l’avevano fatta crescere troppo in fretta.

Per Ephram era piacevole la sua compagnia e non voleva che andasse via, perciò buttò lì la prima domanda che gli venne in mente.

“Quanto resterai ad Everwood?”

Lei si strinse nelle spalle.

“Il tempo di deprimermi e poi scapperò di nuovo!”

“Perché non vieni al luau domani sera? Ci saranno tante di quelle persone felici che ti intristirai molto in fretta!”

“Mi stai invitando ad un appuntamento?”

Ephram ci cadde con tutte e due le scarpe.

“È una sfida a me stesso. Vediamo se riesco a darti una buona ragione per restare!”

   
 
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