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Autore: _Lightning_    28/11/2019    7 recensioni
Stava giusto per esordire con un poderoso “buongiorno” mezzo soffocato da uno sbadiglio, quando sia Pepper, che si girava in quel momento con un piatto ricolmo di pancakes, che Morgan, seduta sgambettante sul suo seggiolone, trattennero rumorosamente il fiato nel vederlo.
«...buongiorno?» Tony corresse l'intento iniziale, moderando la voce e corrugando le sopracciglia nel vedere le loro espressioni allibite.
Pepper sembrava una statua di sale. Morgan seguiva i suoi movimenti con occhi enormi, intenti e confusi. Tony sospirò sonoramente.

[post-Infinity War // pre-Endgame // Fluff // Pepperony&Morgan]
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morgan Stark, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Troppo poco “Tony Stark”
 


Tony scese le scale di buon passo, venendo accolto al piano di sotto dal profumo del caffè e di un brunch coi controfiocchi, esattamente ciò che gli serviva per cominciare in quarta la domenica mattina.

Stava giusto per esordire con un poderoso “buongiorno” mezzo soffocato da uno sbadiglio, quando sia Pepper, che si girava in quel momento con un piatto ricolmo di pancakes, che Morgan, seduta sgambettante sul suo seggiolone, trattennero rumorosamente il fiato nel vederlo.

«...buongiorno?» Tony corresse l'intento iniziale, moderando la voce e corrugando le sopracciglia nel vedere le loro espressioni allibite.

Pepper in particolare sembrava a un passo dal far precipitare il piatto forte del brunch sul pavimento, così Tony si affrettò ad avvicinarsi, prenderglielo dalle mani e posarlo sul tavolo, facendo inclinare pericolosamente l'ordinata pila di pancakes dorati e sfiorando comunque la catastrofe.

Pepper sembrava una statua di sale. Morgan seguiva i suoi movimenti con occhi enormi, intenti e confusi. Tony sospirò sonoramente.

«Fingerò di non sapere il perché siate sconvolte; sappiate solo che lo trovo assolutamente ridicolo e...»

«Dove diavolo è finito il tuo pizzetto?» riuscì a formulare infine Pepper, additando il suo volto rasato di fresco.

Tony roteò gli occhi al cielo, puntando poi i palmi tesi verso il proprio mento in una dimostrazione eloquente.

«Andato.»

«Per sempre?»

«Per il momento; a noi uomini la barba ricresce, di solito.»

«Nel senso... come... cosa... non era mai successo che...»

«Errore! Inverno 2004: l'incidente col flambé. Da brividi.»

«Intendevo: non era mai successo volontariamente,» rettificò Pepper, recuperando infine la sua compostezza e piantandosi un pugno sul fianco, un'aria ancora esterrefatta in volto.

Morgan seguiva il loro scambio con profonda concentrazione, come fosse una partita di tennis particolarmente serrata. Tony le fissò a sua volta, in modo molto simile.

«Non mi sembra una tragedia,» constatò infine, spaesato. «È la mia faccia, è la mia barba, me ne occupo personalmente... qual è il probl–»

«Non è un problema, è solo... inaspettato,» si affrettò a dire Pepper, sedendosi al proprio posto e prendendogli la mano per convincerlo a fare altrettanto. «Non hai fatto danni mentre
armeggiavi, vero?» chiese poi, scrutandolo severamente alla probabile ricerca di tagli e bruciature sul suo volto.

«Certo che no,» replicò lui, un po' offeso. «Cercavo solo un... un cambio di look. Insomma, i padri di famiglia si fanno crescere la barba quando, appunto, mettono su famiglia – funziona così, giusto?» s’interruppe però, aggrottando la fronte.

«Non esattamente…»

«Fa nulla, segui la logica,» continuò lui con un gesto agitato della mano, e Pepper sollevò gli occhi al cielo, poggiando il mento sul palmo in attento e rassegnato ascolto. «Insomma, quando si cambia… uh, vita, ci vuole un cambiamento radicale anche nell’aspetto, e questo… beh, mi sembra abbastanza radicale, no?» concluse, passando una mano davanti al proprio volto con un gesto un po’ melodrammatico.

Pepper stava palesemente cercando di non scoppiargli a ridere in faccia, ma apprezzò il fatto che si stesse almeno trattenendo. Tony si schiarì appena la voce, occhieggiando in modo non troppo celato la montagna di pancake, come a chiedere il permesso di lasciar cadere quel tedioso argomento per arrivare al dunque, ma Pepper sembrava ancora intenta a scannerizzargli la faccia.

«Per inciso, avevo preso in considerazione l'idea di lasciare solo i baffi, per un attimo, ma...»

«Grazie a Dio non l'hai fatto.»

«... mi sembrava di vedere Howard II allo specc– ehi! Mi stavano benissimo!» protestò, rompendo gli indugi e cacciandosi per intero un pancake arrotolato in bocca, per poi mettere il broncio nel vedere il sorrisetto mal camuffato di Pepper. «Insomma, che ne pensi, shock a parte?» chiese poi, bofonchiando attorno al boccone giusto per infastidirla.

Lei lo fulminò, mentre Morgan, contrariamente a quanto si aspettavano entrambi, non prese a imitarlo cercando di riempirsi la bocca, parlare e ridere al contempo combinando un Vietnam attorno e addosso a sé. Se ne stava, pareva, a braccia rigidamente conserte sul seggiolone, con quel cipiglio perplesso e quasi contrariato che ancora non abbandonava il suo volto paffuto. Fissava lui, senz'ombra di dubbio, e la sua era un'aria di sospettoso rimprovero.

«Secondo me, dovresti chiederlo prima a lei,» gli suggerì Pepper, sempre con quell'ombra di risata sulle labbra mentre si serviva una dose illegale di sciroppo d'acero sulla propria porzione di dolci.

Tony le rivolse un'occhiata di sfida, alzando tronfio le sopracciglia – quando mai Morgan non era stata dalla sua parte? – e si sporse così verso il capotavola, mettendo il viso di fronte a quello della figlia. Lei gonfiò subito le guance in risposta, rendendole paonazze, come se si stesse concentrando intensamente.

«Allora, scimmietta? Come sta papà?» le chiese, con un sorrisetto un po' vanitoso e una mano che si strofinava il mento liscio a sottolineare ulteriormente quella differenza lampante.

Morgan strinse gli occhi, accartocciò la faccia e proferì il suo verdetto, dall'alto dei suoi venerandi sei mesi e mezzo: scrollò con forza il capo, batté i palmi sul seggiolone e balbettò a raffica qualcosa che alle sue orecchie somigliò terribilmente a un “no-no-no”.

A Tony cadde la mascella e la fissò incredulo, accorgendosi solo ora che nei suoi occhi scuri luccicavano inequivocabilmente delle lacrime: dense, enormi e pronte a strabordare.

«Okay, okay, no no no, non c'è nulla da piangere, nossignore, proprio nulla, niente allarmi rossi, niente di niente...» tartagliò Tony, nel panico, come sempre quando scorgeva le prime avvisaglie dei suoi pianti irrefrenabili da sirena antiaereo. «Guarda!» esclamò poi, afferrando un cucchiaino di marmellata e facendolo volteggiare di fronte al suo volto sempre più rosso. «Guarda il Quinjet che atterra nell'hangar!» tentò, un po’ stridulo, e il cucchiaino che cozzava inutilmente contro le sue labbra serrate fu il segnale per aprire i boccaporti e scatenare l'inferno.

Morgan scoppiò in lacrime disperata, scostandosi da lui e mandando all’aria il cucchiaino e il suo contenuto, che si piantò prevedibilmente sulla sua maglietta; Pepper fu svelta a sollevare la bimba dal seggiolone per prenderla in braccio, cullandola per placarla.

Ci vollero quasi dieci minuti per convincerla che Tony era davvero Tony e non un impostore spacciato per suo papà, e per tutto il tempo Pepper sembrava indecisa tra lo scoppiare a ridere, il prenderlo apertamente in giro e il fulminarlo per quella sua trovata domenicale dai risvolti tragicomici.

«Sto davvero così male?» chiese lui dopo colazione, abbattuto sul divano e fissando Pepper coi suoi migliori occhi da cane bastonato.

Lei si morse il labbro, colta in fallo, e batté le ciglia con quel fare un po’ ipnotizzante che le faceva sempre guadagnare un paio di secondi extra per rispondere.

«No, anzi,» disse però, apparentemente sincera.

Protese le dita e gli accarezzò con dedizione la linea della mandibola, arrivando fino alla fossetta sul mento, e passò un pollice sul suo labbro superiore spoglio, come ponderando quel cambiamento con occhi e tatto al contempo.

«Ma sei troppo poco Tony Stark, per i miei gusti... e anche per i suoi,» concluse con semplicità, accennando a Morgan che ora giocava tranquilla nel suo box e lasciandogli poi un bacio sulle labbra.

«Va bene, mi arrendo... me lo faccio ricrescere,» sospirò Tony, sfregandosi il mento e concordando che in effetti era strano trovarlo glabro e privo d'attrito.

Un versetto squillante e ilare dal box di Morgan sembrò approvare appieno quelle parole, suscitando la risata di Pepper. Tony alzò le mani in segno di resa, sporgendosi poi nel box e rimediandosi a mo' di benedizione due manine bavose e un bacio umidiccio sulle guance ben rasate.



 

Note dell'Autrice:

Viste le dosi indigeste di angst in cui sto sguazzando allegramente, stile bimbino nella sua piscinetta, ogni tanto devo lanciare una bomba atomica fluff sul fandom, giusto per equilibrare :')
Godetevi quindi un qualcosa che ho in mente da secoli e secoli e che la carissima, bravissima levissima _Atlas_ mi ha dato l'incentivo a scrivere, e infatti gliela (ri)dedico con tutto il cuore <3
Spero che abbiate apprezzato e che non siate andati in iperglicemia... in quel caso, ogni commento è gradito :D
Alla prossima,

-Light-


 
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©_Lightning_

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