Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Tenue    28/11/2019    1 recensioni
[Au-Everyone lives/nobody dies] [GioNara]
Narancia entra in cucina per rubare dei biscotti, ma trova invece Giorno che sembra essere giù di morale, perciò cerca di essergli d'aiuto.
Alla fine Narancia sembra capire Giorno molto più di quanto lui si aspetti.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Giorno Giovanna, Narancia Ghirga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I don’t really know what I’m doing
But I’m doing it anyway
 _____
 
Narancia non era esattamente la persona più sveglia della squadra, eppure mentre scivolava silenziosamente in cucina per rubare dei biscotti, augurandosi vivamente che Bucciarati non lo vedesse, non potè fare a meno di notare che c’era qualcosa che non andava. In cucina Giorno si stava preparando un tè, composto e apparente tranquillo come al solito, ma Narancia percepì una strana aura di tristezza attorno a lui mentre con movimenti estremamente lenti, quasi pigri, spegneva il fornello e toglieva il pentolino con l’acqua bollente dal fuoco.
-Hey Giogio.- lo salutò, mentre il ragazzo sussultò, non aspettandosi di avere qualcuno dietro di lui.
-Ah, Narancia, – Si girò forzando un sorriso –non ti avevo sentito entrare.-
Narancia scrutò per un attimo il suo viso, per poi voltarsi e sporgersi verso il barattolo di biscotti tenuto sulla mensola più alta, facendolo quasi cadere pur di afferrarlo. Ne prese un paio e alzandosi in punta di piedi rimise il barattolo a posto tranquillamente, potendo contare sul fatto che Giorno non avrebbe detto nulla. Ne morse uno e poi guardò il compagno di squadra che nel frattempo si era versato l’acqua bollente nella tazza mettendosi poi a cercare una bustina.
-È tutto okay?-
Giorno si sorprese di quella domanda. –Certo.- rispose in automatico senza guardarlo in viso, poi afferrò la bustina di un tè particolarmente dolce e la immerse. Mentre muoveva lentamente la bustina su e giù tingendo piano l’acqua di un colore ambrato non poté fare a meno di irrigidirsi sentendo gli occhi violacei di Narancia su di lui.
Narancia di solito non faceva caso ad un sacco di cose ma di recente aveva scoperto, con una certa soddisfazione, di essere bravo nel decifrare i quasi impercettibili cambiamenti di umore di Giorno, nonostante lui si ritenesse piuttosto bravo nel non lasciare trasparire le sue emozioni; era abituato a risultare tranquillo e pacato in ogni situazione.
Giorno deglutì e per risultare un po’ più convincente guardò il ragazzo negli occhi –Sto bene, davvero. Forse sono un po’ stanco.- aggiunse, ma Narancia continuava a non sembrare per nulla convinto e a quel punto Giorno non capiva nemmeno cosa stesse sbagliando. Non voleva fare preoccupare il suo compagno di squadra, ma era conscio di non stare affatto bene ed evidentemente il suo sguardo o i suoi gesti lo lasciavano trasparire.
Si strinse nelle spalle, poggiando la tazza sul ripiano in marmo della cucina e sentendo per un attimo la mente annebbiarsi.
Gli era successa la stessa identica cosa quindici minuti prima, nella sua testa erano cominciate a comparire vecchie voci, ricordi sbiaditi che era convinto di aver sepolto da tempo in qualche remoto angolo della sua mente, che ora stavano tornando tutti in un colpo solo a distrarlo dal suo dovere.
Di norma non gli avrebbero nemmeno dato fastidio, per lui sarebbe bastato ignorarle come faceva con le altre preoccupazioni che sorgevano durante una sua normale giornata lavorativa. Quel giorno sembrava solo più complicato del solito, i pensieri, i ricordi, si affollavano nella sua testa, la vista gli si offuscava e d’un tratto si dimenticava come si facesse a gestire la preoccupazione.
Giorno non sapeva che fare, ma sparì tutto in un colpo quando sentì delle braccia stringerlo e il corpo del compagno di squadra premuto contro al suo. Si irrigidì un po’ a quel contatto, ma non perché gli dispiacesse; al contrario, il corpo di Narancia era tremendamente caldo, e forse era più una sensazione che un dato di fatto; il più basso aveva la guancia premuta contro alla sua clavicola e i capelli corvini, contenuti più o meno dalla fascia arancione, gli solleticavano il mento e in un attimo in tutto il suo corpo Giorno sentì diffondersi una sensazione di sollievo immeditato, come se non ricordasse nemmeno a cosa stesse succedendo prima di sentire Narancia stringerlo a sé.
-Che fai?- chiese confuso Giorno, sentendosi subito un po’ stupido per quella domanda.
Narancia però sorrise e strusciò impercettibilmente la guancia contro la sua pelle, facendo sentire a Giorno un brivido lungo la colonna vertebrale -Quando sono giù Bucciarati mi abbraccia. E se sto tanto male lo fanno anche gli altri.- socchiuse gli occhi, ma continuò a guardare un punto indefinito tra le pieghe della maglietta di Giorno –Se ti senti a disagio mi levo, eh. Però con me funziona sempre. Mi calmo tipo subito.- Poi ridacchiò piano –anche quando lo fa Abbacchio. Abbacchio da gli abbracci migliori.-
A quella frase anche Giorno sbuffò una risata e piano alzò le braccia, circondando esitante il corpo di Narancia e poggiando la guancia sulla sua testa, riconoscendo nel profumo dei capelli di Narancia un odore incredibilmente familiare, di limoni e un qualche tipo di fiore che non ricordava.
-Non sono molto abituato a questo genere di cose.- commentò dopo un po’.
-Sì, me ne ero accorto.- rispose Narancia sincero e Giorno rise di nuovo.
-Grazie.-
-Nulla.- Narancia sciolse l’abbraccio e Giorno sentì quasi freddo per la mancanza di contatto. Il ragazzo più basso si stiracchiò –Vieni a vedere la tv con me e Mista? Magari ti distrai un po’- chiese, facendo per avvicinarsi alla porta per poi bloccarsi e girarsi di nuovo verso Giorno con aria pensierosa -No, aspetta. Non è che preferisci sfogarti, forse? Sai, tipo tirare fuori la cosa ti fa stare male così poi te la sei levata?-
Giorno si strinse nelle spalle arrossendo un po’-Non era nulla di che. Brutti ricordi che mi hanno messo un po’ di tristezza addosso.-
-Mmh …-
Di fronte allo sguardo di Narancia, Giorno si rese conto che era davvero inutile continuare ad aggirare la verità. Odiava davvero  mettere a nudo le sue debolezze e di norma lo evitava a qualunque costo, anche se con i suoi compagni di squadra lo faceva più perché non voleva farli preoccupare per lui; in quel momento però Narancia lo guardava come che aspettasse solo un altro pretesto per fiondarsi addosso a lui ad abbracciarlo di nuovo e rassicurarlo.
–Solo…- cominciò a bassa voce -sai, a volte mi tornano in mente i ricordi di quando ero piccolo. Mia madre non c’era quasi mai e io ricordo solo che non riuscivo a smettere di guardarmi sempre intorno, controllando che non ci fosse nulla. Quello che ha sposato poi mia madre… non lo sopportava, gli dava semplicemente fastidio che io lo fissassi. Ma non potevo farci nulla, non facevo niente e… guardavo. Solo… a volte mi tornano in mente alcuni particolari su quell’uomo e…sugli altri ragazzi a cui non piacevo, ecco.-
Giorno si portò distrattamente una mano alla bocca –Non mi capita mai, davvero, i ricordi non mi influenzano mai fino a questo punto. Anzi, non hanno alcun effetto di solito. Oggi è solo… diverso. Non sono stato abbastanza bravo a lasciare da parte queste cose come al solito, tutto qui. Forse è questa la cosa che più mi lascia perplesso alla fine…-
Narancia non si era irrigidito alle sue parole, alla fine conosceva bene la situazione del passato di Giorno, invece gli si era avvicinato di nuovo senza accorgersene. –A volte succede… che falliamo ad essere noi stessi. Tu sei sempre così calmo… ma anche se per una volta ti dimentichi di esserlo non succede niente.- Narancia si guardò intorno stringendosi nelle spalle, non esattamente sicuro di dove lui stesso volesse andare a parare. Le parole gli venivano fuori da sole e sperava solamente che potessero essere confortanti per l’altro. –A volte cambiamo atteggiamento così, a caso, per un po’. E non sappiamo cosa siamo facendo però sentiamo di farlo e basta. Non dobbiamo per forza essere sempre… sai, quello che pensiamo di essere.-
Giorno lo guardava piuttosto impressionato, quasi sconcertato che Narancia sapesse articolare frasi così complesse. Merito di Fugo probabilmente, e di tutti i libri che ultimamente gli leggeva. Il moro si accorse dell’espressione di Giorno e arrossì all’improvviso, dimenticandosi di tutto quello che aveva appena detto e non sapendo più come riprendere il discorso.-Sì, ecco… quindi…- Per lui non era affatto giusto che Giorno lo guardasse così, coi capelli chiari sciolti sulle spalle e leggermente arricciati, il corpo esile poggiato al bancone della cucina e gli occhi verdi puntati su di lui. Gli faceva perdere il filo.
Si schiarì la gola e si concentrò -Alla fine capita, ecco. Sembrare un'altra persona anche a noi stessi. Però è okay, questo volevo dire.-
Giorno sorrise, sentendosi tranquillizzato. A lui comunque, Narancia pareva sempre lo stesso, per lui era improbabile che potesse mostrare una qualche sfaccettatura che non conosceva. Era sempre rimasto un ragazzo un po’ infantile e nonostante la sua effettiva forza e pericolosità sembrava sempre mantenere quell’aura di innocenza tipica dei bambini.
Giorno aveva sempre sentito qualcosa nei suoi confronti, probabilmente dal primo giorno che lo aveva visto, e gli era sempre sembrato di sentire un’ inevitabile attrazione nei suoi confronti, quasi come se, anche senza volerlo, si avvicinasse sempre di più a lui senza neanche accorgersene.
Narancia gli piaceva davvero, ma forse era proprio la sua purezza che gli faceva dubitare del fatto che avvicinarsi a lui in quel modo fosse una buona idea. Giorno non voleva rovinare il rapporto di affetto che si era creato tra loro e forse poteva accontentarsi di quello. Gli era capitato di avere quel genere di pensieri quando si trattava di lui, ma ogni sua intenzione spariva non appena si ritrovava davanti all’indole infantile del ragazzo e lasciava stare.
In fondo Narancia s’imbarazzava anche quando vedeva due persone baciarsi in televisione.
Giorno sospirò reprimendo ancora una volta il forte desiderio che sentiva nei confronti del compagno, ma solo pochi secondi dopo dovette ricredersi su tutto; Narancia si era riavvicinato e contro ogni aspettativa si era alzato in punta di piedi e dopo aver indugiato un attimo, indeciso su dove poggiare le labbra, se sulla guancia o sulle labbra, gli aveva lasciato un veloce bacio sull’angolo della bocca. Era stata questione di un attimo, un battito di ciglia e aveva sentito le labbra di Narancia sfiorare le sue per poi allontanarsi con altrettanta velocità.
-Sì, insomma...- mormorò Narancia –A volte capita di agire a caso, senza avere la più pallida idea di cosa si stia facendo.- Disse, per poi sgattaiolare fuori dalla cucina con il viso in fiamme lasciando Giorno basito e con un’isolita, assolutamente insolita, voglia di gridare di gioia.
 
  
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