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Autore: JeanGenie    30/11/2019    5 recensioni
[Post - TLJ]
"Ci affronteremo là, dove la Luce e l'Oscurità si incontrano"
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Chewbacca, Finn, Kylo Ren, Poe Dameron, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lindòrea'
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Epilogo


Funny how the pages turn and hold us in between
A misty castle awaits for you
And you shall be a Queen 
Today the cloud, it hangs over us and all is grey
But some day, one day...
When I was you and you were me and we were very young
Together took us nearly there, the rest may not be sung
So still the cloud it hangs over us and we're alone
But some day one day...
We'll come home

(Queen – Some day, one day)

“Allora? Da che parte intendi cominciare?”


Valentia non è esattamente un piccolo villaggio e le informazioni di Finn sono piuttosto generiche. Una donna con una spada laser, vestita di grigio, che fa strani discorsi e parla della Forza a bambini dei quartieri bassi. Una donna e un uomo con una spada laser ciascuno, per la precisione. E un codazzo di ragazzini. Qualcuno dice che tornano ogni anno. Altri che si tratta solo di chiacchiere e nessuno li ha mai visti davvero. Di storie sui Jedi ce ne sono sempre state. Ma Finn continua a sperare che almeno una di quelle voci sia vera.

L’aria rarefatta le dà alla testa e la rende lievemente euforica. La vista, da lassù, è meravigliosa. Anche se torneranno a casa a mani vuote, Rose intende godersi ogni momento passato su Jelucan. Il pianeta, dopo la sconfitta del Primo Ordine, ha mantenuto la propria indipendenza ma resta un crocevia commerciale importante. Forse, fra qualche anno, i suoi abitanti cambieranno idea e si uniranno alla Repubblica, ma Rose, al momento, preferisce non pensarci. Sono pochi i momenti che riesce a trascorrere con Finn e non intende rovinarli con elucubrazioni troppo serie. 


“È stata vista in questo quartiere.” Finn si guarda intorno in modo frenetico come se si aspettasse davvero di vedere l’ultima Jedi sbucare da dietro un angolo. Rose ha intenzione di assecondarlo. A differenza di Poe e di molti altri, lei crede fortemente che Rey sia viva. Solo che, a differenza di Finn, lei è certa che non abbia nessuna intenzione di farsi trovare. 


Rey è stata un’amica, una persona speciale, qualcuno di cui si fidava e che ammirava profondamente. Ma Rose ha sempre visto qualcosa in lei che la rendeva diversa da tutti gli altri. Non si trattava solo dei suoi straordinari poteri. Rey, tra loro, era solo di passaggio. Gli occhi di Rey guardavano oltre, tesi verso un destino a loro incomprensibile. Rose è certa che, ovunque si trovi ora, abbia raggiunto il proprio posto nel mondo.


Ma dubita che Finn riuscirà mai a capirlo. Su una cosa Rose concorda con lui. Rey era presente durante l’ultima battaglia. Qualcuno ha visto il Millennium Falcon volare nei cieli di Garel. E poi è apparso quello spaventoso Star Destroyer che si è dimostrato un alleato imprevisto. Ma non è quello il motivo per cui nessuno ama parlare della battaglia di Garel. Sono trascorsi cinque anni e nessuno ha ancora compreso cosa sia successo in realtà. Poe è convinto che si sia trattato di un attacco di hacker ai sistemi del Primo Ordine. È la spiegazione più plausibile e Rose si è sempre considerata un tipo pragmatico. È un ingegnere, non un cavaliere mistico dalla spada luminosa.


Eppure…


Eppure lei è certa che sia stata Rey ad aiutarli, per poi scomparire di nuovo. A volte Rose la reputa un’egoista. Non le ci vorrebbe molto a lasciare un messaggio, in qualunque forma, per rassicurare Finn e dirgli che sta bene e che non deve preoccuparsi per lei. Anche se non è certa che questo convincerebbe Finn a rinunciare a cercarla.


“Intanto ordino da bere. Tu continua pure a guardarti intorno.”


Ha intenzione di visitare Valentia. Di certo non resterà in quel vicolo tutto il giorno sperando che Rey si faccia viva. Rose lascia il tavolo all’aperto e entra nel bar decisa a togliersi l’appetito che l’aria di montagna le ha messo addosso. Ordinerà anche per Finn. Non può nutrirsi unicamente di struggimento e sospiri. 


Ma fa solo due passi prima di vedere la figura in grigio seduta a un tavolo e intenta a vergare un autentico foglio con un’autentica penna intinta in autentico inchiostro. È solo un ragazzo dal profilo serio, un uomo giovanissimo, appena affacciatosi all’età adulta, dai capelli castani e dall’aria pensierosa. Rose lo avrebbe ignorato se non avesse distinto chiaramente una spada laser alla sua cintura.


Quella spada laser…


Il ragazzo si volta come se la stesse aspettando e le sorride in modo distaccato.


“Finn!” grida Rose. “Finn!” chiama ancora alzando la voce e ignorando gli sconosciuti che si voltano a guardarla. 


Non riesce a distogliere lo sguardo dal ragazzo neppure quando Finn la raggiunge.


“Cosa c’è?” le chiede scuotendola delicatamente per un braccio.


“Guarda” risponde lei sollevando l’indice verso il giovane al tavolo. Si rende conto di stare tremando. Forse è vittima di una specie di incantesimo. “Quel tizio… ha una spada laser.”


Finn osserva lo sconosciuto e Rose avverte il suo respiro farsi concitato. “Quella non è una spada laser. Quella è la spada di Rey.” Non dice altro e si precipita al tavolo. Rose lo segue sperando che non faccia nulla di avventato. Ma il ragazzo li osserva entrambi senza battere ciglio e mantenendo un’espressione impassibile e serena.


“Quella spada… appartiene a una mia amica. Perché ce l’hai tu? Lei dov'è? Cosa le hai fatto?”


“Questa spada è mia. È mia da anni.” Il giovane sgancia l’arma dalla cintura e gliela porge. “Hai un buon occhio. L’hai riconosciuta. Ma ha cambiato padrone e ora appartiene a me.”


Finn afferra l’elsa ma il ragazzo gli fa cenno di fermarsi prima che possa accenderla.

“Non è il caso di dare spettacolo. Osservala finché vuoi. È proprio quella. Grezza nella struttura. La sua fiamma è verde. La persona che cerchi me l’ha donata cinque anni fa.”


Rose avverte una stretta allo stomaco. Ci sono vicini. Stavolta ci sono davvero vicini. Ma non riesce a smettere di pensare che le cose non andranno come vuole Finn. 


“Dov’è Rey? E tu chi sei? Sei un Jedi?” chiede al ragazzo. Visto da vicino sembra ancora più giovane. Di sicuro ha meno di vent’anni.


“Se vi dicessi che sta bene smettereste di cercarla?” I suoi occhi scuri si spostano da Finn a lei. “Lei sta bene. E deve bastarvi. Lei è andata avanti. Cercate di farlo anche voi.”


“Non ti credo” insiste Finn scuotendo la testa. Il ragazzo riprende la spada dalle sue mani come se considerasse la conversazione chiusa. Ma per Finn non è cosi. “Tu chi accidenti sei? Perché parli a nome suo? Se non le interessa più nulla di noi perché non viene a dircelo in faccia?”


“Perché pensi che non le interessi più nulla di voi?” Il ragazzo lo fissa intensamente negli occhi. “Lei vigilerà sempre su di voi in modi che non puoi neppure immaginare.”


“Non mi basta” insiste Finn. “Io ho bisogno di vederla. Ho bisogno di vedere con i miei occhi che sta bene.” Il ragazzo ripiega le sue carte e mette via l’occorrente per scrivere in una borsa. Rose non è più neppure certa che li stia ascoltando ancora. “Dimmi dov’è. Era con te, vero? Ieri era con te. Mi hanno detto che era qui in compagnia di un uomo. Eri tu? Dimmi dov’è Rey!”


Rose gli prende la mano tentando di calmarlo. Il ragazzo si alza, piega la testa lievemente in un cenno di saluto e poi esce dal bar senza dire altro. 


Rose sa cosa devono fare. Seguirlo è l’unica scelta possibile. “Andiamo” dice a Finn. Sa benissimo che lui non smetterà di frugare ogni angolo della galassia finché non l’avrà vista. 


Questa storia deve finire oggi.

***


Alcida-Auka pigola un saluto quando Ben Solo le passa accanto.


Il tempo, su Ahch-to, scorre in modo bizzarro, ma ormai Ben ha imparato a muoversi con i suoi ritmi. Non saprebbe quantificare i giorni trascorsi e neppure gli interessa. Ha raggiunto quel luogo per mantenere il giusto distacco dai propri demoni interiori.

Interagire con le Custodi e la loro gente è solo una delle sue tante, nuove abitudini.
La minuscola Lanai sta togliendo i bulbi da una zolla di terra per metterli al sicuro prima dell’arrivo delle gelate. Ormai è questione di poco. Il mare si è fatto cupo e burrascoso e il cielo è compatto, bianco e carico di neve. 
Ben non le chiede se ha bisogno di aiuto. Non quel giorno. Il suo tempo sta scadendo.
Non prova agitazione, anche se non riesce a scrutare il proprio futuro. È semplicemente consapevole che le cose, su Ahch-To, cambieranno, così come lui può dirsi cambiato.


La battaglia che ha imperversato dentro di lui sembra essere giunta a uno stallo. Nella solitudine dell’isola ha riflettuto a lungo su se stesso e sugli altri. La Forza gli ha permesso di scrutare la tempesta interiore che imperversa in ogni essere vivente. È così che ha imparato la comprensione. Nessuno è mai davvero esente da colpe. Ed è questo a rendere prezioso ogni essere senziente. I Jedi hanno giudicato, i Sith hanno violato le regole. Lui non è né l’una né l’altra cosa. 


Ben si inerpica sulla stretta scalinata scavata nella roccia per raggiungere il tempio. Anche a quella distanza sente il Kazerath pulsare e chiamarlo. È quasi giunto il momento di andare. Lui non è come Luke. Lui non ha scelto Ahch-To per morire.


Arrivare su quel pianeta sperduto, su una nave avuta in prestito dai Naberrie, dopo essersi congedato da ciò che resta della sua famiglia, è stato un atto di coraggio. Ha guardato dritto davanti a sé e non ha esitato mentre le Custodi aprivano per lui il reliquiario che contiene le vestigia di coloro che lo hanno preceduto. 


La spada di Luke, i suoi oggetti personali e i dadi di suo padre, concreti e reali, stavolta, gli hanno lasciato addosso un senso di vuoto. Troppe parole non dette hanno iniziato ad aleggiargli intorno formando l’ennesimo angolo oscuro nella sua anima.


Ma i dadi ora sono un talismano di cui si è appropriato. Nei momenti di insicurezza sentirne gli angoli smussati e la superficie liscia nel palmo della mano è come aggrapparsi ad un’ancora. 


Nei momenti di fragilità si è imposto di tenere la mente impegnata. Ha interagito con la Forza quando ha deciso di ridare vita al frammento di kyber appartenuto a suo nonno. Rey è riuscita a ricreare la vecchia spada. Lui ne ha costruita una identica. Ora è nel tempio, esposta su una parete di roccia  insieme a quella di Luke. Lui un giorno tornerà su Tython e recupererà anche quella a due lame di Rey. Ahch- To sarà un tempio alla memoria del passato sul quale costruire il futuro.


A volte, di notte, sente anime inquiete aleggiargli intorno. Ben ha imparato a comunicare con loro, come faceva con i Fantasmi della Forza. Ha visto, accolto e compreso quelle anime smarrite nel Lato Oscuro nella loro imperfezione e ha capito come mai ce ne sono state tante e non erano mostri. E, a volte, le ha sentite dialogare con gli spiriti degli antichi Jedi, in perfetta armonia. 


Poi ci sono i momenti peggiori. Quelli in cui vede altre forme di se stesso muoversi in mondi così simili e così distanti. Li vede commettere errori, tornare sui propri passi, sbagliare ancora, e allora l’idea di essere solo una possibilità scartata nella vita di qualcun altro lo colpisce, chiara e nitida. In quei momenti si ripete che Rey, da qualche parte, sta vivendo la stessa esperienza. E diventa davvero un dettaglio privo di importanza. Perché quella è la sua esistenza e la sta sperimentando fino in fondo. Non importa che, in un altro mondo, un altro Ben Solo possa avere scelto un’altra strada. Alla fine, combatteranno tutti la stessa battaglia. 


Percorre l’ultimo tratto fino all’antico tempio. All’interno, il Kazerath, in una nicchia scavata nella roccia viva, pulsa e vibra come non ha più fatto da tempo. Ben sorride accostandosi al dirupo che dà sull’oceano. Non importa che sia pieno giorno. Tython e le sue lune sono perfettamente visibili nel cielo bianco e compatto. E Ashla splende più del solito, attraversando il tappeto di nubi col suo chiarore, mentre Bogan riflette la sua luce vibrando di gioia.


Cristalli di ghiaccio gli sfiorano il viso. È iniziata la stagione del riposo. Fiocchi di neve turbinano nell’aria immobile, uno dei quali, simile a una minuscola scheggia d’argento, viene ad assumere la forma a cuneo di uno Star Destroyer quando sfiora l’atmosfera di Ahch-To.


Finalmente…


Ben Solo si impone di restare calmo mentre scende di nuovo lungo la scalinata di roccia e resta in attesa. I ricordi ingannano e illudono. Non pensava che, in quel momento, si sarebbe sentito tanto agitato. Un Tie volteggia sopra la sua testa, poi plana sulla spiaggia più in basso. Qualche istante dopo la sua figura vestita di grigio inizia la salita verso il punto più alto dell’isola.


Rey sembra volersi prendere i propri tempi. Solleva una mano per afferrare qualche fiocco di neve, poi lo guarda e si ferma. La scarica emotiva che lo investe rischia di fargli perdere l’equilibrio. Lei è un pulsare frenetico di sentimenti contrastanti. Riprende la sua marcia stringendo i pugni, fino a fermarsi qualche gradino più in basso. Solleva lo sguardo verso di lui come se temesse di vederlo scomparire. Ma non c’è rancore nei suoi occhi, solo un immenso sollievo.


“Ti ho cercato ovunque. È strano. Avrei dovuto sapere che eri qui.”


La sua voce calda lo sorprende. Si chiede come abbia potuto dimenticarla. Forse dovrebbe scusarsi con lei per essersene andato, ma sa che non è necessario. Anche in quel momento, anche dopo tutto il tempo trascorso lontani l’uno dall’altra, Rey riesce a leggere la sua anima.


Non è venuta su Ahch-To per lui, ma non ha importanza. Ora è qui.


“Quanto tempo è passato?” le chiede. 


Lei lo guarda perplessa. “Un anno” risponde.


Solo un anno. E gli è sembrato lungo un’esistenza. Ma è bastato quell’istante a fargli capire che niente è cambiato. 


“Volevo lasciare qui… maschere, spade… al sicuro… e trovare un posto per…” Lei si interrompe più volte mentre la sua voce si incrina come una lastra di ghiaccio.


Avrebbe tante cose da chiederle ma non riesce a parlarle. Vuole solo guardarla. 
“Un posto perfetto per te…”


Solleva una mano come se volesse toccarla, ma lei è troppo distante, allora si ritrova a disegnare i suoi contorni con le dita nell’aria fredda. 


Sono arrivato abbastanza oltre? E tu? Possiamo davvero smettere di farci del male, da questo momento in poi?


“Fa freddo. Forse…” sussurra Rey, poi si interrompe e si solleva leggera come un fiocco di neve e ricade fra le sue braccia, chiudendogli la bocca con la sua e stringendosi al suo collo.


“Ho bisogno di te” sussurra nella sua mente. “E tu lo sai. Tu mi stavi aspettando.”


***


I fuochi accesi all’interno del tempio assomigliano a un faro e le hanno inconsciamente indicato la rotta.


Non ha mai visto Ahch-To in inverno. Nei giorni trascorsi lì in compagnia di Luke, ha avuto in dono il cielo limpido alternato a scroscianti temporali.


Ora l’isola si sta tingendo di bianco. E sta tornando a vivere. Lei e Ben hanno svolto al meglio i loro compiti ma ora è tempo di tornare ad agire insieme. 


Lo ha cercato. Lo ha cercato per un anno intero. Ma, in fondo, sapeva benissimo che l’avrebbe trovato sotto due soli gemelli. Gli ha concesso il suo tempo. Poi la Forza le ha indicato la giusta direzione.


Non è cambiato nulla. E, al tempo stesso, è cambiata ogni cosa.


Le dita di Rey sfiorano il Kazerath che vibra. Un giorno, molto presto, la Forza concederà loro di nuovo una sorta di potere assoluto. Ma non è ancora venuto il momento di combattere di nuovo.


Reliquie Sith e artefatti Jedi occupano lo stesso spazio senza contrastarsi. È così anche per i due aspetti della sua anima ed è certa che per Ben sia lo stesso. E sa bene che, nei momenti in cui l’Oscurità dovesse prendere il sopravvento in lei, la Luce crescerebbe in lui, per mantenere un perfetto bilanciamento.


Avranno tempo per riflettere su quei nuovi elementi. Al momento ciò che le interessa davvero è poterlo guardare, passare le mani sul suo viso e lasciarsi stringere da lui contro i suoi abiti grezzi da eremita. 


Solo in quel momento si rende conto di quanto la distanza l’abbia fatta sentire incompleta.


“Saresti mai venuto a cercarmi?” gli chiede raggiungendolo vicino allo strapiombo. 


“Sapevo che saresti arrivata, prima o poi” le risponde circondandole le spalle con un braccio. 


Non è la risposta che voleva, ma non importa. Lei ha deciso per entrambi e lui non si sta opponendo. Presto gli consegnerà la maschera di Vader e la spada di Palpatine perché possa collocarle dove reputa più opportuno. 


Dei frammenti del suo vecchio elmo parleranno un’altra volta. 


“Andiamo” la invita lui. “Non si può stare qui di notte”.


Rey annuisce. Lui non sta parlando del gelo notturno. Nel tempio, di notte, gli spiriti danzano, duellano e si confrontano. Lasciarli alle loro interazioni è una forma di rispetto.


Mentre si incamminano verso il cerchio delle capanne, riesce finalmente a parlargli di sé. Gli racconta dei suoi viaggi. Della sua ricerca. Del peso della sua assenza. Ma è solo quando il fuoco arde e il pesce arrostisce sugli spiedi, solo quando può togliersi il mantello di dosso e riscaldarsi le mani che Ben glielo chiede.


“Quanti sono? Quanti ne hai trovati?”


“Due. Tre con Han.” Non ha bisogno di chiedergli a chi si riferisca. Bambini sensibili alla Forza. Futuri combattenti. Futuri saggi. Futuri custodi. Non è certa di voler mantenere per loro la definizione di Jedi. Loro dovranno creare qualcosa di completamente diverso. “Se mi aiuterai, faremo più in fretta.” Trema mentre glielo dice. Ha paura che lui rifiuti di lasciare l’esilio che si è imposto come ha fatto Luke, tanto tempo prima.


Ma lui continua a guardarla al di sopra delle fiamme. “E vuoi che li addestriamo qui, vero? Per questo sei tornata…”


Addestriamo… Non riesce a trattenere un sorriso, mentre il cuore rischia di scoppiarle. “Esiste un posto migliore? Ne troveremo altri. E faremo tornare i tuoi compagni. Saremo pronti per quando verrà il momento.”


Quelli che una volta si facevano chiamare Cavalieri di Ren sono ancora in viaggio. Sorvegliano il confine in attesa di un possibile nuovo attacco. Ma presto avranno bisogno di loro per compiti più pacifici.


Vorrebbe raccontargli tutto quello che le è successo. Di Chewbacca che è tornato su Kashyyyk. Del Falcon ormai incapace di volare, che riposa in un hangar della Finalizer. Dei suoi allievi. Di quanto le è mancato.


“In realtà…” Lo guarda nel chiarore delle fiamme. È concreto. È reale. Sono di nuovo insieme e si sente come se avesse appena ricominciato a respirare. “Sono venuta per riportare a casa i porg. Cominciano a essere troppi ed è meglio che stiano nel loro ambiente.”


Lo vede sorridere oltre le fiamme. Lo sente scivolarle accanto. Lascia che le accarezzi il viso mentre gli apre di nuovo la sua mente. No, non sarebbe venuto a cercarla. Non ancora. Ma non importa. Lui è nato con il peso della Luce e delle Tenebre. Troppo per un solo essere umano. Lei è stata generata nell’ombra e salvata dal chiarore della Forza. Lei ha preso su di sé metà del suo fardello. E ora ognuno è il complice e il guardiano dell’altro. “Sai che non posso farlo da sola…” gli dice. La loro strada è tracciata e devono solo seguirla.


“Tu non sei sola” le dice e un frammento di ricordo invade la sua mente. Non hanno più conti in sospeso. Sono due lune in orbita. Sono due soli gemelli. Sono soltanto Ben e Rey. 


*** 


“È sparito!” Finn trattiene un’imprecazione solo per non ritrovarsi le cinque dita di Rose stampate sulla faccia.


Ma lei deve aver visto qualcosa che a lui è sfuggita perché lo strattona senza perdere tempo. “Sta andando allo spazioporto! Muoviti!”


Sgomitano fra la gente prendendosi insulti senza reagire, corrono, dove possibile, fino a rimanere senza fiato. Per brevi istanti Finn intravede il giovane Jedi, uno scampolo del suo mantello, una porzione di schiena. Ma si tratta di attimi. 


Vuole che noi lo seguiamo, riflette senza nessun motivo plausibile.


Lo spazioporto non è meno affollato del centro cittadino ed è posizionato su un dirupo vertiginoso e spalancato verso l’infinità del cielo. Solo quando si fermano a riprendere fiato Finn la vede e le ginocchia rischiano di cedergli. Rey si sta incamminando verso…


Quello è il Falcon… Rey…


Ora è certo di non sbagliare. Le due figure procedono ignorandoli, ammantate in due cappe grigie.


Rey… 


Vorrebbe chiamarla ma la voce gli si spezza in gola. Resta a fissare la sua schiena, il suo passo tranquillo, quasi indolente, i capelli raccolti sulla nuca come suo solito. 


I suoi occhi si spostano sulla figura che cammina al suo fianco. Non ha bisogno di guardarlo in faccia per riconoscere Kylo Ren. Per un attimo pensieri assurdi gli invadono la mente.


È sua prigioniera? Cosa le è successo? Devo aiutarla?


Ma sa che non è così, anche se non saprebbe dire come. Non c’è alcuna sensazione di minaccia che proviene da loro due. L’unica parola che riesce a formulare guardandoli è serenità.


“Speranza…” mormora, senza rendersene conto. Si aggrappa alla mano di Rose sentendo un’improvvisa voglia di piangere. Ma non si sente triste. Non si sente affatto triste. La sensazione che prova è quella ancestrale di una coperta calda in una culla. 


E, in quel momento, Rey volta appena la testa e gli offre il suo profilo. Sta sorridendo. Si sta congedando. Gli sta dicendo che va tutto bene. E Finn le crede. Non ha voglia di seguirla, di costringerla a parlargli. Non ha bisogno di spiegazioni. Ora sa. Sa che tutti loro sono al sicuro. Chiude gli occhi mentre il Millennium Falcon prende il volo e si fa minuscolo nel cielo azzurro di Jelucan. Non si sentirà più solo. Non avrà più paura.

Perché ora sa. 


“Per un attimo mi è sembrato…” La voce di Rose è spezzata dal pianto. Finn la guarda senza lasciarle la mano. “Mi è sembrato che assomigliasse a mia sorella. Che cosa stupida.” 


Finn le passa un braccio intorno alle spalle. “No, non è affatto una cosa stupida.” Capisce benissimo come si sente. Qualunque cosa sia successa a Rey, loro non potranno mai comprenderla. Ma lei ci sarà sempre. Lei sarà la loro guida e il loro guardiano. 


“Io volevo raggiungerla, ma non riuscivo a muovermi” continua Rose asciugandosi gli occhi. “Credi che…”


“Io so solo che ora è felice.” Lo dice con assoluta certezza. Forse il suo destino era già scritto. O forse ha semplicemente scelto. Ripensa all’uomo al suo fianco, quello che una volta era la sua nemesi. Ora, insieme, gli sono sembrati perfetti e completi. Voleva avere la certezza che lei stesse bene. Ora ogni dubbio, ogni amarezza, perfino quel cupo senso di mancanza e nostalgia sembrano scomparsi.


“Andiamo a casa, che ne dici?” sussurra a Rose. Ora tocca a loro. Ora possono ricominciare davvero.


Va bene così. Continua ad essere felice, Rey. Dovunque ti conduca la tua strada. 

 


Note: 


È stato un viaggio lungo due anni, iniziato poco dopo l’uscita di The Last Jedi e concluso a ridosso dell’uscita di The Rise of Skywalker. Non so cosa accadrà nel film, ma so che io ho rispettato tutti i punti cardine che avevo fissato all’inizio, finale compreso, che è esattamente quello che avevo abbozzato a Gennaio del 2018. Doveva essere più breve, ovviamente e quasi tutti gli scontri dovevano essere ambientati su Ahch-To. Ma non ho resistito all’idea di gironzolare su qualche pianeta canonico.


È filato tutto liscio, nonostante stroncature feroci che mi invitavano a lasciare perdere perché la storia era frettolosa, scritta male, incomprensibile e io non avevo più lo smalto dei tempi di “Simulacra” (non cercatela; l’ho tolta, come ho tolto ogni storia riguardante quel fandom). 


Voglio ringraziare:


Stefano, che si è accollato il beta reading a metà corsa, quando già in due avevano mollato per disperazione, e che ha scritto con le sue manine poetiche la filastrocca che Rey ascolta su Naboo. Ti voglio bene e sarai sempre il mio migliore amico. 


Sallyandme, che ha tollerato i miei sbalzi d’umore e che ha promesso di rimettersi a disegnare se il film finisce bene.


MorganaRoisinDubh81, sempre costante e veloce nel leggere e nel lasciarmi un segno del suo passaggio.


Angel of Fire, che ha condiviso scazzi e malumori da genio incompreso.


Dea Bastet. Senza di lei, Tolkien e l’elfico starei ancora arrancando per cercare un titolo. E per i lavoretti di grafica con Rey e Ben vestiti da ballo.


Elisa, che ha ascoltato la storia per prima, anche se poi si è fermata a metà. 


Grazie a chi è arrivato fino in fondo, a chi si è fermato a lasciarmi una recensione, a chi ha gradito e non ha avuto l’impressione che stessi perdendo tempo. Grazie ai ragazzi di Reylo Italia, soprattutto a Elisa ed Eleonora che mi hanno permesso lo spam, e alle adorabili creature di From Italy with Reylo, che mi hanno dato lo sprint sul finale. 


Questa è stata la mia ultima long. Ci sono  frammenti e storie brevi ambientate in questo stesso mondo. Deciderò se vale la pena pubblicarle solo dopo il 17 dicembre.


Che la Forza sia con voi. 

 

 

   
 
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