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Autore: Iuccy_97    30/11/2019    1 recensioni
Fanfic ispirata al trailer dell'episodio IX.
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Poe era in piedi sulla porta dell'hangar, con lo sguardo corrucciato fisso su Snap e Jessika intenti a lavorare sulle rispettive Ala X.
BB-8, al suo fianco, emise una serie di segnali acustici.
-Lo so, lo so. Ma mi fa piacere guardarli.-
Istintivamente, il pilota portò la mano destra sulla ferita, abbondantemente fasciata e immobilizzata.
[...]
-Non posso pilotare, Finn.-

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Poe viene ferito e affronta la possibilità di non poter più mettersi al comando di un'astronave.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finn, Poe Dameron, Rey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note iniziali
Questa storia è ispirata all’ultimo trailer dell’episodio IX (potete vederlo qui https://www.youtube.com/watch?v=hH5NdGyMxxQ) e verrà probabilmente smentita dal film. Tutto quello che leggerete è una speculazione della mia mente su quello che succederà il 18 dicembre.
Buona lettura.
 
 
 
 
Poe aveva sempre saputo che ci sarebbe stata una fine.
La fine della giovinezza e dell'innocenza l'aveva già affrontata anni prima. La fine delle corse dietro alle ragazze, la fine della guerra, la fine della sua carriera, queste erano ancora da venire, e gli sembravano così lontane.
Mai avrebbe pensato che la fine più importante e dolorosa sarebbe arrivata in quel momento.
Erano su un piccolo pianeta desertico e freddo già nelle mani del Primo Ordine. Scarsamente militarizzato per il poco interesse bellico, Leia aveva visto qualcosa di completamente diverso.
-L'università di Ween.- aveva spiegato ad un incontro qualche giorno prima -Voglio che portiate una testimonianza della resistenza a quei ragazzi. Sono giovani e influenzabili, il futuro della galassia.-
Aveva mandato Rey e Finn a parlare con loro, scortati da Poe e da un energumeno chiacchierone chiamato Saprep.
I problemi non si erano presentati per tutta la prima parte della missione. Erano atterrati tranquillamente in una valle poco fuori dalla città ed erano entrati nell'Università senza essere visti. Era notte e gli studenti avevano organizzato l'incontro in una delle aule, con la collaborazione di alcuni professori, anch'essi presenti.
Rey e Finn avevano portato la loro testimonianza e Poe li osservava dall'esterno della finestra. Era di guardia fuori insieme a Saprep, che era miracolosamente riuscito a zittire, e si stringeva nel cappotto che avrebbe dovuto difenderlo dalle rigide temperature del pianeta. Tuttavia, era sempre il ragazzino cresciuto su Yavin IV e, in confronto a casa, ogni luogo risultava per lui freddo e secco.
Facendo qualche saltello sul posto per riscaldarsi, Poe fissò il gruppo di studenti e assiepati nella stanza, seduti su sgabelli e tavoli, tutti intenti a seguire ciò che la Jedi stava raccontando.
Se avesse saputo cosa fosse successo da lì a poche ore, forse avrebbe osservato meglio quel piccolo pubblico. Magari avrebbe notato un'espressione annoiata, un paio di sopracciglia contratte, un qualunque segno per identificare il ragazzo che avrebbe denunciato al Primo Ordine l'assemblea clandestina. Ma non poteva saperlo; e non lo fece.
 
Erano quasi fuori città, Rey e Finn avevano ancora l'eccitazione a mille per l'incontro, quando la fine arrivò.
Fu l'ex strormtrooper il primo a identificare il ronzio delle speeder del Primo Ordine in avvicinamento.
-Ci hanno trovati.- disse, fermandosi per un secondo cercando di individuare da dove provenisse il rumore.
-Nascondiamoci.- suggerì Saprep, indicando un vicolo alla loro sinistra.
-No, se trovano la nave siamo bloccati qui.- riprese Finn -Dobbiamo sbrigarci e scappare.-
Si misero a correre, mentre i motori su facevano sentire sempre più forte. Poi ci fu il primo sparo. Il colpo di blaster colpì un muro, a poca distanza dai quattro membri della resistenza in fuga.
-Fermatevi!- gridò un soldato alle loro spalle, ma venne ignorato.
Continuarono a correre per le tortuose vie, con il numero di strormtrooper attorno a loro che cresceva e il ritmo degli spari che si intensificava.
-BB-8!- gridò Poe nel comunicatore -Metti in moto la nave, ci stiamo avvicinando e abbiamo compagnia.-
Il vispo cinguettio di risposta risultò affermativo e preoccupato.
Il gruppo continuava ad avere terreno di vantaggio e Rey valutò che mancassero poche svolte per uscire dai sobborghi della città e ritrovarsi nel deserto. Da lì, avrebbero utilizzato un pannello abbandonato per scivolare lungo la riva sabbiosa ed arrivare a pochi passi dalla nave già pronta. Tutto era già predisposto e ce l'avrebbero fatta.
Rivolse uno sguardo a Finn, che correva al suo fianco. Anche lui sembrava fiducioso.
Poi un gremito di dolore la fece voltare nuovamente in avanti.
Poe aveva urtato contro un muro, ma aveva subito ripreso a correre.
-Poe, tutto bene?-
Il pilota rispose con un verso affermativo, stringendo però al petto il braccio sinistro.
Era stato colpito. Sentiva il sangue che iniziava già a scorrere tra le dita che premevano la pelle lacerata e si raccoglieva nell'incavo della manica. Non poteva smettere di muoversi o sarebbe stato un bersaglio facile, quindi ignorò il dolore, pensando al suo obiettivo: doveva arrivare alla nave e riportare tutti a casa. Aveva sbandato per un istante, appena era stato colpito. Ora sperava che l'adrenalina lo sostenesse a sufficienza da poter portare a termine la missione.
Uscirono finalmente dal centro abitato e si lasciò cadere pesantemente sul pannello metallico, seguito a ruota dai compagni. Con quella geniale idea di Rey, in un istante raggiunsero il fondo della piccola valle, a pochi passi dai motori già caldi del mercantile. BB-8 era in cima alla rampa di accesso ad attenderli.
Facendo forza sul braccio destro, Poe si mise in piedi, e per un attimo il mondo si annebbiò.
-Avanti Poe!- esclamò Finn, prendendolo per una spalla e trascinando dentro.
-BB-8, attiva i deflettori.- ordinò Rey, chiudendo il portellone.
Poe si portò fino alla cabina di pilotaggio e si abbandonò sul sedile, intorpidito. Il freddo e la ferita lo avevano calato in una sorta di sogno ad occhi aperti.
-Rey.- disse dopo qualche secondo, tirando si in piedi -Devi pilotare tu. Non ce la faccio.-
Senza chiedere spiegazioni, la ragazza lo assecondò, mentre il pilota veniva aiutato ad arrivare ad un piccolo divanetto.
-Che ti prende amico, ti hanno colpito?- gli chiese Finn.
Poe annuì e lascio finalmente andare il braccio sinistro. La mano destra era piena di sangue e il cappotto ne era ormai impregnato.
-Vado a prendere il kit di soccorso.- disse Saprep, sparendo dietro una paratia.
Mentre la nave si sollevava e preparava al salto a velocità luce, Poe fissò negli occhi l'amico e diede voce al l'amara scoperta di pochi secondi prima.
Seduto al posto del pilota, aveva provato ad alzare il braccio per avviare la procedura di decollo, cercando di ignorare il dolore. Ma si era accorto di non essere in grado. Il suo braccio semplicemente non rispondeva.
-Che cosa intendi?- chiese Finn, turbato.
Saprep intanto era tornato con il necessario per la medicazione.
Poe aveva ormai gli occhi lucidi.
-Non...non sento la mano. Non riesco a muovere il braccio. Non posso pilotare, Finn.-
La voce gli si spezzò.
Fine.
Fine della sua carriera da pilota. Senza l'uso di entrambe le mani, era praticamente impossibile avviare un'ala X.
-Se non posso più muovere il braccio sinistro...-
Finn interruppe il suo balbettio, staccando per un secondo gli occhi dal bendaggio che stava imbastendo.
-Non dirlo nemmeno per scherzo. Non osare. Appena torniamo alla base ti visiteranno. Possono esserci mille ragioni per cui non riesci a muoverlo. Magari ti sei rotto qualcosa. O hai la mano intorpidita dal freddo.-
Il pilota scosse la testa, mentre le lacrime cominciavano a scorrere silenziose lungo le guance.
Fine.
BB-8 e Rey arrivarono in quel momento.
-Per ora siamo al sicuro, in poche ore saremo alla base. Poe?-
Mentre il Droide si era fiondato tra le gambe tremanti del maestro, la ragazza si era fermata a metà strada, a bocca spalancata.
Il cappotto di Poe, macchiato, era abbandonato per terra. L'uomo aveva il braccio sinistro appoggiato sul tavolino e Finn era tutto intento a medicarlo. Il sangue aveva iniziato a colare dal piano.
La Jedi si riscosse e prese una pesante coperta da uno dei cassetti della stiva. La aprì, la appoggiò sulle spalle del pilota e gli si sedette accanto.
-Cosa è successo?-
-Penso che abbiamo colpito un nervo...- inizio Poe, angoscioso, battendo una gentile pacca sulla testa di BB-8, che, da sotto il tavolo, richiamava la sua attenzione.
-Tu non pensi nulla finché un medico non ti avrà visitato. Non devi abbatterti, nulla è ancora certo.- sbottò Finn.
Rey non rispose subito, percependo l'ondata di stizza e dolore proveniente dal pilota.
Poteva solo immaginare ciò che stava passando. Una vita dedicata al volo, cosa sarebbe successo ora? Comprendeva la sua disperazione, ma non poteva lasciarlo così.
-Ascolta, Poe, Finn ha ragione. Non sappiamo quanto sia grave la ferita. Sei stanco e sotto shock. E poi sono sicura che, qualunque cosa sia successa, ci sarà una cura. Ora credo che la cosa migliore sia lasciarti riposare.-
Mentre Finn frugava ancora nel kit medico, il pilota si ribellò.
-Non ho bisogno...-
-Poe!- lo richiamò la Jedi -Sei freddissimo e ferito. Se non vuoi che la situazione peggiori, è meglio che ti sdrai subito.-
-Ma... Ehi!-
Finn aveva iniettato una fiala nel braccio del pilota.
-Scusami. Serve a rallentare il flusso del sangue, almeno finché non avrai una vera medicazione.-
Poe fissò confuso il braccio e poi gli amici. Poi, tutto iniziò a sfumare.
-Che cos'era?- chiese la ragazza, che aveva percepito la bugia dell'ex strormtrooper.
-Un antidolorifico abbastanza potente da tenerlo addormentato fino all'arrivo.- rispose l'altro, osservando la testa dell'amico ciondolare fino a cadere sul petto.
-Lo porto in branda.- si propose Saprep, che era rimasto in disparte fino a quel momento.
-Grazie.- disse gentilmente Rey.
L'uomo di caricò in spalla il comandante e si allontanò, seguito da BB-8, tremendamente silenzioso.
-Credi sia davvero così messo male?-
-Non lo so.- sospirò Finn, riordinando il kit di soccorso.
-Era terribilmente preoccupato; spaventato. Ti rendi conto che c'è in gioco tutta la sua vita?-
-Sì, lo so.- sbottò l'amico -E, ti prego, non ricordarmelo anche tu. Arriviamo alla base e preghiamo le stelle perché siano con lui.-
 
Due giorni dopo, Poe era in piedi sulla porta dell'hangar con lo sguardo corrucciato fisso su Snap e Jessika intenti a lavorare sulle rispettive Ala X.
BB-8, al suo fianco, emise una serie di segnali acustici.
-Lo so, lo so. Ma mi fa piacere guardarli.-
Istintivamente, il pilota portò la mano destra sulla ferita, abbondantemente fasciata e immobilizzata.
Il dottore che lo aveva visitato gli aveva detto che era grave, ma non tanto da perdere l'uso del braccio. Il blaster gli aveva reciso un tendine, ma un delicato intervento lo aveva riparato. Ora stava a lui non sforzare troppo il gomito e fare tutti i giorni gli esercizi che gli erano stati assegnati per recuperare il movimento completo.
La sensibilità alla mano era lentamente tornata, portandosi dietro le fitte di dolore che partivano dalla punta delle dita e raggiungevano tutto il corpo ad ogni spostamento troppo brusco. Ma stringeva i denti e andava avanti.
Inspirò il forte odore di olio e metallo e sorrise amaramente.
Presto sarebbe tornato lì. La fine non era ancora arrivata.
 
 
 
 
Angolo autrice
Ciao a tutti! Come state? Avete già fatto la letterina a Babbo Natale? Alzi la mano chi ha chiesto un piccolo Poe domestico da coccolare.
In attesa del nono episodio, mi sto guardando in loop tutti i trailer e gli spezzoni che la pagina ufficiale pubblica su Instagram. Così facendo ho notato un particolare non troppo scontato: Poe viene sempre mostrato con l’avambraccio bendato. Che cosa è successo al nostro eroe? Lo scopriremo tra meno di un mese.
Altro dettaglio interessante: nel trailer non si vede Poe pilotare un’astronave in nessuna scena (la pagina instagram ha pubblicato uno spezzone pochi giorni fa in cui questo avviene, ma lo ignorerò come questa storia sta ignorando la narrazione del nono episodio). Questo mi ha portato a pensare che questa sua ferita gli abbia impedito in qualche modo di mettersi ai comandi. So a cosa state pensando: nel trailer lo si vede guidare un mezzo su un pianeta desertico; lo so, ma immagino anche che la complessità di un caccia sia ben maggiore di quella carretta arrugginita e che richieda quindi tutt’altri movimenti.
La ferita che ho descritto è la versione esasperata del gomito del tennista, che interessa i tendini esterni e impedisce l’estensione del braccio. Quando Poe viene ferito sta correndo (quindi ha già il gomito parzialmente piegato) e poi stringe il braccio al petto per il dolore. Quindi, quando si trova ai comandi, è costretto per la prima volta a tendere i muscoli e, ovviamente, questi non reagiscono.
Il gomito del tennista si cura in poche settimane con un’adeguata fisioterapia e il riposo del braccio interessato, possibilmente con un tutore che limita i movimenti più complessi e rischiosi. Poe sarà a posto nel giro di qualche mese, dato che ha subito un piccolo intervento, ma le due cose sono abbastanza vicine e confrontabili, a mio modesto parere (non sono medico, non ho la più pallida idea di cosa sto parlando, ho fatto qualche ricerca sui tendini ma questo non mi classifica come esperta).
Penso che per Poe, l’idea di non poter più pilotare lo faccia inorridire. Ha dedicato la sua vita al volo e penso che ci sia un legame speciale con la madre a supportare ancora di più questa sua passione. Inoltre, data la frequenza con cui gli capitano disgrazie, posso facilmente immaginare come, alla vista di una brutta ferita e la mancanza di risposta della mano, si senta subito sconfitto e pensi al peggiore degli scenari.
Il sorriso e l’ironia sono l’ultimo strato della cipolla che è Poe: sotto ci sono molti strati di sofferenza, lutto e tortura. In questo momento è però emotivamente fragile (sono passate poche settimane dal suo incontro con Kylo su Jakku) e la maschera allegra che ha messo su dopo l’interrogatorio è ancora sufficientemente sottile da spaccarsi immediatamente e mostrare a Rey e Finn la sua disperazione.
I due compagni non sono abituati a vederlo così e non sanno come gestirlo. Finn, in particolare, che è tremendamente emotivo, preferisce ignorare la verità dei fatti e sedarlo, piuttosto di sentirlo piangere ancora.
Spero che questo racconto vi sia piaciuto, scusate le note terribilmente lunghe. Un grande abbraccio e un augurio di buone feste che si stanno avvicinando.
Grazie per essere arrivati fino a qui.
Saluti!!:)
   
 
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