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Autore: Barbra    30/11/2019    0 recensioni
Questa fanfiction è un crossover tra l'Universo di Pokémon Adventures (il manga) e l'Universo di "Avatar, the Legend of Aang"/ "Legend of Korra". La storia si svolge, secondo la cronologia Pokémon, dopo gli avvenimenti di Sole e Luna. Secondo la cronologia di Avatar, dopo la morte di Korra e la nascita della sua successiva reincarnazione.
DAL TESTO: Il Maestro dell'Aria Meelo scese dalla tribuna dei giudici e si diresse verso la sedicenne senza una parola.
Era stato chiamato per controllare che la sua allieva non “sporcasse” la Prova dell'Acqua applicando tecniche del Dominio dell'Aria per tenere d'occhio gli avversari. Sapeva bene che la cieca, nel cui mondo non esistevano né forme né ombre, avrebbe usato il Senso del Sangue al posto del super-udito che i montanari le attribuivano. Tuttavia, non si aspettava uno scivolone così clamoroso da parte sua. || NOTA: canon-divergent || PERSONAGGI PRINCIPALI (non in elenco): protagonista OC, Sird (pg esclusivo del manga), Lunala, Giratina (Pokémon); Raava e Vaatu (Avatar). TERMINATA
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Arceus, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Manga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avatar e Pokémon'
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28. INTER NOS (I)




Gong era stata catturata da Giratina mentre fuggiva dalla Riva Arguzia.
Nel Mondo Distorto, il demone l'aveva aiutata a suon di racconti, insulti e minacce, a scindere i suoi veri ricordi da quelli falsi, introdotti nella sua mente da Beheeyem. Non era stato poi così difficile: anche coi ricordi modificati, la ragazza non delirava.
Mewtwo era in tutt'altra situazione. Tolto il suo caratteraccio, aveva una mente molto elastica, e i tre giorni canonici necessari all'adattamento di un cervello umano, per lui si erano dimezzati. In un arco di tempo che sulla terra sarebbe stato di trentasei ore, il Pokémon aveva perso ogni ricordo.
Come un nuovo nato, si era ritrovato incapace di comunicare con gli umani, e in difficoltà nel comprendere gli altri Pokémon. Ma il suo cervello non era quello di un bambino. La paura gli tornò sconosciuta, perché sentiva di essere molto forte. La sua empatia, cancellati i ricordi di qualsiasi legame, poteva rivelarsi ben poco sviluppata.






 
A Sinnoh




Gong, dopo aver fatto perdere le sue tracce, era tornata nella Sede Galassia di Rupepoli come una pecora nera e piena di vergogna all'ovile. Jupiter era stata la prima a intercettarla. L'aveva sottoposta a un interrogatorio sulla soglia, prima che Silver la convincesse a lasciarla entrare.
Saturno aveva saputo del suo ritorno solo quando se l'era trovata davanti.
L'aveva rimproverata per il suo comportamento, l'aveva fatta sentire ancora più in colpa, poi le aveva sussurrato all'orecchio che ci avrebbe messo una pietra sopra solo se fosse tornata a letto con lui.
Alla fine, l'aveva avuta vinta.
Ma non c'era modo di fargli accettare il bambino.






 
Nel Mondo Duistorto




Mewtwo aveva notato la piccola figura di Valerie seduta sulla groppa di Giratina.
Con la velocità di un battito di ciglia, trasmise al drago la sua curiosità. Voleva sapere che cosa fosse.
“È una femmina umana. Non capisce niente di quello che diciamo”.
Il Pokémon si esaminò le braccia e le mani a tre dita. Assomigliava a quella strana e piccola creatura bipede più che al grande Spettro dalle sembianze serpentiformi.
Domandò come mai lei non li capisse.
“Perché il suo cervello non ce la fa. È diversa da noi”.
Ma anche loro erano molto diversi l'uno dall'altro.
“Noi siamo...” si interruppe. Se Mewtwo era naif e virtualmente aggressivo, doveva stare attento al modo in cui gli avrebbe presentato le differenze tra loro e gli altri. “Noi siamo capaci di comunicare con la mente, e ogni suono fa parte di un linguaggio secondario. Per gli umani non è così: il loro pensiero è succube della parola. Sono costretti ad emettere suoni e articolare parole, o a metterle per iscritto, per scambiarsi i messaggi complessi”.
Giratina stava trasmettendo concetti, non immagini. Per Mewtwo era difficile seguirlo.






 
A Sinnoh



Da quando Gong aveva ripreso a frequentare Saturno, lui si era miracolosamente calmato. Era meno geloso, meno soffocante, e aveva smesso di seguirla ovunque. Quando la ragazza aveva chiesto di spostarsi di nuovo ad Evopoli, sia perché trovava la sede satellite più ospitale della sede centrale, sia perché Mars e Jupiter la tormentavano e la compativano per la sua gravidanza, che loro consideravano una vera e lunga malattia, Saturno l'aveva lasciata andare senza lamentarsi. Sarebbe venuto a trovarla di tanto in tanto. Appena dopo la disavventura del Lago, inoltre, aveva inviato una squadra di recupero nel Bosco Smeraldo per rintracciare e prelevare la sua intera squadra di Pokémon. Voleva usarla per stimolare e correggere la memoria di Gong, se lei non fosse guarita in fretta.
Finalmente, poco prima di lasciare Rupepoli, Gong si era ricongiunta ai suoi Mimikyu, Primarina, Rockruff, Togetic, Chingling e Mudbray, e li aveva presentati a Sawsbuck.
Mentre passeggiava indisturbata per Evopoli sotto un sole pallido, con Rockruff a guinzaglio per la sua consueta passeggiata mattutina, udì la melodia lenta e malinconica di un flauto in lontananza.
Il Mimikyu Minh, la Primarina Ondine, la Togetic Kokachin, e persino la piccola Chingling Qiuyue, uscirono dalle sfere uno dopo l'altro e seguirono la musica.
L'Allenatrice li chiamava, Randal abbaiava, ma loro non tornarono indietro.
Gli altri furono costretti a seguirli. A un certo punto la musica cambiò, e divenne più veloce e più allegra. I tre Folletti e Chingling iniziarono un girotondo. Ma continuavano a spostarsi verso il flauto e chiunque lo stesse suonando.
Se Gong aveva capito qualcosa sui Folletti, era che ballavano anche quando uno strumento non batteva il tempo o non c'era motivo di fare festa, caratteristica condivisa da molti Spiriti Benigni.
Ballando, i tre Pokémon si avvicinarono alla fonte della musica senza pensare a niente. Furono guidati sulla collinetta ad est del centro abitato, dove si ergeva un'imponente statua di bronzo ancora lucente, fissata a un enorme piedistallo di pietra. Raffigurava una creatura mostruosa e fantastica che univa in sé le caratteristiche dei due grandi Draghi Dialga e Palkia, Signori dello Spazio e del Tempo. Risaliva ai tempi in cui Evopoli era la Capitale Imperiale e il loro principale centro di culto.
All'ombra dell'antica statua, una ragazza dalla pelle scura suonava l'inconfondibile Faluto Lunare di Alola. Una veste dorata stretta alla vita da una cintura le arrivava fino alle caviglie. I suoi lunghissimi capelli candidi ricadevano ben pettinati su una spalla.
Randal dovette guardarla due volte prima di attaccare ad abbaiare. Non credeva di rivederla viva.
La musica si interruppe e cadde il gelo.
Gong aveva assorbito la tensione dei suoi Pokémon ed era rimasta immobile con le orecchie tese. «“Mo Li Hua”1» spiegò una voce femminile. Era il titolo di entrambe le versioni del brano tradizionale che aveva appena eseguito. «Nella città di Gardenia, credo che i bambini siano abituati a cantare al gelsomino» aggiunse.
La cieca non credeva alle sue orecchie. Restò a bocca aperta: «Lunala?!».
«E chi pensavi che fossi?».
Rise, stringendo tra le mani il Flauto Lunare.
Gong le corse incontro e la abbracciò. Rivalità in amore a parte, la considerava un'amica.
Lei ricambiò l'abbraccio sorridendo. «Sei contenta di rivedere la tua vecchia Lunala?».
Gong annuì vigorosamente. «Sì!».
Le sembianze di Lunala cambiarono. La sua figura, da femminile e piccola, si fece alta e sottile, umanoide e androgina. I suoi begli occhi rosa divennero grandi occhi gialli dalle palpebre pesanti e la chioma candida scomparve, lasciando il posto a quello che sembrava un copricapo color magenta.
«E che mi dici di me?».
Gong rimase impietrita nel suo abbraccio. Poi cacciò un urlo e provò a spingere via l'impostore, senza che lui si muovesse di un millimetro.
L'istinto le diceva di fuggire, ma ormai sapeva di essere segnata. Tre giorni, e poi avrebbe perso la capacità di provare sentimenti ed emozioni, sprofondando in uno stato di irreversibile apatia.
Mesprit intuì la sua paura. «La maledizione è legata al mio corpo, non al mio spirito» disse. «Il mio corpo l'hai distrutto tu l'ultima volta che ci siamo incontrati, ricordi? Nessun rancore».
«Bugiardo! Ora perderò tutto!».
«Macché! Preferirei uccidere qualcuno, piuttosto che maledirlo. Non scherzo: qualche millennio fa, dove ora sorge Memoride, ho dovuto tagliare le teste di... ehm... di un monarca invasore e del suo generale, per questo. Non ti dico come l'hanno interpretata i contemporanei! Non ci conoscevamo bene, all'epoca: eravate appena arrivati. Ma che dico?! Tu non sei di qui! Sai... la maledizione di Azelf porta all'abulia, la mia all'apatia, ma nella pratica l'effetto finale è lo stesso. E chiunque venga segnato da Azelf, questo è risaputo, compie o tenta il suicidio entro tre giorni. La differenza è che io vi semplifico il lavoro. Ma... bando alle ciance: sono venuto per parlare di tutt'altro. Si vocifera che io abbia il dono della chiaroveggenza, sai, Gong? Perciò ti do qualche dritta, gratis, senza fondi di tè o menate varie. Quando troverete Azelf e prenderete la sua gemma, niente vi impedirà di costruire la Rossocatena. Userete Dialga e Palkia per allineare i pianeti di questo sistema solare e forzare una Convergenza Cosmica. Allora, Vaatu non avrà più motivo di aspettare un'occasione migliore. Fuggirà dalla sua prigione e sfrutterà l'Oscurità di questo Mondo per crescere e affrontare Raava. Hai già visto come: può assorbire l'energia delle creature del Buio. L'avevi capito, vero?».
Gong aveva avuto un attacco epilettico quando Vaatu, il cui seme era già rinato dentro Raava, aveva assorbito l'energia dell'Honchkrow e del Weavile di Silver, causandone la regressione a Murkrow e Sneasel. Dopo aver visto Vaatu distaccarsi dal suo stesso spirito e fuggire nel Bosco Smeraldo, aveva ricollegato gli eventi.
Mesprit continuò con la sua solita parlantina: «Non sarò io ad impedirglielo, perché non mi voglio immischiare e ho da farmi gli affari miei. Raava si troverà davanti un avversario di pari livello e cercherà il tuo aiuto, come ha fatto le ultime volte. Per riunirti a lei, ragazza, perderai il bambino. Nel peggiore dei casi, sarai costretta ad espellerlo sul campo di battaglia. Grottesco, vero? Ovviamente, una soluzione rapida sarebbe abortire adesso. Lo vuoi davvero, quel bambino?».
«Sì! Mi stai ancora chiedendo di abortire o di arrendermi?!».
«Già. Visto? Ammazzarmi non è servito».
«Potrei usare una surrogata».
Mesprit storse la bocca e scrollò una spalla. «Provaci. Regaleresti tuo figlio ai Comandanti. Uno qualunque di loro potrebbe inattivare la tua surrogata e causarne la morte ».
Silenzio. Saturno ci aveva senz'altro pensato.
«Ti sto chiedendo di inventarti qualcosa per frenare i cavalli...» continuò Mesprit. « ...o il tuo Desna non respirerà mai. Voi donne siete brave a temporeggiare, no? Devi sviare le ricerche, costringere Giratina e Phobos a concentrarsi su nuovi obiettivi. Devi convincerli che siano più urgenti o più importanti della Rossocatena. Rimanda la battaglia a dopo il parto, ma non dire a nessuno che hai parlato con me. Intesi?».
«Sì».
«C'è qualcosa che vuoi chiedermi, prima che me ne vada?».
La cieca esitò e abbassò gli occhi. Replicò in un sussurro: «Sì».
«Beh, allora parla!».
«Perché Arceus ha ucciso Luna?».
Il volto del Pokémon Emozione mostrò una sincera sorpresa. «Non l'ho uccisa...!».
«Certo, lui l'ha... tu l'hai fatta eliminare da Yveltal!».
Mesprit soffocò sul nascere una risata e scosse il capo. Probabilmente, o era impazzito per il rimorso, o i suoi ricordi erano stati bloccati da Arceus.
La pietra color rubino al centro della sua fronte si illuminò e lui scomparve in una luce rossa. L'impressione era che fosse stato richiamato, come da una Pokéball invisibile o lontanissima.






 
*




Sfruttando la relativa indipendenza di cui godeva ad Evopoli, Gong si era messa a cercare informazioni interessanti qua e là. Catastrofi, tensioni e ingiustizie subite da sconosciuti avrebbero lasciato indifferenti tanto Giratina quanto Silver.
Perciò Gong aveva concentrato la sua attenzione, dopo averci pensato un po', sulle Regioni di Kanto e Johto. Sperava che a Giovanni fosse capitato qualcosa, o che Azula stesse appiccando incendi in ogni città, o di imbattersi qualche notizia preoccupante su Red. Con suo grande dispiacere, invece, tutto sembrava filare liscio. Il conflitto tra Azula e Zuko doveva essersi placato: in fondo, anche nella vita precedente, superata l'adolescenza avevano trovato il modo di scendere a patti.
Gong trovò qualcosa di appetibile solo in un trafiletto di un giornale: un vecchio scienziato di calibro e fama molto inferiore al Professor Oak, ossia un certo Blaine dell'Isola Cannella, risultava scomparso. Era specializzato nel Tipo Fuoco e perciò il suo nome compariva accanto alle notizie sui piccoli incendi accidentali. Gong non ricordava il nome di quell'uomo, però dell'isola sì: Mewtwo l'aveva citata un paio di volte, da quando era arrivato.
Adesso, lui non ricordava alcunché, ma forse Silver conosceva il vecchio, e non ne avrebbe ignorato la scomparsa.





 
1“Fiore di Gelsomino”





 




Io non so sinceramente se qualcuno stia seguendo questa storia, comunque credo che si chiuderà tra meno di 5 capitoli (effettivi, non spezzati, e non lunghi), però non li ho ancora scritti (perché ora mi sono bloccata di nuovo) quindi magari dovrei stare zitta... so solo che mi mancano poche cose da far succedere... boh...
   
 
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