Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: ChrisAndreini    30/11/2019    2 recensioni
Niente è meglio di una gita scolastica di una settimana per allontanarsi dai problemi di Parigi, e Verona sembra il posto ideale per rilassarsi, ricaricarsi... e magari anche trasformare una solida e profonda amicizia in qualcosa di più.
È ciò che sperano Adrien e Marinette, ma non hanno fatto i conti con le ombre del passato, pronte a tornare alla luce nel presente e invadere le strade della bella città dell'amore.
Una storia vecchia di centinaia di anni, ma di cui nessuno conosce i retroscena, le verità, i segreti più profondi.
E le enormi faccende in sospeso.
Genere: Mistero, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L’Ombra Oscura e la Dama Scarlatta

Prologo

 

Verona, 1531

Una donna in abiti scarlatti correva con tutta la forza che aveva per le strade della città, diretta nella chiesa. Era ferita, ma correva comunque, cercando di dimenticare il dolore e trovare la forza nella sua determinazione.

-Dama Scarlatta, non puoi fuggire- la prendeva in giro una voce che sembrava seguirla nell’ombra, e saltava da un tetto all’altro inseguendola.

La donna cercò di mischiarsi nelle ombre della notte per seminarla, ma sapeva che era impossibile.

La sua unica occasione era entrare nella chiesa.

Peccato che l’ombra oscura avesse capito i suoi piani.

Le si parò davanti proprio a pochi metri dall’edificio, saltando con riflessi felini e atterrando in piedi.

In mano aveva un bastone da passeggio, ma la Dama Scarlatta sapeva che era molto più di questo, e si preparò ad affrontarlo, anche se era debole e molto provata, viste le ferite e il sangue che ne usciva, sporcando gli abiti già rossi.

Lanciò un’occhiata alla porta alle spalle del suo rivale. Doveva solo distrarlo, fare qualche metro, e sarebbe stata al sicuro.

-Ombra Oscura, cos’altro vuoi da me?- chiese, in tono stanco -Hai vinto- si indicò le ferite.

L’ombra oscura le lanciò un’occhiata eloquente, rigirandosi il bastone tra le mani. I suoi occhi erano neri quanto la sua anima in quel momento.

-Sai cosa voglio, non giriamoci intorno. E da quanto ho capito è quello che vuoi anche tu, no?- sollevò una mano, aspettando che la donna gli desse qualcosa. Ma lei non ne aveva la minima intenzione. Già una volta aveva fatto l’errore di fidarsi dell’uomo davanti a lei, un errore che aveva causato morte, ingiustizia e molti pericoli per la popolazione di Verona. Non poteva permettergli di continuare a fare come voleva. C’era troppo, in gioco.

Inconsciamente portò le mani alle orecchie, per proteggere gli orecchini che indossava, e si guardò intorno, cercando qualcosa, qualsiasi cosa, che potesse aiutarla.

E sul tetto dell’edificio, che l’aspettava preoccupata, trovò la soluzione.

Doveva solo prendere un po’ di tempo, distrarre talmente tanto il suo nemico che non si sarebbe accorto di nulla.

-Sai che non farò di nuovo lo stesso errore, Ombra Oscura- gli disse, con odio, allontanandosi di un passo.

-Oh, lo so. Lo so che sei troppo brava e pura per fare ciò che vuoi. Ma diciamolo, chi ha creato queste regole? È stato l’universo, Dio forse? No, sono create da uomini che non capiscono cosa si può provare nelle situazioni estreme. Ride delle cicatrici altrui chi non è stato ferito. Ed entrambi siamo stati feriti abbastanza da capire che fare un piccolo male è un prezzo insignificante per il bene superiore- cercò di convincerla. Era un bravo oratore. Carismatico, con la risposta pronta. Era normale che l’avesse rigirata bene prima. Ma la Dama Scarlatta non era più così ingenua. Aveva visto il male che lui aveva causato e avrebbe continuato a causare se avesse continuato.

-Bene superiore? Il bene personale, semmai. Tu non sarai mai felice se continuerai a calpestare gli altri per una piccola gioia. Se pensi che puoi cambiare il corso delle cose. La vita va in una sola direzione, e ormai la direzione che tu hai scelto ti porterà solo alla rovina. E dopo quello che hai fatto…- lo guardò con odio -…meriti di marcire all’inferno dal quale provieni- 

La Dama Scarlatta sapeva di aver appena colpito nel segno, e si preparò a schivare proprio mentre l’Ombra Oscura si gettava contro di lei, troppo veloce perché ferita potesse evitarlo del tutto.

Si preparò all’impatto, che però non venne.

Perché l’Ombra Oscura si immobilizzò di scatto, e cadde a faccia a terra.

Un puntino violaceo si intravide alla base del collo, brillante nonostante l’oscurità della notte.

Dama Scarlatta sollevò la testa, e puntò gli occhi in quelli di una donna più grande di lei, che riconobbe nonostante la maschera e i vestiti gialli e neri.

-Presto, venite prima che si sblocchi, signorina- la incoraggiò la donna mascherata, ma Dama Scarlatta non aveva ancora finito con l’uomo ai suoi piedi.

Gli si inginocchiò davanti.

L’unica cosa che lui riusciva a muovere erano gli occhi, che la guardavano con odio, sfidandola ad avvicinarsi e subire la sua ira. Occhi neri come l’inchiostro, occhi corrotti da un male più grande di loro.

Dama Scarlatta controllò la mano destra dell’uomo, e fece per prenderla tra le proprie.

Vide lo sguardo di Ombra oscura mutare. Non era più strafottente. Era quasi spaventato.

-Signorina, che state facendo?- chiese la donna vestita di giallo, preoccupata.

Dama Scarlatta esitò. La mano emetteva bagliori neri, e prendere l’anello che portava era praticamente un suicidio. Anche Ombra Oscura lo sapeva, e la paura era stata superata da uno sguardo sicuro di sé e di sfida.

Ma Dama Scarlatta non credeva che avrebbe avuto un’altra occasione.

Racimolando tutta la sua determinazione, prese la mano e sfilò l’anello dal dito.

L’Ombra oscura fece cadere il travestimento. Gli abiti neri lasciarono posto a una casacca rovinata, i capelli lunghi si sciolsero. Gli occhi si schiarirono, diventando ambrati come sabbia baciata dal sole.

Ed erano sconvolti e furiosi.

La mano di Dama Scarlatta, coperta da guanti rossi, iniziò a immobilizzarsi e diventare grigia, ma non gli diede peso.

I suoi orecchini l’avrebbero protetta, almeno per un po’.

Corse al massimo delle sue forze verso la donna vestita di giallo, che la aiutò a reggersi in piedi e la scortò dentro la chiesa, preoccupata dalle sue condizioni.

-Signorina, non avrestee dovuto. È pericoloso- cercò di metterla in guardia.

-Frate Lorenzo è già dentro?- chiese la Dama Scarlatta, che non aveva tempo da perdere e sentiva le sue forze calare sempre di più.

La donna vestita di giallo annuì.

-Vi sta aspettando. Il vostro messaggio ha preoccupato entrambi- affermò, tenendola salda.

-Lo so, ma era necessario. E temo abbiate motivo di preoccuparvi- confessò Dama Scarlatta, tossendo sangue e reggendosi con più forza all’amica.

-Signorina!- si preoccupò ulteriormente la donna in giallo, prendendola di peso e posandola sulla prima panca che trovò.

Un prete le raggiunse immediatamente.

-Frate, venite. È molto ferita e ha toccato l’anello di Ombra Oscura- spiegò in breve la donna in giallo, con le lacrime agli occhi.

Il frate si affrettò ad avvicinarsi, e a controllare le sue condizioni.

-Hai corso un grande rischio, è una fortuna che indossavi gli orecchini. Ora però quel ragazzo potrà entrare, dobbiamo sigillare le entrate- si rivolse alla donna travestita, che annuì.

-Me ne occupo io, Frate Lorenzo. Voi proteggete la signorina per favore- supplicò al frate, che annuì.

Alla Dama Scarlatta si chiudevano gli occhi, ma trovò la forza di porgere l’anello verso il frate, che lo prese un po’ titubante.

-Tieni gli orecchini, cerco un altro Miraculous che possa fare al caso tuo- le consigliò, armeggiando in un cofanetto che aveva portato con sé.

Dama Scarlatta scosse la testa.

-No, prendi i Miraculous e portali il più lontano possibile da qui- disse in un sussurro, prendendogli il polso per fermarlo.

Frate Lorenzo la guardò sorpreso.

-Dama Scarlatta, deve curarsi, è l’unico modo per superare il Cataclisma è…- cercò di farla ragionare, ma la dama non voleva sentire ragioni.

Si tolse gli orecchini con difficoltà, e sentì la stanchezza colpirla come un macigno.

Riuscì comunque a trovare la forza di mettere gli orecchini tra le mani del frate, che la guardava sconvolto senza sapere esattamente cosa fare.

-Vai lontano. Francia, o Inghilterra. Porta i Miraculous via da qui. Lui non deve prenderli- lo incoraggiò.

-Dama Scarlatta…- il frate era senza parole.

-Ho bisogno di qualcosa per Pollen, si è scaricata e non sono riuscita… signorina!- la donna in giallo era tornata, gli abiti pregiati sostituiti da una veste da cameriera rinascimentale e con un kwami che la seguiva servile.

Appena vide la Dama Scarlatta senza maschera e in quelle condizioni, corse in tutta fretta al suo fianco.

-Nicoletta… mi dispiace. Spero ti assegnino una ragazza migliore nel tuo prossimo incarico- le disse la Dama in un sussurro.

La sua mano destra era del tutto grigia e immobilizzata, e il grigiore si stava espandendo molto più velocemente, trasformandola quasi in una statua di cenere.

-Nessuno sarà mai meraviglioso quanto voi. Vi prego, Frate Lorenzo, fate qualcosa- supplicò al prete, che però sospirò, sconfitto.

-Vorrei, ma la corruzione di Ombra Oscura è troppo forte-

-Porta i Miraculous lontani. Dove lui non potrà trovarli- ripetè la Dama Scarlatta, prima di chiudere gli occhi.

Il grigio le stava raggiungendo il petto, e si espandeva nel resto del corpo.

Ormai era questione di istanti.

-Signorina- sussurrò Nicoletta, trattenendo a stento i singhiozzi.

-Signorina!- disse con più forza, ma lei non la ascoltava più.

Seppellì il volto tra le braccia, e cominciò a piangere senza trattenersi.

Il frate abbassò la testa e le mise una mano sulla spalla, in segno di conforto. I suoi occhi erano lucidi.

-Giulietta…- sussurrò la cameriera, come ultima cosa, prima di rassegnarsi definitivamente all’idea che la sua protetta non c’era più.

 

 

-Oh, Giulietta, Giulietta, perché sei così imbranata, Giulietta?- la stava prendendo in giro Alya, che aveva accompagnato la migliore amica e il resto della sua classe all’aeroporto, dove avrebbero preso l’aereo che li avrebbe portati tutti a Verona per la gita scolastica.

Beh, quasi tutti.

Alya infatti doveva restare a casa per badare alle due sorelle minori, e Nino aveva deciso di restare a sua volta, per farle compagnia e perché la città degli innamorati non sarebbe stata la stessa senza la sua ragazza.

Anche se c’era un altro motivo di fondo.

Infatti i due ragazzi avrebbero badato alla città in veste di supereroi momentanei mentre Ladybug e Chat Noir erano in vacanza. Ufficialmente i due supereroi principali erano fuori città alla ricerca di Papillon dopo averlo sconfitto definitivamente, ma la verità era che lo scontro li aveva visti perdenti, ma le conseguenze erano minime, e Ladybug aveva preferito raccontare una piccola bugia per non scatenare il panico.

Chat Noir aveva approvato, e Alya si era trovata d’accordo.

Nino non sapeva l’identità dei due, ma aveva comunque accettato l’incarico con gioia, fidandosi completamente della sua ragazza.

Sarebbero andati in giro per Parigi come Carapace e Purplefly. Alya aveva il Miraculous della farfalla, dato che quello della volpe era ancora in mano a Nathalie e in questo modo Parigi si sarebbe sentita più al sicuro, dato che era dimostrato che i due amati supereroi avevano consegnato il Miraculous che li aveva terrorizzati nelle mani di qualcuno di fidato che l’avrebbe usato solo per il bene.

Marinette si sentiva un po’ in colpa ad abbandonare la città e prendersi una vacanza nonostante tutto quello che era successo, ma in ogni caso non c’era molto che potesse fare, dato che Fu le aveva espressamente sconsigliato di utilizzare il Miraculous a meno che non fosse estremamente necessario.

Anche per Adrien era lo stesso discorso. Non sapevano le eventuali conseguenza, ma avevano deciso di seguire il consiglio e di restare a terra.

Perciò una vacanza a Verona sembrava l’ideale per scaricare la tensione. E a Marinette sembrava anche l’ideale per provare ad avvicinarsi un po’ ad Adrien. 

Avevano avuto momenti romantici, e qualche appuntamento non dichiarato tale, ma con tutto quello che era successo non avevano avuto ancora il tempo di parlare della loro relazione, ed entrambi speravano di ufficializzarsi con la gita nella città dell’amore.

Certo, sempre che Marinette fosse riuscita a partire.

-Grazie al cielo ci sei tu, Alya!- esclamò, prendendo il passaporto dalle mani dell’amica. Lo aveva quasi scordato a casa, e stavano per imbarcarsi.

-Ricorda di videochiamarmi ogni sera! E sappi che appena torni abbiamo un appuntamento a quattro in programma, non fare che non vi mettete insieme, tu e Adrien!- Alya le mise pressione, in tono deciso, facendo arrossire l’amica, che lanciò un’occhiata verso il ragazzo dei suoi sogni, che la stava guardando a sua volta mentre parlava con Nino e le fece un saluto un po’ imbarazzato.

Marinette ricambiò, sempre più rossa, poi lanciò un’occhiataccia ad Alya, che si stava trattenendo per non ridere.

-Non metterci fretta, sai che sono successe tantissime cose!- cercò di ribellarsi all’imposizione, anche se era la prima che avrebbe voluto tornare da Verona con una situazione sentimentale diversa.

-Lo so, ma so anche che vi siete innamorati l’uno dell’altra in tutte le forme possibili, quindi datevi una svegliata, e per una settimana dimenticate i problemi- obiettò Alya. Marinette doveva ammettere che aveva la sua logica.

Gli ultimi tempi non avevano avuto un minuto di respiro, tra le interviste, il ritorno di mamma Agreste e i problemi con i miraculous, senza contare compiti e attività. Ma in un contesto diverso, lasciando i problemi a Parigi, non c’era assolutamente nulla che potesse andare storto. Nulla che potesse mettersi tra lei e Adrien.

-Ciao a tutti! Spero di non essere in ritardo, ci tenevo a partire con tutti voi, anche se il pilota personale di Jugghead Stone si era proposto di portarmi direttamente a Verona, per farmi un favore- una voce piuttosto conosciuta e parecchio disprezzata infranse le speranze di Marinette come vetro di Murano.

-Lila, ben arrivata. Ci fa piacere averti qui per la gita di classe- la accolse Madame Bustier, con un grande sorriso materno.

Marinette si prese la testa tra le mani.

-Annulla l’appuntamento- disse ad Alya in un sussurro.

-Suvvia, davvero pensi che Lila possa essere un problema?- la incoraggiò Alya, dandole qualche pacca sulla spalla per confortarla.

Per tutta risposta Lila corse dritta verso Adrien e gli saltò addosso.

-Adrien, quanto tempo! Come stai? Ho sentito di tuo padre, mi dispiace tanto. Se posso fare qualcosa, conosco un investigatore privato davvero ottimo- iniziò a lisciarsi il ragazzo, che accennò un sorriso e annuì mostrando un interesse che sicuramente non gli apparteneva, ma era troppo educato per scansarla via.

-Dicevi?- Marinette continuò ad autocommiserarsi. Alya non sapeva bene cosa dire.

Quando però Adrien lanciò un’occhiata di scuse a Marinette, e le fece un sorriso rassicurante, quest’ultima si sentì molto più sicura.

Perché quello non era più il sorriso della sua cotta, era il sorriso del suo partner. E non doveva dubitare dell’affetto che provava per lei.

Quella settimana sarebbe andata bene. E Lila non avrebbe rovinato nulla.

La sua convinzione non si rivelò del tutto vera, ma neanche del tutto falsa.

Ma mai Marinette avrebbe potuto pensare che il maggiore ostacolo della settimana si sarebbe rivelato essere dentro di loro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Ecco qui. 

Per chi non mi conoscesse, ciao! 

Questa storia è uno spin-off/seguito di un mio precedente lavoro: Under the Bright Stars, e si svolge a metà di un mio altro lavoro: Corrupted.

Ma penso si possa leggere anche senza aver letto le storie precedenti, perché parla di tutt’altre faccende, e questo prologo da un’infarinatura generale della situazione a Parigi.

Ci saranno sette capitoli e un epilogo, uno per ogni giorno della settimana, e la storia si alterna tra passato e presente.

Spero davvero che vi piacerà, ci sto mettendo molto impegno.

Purtroppo a causa di assenza quasi totale di motivazione e con il sempre maggiore carico di studio non sono del tutto certa di riuscire a mantenere il ritmo di una volta a settimana, e potrei slittare a due volte a settimana o farlo quando finisco un capitolo, senza ammazzarmi.

Per il momento ho completato il primo capitolo e sono a metà del secondo.

Quindi parecchio indietro purtroppo.

Comunque spero di non fare aggiornamenti troppo distanti.

Ogni commento è ben accetto.

Un bacione e alla prossima :-*

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: ChrisAndreini