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Autore: aurora giacomini    01/12/2019    1 recensioni
Lui è il mio Orsetto, io una nana bionda, e questo è... il mondo che abbiamo sempre sognato.
Genere: Demenziale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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01/12/2019

 

 

 

Il Mondo Che Abbiamo Sempre Sognato

 

 

E' folle, qualcuno potrebbe anche definirlo stupido o malato, ma ora il mondo appartiene a noi. Noi, i reietti di una società, di un mondo che non capivamo e che non ci capiva...
Quel mondo è finito.
La nuova alba porterà con se nuove morti e dolori, sì, ma quest'alba profuma di libertà.
“Ti ricordi,” inizio, “quel gioco di zombie, quello sul quale ci siamo conosciuti?”
Fabio continua a guardare l'orizzonte, che comincia a colorarsi con i colori di ciò che porta il mio nome, Aurora, ed esita a rispondere.
“Certo che me lo ricordo... ho ancora l'applicazione istallata.” Si volta verso di me e sorride, un sorriso semplice, ma sincero, “perché tiri fuori questo, ora?”
Ricambio il suo sorriso, e lascio il suo volto per godermi la nascita del nuovo giorno, “fantasticavamo su questo... ma sapevamo che era solo una fantasia...”
“Fantasia un corno!” Quasi ride.
Rido con lui, e cambio posizione: comincia a farmi male il sedere a son di star seduta su queste tegole.
“Quando pensi che potremmo scendere da qui? Comincia a diventare un po' statica come situazione...”
“E la situazione ad essere statica o il tuo sedere ad essere dolorante?” Sghignazza, notando che mi massaggio il fondo schiena.
“Hey!” Rido con lui. “Non sono poi molti, secondo me, in due, combiniamo benissimo.”
“Ah... se solo avessi il mio Taurus...” sospira, guardando in basso.
“Ancora con quel fucile? Davvero?!” Mi fingo sdegnata, ma rido sotto i baffi, “controlla sul playstore, magari te lo spediscono qui.” Non riesco più a star seria, non è una mia virtù.
“Zitta, nana.” Trattiene un sorriso, “non sei divertente.”
“Neppure tu,” replico, “hai rotto con quel fucile!”
Si volta verso di me ed assume un espressione infelice, quasi infantile, mentre mi mette il muso, “ah sì?”
“Ma dai, Orsetto, scherzo...” gli faccio gli occhi dolci, ma lui persiste nel guardarmi con sdegno.
“No.” Volta la faccia dall'altra parte.
Mi gratto la testa, pensando alla prossima mossa, “non puoi fare così, ogni volta...”
Volta leggermente la testa, ma ancora non mi guarda, “ogni volta che mi offendi? Questo intendi? Sì, che posso.”
“Okay, puoi.” Concedo.
Non stiamo litigando davvero, è solo una strana e comica danza che, secondo me, nessuno dei due sa bene quale senso abbia, ma a noi sta bene così.
“Orsetto...?” dico, dopo qualche secondo di comico ed imbarazzante silenzio.
“Che vuoi, nana bionda?” Insiste nel non guardarmi.
“Devi smettere di essere così permaloso...” gli sorrido.
“La smetterò quando tu imparerai a camminare con i tacchi!” Un sorriso gli increspa appena il profilo.
“Ma non succederà mai!” Strillo.
“Imbranata.” Ora il sorriso è chiaro.
“Orsetto permaloso.” Rido.
Non so quasi nulla di lui, neppure il suo cognome, ma di due cose sono certa: primo, è permaloso da morire, e secondo, è una delle poche persone, anche nel mondo di prima, a cui importa davvero dell'amicizia. Questo gli fa onore e lo rispetto per ciò.
Vedendoci e sentendoci da fuori, si potrebbe pensare che siamo due idioti, e forse lo siamo, ma a modo nostro, un modo funzionale e bello. Nella vita di prima eravamo ai margini, un po' per nostra scelta e un po' per l'altrui decisione, ma oggi, oggi siamo i padroni di un mondo anarchico, la cui base è: uccidi o verrai mangiato.
Un mondo perfetto.
“Se mi occupo di quelli sulla destra... e tu... vediamo... di quelli laggiù?” Il suo dito punta in basso, ma i suoi occhi, castano scuro, mi guardano.
“Tutto il divertimento a te, eh...?” seguo il suo indice.
Fabio mi sorride, un sorriso furbo, “va bene, puoi avere quelli sulla destra, ma se cominciano a correrti incontro... eh... affari tuoi!”
Un brivido mi corre lungo tutta la spina dorsale: non importa se è un bambino o un mostro, non sopporto che mi si corra incontro, lo so, è una cosa idiota, ma anche nei film, quando il mostro o il pazzo di turno comincia a correre d'improvviso... brrr! Non ci voglio neppure pensare!
“No, hai ragione, ritengo più saggio che sia tu ad occupartene, ieri ho avuto la mia parte.” Dico, con tono altezzoso.
“Ma davvero ti fa paura?” Mi chiede, sinceramente incredulo.
“Da morire!” Perdo la mia posa, e rabbrividisco.
“Sei impossibile...” mi sorride.
“Lo so.” Sghignazzo, lo sempre fatto, di ridere quasi fuori luogo o tempo, non so perché, forse sono in uno stato di perenne disagio, quando le cose non mi fanno davvero ridere, e sono tante le cose che mi fanno ridere...
“Cosa ridi...?” ma anche lui sorride.
“Insieme, nana?” Mi chiede, dopo qualche secondo.
Gli sorrido, “insieme, Orsetto!”
Saltiamo giù dal tetto come una persona sola.
“Fatevi sotto, putridi!” Urla Fabio, è tipo il suo grido di battaglia.
Sbam di qua Sbem di là, e tre zombie sono già a terra.
“A quanto stai?” Mi urla, sferrando un fendente di bastone in mezzo agli occhi di uno zombie.
“Tre!” Urlo a mia volta, evitando per un soffio il morso di uno di loro, “tu?”
“Inetta! Questo è il sesto!” Dice, sbattendo a terra un cadavere e conficcandogli il bastone in testa, “sono il migliore! Yeeeeah!”
Come dargli torto.
Lui è il mio Orsetto, io una nana bionda, e questo è... il mondo che abbiamo sempre sognato.

  
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