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Autore: Calia_Venustas    01/12/2019    3 recensioni
[IN PAUSA FINO AL PROSSIMO AGGIONAMENTO DI KHUX]
C'è qualcosa che il Maestro dei Maestri non può confessare a nessuno, nemmeno a Luxu. Qualcosa che se i suoi apprendisti dovessero scoprire metterebbe a repentaglio tutto quello in cui credono. Il Maestro sa di essere nel torto, ma sa anche di essere troppo orgoglioso per ammetterlo.
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Una storia sull'origine del Maestro dei Maestri e dei Veggenti sin dall'inizio del loro apprendistato fino all'epilogo di KH3. A partire dal capitolo 18 scorre in parallelo una seconda trama che ha per protagonisti Soggetto X e Luxu, ora nei panni di Xigbar, alle prese con i retroscena degli eventi successivi a Birth By Sleep.
[Coppie: Luxu/Ava, Luxu/Maestro dei Maestri, Invi/Ira, Ava/Gula, Soggetto X/Isa, Lauriam/Elrena]
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Vanitas, Ventus, Xigbar
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Furry, Spoiler! | Contesto: Altro contesto, Più contesti
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χ PRINCESSES χ
 
NOTA: Due paroline su cosa accidenti sta succedendo nell'Organizzazione e nell'universo in generale così chiarisco a che punto della storia siamo arrivati.
  • Siamo qualche anno prima di KH1.
  • Vexen non ha ancora creato le sue repliche.
  • Non tutti i membri dell'Organizzazione sono stati reclutati (mancano ancora Luxord, Marluxia, Larxene, Roxas e Xion).
  • Ansem ha mandato Kairi alle isole del Destino ( come rivelato nell'Ansem Report 11, in KH1) in cerca del 'custode della chiave'.
  • Giardino Radioso è caduto preda dell'Oscurità e Malefica ne ha preso il controllo con i suoi Heartless.
  • L'Organizzazione sta mettendo in atto il suo piano di creare un Kingdom Hearts artificiale ma ancora non possiedono un membro in grado di usare il Keyblade quindi i cuori che stanno accumulando sono solo quelli liberati dal solo custode ancora in circolazione, che a questo punto della storia è Re Topolino, visto che Aqua è intrappolata nel Dark World, Ventus è addormentato nel Castello dell'Oblio e Eraqus è kaput.
Okay, tutto chiaro? LET'S GO!
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When my fist clenches, crack it open,
Before I use it and lose my cool.
When I smile, tell me some bad news,
Before I laugh and act like a fool.
And if I swallow anything evil,
Put your finger down my throat.
[Behind Blue Eyes - The Who]


“TIANA, STELLA E’ FANTASTICO! SEMPLICEMENTE FAN-TA-STI-COOO!” la voce da gallinella strozzata di Charlotte fece sobbalzare le due ragazze sedute placidamente nel salottino tappezzato di rosa della magione dei La Bouff.

“Avete saputo?! Eh? Ditemi, non è fantastico?!”

Stella e Tiana si scambiarono un’occhiata confusa. Erano abituate ai modi esagitati della bionda ma la ragazza che si era precipitata nella stanza in quel momento era ben più euforica di quanto Charlotte lo fosse di solito.

“Cosa sono quelle facce lunghe? Non avete sentito?! Il Principe Naveen di Maldonia arriverà a New Orleans questo sabato! Oh, per Dio, non sapete quanto ho aspettato questo momento!”

Tiana inarcò un sopracciglio “...Maldonia? Mai sentita nominare. Sei sicura che non sia tutta una balla?”

“Oh no, no no! Ho controllato, cosa credete?! Sono una tipa esigente io, e Naveen è assolutamente un reale di sangue blu, bluissimo anzi!”

“Sai almeno com’è fatto?” chiese Stella, incapace di nascondere un sorriso. Charlotte la metteva sempre di buon umore con la sua smodata fissazione per la nobiltà. Tiana le aveva confidato che sin da quando erano bambine, Charlotte insisteva che prima o poi avrebbe sposato un vero principe e vissuto una vita da sogno in un castello in qualche esotico regno oltreoceano. E nonostante ormai fosse quasi un’adulta, non aveva assolutamente intenzione di lasciarsi alle spalle quell’obiettivo così fiabesco e fidanzarsi con uno dei tanti spasimanti che le ronzavano attorno. Molti di loro, se non tutti, erano assurdamente ricchi ed attraenti, ma se un regno e una corona non erano inclusi nella lista di nozze per Charlotte era come se non esistessero.

La ragazza bionda saltellò fino a loro, lasciandosi cadere sul divano tra le due amiche ed estrasse un ritaglio di giornale dal corpetto rosa confetto “Certo che lo so! Guardate che schianto!”

“Non male.” si trovò ad ammettere Stella, osservando la foto in bianco e nero ritraente un baldanzoso giovane con capelli ed occhi scuri ed un sorriso a dir poco fotogenico. “Tu che ne dici, Tia?” chiese poi, rivolgendole un sorrisetto malizioso.

“Dico che di certo sembra il tipo da passare ore ed ore a lisciarsi i capelli con la brillantina prima di uscire.”

“Non dire sciocchezze Tia, di certo ha uno stuolo di servitori che si occupano del suo aspetto ogni santo giorno!”

L’afroamericana sbuffò “Scommetto che non sa nemmeno come spalmarla, la brillantina.”

“Suvvia Tia, lasciala sognare.” rise Stella restituendo la foto a Charlotte. Dopo quanto era accaduto nella palude solo una manciata d’ore prima, Stella non aveva voglia di sentire battibecchi. Aveva già troppe cose di cui preoccuparsi.

“E va bene…” acconsentì Tiana, traendo un sospiro rassegnato “Sentiamo un po’, cos’hai intenzione di fare per accalappiarlo? Perché è questo che vuoi, vero Lottie?”

“Certo che sì! Non vedevo l’ora che me lo chiedessi!” esclamò Charlotte battendo le mani “Gran Papà ha già pensato a tutto, ma avrò bisogno anche del vostro aiuto!” proseguì, passando un braccio attorno al collo delle due ragazze e attirandole a sé in un abbraccio caloroso “Ho del lavoro per voi!”

“Sabato ho da fare al Casey’s Corner-” tentò di tirarsene fuori Tiana, ma la bionda l’anticipò.

“Nessun problema, Gran Papà manderà qualcuno a sostituirti! Tu mi servi in cucina sabato sera, ragazza mia! Ovviamente ti pagheremo per il disturbo!”

Gli occhi scuri della cameriera presero a brillare “Sono tutt’orecchi. Di cosa hai bisogno?”

“Tanti bignè! Ma proprio tantissimi! Il party di sabato sarà una vera bomba, la lista degli invitati è sterminata e ci saranno fuochi d’artificio, prelibatezze d’ogni genere e ovviamente…” Charlotte pizzicò Stella sulla guancia “...e ovviamente la miglior intrattenitrice da cabaret di tutta New Orleans!”

“Questo sabato?!” sobbalzò la mora, colta alla sprovvista. “Ma non ho un repertorio adatto ad una cena di gran classe, Lottie…”

“Oh, non preoccuparti! Visto che Mardi Gras è alle porte Gran Papà ed io abbiamo deciso di organizzare qualcosa di… come dire? Un tantinello più pittoresco! Sarà una festa in maschera e l’accompagnamento musicale che abbiamo in mente è il jazz preso direttamente dalle strade, duro e puro! Ma ovviamente prepara anche qualcosa di lento e sexy per quando io e Naveen balleremo, perché succederà, oh sì! Dovesse cascare il mondo!”

“Hai pensato veramente a tutto, Lottie. Sono impressionata.” ammise Tiana liberandosi dal suo abbraccio soffocante. “Puoi contare su di noi, vero Stella?”

"Assolutamente." annuì la mora, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Però... non ti preoccupa che quelle creature con gli occhi gialli possano rovinare la festa? Stanno diventando sempre più numerose."

"Figurarsi se mi lascio scoraggiare da una minuzia del genere." Sospirò Charlotte "Avremo uno stuolo di buttafuori larghi come armadi ad ogni porta e... oh! Tia, prima che me lo dimentichi! Al party ci saranno anche i fratelli Fenner dell’agenzia immobiliare, dovresti approfittarne per fare la tua offerta per lo zuccherificio!”

Gli occhi color cioccolata dell’altra s’illuminarono, ma sulle sue labbra carnose s’aprì un sorriso mesto “Non ho abbastanza soldi per fare un’offerta competitiva, Lottie…”

“Li avrai dopo il servizio di catering, puoi starne certa.” ribatté Lottie incrociando le braccia “Gran Papà sarà mooolto generoso, te l’assicuro. E poi, di che ti preoccupi? In un paio di giorni sarò sposata con un futuro sovrano! Potrai avere tutti gli zuccherifici che vuoi!”

“Ma che principessa magnanima.” la prese in giro Stella, tornando poi a rivolgersi a Tiana con rinnovata serietà “Scherzi a parte, non dovresti farti sfuggire quest’occasione. E non dimenticare che anch’io sono interessata ad investire nel tuo ristorante, sarebbe un onore per me potermi esibire lì.”

Tiana fece rimbalzare lo sguardo tra le due amiche visibilmente commossa dal loro supporto incondizionato “Lo so che avete buone intenzioni ma non voglio la carità di nessuno-” tentò di protestare, ma la mora la interruppe “Te l’ho detto, Tia. Io voglio diventare tua socia, altro che carità! E poi devo dimostrare a Braig che so cavarmela da sola, fa parte dei nostri patti, in un certo senso.”

“A proposito, anche il Signor Braig è invitato, ovviamente.” sorrise Charlotte, porgendo a Stella un'elegante busta chiusa con un sigillo di ceralacca. “E’ in città o fuori per lavoro come al solito?”

“E chi lo sa.” sospirò la mora rigirandosi la lettera tra le dita con fare pensieroso “Ha la brutta abitudine di sparire con allarmante frequenza.”

“Sai Stella, non ho mai capito esattamente come stanno le cose tra di voi.” buttò lì Charlotte, approfittando come di consueto per ficcare il naso nei suoi affari. “Gran Papà dice che non dovrei impicciarmi ma come si fa a non essere curiosi quando una delle tue migliori amiche ha un tutore così… mmh….”

“...losco?” sogghignò Stella.

“Sì! Cioè... NO! No, non volevo dire questo!”

La mora scoppiò a ridere “Non preoccuparti Lottie, nessuna offesa. Nemmeno da parte di Braig, te l’assicuro. E per quanto riguarda la tua domanda, beh, non c’è molto da dire. Non mi ha preso sotto la sua tutela perché è un uomo di buon cuore, sta semplicemente facendo il suo lavoro. E’ stato il suo…” Stella esitò, pensando a quale fosse il termine più adatto da utilizzare in quel contesto. ‘Superiore’ le balenò in testa, ma scartò immediatamente quella parola perchè le riportava alla mente Xehanort. “...il suo capo ad essersi interessato a me. Non l’ho mai conosciuto, ma immagino dovesse essere un…” ancora una volta si trovò a tentennare alla ricerca di una spiegazione plausibile da offrire a Charlotte “...amico della mia famiglia o qualcosa del genere.”

“Diamine, è più complicato di quanto pensassi.” mise il broncio la bionda.

“Non siamo tutte nate nella bambagia come te, Lottie.” la stuzzicò Tiana bonariamente.

“Ed è per questo che vi voglio vedere entrambe al meglio di voi.” ribatté lei alzandosi in piedi, diretta verso l’enorme armadio pieno di vaporosi abiti da sera che Eudora, la madre di Tiana, aveva confezionato per Charlotte sin da quando era bambina.

“Se non si nasce principesse, allora lo si diventa! Venite dai, dovete trovare qualcosa di elegante da mettere! E’ una festa in maschera, dopotutto, possiamo sbizzarrirci!”

Stella e Tiana si scambiarono un’occhiata divertita prima di raggiungere Charlotte che stava già mettendo a soqquadro l’armadio tirando fuori una sottogonna a balze dopo l’altra.

“Hai qualcosa di nero?” indagò Stella, raccogliendo un vestito rosa confetto dal pavimento con malcelato disgusto. Quella roba piena di fiori e fiocchi non faceva per lei.

“NERO?! E’ un ballo, non un funerale!” esclamò Charlotte, scioccata.

“Il nero è di gran classe, Lottie. E non passa mai di moda.” le rammentò Tiana scherzosamente.

“Mmmh forse ho qualcosina… roba di mia nonna…”

Stella rise di cuore, aiutando Tiana a riordinare il cumulo di abiti pastello che si stavano impilando sul tappeto mano mano che Charlotte scavava nei meandri del suo sconfinato guardaroba.

“Che ne dici di questo, Tia? Il giallo ti dona un sacco!”

L’afroamericana si provò l’abito da cortigiana medievale contro il corpo, guardandosi allo specchio “Non male, pratico e colorato, come piace a me.”

“Eh lo so, ti conosco troppo bene.” Si vantò Lottie “Oh-oh! Aspetta, ho trovato! Guarda un pò questo, Stella!”

Charlotte si voltò con un sorrisone a trentadue denti stampato in faccia, sollevando un lustro tubino da charleston dai ricami intricati e una pioggia di paillettes argentate sugli orli. Aveva due file di frange nere sul retro della gonna lunga fino al ginocchio ma nell’insieme era esattamente quello che Stella aveva in mente: elegante ma sbarazzino, sobrio nel suo essere nero ma acceso dagli specchietti e dalle perline che sembravano disegnare un collier di diamanti attorno alla scollatura.

“E’ bellissimo, Lottie!” Esclamò lei, prendendo la gruccia dalle mani della bionda per provarselo davanti allo specchio. Nel momento in cui voltò l’abito alla ricerca della zip però, il luccichio negli occhi della ragazza dai capelli neri svanì.

“E’ troppo aperto sul retro?” chiese Tiana, sempre la più perspicace quando si trattava di capire perchè Stella si rabbuiasse.

Lei restituì il vestito a Charlotte che invece la fissava confusa “Non posso metterlo, la scollatura sulla schiena è troppo profonda. Si vedrebbe la cicatrice.”

“Oh, giusto. L’avevo completamente dimenticato…” si scusò la bionda mordendosi il labbro inferiore. “Vediamo se trovo qualcos’altro…”

“Non ce n’è bisogno, Lottie. Davvero. Posso mettere uno dei miei soliti vestiti…”

“Nemmeno per sogno, ti voglio vedere tutta in ghingheri! Non lo faccio per me, Stella… voglio vedervi contente, tutte e due!” insistette la padrona di casa, incrociando le braccia “Principesse per una serata, tutte e tre, com’è giusto che sia! Non ci meritiamo niente di meno!”

Il sorriso tornò a riaffiorare sulle labbra della ragazza proveniente dal passato “Beh, potrei trovare una giacca da portare sopra, magari con un collo di pelliccia…”

“Adesso ragioniamo!” tornò ad eccitarsi Charlotte “Vediamo cos’ho!”

Mentre lei si ficcava nuovamente nell’armadio, Tiana raggiunse Stella dall’altra parte della stanza, rivolgendole un sorriso incoraggiante “E’ davvero un bell’abito, Stella. Dovresti indossarlo così com’è e al diavolo quella cosa che hai sulla schiena.”

Stella abbassò lo sguardo, pensierosa.

Tiana ricordava bene con quanta sorpresa lei e Charlotte avevano reagito la prima volta che, durante una torrida giornata d’estate, avevano intravisto il marchio bruciato sulla pelle chiara dell’amica. Erano uscite per una passeggiata lungo il Mississippi e un gruppo di ragazzacci s’era messo a tirare secchiate d’acqua alle sfortunate giovinette di passaggio per dare una sbirciata ai loro indumenti intimi una volta che i vestiti di lino leggero s’inzuppavano per bene.

Imbarazzate e furiose, le ragazze erano corse a casa di Tiana più in fretta che potevano e, mentre Eudora metteva i loro abiti ad asciugare, le tre si erano cambiate nella stessa stanza. Non notare e non commentare il cuore alato che campeggiava sulla schiena di Stella era stato semplicemente impossibile.

Come molte altre cose che la riguardavano, anche quel curioso tatuaggio era un mistero e qualcosa di cui Stella non amava parlare. Ma qualche tempo dopo l’accaduto, aveva confessato a Tiana di non avere la minima idea di come fosse finito impresso sulla sua pelle e di cosa significasse. E la cosa frustrava Stella da morire perchè persino il Signor Braig si rifiutava categoricamente di fornirle qualsiasi spiegazione al riguardo.

Stella riprese in mano l’abito nero e argento, sfiorando le paillettes con la punta delle dita. Si vedeva lontano un miglio che moriva dalla voglia di provarlo.

Tiana la incoraggiò con una pacca sulle spalle “Dai, mettilo! Vediamo come ti sta!”

La mora le rivolse un’occhiata colma di gratitudine.

Era soltanto uno stupido disegno sulla pelle, dopotutto. Una ferita, come quella sul volto di Isa.

Lui non avrebbe potuto nasconderla in alcun modo una volta cicatrizzata. L’avrebbe dovuta mostrare ogni volta che guardava in faccia qualcuno proprio come faceva Braig.

E lui sfoggiava le proprie ferite con una buona dose d’orgoglio.

“Lividi e cicatrici dimostrano che hai affrontato qualcosa di brutto e sei sopravvissuta per raccontarlo.” le aveva detto una volta, mentre si allenavano nella palude immersi nell’acqua limacciosa fino alle ginocchia. Uno dei suoi proiettili l’aveva appena colpita sulla guancia, lasciandovi un livido grosso e bluastro che il Nessuno si rifiutò di curare con un incantesimo prima che la sessione d’allenamento fosse finita.

“Dimostrano che sei diventata più forte. È meglio poter sfoggiare una mappa di cicatrici sul corpo che ricevere una sola, letale pugnalata al petto.”

"A meno che tu non sia un Nessuno senza un cuore da trafiggere." Aveva scherzato lei, bloccando la successiva raffica di proiettili luminosi con un fluido movimento del polso, Luce Stellare che vibrava nelle sue mani.

"Come pensi che Xehanort mi abbia sottratto il cuore, eh, Stellina?" Braig aveva sogghignato, premendosi la mano guantata sullo sterno "Un colpo di Keyblade, dritto qui in mezzo. Avrei di gran lunga preferito un'altra bella cicatrice sulla guancia, te l’assicuro."

°°°

Xigbar serrò le dita sui braccioli del seggio bianco situato a metri e metri da terra nella sala circolare.

Era la terza volta in due giorni che Xemnas li faceva convocare tutti lì.

Xaldin gli scoccò un'occhiata interrogativa prima di tornare a fissare il Superiore, quasi sperasse che il N°II fosse al corrente di qualcosa di cui lui invece era all’oscuro.

“A cosa dobbiamo l’onore, stavolta?"

“Questa riunione è stata convocata su richiesta di Vexen.” rispose il N°I mentre l’ex ricercatore di Giardino Radioso si schiariva la gola con un colpetto di tosse.

“Sarò breve.” Esordì, raddrizzandosi contro la pietra bianca dello schienale “Abbiamo ragione di credere che un custode del Keyblade stia agendo nei Mondi a nostra insaputa. C’è un nuovo flusso di cuori provenienti dal Mare d’Oscurità che si sta incanalando nei nostri sistemi."

Demyx alzò lo sguardo dall’orlo della manica con cui stava distrattamente giocherellando “Non potrebbe essere ancora quel topastro?”

“Improbabile. Teniamo sotto osservazione le attività del Re ormai da anni, questo è diverso.” s’intromise Zexion, fissando il biondo attraverso la frangia di capelli argento. Il Nessuno che era stato il giovanissimo apprendista di Ansem il Saggio sembrava una minuscola macchia d’inchiostro sull’imponente trono immacolato, ma la sua voce atona era forte e chiara. Era poco più che undicenne quando le stesse persone che l’avevano preso sotto la propria ala gli avevano asportato il cuore dal petto, trasformandolo in un guscio senz’anima che continuava a muoversi, parlare e crescere senza provare alcuna emozione.

Xigbar s’era domandato più volte se una volta tornato umano, il piccolo Ienzo sarebbe regredito alla condizione di bambino brillante e fiducioso a cui i suoi ‘tutori’ l’avevano strappato ormai quasi tre anni prima o se la sua esistenza come Nessuno si sarebbe fusa al suo cuore perduto creando quella che era a tutti gli effetti una nuova personalità.

Perbias probabilmente avrebbe saputo rispondere a quel quesito. Del resto, non aveva fatto altro che giocare con i cuori dei suoi apprendisti sin da quando erano bambini. Xigbar non s’era sentito poi così diverso quando era tornato in possesso di quel frammento di cuore che, ad insaputa di tutti, il loro subdolo Maestro aveva preso in prestito e tenuto in una boccetta sottovuoto per quasi un decennio… ma era anche vero che lui non aveva tenuto per sé quella scheggia molto a lungo. Forse, pensò Xigbar, la sua intera vita sarebbe andata diversamente se fosse stato un tantinello più egoista.

In ogni caso, la sua esperienza non gli forniva alcun indizio utile per speculare sulla futura condizione di Zexion e lui non s’era mai reputato uno scienziato né chissà quale grande pensatore. Ciò non toglieva che vedere quel ragazzino così giovane e così serio lì in mezzo a loro avesse del surreale.

Ma in quel momento, Xigbar aveva ben altre cose di cui preoccuparsi.

“E com’è esattamente che siete giunti alla conclusione che c’è un altro custode in circolazione?” indagò, inarcando un sopracciglio.

Vexen esitò, scambiando con Xemnas un’occhiata interrogativa, come per chiedere il permesso di divulgare all’intero gruppo un’informazione fino a quel momento rimasta classificata.

Il Nessuno dai capelli bianchi prese le redini della conversazione “Ogni giorno siamo un passo più vicini all’attuazione del nostro piano. Il canale non è ancora del tutto stabile, ma adesso siamo in grado di deviare il flusso di cuori liberati dal Keyblade e farli convergere qui, al Castello che Non Esiste.”

“Far convergere i cuori…?” gli fece eco Xaldin sfregandosi la mascella quadrata “Per evocare Kingdom Hearts?”

“Esattamente.” annuì Xemnas “Così che esso possa restituire a noi ciò che ci appartiene. Ma per riuscirci abbiamo bisogno di molti più cuori. Se potessimo raccoglierli noi stessi non sarebbe così arduo...” fece una pausa “Per questo dobbiamo scoprire l’identità di questo nuovo Custode. E portarlo tra le nostre fila.”

Nell’udire quelle parole, Xigbar nascose un sorriso gelido. Era il solo in quella stanza a sapere che il Superiore non avesse fatto altro che raccontare una balla dopo l’altra in quegli ultimi tre anni. E il solo a sapere che la persona che Xemnas stava cercando fosse la stessa ragazzina che gli era svanita sotto il naso già una volta.

Il vero scopo dell’Organizzazione XIII non era mai stato evocare Kingdom Hearts… quella cosa nebulosa che stava prendendo forma sulle guglie del castello altro non era che una sua patetica imitazione, ma del resto cos’altro potevano sperare di creare dei fantocci senza cuore come loro?

Un gruppo di Nessuno non aveva alcuna possibilità di comprendere il cuore, figurarsi essere in grado di evocare la sua manifestazione suprema. Il semplice fatto che nessuno tra loro avesse obiettato che ricreare scientificamente qualcosa di imprevedibile come il cuore umano fosse un’idea assurda, era la prova che erano esseri dotati soltanto di arido intelletto, senza un briciolo d’istinto o sesto senso.

Un essere umano… un Qualcuno… l’avrebbe capito.

Avrebbe capito che i cuori che Xemnas stava raccogliendo non sarebbero stati usati per restituire loro le vite che li erano state sottratte.

Un Qualcuno avrebbe capito che Xemnas voleva tenerli in quella condizione il più a lungo possibile. Vuoti ed obbedienti.

Meri contenitori in attesa di essere riempiti.

“Quindi qual’è il piano, Xemnas?” sbottò Axel, accavallando le gambe magre sotto la tunica nera “Piantiamo in asso tutto quello che stavamo facendo e ci mettiamo a cercare questo presunto custode?”

“Completare Kingdom Hearts è la nostra priorità. E non possiamo farlo senza un Keyblade.” rincarò Saïx senza nemmeno volgere lo sguardo in direzione del vecchio compagno di marachelle.

Axel si stiracchiò tronfiamente “Abbiamo almeno una pista?”

“Se Xigbar e Demyx ci facessero la cortesia di aggiornarci sui recenti sviluppi nel Mondo chiamato New Orleans...”

Il Nessuno più giovane trasalì nel sentirsi chiamare in causa mentre Xigbar non ebbe alcuna reazione evidente.

“Oh sì, giusto… il rapporto della missione di ricognizione… datemi soltanto un secondo…” farfugliò Demyx frugando nelle tasche della cappa nera alla ricerca di uno sgualcito blocco di appunti.

“Gli Heartless si stanno moltiplicando,” disse asciuttamente Xigbar, sporgendosi in avanti perché tutti, anche i nuovi membri seduti sui seggi più in basso, potessero vederlo “sotto l’influenza di uno stregone conosciuto da quelle parti come l’Uomo-Ombra. Un’opportunità gli si è presentata in guisa di un principe tanto ricco quanto tonto e l’ha colta al volo. Si sta muovendo per mettere in atto i suoi piani, ma essi non sono di alcun interesse per noi se non fosse per il fatto che in quel mondo si sta concentrando un numero particolarmente alto di Heartless, alcuni dei quali molto potenti.”

“Sì, esatto, come dice Xiggy.” rincarò Demyx, sfogliando il suo taccuino “Niente da riferire oltre a questo.”

“Sei sicuro, Demyx?” insistette freddamente Vexen inarcando un sopracciglio, le labbra sottili tirate in un’espressione indecifrabile.

“Sicurissimo!”

“Confido che ci terrete aggiornati.” asserì Xemnas "Nella speranza che questo nuovo flusso di cuori ci conduca da colui che brandisce la chiave. Vexen, ci sono notizie della bambina?"

Lo scienziato incrociò le braccia, le dita affusolate che sparivano nelle maniche lunghe "L'abbiamo rilevata per l'ultima volta due settimane fa alle Isole del Destino e Lexaeus e Zexion si sono recati sul posto per confermare la sua presenza. Anche se è difficile metterla a fuoco con i nostri strumenti, continueremo a monitorarla… lei e i due ragazzini che l'accompagnano, s'intende. Nessuno dei due ha ancora dimostrato il KBP, ma abbiamo ragione di credere che lo faranno presto."

Demyx ascoltò l'intera conversazione con un'espressione così confusa e persa stampata in voto che Xigbar dovette sforzarsi di non sorridere. Forse il suo cuore stava crescendo persino troppo in fretta!

"La riunione è conclusa. Tornate pure alle vostre mansioni." Concluse Xemnas gravemente e i vari Nessuno dell’Organizzazione XIII iniziarono a lasciare i loro seggi, venendo avviluppati in una colonna di tenebre uno dopo l’altro.

"Non tu, Xigbar."

Il Nessuno col volto sfregiato si abbandonò di nuovo contro lo schienale, ricacciando indietro il corridoio oscuro che aveva appena iniziato ad aprire. E ti pareva.

Rimasti soli nella sala circolare, i due uomini in nero rimasero immersi in uno snervante silenzio per alcuni istanti. Poi, il Superiore riprese a parlare. "Se quel che Vexen sostiene è la verità, allora il Cercatore dell'Oscurità presto farà il primo passo. Dobbiamo prepararci.”

"L'altro voi stesso?"

"Il cuore ottenebrato dell'individuo di cui io sono il Nessuno."

"Potete anche chiamarlo per nome. Eravamo grandi amiconi, io e il vegliardo.” sbottò lui. Xemnas aveva sempre avuto la brutta abitudine di essere verboso oltre l’inverosimile. “Beh… cosa volete che faccia?"

"Trova un custode del Keyblade, uno qualsiasi. Il tempo stringe."

"Cosa pensate che abbia fatto per tutto questo tempo? Non crescono esattamente sugli alberi."

"Xaldin ne ha trovato già uno, anche se il suo potenziale é.. discutibile."

Xigbar sollevò le sopracciglia, genuinamente sorpreso. Era stato Xaldin a reclutare Demyx qualche mese prima, ma Xigbar non aveva idea che... "Il N°IX... è un custode?"

"Ha il KBP, ma non sappiamo altro. Non soffre d’amnesia, ma a parte questo non c’è niente di rimarchevole in lui. Non ha alcun talento o predisposizione, nessuna utilità sul campo." proseguì Xemnas, freddamente. Quel che aveva appena detto poteva essere considerato un insulto, ma il suo tono così piatto e asettico lo faceva sembrare una verità scientifica ed incontestabile.

“Sembra quasi che siate deluso dalla nuova recluta.” gli fece notare Xigbar “Vi aspettavate di assemblare un all-star-team? Dobbiamo prendere quel che ci manda la sorte, non credo possiate permettervi di fare lo schizzinoso.”

Il Superiore annuì, serrando le dita guantate sui braccioli del trono. “In ogni caso, adempierà al suo compito come tutti gli altri. Un contenitore è sempre un contenitore.”

Xigbar sbuffò, e il suo occhio giallo sembrò luccicare sinistramente nell’ombra del cappuccio. “Esattamente.”



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Altra nota post-lettura:
KBP = KeyBlade Potential. L'Organizzazione usa acronimi piuttosto buffi come RTC e ho pensato fosse carino ne avessero uno anche per quest'occasione ;) Nei capitoli precedenti, Xigbar ha aiutato Skuld a recuperare il proprio Keyblade dandole specificatamente il compito di tenere a bada gli Heartless nel mondo in cui si trova, perciò l'influsso di cuori 'extra' rilevato dalle strumentazioni del laboratorio di Vexen proviene da lei, anche se ovviamente i nostri cattivoni non lo sanno ad eccezione di Xigbar che sarà obbligato a prendere provvedimenti se vuole tenere Skuld nascosta... almeno finché non arriverà Sora sulla scena.

Con questo capitolo si conclude (per ora!) la parte 'χ' della storia in quanto mi sembra stupido proseguire con l'introduzione di Luxord e l'approfondimento di Demyx dato che Re:Mind è ormai alle porte e Nomura ci ha promesso rivelazioni su questi due personaggi in particolare. Continuerò ad aggiornare con i capitoli riguardanti il Maestro e i Veggenti ma non torneremo a Luxu e Stellina se non dopo l'uscita del DLC. Grazie mille per aver seguito questa storia fino a qui e buon Dicembre/Natale a tutti!
- Calia

   
 
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