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Autore: aurora giacomini    02/12/2019    3 recensioni
Una lettera a te, nulla di più...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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22/11/18

 

 

 

Una Lettera ad uno Sconosciuto

 

 

Stavo pensando a te, sì, proprio a te che ora leggi queste parole. No, non preoccuparti, non conosco il tuo nome, non conosco il tuo viso o il tuo genere, non conosco la tua storia, le tue gioie o i tuoi dolori; non so nulla di te, anzi, una cosa la so: stai leggendo qualcosa scritto da me. Che emozione!
Penso spesso, quando scrivo una storia, a colui/lei che la leggerà. E mi chiedo: la leggerà con la sua voce o mentre i suoi occhi scorrono sulle parole, sentirà le parole con una voce che gli piace? Magari quella del suo attore preferito o di una persona cara. Avrà la mia stessa cadenza e interpretazione o sarà completamente diversa; se me la leggesse, ad alta voce, come reagirei? Non ne ho idea.
Ti scrivo una lettera perché non si usa più, perché mi piace e ho voglia di farlo.
Sono tanti anni che scrivo storie, oggi ne ho ventiquattro, e scrivo da forse venti anni.
Prima di avere una connessione a internet, rompevo le scatole a tutti ( e lo faccio ancora oggi), chiedendo, quasi implorando, di leggere le mie storie, le mie poesie, i miei saggi, persino dei monologhi senza capo né coda.
Spero che, l'idea che qualcuno, legga qualcosa di mio, non smetta mai di emozionarmi; E tu? Sì, sempre tu, pensi mai all'autore di ciò che leggi? Ti chiedi qualcosa di lui? Ti soffermi su alcuni termini, chiedendoti a cosa stava pensando, quando, ha scelto un determinato termine o parola? Io sì, continuamente, cerco di immaginarmi il suo viso, concentrato o frustrato perché ha in mente qualcosa, ma la perde nel tragitto che va dalla mano alla penna. Oppure immaginare, il suo viso, illuminarsi per un colpo di genio e poi mettere il broncio, perché non era poi così geniale.
Mi domando se riesco ad emozionare e a trasmettere quello che provo, se riesco a farti sorridere o a intristirti, almeno per un po'.
Mi piacerebbe rompere la quarta parete, e riuscire a parlarti, proprio come ora, a raccontarti qualcosa come se fossimo faccia a faccia, seduti davanti ad una tazza di caffè o a una birra gelata, come preferisci.
Penso che il mio lavoro sia il più bello del mondo, lo penso perché amo quello che faccio, e vorrei viverci con questa passione. Magari un giorno, quando pubblicherò i miei libri, ci sarai tu, davanti a quella vetrina, a guardare la copertina di un mio libro e penserai: "Mah... quasi quasi."
Quando scrivo, scrivo qualcosa che mi piace scrivere, qualcosa che mi rappresenta, ma penso anche a te, che leggerai le mie parole e mentalmente ti ringrazierò in anticipo.
Ti saluto sconosciuto, è stato bello scriverti.

  
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