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Autore: Hikari_1997    02/12/2019    0 recensioni
Nella valle protetta da generazioni dal clan Haruno, vi è un millenario albero di ciliegio, il rosa dei suoi petali riflesso ogni giorno nelle acque del lago che gli fornisce linfa vitale.
Ogni equinozio di primavera un piccolo e fragile bocciolo fiorisce a rimpiazzare quello sfiorito in autunno
Se il giorno 21 marzo la nuova vita nata sul ciliegio verrà distrutta, allora anche il mondo ne subirà le conseguenze.
Crossover tra Naruto, Inuyasha e Detective Conan
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Rimase immobile, pietrificata dalla paura; non poteva essere vero, non le stava accadendo veramente.

Akai si alzò, ponendosi di fronte a Shiho.

Gin, un membro dell’Akatsuki era di fronte a loro, e il modo con cui si era rivolto alla Kitsune non gli piaceva per niente.

-Sei stata brava a sfuggirmi per tutto questo tempo, ma la fortuna si sa, finisce … piccola Kitsune dal manto bianco-

Akai ripensò alla reazione di Shiho quando le aveva toccato le code … paura e insicurezza si erano dipinti sul suo volto.

-Stalle lontano- disse il Tengu –Ancora tu, mi sei solo d’intralcio inutile mezzo demone, non capisci il suo valore … quanto quelle code siano preziose.
Aspettare ha dato i suoi frutti, rispetto all’ultima volta sei cresciuta e ora hai ben tre code-

Akai capì cosa voleva, era risaputo che negli anni seguenti la distruzione del ciliegio, molti demoni erano scomparsi, volatilizzati.

La particolarità era segnata da alcune peculiari caratteristiche quali il colore della pelliccia o quello degli occhi, e purtroppo Shiho era l’ultima Kitsune esistente dalle code bianche.

Gin si avventò su di lei ma venne prontamente bloccato dalla Katana di Akai –odio gli impiccioni-

-Shiho scappa- era allenato, ma si trovava più a suo agio con arco e frecce in un combattimento a distanza, non poteva avere campo libero fino a quando Shiho sarebbe rimasta lì.

Sfortunatamente la giovane non riusciva a muoversi, era completamente terrorizzata –vai Shiho! –

Akai spiegò le ali generando delle raffiche di vento, sperando di poterlo distrarre per permettere a Shiho di scappare, ma Gin era decisamente astuto, abbassandosi per evitare i colpi d’aria riuscendo a lanciare un Kunai ferendo l’ala sinistra del Tengu.

Il dolore non fu di per sé il colpo, difatti Akai tolse quasi subito l’arma dall’ala, fu una sensazione di paralisi e tremore che iniziò ad avvertire poco dopo … il Kunai era avvelenato.

-Non pensavi davvero di avere la meglio su me vero? – ghignò Gin vedendo il Tengu accasciarsi al suolo.

Lo sorpassò avvicinandosi a Shiho –scappa ti prego- Akai riuscì a dire solo quello prima di svenire.

Shiho lo guardò ancora più impaurita, rivide gli avvenimenti di 22 anni prima, lei ancora tremante e con le spalle al muro, immobile ed impotente nell’osservare quella mano avvicinarsi.

Un déjà-vu odiato, il famigliare odore di sangue misto a quello pungente di bruciato.

Urlò stringendosi su sé stessa, le code iniziarono a vibrare, mentre delle fiammate arancioni iniziavano a divampare intorno a lei bruciando qualsiasi cosa la circondasse.

*****************

Sai avanzava trasportandosi sulla schiena la sacca con fogli e colori.

La sua curiosità aveva preso la meglio sulla vena creativa, spingendolo a indagare su quel tempietto in rovina nei pressi del Palazzo.

Ora, però, la fatica iniziava a farsi sentire, decise dunque di lasciare in quel punto la sacca e continuare il suo cammino.

Si fermò quando udì un “ahia!” provenire dalla borsa quando toccò terra.

Sai afferrò il laccio che teneva chiusa la sacca e, scostando rotoli e pennelli, intravide una testolina ramata circondata da una soffice coda da Kitsune –Shippo?? Cosa ci fai qui? Non dovresti essere alla Montagna Uchiha? –

Il piccolo lo guardò di sottecchi –veramente sono nascosto qui dentro dall’altro giorno, non volevo restare alla Montagna dei Tengu perché voglio essere utile anche io-

Sai strabuzzò gli occhi –sei nascosto nella mia borsa da due giorni? – domandò incredulo.

-si-

Sai sospirò, quel piccolino aveva una costanza fuori dal comune –ok, se vuoi renderti utile mi puoi aiutare a controllare quel tempio laggiù-

-Intendi dire quella casetta mezza diroccata? –domandò il piccolo –si, forza, esci da lì e seguimi-

Shippo esultò uscendo dalla borsa per seguire il monaco e fu in quel momento che Sai notò del fumo in lontananza.

Pensando fosse qualche falò organizzato per cibarie non ci badò molto, continuando a percorrere il sentiero che portava al tempio.

*****************

Temari era rinchiusa nella sala imperiale con Shikamaru.

Lo aveva sempre ritenuto un tipo pigro ma in quei giorni passati a scartabellare per fascicoli, restando insieme a parlare, pianificare strategie o piani d’attacco, la ragazza si era trovata ad ammettere che non fosse del tutto spiacevole la sua compagnia.

Poteva accorgersene prima, questo era vero, ma data la situazione che vedeva entrambi legati ad un dovere senza scampo, Temari aveva piano, piano costruito un muro di difensiva.

Suo fratello Makoto le aveva detto piò volte che si era rinchiusa dentro un castello di sabbia.

All’apparenza fragile di sabbia asciutta, ma con fondamenta scavate a fondo dove la sabbia era ancora bagnata.

Alzò gli occhi turchesi guardando fuori dalla finestra –sono solo pensieri- si disse, ma si bloccò subito scattando in piedi.

-Cosa c’è? –chiese a quel punto il giovane Nara.

-Shikamaru- disse Temari impassibile – in giardino sta scoppiando un incendio-

***********************

Sakura smosse i bracieri accesi da Naruto con un bastoncino, recuperò gli indumenti di Heiji stesi ad asciugare tra due alberi, per poi restituirli al proprietario ora avvolto in una coperta –ecco a te, sono asciutti ora-

Lui ringraziò, indossando i vestiti mentre la ragazza controllava un secondo fuoco dove lei e Sasuke stavano abbrustolendo dei pesci pescati dal Kitsune poco prima.

-Pronti- disse lei dando il pranzo ai suoi compagni di viaggio.

-Dunque- disse a quel punto Sasuke –credo ci devi delle spiegazioni Heiji-

Il giovane si sedette vicino a loro, accettando il pesce offertole da Sakura –avete ragione, quando mi avete avvicinato la prima volta sapevo già chi eravate ma non ve l’ho detto perché ho intuito la vostra situazione-

-Potevi risparmiarci delle spiegazioni inutili- ribatté Naruto
–forse- continuò Heiji –sta di fatto che ho deciso di aiutarvi perché sono dalla vostra parte anche se non sembra-

-E poi- continuò Naruto –si può sapere cosa significa quello che hai detto prima? Che conto in sospeso hai con Kaguya? –

Heiji strinse gli occhi, lo sguardo rabbuiato
–è a causa del ciondolo che porti al collo? –chiese curiosa Sakura causando sguardi interrogativi da parte di Sasuke e Naruto.

-Si- disse Heiji sfiorando lo spago intrecciato –è il mio portafortuna, il simbolo che mi lega per sempre a lei-

-LEI? – Esclamò in coro il Team 7.

-Si, lei-

************************

16 anni prima, Tempio clan Hyuga.

Ottobre, il cuore dell’autunno; le fronde degli alberi caduchi sfoggiano tinte aranciate, rosse e dorate, riflesso della sfera incandescente che piano, piano scompariva dietro le pendici del vulcano Suna.

Come di consuetudine, ai templi miiko si festeggiava la stagione del raccolto, i bambini gioivano allegri mentre giocavano con qualche miiko e pregavano gli dei.

Solo un bambino si era isolato dal resto del gruppo, un giovanissimo samurai alle prese con la propria katana.

Meditazione, allenamento e tradizione.

Erano quelli i tre capisaldi del suo clan, la più antica e nobile famiglia di samurai … gli Hattori.

Il piccolo Heiji si allenava senza sosta a sferrare colpi in aria, voleva che suo padre lo riconoscesse in quanto legittimo erede.

-Attento! – non fece in tempo a scostarsi, perché sentì un colpo sulla schiena facendolo cadere –mi dispiace, ti sei fatto male? –

Il piccolo si voltò dolorante a causa del colpo di quella che sembrava una palla di cuoio, alzò gli occhi blu incrociando quelli verdi e preoccupati di una bambina.

Il visino paffuto era leggermente truccato, i capelli castani raccolti in due codini e l’esile corpicino avvolto in un kimono rosso con guarnizioni floreali –non volevo colpirti mi dispiace tantissimo- disse lei

Lui si sentì arrossire distogliendo lo sguardo –non preoccuparti-

Si alzò tendendogli la palla –è tua giusto? –

-Um- annuì lei –stavo giocando alla pallacorda- Heiji guardò alle spalle della bambina –da sola? –

Lo sguardo sorridente si rabbuiò un istante -… si, non ci sono molti bambini disposti a giocare con una come me-

Heiji la guardò –come ti chiami? –

-Eh? –

-Ti ho chiesto come ti chiami- ripeté lui –Ka-Kazuha –

-Um, bene Kazuha, io sono Heiji, posso giocare un po’ io con te … se per te va bene- la piccola rimase basita un paio di secondi per poi annuire contenta.

Quel sorriso sincero lo aveva legato a Kazuha per il resto degli anni, si erano rincontrati parecchie volte dopo quel fatto, compreso il giorno dove, intrecciando alla bell’è meglio dei fili d’erba sui loro anulari sinistri avevano stretto una promessa di amicizia profonda.

Un’amicizia che nel corso degli anni, crescendo, si era trasformata in qualcosa di più forte … in amore sincero.

****************

Sakura asciugò delle lacrime che avevano iniziato ad inumidirle le palpebre –Dunque Kazuha-

-Si- rispose lui –devo andare al più presto al clan Toyama da sua sorella Temari, appena ho scoperto che era stata rapita dall’Akatsuki ho interrotto il mio periodo di meditazione per mettermi subito in viaggio-

-Heiji- continuò la giovane –ti ringrazio a nome di tutti noi per averci accompagnati fin qui nonostante tutto quello che ti sta succedendo-

-Non sta affliggendo solo me Sakura, ma la maggior parte degli abitanti di Konoha- Heiji si alzò, ringraziando per il cibo e iniziando ad incamminarsi lungo le sponde del lago Oto.

-Ah- disse di colpo bloccandoli –i soldi-

-Se ne è ricordato- pensò Naruto prima di sentire un tintinnio e ritrovarsi due monete d’argento e una di bronzo in mano –teneteli, non mi servono-

Dunque ricominciò a camminare lasciando i tre ragazzi basiti –è una bravissima persona- disse Sakura

-Così sembrerebbe- concordò Naruto per poi alzarsi e dire –forza, dobbiamo rimetterci in cammino-

-Ah- fu la semplice e concisa risposta di Sasuke alzandosi e tendendo una mano verso Sakura –ce la fai ad alzarti? –

-Si, non preoccuparti- disse lei accettando il suo aiuto per incamminarsi insieme al Tengu raggiungendo Naruto.

********************

Villaggio marino.

Shino entrò in una capanna reggendo in braccio il corpo addormentato di Kazuha –Shino che succede? –chiese Sato.

-L’abbiamo trovata nella foresta, io e Mitsuhiko- spiegò lui deponendola su un futon.

Il respiro era corto e la pelle bagnata dal sudore.

Naeko entrò all’improvviso insieme a Neiji, si inginocchiò vicino alla ragazza costatando la temperatura –Scotta, ha la febbre altissima-

Si tolse la sciarpa avvolgendola intorno al braccio, per poi porla sotto la testa della ragazza.

Afferrò un secchio e ordinò a Takagi di andare a riempirlo di acqua al pozzo, dopo di che tolse la bisaccia e prese un mortaio –Naeko-san, ho preso quello che mi hai chiesto- disse Mitsuhiko arrivando con delle mani piene di erbe.

-Bene- le prese, le spezzettò e le mise nel mortaio iniziando a triturarle –la prima cosa da fare e farle scendere la febbre, Sato riesci a prendere un kimono pulito e un panno? Dobbiamo cambiarla e asciugarla-

La donna annuì alzandosi dolorante a causa del pancione –Hiroshi, prendi i sali che ti ho dato e mettili a scaldare sul fuoco, Mitsuhiko, vai insieme a Genta e recuperatemi una coperta, e non fate entrare nessuno chiaro? –

-Ma Naeko – disse Genta –questa obachan ha insistito per entra- hittai- pianse il bambino paffuto sentendosi tirare un pugno sulla testa.

-Impertinente di un moccioso come mi hai chiamata? –

Neiji sgranò gli occhi nel vedere la donna dai mossi capelli dorati appena entrata nella capanna –Yukiko –sama? –

La donna si rivolse ai presenti –salve, se non vi dispiace vi aiuterei-

Sato arrivò con i panni e il kimono nuovo, mentre Takagi trasportò a fatica un secchio d’acqua all’interno della casa.

Yukiko si inginocchiò ai piedi di Kazuha –è da tanto che non ci si vede Naeko-

-Felice di rivederti Yukiko- disse lei sorridendo.

-Nobile signora Kudo cosa ci fa qui? –chiese Hiroshi Agasa al quanto sorpreso –Mio figlio Shinichi mi ha avvisato del rapimento della ragazza, così mi sono recata al clan Toyama immediatamente.

Ora io e Naeko cercheremo di farle scendere la febbre, voglio solo donne qua dentro chiaro? Takagi e Agasa-san andate fuori a far bollire le erbe triturate da Naeko, Mitsuhiko-kun e il suo amico maleducato, voi uscite e aspettate che Naeko vi dia il kimono sporco da lavare, e Neiji- disse osservando il ragazzo ancora sconcertato –non restare lì impalato, non hai visto un fantasma renditi utile a fare qualcosa-

Neiji sospirò –sarei solo d’intralcio, vi aspetto fuori-

Naeko finì di triturare le erbe spiegando in breve a Takagi e ad Agasa come farle bollire insieme ai Sali per ottenere una tisana contro la febbre.

Sato iniziò ad asciugare l’epidermide di Kazuha slacciando poi l’Obi del kimono sporco facendole indossare quello pulito.

Yukiko si soffermò sulle abrasioni presenti su polsi e caviglie –che crudeltà- commentò schifata –Naeko hai degli oli per ravviare la circolazione? –

Naeko annuì dandole una boccetta –bene-

-Sapete molto di medicina, entrambe- notò Sato

-Si, diciamo di sì. Prima di sposare Yusaku anche io ero una curatrice come Naeko, è stata la mia allieva prediletta- spiegò Yukiko massaggiando i polsi di Kazuha –girovagavo per clan cercando di aiutare le persone.
Poi, un giorno, venni chiamata a palazzo Kudo perché quell’irresponsabile topo da biblioteca aveva la febbre alta … e fu così che lo incontrai- La donna si bloccò osservando la caviglia di Kazuha –è slogata, ci servono bende e delle stecche per tenerla ferma, delle bacchette possono bastare-

-Uh, forse Chiba ci può aiutare- disse Sato –si ferisce in continuazione a causa del suo lavoro da pescatore e tiene sempre una scorta di bende, vado a chiederne un po’-

La donna si alzò uscendo, Naeko si avvicinò alla ragazza svenuta, una mano sulla fronte e l’altra sulla pancia rilasciando una leggera luce bianca –non è molto ma l’energia spirituale di miiko può aiutare, anche se ne posseggo di meno rispetto a Neiji-

-Non sforzarti- disse Yukiko recuperando delle bacchette di legno – devi essere al massimo delle forze per aiutarmi-

Naeko infuse chakra nel corpo di Kazuha fino a quando Sato non rientrò con le bende, aiutandola a fasciare la caviglia slogata della giovane Toyama, per poi coprirla con una coperta.

-Il respiro si sta regolarizzando per fortuna- sospirò Yukiko – bisogna avvertire al più presto i membri della sua famiglia, scriviamo un messaggio poi lo recapiterò usando uno dei falchi del mio clan-

Naeko annuì estraendo dalla borsa della carta –Heiji-
Si voltò sentendo la voce della ragazza -Si è svegliata? –

-No- disse Yukiko –sta parlando nel sonno-

-Heiji, Heiji-

Neiji, appoggiato alla porta della capanna, poté sentire tutto.

Si staccò dal muro di legno camminando verso la boscaglia passando di fronte a Takagi, Shino e Agasa impegnati a far bollire le erbe per la tisana –Neiji-san dove sta andando? – domandò Hiroshi

-Non vi riguarda-

Si allontanò con gli occhi chiusi, per poi aprirli rivelando delle nervature al loro lati.

*******************

Sai spinse lo shoji di legno ritrovandosi all’interno del tempietto, buio e in disuso.

Tutti i paramenti sacri erano spariti –etchi- starnutì Shippo –sento odore di sangue-

L’olfatto de demoni era di gran lunga superiore ma anche Sai poté sentire il ferroso e inconfondibile tanfo di sangue rappreso, notando la presenza di macchie rosse sulle assi di legno e residui di corde abrase per terra.

Sospettò di aver scovato il posto di prigionia della giovane Toyama … ma ora dov’era?

I due uscirono quando –fermi-

Sai si voltò restando estasiato.

Di fronte a lui vi era una donna, pelle chiara, occhi azzurri, le curve del corpo fasciate da un kimono bianco e turchese due pezzi che le lasciavano scoperta la pancia, per finire in bellezza una lunga cascata di capelli biondi liberi al vento –chi siete? – domandò puntando addosso al duo un Kunai.

Sai rimase a bocca aperta per poi avanzare ed inchinarsi –mi scuso se l’ho spaventata, il mio nome è Sai e sono un membro della famiglia Haneda-

-I bonzi? –indagò lei
–Che aggettivo peculiare, io preferirei definirmi monaco errante-

-Comunque sia, cosa ci fate qui insieme ad un demone? –

-Il piccolo Shippo Uzumaki è solo un cucciolo, non fategli del male, voi piuttosto chi siete? –

La donna sopirò abbassando l’arma –Ino Aoyama-

-Della nobile famiglia di samurai? Ho conosciuto vostra sorella Sonoko e la giovane Yumi-

Ino annuì –ho contattato mentalmente Sonoko e so che si trova alla montagna Uchiha, la mia capo clan mi ha ordinato di giungere in aiuto ai membri della famiglia Toyama per-

Si bloccò

-Qualcosa non va? – la bionda indicò la costa e, quando Sai si voltò notò delle fiamme arancioni ergersi dal palazzo.

********************

Gin era fermo, una mano sopra il volto mentre osservava quella sublime ricompensa rannicchiata su sé stessa, circondata dal fuoco fatuo arancione.

Avrebbe preferito risolvere la faccenda senza attirare l’attenzione ma non poteva farci nulla ora come ora.

Si avvicinò pronto ad afferrarla, quando un bastone sacro si piantò di fronte a lui, dissolvendo le fiamme demoniache.

Voltò lo sguardo contrariato notando la presenza di Miroku, Sango, Temari, Shikamaru e Kakashi poco distante –eh, che seccatura-

Shiho alzò il volto notando la loro presenza, Akai svenuto poco distante e il bastone sacro di Miroku così vicino da farle perdere i sensi.

Sango e Miroku riuscirono ad avvicinarsi ai feriti.

Sango controllò l’ala di Akai, costatando la ferita –è avvelenata- notò Miroku alzando le maniche del Kimono per facilitare i suoi movimenti.

Fu in quel momento che Sango notò una cicatrice fuoriuscire dal drappo avvolto intorno al braccio destro del monaco, a prima vista sembrava molto profonda.

Decise di non indagare ulteriormente, facendosi aiutare da Shikamaru a trasportare i feriti lontano da Kakashi e Temari, Katane sguainate contro Gin.

-Tu- iniziò a dire Temari –spregevole feccia neanche degno di essere chiamato uomo, dove hai rinchiuso mia sorella? –

Gin avanzò, un ghigno sempre dipinto sul volto, estraendo anch’esso una katana –che bel quadretto famigliare, sorelle affrante e fratelli che si combattono uno contro l’altro-

Temari fece per ribattere ma Kakashi la bloccò –Mi spiace Temari, ma è una questione personale-

Temari non capì subito, notando poi che gli intarsi sui codoli delle Katane di Gin e Kakashi erano gli stessi, il medesimo ideogramma inciso a ricordare un legame fraterno che, la sete di potere e l’ingordigia aveva spezzato, “Hatake”.

   
 
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