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Autore: Gatto1967    02/12/2019    2 recensioni
Questa è una storia cross-over, che fa incontrare Lady Oscar e Candy Candy.
Uhm... ma "come" le fa incontrare?
I loro rispettivi universi narrativi sono ben lontani nel tempo e nello spazio, quindi una delle due non sarà proprio il personaggio originale, ma chi?
Che razza di avventure vivranno due personaggi così lontani fra di loro?
Lo scoprirete leggendo questa breve ff.
Buona lettura!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Candice White Andrew (Candy)
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO

 

1. 

Candy si sentiva a disagio in quel sontuoso palazzo londinese. Ne aveva avuto abbastanza di lussi in quel di Parigi, la corte di Versailles l’aveva sinceramente disgustata: tutto quello sfarzo mentre la povera gente moriva di fame per le strade di Parigi!

Tuttavia si era prestata, anche se malvolentieri, a rendere quella testimonianza, lo doveva al capitano Brown, anzi ad Anthony, come lui stesso le aveva detto di chiamarlo.

Avrebbe dovuto raccontare le circostanze del suo rapimento nientedimeno che al capo dei Servizi Segreti di sua maestà britannica! Sperava almeno che Anthony non le facesse incontrare i reali d’Inghilterra! Per un’irlandese come lei sarebbe stato sinceramente troppo.

All'improvviso la porta si aprì, e Anthony si affacciò dall’interno della stanza invitandola ad entrare con un cenno della testa.

Candy si alzò e si diresse verso la porta. Indossava un abito poco formale ma più che dignitoso, regalo di Anthony.

Entrata nella stanza vide un uomo seduto ad un’elegante scrivania, l’uomo dimostrava una sessantina d’anni e aveva un atteggiamento austero, ma dietro quella maschera d’imperturbabilità Candy poté scorgere un profondo dolore.

-Candy, questo è Lord Raymond Legan, capo dei servizi segreti di sua maestà britannica.-

Legan? Nella mente di Candy si affacciò un sospetto che subito le parole del Lord tramutarono in certezza.

-Sì Candy, quel vile che ti ha rapita e venduta al marchese di Germain era mio figlio.-

Candy rimase spiazzata. Per quanto l’uomo davanti a lei non fosse certo un amico del suo popolo, provò una sincera pietà per lui.

-Non sentirti in imbarazzo Candy, so cosa stai pensando e hai tutte le ragioni. Vorrei solo che tu mi raccontassi quello che è successo quel terribile giorno.-

Candy vinse la sua riluttanza a parlare da pari a pari con quell’uomo, e raccontò brevemente la sua terribile esperienza.

-Non mi chieda di raccontarle di più signore.- disse alla fine -è vero: ho vissuto diversi mesi a contatto con Madamigella Oscar, ma non rivelerò niente su di lei.-

-E nemmeno te lo chiederò Candy, quella donna si è presa cura di te, e capisco che tu non possa considerarmi un amico.-

Il volto di Lord Legan tradiva insieme stanchezza e dolore, un profondo dolore.

-Signore, io vorrei dirle che… mi dispiace tanto per suo figlio…-

-Ti ringrazio…-

Una lacrima scese lungo la guancia del nobile inglese e Candy capì che ogni parola era inutile.

-Vieni con me Candy.- intervenne Anthony come a voler spezzare l’atmosfera cupa che aleggiava in quella stanza.

Senza una parola Candy uscì dalla stanza insieme ad Anthony.

 

2.

In Irlanda pioggia e nuvole sono di casa, e quella era la tipica giornata irlandese: nuvole e pioggia che si alternavano a timidi sprazzi di sereno.

Ma in quel momento a Candy quelle nuvole e quella pioggia dovevano equivalere ad una splendida giornata di sole. Quell’erba bagnata che sfrigolava cedevole sotto gli zoccoli del cavallo e le ruote del carro guidato da Anthony, le richiamavano alla mente la sua infanzia felice, trascorsa a giocare con la povera Annie sull’erba umida e la terra bagnata.

Con gli occhi e con la mente rivide quelle due bambine che correvano insieme felici e inconsapevoli di quello che un destino terribile riservava loro.

Poi, svoltata una curva, davanti a lei apparve una collina, e in cima alla collina troneggiava solitario un grande albero: il SUO albero. Di fianco alla collina, a poca distanza c’era Ponysville!

Con gli occhi pieni di lacrime saltò giù dal carro e rivolse lo sguardo e le braccia al cielo, incurante dell’acqua che le inzuppava i vestiti.

Corse in direzione del villaggio sotto lo sguardo di Anthony che capiva benissimo lo stato d’anima di quella ragazzina.

La vide correre verso quelle quattro case che per tutta la sua infanzia avevano costituito tutto il suo mondo.

Candy correva chiamando Miss Giddins, Suor Mary, e le altre persone di Ponysville che si erano prese cura di lei.

Da dentro la sua casa Miss Giddins sentì una voce che la chiamava e credette di star sognando: quella era la voce di Candy! Ma come poteva essere?

Si affacciò alla finestra e la vide: Candy era lì, che correva sotto la pioggia chiamando lei e gli altri abitanti del villaggio, quasi a volerli tutti intorno a sé.

Con il cuore in gola la buona Miss Giddins uscì di casa e si fermò davanti alla porta chiamando quella bambina che già da tempo aveva pianto per morta.

-Candy!-

La voce della sua benefattrice fece fermare Candy in mezzo alla strada, sotto la pioggia battente, e anche lei non poteva credere ai suoi occhi: Miss Giddins era lì davanti a lei, e tutto intorno a lei le persone di Ponysville uscivano dalle loro case. Era davvero tornata a casa!

Rimase ferma, come se non avesse più fiato in gola, con le lacrime che uscendo dai suoi occhi facevano un tutt'uno con la pioggia, mentre Miss Giddins la raggiungeva abbracciandola!

-Do-dov’è Annie?- riuscì a chiedere la donna preda delle emozioni più forti.

-Annie è morta.- disse semplicemente Candy abbandonandosi al pianto.

 

3.

Ecco Caro Diario, questo è il racconto della mia esperienza francese.

Non ho più rivisto madamigella Oscar e Andrè, come avrei potuto? Ho appreso dopo diversi anni della loro morte durante la presa della Bastiglia, e ne ho sofferto molto.

Anche Anthony Brown morì qualche mese dopo avermi riportata a casa, proprio davanti ai miei occhi.

Poco dopo lasciai di nuovo Ponysville, e mi misi a lavorare come infermiera a Dublino. Fu lì che conobbi l’amore della mia vita.

Sono passati tanti anni da allora, e non ho più lasciato la mia amata Irlanda. La vita mi ha dato momenti gioiosi e momenti tristi, come a tutti.

E oggi sono qui, mentre i miei figli giocano in giardino, a ricordare quei momenti.

La mia figlia più grande, Annie, ha la stessa età che avevo io quando il tenente Legan mi rapì, e io tremo all’idea che lei possa vivere le stesse terribili esperienze che ho vissuto io.

Coraggio Candy, mi dico sempre quando mi assale questa malinconia, hai altro da fare che crogiolarti nella tristezza. Devi vivere!

 

 

 
   
 
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