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Autore: Prettybene9816    03/12/2019    1 recensioni
I protagonisti sono diversi, ma è consigliato leggere prima i sequel per capire meglio i protagonisti.
All'interno del libro ci saranno vari protagonisti, altre storie che vi illustrerò mano a mano. Iniziamo con la prima coppia:
Flora non ha scampo, Khalil, il suo stalker dall'età di 14 anni, ha un obiettivo...vuole umiliarla, distruggerla, farle passare l'inferno, vuole che strisci per terra come un animale, vuole denudarla di emozioni, anima e vita.
Lei si sveglia in una stanza buia ed estranea, non sa cosa possa succedergli, e chi o perchè le stanno facendo ciò, ma lei è forte, furba e caparba...sa che quello è il suo inferno, ma meglio regnare all'inferno che servire in cielo.
Seconda coppia:
Jamal è testardo, Swarna è volubile, Jamal è burbero, Swarna è affabile, Jamal è arrogante, Swarna è timida, Jamal non prova più emozioni, Swarna dà il cuore alle persone, Jamal ama il potere, Swarna ama la semplicità, Jamal vuole tutto, Swarna non vuole nulla...cosa hanno in comune?
Jamal ha perso il suo migliore amico Farid, Swarna ha perso sua sorella Bekka...ogni responsabilità sulla bambina appena nata dall'unione di Farid e Bekka ricade su di loro, sono di colpo genitori e non si sopportano a
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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"Marcus, sai qual è l'unico modo per misurare quanto ami una persona?" "No." "Perderla." FLORA'S POV: PASSATO. "Ci vediamo domani" dice Rodolfo sorridendomi. Annuisco con la testa e dico "Non ti scordar di ciò che ti ho detto" "Non lo farò, promesso" Sorrido mentre lui esce fuori dal mio ufficio e mi lascia sola. Mi appoggio esausta sulla mia poltroncina e alzo le gambe sulla scrivania. Sono esausta, lavoro come una dannata da stamattina e adesso sono persino stanca di andare a mangiare. Afferro il cellulare e non trovo nessuna notifica...quel pazzo non mi contatta da un bel po' di giorni, vorrei tirare un sospiro di sollievo ma la cosa mi mette ulteriormente ansia. Perchè non mi contatta più? Ha sempre avuto dei riguardi nei miei confronti, anche dal 'buongiorno' puntuale ogni giorno. Ha trovato una nuova persona? Una più interessante di me? "Ma che diavolo..." sbuffo per la direzione che stanno prendendo i miei pensieri. Getto il cellulare sulla scrivania e chiudo gli occhi. Solo un secondo, penso sospirando e rilassandomi. "Non mangia?"sento chiedere. Spalanco gli occhi e cerco di rimettermi composta sulla poltroncina, ma questa è girevole e quando cerco di abbassare le gambe dalla scrivania, scivolo subito e cado per terra rovinosamente. "Cazzo..." borbotto toccandomi il gomito. "Attenzione" dice la stessa voce rialzando la poltroncina dietro di me e chinandosi davanti a me. Alzo piano la sguardo sperando che non sia la persona che immagino, ma, per mia grandissima sfortuna, è proprio la persona che immaginavo. "Signor Temiz..." mormoro mettendomi i capelli a posto. Perchè faccio una figuraccia dietro l'altra con Khalil? "Tutta intera?"chiede lui un po' divertito. Per forza, sono un pagliaccio. "Penso di si" dico ridacchiando per sdrammatizzare questa spiacevole situazione. "Forza" dice lui prendendomi la mano e aiutandomi ad alzare. "Grazie" mormoro lisciandomi i pantaloni. "Posso chiederle se mangia senza sconvolgerla troppo?" Sorrido abbassando lo sguardo e dico "Mi scusi per prima, comunque si, devo ancora mangiare" "Mi sono divertito, nessun problema. Pranziamo insieme?" Arrossisco senza contegno e sbattendo velocemente gli occhi dico "Certo" Lui sorride facendomi ammirare la scia di denti bianchi e aprendo la porta, mi fa segno di passare. "Grazie" dico ancora imbarazzata. Alla fine del corridoio faccio per scendere le scale, ma lui mi afferra la mano e dice "Non a mensa" "E dove?"chiedo aggrottando le sopracciglia. Seguimi" dice lui salendo le scale con la sua mano sulla mia. Sorrido come una bambina e corriamo per le scale. Arriviamo all'ultimo piano col fiatone e lui aprendo una porticina, esce fuori. "Vieni" m'invita ad uscire. Abbasso la testa e uscendo dalla porticina, mi accorgo di essere sul tetto dell'edificio. Seguo Khalil che va verso il cornicione e si ferma. "Wow..." sussurro nell'ammirare Palermo da qua sopra. "Che vista spettacolare" dico ancora sorpresa dalla vista pazzesca. "Sì, davvero spettacolare" mormora lui. Giro il viso e lo becco fissarmi, mi mordo il labbro e distolgo subito lo sguardo. Mi sento andare a fuoco. Lo vedo improvvisamente abbassarsi e sedersi sul cornicione. "Ma...che stai facendo?" chiedo spalancando gli occhi. "Pranziamo" dice lui tirando fuori un sacchetto di carta da dietro il muretto. "Qua?"chiedo un po' spaventata. "Non ti piaceva la vista?" "Si, ma...non è pericoloso? E se cadessimo?" "Se non si rischiasse mai nella vita, Michelangelo avrebbe dipinto il pavimento della cappella Sistina" Alzo le sopracciglia e serrando le labbra mi chiedo cosa fare. Sotto di noi ci saranno almeno 30 m di distanza e se cadessi, minimo diventerei un'omelette. "Allora? Non mi raggiungi?" chiede lui guardandomi dal basso. Mi torturo le unghia, ma decido di non fare la figura della bambina e con attenzione mi siedo accanto a lui. "Non oso guardare in basso" dico alzando lo sguardo. "Ecco, non lo fare o ti spaventeresti ulteriormente" mormora lui passandomi un pezzo di sfincione. "Non lo sono" Lui mi guarda con un sopracciglio alzato e io ammetto "Forse un po', ma ora mi passa" Khalil ridacchia e inizia a mangiare. Io mi concentro sulla vista e mi godo lo sfincione, qua sopra mi sento così bene. Libera. Pranziamo in silenzio godendoci a pieno il panorama e l'aria pulita e fresca di Palermo, finchè finiamo di mangiare e lui si fa più vicino. "Non hai spiaccicato parola" dice facendomi sorridere. "Non mi sono mai sentita così, è una sensazione liberatoria. E' tutto tranquillo qua sopra, vorrei stare qui per sempre" "Con me?" chiede lui. Sposto lo sguardo a lui e oso chiedere "Perchè no?" Lo vedo sorridere e io alzando il braccio dico "Guarda, è tutto così immenso davanti a noi, attorno a noi. Siamo nulla in confronto...dei semplici puntini che si credono padroni del mondo. Pecchiamo di superiorità, in realtà è tutto questo che domina, madre natura" "Tu pecchi di superiorità?" "Delle volte sì, lo facciamo tutti" "Dici che è qualcosa che non riusciamo a controllare?" "Esattamente, l'essere umano va contro ogni sua ragione, siamo dei lampi tempestivi...animali indomabili" "Hai una visione distorta dell'uomo" "Tu riesci a controllare le tue emozioni?" chiedo facendo dondolare le gambe. "Neanche volendo" risponde lui. "Siamo fatti così, senza controllo della nostra vita, c'è chi finge di non capirlo e chi lo accetta. Siamo come in una nave dove noi non siamo i timonieri, ma possiamo scegliere come assistere al panorama" "E tu come assisti?" "Sognando, amando, di piccole cose..." "Qual è il tuo sogno più grande?" Sorrido. "Te lo dico solo se me lo dici pure tu" "E chi dice che sogno" "Hanno tutti un sogno, un desiderio più grande degli altri" Lui alza lo sguardo al cielo e sospirando dice "Non so se mai accadrà il mio sogno in realtà" "Sogni di avere un garage pieno di auto di lusso?" chiedo divertita. "Sogno di crearmi una famiglia con la persona che amo" Le sue parole mi spiazzano, inizio a sentire dei brividi ovunque, smetto quasi di respirare quando aggiunge "Sogno di avere una bella casa, una casa costruita con amore e gioia, avere una moglie bellissima, dei bambini belli come lei e incorreggibili come me. Non far mai mancare nulla alla mia famiglia, proteggerli e amarli sempre. E' il desiderio più grande che ho" Sbatto gli occhi lucidi commossa per le sue parole e lui chiede "Il tuo sogno?" "Mi hai rubato le parole dalla bocca" Sorridiamo insieme, mentre lui alza il braccio e mi attira a sè. Incrocio le braccia imbarazzata, ma sento il cuore battere all'impazzata insieme al suo. "Spero che i nostri sogni possano avverarsi" mormora lui respirando sui miei capelli. PRESENTE. "Non ho fame" mormoro fissando la pastina sul piattino di plastica. "Flora...non mangi da giorni, così non ti riprenderai mai" Infatti non mi riprenderò mai. "Cos'hai fatto sull'avambraccio?"chiedo notando la fasciatura solo adesso. "Un cane, allora? Vuoi mangiare?"insiste fastidiosamente lui. Scuoto la testa e rimettendomi sotto le coperte sussurro "Voglio dormire" Juan è costretto a prendere il piatto prima che lo faccia scivolare e mentre io mi rimetto a letto, lui mi fulmina con lo sguardo. "Sai cosa mi fa più rabbia?" chiede mandando al diavolo tutta la pazienza trattenuta fino ad ora. Sistemo le coperte sopra di me e lui col piatto in mano sbotta "Non tanto che tu stia male, puoi sempre riprenderti con le giuste cure, mi fa rabbia che tu stia così per quel fetente" Stavolta è il mio turno di fulminarlo con lo sguardo e sibilo "Ho detto di non parlare così di lui in mia presenza" "Sennò? Sai anche tu che lo è, ti sei per caso scordata come ti ha trattata? Neanche le bestie avevano questo trattamento" Rimango in silenzio cercando d'ignorarlo mentre lui continua a dire "Tu pensi che sia amore, sai anche tu che non lo era. Sei stata manipolata e ora guarda come ti ha abbandonata, è questo l'amore che pensi avesse per te?" "Vorrei dormire, esci" dico con calma. Juan non ci vede più dalla rabbia e posando con rabbia il piatto sbotta furioso "Cristo! Ti ha tenuto nascosto la mia esistenza per anni! Ci ha privato di essere una famiglia, come fai solo a provare dell'affetto per questa bestia!" "Juan ti prego, vai. Voglio stare in pace e..." "Non ti ricordi quando si scopava tutte quelle puttane nella stanza accanto? Come ti privava di ogni tipo di libertà? Ha ucciso nostro zio, come cazzo fai Flo..." "Basta!" grido scostando le coperte con rabbia. Scendo e spingendolo con forza fino alla porta ringhio "Tu non sai nulla! Lo sapevi che è stato proprio nostro zio a uccidere nostro padre avvelenandolo? Sapevi che ha cercato di abusare di me e se non fosse stato per Khalil, ce l'avrebbe anche fatta? Sapevi che è grazie a Khalil se nostro padre ha una sepoltura degna? Che è stato l'unico a preoccuparsene!" Vedo Juan spalancare gli occhi mentre lo butto fuori dalla stanza dell'ospedale e sibilo "Non sai nulla di me, di lui, di noi... ti prego di farti i cazzi tuoi e non mancare più di rispetto a mio marito in mia presenza. Buonanotte." Gli sbatto la porta in faccia e scivolando contro questa, chiudo gli occhi. "Khalil..." sussurro senza fiato, come a pregarlo di venire da me. Mi sento morire. ------------------------------------------------------------- "Avete già fatto troppo" dico sorridendo alle ragazze che sono venute a trovarmi a casa con un sacco di cibo. Sono stata rilasciata dall'ospedale l'altro ieri e sono stata per tutta la giornata di ieri da Juan, mentre aveva mandato qualcuno a pulire casa mia. Sono tornata stamattina e rimettere piede in casa è stato stranissimo. Non sono più la Flora dei tempi...sono passati due mesi che mi hanno totalmente radicata, trasformata, cambiata in tutto e per tutto. Non sarò mai più la stessa...è impossibile che lo sia. La prima cosa che ho fatto appena tornata a casa, è stato quello di alzare lo sguardo a tutte le telecamere posizionate. Una volta Khalil a letto mi ha dettagliatamente spiegato dove avesse posizionato ogni telecamera, da dove mi avesse osservata costantemente per tutti questi anni. Rimasi sorpresa nel sapere che avesse posizionato una telecamera persino in frigo. Non c'era centimetro in casa che non fosse sotto il suo controllo. Ho sorriso nel notare la telecamera in frigo, come diavolo ho fatto a non accorgermene? Non ho fatto togliere nulla, l'idea che lui mi possa ancora osservare mi fa stare bene, mi rincuora in certi versi. E' da pazzi? Può darsi, ma un po' di pazzia in me l'ho accettata per poter stare con lui. "Ma davvero, noi vorremmo restare a dormire qui. Non vogliamo lasciarti sola" dice Melisa insistente. La raggiungo e posando le mani sul suo pancione dico "Tu hai davvero bisogno di riposo, per entrambi. Io sto bene, mi è mancata casa mia" Lei sorride e posando una mano sulla mia mormora "Sono così felice di riaverti nella mia vita" "Non ti libererai più di me tanto facilmente" dico abbracciandola. "Ahh abbraccio di gruppo!" dice Beni stringendoci. Ci raggiungono anche Eleonora, Viviana, Lena e Swarna. "Vi voglio tanto bene" mormoro felice. "Noi te ne vogliamo di più" dice Swarna dandomi un bacio sulla guancia. "Ok, dai basta. Troppo contatto fisico, ho bisogno di ossigeno" dice Viviana staccandosi dall'abbraccio. Scoppiamo tutte a ridere mentre Lena agita il cellulare e dice "E' Alice, dice che ha convinto Rakib per farci entrare nella vip zone alla partita" "Dai, vieni anche tu!" dice Eleonora mettendo una mano sul mio braccio. Io scuoto la testa e dico "Sono troppo stanca, vorrei riposarmi un po'. Sarà per un'altra volta, promesso" "Eh va bene. Riposati che domani invaderemo di nuovo casa" dice Beni facendomi sorridere. "Ci sto, a domani" Aspetto che tutte le ragazze salgano in macchina per chiudere la porta e sospirare. Vado in cucina e versandomi un po' di succo, lo tracanno veloce. Avrei voglia di farmi fuori una bottiglia di vino, ma è chiaramente impossibile. Alzo lo sguardo all'orologio e osservo che sono le 19, di solito è a quest'ora che cenavo in... Fermo subito il flusso dei pensieri e faccio per andare in salone, ma noto un cellulare sul bancone. Penso che sia una delle ragazze, ma trovo un bigliettino sotto che dice "Era nel tuo ufficio, l'ho caricato. Juan" Il mio cellulare. Un flash mi riporta ai primi giorni quando Khalil mi ha costretto a fare la chiamata a Melisa...come ha fatto il cellulare a tornare qui? Rimango immobile davanti a questo, finchè mi decido a prenderlo in mano e accenderlo. "INSERIRE PIN" Inserisco la sequenza di numeri e riesco a sbloccare il cellulare. Le mie dita si muovono veloci e vanno ad aprire i messaggi. Rimango pietrificata davanti agli ultimi messaggi di lui... "Com'è andata a lavoro? Spero bene ;)" "Perchè quel broncio? Io ti trovo bene così, non dar conto a quella stupida bilancia" "Hai lasciato il fornello acceso, fai attenzione per favore pulce" "Questo film è orribile, aspetto te per andare a coricarmi. Fa presto" "Mangi così tanta insalata che un giorno sarò costretto a chiamarti 'capretta' xD" "Non ci pensare nemmeno ad uscire con questa gonnellina, mi vuoi morto cazzo? Va' subito a cambiarti!" "Non prendertela, sai che sono geloso di te. Mi sembra sia un abbigliamento per la sera, non per andare a lavoro, tutto qua. Mi sono espresso in maniera troppo arrogante, perdonami. Buon lavoro. Ps. Questa gonna va molto meglio! Sai che sei bellissima con qualsiasi cosa addosso, sono molto fortunato ;) " "Ti ho sognata stanotte, eravamo a letto insieme e dicevi di amarmi. Non volevo più svegliarmi, buongiorno pulce :)" "Oggi eri davvero bellissima, quando penso che non potresti essere più bella, puntualmente mi fai ricredere." "Finisci la relazione domani, è troppo tardi, il tuo capo capirà...è più comprensivo di quanto pensi. Buonanotte" "Sai che quando sorridi, mi lasci senza fiato? Penso che tu lo faccia per volermi fare fuori, ci stai riuscendo :(" "Hai della salsa sull'angolo della bocca, mi tenti così" "Ti penso, buon lavoro mia piccola e dolce pulce <3 " Scaglio improvvisamente il cellulare contro il muro e mi porto le mani in testa. "Ahhhhhhh!" grido scagliando anche il bicchiere di vetro. Apro il ripiano e ne prendo altri. Pezzi di vetro schizzano ovunque per la cucina mentre continuo a tirare contro il muro ogni tipo di oggetto che mi capita in mano. Afferro il bancone e singhiozzo per le troppe lacrime. "Perchè!!" grido cadendo per terra. Urlo ancora per il dolore straziante dentro, finchè troppo stanca anche solo per respirare, mi stendo per terra e chiudo gli occhi. Spero di sognarlo. ---------------------------------------------------------------------- "Ne è sicura signorina Vignoli?" chiede il dirigente. Io mi distraggo nel sentire come mi ha chiamata, sono stata chiamata Signora Temiz per tutto questo tempo, odiavo questo nome ma adesso...mi manca. "Signorina?" Scuoto la testa ritornando in me e dico "Si, sono sicura. Sono stata una settimana a riposo e... vorrei ricominciare a lavorare" "E mentalmente? Come sta mentalmente, vorrei che si riprendesse del tutto" "Proprio per questo vorrei iniziare a lavorare. Vorrei tenere la mente occupata, io..." Sento tremare il labbro inferiore e un magone in gola che mi blocca la respirazione. "Ho capito... va bene. La metto alla prova, non le prometto nulla, sto già passando sopra ai due mesi di assenza" Sorrido. Nessuno, eccetto Juan e i ragazzi, sa del mio rapimento. Tutti sono convinti che abbiamo fatto una fuga d'amore e ci siamo sposati. La crociera è vista come una lunga luna di miele...se sapessero la verità. "Grazie, lo apprezzo tanto" dico portandomi una mano sul petto. "Può andare e buon lavoro" mi congeda il dirigente. Sorrido e faccio per uscire dall'ufficio, ma lui mi richiama e dice "Le mie più sincere condoglianze...volevo fargliele al funerale ma non l'ho vista" "Io...non ho avuto il fegato. Va bene così, grazie comunque" "Dato che adesso ricoprirà il ruolo del signor Temiz, ho pensato che le sarebbe piaciuto lavorare nel suo ufficio, cosa le pare?" "Io.... va bene" dico corrugando la fronte. "Anche perchè il suo ufficio è stato invaso dalla signora Demir che ha condotto un lavoro eccellente al suo posto, ho ben pensato di assumerla" "Ha fatto benissimo, non poteva trovare una sostituta migliore" Lui sorride e dice "Ho già provveduto a portare le sue cose nel nuovo ufficio" "Grazie, non voglio disturbarla oltre. Vado a lavorare, buona giornata" dico aprendo la porta. La richiudo piano e sospiro. Temevo di passare davanti al suo ufficio e adesso scopro che dovrò lavorarci...come farò? Mi stringo fra le braccia e percorro il corridoio fino all'ultima stanza. Mi giro verso la stanza parallela, la mia due mesi fa, e sorrido. Spingo la maniglia ed entro dentro. La luce si accende automaticamente e subito illumina uno studio ampio con due divanetti imbottiti di pelle rossi, una scrivania moderna nera con una poltroncina sempre nera, il computer grande sopra, la moquette arancio scuro per terra e un lampadario a sospensione con design moderno e pendenti di cristallo, altre lampade agli angoli della sala che danno una luce soffusa e accanto all'ampia finestra che dà alla città con tende beige, un divanetto lungo marrone imbottito per i pazienti e una poltroncina di fianco beige con i piedi neri. Non lo ricordavo così bello, facevo la qualsiasi per non capitare nel suo ufficio. Richiudo la porta e avanzo piano...mi aspetto di sentire il suo profumo, ma chiaramente non c'è. Alzo un dito su un ritratto dei contorni di un viso maschile e femminile messi parallelamente e accarezzo la carta parati con macchie in acquerello rosso su uno sfondo beige. Raggiungo l'imponente scrivania e accarezzando il computer, noto come un piccolo ciondolino dorato...lo prendo incuriosita e subito mi si riempiono gli occhi di lacrime...una pulce. Non si saranno accorti di questo ciondolo quando si sbarazzavano delle sue cose. Sospiro e osservando i miei scatoloni, mi metto all'opera. Dopo due ore riesco a sistemare tutte le mie cose e i vari fascicoli dei nuovi pazienti...ne approfitto anche per studiare qualche profilo, mentre sento il telefono squillare. Con la poltroncina mi trascino alla scrivania e alzando la cornetta chiedo "Pronto?" "Pronto? Ehi Flora, sono Bilel, disturbo?" Corrugo la fronte e chiedo subito preoccupata "Certo che no, è successo qualcosa a Beni? Alle gemelle?" "No no, la bambolina e le bimbe stanno benissimo per fortuna. Ti chiamavo per parlarti di una faccenda" "Che faccenda?" "Di solito non gestisco io i conti correnti dei miei clienti, ma i miei collaboratori mi hanno segnalato un'anomalia col tuo conto corrente" Corrugo la fronte e dico "Non ho fatto spese particolari in questo periodo, anzi non ho toccato il mio conto in questi giorni" "No, non si tratta delle tue spese. Qualcuno in anonimo ha versato sul tuo conto una somma ingente di denaro" "Quanto?" Chiedo perplessa. "Sei pronta?" "Dimmi" "80 milioni" Per poco non soffoco con la mia stessa saliva. "Quanto?? Ho capito bene?" "Non è finita, hai diverse proprietà in Italia, Francia, Spagna, Danimarca, Austria, Grecia, Arabia Saudita, India, Taiwan, Birmania, Corea del Sud, Sudafrica, Canada e Stati Uniti, diversi titoli azionari e la quota del 50% della Temiz Holding in quanto socia" "Stai scherzando Bilel? Io non so neanche dove si trovi la Birmania" dico in un sussurro incredula. "Si trova in Asia, vuoi sapere a quanto ammontano tutto queste cose che ti ho elencato?" "Non sono certa di volerlo sapere" "746 milioni e 821 mila euro" "Non è possibile" "Sei quasi miliardaria Flora" dice Bilel divertito. "Ma da dove vengono queste cose? Chi è il mittente?"chiedo ancora sconcertata. "Flora...penso che tu lo sappia" Mi mordo il labbro e mormoro "Ma com'è possibile...lui non c'è ecco...non c'è più" "Avrà incaricato il suo notaio di farti avere tutte queste proprietà, siete sposati, sono tuoi di diritto" "Io non le voglio tutte queste cose" "Devi decidere tu la destinazione dei tuoi soldi, non è mia competenza" "Come faccio a rifiutare?" "Non puoi...al massimo li dai in beneficenza" mi suggerisce Bilel. "E' quello che farò" penso sospirando. "Ad ogni modo, quando hai del tempo passa da qua che devi decidere un codice per la tua cassaforte" "Cassaforte?" "Per una così grande somma di denaro riserviamo delle vere e proprie casseforti, solo tu saprai il codice" "Capisco...grazie Bilel per essertene preoccupato, inoltre sono più tranquilla a sapere che li ha la tua banca i miei soldi" "Non è nulla, torno a lavoro che ho interrotto una riunione, ci vediamo presto?" "Ci vediamo presto, buon lavoro" "Anche a te, un abbraccio" dice Bilel riattaccando. Riattacco anch'io e mi butto sulla poltroncina, andando a controllare l'app della banca. "826.821.000€" leggo sull'app. "Santo dio...questa è follia" mormoro gettando il cellulare sulla scrivania. --------------------------------------------------------------------- "Caro diario, è passata un'altra settimana e io continuo a vivere alla giornata. Ieri sono riuscita a mangiare una fettina di carne, solo metà, ma ci sono riuscita...finalmente sento un po' di appetito. Le ragazze mi sostengono sempre e cercano di non lasciarmi mai sola, ma quando lo sono è straziante. La notte spesso m'immagino di essere abbracciata dalle sue braccia possenti e il suo respiro caldo sul collo...mi stringo nelle coperte e sorrido. La mattina spesso mi capita di scendere e andare alla ricerca di Khalil, andare nel suo ufficio per disturbarlo, ma appena metto piede in corridoio, mi rendo conto di non essere più nella nave, sono a casa mia, sola. Prima di andare a lavorare faccio una corsetta nel parco vicino, nella nave ero così pigra e se volevo muovermi o correvo un po' di sopra o nuotavo o scopavo...spesso preferivo la terza opzione. Delle volte mi capita di toccarmi e pensare a lui, vengo in pochi minuti e piango il secondo dopo...l'idea di non poterlo risentire dentro di me, di non essere avvolta nel suo calore mi fa morire. Ho un nuovo vicino di casa, Domiziana si è trasferita da sua nipote e adesso c'è Damiano. E' un cuoco e si è appena trasferito a Palermo per lavoro, è un parente lontano di Domiziana, infatti non ha pagato l'intero prezzo di mercato della casa. L'ho conosciuto, niente male. E' molto alla mano e mi ha invitata a cenare nel ristorante in cui lavora, penso di andarci una volta con le ragazze. Delle volte mi blocco per strada a fissare il cielo, le nuvole...chiedo a loro di dargli il buongiorno, alle stelle chiedo la buonanotte, spero stia bene, spero possa amarmi anche lì dove non posso arrivare, spero si ricordi di me, mi senta, capisca che mi manca terribilmente. Ho riletto delle pagine scritte mesi fa e ho riso a crepapelle, auguravo la morte al mio stalker, è successo davvero. E' successo davvero? Ad ogni modo, devo andare avanti, rimanere lucida per me e per il bambino che porto nel grembo. Non lo sa ancora nessuno, il medico me l'ha confermato ma io ho chiesto riservatezza, non abortirò, non lo voglio fare, ma devo iniziare ad abituarmi all'idea di crescere un bambino senza il padre. Sarò sincera, mi è capitato di pensare come sarebbe stato Khalil come padre e ho subito fatto una smorfia. Non so se sarebbe stato realmente pronto e nonostante il mio forte sentimento nei suoi confronti, non dimentico ciò che mi ha fatto passare. Come avrei fatto a crescere una famiglia con lui? Ripensando a tutti gli anni d'incubo, fingendo che non sia mai successo nulla, c'è ancora del risentimento in fondo e se avessi dovuto crescere una famiglia, avrei voluto crescerla con amore, gioia, rispetto reciproco e fiducia. E' inutile che ci pensi adesso, lui non c'è e adesso, tocca a me trarre le somme. Spero solo che mi dia la forza di andare avanti perchè in questi giorni vorrei davvero morire, se non fosse per nostra figlia." ------------------------------------------------------------------------------------------ "Pranziamo insieme?" chiedo a Melisa che entra nel mio ufficio. "Io...veramente capo volevo chiederti due giorni di ferie" dice Meli sorridendo. Che bella quando sorride con quel pancione. "Uhh e che deve succedere in questi due giorni?" chiedo chiudendo i fascicoli. "Io e Kemal faremo l'anniversario di matrimonio e abbiamo scelto di andare in montagna, stare soli soletti per questi due giorni" "Le sorelle Fernando sono in vacanza con le loro famiglie, Lena è in Francia con Efrem e la piccola Ines, Alice in Olanda per la partita e Swarna impegnata con la bambina. Vi sto invidiando" "Ci sono delle stanze libere nel cottage, sei la benvenuta!" "Stavo scherzando, divertitevi" Meli mi raggiunge e abbracciandomi dice "Tu come stai?" "Si va avanti, tra un po' finisco il turno e penso di tornare a casa" "Sei l'unica ancora qui, vai a pranzare in mensa, ci sono tutti" dice lei preoccupandosi di me. "Li raggiungo adesso, tu va'...non far aspettare Kemal che è già impaziente di suo" Lei scoppia a ridere e dice "Ti chiamerò appena potrò, promesso" "Non ci pensare, io starò bene. Salutami Kemal" dico mentre lei mi manda un bacio ed esce dall'ufficio. Sospiro e faccio per spegnere il computer, ma mi si apre una pagina con un annuncio enorme. " Minicrociere nel Meditteraneo. Un pastis a Marsiglia e lo shopping a Barcellona: tante emozioni a poco prezzo. Parti da marzo a maggio. A partire da 199€ a persona. Vedi dettagli" Sorrido amareggiata e ripenso a quando la mattina mi affacciavo dallo yatch e osservavo il mare splendente attorno a me, si respirava un'aria pulita, delle volte vedevo dei delfini saltare e i gabbiani volare sopra... ripenso a quella notte... "Ma è notte fonda" mormoro mentre Khalil mi trascina per le scale. "Ti piacerà, vedrai.." dice stringendomi forte la mano. Mi sistemo la camicia di Khalil, che ormai funge da pigiama da giorni, e seguendolo arriviamo di sopra...lo yatch corre veloce e attorno a noi c'è solo mare. La luna riesce a illuminare di poco le nostre figure e il mio sguardo si abbassa quando Khalil si ferma. "Ma..." mormoro osservando delle candeline per terra vicino alla piscina e dei petali di rose sparsi ovunque. "Tu sei pazzo" dico leggendo la disposizione delle candeline. "TI AMO" "Ti piace?" chiede sorridendomi...la luce illumina il sudore che scorre dal petto, agli addominali fino ad arrivare al basso ventre. Facciamo sesso da ore, lui non riesce a staccarsi da me e io da lui...è così bello. "Se mi piace?"chiedo sorridendo. Lui mi fa l'occhiolino e trascinandomi sulla sdraio sopra di lui dice "Non so in che altri modi dirtelo" "Ma quando hai fatto tutto questo se eri con me?"chiedo passando le mani sui suoi pettorali. Lui recupera una bottiglia di champagne ghiacciata, due calici e una teglia piena di frutta. "Malcolm...gli avevo detto di sistemare il tutto per le 3 di notte" "E se ci fossimo addormentati?" "Avrei sempre trovato un modo per tenerti sveglia" dice lui malizioso togliendo la carta dal tappo dello champagne. "Cosa si festeggia?"chiedo mentre lui mi consegna il calice. "Noi, per sempre noi" "Mi piace" dico quando lui mi posa sul grembo lo champagne e dice "Stappiamolo insieme" Annuisco con la testa e lui mormora "3...2...1..." Stappiamo lo champagne e scoppio a ridere. Lui mi versa dello champagne e versandolo anche per sè chiede "A noi?" "A noi" dico avvicinando il bicchiere al suo. La bottiglia finisce velocemente e ne stappiamo presto un altro...parliamo di tutto, ci prendiamo in giro, litighiamo anche nel mezzo e mangiamo tanta frutta. "Ancora ancora!" esclamo volendo bere altro champagne. "Sei andata" dice lui ridendo. Anche lui non scherza..."Vedi che so reggere benissimo!" grido alzando il braccio, ma lo champagne cade su Khalil e io mi scosto subito ridendo. Lui alza la testa pronto a farmela pagare e io corro alla prua della nave...mi appoggio alla balaustra di legno, mentre lui m'intrappola e mi fa sedere sopra la balaustra. Mi circonda subito la vita e io abbasso lo sguardo al mare..."Se cado, è finita" mormoro col cuore a mille. Sono a un passo dal finire in mare. "Ti fidi di me?"chiede lui cercando il mio sguardo. "Non dovrei farlo" confesso. "Ma ti fidi" Annuisco mentre lui delicatamente scosta la camicia e apre i bottoni che la tenevano aperta. Il vento rinfresca tutto il mio addome e i seni...le gambe sono in aria e gemo quando sento il vento accarezzare anche la mia carne sensibile. "Sei così bella, a volte non riesco a credere che sei reale" "Tu mi sopravvaluti" mormoro chiudendo gli occhi e appoggiando le nostre fronti. "Sei tu che ti sottovaluti" dice lui scostandomi una ciocca di capelli. Riapro gli occhi e deglutendo mormoro "Ti voglio" "Anch'io...in una maniera così intensa che mi fa male" rivela lui abbassando il viso ai miei seni e scostando i boxer. Affondo le dita nei suoi capelli e gli attorciglio attorno ai fianchi le gambe. "Sei fatta per me, ricordatelo sempre" dice lui entrando piano piano dentro di me. Spalanco la bocca e respiro l'aria del mare...che goduria. "Sei mia, mia sola. Soltanto mia" ringhia spingendo forte. Mi sporgo ulteriormente indietro e sento l'ebbrezza del pericolo...sento il rischio, il mare furioso con me per ciò che sto facendo, provando, sento tutto, sento me, sento noi. "Khalil" gemo mentre lui mi tiene forte dalla vita e non mi permette di cadere. Non lo farebbe mai, sono troppo preziosa per lui...mi ama. "Khalil" gemo più forte graffiando la sua schiena muscolosa. "Morirò se continui così...morirò per la felicità" dice lui sofferente. Grido ancora e ancora...mi sento delirante fino a quando arrivo e mi lascio andare completamente...spalanco gli occhi e vedo le stelle sopra di me, il vento che mi sfiora, il mare silente, lui dentro di me...non mi dimenticherò mai di questa notte. Lui mi stringe forte, sento il suo cuore a mille, io sento di poter volare...di poter fare grandi cose, Khalil mi dà la forza di vivere e la sottrae allo stesso tempo, con lui non è mai nella norma...è sempre oltre, è sempre esagerato, è sempre illimitato, fuori controllo...o voli in alto o muori schiantato. Mi sento volteggiare quando lui mi riporta sulla sdraio e mi fa sdraiare sopra di lui...mi accarezza i capelli delicatamente e mi riscalda col suo calore...mi sento esausta, così tanto che sento solo l'eco di un "Ti amo" Asciugo una lacrima che scende furtiva e mi alzo dalla poltroncina. Ho bisogno di un po' d'aria. Esco dall'ufficio e anziché scendere le scale, le salgo fino all'ultimo piano. Forzo un po' la porticina e riesco a salire sul tetto. Blocco la porta con un masso e scendendo sul letto, avanzo piano. E' una bellissima giornata, il cielo è di un azzurro chiaro, le nuvole bianche, il sole splende forte e la città frenetica sotto il mio sguardo. Raggiungo il cornicione e con attenzione mi siedo sopra. L'ultima volta che sono stata qui, ero con lui, parlavamo dei nostri sogni, della famiglia che avremo voluto crescere con amore e gioia. Alzo lo sguardo al cielo e sorrido, niente più lacrime...lui non vorrebbe, ha sempre detto che sono più bella quando sorrido, che quando piango lui non lo sopporta. Abbasso lo sguardo alla fede e me la rigiro nel dito, chissà dove sarà la sua. Dondolo le mie gambe col vuoto sotto di me e osservo le strade affollate di Palermo. E' l'ora di punta e il traffico in centro è terribile, sposto lo sguardo al giardino inglese che da quassù posso ammirare bene e noto vari suv ai lati del giardino. Starà per venire qualcuno d'importante? Noto altri suv oltre il giardino inglese e altri che circondano tutto il centro. Hanno messo guardie ovunque per il centro, chi diavolo deve arriv.... "Malcolm?"mormoro notandolo all'ingresso del centro con cinque suv che bloccano il cancello. Che diavolo sta succedendo? Noto altre macchine raddoppiarsi attorno al centro. Corrugo la fronte nel vedere delle guardie uscire dai suv e posizionarsi in ogni angolo, sembra sia successo qualcosa, un attentato? Una rapina? Un... Spalanco gli occhi sentendo il cuore battere all'impazzata e come una presenza alle mie spalle. Non può essere. Mi giro lentamente e... "Ciao pulce" mi saluta sorridendo Khalil poco più lontano da me.
   
 
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