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Autore: PrimbloodyBlack    03/12/2019    0 recensioni
(la pubblicazione continuerà su Wattpad) Eloyn fa parte di una famiglia di cacciatori di vampiri. Durante la sua prima battuta di caccia viene separata dal gruppo e catturata. Viene portata nella grande dimora di uno dei 5 Signori Vampiri. Viene resa schiava dalla potente Lux che la renderà una Bloodgiver, il cui compito è quello di donare il suo sangue al suo padrone.
Lux riuscirà mai a sottomettere uno spirito ribelle come quello di Eloyn? Sarà una sfida che lei non vorrà di certo perdere.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Eloyn

Oggi hanno convocato un incontro d'urgenza tra tutti i capi famiglia delle casate di Styria. A quanto pare quei cacciatori hanno attaccato una piccola città qui nella zona neutrale, ad est vicino al concilio dei quattordici, ed è lì che Lux è andata. Ormai dovrebbe essere già di ritorno e non so per quale ragione provo una strana sensazione. È la prima volta che dei cacciatori riescono ad entrare in territorio nemico ed è ancora più assurdo che siano riusciti ad entrare in città. A malapena riusciamo a proteggere i nostri villaggi, figurati a contrattaccare. È tutto così strano...

Ero affacciata alla finestra guardando nel vuoto e con la mente altrove, finché non la vidi arrivare. Entrò nel cancello e sentii uno strano senso di sollievo. Ero pronta a raggiungerla, ma poi vidi Rhea che le andava in contro. Non so per quale motivo, ma penso che dopo quello che è successo provi astio nei miei confronti. Alla fine rimasi in camera mia, anzi, la nostra camera. Se ci ripenso mi imbarazzo ancora.

"D'ora in avanti, starai in camera con me." disse tenendomi ancora stretta a lei. "Dormiremo nello stesso letto, condivideremo le stesse lenzuola e ci daremo calore a vicenda. Hai capito?"

Ammetto che in quel momento sussultai. Notai che sorrise, forse perché sentiva il mio cuore battere velocemente. Mi disse che per quella notte sarei rimasta nella mia solita camera e che il giorno dopo avrei dovuto spostare le mie cose. Così eccomi qui, sudata e stanca. Spero davvero che questa volta non vada oltre il limite. Ho provato a fidarmi e mi ha tradita, questa è la sua ultima possibilità.

Assorta tra i miei pensieri non notai l'eccheggiare dei passi al di fuori della stanza. Quando la porta si aprì sobbalzai e mi alzai immediatamente dal letto.

"Oh! Sei qui." disse stupita la rossa.

"Ho portato tutte le mie cose."

"Bene." disse chiudendo la porta alle sue spalle. "Sono così stanca!" esclamò gettandosi suo letto. Agitò le gambe facendo cadere a terra i tacchi e fece un sospiro di sollievo.

Era di fianco a me, con il viso rivolto verso il soffitto, gli occhi chiusi e i capelli rossi sparsi sul materasso. Ci avrei fatto una cornice se avessi potuto. Aveva i lineamenti così delicati e quel rossetto rosso che portava sempre le stava una meraviglia. Ero quasi incantata del quel viso così calmò e rilassato.

Scommetto che ha una pelle liscissima, e poi è così bianca...

Non so cosa mi prese o cosa avevo per la testa, ma mi avvicinai al suo volto.

Si è addormentata, pensai.

E poi mi avvicinai ancora ed ancora. 
Finché non spalancò i suoi occhi, vivi e lucenti. Mi guardò in un modo così... Non lo so, non trovo neanche le parole per descriverlo. Era diverso, almeno da parte mia. Sì ero confusa, ma quasi non mi importava in quel momento. Vedevo il suo viso e pensavo, voglio averla, possederla. Ci fu un momento di silenzio e di tensione, finché lei non si sporse in avanti per baciarmi. Non avevo mai realizzato quanto fossero morbide le sue labbra e il suo profumo era così forte che mi inondò completamente. Per un secondo si staccò da me ansimando ed io istintivamente ricercai quella sofficità che tanto stavo amando. Con brama mi spinse indietro con un altro fugace bacio. Sentivo i suoi capelli sul mio viso e le sue mani sul mio corpo. Con forza sfilò via la mia maglietta da dentro i pantaloni e cominciò a graffiarmi leggermente la schiena, mentre l'altra mano era intrecciata nella mia. Era così piacevole che non potevo non pensare ad altro, non potevo nemmeno oppormi se volevo, era impossibile. Poi smise di baciarmi e fece scivolare le sue labbra lungo il mio collo ed io rabbrividii.

Forse se le do ciò che vuole, forse in un prossimo futuro riuscirò a scappare. Deve credere che sono sua, anima e corpo, mentre allo stesso tempo placo anche i miei di bisogni.

"Per favore, ti giuro che non farà male." io annuii, ero sicura di quello che volevo.

Inizialmente sentii un leggero pizzico poi nulla. All'improvviso mi sentii stordita, poi come se stessi appoggiata ad una soffice nuvola. Tutto quello che percepivo o sentivo aveva un sapore migliore. Sembrava tutto più eccitante e il mio corpo era diventato più sensibile. E lei lo sapeva bene. Lentamente fece scivolare la mano giù verso i pantaloni e abbassò la cerniera. Arrossì fortemente e in quel tangente cominciai ad avere un po' di timore. Ma i miei pensieri furono immediatamente scacciati via quando cominciò a baciarmi la ferita. Era un misto tra dolore e piacere, che si ampliò quando senza accorgermene, ritrovai la sua mano in mezzo alle gambe. Quasi istintivamente le afferrai il braccio. A quanto pare avevo ancora paura ad essere toccata da lei.

"C'è qualcosa che non va?" chiese comprensiva.

"No" dissi convinta. Forse è stata proprioa mia convinzione a renderla insicura.

"Davvero?" io annuii. "Ci andrò comunque piano." mi disse. Nonostante tutto quella rassicurazione mi face sentire meglio.

Non l'avevo mai vista così comprensiva, ne tanto meno l'avevo mai sentita parlare così dolcemente. Quelle rare volte in cui si mostrava amichevole nei miei confronti, aveva sempre un atteggiamento ambiguo, c'era sempre dell'agrodolce nelle sue parole. Ma adesso sembrava un'altra persona. Forse quel giorno che mi ha ferita, si è davvero spaventata.

E adesso era qui, che mi guardava con quei occhi grigi, quasi umani. Mi accarezzò il viso e poi mi costrinse a girare il volto, così che le le nostre labbra poterono unirsi. Così mi distrasse mentre la sua mano scendeva nuovamente sul ventre. E poi più giù. Cominciò a toccarmi, a stimolarmi superficialmente sempre di più finché non riuscii a controllare più il mio respiro. Era una sensazione così bella che avevo paura cosa avrebbe portato, come si sarebbe evoluto il nostro rapporto. Poi sfilò via la mano ed io ripresi a respirare ancora una volta. Finalmente tornò a guardarmi dritta negli occhi. Aveva un sorriso soddisfatto, ma non c'era malvagità nel suo sguardo. I suoi occhi era più lucenti che mai e non facevano altro che scrutare ogni parte di me. Mi voleva ed io volevo lei. Cominciai a sbottonarle la camicia quasi con impazienza, completamente presa dal momento. Fu divertente vederla stupita per poi fare un ghigno. Mi diede un veloce bacio interrompendo ciò che stavo facendo.

"Non vale che sei sempre tu a dominare." Dissi ridendo.

"Almeno per questa volta."

Le lasciai togliermi la maglia, per poi slacciarmi il reggiseno e gettarlo a terra. Provavo un grande imbarazzo, per questo mi coprii con le braccia, ma non quanto mi sarei immaginata. Se mi avessero detto all'inizio che questo sarebbe successo, avrei fatto una clamorosa risata, e invece... Guarda adesso.

Si sfilò via la camicia da sola, lasciando a me il compito di toglierle il reggiseno di pizzo.

Allungai le braccia verso di lei, lasciando scoperto il mio seno. Potevo sentire il mio viso andare in fiamme e il cuore esplodere. Feci come mi disse e le scivolò lungo le sue bianche braccia.

"Siamo pari adesso." sorrise divertita.

Ma non appena provai a ricoprirmi, mi allargò le braccia sui lati stringendomi i polsi. Ero completamente vulnerabile e la cosa mi spaventava. Mi guardò con occhi dolci e premette il suo corpo sul mio. Affondò il viso nel mio collo e espirò profondamente.

"Questo calore..." la presa sui miei polsi diminuì, "Era da tanto tempo che non lo sentivo."

In quel momento capii che quella vulnerabile e che si stava lasciando andare era proprio lei.

Vorrei proprio sapere perché sei così.

Perché hanno paura di te, nonostante tu sei la più distrutta di tutti?

Vorrei tanto saperlo... Anche se mi dovesse far dubitare di nuovo.

Potevo sentire il suo respiro sulla mia pelle ed il suo corpo rilassarsi.

"Lux?"

"Hai già fatto abbastanza." mormorò, "Adesso fammi riposare, è stata una dura mattinata."

"Ma così?" le feci notare. Lei annui.

Sorrisi ed alzai gli occhi al cielo. "Va bene." Ma ormai si era già addormentata, mezza nuda e sopra di me. Non ho avuto neanche il coraggio di guardala, forse è un bene che sia andata così.

La strinsi tra le mie braccia e chiusi gli occhi anch'io. Ma la mia testa era troppo scombussolata, troppe emozioni... Troppe sensazioni. Ci è voluto un po' prima che mi addormentassi, ma devo ammetterlo, è stata la miglior dormita da quando sono arrivata.

Fu il bussare della porta a svegliarmi. Mi stropicciai gli occhi e quando mi ricordai in che stato stavo fui presa dal panico.

"Il pranzo è pronto!" Disse Amelie da oltre la porta.

"Arriviamo subito!" dissi con voce agitata e con gli occhi semi chiusi.

Quando mi guardai meglio attorno, vidi Lux alla mia sinistra con la testa appoggiata sulla mia spalla e un braccio che mi circondava la pancia. Eravamo entrambe coperte dalle lenzuola ed io ero appoggiata ad un cuscino.

Deve essersi svegliata e poi addormentata nuovamente. Effettivamente fa un po' freddo a stare così, l'autunno ormai è cominciato.

"Ehi." aprì gli occhi. "Chi era?"

"Amelie, il pranzo è pronto."

"Bene, sto morendo di fame." Si mise seduta e prima di scansare le lenzuola mi diede un fugace bacio sulla guancia che mi lasciò stupita.

"Che fai non vieni?" chiese sorridendomi. Io non potei che non annuire.

Possiamo tutte insieme esclamare un bel alleluia! Anche se non è successo quasi nulla. Ma si sa, un passo alla volta. Al prossimo episodio XD.

 

   
 
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