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Autore: Kia_1981    05/12/2019    1 recensioni
Qual è il regalo di Natale che si concederanno i giovani eroi di Parigi?
ATTENZIONE: possibili/ velati SPOILER sulla stagione 3; quindi se siete allergici agli spoiler, occhio!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono davvero fortunato ad avere Plagg: è sempre pronto a risollevarmi il morale, mi fa ridere, mi fa sentire libero... certo, non sempre posso contare su di lui se mi serve un consiglio, soprattutto quando si tratta di ragazze, ma direi che questo è un problema marginale. E lo considero un ottimo amico, anche se passa buona parte del tempo a ingozzarsi di Camembert. Direi che ultimamente ho imparato a sfruttare a mio vantaggio questa sua passione perchè so che se ho bisogno di riflettere con calma, basta che gli metta davanti un bel pezzo di quel disgustoso formaggio e il gioco è fatto.
Come in questo momento, per esempio: lui se ne sta con la pancia piena a parlare nel sonno, mentre io ne approfitto per raccogliere le idee e cercare di risolvere un enigma, la cui risposta potrebbe cambiarmi la vita: chi è Ladybug? 
Non riesco a smettere di pensare a lei, non riesco a smettere di amarla, anche se ci ho provato. Non posso più mentire a me stesso e non posso più mentire a Kagami. Ladybug è l'unica e sono più che deciso a trovarla. Quando ci siamo scambiati i miraculous la mia Insettina si è divertita a prendersi gioco di me, ma su una cosa aveva ragione: forse sono sempre stato un po' un sempliciotto, forse sono sempre stato piuttosto cieco, ma ora sono sicuro di avere radunato abbastanza indizi e ho cominciato ad avere dei forti sospetti sulla sua identità. Ho anche architettato un piano così surreale che potrebbe somigliare benissimo a uno dei suoi stratagemmi per sconfiggere i nostri nemici. Devo solo aspettare il momento opportuno per metterlo in atto, non importa quanto ci vorrà.

Un momento! Sembra che,  una volta tanto, la fortuna sia dalla mia parte. Forse potrebbe volerci meno del previsto. Sollevo la mano in un cenno di saluto e vado ad aprire la finestra.  

 
***
 
Nevica e fa freddo: una Vigilia di Natale perfetta, soprattutto perchè, grazie a un piccolo incoraggiamento da parte di Tikki, ho deciso di concedermi un regalo speciale: sono venuta a trovare Adrien. Almeno, l'intenzione era quella, ma pare che quando si tratti di lui, perfino nei panni di Ladybug rimango la balbettante imbranata che sono; quindi ora sono qui, che lo guardo da lontano mentre mi congelo senza riuscire a decidermi ad andare via. E dovrei seriamente farlo, o corro il rischio di far ammalare Tikki. Peccato però che sia così difficile allontanarsi da qui, nonostante ora Adrien sia più lontano che mai. 
Sembra così triste e solo nella sua enorme camera, non riesco nemmeno a immaginare come possa essere vivere in quel modo. Anche se è una gabbia dorata, rimane pur sempre una gabbia e non mi sorprende che soffra di claustrofobia. Deve essere davvero brutto starsene sempre rinchiusi e isolati a quel modo.
Poco fa, per un momento, ho avuto l'impressione di vedere una cosa piccola e nera svolazzargli intorno. Pensavo si trattasse di un'akuma attirata dalla sua tristezza ed ero già pronta ad entrare in azione, ma, qualunque cosa fosse, è sparita prima che potessi agire.
Oh! Come è bello Adrien! Anche quando è così intento a studiare! Però, che strano: come fa a stare sui libri perfino la notte di Natale? Questo ragazzo avrebbe proprio bisogno di una distrazione, di un Natale felice... perchè non posso portarmelo a casa come regalo? Intendo dire, sarebbe un regalo per lui, passerebbe qualche ora in compagnia... Va bene. Devo proprio andarmene prima di fare qualche sciocchezza che potrebbe essere degna di Chat Noir e...
Oh no! Adrien mi ha vista!
Mi sorride!
Mi fa segno di entrare!
Cosa faccio?
Vado? Non vado?
Faccio finta di niente?
No, non posso. Sarebbe troppo scortese. Devo andare per forza.
E quando sono lì, cosa gli dico? Sarà un disastro! Oppure potrei fare come mi ha suggerito Tikki una volta e fingere di recitare una parte. In effetti, però, non è che avesse funzionato molto bene questo stratagemma.
Mi lascio scappare un sospiro rassegnato, lancio il mio yo-yo e prendo la mira per entrare dalla finestra che Adrien sta aprendo per me. 

***
 
"Ladybug! Che sorpresa vederti! Non sarai a caccia di qualche akuma, spero"

Domanda stupida, ma dovevo farla: se ci fosse qualche allarme lo saprei di certo. Lei sembra in imbarazzo, e forse fino a poco tempo fa lo sarei stato anche io, trovandomi solo con lei. 

"Nonononono! Certo che no!", risponde frettolosa, "Stavo soltanto facendo un giro per Parigi per... sai... essere sicura che... fosse tutto a posto, ecco"

"Ma certo! Giusta precauzione. Anche se, in fondo, chi mai potrebbe essere infelice la notte di Natale?"

A parte il sottoscritto, prima che tu entrassi da quella finestra. 

Riesco a tenermi il pensiero per me, per fortuna.

"Già", ribatte ancora più imbarazzata, "Chi potrebbe essere tanto infelice in una notte così, a parte un ragazzo che decide di scappare di casa o un vecchio che, per averlo aiutato, viene accusato ingiustamente da una supereroina fin troppo zelante?"

Mi sfugge una risata nervosa mentre dentro di me sento combattere un vago senso di colpa (in fondo Babbo Natale era stato akumizzato a causa mia) e gioia intensa al pensiero che Ladybug sia qui ora perchè si è preoccupata per me. Amo questa ragazza, non ho più dubbi.

Sono abbastanza sicuro di aver scoperto la sua identità, potrei averne la conferma questa notte stessa, e niente, niente, potrebbe cambiare i miei sentimenti.

"Temo di essere stato io la causa di quel problema, milady"

Accidenti, passo falso, non sono Chat Noir in questo momento! Per mia fortuna, sembra che l'Insettina non si sia accorta di niente.

"Ma no! Cosa dici! Era colpa mia. Quando ho visto gli effetti del cataclisma di Chat Noir ho pensato subito al peggio. Chissà poi perchè aveva distrutto quel..."

"Forse aveva solamente avuto una brutta giornata", la interrompo perchè sentirne parlare mi fa ancora star male. "Forse si sentiva solo e aveva bisogno di sfogarsi"

Scrollo le spalle. La conversazione non sta prendendo la piega che avevo sperato.

"Può essere", soggiunge pensierosa, "Chissà cosa sta facendo adesso"

Sento un brivido che mi corre lungo la schiena: si sta preoccupando per me... di nuovo? Prima come Adrien e adesso come Chat Noir? La mia parte felina comincia a fare le fusa, sono al settimo cielo, ma non posso trattenerla oltre. 

Stasera ho cenato da solo in camera, tanto per cambiare, per poter avere almeno la compagnia di Plagg visto che mio padre, come al solito, non c'era. Sul vassoio c'è un vaso sottile dove Nathalie sistema sempre una rosa per me. La prendo e la offro a Ladybug.

"Vedo che continui a guardare fuori e mi rendo conto che si è fatto tardi. Non ti voglio trattenere, Ladybug"

Lei accetta la rosa con un sorriso dolce. Sembra un po' indecisa, come se volesse aggiungere qualcosa.

"Ti ringrazio, Adrien"

Si avvicina, si alza in punta di piedi e mi sfiora la guancia con un bacio. Mi sembra un sogno, non posso fare a meno di chiudere gli occhi. 

"Buon Natale!", sussurra. Quando riapro gli occhi, lei è già lontana.

Mi precipito al letto e senza troppi complimenti sveglio Plagg che comincia a brontolare come suo solito.

"Ma sei impazzito? Fa freddo e non ho ancora digerito tutto quel delizioso Camembert che mi hai regalato! Non ho alcuna intenzione di uscire, tanto più che la tua guardia del corpo non te lo permetterebbe"

"Smettila di fare il finto tonto, Plagg! Sai benissimo che sarà Chat Noir a uscire!"

"Ti devo ricordare che usare i tuoi poteri per scopi personali è sbagliato e può portare solo guai? Perchè lo so che è proprio quello che hai intenzione di..."

"Plagg, trasformami!" 
 
***
 
"Ritrasformami"

Una rosa. Mi ha regalato una rosa. 

"Cosa c'è, Marinette? Non sei felice per aver ricevuto questa bella rosa?"

Tikki mi gira intorno, cercando di incoraggiarmi come suo solito. Adoro questo esserino, a volte mi domando come farei senza di lei. 

"Il fatto è, Tikki, che è stata Ladybug a ricevere la rosa da Adrien, non io"

"Ma tu e Ladybug siete..."

"La stessa persona, lo so! Ma non conta, perchè per lui siamo due persone diverse"

E poi, forse, ora che c'è Kagami, Adrien considera sia Marinette che Ladybug delle amiche, ma a questo preferisco non pensare.

"Tutti regalano rose a Ladybug: Chat Noir lo fa anche se continuo a rifiutarlo, Adrien mi ha regalato una rosa, probabilmente me ne aveva regalata una anche quando avevo provato ad affidargli il miraculous del serpente", mi sento un po' patetica mentre mi lascio sfuggire un sospiro. "A Marinette nessuno ha mai regalato una rosa"

Mi rigiro il fiore tra le dita mentre mi lascio alle spalle l'aria gelida del balconcino per tornare in camera mia, seguita da un'infreddolita Tikki. Solo mentre mi guardo intorno in cerca di un vaso per riporre la rosa, faccio caso al suo colore delicato, il mio preferito, e un ricordo mi attraversa fulmineo la mente.

"Mi sono sbagliata, poco fa", ammetto.

"Riguardo la rosa?"

"Già", sorrido al ricordo, nonostante all'epoca non ci avessi trovato niente di divertente.

"Chat Noir mi aveva regalato una rosa e poi aveva ammesso di essere innamorato di Ladybug e di non poter provare niente per nessun'altra"

Il mio sguardo vaga oltre la finestra, tra i tetti poeticamente innevati della città, e non posso fare a meno di pensare al mio compagno di avventure, domandandomi cosa stia facendo ora. Probabilmente starà festeggiando con la sua famiglia. O con la sua ragazza. 
Quasi faccio fatica io stessa a capire perchè mi stia comportando così, e di sicuro Tikki sembra ugualmente perplessa.

"Ma ora hai Luka... no?"

​"Già. Luka", pronuncio il suo nome con un sospiro, ma non è come quando dico Adrien e mi sembra un po' ingiusto nei confronti di qualcuno che mi ha sempre parlato molto apertamente dei sentimenti che prova per me. Per Adrien, invece, sono solo una buona amica e forse dovrei imparare ad accontentarmi di questo, dovrei accettare che non sarò mai nulla di più. Il mio sguardo cade sulla rosa e sono costretta ad ammettere la verità, almeno con me stessa.

"Non posso, Tikki. Non riesco a cambiare i miei sentimenti per Adrien, anche se mi fa soffrire sapere che non li ricambia"

"Allora dovresti davvero provare a parlargli", mi incoraggia di nuovo la mia piccola amica prima di concedersi un grosso sbadiglio. Povera piccolina, deve essere davvero stanca.

"Forse dovrei provare di nuovo a parlargli come Ladybug, cosa ne dici? Forse Adrien potrebbe innnamorarsi di lei. Ma no. Che sciocchezza! Ovvio che si innamorerebbe di Ladybug, ma poi io non avrei più alcuna possibilità! Sono un disastro, Tikki!"

Mi infilo sotto le coperte, un po' rassegnata.

"Pensa alle cose belle, Marinette, e fai dei bei sogni"

Sto per risponderle quando un rumore proveniente dal tetto mi fa sobbalzare. Sembra che qualcuno stia camminando sul terrazzo.

"Nasconditi, Tikki", sussurro mentre sgattaiolo veloce su per le scale. Apro appena la botola che porta all'esterno e lancio un'occhiata cauta. Quello che vedo mi sorprende tanto che alla fine esco senza nemmeno preoccuparmi di avere addosso solo il pigiama. Accovacciato sulla ringhiera, con gli occhi verdi che scintillano nel buio, c'è l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere.

"Chat Noir!"    

"Bonsoir, Marinette!", mi saluta con un sorriso disinvolto, come se fosse normale presentarsi a sorpresa a quest'ora e in questo modo.

"Spero di non averti svegliata. Ho visto la luce accesa e ho pensato di passare a farti gli auguri"

Lo guardo a bocca aperta. Deve essere impazzito. Ci metto un po' a ritrovare l'uso della parola perchè in questo momento rischierei di rivolgermi a lui come farebbe Ladybug. 

"Grazie del pensiero, ma non sei impegnato a fare qualche lavoro da supereroe, stasera?". Domanda inutile: se ci fosse bisogno, sarei la prima a saperlo. Sembra divertito da quello che gli ho appena chiesto.

"No. Niente emergenze stasera. In realtà... ecco... non mi andava di stare di nuovo da solo"

Ho una sensazione di deja vu mentre mi avvicino alla ringhiera. Lui non si è mosso, sembra quasi sereno mentre osserva la neve che cade sulla città.

"Solo? Non hai una famiglia? Amici? Una ragazza con cui passare la Viglia di Natale?". So che non dovrei, ma mi sento così dispiaciuta per lui che non posso fare a meno di chiederglielo.
Scuote la testa.
"Ladybug direbbe che non possiamo rivelare troppe cose di noi. Potrebbe essere pericoloso"

"Ma certo! Mi dispiace di avertelo chiesto. Non volevo essere indiscreta". Mi sto congelando e mi sfrego le braccia per riscaldarmi un po'. Chat Noir salta giù dalla ringhiera e mi si avvicina. Mi mette le mani sulle spalle e mi guida fino alla botola che mi riporterebbe al caldo della mia camera.

"Non sei stata indiscreta, solo molto premurosa, e ti ringrazio. Però forse ora dovresti tornare dentro. Fa troppo freddo per te, qui fuori"

Scendo un paio di gradini poi mi volto. Lui sta per andarsene, ma gli afferro la cintura e lo trattengo prima che sparisca con uno dei suoi balzi.

"Perchè non entri a scaldarti anche tu, almeno per qualche minuto?". Mi guarda indeciso, così rincaro la dose. "Ti preparo una tazza di cioccolata calda. Con i biscotti!"

"Come dirti di no?", si arrende alla fine e mi scopro inaspettatamente felice.

Dopo avergli raccomandato di non toccare niente, scendo al piano di sotto per preparare quello che gli ho promesso. I miei genitori stanno guardando un vecchio film, così non devo dare troppe spiegazioni per la mia rapida incursione in cucina. 

***
 
Mi ha detto di aspettarla in camera sua e di non toccare niente e non ho alcuna intenzione di disobbedire. Sono venuto da lei perchè più di una volta ho avuto il sospetto che Marinette fosse Ladybug. La mia intenzione era confermare o smentire i miei sospetti, ma ora che sono qui voglio solo godermi la sua compagnia perchè Marinette riesce a farmi sentire a mio agio, riesce a farmi sentire... amato, in un certo senso. Perchè non è forse amore quando hai qualcuno che si preoccupa che tu non ti senta solo, o infreddolito, o triste? 
Chissà perchè non riesce ad essere così anche con Adrien. Non riesco più a stare fermo, mi alzo e giro per la stanza, guardandomi intorno. Sono stato qui altre volte, so dove sia la sua macchina da cucire, il computer, il letto... ma le altre volte non c'erano tutte queste foto attaccate alle pareti, alla bacheca e un po' ovunque. O meglio, sapevo che Marinette avesse alcune mie foto, ma mi aveva detto che le teneva solo perchè è una mia fan. Possibile, ma questo non spiega come mai non ci sia nemmeno una foto di Luka. Eppure mi sono sempre sembrati così vicini, ultimamente. Sento qualcosa che mi stringe la gola quando penso a loro due: è un dolore che somiglia tanto a quello che provo quando penso che Ladybug potrebbe non innamorarsi mai di me. 

"Chat Noir!"

L'avvertimento perentorio mi sorprende, conosco quel tono di voce; mi volto di scatto, convinto di trovarmi davanti la mia Insettina, invece è Marinette, un'espressione ostile e sospettosa dipinta in volto. Mi precipito da lei togliendole dalle mani il vassoio da cui si spande un profumino appetitoso. Le offro anche la mano per aiutarla a salire gli ultimi gradini, ma lei si è già catapultata in camera guardandosi intorno con una specie di frenesia.

"Cosa stavi combinando?"

Mi si para davanti a braccia incrociate, lo sguardo che dardeggia ancora da un angolo all'altro della stanza. Esattamente come Ladybug quando cerca di capire come usare un lucky charm. Potrebbe essere solo una coincidenza, però.

Cerco di apparire rilassato e addento un biscotto: è delizioso, come sempre.

"Niente, Mil... mia cara. Mi hai chiesto di non toccare niente ed è quello che stavo facendo" 

Non sembra convinta, ma pare non voglia nemmeno mettersi a discutere. Si lascia cadere sulla sedia girevole davanti alla scrivania e decido di andare a sedermi ai suoi piedi. Le allungo un biscotto, ma lei lo rifiuta con un gesto stanco.

"Sei triste, Marinette?", provo a indagare. Chiude gli occhi e fa un respiro profondo. 

"Non capisco: è la notte di Natale, hai una bella famiglia, una casa accogliente, di sicuro hai passato anche una bella giornata con qualcuno dei tuoi amici, quindi come mai hai il morale a terra?"

"Si nota così tanto?", replica mogia.

Non mi piace vederla così, non lei che è sempre pronta a incoraggiare e sostenere gli altri. Non lo merita. Una come lei dovrebbe sorridere sempre. Mi avvicino ancora un po'.

"Per caso è stato il tuo ragazzo a farti soffrire?", chiedo indicando le foto alle sue spalle con un cenno.

Lei si volta talmente di scatto che rischia di ribaltare la sedia. Avvampa e comincia ad agitarsi, mostrandomi la Marinette che mi trovo davanti ogni volta che parla con me a scuola.

"Cosa? Quale ragazzo? Non è il mio ragazzo, come ti è venuto in mente? Lui non è... è solo... è Adrien"

Non le ho mai sentito pronunciare il mio nome in quel modo. C'è così tanta dolcezza nel suo tono che il mio cuore perde un battito, come se stessi cadendo nel vuoto. 

"Potresti farlo innamorare, se ti sentisse pronunciare il suo nome come hai appena fatto. Potresti far innamorare anche me"

"Ma cosa ti viene in mente, Chat Noir! Non dici sempre che sei innamorato di Ladybug?"

Quel rimprovero esasperato... sembra davvero lei. Potrei chiudere gli occhi, la prossima volta che parla, e vedere che effetto mi fa.

"Era ipotetico. Certo che sono innamorato di Ladybug, e non riesco a smettere di amarla anche se non ho speranze". Marinette sembra ancora più abbattuta. Sto sbagliando tutto, voglio vederla sorridere, non rattristarla ancora di più. Bevo un sorso di cioccolata e mi scotto la lingua. Mi sfugge un verso contrariato e Marinette nasconde una risatina dietro la mano.

"Parli troppo, micetto. Dovresti stare più attento a quello che fai" 

Micetto! Mi ha appena chiamato micetto! Non se ne deve essere nemmeno accorta.

"Hai ragione, sai? Me lo dice sempre anche la mia Insettina!"

Si muove a disagio e borbotta ripetendo Insettina tutta stizzita. Ridacchio tra me.

"Posso chiederti un parere?", domando mentre le porgo un altro biscotto che questa volta viene accettato. 

"Non so se sarò in grado di risponderti, ma dimmi pure"

Mi alzo e allungo verso di lei la tazza da cui stavo bevendo quindi mi avvicino a una parete piena di mie foto ritagliate dalle riviste di moda. Mi metto in posa, pavoneggiandomi un po'.

"Pensi che, se gli somigliassi, Ladybug potrebbe innamorarsi di me?"

La domanda la fa scoppiare a ridere e la sua reazione un pochino mi ferisce.

"Sarebbe un no?"

"Non offenderti, Chat Noir"

Si alza e seguo come ipnotizzato il movimento con cui appoggia sulla scrivania la tazza che le avevo lasciato tra le mani: ora la cioccolata ancora fumante si trova proprio vicino a un vaso sottile che non avevo ancora notato e che ospita una rosa dai petali del colore preferito di Marinette. Adesso il mio cuore sta correndo a un ritmo rapidissimo. Intanto lei si è avvicinata e sta guardando le foto. Noterà la somiglianza?

"Non c'è nessuno come Adrien"

Perfetto. Ho deciso: la prossima volta che incontrerò Ladynoir, le darò della sempliciotta.
Dal piano di sotto arriva una musica lenta e dolce, probabilmente la colonna sonora di qualche vecchio film che stanno trasmettendo in televisione. C'è troppa tensione, non voglio lasciare a Marinette un brutto ricordo di questa serata.

"Vuoi ballare, Marinette?"

"Ballare?", sobbalza, colta di sorpresa dalla mia domanda. "E come faccio? Sono in pigiama!"

Per tutta risposta la attiro vicina e guido le sue mani sulle mie spalle. Abbiamo già ballato così, una volta. 

"Ha importanza?"

Scuote la testa e si appoggia a me. Chiudo gli occhi e respiro il suo profumo: sa di dolci e di tutte le cose buone che sforna suo padre. E poi, leggero leggero, sento ancora il profumo del freddo e della neve: deve essere stata fuori ben più che pochi minuti quando sono arrivato qui. Magari è arrivata fino a casa mia, saltando tra i tetti di Parigi.

"Chat Noir?"

La voce di Marinette è poco più che un sussurro. Mi allontano appena e lei solleva per un momento gli occhi verso di me. 

"Credi che se somigliassi un po' a Ladybug, Adrien potrebbe innamorarsi di me?"

"Perchè le vuoi somigliare?", chiedo a mia volta, ma in realtà vorrei darle un'altra risposta. Vorrei dirle che Adrien è già innamorato perso di Ladybug.

"Tutti amano Ladybug", afferma lanciando un'occhiata alla rosa sulla scrivania. Potrei considerarla l'ultima conferma di cui avevo bisogno. 

"E se Adrien fosse diverso da come lo conosci? Lo ameresti lo stesso?"

"Sì", mi risponde senza esitare, con una sicurezza che trovo sconcertante. "Ma non credo che lui potrebbe mai amare me. Mi considera solo un'amica e non sono mai riuscita a parlargli senza balbettare o senza dire cose incomprensibili e insensate. Scommetto che tu non hai di questi problemi con Ladybug, visto che ti sei già dichiarato a lei più volte, stando a quello che hai detto"

"In realtà credo di aver sempre sbagliato tutto, con lei. Non mi prende mai sul serio, non mi considera proprio. Non lo faresti nemmeno tu, probabilmente, se fossi Ladybug"

La musica è finita, i genitori di Marinette devono essere andati a dormire perchè dal piano di sotto non arriva alcun rumore. Però noi siamo fermi, al centro della stanza, stretti come se stessimo ancora ballando. 

"Sai come si dice, mai dire mai, giusto, micetto?"

Non riesco a decidermi ad andarmene e realizzo che sta succedendo di nuovo: mi sto innamorando della mia Insettina per la terza volta: la prima come Ladybug, la seconda come Ladynoir... e adesso come Marinette.

"Giusto, Milady"

Mi domando cosa stiamo facendo. Tikki, se i miei sospetti sono giusti, sarà qui da qualche parte e Marinette potrebbe finire nei guai. Faccio un inchino esagerato, come se l'avessi chiamata in quel modo solo per scherzare.

"Si è fatto tardi, sarà meglio che tu vada a dormire"

"Aspetta!", mi trattiene. "La cioccolata ormai sarà quasi fredda. Non vuoi finirla, prima di andare via?"

"Volentieri!"

Cerco di rilassarmi, ma la tentazione di chiederle conferme è sempre troppo forte. Devo andare davvero, prima di combinare qualche guaio. Marinette si è seduta in fondo al suo letto, evita di guardarmi e io faccio altrettanto mentre trangugio la cioccolata. Lo sguardo mi cade su una fila di pupazzi sistemati su un ripiano, così mi avvicino per osservarli meglio. Non li avevo notati le altre volte che sono stato qui.

"Li hai fatti tu?", chiedo, consapevole dell'ammirazione nella mia voce. 

"Ehm... sono per far giocare i bambini a cui mi capita di fare da babysitter", risponde imbarazzata.

"Sono davvero belli!"

Mi sorride, si avvicina allo scaffale, prende la bambola di Ladybug e me la porge.

"La accetteresti come regalo di Natale? Se preferisci la incarto. Ho un mucchio di carta da regalo. E ho un mucchio di regali già impacchettati che non so se riuscirò mai a consegnare a... ehm...". Sta parlando a raffica e le appoggio un dito sulle labbra per interrompere quel fiume di parole liberate per nascondere l'imbarazzo.

"Ti ringrazio del pensiero, ma non hai detto che sono per i bambini?"   

"Sì, ma posso sempre cucirne un'altra", mi rassicura. "Così tu puoi usare questa per fare pratica con le dichiarazioni d'amore a Ladybug", soggiunge ironica.

***
 
Guardo la tazza e le briciole dei biscotti rimaste nel piatto sulla mia scrivania. Poi il mio sguardo si sposta sulla rosa e poi fuori, nella notte silenziosa. Chat Noir è andato via poco fa. 

"Cos'è successo, Tikki?"

"Hai preso una cioccolata con Chat Noir", mi ricorda. "E hai anche ballato con lui", rincara la dose.

Mi nascondo il viso tra le mani.

"Sei arrabbiata con me?"

"Non hai fatto niente di male"

Mi butto sul letto.

"Ma lui perchè è venuto da me? Cosa voleva davvero? Pensi che abbia qualche sospetto?"

Tikki sospira, paziente e disponibile come sempre.

"Parlerò con Plagg, se vuoi"

La sua promessa riesce a darmi un po' di sollievo.

"Grazie"

"Però devi dirmi una cosa. E devi essere sincera"

"Sono sempre sincera con te. Più o meno. Stai per farmi una domanda indiscreta, vero?"

Il mio kwami sorride.

"Sei stata bene con Chat Noir, stasera?"

Sapevo che sarebbe stata una domanda a cui avrei preferito non rispondere.  



§§§
 
Scrivo in questo fandom per la prima volta, ma accarezzavo l'idea di farlo già da tempo.
Un ringraziamento particolare a chi mi ha incoraggiata a pubblicare questa storia.
Sì, Grazia, parlo proprio di te!
 
   
 
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