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Autore: __Talia__    06/12/2019    3 recensioni
Isabella era una ragazzina sciocca ed innocente la prima volta che aveva visto Dean Winchester, e lui aveva sperato di trovare un angolo di normalità con lei.
Sono passati 3 anni; Isabella è stata costretta a crescere e Dean ha capito che le distrazioni non sono più concesse. Eppure la prima volta che si sono visti vecchi sentimenti e nuovi rancori hanno invaso le anime del due ex amanti, che non sono più gli stessi. Dopotutto Isabella era cambiata, ora inseguiva una vendetta che l'avrebbe, forse, portata alla distruzione mentre Dean aveva superato troppo dolore ed orrori indicibili per pensare che ci possa essere un lieto fine alla sua vita.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Dean

 

La convivenza con Sam non fu particolarmente difficile; giocava con le nipoti, aiutava in casa e andava a trovare anche Mary e John, nonostante le cose tra loro non fossero rosee.

<< Ti disturba? >> domandò Dean a letto, carezzando dolcemente il pancione di Isabella. Non era stata molto bene in quei giorni, non era potuta andare a lavoro e neanche alzarsi dal letto, era sofferente e aveva la febbre alta.

<< No, non mi sta mai vicino se siamo soli, su quello sta mantenendo i patti >> rispose lei, il fiato corto e la voce roca, a malapena udibile. Lui la strinse a sé e le baciò i capelli, cullandola un poco. Erano le tre di notte e lei non riusciva a prendere sonno a causa dei continui calci che il bambino le dava, più forti del solito, tanto da farla trasalire sempre più spesso. Dean sperava che il bambino nascesse, così da far finire quella specie di tortura ad Isabella, ma aveva paura che fosse troppo presto ed ora non era decisamente il momento. 

<< Dormi te, domani hai lezione >> sussurrò la moglie, stringendo poi con forza il lenzuolo nel pugno, trattenendo il respiro per qualche secondo.

<< Mi faccio sostituire...voi siete più importanti >> disse lui tornando a cullarla nella speranza che presto si sentisse meglio. Isabella si stava lentamente, e finalmente, rilassando quando entrambe sentirono un rumore forte provenire di sotto. Subito Dean accese la luce, guardandosi intorno un poco spaesato riprendendosi solamente quando sentì le bambine piangere. Doveva proteggerle. 

<< Le bambine...>> gemette Isabella alzandosi a fatica dal letto, aiutandosi col muro per riuscire a stare in piedi mentre Dean apriva l'armadio e cominciava a digitare i numeri della cassaforte, aprendola per trovarvi dentro una pistola, afferrandola subito con sicurezza. 

Apri gli occhi...

La stilettata lo colpì in pieno, facendolo vacillare mentre davanti a sé vedeva confuso; un attimo prima c'era la sua casa e un secondo dopo c'era solamente un soffitto bianco con una pala che girava lentamente.

Svegliati...

Continuò la voce, ma lui era sveglio e doveva proteggere la sua famiglia. Con ancora un mal di testa allucinante scese al piano inferiore trovando la porta completamente distrutta, le foto del matrimonio a terra col vetro infranto mentre due persone urlavano e si picchiavano. Subito riconobbe la voce sofferente di Sam. Con la pistola ancora alta il biondo seguì la scia di distruzione che i due avevano lasciato dietro di loro, arrivò alla stanza degli ospiti ed accese la luce trovando Sam sotto un uomo grosso e pelato che continuava a colpirlo in volto.

<< Sammy! >> urlò puntando la pistola verso l'estraneo di cui attirò l'attenzione. L'uomo si guardò attorno prima di corrergli incontro e spingerlo via, facendolo sbattere contro il muro, scappando. Dean lo vide andare a sbattere contro un mobile della sala, facendo cadere altri soprammobili. 

<< Chi era? Cosa voleva? >> domandò Dean guardando il volto del fratello che cominciava a gonfiarsi mentre si alzava lentamente, portandosi una mano alla nuca. Sam si asciugò il sangue che gli colava dal labbro e accennò un sorriso rosso prima di guardarsi intorno, forse non notando il casino che era successo. Solamente in quel momento Dean vide la striscia bianca sul comodino, una banconota da cinquanta dollari arrotolata stretta.

<< Sei fatto...>> gemette sentendosi improvvisamente ferito. Gli aveva creduto, aveva sperato che fosse cambiato e invece era rimasto lo stesso stronzo di qualche anno prima. C'erano le sue nipoti in quella casa dannazione! Perchè non pensava mai alle conseguenze? Perchè non pensava ai danni che avrebbe potuto fare? Tutto ora sembrava avere un senso. Non aveva più parole, troppo scosso da ciò che era appena successo. Aveva messo la sua famiglia in pericolo credendo a colui che non aveva fatto altro che farle del male. 

<< Tesoro stai bene? >> chiese una voce sottile dietro di lui. Dean immediatamente si girò trovando Isabella pallida e febbricitante, in piedi nella sua camicia da notte bianca, in mano un coltello da cucina lungo ed affilato. Si limitò ad annuire guardando il fratello che sembrava volersela mangiare con gli occhi. Isabella, d'altro canto, fece qualche passo indietro, allontanandosi dal minore tra i fratelli. 

<< Sei bellissima... >> mormorò Sam facendo un passo verso di lei, ma subito Dean gli diede un pugno in pieno stomaco, facendolo piegare in due.

<< Non la meriti >> gemette ancora il più giovane di Winchester ricevendo in cambio un secondo pugno, sempre in pieno stomaco, ma decisamente più forte di quello prima. Era stato buono e bravo fino ad ora, ma non poteva più permettergli di far del male alla sua famiglia.

<< Non sei neanche in grado di prenderti cura di loro, dovresti lasciare questo compito a me >> sputò Sam con cattiveria e questa volta il pugno gli arrivò in pieno volto e il ragazzo finì disteso e senza più coscenza. Lo guardò per diversi secondi chiedendosi come aveva fatto a conciarsi in quella maniera, perchè era finito così, ma poi andò da Isabella e la abbracciò stretta, baciandole il capo prima di aiutarla ad aprire la mano ancora serrata sul coltello, prendendola in braccio per portarla a letto, andando poi a rassicurare le sue due figlie che tremavano sotto le lenzuola, accompagnandole nella loro stanza quando fu certo che non avrebbero più dormito e subito loro si ficcarono sotto le coperte e andarono a stringere Isabella che provò a rassicurarle. Stette con loro per un po', le cullò e cantò una ninna nanna per loro. Rimase a guardarle per un tempo che gli sembrò infinito; guardò JJ nel suo pigiama con gli unicorni, il volto corrucciato e preoccupato, i capelli biondi e lisci erano arruffati, poi guardò Arrow che sembrava tremare, le labbra appena dischiuse e la mano che stringeva la camicia da notte di Isabella che era ancora più pallida di prima, il volto era sudato, le sopracciglia corrucciate e stringeva con le braccia le bimbe, trattenendole a sé. Le sue ragazze...

Scendere da Sam fu difficile perchè non voleva lasciarle, aveva paura a perderle di vista, come se loro potessero scomparire e dissolversi da un momento all'altro.

<< Perchè quel tizio è venuto qui? >> domandò poi con voce dura a suo fratello che stava riprendendo conoscenza. Sam sputò sangue a terra e si tirò a sedere lentamente, lo sguardo vago, le mani che sembravano prese da spasmi.

<< è il mio fornitore, gli devo un mucchio di soldi >> rispose lui, lo sguardo fisso verso il nulla, le labbra andavano a formare uno strano ghigno, malvagio. Dean alzò lo sguardo al cielo pensando a come fare per sistemare tutto quel casino. Ripulì Sam dal sangue, gli diede un nuovo pigiama e lo mise a dormire e poi tentò di sistemare la camera degli ospiti e il salotto e mise nuovamente in cassaforte la pistola. Quando aveva finito era già mattino, Isabella stava lievemente meglio e si era alzata dal letto per preparare la colazione per le bimbe. non riusciva mai a stare ferma. 

<< Dovete andare via, per qualche giorno...finchè questa situazione non si risolve >> mormorò Dean trovando non so dove la forza per dirlo. Non avrebbe mai voluto separarsi da loro, non avrebbe mai voluto vederle andare via perchè loro erano le sue ragazze. A dir la verità soffriva già al solo pensiero. 

<< Possiamo...possiamo chiedere ai tuoi di portare le bambine al lago e con un po' di fortuna loro non capiranno la vera situazione >> disse lei mentre cucinava i pancakes, ogni movimento sembrava costarle caro. Dean le carezzò il braccio e le baciò la spalla, sperando di tornare presto alla normalità. La pelle di Isabella era calda e sudata.

<< Devi andare anche te >> sussurrò improvvisamente sentendo il corpo della donna contrarsi e gelarsi. Isabella si girò lentamente, gli occhi fissi su Dean, il preparato che sfrigolava e bruciava nella padella, ma lei non sembrava neanche sentirlo. Il marito allungò un braccio ed andò a spegnere il fornello, abbozzando un sorriso stanco. 

<< Io non ti lascio >> disse Isabella dopo secondi che parvero infiniti. Nonostante fosse stanca e provata la sua voce non vacillò nemmeno per un secondo, era sicura e ciò rendeva il tutto ancora più difficile. 

<< Lo faccio per te, per proteggervi >> insistette lui, andando a posare le mani sulla pancia sentendo i numerosi calci che il piccolo dava. Non riusciva a proteggerli, quello era vero, ma forse sarebbe bastato allontanarli per qualche giorno in modo da risolvere la questione, da sistemare il tutto.

<< Io non ti lascio da solo >> ripetè lei tornando a girarsi e Dean presto vide le sue spalle scosse da singhiozzi. Subito la strinse a sé, abbracciandola con forza, cullandola, nella speranza che si calmasse e cominciasse anche a capire che doveva seguire le loro figlie, doveva farlo per loro e per il bambino che aveva in grembo, il loro primo maschetto.

<< Non me lo chiedere ti prego...>> gemette lei e nella sua testa si fece largo una nuova visione; era sera tardi e davanti a sé aveva una Isabella molto più giovane, una ragazzina quasi, gli occhi gonfi dalle lacrime e una parte di viso gonfia e livida, un corpo magro infagottato in una felpa enorme.

Non me lo chiedere ti prego... la sua voce si sovrappose e Dean si ritrovò a fissare nuovamente quei magnifici occhi verdi, le labbra tremanti che avrebbe volentieri baciato a lungo e continuamente. Un ricordo lontano...

<< Fallo per le bambine e per lui, devi stare al sicuro >> mormorò, la testa continuamente scossa da fitte che gli rendevano difficile tenere gli occhi aperti. 

Ti prego Dean, non lasciarmi da sola la voce era singhiozzante, rotta, tanto che cominciava a diventare difficile capire cosa stava dicendo. Davanti a lui tornò l'immagine di una Isabella giovane, le lacrime agli occhi arrossati. Tutto scomparve nuovamente e Dean si ritrovò davanti a sua moglie. 

<< Ti amo >> sussurrò Isabella, prendendogli il volto tra le mani per portarlo a sé, arrivando a baciarlo dolcemente.

<< Anche io ti amo >> rispose lui stringendola a sé, sentendo le lacrime della donna bagnargli la manica della maglia prima di sentirla improvvisamente leggera. Dean si accasciò su sé stesso, arrivando fino a terra, tenendo il corpo inerme di Isabella contro il suo trovandola con gli occhi chiusi e le labbra leggermente dischiuse. Improvvisamente sembrava esser diventata bollente, quasi incandescente. La scosse per qualche secondo, la chiamò e vide il suo volto contrarsi dal dolore. 

<< Mamma! >> urlò JJ che era scesa in cucina in quel momento e Dean si ritrovò a non sapere cosa fare. La bambina aveva cominciato a piangere e ben presto la sorella la raggiunse, scoppiando in un pianto sonoro mentre guardavano a distanza Isabella che non sembrava dare segni di vita. Era immobile, scossa da tremiti che lo fecero immediatamente sbiancare. 

<< Isabella! >> urlò lui prima vedere gli occhi verdi di Isabella spalancarsi e dargli dolore, la sua bocca di arricciò e la vide contorcersi e piegarsi in due, sussurrare che faceva male, tanto. 

Se mi vuoi anche solo un briciolo di bene ti prego svegliati e dimmelo lo stordì la voce che riconobbe come quella di Isabella e, quando aprì nuovamente gli occhi, la vide di fianco a lui, gli occhi rossi per il pianto e gonfi, i capelli scuri erano legati in maniera disordinata ed alla rinfusa, sulle sue guance luccicavano le lacrime che andavano a cadere poi sulle loro mani unite; quelle piccole e pallide di Isabella stringevano la sua da cui spuntavano diversi fili.

Scosse la testa con forza tornando a vedere il corpo di Isabella di fianco al suo, gli occhi aperti, le labbra arricciate in una smorfia di dolore, il respiro sempre più irregolare e veloce.

<< Cosa sta succedendo? >> domandò Sam, il volto pallido e gli occhi assenti. Dean prese Isabella in braccio dicendo alle bambine di seguirlo, ignorando completamente il fratello. Prese le chiavi della macchina ed uscì di casa, seguito dalle bimbe che subito si infilarono in macchina, singhiozzando e piangendo. Il ragazzo sistemò Isabella sui sedili, notando subito il suo volto contratto dal dolore e poi partì per l'ospedale con la sua macchina familiare e un secondo flash lo avvolse.

Era alla guida di una vecchia auto, il volante in pelle e le luci giallognole dei fari illuminavano la strada deserta davanti a lui. Si voltò a guardare il posto del passeggero trovando Isabella, i capelli legati in una coda, il volto affilato, pallido e livido era addormentato e sofferente a causa di un grosso taglio sul torace fresco, faticava a respirare e il suo sonno sembrava agitato. Sporse la mano andando a sfiorare le sue dita ghiacciate che subito si strinsero...

<< Signore la lasci ci pensiamo noi ora >> disse un infermiere posando le mani sul suo petto, spingendolo via con decisione. Dean subito si ritrovò a tenere strette le due bimbe che avevano l'aria terrorizzata, il volto rigato dalle lacrime, ma lui non riusciva a parlare, non riusciva a tranquillizzarle.

Rimasero in sala d'attesa per quattro ore, dove le bambine non riuscirono a stare sveglie e finirono per addormentarsi sui sedii della sala d'attesa, e poi la mora uscì dalla sala su una sedia a rotelle venendo subito circondata da JJ ed Arrow che si attaccarono al suo collo. Lei sorrise, si abbassò un poco e le strinse con forza. Un medico si avvicinò a Dean, il volto preoccupato e poco rassicurante.

<< Signor Winchester? >> domandò lui, lasciando che Dean annuisse in maniera distratta.

<< Sua moglie sta bene, ma la gravidanza è a rischio. Non può fare fatica, non deve stressarsi sopratutto >> spiegò il dottore guardandolo attentamente negli occhi, come per assicurasi che lui percepisseil  tutto. Sarebbe stato impossibile non stressarsi in quel momento con tutti i problemi che stavano avendo a casa.

<< Noi pensavamo...avrebbe potuto fare qualche giorno di vacanza >> cominciò a dire lui, la voce tremolante, insicura e subito si trovò lo sguardo di accusa del medico. 

<< No, no, meglio evitare, dovrebbe rimanere nelle vicinanze nell'eventualità che qualcosa vada storto. È in gioco la vita di suo figlio ed anche quella di sua moglie >> disse lui duramente prima di andare verso la ragazza, dicendogli probabilmente le stesse cose che aveva appena riferito a lui e subito la vide rabbuiarsi, ma annuire lentamente. Quella gravidanza era stata un problema quasi fin dall'inizio, ma entrambe avevano deciso di provarci pensando che tutto sarebbe filato liscio o, almeno, avevano pensato di trovarsi davanti a problemi risolvibili. Isabella si alzò dalla sedia a rotelle e si avvicinò lentamente e lo abbracciò prima di chiedergli di andare a casa, la voce soffocata, sofferente e disperata. Dean la strinse a sé prima di prendere le bimbe ed avviarsi verso la macchina, salendo in silenzio e rimanendo in silenzio per tutto il tragitto. Erano ancora scosse da quello che era successo, Dean poteva vederlo nei loro occhi ancora rossi e gonfi e l'idea di doversi allontanare da loro lo faceva stare ancora più male e sperava che loro due non capissero quanto tutto quello fosse difficile.

<< Casa >> mormorò lui aiutando a scendere Isabella dalla macchina notando solo ora il livido sul braccio là dove le avevano infilato l'ago per la flebo. Isabella andò subito a sedersi sul divano, portandosi poi le mani al volto.

<< Andate a giocare in giardino, guardate se zio Sam è lì >> sussurrò Dean prima di avviarsi verso la ragazza che subito si appoggiò a lui, piangendo sommessamente. Sembrava di essere tornati indietro nel tempo a quando le prime due gravidanze si erano interrotte con aborti spontanei e la trovava seduta a piangere e pensare a quello che sarebbe potuto accadere, a quello che sarebbe potuto esserci. Erano stati momenti difficili dove Isabella era diventata sempre più triste e taciturna, isolandosi a volte, rimanendo a guardare la stanza dei bambini vuota per ore e Dean non aveva potuto fare niente se non guardarla spegnersi lentamente.

<< Si risolverà tutto >> mormorò lui stringendola a sé cercando di infonderle un po' di sicurezza. Lei annuì un poco prima di asciugarsi gli occhi e tentare un sorriso.

<< Devo fare la valigia per le bimbe >> sussurrò Isabella, ma Dean non la lasciò andare e la trattenne a sé, stringendola con forza, carezzandole dolcemente il pancione.

<< Lasciamole tranquille oggi, sono già abbastanza scosse...ci penseremo domani >> disse lui baciandola dolcemente, venendo subito ricambiato con slancio. Isabella subito si strinse a lui alimentando il bacio, una sua mano andò a stringergli i capelli mentre l'altra si era infilata sotto la maglia e andava a toccargli l'addome. Un bacio disperato, sembrava quasi che quello fosse l'ultimo.

<< Stai bene allora >> li interruppe Sam sbucando dal nulla, gli occhi fissi verso loro due, i pugni chiusi e le labbra arricciate. Isabella si spostò, rimanendo però vicino al marito.

<< Hai chiuso l'affare di ieri? >> domandò Dean, la voce dura e scontrosa. Da quando era arrivato Sam erano cominciati i casini, così come era accaduto le altre volte che si era presentato alla sua porta. Possibile che non potesse tornare tutto come un tempo?

<< Quasi >> rispose lui prima di chiudersi dentro la sua stanza, lasciandoli nuovamente soli.

<< Devi riposare >> mormorò il ragazzo a sua moglie, carezzandole dolcemente le braccia e le spalle, lasciando che lei si addormentasse sulle sue gambe, come quando erano ragazzi.

Dicono che dobbiamo cominciare a pensare di lasciarti andare, che potresti non risvegliarti mai più... quella voce lo stava straziando. Era così vicina, così reale e così sofferente, sentiva chiaramente che la donna stava piangendo, che cercava di fermare i singhiozzi del pianto senza riuscirci. Istintivamente si toccò le guance, trovandole improvvisamente bagnate di una sostanza salata che subito riconobbe come lacrime, ma non erano le sue e neanche quelle della moglie, ora addormentata. Si guardò intorno, ma la casa era silenziosa a parte le risa delle bambine che sembravano essersi distratte.

Sei un figlio di puttana Dean... continuò la voce colpendolo in pieno petto, sopratutto a causa di ciò che vide dopo. Era in piedi davanti ad una porta squallida di legno semiaperta, dietro c'era Isabella, un grosso livido sulla guancia sinistra e sulla mascella mentre le braccia erano fasciate e livide. Lo stava guardando con sguardo interrogatorio, il labbro inferiore era ridotto ad una fessura bianca da quanto lo stava mordendo forte. Si era spinto contro di lei, aveva sentito il corpo della ragazza a contatto col suo e le sue mani avevano cominciato a vagare sulle braccia di lei mentre le sue labbra prendevano il possesso di quelle della giovane che subito ricambiò, trascinandolo poi in stanza.

Non significhiamo davvero niente se hai deciso di mollare...e se non vuoi tornare per me, almeno fallo per Sam continuò la voce facendolo saltare in piedi, le mani a tenersi la testa mentre altre immagini comparivano davanti a lui senza un secondo di pausa; lui e Sam dentro una vecchia macchina, lui e Sam che ridevano e scherzavano mentre pulivano delle armi, loro due che si abbracciavano, che cantavano una canzone, loro due insieme a John, Sam che lo proteggeva e lo salvava, Sam...

<< Tesoro va tutto bene? >> chiese Isabella preoccupata, ma questa volta la sua voce sembrava distante, la sua figura era annebbiata, lontana e sembrava scomparire. Sembrava una frequenza. La guardò intensamente e la vide andare via e tornare più volte.

<< Non sei reale...>> gemette il biondo andandole incontro, toccandola e rimanendo stranito.

Torna e baciami ancora dannazione! Urlò la seconda voce nella sua testa, facendolo piegare in due, facendogli male fisico. Immagini confuse continuavano a tornargli alla mente.

Ti prego... gemette ancora quella voce e Dean sentì una strana sensazione sulle labbra, un formicolio... Con uno sforzo che gli sembrò disumano, andò verso Isabella sentendo una fitta di dolore all'altezza del cuore. La vide aprire la bocca, la vide urlare e seguirlo verso il basso, la sentì toccargli le mani, cercare di entrare nel suo contatto visivo. Dean vide le due bimbe affacciarsi dalle scale, correre verso di lui, gli occhi colmi di lacrime mentre lo scuotevano forte, chiamandolo a gran voce. Poi lui e Sam in macchina, Sam che veniva accoltellato alla schiena da un uomo vestito da militare e dalla pelle scura, un bacio per riportarlo indietro, l'uccisione di Azazel, la ricerca di Lilith e del contratto che conteneva la sua anima, i segugi che lo trascinavano all'inferno, lo scavare per tornare in superficie, il sacrificio di Sam, la sua vita con Ben e Lisa, il ritorno di Sam e poi Isabella. Era tornata nella sua vita come un uragano e rivide tutto ciò che avevano passato in quel lasso di tempo insieme, fino alla sua dolorosa confessione, fino al senso di colpa che gli aveva chiuso la gola e lo stomaco e poi la vide minacciare il ragazzino davanti a lei, il locale in fiamme, il corpo della ragazza che sembrava emanare calore e che bruciava, tanto da rendere quasi impossibile toccarlo.

<< Ricordo tutto...>> mormorò Dean, osservando la donna che gli aveva dato due figlie in quello strano sogno, in quella visione dove lui si sarebbe rifugiato con facilità. Eppure non poteva lasciare indietro suo fratello, aveva promesso di proteggerlo e non poteva neanche lasciare indietro Isabella, non ora. Alzò appena un braccio e sfiorò le mani delle bambine prima di sorridere e serrare gli occhi. Li aprì nuovamente dopo un secondo, trovandosi in una stanza asettica, bianca, sopra di lui Isabella, così vicina da poter contare le efelidi sul suo volto rigato dalle lacrime, le sue mani bollenti e morbide che tenevano le proprie con forza. La cacciatrice lo guardò e si asciugò le lacrime col dorso della mano, sorridendo un poco, prima di abbracciarlo con forza, rischiando di soffocarlo.

<< Sam! Sam! >> urlò poi uscendo dalla stanza per qualche secondo tornando seguita da suo fratello, che subito si gettò su di lui, abbracciandolo e riempendolo di brutte parole, ma Dean stava guardando solamente Isabella; più giovane, il fisico decisamente più asciutto ed atletico e la pancia stranamente piatta, un sorriso felice stampato sul volto.

 

<< Cosa è successo? >> domandò Dean dopo aver fatto tutti gli esami di routine. Isabella era andata in motel a farsi una doccia e con lui ora c'era solo Sam, che non voleva lasciarlo solo nemmeno quando andava in bagno. Il fratello si sistemò i capelli, spostandoli dal viso prima di guardarlo attentamente, come se si aspettasse qualcosa.

<< Sei svenuto, improvvisamente. Sei caduto a terra, ti abbiamo portato qua e ci hanno detto che eri entrato in coma, avevi inalato troppo fumo. >> cominciò a dire il cacciatore, guardandosi attorno.

<< Sei rimasto incosciente per due settimane e ci hanno detto che, probabilmente, non ti saresti più svegliato >> continuò guardandolo intensamente, come se cercasse di capire se fosse diventato un demone o se fosse veramente tornato.

<< Cosa ti è successo? >> domandò infine, sedendosi sulla poltrona a fianco del letto, continuando ad osservarlo con attenzione. Due settimane...era stato incosciente per due settimane mentre a lui era sembrato di vivere solamente qualche giorno...

<< Ero come in un sogno, da cui non volevo svegliarmi >> ammise Dean guardandosi attorno, ripensando alle voci felici delle due bimbe, ad Isabella, ai suoi genitori. Tutto ciò che aveva sognato, tutto ciò che avrebbe voluto se non fosse stato un cacciatore.

<< Che sogno? >> chiese Sam, incuriosito. Doveva dire la verità? O forse era meglio tenersela per sé? Forse era meglio non rivelargli che non voleva tornare perchè lì aveva una bella vita, perchè era felice. Perchè era normale.

<< Ero sposato, avevo due bellissime bambine e stavo aspettando il terzo...mamma e papà era vivi e andavamo da loro a mangiare la domenica a pranzo. Facevo l'insegnante... >> mormorò sorridendo lui e adesso gli sembrava veramente tutto assurdo. Lui insegnante?

<< Mentre te eri la pecora nera della famiglia, dipendente da droghe e con un sacco di debiti >> continuò Dean, ricordandosi il volto scavato del fratello. Il Sam del suo sogno era lo spettro di quel Sam, la brutta copia. Era stato felice, aveva assaporato per un po' una vita normale. Una vita che già gli mancava. 

<< Ed avevo la mia vita con Isabella...ed era bellissima e dovevi vedere le bambine; biondissime e dai grandi occhi verdi, forse fin troppo intelligenti >> gemette lui, sentendo una fitta all'altezza del petto al ricordo dei loro occhi colmi di lacrime. Le aveva abbandonate, le aveva lasciate sole...no, non erano reali, erano solo frutto della sua immaginazione, del suo subconscio.

<< Non ti ci vedo padre >> scherzò ancora Sam cercando di alleggerire la situazione e Dean annuì, non voleva dirgli che in verità le bambine lo adoravano.

<< Pensi di dirglielo? >> chiese a bruciapelo Sam dopo qualche secondo. Dean rimase fermo a guardare davanti a sé, facendo finta per qualche secondo di non aver capito cosa suo fratello gli aveva chiesto. Doveva dire alla ragazza che lui aveva sognato che erano sposati, con una famiglia, due figli...felici?

<< No, penso che la farei solamente soffrire. Avevamo una vita normale Sam, eravamo felici...quello che ho vissuto è quello che lei ha sempre sognato, non posso farle questo...>> sussurrò lui con voce grave. Voleva fargli capire che lui stesso stava soffrendo per quel sogno e sarebbe voluto rimanere lì, al sicuro da demoni e vampiri, fantasmi e spiriti. Avrebbe voluto avere quella vita a cui neanche aveva mai pensato perchè, fin da bambino, era stato gettato in mezzo ad armi e mostri. Isabella, però, lei l'aveva sempre sognata, ed ora quel suo sogno si era allontanato forse per sempre.

<< Qui come sono andate le cose? >> domandò il biondo tentando di alzarsi sentendo però il corpo completamente privo di forza. Sam alzò un poco le spalle, facendo la solita smorfia con le labbra, un sorriso dolce comparve sul suo volto mentre i suoi occhi chiari andarono a fissarsi contro il muro bianco dell'ospedale.

<< Isabella è stata qui tutto il tempo, non ti ha lasciato neppure per un secondo e ti ha parlato a lungo >> rispose lui cominciando a preparare la borsa, segno che presto se ne sarebbero andati e Dean non vedeva l'ora. Era stata lei a riportarlo al presente, era stata lei a svegliarlo. Un sorriso felice comparve sul suo viso. Stava per ribattere quando vide la figura della giovane comparire alla porta, aveva una strana espressione dipinta sul viso, un misto tra dolore e un qualcosa che non riusciva ad identificare.

<< Isa? >> domandò Sam andando verso di lei, posandole le mani sulle braccia, scrollandola per qualche secondo. La vide aprire le labbra più volte mentre le lacrime le tremavano negli occhi che saettavano da Sam a Dean. Lasciò cadere il telefono a terra, improvvisamente priva di qualsiasi energia.

<< Mio padre... >> gemette, la voce tremava, il viso era diventato improvvisamente duro come la roccia, accartocciato per quello che sembrava dolore e stupore.

<< é morto >>


Angolo Autrice: Buongiorno! Intanto mi scuso per averci messo tanto ad aggiornare la storia, ma ho avuto veramente poco poco tempo. Da oggi proverò ad aggiornare ogni due settimane in modo da darmi il tempo per revisionare il capitolo e per riuscire anche a scriverne di nuovi. 
Questo capitolo è sofferente, l'ho letto e riletto mille volte perchè non mi convinceva del tutto e continua tutt'ora a non convincermi del tutto, sia per come è scritto sia per l'idea finale. Dean, durante l'ultimo capitolo col POV di Isa, per cercare di salvarla, ha inalato troppo fumo ed è quindi caduto in coma. Durante il coma ha avuto questo sogno, che lo teneva lontano dalla realtà. Durante questi sogni ha avuto visioni di Isabella del presente. Alla fine si è svegliato, capendo che stava vivendo un sogno, anche se ne è rimasto scosso in quanto ha avuto un pizzico della vita che avrebbe voluto. 
Spero che tutto questo si sia capito, perchè nella mia testa è tutto chiaro...ma dopotutto l'ho scritta io xD 
E nulla! Spero che vi piaccia **
Inoltre ci terrei a ringraziare tutte le persone che stanno seguendo, leggendo e commentando questi capitoli. Veramente un grazie di cuore, mi state facendo veramente un super piacere **
Talia

   
 
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