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Autore: Master Chopper    06/12/2019    2 recensioni
Un'altra misteriosa Hope's Peak Academy sembra essere apparsa, a qualche anno dalla morte di Junko Enoshima e dalla vendetta della Future Foundation. I suoi studenti sembrano aver vissuto una vita normale, fino a quando circostanze misteriose li trascinano in una prigione nel cielo dove sembra non esserci via d'uscita.
L'unica strada è verso l'alto, non si può più toccare terra. Cosa li attende sopra le nuvole: la speranza o solo un'immensa disperazione?
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto Naegi, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Danganronpa FF Project'
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Danganronpa  FanFiction

Limbo of Despair

Chapter 5: Through The Looking-Glass I Have Found a Loophole In Limbo

(Part 2)  Daily Life

 

Giorno 17. Meno 9 giorni allo scadere dell’ultimatum.

 

Al suo risveglio la sensazione di non sapere più cosa fare si ripresentò: aprì gli occhi ma a stento riuscì a trovare la forza di volontà di muovere qualsiasi muscolo.

Guardandosi attorno con fare sonnolento, individuò qualcun altro dei suoi compagni svegli, ma comunque rannicchiati sui loro sacchi a pelo. La luce fioca del neon splendeva sempre su di loro, ininterrottamente, non distinguendo il giorno dalla notte.

Controllò l’e-Handbook: le sette e cinquanta.

- Non riesco a stare sveglio. Ho troppa fame …- Crollò in un nuovo sonno senza sogni, e si sentì più felice così.

 

“ Nashi? Nashi? Sveglia, Nashi.” Si sentì richiamare dopo chissà quanto tempo da una voce familiare. Riaprì gli occhi e sopra di sé c’era Zetsu.

“ Insomma Nashi, dobbiamo fare tardi a lezione anche og-… oh, scusa! Ho sbagliato battuta.” Il verde guardò il suo amico mettersi seduto e stropicciarsi gli occhi con un pigro lamento.

“ Mi fa male la testa.”

“ E allora resta a dormire.” Disse Takejiro, il quale era steso e dava le spalle ai due ragazzi. “ Tanto non conviene alzarsi e sprecare le forze inutilmente.”

Zetsu storse la bocca in una smorfia contrariata, per poi dare una pacca sulla schiena del corvino.

“ Dai! Vuoi forse dire che dovremmo dormire per sempre? A questo punto cosa ci differenzierebbe dai morti ?”

L’altro non volle sentire ragioni, e brontolando si tirò le coperte fin sopra la testa, proprio come avrebbe fatto un bambino che non voleva andare a scuola.

Nashi rimase fermo a guardare la sua sagoma dentro il sacco a pelo, e complice la stanchezza entrò presto in uno stato di trance.

- Forse se dicessi agli altri cosa mi è successo ieri sera… potrebbero aiutarmi.-

L’esperienza di qualche ora prima aveva accompagnato il suo sonno con effetti devastanti, al punto che ormai si sentiva privato di ogni energia vitale. O forse privato della speranza stessa?

- Zetsu… Takejiro… Kigiri… saprebbero davvero aiutarmi ?- Ripensò, stavolta con più dubbio, e nel mentre cercò la criminologa tra i presenti.

La vide uscire dal bagno qualche secondo dopo.

- Chissà se il mastermind si è voluto rivelare solo a me, oppure se ha parlato anche con gli altri una volta entrati nel bagno.-

Nonostante il consiglio dell’Ultimate Liar, si issò in piedi aggrappandosi all’amico. Prima o poi qualcosa dentro di sé avrebbe preso l’iniziativa, pensò, e volle aspettare quello stimolo.

Si diresse verso il resto dei compagni, percorrendo il cerchio di sacchi a pelo.

 

“ Guarda, Nashi !” Lo richiamò d’un tratto Amari, facendogli anche cenno di avvicinarsi. Stava indicando con tutte e due le mani Ebisawa, ancora steso ed addormentato.

“ Ebisawa dorme: qual è la novità ?”

“ Ebisawa mentre dorme riesce ad ordinare i suoi pensieri con massima precisione, così facendo indaga un modo per salvarci tutti !” Rispose con entusiasmo al video maker.

“ Mi sembra una specie di abilità un po’ forzata.” Disse il ragazzo, non proprio convinto. “ Non sta semplicemente dormendo, scusa ?”

“ Non lo so! Però voglio fidarmi di lui !” Un secondo dopo aver detto quella cosa, alla ragazza brontolò con una certa irrequietezza lo stomaco.

Lei a quel punto curvò le spalle, sbuffando con voce sofferta: “ Che fameee …”

L’Ultimate Memory non poté che annuire: era dal suo risveglio che i morsi della fame si facevano sentire. Spesso aveva pensato a come si sarebbe sentito in una situazione di digiuno, ma mai aveva voluto sperimentarla. In ormai più di ventiquattrore senza cibo iniziava ad avvertire dei dolori mai provati prima.

“ Ora te magno !” Ululò agguerrita la video maker, per poi azzannare l’Ultimate Radio Host sul collo. Questo inevitabilmente si svegliò urlando in preda al panico, scatenando le risate di lei.

Zetsu intanto si era avvicinato a loro: “ Ho letto che un essere umano, se comunque ben idratato, può sopravvivere senza mangiare anche per decine di giorni …”

“ Per fortuna abbiamo il bagno, allora.”

“ Sì, certo, per fortuna! Immagino che altrimenti le nostre ragazze si sentirebbero come dei pesci fuor d’acqua.” Dicendo quella frase con tono scherzoso l’occhialuto diede un colpo di gomito a Nishizaka, la quale stava passando lì vicino.

La ragazza, non appena venne toccata, si bloccò in modo rigido. Lentamente voltò il capo verso il ragazzo, squadrandolo con un’occhiataccia infuriata.

“ Cosa hai detto ?!”

“ N-No! Dicevo solo che… ho visto ieri che in bagno avevi usato molte creme, molti prodotti per la pelle… quindi in fin dei conti è un bene che tu possa rimanere sempre ben curata anche qui !” Il verde cercò di discolparsi in ogni modo, messo terribilmente in soggezione dallo sguardo della rosa, ma questa arrivò a ruggirgli ad un centimetro dalla faccia.

“ Anche mettersi delle creme sul viso è una forma di antistress, idiota! E poi mi serve per rimanere idratata! Pensi che lo faccia per sembrare bella, eh? E per chi dovrei farmi bella: forse per una testa di cazzo come te ?!”

Il suo urlo aveva inevitabilmente raggiunto le orecchie di tutti, proiettando così la sala ancor di più nel silenzio.

Zetsu aveva gli occhi sbarrati dalla paura, mentre davanti a sé l’Ultimate Web Personality tremava con i denti serrati. Il suo volto si era fatto molto rosso, ed aveva iniziato a piangere.

“ Calmi. Non è successo nulla.” Akagi si frappose subito tra i due, guardando in faccia ciascuno di loro con un’espressione seria e controllata. Anche Kigiri lo aveva affiancato, però rimase in disparte, come per studiare l’evolversi della situazione.

“ È colpa mia.” Disse sorprendentemente Zetsu, a testa bassa. “ Scusami, Nishizaka. Non avrei dovuto dire quella cosa.”

La ragazza dai capelli rosa tentennò, e tutti notarono come in quella sua sorpresa anche le lacrime si fossero fermate. Con uno scatto si diresse verso il bagno, chiudendosi la porta alle spalle: l’unico vero e proprio angolo di privacy che poteva permettersi, in fin dei conti.

La questione venne superata in fretta, così i presenti ripresero a non far nulla.

 

Dopo qualche ora, in contemporanea con l’uscita di Nishizaka dal bagno nel quale si era rinchiusa, i ragazzi si erano radunati in cerchio mentre discutevano di vari argomenti.

“ Quindi tu vieni da una famiglia ricca ?” Domandò Akagi ad Ebisawa, inarcando un sopracciglio per la sorpresa.

“ Ehm… sì.” Rispose il ragazzo dai capelli ricci, un po’ in imbarazzo. “ O meglio, non eravamo tanto ricchi prima che io iniziassi a lavorare come presentatore radiofonico. Vivevo con i miei vecchi in un appartamento normale, eccetera… poi, quando il mio hobby ha iniziato a venir retribuito, hanno investito molto per far accrescere la mia popolarità.”

“ Ho sentito che sai parlare molte lingue.” Si intromise Lilith, e l’altro annuì.

“ Sette: giapponese, inglese, francese, russo, tedesco, cinese e latino. Sapevate che in Finlandia c’è un notiziario radiofonico interamente in latino? Bhe, io non lo sapevo, però quando l’hanno scoperto i miei  genitori si sono fissati che avrei dovuto imparare il latino per entrarvi a far parte: iniziai un corso intensivissimo di studi ed imparai tutto il possibile in tre settimane.”

“ E ti hanno preso ?”

“ No, intanto era fallito il notiziario.”

Fu il turno di Amari di prender parola, siccome aveva agitato la mano come si fa in classe.

“ A me è sempre piaciuto il cinema proprio perché mi ci portavano i miei genitori. Ogni tanto, quando c’era un film che loro non volevano che guardassi, mi facevo accompagnare dalle mie sorelle maggiori.”

“ Che carine.” Sorrise Zayasu.

“ Già. Per sdebitarmi ho realizzato un film dedicato a ciascuna di loro.” In seguito a quell’affermazione, ci fu una reazione generale molto confusa.

“ Fammi capire bene …” Persino Takejiro faticò a rimanere impassibile dopo quell’affermazione. “ Tu come regalo per le persone fai dei film ?”

“ Sì, ma non posso renderlo troppo palese !” Rispose lei, non soddisfacendo comunque le domande degli altri. “ Ad esempio, una volta realizzai un lungometraggio sull’amore tra una mummia ed una cagnolina… però in pochi hanno capito che fosse in realtà un velato messaggio di auguri per la laurea di mia sorella.”

Con ancora più dubbi di prima, tutti lasciarono sorvolare la questione.

“ Immagino vorrete sentire di come ho guadagnato il titolo di Dio della Morte delle Sale Giochi di Shibuya ?” Disse d’un tratto Akagi, con una luce brillante negli occhi.

“ O forse… !” Lo interruppe l’Ultimate Fanfiction Writer, alzandosi in piedi con il petto in fuori. “ Volete che vi racconti dell’avvincente storia della mia miglior fanfiction: Stella di Platino ?!”

Tuttavia i due non si erano accorti che intanto altre persone avevano iniziato già a parlare dei loro trascorsi, ignorandoli serenamente. Inevitabilmente i ragazzi si rimisero a sedere, sconfitti e delusi.

 

“ Non so voi, ma… parlando di memorie, credo che la mia mente ultimamente stia facendo luce su qualcosa che prima non riuscivo a ricordare bene.” Quando Zetsu pronunciò senza preavviso queste parole, i presenti ammutolirono.

Allo stesso modo Nashi guardò l’amico con sorpresa, non aspettandosi minimamente niente di tutto ciò.

“ Succede anche a te ?” Seppur con un po’ di esitazione, Nishizaka superò la vergogna ed aprì bocca dopo un lungo silenzio. I due si guardarono, colpiti.

“ È strano. Forse sto recuperando la memoria.” Proseguì la rosa, e non ci volle molto prima che altri la seguissero.

“ Non volevo dirlo perché mi sembrava strano… però sta accadendo anche a me.” Disse Zayasu, e dopo di lui pressappoco tutti confermarono.

L’unico che non si espresse fu Nashi, il quale si guardava attorno esterrefatto.

“ C-Cioè vi state ricordando del primo semestre nella Hope’s Peak Academy ?!”

“ Sì, o per lo meno qualcosa.” Amari si spremette le meningi. “Ricordo com’era fatta la scuola da dentro… credo anche il colore delle pareti, e cose così.”

“ Sono frammenti di memorie.” Aggiunse Ebisawa: “ Addirittura credo di ricordarmi quello che ci hai detto era successo… un crollo, o un’esplosione.”

L’Ultimate Memory dei primi giorni in quella torre sarebbe stato entusiasta di sapere quella notizia, tuttavia ora non riusciva a pensare a quale scherzo tremendo del destino stesse facendo recuperare ai suoi compagni tutti i ricordi.

Qualcosa detta da Umezawa di recente gli tornò alla mente:

 

“ Penso che mi stiano tornando dei ricordi che quel maledetto orso bastardo mi aveva cancellato.”

“ In realtà solo sensazioni… come la paura, lo sconforto, la disperazione …”

“ Ricordo solo di essere stato salvato da tutta quella merda e di essermi sentito di nuovo meglio.”

 

Successivamente, sentendo un’incalzante tensione ammontargli in petto, si voltò verso Zetsu e poi Kigiri.

“ Anche voi due all’inizio vi ricordavate di me.” I due confermarono.

Disse poi, rivolgendosi a Takejiro: “ Ed anche tu avevi ammesso di star recuperando dei ricordi.”

 

“ C’è soltanto terrore nella mia testa quando penso a Junko Enoshima. Non ho idea di chi sia, ma ricordo soltanto… un’angoscia e una sofferenza che non vorrei più riprovare.”

 

Il corvino aveva incrociato le braccia con aria grave, e cacciò un sospiro colmo di un sentimento opprimente.

“ Sì. Ci sta indubbiamente accadendo qualcosa, ma non capisco se sia positivo o negativo.”

“ Perché dovrebbe essere negativo? Se recuperassimo dei ricordi fino al momento in cui siamo stati rapiti potremmo magari ricordarci del mastermind.” Intervenne Akagi, ma il corvino scosse la testa.

“ E tu credi che se potessimo ricordarci di lui, ce lo lascerebbe fare ?”

“ Anche io ricordo qualcosa dopo il crollo della scuola.” La voce di Lilith tutto d’un tratto interruppe qualsiasi discorso.

La ragazza parlava debolmente, cercando però con molto sforzo di scavare nella propria memoria.

“ Morte… sofferenza… qualcuno che mi ha portata via dai miei compagni di classe. La scuola era come inondata dal sangue. C’è stata una strage.”

Zayasu, vedendola così prossima a crollare per il panico, la cinse con un braccio e lei si gettò immediatamente sul suo petto, tremando.

“ Sto bene. Sto bene.” Ripeté tormentosamente per qualche secondo, mentre tutto attorno aleggiava il silenzio di una triste accettazione.

- Morte.- Ripeté il bruno, leggendo negli occhi dell’amica un terrore che mai avrebbe voluto provare sulla sua pelle.

- Quindi è questa la paura che può instillare un ricordo… ed un ricordo è soltanto una piccola parte della verità.- Si chiese se quella ricerca avrebbe portato a far crollare in modo ben peggiore anche altri suoi compagni.

Immaginò per un attimo di vedere Takejiro o Kigiri tremare dalla paura per aver recuperato un ricordo tanto infernale quanto quello della Hope’s Peak trasformata in un macello. Non avrebbe mai voluto assistere a niente del genere.

 

“ Quindi sono morti tutti.” Constatò Nishizaka, percependo il peso delle proprie parole.  “ Tutti quegli Ultimate Students… la speranza del mondo andata per sempre.”

“ Sarebbe davvero orribile se ciò fosse avvenuto anche nella Sede Principale della scuola. La speranza del mondo a quel punto sarebbe davvero stata cancellata, tralasciando noi dieci rimasti.” L’Ultimate Majokko chinò il capo tristemente.

Così facendo, non poté accorgersi degli occhi spalancati dopo una delle prime parole che aveva pronunciato.

“ Ehm… Lilith ?” La richiamò all’attenzione Zetsu, ma Nashi si lasciò prendere così tanto dall’emozione da anticipare la sua domanda.

“ Cosa intendi dire con… Sede Principale ?!” Esclamò, facendo sobbalzare la rossa.

“ Come, non lo sapevate? O non ve lo ricordavate? La nostra scuola è una sede secondaria della Hope’s Peak, ed infatti si chiama Second Hope’s Peak Academy !”

Dagli sguardi di tutti comprese presto che nessuno aveva idea di cosa stesse dicendo.

“ La Second Hope’s Peak Academy è stata costruita parecchio distante dalla Sede Principale, su di un’isola. Il vecchio preside della scuola, Tabata Hideyoshi, è un amico dell’attuale preside dell’accademia, e …”

Nel bel mezzo del suo stesso discorso, le parole gli morirono in gola a causa di un’improvvisa realizzazione.

“ Questa cosa io non la sapevo prima… m-me la sono ricordata adesso.” Sussurrò con un fil di voce e le mani davanti alla bocca.

“ Il preside della scuola… la nostra scuola, la Second Hope’s Peak Academy… si chiama come Tabata Bussho ?!” Questo era il dettaglio che più aveva scosso Ebisawa, così come altri.

“ C’è per forza una combutta, per forza !” Iniziò a ripetere agitatamente Nishizaka, mangiandosi le unghie.

  Nashi decise di prendere le redini del discorso per non lasciare che il caos regnasse tra i suoi amici.

“ Posso confermare quanto ha detto Lilith: il preside della scuola che abbiamo tutti quanti frequentato si chiamava così, per quanto pensavo fosse la sola e unica Hope’s Peak Academy. Questa realtà però, se ci pensate ci era già stata introdotta al Terzo Piano… nell’ufficio della presidenza. Ed anzi, ci è stata rivelata un’orribile verità.”

Poi, carico di tensione, ripeté il contenuto della lettera trovata nella stanza già menzionata:

 

“ La Tragedia non accenna a fermarsi, neppure dopo averci danneggiato gravemente durante gli scorsi giorni. Chiediamo che gli studenti rimasti in vita vengano trasferiti alla Sede Secondaria della Hope’s Peak Academy, dove rimarranno lontani da Ultimate Despair e da Junko Enoshima. Sedici studenti rimarranno qui nella Sede Principale, secondo le norme di sicurezza.

“Attualmente solo due studenti non sono più rintracciabili, ovvero ██████████ e ██████████.

Affidiamo i superstiti studenti della Hope’s Peak Academy a voi, con la speranza che La Tragedia abbia fine.

Ci affidiamo al Preside della Sede Secondaria, ██████████

Firmato: Il Preside ██████████

Data: ██████████

 

“ È vero. Tutti noi… tutti noi studenti della Second Hope’s Peak siamo in realtà stati trasferiti dalla Sede Principale.” Disse Lilith, ancora più stupefatta di prima.

A quel punto la bocca di Nashi si contorse in una smorfia sofferente, per quanto tentò di nasconderla il più possibile.“ Io non ricordo di questo trasferimento, però.”

“ Come può essere? Sei l’Ultimate Memory !” Takejiro gli si parò di fronte, poggiandogli anche le mani sulle spalle per spronarlo a ricordare meglio.

“ Vuoi forse dire che sei sempre stato in quella scuola ?”

“ Non… ne sono sicuro.” Seppur con incredibile fatica, riuscì a strapparsi quelle parole di bocca. Il suo volto era stremato nonostante avesse compiuto uno sforzo di poco conto.

Lo stress e la sua condizione fisica che emotiva poteva compromettere notevolmente anche  una memoria perfetta come la sua. Dopo tutto l’ipertimesia era una patologia, non certo un superpotere infallibile.

La sua evidente delusione fu subito compresa dal corvino, il quale decise di lasciarlo in pace senza ribattere.

“ È un buon passo che tutti noi stiamo ricordando qualcosa.” Disse allora Kigiri, in completo contrasto con l’atmosfera negativa nell’aria.

“ Vuol dire che presto otterremo dei progressi. Dopotutto, magari il premio per Lilith è proprio che, arrivata al Quinto Piano, riesca a recuperare dei ricordi abbastanza importanti per smascherare il mastermind.”

L’ipotesi proposta dalla criminologa non sembrò affatto impossibile per gli studenti, i quali si sentirono, seppur per poco, rasserenati e motivati a distrarsi da quel dilemma.

 

Passò altro tempo prima che Nashi avvertisse la necessità di andare in bagno, approfittando così per idratarsi ulteriormente. L’informazione data da Zetsu gli aveva donato una prospettiva senza dubbio più positiva.

- Tuttavia …- Si ritrovò a pensare mentre si sfilava la camicia, lasciandola scivolare dolcemente  a terra.

- Cosa ce ne facciamo di quaranta giorni di sopravvivenza, se in realtà tra nove giorni scadrà l’ultimatum di Tabata Bussho ?-

Aprì il rubinetto e lo scroscio d’acqua sollevò una leggera condensa: l’umidità accumulata in quella stanza era già molta, al punto da sembrare insopportabile.

Tanto era assorto dai suoi pensieri, che notò soltanto con ritardo la porta del bagno spalancata, e qualcuno entrato di soprassalto. Kigiri ed il ragazzo sussultarono.

“ Oh cielo! Oh cielo !” Cominciò ad urlare lui, diventando tutto rosso mentre lei aveva chinato lo sguardo.

“ Piantala Nashi, non essere così imbarazzante.” Un lieve rossore si era dipinto anche sulle sue guance, tuttavia cercò di dissimulare tutto con la classica freddezza.

Inaspettatamente aspettò che il bruno si rivestisse senza lasciare la stanza, e quando lui ebbe finito tornò a guardarlo negli occhi.

“ Il mio intento non era vederti in deshabillé, tranquillo. Piuttosto… volevo ringraziarti.”

L’Ultimate Memory abbandonò subito il suo imbarazzo per diventare solamente confuso, come se non avesse idea che Kigiri gli potesse rivolgere tali parole.

“ Credo che tu sia stato molto giusto a continuare a batterti fino alla fine per Umezawa, nello scorso processo. Il suo destino era segnato, però tu gli hai fornito un giusto processo ed alla fine è morto con il sorriso sulle labbra… ammetto di essermi ricreduta sul tuo conto.”

“ Ricreduta ?”

“ All’inizio di questa storia non avevo idea del perché tu ti comportassi in maniera così debole, cercando disperatamente di aggrapparti a persone che non ti riconoscevano più… tuttavia eri un valido aiuto. Poi però mi sono accorta sempre più quanto non fossi fatto per resistere alla disperazione: il tuo attaccamento per i tuoi compagni ti impediva di proseguire verso la verità.”

Immediatamente Nashi associò questa considerazione della ragazza dai capelli lilla al loro confronto sulla sospettabilità di Takejiro, e di chi potesse essere il mastermind. In quell’occasione lei si era dimostrata delusa dal non avere più nessuno al suo fianco in quella personale crociata.

D’altronde aveva chiarito sin dall’inizio i suoi obbiettivi:

 

    “Se la colpa dovesse essere della Disperazione causata da questo luogo, allora anziché cercare di fuggire di qui io opterò per distruggere questo posto, e chiunque vi ci abbia portati.”

 

“ Eppure, per quanto io ti avessi svalutato, alla fine mi sono ritrovata ad ammirare la tua tenacia ed il tuo senso di giustizia. Ho capito finalmente che fino ad ora ti sei mostrato grato ai tuoi compagni perché eri riconoscente del loro continuo supporto… e questo legame si basa su di una fiducia cieca, immotivata, ma che nessuno potrà mai far vacillare in te.” Quando terminò di parlare un sottile sorriso si formò sulla bocca della ragazza.

“ Come criminologa e come detective avrei sempre voluto credere in maniera simile nelle persone che volevo salvare dal braccio della morte, ma non mi è mai stato concesso. Tu, però, non hai paura di rischiare il tutto e per tutto: questo è ciò che ammiro davvero di te.”

Sentendosi lodare in quel modo da una persona che per lui aveva sempre rappresentato una distante ancora di coraggio, il ragazzo venne abbandonato da ogni facoltà di parola.

Strinse le labbra, costringendosi a non aprir bocca perché sapeva che non sarebbe stato all’altezza di rispondere in maniera adeguata. Scelse allora di sollevare semplicemente il capo, e a testa alta una volta per tutti guardare davvero la Kigiri che si era finalmente aperta a lui.

I due rimasero fermi, guardandosi in un’atmosfera meno opprimente di quella sempre persistita tra di loro sin dal primissimo incontro.

“ Io mi fido anche di te, Kigiri. Stanne certa.” Dichiarò infine Nashi, sorridendo.

“ Anche io …” La criminologa si attorcigliò la treccia attorno ad un dito, comportamento mai mostrato prima. “ Infatti voglio scegliere di credere ciecamente in qualcosa proprio come tutti voi… voglio credere che tu non sia il mastermind, Nashi.”

  

Lui capì immediatamente che lei si stesse riferendo ad il dialogo avvenuto con Takejiro la sera precedente.

- Così ci ha sentiti ?- Immaginarsi Kigiri origliare la loro conversazione e tutto d’un tratto formulare un pensiero simile, lo fece inspiegabilmente sorridere.

Per la prima volta gli sembrava di vedere un volto perfettamente naturale, privo di maschere, o armature.

“ Grazie, Kigiri.” Si sentiva il cuore esplodere di gioia, rischiarato dal sorriso della sua compagna.

I due si lasciarono cullare da quel silenzio tranquillo finché una linea di rossore si formò di nuovo sulle loro guance.

“ Ok, credo che adesso ti dovrei lasciar finire.” Disse lei, indicando con lo sguardo il lavandino.

Proprio mentre stava per aprire la porta, però, si fermò: “ Comunque non dovresti sentirti in imbarazzo per la tua cicatrice.”

Nashi stava già togliendosi la camicia  quando quella frase raggiunse le sue orecchie, paralizzando il suo corpo.

“ Qualche giorno fa l’ho notata per la prima volta, in Piscina. Ti avrei voluto chiedere come te la fossi procurata, ma in quell’esatto istante sei svenuto in acqua.”

Intanto la criminologa iniziò a sfilarsi uno dei suoi guanti, mostrando la sua mano nuda per la prima volta: la pelle era nerastra, marchiata da un ustione così spaventosa che avrebbe fatto rabbrividire istantaneamente chiunque. Si protrasse un silenzio nel quale echeggiava un po’ di vergogna, o forse il ricordo di come Kigiri si era procurata quella ferita.

“ Questa me la sono procurata anni fa. È stato …” Tuttavia la ragazza non vide la reazione che aveva previsto da parte di Nashi: il ragazzo sembrava non aver prestato minimamente attenzione al suo gesto, ed anzi era focalizzato esclusivamente sul guardare il proprio riflesso nello specchio.

O meglio, stava guardando la sua schiena scoperta, attraversata da una cicatrice obliqua che andava dal deltoide alla base della colonna vertebrale.

 

“ Kigiri, io …” Quando vide i suoi stessi occhi, poi, poté accorgersi di quanto terrore fosse presente in lui. Tremava con insistenza spasmodica, accompagnandosi con un respiro incontrollato, febbricitante.

“ Io non ho idea di come mi sia fatto questa cicatrice.” La sua bocca, incapace di rappresentare la paura, si contrasse in un sorriso confuso, più simile ad un ghigno.

Kigiri ebbe come istinto primario quello di ritrarsi di fronte ad un tale stato confusionale, per di più espresso in modo tanto grottesco.

“ Nashi !” Disse tuttavia, lanciandosi in avanti e cingendo tra le sue braccia il compagno.

Il bruno a quel punto vide spegnersi tutto il suo tumulto, colto alla sprovvista dal gesto improvviso.

“ Calmati… calmati.” Tali parole vennero ripetute in un sussurro appena udibile, il quale però rimaneva confinato nell’intimità di quell’abbraccio.

“ Ragiona con lucidità.” Fu l’ultima cosa che la criminologa disse, prima di allentare leggermente la stretta e dar modo al ragazzo di placare il suo respiro affannoso. Nonostante ciò, il ragazzo poteva ancora sentire il calore di lei.

Percependo un barlume della sua sanità mentale persistere in quel pozzo nero di pazzia, rimase abbastanza consapevole da riconoscere che quello, in tutta la sua vita e finché ne avesse memoria, fosse il primo abbraccio del genere che avesse mai ricevuto.

Per anni aveva assistito a madri e padri abbracciare i loro figli in lacrime, sussurrando loro parole rassicuranti: si era sempre chiesto come fosse possibile che un gesto tanto semplice fosse in grado di tranquillizzare il volto rosso e marchiato dalle lacrime di un bambino.

Al momento lui non era un bambino, e Kigiri non era di certo sua madre, tuttavia quel calore mai provato prima doveva senza dubbio essere qualcosa di simile.  Senza nemmeno accorgersene, aveva stabilizzato il proprio respiro, ed ora poggiava la testa sulla spalla della ragazza mentre le sue braccia gli accarezzavano la schiena.

Kigiri non lo aveva implorato di calmarsi, né glielo aveva imposto con la forza, semplicemente aveva atteso che lui recuperasse la ragione. Si fidava di lui, nonostante non potesse capire cosa passasse nella sua testa.

 

“ Tu dici che l’hai già vista in Piscina …” Riprese finalmente parola il bruno, ritornando ad essere comprensibile.

“ Ma io ti giuro…! Ti giuro che non ho mai saputo di averla.” Il suo sguardo ritornò allo specchio, verso il quale stava offrendo la schiena sfregiata.

“ Per tutta la mia vita mi sono guardato allo specchio, e mai ho visto qualcosa di simile.”

“ Per caso in questi diciassette giorni hai guardato la tua schiena ?” Domandò allora la ragazza, sempre mantenendo un tono controllato.

“ No.” Rispose con assoluta certezza lui. Era sicuro di non sbagliare, a causa della sua memoria.

- La mia memoria …-

“ Perché non mi ricordo di questa cicatrice ?” Fu direttamente questa la domanda che sorse in lui.

“ Tutti noi non ricordiamo esattamente il nostro passato. Dev’essere successo anche a te, in parte …”

“ Però… il mio talento, allora, a cosa servirebbe? Mi è sembrato sin dall’inizio che essere l’Ultimate Memory fosse molto importante per Monokuma.” Il ragazzo si lasciò scivolare da quell’abbraccio, tornando a guardare negli occhi la ragazza.

“ E poi non posso dimenticare qualcosa !”

“ Chi ti dice che tu l’abbia dimenticato naturalmente ?” La logica di Kigiri fermò il suo brancolamento nel buio.

“ Dopotutto abbiamo visto con i nostri occhi un esempio di rimozione manuale della memoria con ciò che è accaduto a Lilith. Parlo di quel siero Chesire C. iniettato da Monokuma. Un istante dopo lei… non ricordava più nulla.”

Nashi si fermò. Sentiva che ciò di cui stavano discutendo meritava un’attenzione degna di nota.

“ No, non proprio nulla. I suoi ricordi si sono fermati allo stesso punto di tutti voi: ovvero all’ingresso nella Hope’s Peak… la Second Hope’s Peak.” Ricalcò il vero nome della scuola come per attribuirgli maggiore importanza.

“ Io invece ricordo tutto il primo semestre in classe con voi, fino al momento in cui si presume La Tragedia abbia colpito la nostra scuola. Fino ad allora non avevo la cicatrice …”

La criminologa si portò un indice all’altezza della bocca, distogliendo lo sguardo con concentrazione.

“ Quindi esiste una finestra di tempo in cui ti sei procurato quella cicatrice successiva o contemporanea a La Tragedia, e che ti è stata rimossa dalla memoria… sicuramente c’è un fine dietro tutto ciò! Il mastermind non voleva che tu ricordassi qui dentro qualcosa di quel periodo.”

L’Ultimate Memory annuì: “ Non avrei mai immaginato di incorrere in questo ostacolo: soffrire per ricordarmi qualcosa. È sempre stato impensabile per me, ed ora mi ritrovo pieno di dubbi… mi sento ancor più debole di prima.”

“ Tu non sei debole. Non lo sei mai stato.” Lo interruppe l’Ultimate Criminologist, riprendendolo con tono severo.

“ Guardaci tutti: senza ricordi siamo arrivati fin qui, e lentamente stiamo persino recuperando dei frammenti del nostro passato. Persino Lilith, alla quale è stata cancellata la memoria con il Chesire C. … quindi perché mai non dovrebbe accadere lo stesso a te ?”

La rassicurazione della ragazza poteva sembrare fredda nell’esposizione, eppure lui si sentì toccato ugualmente da una sensibilità che spesso, sapeva, Kigiri nascondeva nelle sue parole.

Tentò un sorriso, sperando di ricordarsi come si faceva.

“ Grazie.”

“ Non ci resta che aspettare, Nashi. Domani faremo il punto della situazione.”

Dopo un fugace scambio di sguardi, quella conversazione segreta terminò ed i due si separarono.

 

Quando arrivò l’ora accordata per cercare di dormire, ormai i morsi della fame erano così familiari da non tangere apparentemente nessuno degli Ultimate Students.

Lasciandosi crollare sul proprio sacco a pelo, il bruno non dovette nemmeno muovere un occhio per riconoscere le conversazioni dei suoi compagni.

Zetsu e Nishizaka si erano del tutto riappacificati, Akagi rispondeva a qualche domanda di Zayasu e Lilith nonostante fosse più tentato dall’idea di dormire che altro, e Takejiro invece era steso ed immobile senza però essersi addormentato.

Ebisawa ed Amari avevano unito i loro sacchi a pelo, ritrovandosi così l’uno affianco all’altra sotto la stessa grande coperta.

“ Tieni gli occhi aperti, hai capito ?” Sussurrava con voce inspiegabilmente alta la video maker.

“ Immagina di essere in un film di spie, o a Shadow Moses. Ci guardiamo le spalle a vice-… ehi! Mi stai sentendo o dormi ?” Disse, rivolgendosi al ragazzo che palesemente voleva solo dormire e basta.

“ Sì.” Rispose lui, con gli occhi lucidi dopo un recente sbadiglio.

Amari era arrossita: “ Dicevo… ci guardiamo le spalle. Tu ora ti volti a destra, ed io a sinistra.”

Il ragazzo fece esattamente come ordinato, ma troppo tardi realizzò che lei si trovasse proprio alla sua destra. In questo modo i loro volti entrarono in contatto, ed inevitabilmente le loro labbra si toccarono.

Entrambi divenuti rossi per la sorpresa, videro il proprio riflesso negli occhi dell’altro. Era calato il silenzio.

L’Ultimate Radio Host, nonostante l’imbarazzo, non tardò a prendere una decisione. Le sue labbra toccarono ancora una volta quelle di Amari.

La ragazza sgranò gli occhi, più sorpresa di prima. Dopo un’attesa colma di tensione per lui, sorrise divertita e ricambiò il bacio.

 

Nashi, così empatico da esser diventato anch’egli rosso, sentì i due studenti rintanarsi sotto le coperte e ridacchiare di chissà cosa.

- A modo nostro… questa è la normalità.- Si disse, e volle accettare quella considerazione come qualcosa di estremamente felice.

La speranza di continuare a vivere ribolliva ancora nei cuori dei suoi amici, e resisteva a tutti i colpi di fionda ed i dardi d’atroce fortuna.

Dormì.

 

 

Giorno 18. Meno 8 giorni allo scadere dell’ultimatum.

 

Dormì fino a quando un urlo agghiacciante non risuonò nella stanza, proiettando la realtà in un incubo.

A quel punto si svegliò di soprassalto, circondato da un vociare che, sempre più assordante, aumentava soltanto lo stato di caos e confusione nella sua mente. Con espressione smunta cercò nei dintorni una spiegazione a quanto aveva sentito, ma il buio e la visione di diverse sagome che si aggiravano in corsa peggiorarono la situazione.

Sentì il suo nome venir chiamato.

“ Che succede ?!” Esplose in un urlo quando quel terrore senza forma e spiegazione si fece insopportabile.

Alzatosi di scatto, vide come tutti i suoi compagni si erano radunati davanti alla porta spalancata del bagno.

- No… manca qualcuno.- Intravide la luce dalla stanza filtrare tra le gambe dei suoi amici.

“ Akagi …” Sussurrò atterrita Nishizaka, la prima ad aver urlato.

L’Ultimate Rhythm Game Player era ricurvo su se stesso, impegnato nel faticoso sforzo di trascinarsi fuori dal bagno mentre era aggrappato allo stipite della porta. Le sue mani sfioravano il collo e la gola con insistenza.

“ Sto… morendo …” Ripeteva in totale stato di panico, lasciandosi alle sue spalle i due corpi distesi per terra di Lilith Kurenai e Kigiri Yoko.

 

Quella visione di incomprensibile disperazione avrebbe segnato Nashi per il resto della sua vita, ed in un certo senso il bruno lo intuì immediatamente.

 

  

 

Angolo Autore:

Welcome back!

Questo capitolo sarebbe potuto uscire prima del previsto, essendo molto breve, però ammetto che negli ultimi 4/5 giorni ho avuto da fare al punto da non riuscire nemmeno a scrivere la brevissima parte finale.

Comunque sia, spero di riprendere presto la vena per lavorare alla parte più interessante del Chapter 5: investigazioni e processo! Come dite? Non vi aspettavate che qualcosa del genere potesse arrivare così presto?

Effettivamente ammetto che negli ultimi step di questa fanfiction vedrete dei cambi sotto il punto di vista del pacing, soprattutto rispetto a quelli adottati per quasi due anni. Inevitabilmente il mio stile di scrittura si è evoluto (o almeno, è quello che voglio sperare), ed è stato influenzato dalle letture fatte in tutto questo tempo.

 

 

Prima che me ne dimentichi… notiziona! Ho finalmente combattuto un’ingiustificata pigrizia che mi spingeva a non proseguire più nella scrittura di Danganronpa FF- Missing M., dove racconto frammenti della vita degli studenti presenti in questa storia prima di entrare a far parte del K.E.C.C.

Il capitolo appena uscito vede come protagonista Arima Robun, Ultimate Event Planner e vittima del Chapter 2.

Detto ciò, resta poco da dire. Ricordo il profilo instagram da scrittore, dove avviso degli aggiornamenti.

Alla prossima! 

 

   
 
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