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Autore: inzaghina    06/12/2019    6 recensioni
Scorpius Malfoy e Rose Granger- Weasley s'incontrano sul Binario 9 3/4, inconsapevoli che il loro fugace scambio di sguardi sarà solo l'inizio di un'amicizia destinata ad approfondirsi con il passare degli anni e dei momenti che condivideranno.
Per un lungo periodo si chiede come sia possibile che Rose sembri sempre a suo agio, posata e tranquilla anche quando chiunque al suo posto perderebbe le staffe — quasi come se nulla potesse davvero scalfirla.
[Storia partecipante al contest “Tante navi per una palma” indetto da GiuniaPalma sul forum efp.]
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Storia partecipante al contest “Tante navi per una palma” indetto da GiuniaPalma sul forum efp.
 

 
 
Lo specchio dell’anima
 
 
“Alla fine, ai miei occhi eri destinata.”
Pablo Neruda
 
 
 
 
La prima volta che Scorpius incrocia gli occhi cerulei di Rose sono sul binario 9 ¾ ed entrambi stanno per raggiungere Hogwarts per la prima volta.
“E così quella è la figlia maggiore dei due scudieri di Potter” dichiara suo padre, ritrovandosi destinatario di quella che Scorpius ha già imparato a identificare come l’occhiata di fuoco di sua madre.
“Non cominciare, Draco… eravamo d’accordo” gli ricorda Astoria, incrociando gli occhi plumbei del marito con il proprio sguardo di giada e ottenendo una scrollata di spalle e un sorriso in risposta. Scorpius sente il bisogno di osservare la ragazza in questione, come se stesse rispondendo a un impulso irrefrenabile; approfitta dello scambio di occhiate tra i genitori per arrischiarsi a dare una sbirciata nella sua direzione, incrociando due iridi cristalline che spiccano su un viso lentigginoso. L’undicenne si rende conto di non aver mai visto occhi così luminosi, che paiono essersi appropriati delle sfumature dei mari più limpidi; potrebbe passare ore a scrutarli, chiedendosi come meglio descriverli, e ci mette più del previsto a rendersi conto che i genitori hanno ripreso a parlare.
“Era solo una constatazione, tesoro” la rassicura Draco. “Se ha ereditato l’intelligenza di sua madre si rivelerà una rivale pericolosa in ambito accademico” aggiunge poi Draco, rivolgendosi a Scorpius che ricambia le attenzioni paterne con un’occhiata curiosa.
“Non vorrai metterli l’uno contro l’altra ancor prima che arrivino a scuola, Draco” lo riprende nuovamente Astoria, sospirando.
“Un po’ di sana competizione non ha mai fatto del male a nessuno, Tory” la rassicura nel suo tono più pacato, sorridendole nuovamente e portando la donna a roteare gli occhi.
“Non dare retta a tuo padre, Scorpius” dice la donna, avvicinandosi al figlio per poterlo stringere a sé — conscia che la prossima volta che si rivedranno saranno passati quasi quattro mesi e che il bambino che sta salutando sarà cresciuto e, inevitabilmente, cambiato.
“Ti voglio bene, tesoro” conclude, posandogli un bacio sulla guancia e sorridendo alla vista delle gote nivee lievemente imporporate.
“Anche io, mamma” risponde Scorpius, sorridendole.
“Fatti onore, figliolo” aggiunge suo padre, posandogli una mano sulla spalla e strizzandogli l’occhio.
“Ci proverò” dichiara, intravedendo il proprio riflesso nel finestrino del vagone lì accanto, prima di stringere brevemente suo padre.
“Scrivici non appena ti sarai sistemato” gli rammenta Astoria, mentre il bambino si arrampica sulla scaletta.
“Ricordati che le poltrone vicino al fuoco sono quelle che vengono occupate per prime, perché in Sala Comune fa piuttosto freddo in inverno e cerca di scegliere un letto lontano dalle finestre perché quella è la zona più umida delle camere, nonostante gli incantesimi riscaldanti…” aggiunge Draco
“Non siamo nemmeno sicuri che sarà smistato a Serpeverde” borbotta sua moglie.
“Certo che sì, come è tradizione per le famiglie Malfoy e Greengrass” risponde tranquillamente l’uomo, portando Scorpius a sorridere perché è da quando ha ricevuto la lettera per Hogwarts che i suoi genitori battibeccano riguardo al suo smistamento.
“Prometto che vi scriverò stasera stessa” li rassicura, prima di far loro un ultimo saluto e raggiungere lo scompartimento in cui suo padre ha posato il baule e la gabbia contenente il suo adorato gufo reale, dove ad aspettarlo trova il cugino Elias Zabini.
“Ce ne hai messo di tempo” sogghigna l’altro, dopo che Scorpius ha preso posto.
“Mio padre ha avvistato la figlia di Ron Weasley e Hermione Granger e ha ricominciato a far impazzire mia madre…”
“Sia lei che il secondogenito Potter frequenteranno il primo anno, proprio come noi” commenta il cugino.
“Quindi?” si ritrova a chiedere Scorpius, genuinamente interessato alla risposta.
“Quindi non avremo tutti gli occhi addosso e potremo essere semplicemente noi stessi, no?” ribatte Elias, con una luce divertita negli occhi cangianti.
Scorpius ricambia il sorriso del cugino — allietato da una simile prospettiva, ma anche dal desiderio inspiegabile di saperne di più della ragazza i cui occhi acquamarina lo hanno ammaliato irrimediabilmente.
‘Chissà se sarà brava come s’immagina mio padre?
 
*
 
Scorpius ha l’occasione di conoscere meglio Rose già dal giorno successivo: sono alla prima lezione di Trasfigurazione e lei, seduta accanto al cugino inaspettatamente smistato a Serpeverde come Scorpius ed Elias, è la più svelta ad alzare la mano e rispondere correttamente alla domanda della professoressa.  La sua voce è squillante e per nulla saccente, come ha sentito suo padre rimarcare più e più volte mentre parla di Hermione Granger, ma ciò che lo colpisce maggiormente sono la chiarezza con cui si esprime e il cenno d’intesa che si scambia con Albus subito dopo.
“Ottimo, signorina Granger-Weasley! 10 punti a Grifondoro” dichiara la Professoressa McAvoy.
Le guance della ragazza si colorano leggermente e quei suoi occhi limpidi acquisiscono una luminosità nuova, mentre il cugino le tira una gomitata scherzosa.
 
Bastano poche altre lezioni perché Scorpius si renda conto che il padre diceva il vero quando elogiava le capacità scolastiche della vecchia compagna di scuola: potenzialità che Rose sembra aver ereditato in pieno.
 
*
 
Non passano molti giorni prima che Scorpius si ritrovi imbambolato davanti al suo sorriso; sono a lezione di volo e lei è una delle poche che è riuscita a convincere la sua scopa a sollevarsi — insieme allo stesso Scorpius, ad Albus, a Elias e a un paio di altri Grifondoro.
“Aspetta solo che ci vedano volare, Rosie” mormora estasiato Albus, inconsapevole che Scorpius, lì accanto, stia ascoltando.
“Peccato che gli studenti del primo anno non possano entrare in squadra” gli risponde Rose vagamente abbacchiata, i suoi occhi color del cielo sono attraversati da un’ombra di delusione che accentua le sfumature che li caratterizzano.
“Vorrà dire che saremo entrambi pronti per l’anno prossimo” le ricorda lui.
E le labbra della Grifondoro si piegano in un sorriso spontaneo, che coinvolge tutto il suo volto e che è assolutamente contagioso, perché anche Albus si ritrova a ridere e lo stesso Scorpius deve distogliere lo sguardo per evitare di attirare la loro attenzione.
Quella sera, dietro alle tende del suo baldacchino ben distante dalla finestra, il ragazzo si trova a fantasticare sulla possibilità di entrare nella squadra di Quidditch l’anno successivo. Quando chiude gli occhi però, ciò che continua a rivedere è l’immagine del sorriso di Rose e la gioia che ha acceso i suoi occhi durante quel pomeriggio di volo.
 
*
 
L’autunno successivo si affrontano da avversari sul campo da gioco: sono al secondo anno e sono impegnati nella partita che, da sempre, inaugura il torneo scolastico. Albus ci aveva visto giusto; entrambi i cugini sono entrati nelle rispettive squadre e lo stesso è accaduto a Scorpius che, nel frattempo, è diventato buon amico di Albus e si è trovato quindi a passare numerosi momenti in compagnia di Rose.
Se Scorpius rimane stupito dalla bravura della sua avversaria, fa del suo meglio per non darlo a vedere, ma quando alla fine della partita Grifondoro ha vinto e lei ha segnato una volta in più di Scorpius la delusione è tanta.
Non è bravo a perdere, Scorpius. È un figlio unico che è stato adorato e anche un po’ viziato, soprattutto da suo padre, ritornato al suolo butta a terra la sua scopa, tremendamente frustrato con se stesso. Non si accorge che lei è poco distante da lì, intenta ad arruffare i già spettinati capelli di Albus, mentre il ragazzo viene abbracciato dal fratello maggiore che è stato più svelto di lui a individuare il Boccino.
“Bella partita, Scorpius” sente pronunciare a pochi passi da lui. Si volta, ritrovandosi a fissare quegli occhi acquamarina che sono particolarmente ammalianti nella luce autunnale e, come sempre, calamitano la sua attenzione.
“Insomma” borbotta in risposta.
“Perché dici così?”
“Siete voi ad aver vinto, no?”
“Sì, ma non è questa l’unica cosa che conta” ribatte la Grifondoro, sostenendo il suo sguardo. “Quello che importa è che tu ti sia divertito e che abbia fatto del tuo meglio” aggiunge, rivolgendogli un sorriso sincero.
“Mhmm… forse hai ragione, ma al momento non sono abbastanza lucido per rendermene conto…” ammette. “Potremmo riparlarne domani, magari?” le propone dopo una breve pausa.
“Certo!” ribatte svelta, mentre il suo sorriso s’allarga. “E magari potresti spiegarmi come hai elaborato quella finta con cui hai dribblato il nostro portiere… è stata davvero notevole!” si complimenta.
“Forse un giorno potrei…” ammicca in risposta, ritrovando finalmente il sorriso.
 
*
 
Per un lungo periodo si chiede come sia possibile che Rose sembri sempre a suo agio, posata e tranquilla anche quando chiunque al suo posto perderebbe le staffe — quasi come se nulla potesse davvero scalfirla. Smette di chiederselo in un pomeriggio piovoso del quarto anno, quando incontra i suoi occhi pieni di lacrime sopra il letto in cui è disteso il loro migliore amico: rimasto ferito per aver preso le difese di Scorpius.
Il petto di Albus ai alza e si abbassa ritmicamente; Madama Patil ha già cercato di farli uscire due volte, ma Rose non ha voluto sentir ragioni e James se n’è andato solamente per riportare la sorella in sala comune.
“Credevo che tutto questo fosse finito con la Guerra combattuta dai nostri genitori” sussurra infine Rose, tracciando con l’indice ghirigori intricati sul lenzuolo bianco che copre Albus.
“E io mi auguravo che il mio cognome potesse non essere più un fardello” le risponde con amarezza.
Rose si morde il labbro, incurante delle lacrime che le solcano il viso. “Non dev’essere facile chiamarsi Scorpius Malfoy” dice infine, scrutandolo intensamente.
“Così come non dev’essere facile chiamarsi Rose Granger-Weasley” ribatte, sostenendo il suo sguardo.
“Certi giorni mi chiedo cos’abbiano combattuto a fare…” confessa lei, tirando su col naso. “Non che non sia orgogliosa di loro, sia chiaro… è solo che ci sono idioti come Smith che pensano che attaccare qualcuno per il cognome che porta sia ancora la cosa giusta da fare… è un po’ come se non avessimo imparato nulla da quanto è accaduto proprio qui, tra queste mura…”
“Anni fa mi dicesti che era importante fare del nostro meglio, ricordi?”
Rose annuisce.
“Credo che questo valga anche per la vita di tutti giorni: dobbiamo agire, dando il buon esempio e tracciando la strada da seguire…”
“Mi stai suggerendo di schiantare Smith la prossima volta che disgraziatamente lo incontrerò? Sono piuttosto brava in Incantesimi…”
Scorpius pensa che piuttosto brava sia un eufemismo e si lascia sfuggire una risatina. “Sono convinto che James gli farà passare la voglia di attaccare chicchessia alle spalle… quello a cui alludevo io era semplicemente continuare a mostrare alla scuola che un Potter, una Weasley e un Malfoy possono passare del tempo insieme e che non c’è nulla di male in questo.”
“Direi che noi tre facciamo molto di più che passare banalmente del tempo insieme” lo rimbecca Rose, riuscendo a fargli un timido sorriso. “Ti considero uno dei miei più cari amici, Scorpius” aggiunge poi, nonostante non ce ne sia bisogno.
“Vale lo stesso per me, Rose” la rassicura, allungando la mano per fermare la corsa di una lacrima solitaria che le percorre la guancia e rimanendo come sempre affascinato dalle iridi chiare che spiccano sul suo volto pallido.
 
*
 
Con la nomina a Prefetti, capita che si ritrovino a pattugliare i corridoi insieme: la Preside McGranitt infatti ha introdotto l’alternanza tra coppie della stessa Casa e coppie miste a partire dal suo primo anno di presidenza. Scorpius si ritrova ad attendere con ansia le serate passate con Rose — momenti in cui la ragazza svela frammenti di sé che tiene celati ai più, portando anche il giovane Malfoy a rivelare i suoi sogni e le aspirazioni per il futuro, sicuro che lei saprà ascoltarlo commentando in modo costruttivo.
“Prendevo in giro mia madre quando mi raccontava dell’ansia che aveva per i G.U.F.O.” ammette una sera, mentre camminano nelle vicinanze della Torre di astronomia.
“Mi stai forse dicendo che pensi già ai G.U.F.O.?” celia Scorpius, tentando di non scoppiare a ridere.
“Tu no?” ribatte scioccata, mentre le sue pupille si dilatano negli occhi cerulei.
“Siamo solo a ottobre, Rose” la rimprovera il ragazzo. “Penseremo ai G.U.F.O. dopo le vacanze di Pasqua…”
“Mamma dice che anche papà e zio Harry la pensavano così…”
“Direi che i tuoi genitori e tuo zio avevano problemi ben più grandi dei G.U.F.O.” le fa notare Scorpius.
“Loro sicuramente sì, ma noi invece no…” lo rimbecca svelta lei, assottigliando gli occhi e indirizzandogli uno sguardo di ghiaccio che potrebbe rivaleggiare con quello di un Basilisco.
“Sei la studentessa migliore del nostro anno, Rose… i tuoi esami andranno alla grande” la rassicura lui.
“Nell’ultimo compito di Trasfigurazione sei stato molto più bravo di me” borbotta lei, mordicchiandosi il labbro inferiore e facendo scoppiare a ridere il ragazzo.
“Non è divertente!” chiarisce, rifilandogli uno scappellotto.
“Un po’ lo è…” dichiara, strizzandole l’occhio. “È da anni che mi batti nei risultati delle verifiche… avrò diritto ad avere una soddisfazione ogni tanto, no?”
“Mhmm…” si limita a un mugugno in risposta, portando il ragazzo a ridere ancora più forte.
“Scommettiamo che sarai la migliore di tutti ai G.U.F.O.?” la sfida lui, incrociando le braccia e sfoggiando un sorrisetto impudente che solitamente fa impazzire Rose.
“Credevo di poter confessare almeno a te le mie paure, Scorpius… Molly è l’unica in famiglia che potrebbe, forse, capirmi, ma sta già perdendo la testa per via dei M.A.G.O. e non so a chi altro rivolgermi…” gli rivela in un sussurro, mettendo a nudo una paura latente.
“Dovresti passare più tempo con James e Fred” suggerisce il ragazzo, allentandosi la cravatta verde-argento.
“Passiamo già anche troppo tempo insieme, grazie tante…” bofonchia in risposta lei, trattenendo a stento uno sbuffo.
“Stai dicendo che non vuoi scommettere con me, Weasley?” replica Scorpius, cambiando tattica. Lo sguardo di Rose, che era puntato sulle pareti in pietra, torna subito a concentrarsi su Scorpius — la determinazione che ha imparato a leggere nelle iridi cristalline è più evidente che mai alla luce delle lampade.
“Cos’avevi in mente, Malfoy?” domanda, in tono solenne.
“Chi perde sarà costretto a regalare all’altro biglietti per la sua squadra di Quidditch preferita…” dice in un sussurro. “E dovrà anche accompagnare l’altro alla suddetta partita” conclude, sollevando gli angoli della sua bocca in un ghigno.
“Io non sopporto il Puddlemore” si lamenta Rose, facendo una smorfia.
“Allora sarà meglio per te che tu sia la migliore agli esami” le suggerisce Scorpius, strizzandole l’occhio e rivolgendole il suo miglior sorriso.
 
*
 
Scorpius non sa individuare con chiarezza il momento in cui si è reso conto che Rose è diventata più di un’amica. Potrebbe essere successo alla partita dei Cannoni di Chudley a cui è stato costretto ad accompagnarla: quando si è ritrovato anche lui a indossare la chiassosa divisa della squadra che lei tifa — proprio come suo padre. Oppure potrebbe essere successo quando l’ha vista sgridare un gruppetto che aveva preso di mira un minuscolo Serpeverde del primo anno e che ora ci penserà sicuramente due volte prima di lasciarsi andare a stupidi commenti nei corridoi. Forse è accaduto in uno dei molteplici pomeriggi ai Tre manici di scopa, davanti a una Burrobirra insieme al resto dei loro amici. Probabilmente avrebbe dovuto capirlo in uno dei numerosi momenti in cui si è trovato imbambolato a guardarla ridere con Dominique, o Lily, o Alice — proprio come sta accadendo in quello stesso istante. I suoi capelli fiammeggianti sono un caleidoscopio di riflessi nella luce che precede il crepuscolo, la sua risata risuona tra gli archi di pietra e i suoi occhi celesti sono lucidi per il troppo ridere.
“Quando hai intenzione di dirglielo?” gli domanda Albus, che non ha nemmeno sentito arrivare.
“Dirle cosa?” ribatte, tentando di negare l’evidenza.
“Divertente, Scorp” scuote la testa il suo amico, dandogli una spinta. “Ho sentito Corner dire che non gli dispiacerebbe chiederle di uscire…”
Scorpius si gira talmente velocemente, che Albus è sicuro che si sia spezzato il collo facendo quel movimento repentino. “Thomas Corner?”
Al annuisce.
“Ma quello ci ha provato con la metà della popolazione femminile!”
L’amico si limita a scrollare le spalle. “Forse se ti dessi una mossa…”
Sceglie di non commentare al riguardo, abbassando lo sguardo e passandosi una mano tra i capelli. “È così evidente, quindi?”
“Abbastanza” ribatte Al. “Figurati che i miei cugini stanno scommettendo su quando finalmente ti desiderai a fare la prima mossa…”
“Che famiglia di zoticoni” borbotta Scorpius, alternando occhiate tra Al e le quattro Grifondoro nel chiostro.
“Non siamo certo nobili come voi Malfoy!” celia Albus.
“Devo trovare il momento giusto per dirglielo…” confessa il biondo, dopo qualche attimo di silenzio.
“Cogli l’attimo, se aspetti il momento giusto potrebbe non arrivare mai…” suggerisce l’amico.
 
Scorpius si arrovella per giorni, diventando irritabile e intrattabile, trovando conforto solo nei momenti in cui pattuglia accanto a Rose — anche il silenzio tra loro sa essere piacevole e, tra l’altro, pare che Dominique e James si dilettino a metterli in coppia molto più spesso di quanto non fosse accaduto l’anno precedente.
“Sei più taciturno del solito… tutto bene?” gli domanda lei una sera della settimana successiva.
“Sì, tutto bene” le risponde automaticamente, cercando di sorriderle.
Le iridi di Rose incrociano le sue — senza lasciarmi scampo. “Stai mentendo” dichiara, fermandosi in mezzo al corridoio e incrociando le braccia.
Scorpius deglutisce a vuoto, iniziando a scuotere la testa e fermandosi al suo fianco, incrociando il suo sguardo e leggendovi preoccupazione e curiosità.
‘Al diavolo il momento giusto!’
“Ho sentito che Corner voleva invitarti a uscire…” s’arrischia quindi ad affermare.
Rose fa una smorfia. “Noto che prima di farlo ha pensato bene di mettere i manifesti in tutta la scuola…”
“Q-quindi l’ha fatto?” si ritrova a balbettare.
“Sì” sbuffa la Grifondoro. “Ha deciso di chiedermelo davanti a tutta la squadra di Quidditch alla fine dell’ultimo allenamento… ti lascio immaginare i commenti di Jamie e Freddie!”
“Che gli hai risposto?” bisbiglia, sentendo i battiti del proprio cuore accelerare.
“Ovviamente gli ho risposto di no!” esclama Rose, aggrottando le sopracciglia. “Non è per niente il mio tipo” aggiunge poi, mentre un vago rossore si fa strada sulle sue guance.
“Ah, beh… meno male” borbotta Scorpius, passandosi una mano nei capelli e abbassando lo sguardo.
“Questo comunque non spiega il tuo atteggiamento…” s’arrischia a fargli notare la ragazza.
Scorpius cerca di raccogliere le idee, tornando a incrociare lo sguardo preoccupato di Rose, specchiandosi nelle sue pupille dilatate. “In realtà lo spiega eccome” mormora dopo una pausa che sembra essere durata ore, ma che si è protratta solo per una manciata di battiti di ciglia.
“Potresti essere un po’ più chiaro?” chiede Rose, avvicinandosi a lui — sempre più allarmata.
“Ero preoccupato che potessi accettare l’invito di Corner. Stavo cercando il momento perfetto per parlare con te, speravo di creare la giusta atmosfera per confessarti, finalmente, ciò che provo… ma la verità è che non sono un coraggioso Grifondoro e…” si è reso conto di aver perso il filo del discorso, perché si sente vulnerabile davanti a lei e a quel suo sguardo preoccupato. Prende un respiro, afferrando le sue mani tra le proprie e riuscendo a sorriderle. “Mi piaci, Rose… tanto e non so nemmeno dirti da quanto mi sono reso conto che è così, so solo che non riuscivo più a fingere e dovevo dirti quello che sento… spero di poter avere una possibilità con te, perché mi piacerebbe davvero tanto se tu acconsentissi a uscire con me” si decide a dirle, tutto d’un fiato.
“Domi era sicura che avrei dovuto compiere un atto particolarmente drastico per fartelo ammettere” ribatte, aprendosi in quel sorriso spontaneo che il ragazzo adora.
Scorpius ricambia il sorriso, sentendo il cuore andare a mille. “Stai forse dicendo che avrei dovuto darmi una mossa?”
“I miei cugini scommettevano su quando sarebbe accaduto sin dall’inizio dell’anno” replica, scrollando le spalle.
Scorpius invade il suo spazio vitale, posando le mani sui suoi fianchi e perdendosi in quegli occhi cristallini che hanno su di lui lo stesso potere magnetico di quel primo di settembre di sei anni prima. “Hai forse dimenticato che l’audace Grifondoro tra noi due sei tu?”
Rose scuote la testa, ridendo divertita. “Quello non potrei mai scordarlo, ma siete voi uomini quelli famosi per i gesti eclatanti di solito…”
“Credevo che tu fossi una donna indipendente e molto fiera di esserlo” le fa notare, aggrottando le sopracciglia.
“Abbiamo tutte un lato romantico, Scorp” gli confessa, in un sussurro a fior di labbra.
“Questo significa che ora posso baciarti?” ribatte lui, riducendo la distanza che separa le loro bocche a pochi millimetri — respirando il profumo di cioccolato misto a lavanda che da sempre la contraddistingue.
Rose decide di rispondere affondando le mani nei suoi capelli chiari, spettinandoglieli, e Scorpius sorride contro le sue labbra morbide, sospingendola contro le pareti di pietra e mordicchiandole il labbro inferiore. La ragazza dischiude la bocca, lasciandogli libero accesso, sospirando quando le loro lingue entrano in collisione e si ritrova al cospetto del firmamento intero celato dietro ai suoi occhi chiusi. Una delle mani di Scorpius risale il fianco della ragazza, scivolando tra le ciocche disordinate di capelli ramati, i cui riflessi sono particolarmente ipnotici sotto la luce delle fiaccole presenti nel corridoio. Quando la necessità d’aria si fa pressante, i due si separano e Scorpius appoggia la fronte su quella di Rose; i battiti dei loro cuori vanno all’unisono e rimbombano nelle orecchie dei due adolescenti che faticano a riprendere fiato dopo quanto è appena accaduto.
Improvvisamente Scorpius viene colpito dal ricordo di una frase sentita pronunciare da sua madre durante l’estate precedente.
 
“Sapevo che quello di Draco era un cambiamento consapevole, perché glielo leggevo negli occhi… non mentono mai, sono lo specchio dell’anima.”
 
‘È tutto chiaro.’
Scorpius sorride, specchiandosi in quelle pozze cerulee, perché sente che passerà il resto della vita a guardare gli occhi che hanno saputo stregarlo da lontano — quegli stessi occhi in cui ha sempre saputo vedere l’anima della ragazza di cui era destinato a innamorarsi.
“Ti amo, Rose” sussurra, sfiorandole nuovamente le labbra con un bacio tenero che nulla ha a che vedere con quello di pochi attimi prima. “So che molti potrebbero asserire che sto correndo troppo dicendotelo prima ancora di essere usciti insieme, ma in fondo è da sei anni che stiamo gettando le basi per noi due…”
“Non mi sono mai interessate le opinioni degli altri” lo rassicura, trovando conforto tra le sue braccia e inalando il suo profumo muschiato. “Ti amo anch’io, Scorpius” mormora sulle sue labbra, prima di reclamarle per un altro bacio — un bacio che sa di nuovi inizi, ma al tempo stesso di complicità, un bacio impacciato, ma consapevole... il primo di una lunga serie.

 

Nota dell’autrice:
Ebbene sì confermo la mia fissa per la Nuova Generazione, di cui ultimamente non riesco proprio a smettere di scrivere. Quando Giunia ha indetto questo contest la mia mente è subito volata alla NG e alle infinite possibilità che questa riesce a donare a noi scrittori.
Chi già mi conosce sa quanto io adori Rose&Scorpius, non avendo letto “La maledizione dell’erede” però non so nulla di quanto sia accaduto in quel libro e per la loro caratterizzazione mi sono basata sulle mie idee, sui caratteri dei loro genitori e sui cambiamenti che speriamo ci siano stati dopo la fine della Guerra Magica. Cercando di essere realisti trovo probabile che ci siano stati attacchi nei confronti di coloro rei di essere figli di Mangiamorte, o presunti tali, e mi piace pensare che i figli di Harry, Hermione e Ron siano stati educati al rispetto dell’altro e non si fermino davanti a un cognome; adoro l’idea che Scorpius e Al siano migliori amici, ma per me anche Rose e Al sono unitissimi.
La scena iniziale è stata volutamente creata come parallelo a quella descritta dalla Rowling nell’epilogo del settimo libro, mi piaceva l’idea di mostrare quanto Draco e Ron siano simili tra loro e quanto le loro mogli facciano del proprio meglio per placarli.
Nel mio personale headcanon Padma Patil ha sostituito Madama Chips come infermiera, Heidi McAvoy invece è stata studentessa di Tassorosso ai tempi di Harry & Co. e avevo bisogno di una nuova insegnante al posto della McGranitt.
E, niente, al solito le mie note sono lunghe come poemi epici… spero di ricevere da voi pareri, critiche e commenti.
   
 
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